Hirohito Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 12 Nov 2019 17:13:04 +0000 it-IT hourly 1 Seconda Guerra Mondiale https://cultura.biografieonline.it/seconda-guerra-mondiale/ https://cultura.biografieonline.it/seconda-guerra-mondiale/#comments Tue, 20 Jan 2015 17:04:02 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12873 Nell’articolo che segue abbiamo cercato di riassumere i passaggi, gli eventi e le date fondamentali della Seconda Guerra Mondiale, il conflitto che tra il 1939 e il 1945 vide contrapporsi da un lato le potenze dell’Asse (principalmente Germania, Italia e Giappone) e dall’altro i paesi Alleati (principalmente Inghilterra, Francia, Russia, Stati Uniti).

La definizione di “guerra mondiale“, come già accadde per la Grande Guerra, deriva dal fatto che le nazioni coinvolte erano quelle di tutti i continenti, così come le operazioni belliche interessarono gran parte del mondo.

Lo sbarco in Normandia, 6 giugno 1944 (Seconda Guerra Mondiale)
Una foto dello sbarco in Normandia (6 giugno 1944): l’evento fu uno dei momenti chiave nello svolgimento del conflitto.

1939

Il 1939 è il primo anno di guerra. Mentre sul fronte occidentale francesi e tedeschi si fronteggiavano dietro le opposte linee di fortificazione, la Germania con una guerra lampo sconfisse e conquistò la Polonia (Bombardamenti con gli stukas).

Attaccata dalle armate sovietiche, Germania e Russia si divisero la Polonia; le regioni orientali andarono all’Unione sovietica. La Russia, dopo due mesi, poneva sotto controllo le Repubbliche baltiche: Estonia, Lettonia, Lituania e attaccava la Finlandia, che fu costretta a cedere un’ampia parte di territorio.

1940

Nel 1940, la Germania con un’offensiva fulminea s’impadronì della Danimarca e della Norvegia. Dopo aver violato la neutralità di Olanda, Belgio e Lussemburgo, e arginato la linea Maginot, riuscì ad impadronirsi di tutta la costa della Manica, mentre il corpo di spedizione britannico sbarcato sul continente, bombardato e decimato, fu costretto a reimbarcarsi a Dunkerque.

L’Italia nel 1939 aveva dichiarato la “non belligeranza”, motivata da tre ragioni:

  • l’impreparazione dell’esercito, logorato dalle campagne di Etiopia e di Spagna;
  • le insufficienti risorse industriali e la conseguente dipendenza dall’estero
  • il Patto segreto tra Mussolini e Hitler, che prevedeva il rinvio della guerra di almeno tre anni e che Hitler non aveva rispettato, prendendo l’iniziativa senza interpellare Mussolini.
Adolf Hitler
Adolf Hitler

La discesa in campo dell’Italia

Così, di fronte alla disfatta francese, Benito Mussolini non seppe resistere e illuso di una rapida vittoria tedesca, si decise, il 10 giugno 1940, a dichiarare guerra alla Francia e all’Inghilterra: l’Italia entrò in guerra attaccando i francesi proprio nel momento più tragico della loro sconfitta.

Otto giorni dopo l’occupazione di Parigi da parte dei nazisti, il capo del governo francese (Pétain) dovette chiedere l’armistizio. In seguito all’armistizio, la Francia venne divisa: la parte settentrionale fu direttamente soggetta alla dura occupazione tedesca, il centro-sud veniva affidato all’amministrazione di Pétain, cioè al governo di Vichy.

Anche l’Italia firmò l’armistizio con la Francia, dopo aver occupato una striscia di territorio al di là delle Alpi. Il generale Charles De Gaulle riparato in Inghilterra organizzò l’esercito nazionale della “Francia libera” per liberarla appunto dall’oppressione nazista.

L’avversario inglese

Hitler allora diede inizio alla battaglia d’Inghilterra e mise in atto “il giorno dell’Aquila”, cioè una serie di bombardamenti a tappeto sulle istallazioni militari e le città più importanti dell’isola.

Grazie alla resistenza inglese, che con la sua aviazione (Raf) e l’impiego dei radar (recente invenzione ancora segreta che le consentiva di conoscere la consistenza e la direzione di arrivo dei nemici), Hitler finì per rinunciare, ma in contemporanea, ebbe inizio l’offensiva italiana nel Mediterraneo e in Africa, che puntava a colpire l’Inghilterra nel cuore dei suoi traffici e dei suoi rifornimenti, paralizzandone le linee di navigazione attraverso il canale di Sicilia e di Suez.

Il patto d’acciaio

Nel frattempo fu firmato “Il patto d’acciaio” a Berlino, il patto tripartito che prevedeva la spartizione del mondo in zone d’influenza. Alla Germania andò l’Europa continentale, all’Italia il bacino del Mediterraneo e al Giappone il continente asiatico.

Mussolini attaccò la Grecia attraverso l’Albania, un tentativo fallito, perché fu bloccato dall’esercito greco, rifornito dagli inglesi, che contrattaccò penetrando dall’Albania. Quasi contemporaneamente la flotta italiana subì gravi perdite a causa di un attacco inglese con aerosiluranti a Taranto e uno scontro navale nelle acque di Capo Matapan, nelle coste meridionali della Grecia.

1941

Nel 1941, III anno di guerra, sul fronte africano, in pochi mesi, gli inglesi occuparono la Somalia italiana e riconquistarono la Somalia inglese, poi anche la Libia e l’Etiopia. Su proposta di Roosevelt venne approvata la legge affitti e prestiti, con la quale gli Stati Uniti si impegnavano ufficialmente a rifornire materiale bellico ai paesi in lotta contro la Germania.

Sul fronte africano, gli italiani – con l’appoggio tedesco – ripresero l’iniziativa, costringendo gli inglesi ad abbandonare la Libia. Nello stesso tempo, reparti italo-tedesci occuparono la Iugoslavia, la Grecia e Creta.

La campagna di Russia

Adolf Hitler temendo un’alleanza tra l’Inghilterra e la Russia – l’obiettivo del nazismo era la distruzione dello Stato comunista – dette il via all’Operazione Barbarossa, ordinando alle sue divisioni di attaccare l’Unione Sovietica.

Tedeschi e un corpo di spedizione italiano procedettero ad una rapida avanzata, riuscendo ad impadronirsi di territori sterminati, ma il sopraggiungere dell’inverno, impedì loro l’ambizioso progetto di occupare Mosca.

L’Olocausto

A questo punto, mezza Europa era in mano tedesca sottoposta allo sfruttamento economico e alla spietata persecuzione poliziesca; venne organizzato lo sterminio degli ebrei: deportazioni di massa, lavori forzati, disumane torture e la tragica conclusione nelle camere a gas o nei forni crematori dei campi di concentramento di Auschwitz, Buchenwald, Mauthausen, sono tra gli esempi più tristi e raccapriccianti che l’intera storia umana ricordi.

La Carta Atlantica

Il 14 agosto 1941, a bordo della corazzata inglese, nelle acque dell’Atlantico, si tenne un importante incontro tra Roosevelt e Churchill, durante il quale fu sottoscritta la famosa Carta Atlantica, che sanciva solennemente il principio della libertà dei popoli (e dalla quale nel 1945 fu creata l’Onu) e che avrebbe dovuto costituire la base delle trattative di pace.

L’attacco di Pearl Harbor

Destinato ad aprire una nuova fase del conflitto fu l’attacco a Pearl Harbor: un attacco aereo sferrato dai giapponesi alla base navale statunitense (isole Hawaii). Il bombardamento ebbe conseguenze catastrofiche, furono messe fuori combattimento otto corazzate e 200 aerei.

Pearl Harbor, una foto dell'attacco
Pearl Harbor, una foto dell’attacco

1942

Nel 1942, IV anno di guerra, le potenze del tripartito ripresero l’iniziativa. In estremo Oriente, i giapponesi riuscirono ad occupare tutte le zone militarmente importanti controllate dagli inglesi.

In Africa settentrionale una controffensiva italo-tedesca riuscì a riprendere il controllo in Libia, facendo arretrare le linee britanniche, e riuscendo ad avanzare sino a El-Alamein, a pochi chilometri da Alessandria.

In Unione Sovietica si registrarono i successi dei tedeschi, che riuscirono ad occupare il grande centro industriale di Stalingrado.

I nuovi successi dell’Asse dovevano però segnare “L’inizio della fine” a causa dell’enorme allargamento del fronte e il crescente allontanamento dalle basi di partenza, rendendo difficili i rifornimenti.

In questo anno si combatterono due importanti battaglie navali, entrambe tra Stati Uniti e Giappone: quella nel Mar dei Coralli (4-8 maggio) e quella delle isole Midway (4-6 giugno).

La situazione viene ribaltata

In estremo oriente, gli americani, sotto il comando del generale Douglas MacArthur, dettero vita alla riconquista dei territori occupati dai giapponesi e conseguirono decisivi successi navali.

Sul fronte africano, gli inglesi al comando del maresciallo Montgomery, riuscirono a sfondare il fronte italo-tedesco a El-Alamein, costringendolo alla ritirata verso la Libia.

A Stalingrado, la popolazione resistette eroicamente per 180 giorni, permettendo all’esercito sovietico di sferrare l’attacco finale, che portò alla resa della sesta armata tedesca. Non vi fu scampo neppure per il corpo di spedizione italiano, impegnato sul Don, i soldati italiani scarsamente armati e male equipaggiati, privi di adeguati mezzi di trasporto, tentarono di aprirsi la via per la ritirata: molti caddero combattendo il nemico e i più morirono per assideramento.

1943

Nel 1943, V anno di guerra, il fronte africano si trovò nelle mani degli alleati: anche qui le truppe dell’asse si trovarono in difficoltà, anche per la presenza degli americani in Marocco e Algeria. Nonostante le sconfitte, il nazismo continuava a mietere vittime tra gli ebrei, come avvenne nel ghetto di Varsavia, in Polonia.

Seconda Guerra Mondiale: la situazione e gli eventi in Italia

In Italia si faceva sentire la sfiducia nella vittoria e il convincimento che l’unica via di salvezza poteva essere un immediato sganciamento dalla Germania e una riconciliazione con le potenze occidentali.

Intanto nella conferenza di Casablanca, Roosevelt e Churchill decisi ad aprire un secondo fronte in occidente, scelsero come obiettivo proprio l’Italia: il 10 luglio, dopo aver occupato Lampedusa e Pantelleria, tredici divisioni anglo-americane sbarcarono in Sicilia e ebbero la meglio sui reparti italo-tedeschi.

Mentre Mussolini e Hitler si incontravano a Feltre (Veneto), Roma e Frascati, sedi del comando tedesco in Italia, venivano bombardate dalle forze aeree americane. Sei giorni dopo, nella notte tra il 24 e il 25 luglio, il Gran Consiglio del fascismo approvava l’ordine del giorno, che stabiliva il ripristino dello Statuto e delle libertà costituzionali e quindi la fine del regime.

Il 25 luglio 1943, Vittorio Emanuele III convocò Mussolini e obbligandolo alle dimissioni, lo fece arrestare e ne ordinò l’internamento prima nell’isola di Ponza e poi sul Gran Sasso.

Venne formato un nuovo governo guidato da Pietro Badoglio, il quale prese accordi segreti con gli anglo-americani per trattare una pace separata e uscire dal conflitto. I tedeschi sospettosi facevano intanto affluire attraverso il passo del Brennero dieci nuove divisioni nella penisola.

Il 3 settembre 1943 fu firmato segretamente a Cassibile, nei pressi di Siracusa, un armistizio con gli anglo-americani, che però lo resero noto l’8 settembre, in anticipo rispetto al previsto. Il 9 settembre il re e Badoglio si dettero alla fuga, lasciando l’esercito italiano allo sbaraglio. I tedeschi riuscirono a penetrare quasi tutta la penisola.

Il 12 settembre un gruppo di paracadutisti tedeschi liberò Mussolini, il quale dopo essere stato condotto da Hitler in Germania dichiarò di voler continuare la guerra al suo fianco e tornato in Italia il 23 settembre istituì la Repubblica Sociale Italiana con sede a Salò, sul lago di Garda.

L’Italia fu allora divisa in due parti: quella meridionale governata da Badoglio sotto il controllo degli alleati, quella settentrionale affidata a Mussolini ma di fatto dominata dai tedeschi.

Nelle regioni dominate dai tedeschi e dai repubblicani ebbe inizio oltre alla resistenza passiva di quasi tutta la popolazione, quella armata delle formazioni partigiane. La lotta partigiana fu coordinata e diretta dai comitati di liberazione nazionale (CLN), nei quali vennero rappresentati tutti i partiti antifascisti.

Il 13 ottobre 1943 Badoglio dichiarò guerra alla Germania, schierandosi a fianco degli anglo-americani. Di qui il riconoscimento degli alleati dell’Italia come cobelligerante, non come alleato a pieno titolo.

Le Quattro Giornate di Napoli
Le Quattro Giornate di Napoli

Nelle Quattro Giornate di Napoli, mentre l’esercito risaliva verso nord in Calabria, alcuni reparti sbarcati a Salerno puntarono verso Napoli e, dopo quattro giornate di lotta, riuscirono a liberarla dai tedeschi. Napoli fu la prima città europea a cacciare i tedeschi.

1944

Nel 1944, VI anno di guerra, avvenne la liberazione di Roma: il 4 giugno, gli alleati entrarono a Roma e nello stesso giorno venne nominato luogotenente del regno Umberto, mentre Badoglio venne sostituito da Ivanoe Bonomi.

Due giorni dopo la liberazione di Roma, gli alleati sbarcarono in Normandia (6 giugno 1944), riuscendo ad aprire un secondo fronte in Francia.

Nel mese di agosto un altro sbarco in Provenza contribuì a far crollare la resistenza tedesca.

Nel settembre del 1944 la Francia fu liberata.

1945

Nel 1945, gli anglo-americani passarono il Reno e marciarono verso la Germania, verso cui convergevano anche i sovietici. Hitler continuava a credere nella vittoria, ma dopo l’incontro di alleati e sovietici sull’Elba, le armate sovietiche invasero Berlino.

Soldati russi espongono la bandiera sovietica al termine dei combattimenti per la conquista di Berlino.
Soldati russi espongono la bandiera sovietica al termine dei combattimenti per la conquista di Berlino.

Hitler si suicidò nei sotterranei della cancelleria del Reich il 30 aprile 1945.

In Italia, il 25 aprile 1945 le popolazioni insorgevano e si liberavano, affiancando i partigiani, dall’oppressione nazista, ancor prima che arrivassero gli alleati.

Il 27 aprile Mussolini rifugiato in un camion di una colonna tedesca in ritirata, venne riconosciuto da una formazione partigiana presso Dongo e il 28 fu fucilato sulle rive del lago di Como. Due giorni dopo, il comando tedesco firmava la resa senza condizioni.

Hiroshima, 6 agosto 1945: lo scoppio della bomba atomica
Hiroshima, 6 agosto 1945: lo scoppio della bomba atomica

Dopo la morte di Hitler e la resa della Germania, il Giappone ancora resisteva, colpito però nelle numerose battaglie del Pacifico. Per stroncare la resistenza giapponese, il nuovo presidente americano Truman, succeduto a Roosevelt morto in aprile, fece sganciare una bomba atomica sulla grande città di Hiroshima e pochi giorni dopo su Nagasaki.

1945 - Churchill, Roosevelt e Stalin alla conferenza di Jalta
1945 – Churchill, Roosevelt e Stalin alla conferenza di Yalta

Nel febbraio 1945 a Yalta Roosevelt, Churchill e Stalin si erano riuniti per prendere importanti decisioni sul comportamento da tenere dopo la disfatta della Germania, che venne suddivisa in quattro zone d’occupazione.

Venne anche stabilita la dichiarazione di guerra al Giappone da parte della Russia due o tre mesi dopo la capitolazione tedesca. Finì la guerra militare e iniziò quella politica.

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L’attacco di Pearl Harbor e la figura di Hirohito https://cultura.biografieonline.it/pearl-harbor-e-la-figura-di-hirohito/ https://cultura.biografieonline.it/pearl-harbor-e-la-figura-di-hirohito/#comments Tue, 24 Apr 2012 20:44:06 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1588 La Seconda Guerra Mondiale iniziò per il Giappone lo stesso giorno in cui iniziò per gli Stati Uniti d’America, con l’attacco di Pearl Harbor avvenuto il 7 dicembre del 1941 con il nome in codice operazione Hawaii.

Pearl Harbor, una foto dell'attacco
Pearl Harbor, una foto dell’attacco

Senza una preventiva dichiarazione di guerra, l’attacco fu realizzato per via aerea e navale (la flotta partì dal Giappone il giorno 26 novembre 1941) e colpì duramente la flotta americana posizionata nella base navale di Pearl Harbor.

L’evento scatenò in America una tale ondata emotiva che il suo Presidente Franklin Delano Roosevelt poté dichiarare guerra al Giappone e intervenire a fianco dell’Inghilterra nella Seconda guerra Mondiale senza alcuna opposizione.

I giapponesi, come alleati della Germania e dell’Italia, dimostrarono una notevole capacità bellica e una determinazione capace di giungere fino all’autodistruzione. Pertanto gli Americani decisero di utilizzare, unici nella storia militare, la Bomba Atomica. Il 6 agosto 1945 ne sganciarono una su Hiroshima e il 9 agosto 1945 un’altra su Nagasaki.

Il 15 agosto 1945 Hirohito, imperatore del Giappone, suprema carica dello stato e, secondo le tradizioni giapponesi, di discendenza divina, parlò per la prima volta ai suoi sudditi dichiarando che a causa delle armi di cui gli americani disponevano era impensabile proseguire la guerra e pertanto ordinava ai suoi militari di fermare qualsiasi azione bellicosa contro i nemici.

L'imperatore del Giappone Hirohito
L’imperatore del Giappone Hirohito

Hirohito era un imperatore fragile e moderato, molte delle scelte fra cui l’entrata in guerra, sembra che siano state prese dai militari con un sua passiva accettazione. Pare, infatti, che dopo la guerra l’Imperatore dichiarò ad un pastore metodista che era andato a trovarlo che se avesse ricevuto, prima dell’attacco di Pearl Harbor, il telegramma che Roosevelt gli aveva inviato e che non arrivò mai, chiedendogli di non dare inizio alle ostilità, lui avrebbe fermato l’attacco.

Hirohito, infatti, anche durante le prime vittorie giapponesi nel Pacifico era scettico sull’andamento della guerra e si era reso conto che la sconfitta era solo procrastinata. Il suo impero era comandato e governato da un gruppo di alte gerarchie dell’esercito, dell’aviazione e della marina che subirono la resa voluta dall’Imperatore con difficoltà e nella consapevolezza dell’errore che avevano commesso nell’attaccare gli americani.

Hirohito salì al trono a 24 anni, sostituendo il padre Taisho da tempo malato, e il suo regno fu contraddistinto dalla sua levità; era infatti uno studioso preciso e meticoloso ma refrattario alle responsabilità di governo. Amava la biologia marina e studiava con attenzione, in un laboratorio appositamente costruito, pesci e crostacei di cui dettava l’analisi ad un biologo. Era anche un poeta alla ricerca della serenità e del distacco e quando dovette incontrare il generale MacArthur per parlare dei termini della resa del suo Impero sembra che non riuscì a parlare di nulla che avesse a che fare con le contingenze diplomatiche e politiche, anche se si prese tutta la responsabilità per l’attacco di Pearl Harbor e la successiva guerra.

Nel 1946 accettò la nuova costituzione imposta dagli americani che prevedeva fra l’altro la sua decadenza da essere divino a essere umano togliendo per sempre la presunta superiorità della razza giapponese nei confronti delle altre razze del mondo. Morì nel 1989 dopo una breve malattia lasciando un Giappone profondamente cambiato.

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