guerre civili Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 03 Feb 2021 16:14:01 +0000 it-IT hourly 1 Guerra civile spagnola: riassunto https://cultura.biografieonline.it/guerra-civile-spagnola-riassunto/ https://cultura.biografieonline.it/guerra-civile-spagnola-riassunto/#comments Wed, 03 Feb 2021 16:03:19 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=32188 In spagnolo è indicata come Guerra civil española. In Italia è riportata sui libri di storia come guerra civile spagnola oppure come guerra di Spagna. Gli eventi sono quelli caratterizzati da un conflitto armato nato da un colpo di Stato (in spagnolo: golpe) avvenuto il 17 luglio 1936. La guerra durò oltre tre anni, formalmente fino al 1° aprile 1939. Riassumiamo di seguito gli scenari e i fatti.

Legione Condor: un ufficiale tedesco con ragazzi militari spagnoli (Guerra Civile Spagnola)
Un ufficiale tedesco della Legione Condor con alcuni ragazzi spagnoli, militari cadetti

Lo scenario storico

Nel 1931 in Spagna venne promulgata la repubblica e adottata una Costituzione avanzata per l’epoca. Questi mutamenti andavano in direzione della democratizzazione del Paese, ma non potevano celare le profonde divisioni sociali che funestavano la società civile. Da una parte i proprietari terrieri e la nobiltà, che si identificheranno con la destra conservatrice, appoggiata dalla Chiesa cattolica e il cui leader si rivelerà Francisco Franco; dall’altra contadini e i pochi operai delle grandi città, gli uni e gli altri vessati e costretti a orari e turni di lavoro massacranti.

Il colpo di stato: 17 luglio 1936

In questo contesto hanno luogo le elezioni che, nel febbraio 1936, vedono una chiara vittoria del Fronte Popolare. Questo fonde comunisti, socialisti, repubblicani e alcune organizzazioni anarchiche. La reazione dei falangisti, esponenti della destra ultra-conservatrice e di buona parte delle gerarchie militari, si concretizza nel colpo di stato del 17 luglio. L’obiettivo è di instaurare una dittatura militare. Il tentativo di golpe ha successo solo parziale. Sono in particolare le masse operaie delle principali città spagnole (Madrid e Barcellona su tutte) a organizzare una resistenza, almeno inizialmente vittoriosa, costringendo addirittura alla resa i militari. È incominciata la guerra civile spagnola.

La guerra civile spagnola e la questione internazionale

A dispetto del nome con cui è ricordata, la guerra civile spagnola non resta affatto confinata al Paese. Si configura immediatamente come una questione internazionale. Il generale Francisco Franco fin dalle prime settimane appare il leader dei falangisti. Assume il comando pressoché assoluto della sua fazione e fa appello alle comuni radici ideologiche nel rivolgersi ai dittatori di Germania e Italia. Ottiene così un concreto aiuto militare.

Guerra civile spagnola: manifesto di propaganda
Manifesto di propaganda: la FE (Falange Española) cerca nuove reclute militari per combattere per “La patria, il pane e la giustizia”.

E’ in particolare Benito Mussolini a inviare in Spagna diverse decine di migliaia di uomini. Formalmente si tratta di volontari ma di fatto sono inquadrati nel Regio Esercito. Il contributo di Adolf Hitler è più limitato; esso è finalizzato soprattutto alla verifica sul campo di nuove armi e nuove tattiche. Alla resa dei conti, comunque, si tratta di un aiuto in grado di far pendere la bilancia dalla parte dei Falangisti.

I Repubblicani, partigiani del governo legittimo, ricevono un aiuto abbastanza incostante da parte dell’Unione Sovietica e, in misura minore, del Messico; arruolano nelle loro fila circa 40.000 volontari antifascisti provenienti da paesi europei e americani: le celebri Brigate internazionali (Brigadas Internacionales). Inoltre, dalla loro parte si schiera apertamente l’élite culturale mondiale: valga per tutti citare Ernest Hemingway – dalla cui esperienza sul campo nasce un capolavoro letterario quale “Per chi suona la campana“.

Tra gli altri intellettuali schierati con i Repubblicani ricordiamo anche:

Scelgono invece una politica di appeasement Francia e Regno Unito, che si fanno promotori di una politica di non-intervento. Italia e Germania non si fanno però scrupolo di violare, talora anche apertamente, gli accordi liberamente sottoscritti, a differenza delle due potenze occidentali. Pertanto il non-intervento finisce per rappresentare un grosso vantaggio per i Falangisti.

Le operazioni militari

Numericamente le forze in campo potevano sembrare di entità molto simile. Va però sottolineato che dalla parte di Franco vi era una consistente porzione degli ufficiali: così il suo esercito poté beneficiare di un’organizzazione migliore. A questo si aggiunga la messe di aiuti dei paesi fascisti, tanto in armi quanto in uomini, che fecero pendere definitivamente l’ago della bilancia dalla parte dei Falangisti.

Merita di essere ricordata la “Legione Condor“, un’unità dell’aviazione militare hitleriana che si rese protagonista di diversi spietati bombardamenti – antesignani delle operazioni che da ambo le parti caratterizzeranno la seconda guerra mondiale – tra cui resterà tristemente famoso quello della cittadina di Guernica il 26 aprile 1937. A questo triste evento è ispirato l’omonimo e celebre quadro di Pablo Picasso.

Guernica: il dettaglio della testa del cavallo con una bomba all'interno della bocca
Guernica, uno dei quadri più famosi di Picasso. Nel dettaglio: la testa di un cavallo con una bomba all’interno della bocca.

Di contro i Repubblicani potevano contare soprattutto sull’ardore ideologico, sulla disperata difesa dei diritti così faticosamente acquisiti da parte delle vessate masse popolari e sulla organizzazione delle schiere operaie, oltre alla simpatia internazionale che porterà alla costituzione delle già citate Brigate Internazionali.

Una guerra prolungata

Ci fu un primo periodo di sostanziale stallo: esso vide il successo, assolutamente inatteso, dei legalisti repubblicani che riuscirono a espellere l’esercito fedele a Franco da Madrid. In seguito i nazionalisti riuscirono a prendere il sopravvento e avviarono una campagna per la riconquista di Madrid. Ciò grazie anche all’arrivo delle ben addestrate truppe marocchine, trasportate sul suolo spagnolo da navi tedesche e italiane. È degno di nota che Francisco Franco, pur avendo identificato la capitale come la chiave per la vittoria, scelse di avviare numerose campagne secondarie che distolsero i Nazionalisti dall’obiettivo principale, prolungando la guerra.

Il prolungamento della guerra era proprio l’intento di Franco. Egli non voleva una pace che lasciasse alla fazione nemica forze sufficienti a rappresentare un ostacolo. Sono coerenti con questa strategia:

  • le campagne del Nord,
  • l’offensiva in Catalogna,
  • la decisiva battaglia dell’Ebro.

Francisco Franco assunse il titolo di Caudillo – che può essere equiparato a quello di duce. Le sue truppe fecero il loro ingresso a Madrid nel marzo 1939.

Francisco Franco con Benito Mussolini
Il Caudillo Francisco Franco con il Duce Benito Mussolini

La fine della guerra civile spagnola e il dopoguerra

Il 1° aprile 1939, con la cessazione dei combattimenti, anche se alcuni focolai di resistenza rimasero attivi addirittura fino agli anni Cinquanta, Franco emise il bollettino della vittoria.

La repressione e le punizioni che seguirono la vittoria furono spietate. L’italiano Galeazzo Ciano ne rimase colpito nel corso di una visita ufficiale, nel luglio 1939, quindi oltre tre mesi dopo il termine della guerra. Molti combattenti repubblicani preferirono l’esilio, oltrepassando il confine con la Francia o imbarcandosi per i paesi del centro e sud America, quando non addirittura il suicidio. La popolazione, che già nell’anteguerra viveva spesso in condizioni di estrema povertà, subì ovviamente le conseguenze più pesanti delle distruzioni di oltre 3 anni di guerra.

L’estrema debolezza militare ed economica del Paese spinse Franco a tenere la Spagna fuori dalla Seconda Guerra Mondiale; è un’operazione che seppe portare a termine con abili manovre diplomatiche, ma che non impedì alla Spagna di restare isolata e giocare un ruolo meno che marginale sulla scena politica mondiale. Questo fino alla caduta del regime franchista avvenuta nel 1975.

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Volto della Guerra (Visage de la Guerre), quadro di Salvador Dalí https://cultura.biografieonline.it/volto-della-guerra-dali/ https://cultura.biografieonline.it/volto-della-guerra-dali/#respond Mon, 22 Jul 2019 14:48:43 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=26713 Orrori e morti racchiusi dentro la tela Volto della Guerra (Le visage de la guerre) di Salvador Dalí artista surrealista, nato in Catalogna nel 1904, che si avvicinò intorno agli anni Venti del Novecento al Dadaismo, dal quale fu condizionato per tutta la sua carriera artistica. Si tratta di un quadro che racconta gli orrori della guerra percepiti dal pittore, tra la fine della Guerra Civile Spagnola e l’inizio della Seconda Guerra Mondiale.

Volto della Guerra Visage de la guerre Face of War Dalì
Volto della Guerra (Visage de la guerre, Face of War) • Salvador Dalí, 1940

Il “Volto della Guerra” o “Le visage de la guerre” è un olio su tela di centimetri 79 x 64, realizzato nel 1940. È custodito a Rotterdam presso il Museum Boijmans Van Beuningen.

Volto della Guerra: descrizione del dipinto

Sulla tela è impresso un volto spaventoso, enorme. Sullo sfondo un paesaggio desertico. Il viso dalla pelle scura con una smorfia di dolore e disperazione non identifica la fisionomia di donna o di uomo. Rappresenta – all’interno delle due orbite oculari e della bocca – dei teschi che, a loro volta, mostrano dei teschi all’interno delle tre cavità.

Dalla parte posteriore del viso – dal Volto della Guerra – emergono dei serpenti che si lanciano verso il davanti, minacciosi, e che avvolgono il viso: alcuni si insinuano all’interno delle orbite, altri cadono al suolo.

Sulla destra della tela, su di una roccia, si vede l’impronta di una mano. C’è, sempre sulla destra, ma in alto, una quinta rocciosa che chiude il paesaggio nell’angolo.

La storia dell’opera

La tela fu dipinta da Salvador Dalí durante il suo soggiorno in California, negli Stati Uniti. Era lì che si era rifugiato durante lo scoppio della guerra in Europa.

Prima della tela realizzò molti disegni preparatori. Tra questi, uno riporta un occhio invaso dalle api. Mentre in un’altra stampa sono raffigurati due ubriachi che presentano le orbite degli occhi trasformate in teste.

Il tavolo ha i denti, mentre i bicchieri assumono la forma di narici a triangolo. A suggerire l’acquisto del dipinto “Volto della Guerra” da un collezionista francese nel 1971 fu stata la curatrice Renilde Hammacher.

La simbologia: interpretazione del quadro Volto della Guerra

L’artista con questo dipinto evidenzia la distruzione causata dalla guerra. È una tela che assume un carattere universale. I teschi sono replicati all’infinito: è come se questo continuo rimando alla morte significhi la perenne presenza della guerra nel destino dell’umanità.

La tecnica usata da Salvador Dalí

Salvador Dalí nel dipinto “Il volto della guerra” stese con cura il colore sfumandolo per creare superfici levigate. I toni utilizzati sono caldi. Predomina il colore ocra arancio che rappresenta il suolo desertico. Mentre il volto è bruno con parti illuminate ocra dorato.

Salvador Dalí mentre dipinge il Volto della Guerra
Salvador Dalí mentre dipinge il Volto della Guerra (1940)

Le rocce sulla destra della tela sono brune e marroni. E poi c’è il cielo color turchese, in alto, e bianco giallastro verso il basso.

Il pittore usò contrasti di luminosità per evidenziare il viso all’interno dell’opera. Non a caso il colore scuro si stacca in modo deciso dal colore vivo del deserto, dove anche l’ombra disegna una sagoma sulla sabbia. Un’illuminazione che è solare e proviene da destra.

Proprio per questo si vede l’ombra del viso che si prolunga a sinistra. Sul viso le ombre scure disegnano le rughe, che sono profonde e che rivelano le orbite e la bocca, tutte spalancate.

L’inquadratura, vista la forma rettangolare dell’opera d’arte di Dalì, con orientamento orizzontale permette di rappresentare la vastità del paesaggio ampio e profondo. La fronte del volto sembra avere un seguito oltre il bordo del dipinto.

Le diagonali si incrociano al centro del viso, vicino alla base del naso. Il volto è inquadrato al centro del dipinto, assumendo così una costruzione simmetrica.

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Guerra di secessione americana: riassunto e sintesi https://cultura.biografieonline.it/guerra-di-secessione-americana/ https://cultura.biografieonline.it/guerra-di-secessione-americana/#comments Mon, 04 Feb 2019 12:57:09 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=25945 Per dimensioni, perdite e investimenti, la Guerra di secessione americana si profila come il primo grande conflitto dell’età contemporanea. Fu la prima vera guerra di matrice industriale. Nel conflitto, dal 1861 al 1864, infatti, Nordisti e Sudisti impiegarono treni, telegrafo, navi a vapore, armi prodotte in serie. E si servirono di fabbriche civili, miniere, cantieri navali, banche e grandi trasporti.

Guerra di secessione americana

Guerra di secessione americana: Nord contro Sud

Due schieramenti, due ragioni di conflitto

La guerra di secessione americana mette in conflitto fra loro due volti dell’America di allora. Da una parte, il Nord fortemente industrializzato e in crescita. Un territorio che allora contava circa 22milioni di abitanti e rispondeva, politicamente, alla corrente repubblicana del due volte presidente Abraham Lincoln (nel 1860 e nel 1864).

L’economia del Sud, al contrario, era incentrata sulle piantagioni di cotone e tabacco, per lo più. Settore produttivo in cui grandi proprietari terrieri impiegavano circa 3milioni di schiavi neri, a fronte di un totale di 5milioni di abitanti su tutta l’area.

Differente, a tal proposito, la posizione di Nord e Sud rispetto al grande tema, politicamente parlando, della guerra di secessione americana: lo schiavismo. I Nordisti, che perseveravano l’Unione (in inglese “Union”) e indicavano gli Stati Uniti d’America come il Governo federale di Lincoln, infatti, sostenevano l’abolizione della schiavitù.

I Sudisti, i cui 13 stati erano confluiti nella Confederazione d’America, con Jefferson Davis riconosciuto come presidente, invece, sostenevano la schiavitù, visti i grandi interessi legati a questa sul territorio.

La linea storica del conflitto: battaglie e date

La data di inizio del conflitto fu il 12 aprile 1861. In questo giorno la Confederazione d’America sferra l’attacco di Fort Sumter.
Nella prima metà del conflitto i Sudisti ebbero un netto vantaggio, sia per una più forte esperienza bellica sia per una più valida tradizione militare.

Vivevano a Sud la maggior parte dei veterani della guerra del 1812, di quella di indipendenza del Texas e di quella contro il Messico. In generale al Sud erano più diffusi l’uso delle armi e dei cavalli per gli spostamenti.

Tuttavia, presto, differenza numerica e di risorse belliche fanno prevalere le forze del Nord su quelle del Sud nei principali scontri dei successivi tre anni di conflitto. L’Unione ha la meglio sulla Confederazione nell’assedio di Vicksburg, sul teatro occidentale del conflitto, fra il maggio e il luglio del 1863.

Vince l’Unione anche sul teatro orientale. In particolare, nel luglio del 1863 nella battaglia di Gettysburg, in Pennsylvania, e nell’assedio di Petersburg, in Virginia, fra il giugno del 1864 e il marzo del 1865.

Discorso di Gettysburg - Lincoln
19 novembre 1863: Lincoln durante uno dei suoi più celebri interventi pubblici: il Discorso di Gettysburg

L’epilogo è vicino: il 9 aprile del 1865 ad Appomattox, in Virginia, il generale Robert Lee, alla guida dei Confederati, sigla la resa del Sud al generale Ulysses S. Grant.

Chi combatte e chi soccombe: i numeri del conflitto

La conta delle forze armate vide l’Unione in netta superiorità sin dall’inizio. Un numero che crebbe sempre fino a triplicare quello dei Sudisti in battaglia alla fine della guerra di secessione. Nel 1861, in particolare, ai 186mila Nordisti rispondevano 150mila Sudisti. Nel 1865, invece, un milione di Unionisti si scontravano con solo 385mila Confederati.

Sul piatto, con le migliaia di schiavi arruolatisi in cambio di una promessa di libertà, pendeva anche la percentuale dei disertori: 35 per cento per l’Unione, 50 per la Confederazione.

In generale, la Guerra di secessione americana si profila come il conflitto più sanguinoso di tutte le guerre combattute dagli Stati Uniti messe insieme. Supera, infatti, il milione il numero delle vittime, di cui 620mila i soldati morti nelle cariche e oltre 50mila i civili.

Ancora, sono 56mila i soldati che passarono per i campi di prigionia e oltre 60mila quelli che subirono mutilazioni.

La fine del conflitto: vincitori e vinti

Il Sud uscì dal conflitto totalmente sconfitto, dal punto di vista bellico, politico e, non ultimo, economico. I 13 Stati della Confederazione, infatti, si preparavano a vivere una stagione di grande recessione con il reddito pro capite a meno 40 percento. Anche lo schiavismo degenerò in segregazione razziale e grave emarginazione sociale.

Al Nord del Paese, invece, gli americani vissero un capitolo di grande crescita dal punto di vista economica. La politica subì una forte scossa quando Abraham Lincoln, rieletto alla presidenza e sostenuto da repubblicani e democratici, stati di confine, schiavi emancipati e potenze oltreoceano, fu assassinato da un fanatico sudista il 14 aprile del 1865.

Abraham Lincoln
Foto di Abraham Lincoln

Il grande tema della guerra di secessione americana: lo schiavismo

Il 1° gennaio del 1863 Abraham Lincoln promulga il “Proclama di emancipazione”. Il documento mette nero su bianco due ordini esecutivi.

  • Il primo decreta la liberazione di tutti gli schiavi dagli stati confederati a partire da quel momento.
  • Il secondo elenca i 10 Stati nei quali il proclama avrebbe avuto effetto.

Si stima che il Proclama abbia condotto alla la libertà circa 4milioni di persone, fino al luglio 1865.

La schiavitù o altra forma di costrizione personale non potranno essere ammesse negli Stati Uniti, o in luogo alcuno soggetto alla loro giurisdizione, se non come punizione di un reato per il quale l’imputato sia stato dichiarato colpevole con la dovuta procedura.

Dal XIII emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America

Lo schiavismo diventa finalmente fuorilegge con il tredicesimo emendamento, pubblicato il 18 dicembre del 1865. Il XIII, il XIV, per i diritti degli ex schiavi, e il XV, per il diritto di voto ai nuovi cittadini, sono noti come emendamenti della ricostruzione.

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Per chi suona la campana, romanzo di Hemingway (riassunto) https://cultura.biografieonline.it/riassunto-per-chi-suona-la-campana/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-per-chi-suona-la-campana/#comments Mon, 30 Jun 2014 16:09:32 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11443 Romanzo tra i più famosi dello scrittore Ernest Hemingway, Per chi suona la campana è stato pubblicato per la prima volta nel 1940. L’autore racconta, attraverso il protagonista del romanzo Robert Jordan, la propria esperienza della guerra civile spagnola come corrispondente a fianco dei repubblicani.

Per chi suona la campana
Per chi suona la campana: una copertina italiana del libro che riporta il celebre quadro “Guernica” di Picasso, e la locandina dell’omonimo film con Gary Cooper e Ingrid Bergman.

Hemingway scrisse il romanzo a Cuba nel 1939, e lo pubblicò a New York dopo un anno vendendo subito 100.000 copie. Gli venne assegnato anche il premio Pulitzer che però non fu mai ritirato a causa del secondo conflitto mondiale in atto.

Per chi suona la campana: trama e riassunto

Protagonista del romanzo è Robert Jordan, che viene incaricato dall’Unione Sovietica di distruggere un ponte conquistato dai seguaci franchisti. Nel 1939 in Spagna si svolse un lungo e duro conflitto tra i repubblicani, sostenuti dall’URSS e i fascisti di Franco, aiutati dalla Germania nazista. Obiettivo dei fascisti era quello di insediarsi al potere distruggendo la Repubblica Spagnola. Francisco Franco, comandante della falange, vinse la battaglia e conquistò il potere, detenuto fino alla sua morte nel 1975.

Il protagonista del romanzo tenta di arginare la potenza dei fascisti con dei partigiani che combattono coraggiosamente per evitare a tutti i costi l’avvento della dittatura. Egli conosce così questo gruppo di guerriglieri comandati da Pablo, un giovane molto scontroso, che porta avanti le azioni di lotta insieme a sua moglie Pilar, Rafael gitano, e Maria, una ragazza che ha subito violenze dai fascisti.

Tra Robert e Maria nasce subito un grande amore: i due si innamorano follemente forse proprio perché sanno che il futuro è incerto e quindi decidono di vivere a pieno il loro sentimento.

I guerriglieri vivono all’ interno di una caverna e ogni giorno temono di essere scoperti, per questo decidono di agire sempre in maniera nascosta. Un giorno però un soldato della falange si avvicina al rifugio e Robert lo uccide per paura di essere scoperto.

Arriva il momento dell’attentato, che non può risolvere la guerra ma certamente infastidire i fascisti: il ponte viene fatto saltare con la dinamite da Robert, che è esperto di esplosivi.

Ernest Hemingway
Ernest Hemingway

Finale

Purtroppo dopo l’azione, i guerriglieri si trovano a dover scappare in una zona completamente soggetta al fuoco nemico. Robert riesce a far scappare tutti ma resta ferito: rimane a lungo a riflettere se suicidarsi o meno ma aspetta di essere raggiunto dai nemici e spara ad un soldato della falange prima di morire egli stesso. Compie così un gesto di estremo sacrificio per gli amici.

Riflessioni

Il titolo Per chi suona la campana allude ad un verso del poeta John Donne ( «And therefore never send to know for whom the bell tolls. It tolls for thee» – e allora non chiedere mai per chi suona la campana, essa suona per te) che descrive il momento della morte.

Nessun uomo è indipendente dal resto del mondo. Robert questo lo sa e per questo sacrifica la propria vita. Il tema della morte e della sua accettazione è dominante nel romanzo di Ernest Hemingway.

Questo è considerato uno dei libri più belli dello scrittore proprio per il messaggio positivo che lascia: anche se si combatte una guerra, si tratta sempre di una guerra tra pari.

Hemingway non si schiera da una parte o dall’altra ma vuole far notare che la guerra è sempre sbagliata perché gli uomini uccidono propri simili. Esistono poi persone coraggiose, che non temono la morte, come Robert che è stato in grado di affrontarla a testa alta.

Inoltre il romanzo rappresenta l’eterna lotta tra destra e sinistra soprattutto attraverso l’immagine delle macchine da guerra.

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Guernica di Picasso, storia e analisi https://cultura.biografieonline.it/guernica/ https://cultura.biografieonline.it/guernica/#comments Sat, 20 Oct 2012 06:25:09 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4240 Guernica è uno dei capolavori di Pablo Picasso. Uno dei tanti straordinari quadri che ha regalato alla storia dell’arte, benché molti non siano universalmente conosciuti come questo. Il quadro ritrae e simboleggia l’efferatezza della guerra e in particolare del primo bombardamento della storia dell’umanità: quello della città di Guernica. Da qui deriva il nome del quadro. Essa fu la prima città a subire un bombardamento aereo durante la Guerra civile spagnola, il 26 aprile del 1927.

Guernica, celebre opera di Picasso (1937)
Guernica, celebre opera di Pablo Ruiz y Picasso (1937) • Il dipinto è conservato a Madrid, presso il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía

Tale bombardamento eseguito dall’aviazione tedesca, alleata dei franchisti, colpì pesantemente la popolazione. L’evento lasciò l’opinione pubblica sgomenta di fronte ad una tale atrocità. Picasso decise di descrivere questo episodio dipingendo un quadro di ampie dimensioni: tre metri e mezzo di base per un’altezza di otto. L’opera avrebbe rappresentato la Spagna all’Esposizione Universale del 1937 di Parigi.

guernica dimensioni
Una foto che mostra le grandi dimensioni dell’opera

Il quadro fu realizzato in otto settimane e l’attività preparatoria fu molto intensa; come spesso accadeva per i quadri più importanti, Picasso realizzò molti schizzi preparatori.

Guernica: la tecnica

Il quadro è stato realizzato utilizzando la tecnica cubista, lo spazio e la prospettiva non ci sono e al loro posto appare un’esplosione di frammenti che simboleggiano la forza distruttiva del bombardamento in cui i brandelli dei corpi esplodono e diventano una confusione di orrore e morte.

I colori sono cupi come se tutto fosse polvere e distruzione senza luce né speranza: testimonianza dell’orrore della guerra e della fine della vita.

Guernica: descrizione e analisi dell’opera

Al centro è posto un cavallo con un’espressione di pazzia e terrore e all’interno della sua bocca c’è una bomba che deve ancora esplodere. La scena è carica di tensione come se quello che sta accadendo accade con una lentezza infinita ma implacabilmente accade.

Guernica: il dettaglio della testa del cavallo con una bomba all'interno della bocca
Guernica: il dettaglio della testa del cavallo con una bomba all’interno della bocca

A sinistra c’è la testa di un toro che simboleggia la Spagna ferita da questo ignobile attacco; poi vi sono corpi di donne, uomini e bambini contorti e massacrati dalle esplosioni.

A terra disteso vi è anche un uomo con una spada spezzata a simboleggiare la fine della guerra in cui i soldati si scontravano contro i loro nemici in un leale confronto e sottolineando quindi l’inizio di una guerra che avrebbe colpito popolazioni inermi con armi di distruzione di massa.

Il celebre dipinto Guernica di Picasso impegna per la prima volta il pittore in una posizione politica che segnerà molti artisti contemporanei; ognuno dei quali utilizzerà l’arte per esprimere posizioni politiche e contrarie alla Seconda guerra mondiale che sarebbe esplosa pochi anni dopo.

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Il Proclama di emancipazione di Lincoln https://cultura.biografieonline.it/il-proclama-di-emancipazione-di-lincoln/ https://cultura.biografieonline.it/il-proclama-di-emancipazione-di-lincoln/#comments Tue, 19 Jun 2012 19:18:26 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2480 Proclama è un termine derivante dal latino proclama, cioè gridare avanti, annunciare. Si tratta quindi di un annuncio solenne riguardante un provvedimento di particolare importanza, emanato da un’autorità e rivolto al popolo. Questo concetto si rifà all’usanza antica di dare annuncio di notizie gridandole nelle vie, piazze o luoghi di ritrovo, per permettere alla maggior parte della popolazione di venirne a conoscenza.

Proclama di emancipazione Lincoln
Lincoln mentre discute con il suo Gabinetto il primo abbozzo del Proclama di Emancipazione – Dipinto a olio di Francis Bicknell Carpenter

Proclama di notevole importanza è quello emanato da Abraham Lincoln, sedicesimo presidente degli Stati Uniti d’America: il Proclama di Emancipazione. E’ promulgato durante la guerra civile americana, detta anche guerra di secessione americana, durata dal 1861 al 1865. Quest’ultima vede contrapposti da un lato gli Stati Uniti d’America e dall’altro gli Stati Confederati d’America, di cui fanno parte i 7 stati che dichiarano la propria secessione dagli Stati Uniti d’America e cioè Alabama, Florida, Georgia, Louisiana, Mississippi, Carolina del Sud e Texas. Successivamente si uniscono alla Confederazione altri 4 Stati: Virginia, Arkansas, Carolina del Nord e Tennessee.

Il Proclama di Emancipazione costituisce secondo alcuni, oltre che una precisa presa di posizione contro la schiavitù, anche una misura di strategia militare: a partire dal 1° gennaio 1863, gli schiavi appartenenti a proprietari in stato di rivolta contro l’Unione, sono dichiarati liberi.

Il Proclama di Emancipazione è composto da due ordini esecutivi: il primo emanato il 22 settembre 1862, decreta la liberazione di tutti gli schiavi dei territori degli Stati Confederati d’America a partire dal 1° gennaio 1863; il secondo elenca gli stati nel quale il primo ordine deve essere applicato. A seguito di questo Proclama, durante gli anni successivi e fino al 1865 sono liberate circa quattro milioni di persone.

Successivamente, dopo esser stato riconfermato Presidente nel 1864, Lincoln, insieme ad altri politici statunitensi, per evitare che il Proclama fosse considerato soltanto come una momentanea misura dovuta alla guerra, propone la ratifica del XIII emendamento della Costituzione Americana, grazie al quale, il 18 dicembre 1865, la schiavitù viene definitivamente abolita.

Abraham Lincoln
Abraham Lincoln

Abraham Lincoln viene assassinato il 14 aprile 1865, per mano di John Wilkes Booth, attore teatrale statunitense e simpatizzante confederato, che al Ford’s Theatre, a Washington, spara un colpo di pistola alla testa del Presidente, dichiarato morto il mattino del 15 aprile 1865.

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