Futurismo Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 01 Aug 2018 06:51:18 +0000 it-IT hourly 1 L’aeropittura https://cultura.biografieonline.it/aeropittura/ https://cultura.biografieonline.it/aeropittura/#respond Tue, 31 Jul 2018 16:31:57 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=25098 Volo e dinamismo sono i concetti su cui si basa l’aeropittura: una branca del Futurismo, che si è sviluppata negli anni Venti in Italia, alla fine della Prima guerra mondiale. Tutto, in questo tipo di pittura, si sviluppa intorno all’aereo. L’aereo rappresenta il simbolo della libertà, negata appunto per molti anni. Gli artisti trovano nell’aeropittura un modo nuovo di rappresentare le cose: viene abbandonata la prospettiva e gli elementi rappresentati sono in continuo movimento. Così il pittore tralascia ogni dettaglio e l’opera è un insieme di figure schiacciate e irregolari.

Aeropittura - Prima che si apra il paracadute
Aeropittura: dettaglio centrale dell’opera “Prima che si apra il paracadute” (Tullio Crali, 1939)

La storia dell’aeropittura

La storia di questo tipo d’arte nasce proprio attorno alla figura dell’aviatore, colui che è libero e non ha confini terreni, che dispiega il suo volo sull’intero mondo. Questo movimento artistico non è nato unicamente come pittura, bensì con la prima opera di Filippo Tommaso Marinetti con “Manifesto dell’Aeropittura futurista”. Un’opera pubblicata per la prima volta nel 1929 sulla Gazzetta del popolo. Tuttavia il movimento trova la sua massima espressione nella pittura.

L’aeropittura ha come principale obiettivo quello di trasmettere allo spettatore le sensazioni che si provano in volo, l’emozione di abbracciare lo spazio con gli occhi, il brivido di correre a tutta velocità sorvolando campagne, mare, città o ancora la vertigine del lancio con il paracadute.

L’aeropittura e Tullio Crali

Tra gli esponenti di spicco dell’aeropittura c’è Tullio Crali. L’artista alimenta la sua passione per il volo anche con la sua attività di pilota, praticando addirittura il volo acrobatico. Da qui la sua ispirazione: numerose sono le imprese che Crali intraprende nella seconda metà degli anni Trenta proprio a bordo di aerei da caccia.

Tullio Crali: Incuneandosi nell'abitato (In tuffo sulla città)
Tullio Crali: Incuneandosi nell’abitato (In tuffo sulla città) • 1939

Un’esperienza che è servita come fonte di ispirazione per i suoi quadri più famosi. Tra le sue opere : “Incuneandosi nell’abitato” del 1939, noto anche come “In tuffo sulla città”; poi come non annoverare “Prima che si apra il paracadute”, un olio su tela del 1939, che fa parte attualmente della collezione della Galleria d’arte moderna di Udine.

Foto di Tullio Crali
Foto di Tullio Crali

Il soggetto aviatorio per Tullio Crali è fondamentale, è presente infatti nelle sue opere fin dal 1929, seppure conservando un alto grado di oggettività narrativa, mostra contemporaneamente una forte componente lirica e cosmica. Ciò conferisce all’artista l’abilità di trasferire allo spettatore la vertigine e l’ebrezza degli stati d’animo provati in volo, della dimensione infinita dello spazio. Crali si occupa oltre che di pittura, di moda, architettura, scultura. A interrompere per alcuni suoi colleghi l’audace vitalismo futurista interviene il secondo conflitto mondiale. Ciò non impedirà a Crali, a differenza di altri artisti, di rimanere fedele alla sua attività artistica e divulgativa e quindi di rimanere fedele al Futurismo.

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Metropolis (quadro celebre di George Grosz) https://cultura.biografieonline.it/metropolis-quadro-grosz/ https://cultura.biografieonline.it/metropolis-quadro-grosz/#respond Fri, 19 Apr 2013 06:54:55 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6880 Metropolis è il titolo di un celebre quadro dipinto dall’artista tedesco George Grosz (nome d’arte di Georg Ehrenfried Groß; 1893 -1959) fra il 1916 e il 1917. Si tratta di un’opera futurista, realizzata mediante la tecnica dell’olio su tela, che misura 100  x 102 cm. Oggi è esposto al museo Thyssen-Bornemisza di Madrid.

Metropolis - Opera famosa di George Grosz
George Grosz, Metropolis (1916 – 1917)

Contesto culturale

La città, nella sua evoluzione storica, è uno dei temi più dibattuti del XX e del XXI secolo. La pittura ne ha rappresentato lo sviluppo e le trasformazioni, vedi Boccioni e Kirchner, raccontando una trasformazione che sarebbe stata uguale a quella che la società, massificandosi, avrebbe affrontato: città sempre più grandi che avrebbero inglobato, come immensi formicai, migliaia di persone, che in cerca di lavoro avrebbero sconvolto le loro vite per un’ esistenza in quelle che in seguito sarebbero diventate delle metropoli convulse e in velocissimo sviluppo.

I futuristi celebrarono la città come un luogo di trasformazione e di fascino, dove la modernità avrebbe sacrificato tutto ciò che consideravano vetusto. Gli espressionisti, invece, consideravano la città nei suoi aspetti peggiori, la solitudine, l’alienazione e lo sfruttamento legati all’industrializzazione e agli aspetti più biechi della modernità.

In questo senso uno dei quadri che più colpisce per la sua immediatezza e la sua grande visionarietà è Metropolis, di George Grosz.

Analisi dell’opera

Grosz in questo dipinto immagina una città caotica, soffocante, infernale, in cui gli uomini si muovono dentro ad un inferno metropolitano. Il colore preponderante è il rosso, che accentua l’idea di un luogo di sofferenza e caos, dove gli altri colori vengono divorati, come le persone dal cemento e dal traffico di una città moderna.

Le persone che sembrano fuggire di fronte alla catastrofe, che potrebbe essere una guerra imminente o il loro futuro in una metropoli sconvolta dalla crescita selvaggia, hanno i volti coperti dalle maschere.

George Grosz, Metropolis (1917) - Dettaglio dei volti
Un dettaglio dei volti delle persone mentre fuggono.

In effetti Grosz sembra voler costruire in Metropolis una sorta di parodia, come se i personaggi appartenessero ad uno spettacolo, tragico certamente, ma anche farsesco. Metropolis fu dipinto durante la prima guerra mondiale e il contesto drammatico in cui il pittore visse e che avrebbe portato alla consapevolezza di come la guerra si fosse trasformata in un massacro di massa, non poteva non influire nel risultato finale dell’opera.

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Un altro aspetto che colpisce è la forza sonora e ipnotica del quadro. L’immobilità degli edifici si scontra con la dinamica fuga delle persone, che scappano in direzioni diverse, creando una sorta di marcia caotica, mentre l’edificio principale, immobile, divide in due il quadro, appoggiandosi idealmente alla linea di confine creata dal palo posto al centro.

Sembra la scena di un film o di un’opera teatrale, come si è detto, che segue un movimento preciso e meccanico. È una visione apocalittica e disperata, forse una previsione? Il nazismo con la sua catastrofe storica sarebbe nato pochi anni dopo e Grosz sarebbe stato censurato per il contenuto dei suoi quadri.

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Materia (quadro di Umberto Boccioni) https://cultura.biografieonline.it/materia-quadro-di-umberto-boccioni/ https://cultura.biografieonline.it/materia-quadro-di-umberto-boccioni/#comments Wed, 26 Dec 2012 22:22:49 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5637 Materia di Umberto Boccioni è un olio su tela ed è stato dipinto fra il 1912 e il 1913. Attualmente appartiene alla collezione Mattioli. Il dipinto misura 225 x 150 cm ed è uno dei capolavori del Futurismo. E’ un’opera fondamentale di Umberto Boccioni che riesce a condensare le sue teorie e i suoi studi sulle armonie cromatiche, sui rapporti fra le figure geometriche e sulle relazioni fra ambiente e individui.

Umberto Boccioni: Materia (192-1913)
Materia, olio su tela di Umberto Boccioni (192-1913)

La figura centrale è la madre di Boccioni, più volte ritratta e che in questo dipinto assume una posizione centrale da cui scaturisce energia e dinamismo.

L’opera rappresenta una scomposizione che si sviluppa su un piano di compenetrazione di elementi geometrici e di figure cromatiche. Gli elementi che richiamano il Cubismo sono molti ma l’impasto di generi è notevole: l’espressionismo rappresentato dalla figura gigantesca della madre e il futurismo di cui questo quadro esprime appieno i temi centrali: interno-esterno, penetrazione e compenetrazione di più contesti contemporaneamente esposti.

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La nascita del Futurismo https://cultura.biografieonline.it/futurismo-storia/ https://cultura.biografieonline.it/futurismo-storia/#comments Sat, 03 Nov 2012 14:13:50 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4406 Il Manifesto del Futurismo fu pubblicato in Italia il 5 febbraio 1909 e ripreso da diversi giornali della penisola nei giorni successivi. Tuttavia, fu la sua pubblicazione, il 20 febbraio 1909 sul giornale francese Le Figaro, a dargli un riconoscimento internazionale. Lo scopo del Manifesto era attaccare e contrastare i valori tradizionali e mettere alla berlina la borghesia ottocentesca che era vista come superata e fuori tempo.

La pubblicazione del Manifesto del Futurismo su Le Figaro (20 febbraio 1909)
La pubblicazione del Manifesto del Futurismo su Le Figaro (20 febbraio 1909)

Il Futurismo fu un movimento culturale organizzato come un’associazione  che si espresse artisticamente, politicamente e ideologicamente. Il capo scuola e il leader culturale del movimento fu Filippo Tommaso Marinetti. Il Futurismo rappresentò il dinamismo del mondo moderno, volle cercare con energia e spregiudicatezza di portare tutto alla massima velocità, togliendosi di dosso la lentezza dell’ottocento.

Filippo Tommaso Marinetti
Filippo Tommaso Marinetti

I futuristi amarono l’energia, il coraggio e l’audacia, la guerra e il pericolo. Inoltre i futuristi ebbero una passione intensa per le creazioni del capitalismo, la macchina e la tecnica che potevano migliorare la vita, aumentarne gli stimoli e rendere più ricco lo spettro di esperienze della quotidianità.

Nell’ambito del linguaggio Marinetti propose di stravolgere i canoni tradizionali. Propose di abolire aggettivi e verbi. Inventò la formula “parole in libertà” cioè senza un’organizzazione grammaticale, ma sostenute solo dall’anarchia dell’espressione immediata. Conseguenza di questo atteggiamento furono l’utilizzo di espressioni dialettali, neologismi, invenzioni di suoni ed espressioni per manifestare e realizzare l’ispirazione: senza filtri e canoni.

Futuristi. Da sinistra: Luigi Russolo, Carlo Carrà, Filippo Tommaso Marinetti, Umberto Boccioni, Gino Severini
Futuristi. Da sinistra: Luigi Russolo, Carlo Carrà, Filippo Tommaso Marinetti, Umberto Boccioni, Gino Severini

Gli intellettuali che formarono il gruppo dei futuristi e che operarono in pittura, scultura, teatro, letteratura, poesia, musica e editoria erano sostenuti da un intenso vitalismo che rifiutava i canoni del passato e cercava di interpretare il futuro e di valorizzarne in ogni modo i contenuti e le potenzialità espressive. Lo scopo degli intellettuali e artisti che vi aderirono – fra gli altri Enrico Cavacchioli, Ardengo Soffici, Aldo Palazzeschi, Carlo Carrà, Gino Severini, Umberto Boccioni e naturalmente Marinetti – era svegliare la percezione e utilizzare il prodotto di un’analisi sistematica delle sensazioni per interpretare in modo essenziale la realtà.

 

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