Freud Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Sat, 22 Apr 2017 18:13:12 +0000 it-IT hourly 1 Prendimi l’anima: recensione, trama e commento https://cultura.biografieonline.it/prendimi-l-anima/ https://cultura.biografieonline.it/prendimi-l-anima/#respond Mon, 23 Jan 2017 14:40:14 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=21078 Desiderare un amore intenso, unico, al punto di affidare all’altro la propria anima. Così, da una storia vera, nasce il film “Prendimi l’anima” del 2002, diretto da Roberto Faenza. E’ un film biografico ispirato alla figura della psicoanalista russa Sabina Spielrein.

Prendimi l'anima - poster locandina film
Prendimi l’anima – poster locandina film

Prendimi l’anima: trama e riassunto del film

La pellicola “Prendimi l’anima” è ispirata alla figura della psicoanalista russa Sabina Spielrein, nata a Rostov, sul Don, nel 1885, paziente di Carl Gustav Jung, con il quale successivamente intrattiene anche un rapporto amoroso. Sabina è interpretata dalla magnifica Emilia Fox, mentre il dottor Jung dallo strepitoso e affascinante Iain Glen.

A portare alla luce la storia della paziente e amante del dottore ci pensano Marie, studiosa francese e Fraser, studioso scozzese, che si incontrano su un autobus e fanno reciproca conoscenza mentre viaggiano per le strade di Mosca, dove stanno svolgendo delle ricerche sulla vita della psicoanalista russa ed ebrea Sabina. Da qui, ne ricostruiscono insieme la vita, attraverso il diario che Sabina scrive durante il suo ricovero presso l’ospedale Burgholzli, di Zurigo, avvenuto nel 1904 in seguito alla morte della sorella, a causa di una forma grave di isteria dalla quale la dolce Sabina viene colpita.

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E’ proprio in ospedale che la giovane donna conosce Carl Gustav Jung, che prova su di lei i nuovi metodi di psicoanalisi del suo maestro Freud, grazie ai quali riuscirà a guarirla un anno dopo. Sabina riesce a guarire e, uscita dall’ospedale, dietro consiglio del suo medico, la giovane si interessa alla psicoanalisi, studia medicina, specializzandosi in psicoanalisi e pedagogia e, contemporaneamente, apre le porte del suo cuore.

Seconda parte

Tra Jung e Sabina nasce una meravigliosa storia d’amore. Storia d’amore scoperta dalla moglie del medico, che avvisa con una lettera i genitori di Sabina, ostacolando il loro amore, tanto che Jung, per paura di uno scandalo, lascia la ragazza.

Seppure innamorata di Jung, Sabina, nel 1912, sposa il medico russo Pavel Scheftel. Un anno dopo, nasce sua figlia Renate. Sabina torna in Russia con la figlia, nel 1923, stabilendosi a Mosca e si specializza nel settore della psicoanalisi e della psicologia infantile, diventando direttrice dell’Asilo bianco, che prende il nome dal colore delle pareti. Un posto, l’Asilo bianco, dove i bimbi vengono fatti crescere in libertà, ma che viene chiuso nel corso della dittatura di Stalin. Viene bandita altresì la psicoanalisi. Contemporaneamente, anche la famiglia di Sabina non viene risparmiata: due fratelli vengono deportati e uccisi. Mentre Sabina muore, nel 1942, sotto la mano crudele dei nazisti durante l’occupazione di Rostov, proprio dove aveva trovato riparo dopo la chiusura dell’Asilo bianco. E’ qui che Sabina e sua figlia Renate vengono uccise a fucilate nella sinagoga insieme a circa un centinaio di ebrei.

Commento e recensione

Il film “Prendimi l’anima” merita di essere visto. Esso conferisce una carica emotiva e dà il giusto riconoscimento storico alla biografia di Sabina. Sottolinea anche l’aspetto umano dell’uomo di scienza. La figura di questa giovane donna è il ritratto di una donna sensuale, esplosiva e ribelle. Non quello di una folle da curare. Jung appare fragile, innamorato ma pronto a rinunciare a favore della sua carriera.

Sabine ha scritto nel suo diario durante la sua relazione con Jung:

Ma poi: lo voglio veramente? Potremmo essere felici? Nessuno di noi due, credo, perché il pensiero di sua moglie e dei suoi figli non ci darebbe pace. Non sono affatto nemica di sua moglie, posso capire fin troppo bene la sua posizione nei miei confronti.

Anche se la conosco poco, credo sia una brava persona, visto che il mio amico l’ha scelta. Quante volte ho dovuto soffrire per lei, quante volte nel pensiero le ho chiesto perdono per il dolore che ho portato nella sua casa tranquilla.

Del resto anche a me questo amore non ha portato altro che dolore. Erano pochi gli attimi in cui, riposando sul suo petto, potevo dimenticare tutto e nemmeno pensare alla tragedia della nostra situazione poteva turbare il mio sentimento di gioia profonda; neanche la derisione del critico dentro di me — l’essere umano è uno strano meccanismo — poteva distogliermi. E ora? Egli mi si avvicina di nuovo. … (1910).

Un altro film – con produzione internazionale – che tratta le stesse tematiche è “A Dangerous Method” (2011) di David Cronenberg; in quest’ultimo film troviamo Michael Fassbender nel ruolo di Carl Gustav Jung; Keira Knightley nel ruolo di Sabina Spielrein; Viggo Mortensen nel ruolo di Sigmund Freud.

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Ipnosi regressiva: che cos’è e cosa cura https://cultura.biografieonline.it/ipnosi-regressiva/ https://cultura.biografieonline.it/ipnosi-regressiva/#comments Wed, 16 Dec 2015 16:26:30 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15956 “Scavare” nell’inconscio di un individuo per riportare alla luce traumi e situazioni appartenenti al passato ma che, in qualche modo, ancora condizionano la vita attuale: questo è lo scopo dell’ipnosi regressiva, una tecnica afferente alla psicoterapia che si rifà agli insegnamenti di Sigmund Freud e Otto Rank.

Ipnosi regressiva - Regressive Hypnosis
Ipnosi regressiva

Chi decide di sottoporsi ad una seduta di ipnosi regressiva desidera trovare le cause di problemi e conflitti irrisolti che continuano a disturbare la vita quotidiana, provocando malessere generale e l’insorgenza di determinate patologie. Con l’ipnosi regressiva il paziente ritorna fino all’infanzia e oltre, entrando in una dimensione di “trance ipnotica” nella quale può recuperare le cause dei disagi che sta vivendo nel presente.

Come viene praticata l’ipnosi regressiva

Oggi questa tecnica viene utilizzata da psichiatri e psicoterapeuti esperti soprattutto per curare casi di disagio psicologico. L’ipnosi regressiva, però, non è consigliata a tutti indistintamente: è il medico a decidere, dopo attente analisi e opportune valutazioni, se il paziente risulta idoneo ad essere sottoposto ad un ciclo di incontri di questo tipo. Si stima, ad esempio, che per il 20% dei pazienti che si sottopongono a psicoterapia l’ipnosi regressiva non sia adatta.

In genere le sedute vengono scandite ogni quindici giorni e sono previste diverse fasi di ipnosi. Nella prima il paziente viene accompagnato nel percorso di trance attraverso la voce, mezzi visivi o alcuni tipi di suoni. Uno degli obiettivi di questa tecnica è di aiutare il paziente a compiere serenamente la sua strada evolutiva, superando eventuali ostacoli come stati di ansia, depressione, attacchi di panico. L’ipnosi regressiva risulta particolarmente efficace anche per curare ossessioni e disturbi alimentari.

Ipnosi regressiva

Con l’ipnosi regressiva lo psicoterapeuta non ha la pretesa di conoscere e risolvere tutto il karma (vita precedente) del paziente, poiché ovviamente sarebbe impossibile, ma si prefigge lo scopo di far recuperare al soggetto le risorse spirituali e biologiche per la sua corretta evoluzione personale.

L’ipnosi regressiva deve essere praticata individualmente, non sono ammessi incontri di gruppo. E’ consigliabile non lasciarsi guidare da Cd o audiovisivi nel percorso di auto regressione, poiché potrebbero verificarsi pericolosi episodi di scompenso. Ad esempio, è meglio evitare questa pratica sui soggetti psicotici che già normalmente soffrono di alterazioni dello stato di coscienza.

Cosa cura

Alla fine del 1800 Freud usava l’ipnosi per la cura dei pazienti psichiatrici. Successivamente Milton Erickson, considerato il fautore della moderna ipnosi, applicò tale pratica prima su se stesso e poi sui pazienti, per accedere alla capacità naturale di apprendere e guarire.

Le applicazioni dell’ipnosi regressiva sono molteplici: vanno dalla psicoterapia psicosomatica (allergie, asma, obesità, cefalea, tabagismo, insonnia, disturbi gastrointestinali, ipertensione arteriosa) fino al controllo del dolore, alla sessuologia e alla preparazione delle donne al parto.

Molto diffuse e praticate dai medici sono anche le “tecniche immaginative” che, tramite l’utilizzo di immagini simboliche e reali possono essere di valido aiuto in caso di forme ossessive e crisi depressive.

cervello

Cosa succede nella mente

L’ipnosi è da considerarsi uno stato coscienziale cui si associano modificazioni a livello del sistema nervoso centrale e periferico. Tale stato fisiologico naturale, non ha nulla a che fare con la perdita di controllo. Lo stato di ipnosi segna l’ingresso del cervello in una dimensione che differisce dalla veglia e si caratterizza per lo spegnimento di alcune aree e dall’accensione di altre.

Alcuni marcatori precisi, primi fra tutti le onde cerebrali, mettono in evidenza questo stato particolare della coscienza.

Ipnosi regressiva e controindicazioni

Attraverso l’ipnosi regressiva è possibile conoscere particolari o aspetti del futuro che non si desiderano ascoltare: per questo motivo è bene avvicinarsi all’ipnosi solo se si è realmente sicuri di sopportare eventuali sgradevoli informazioni. A questo aspetto presta grande attenzione il terapeuta, che utilizza l’ipnosi per portare alla memoria e alla coscienza episodi significativi.

intelligenza

Al paziente che si sottopone alla seduta, spetta mettere insieme i ricordi di esistenze diverse, per confrontarli con quella attuale e scoprire analogie. Quando la rievocazione porta anche il ricordo di vite precedenti, la tecnica è efficace solo per chi crede nella reincarnazione. Ecco perché l’ipnosi è piuttosto controversa e il dibattito tra gli addetti ai lavori è tuttora aperto.

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Differenza tra nevrosi e psicosi https://cultura.biografieonline.it/nevrosi-psicosi-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/nevrosi-psicosi-differenze/#respond Thu, 31 Jul 2014 09:52:43 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11659 Nella psicologia clinica, parlando di disturbi psichici, vengono spesso utilizzati i termini nevrosi e psicosi. Le due parole hanno significati differenti. Analizziamoli brevemente in questo articolo.

nevrosi - psicosi

Nevrosi

Il termine nevrosi, o neurosi, indica una serie di disturbi psicopatologici che nascono generalmente da un conflitto inconscio di tipo ansiogeno. Freud e Breuer furono i primi che si occuparono di studiare la nevrosi isterica (dal greco hysterikos, cioè uterino), che si attribuiva in particolare alle donne. Secondo Freud, la nevrosi era una patogenesi di tipo psicologico, caratterizzata da una possibile rimozione e repressione di desideri, istinti ed eventuali pulsioni, il cui contenuto non si manifesta a livello cosciente, ma solo sotto forma di conflitto inconscio tra Super-Io (la sede delle convenzioni sociali) ed Es (la parte pulsionale della personalità). Il paziente, comunque, non perde il contatto con la realtà, ad esempio attraverso deliri o allucinazioni.

La nevrosi porta: disturbi di adattamento sociale, diverse manifestazioni psicopatologiche come isteria, angoscia, fobie ed ossessioni varie. Esistono diversi tipi di nevrosi tra cui quella: fobica, isterica, nevrosi d’ansia e infine ossessiva. Per superare questo ostacolo è necessario intraprendere un percorso di psicoterapia. Nei casi limite, tendenti alle forme psicotiche, invece è importante abbinare un’accurata terapia farmacologica. Nella maggioranza dei casi si possono limitare o alleviare i sintomi.

Psicosi

Con il termine psicosi, invece, vengono indicati disturbi di tipo psichiatrico, caratterizzati da una conseguente alterazione dell’equilibrio psichico dell’individuo. In questo caso, il soggetto si distacca dalla realtà e presenta frequente assenza di insight, frequente presenza di disturbi del pensiero, allucinazioni e deliri. Esistono diversi tipi di sintomi di disturbi psicotici tra cui quelli che riguardano la forma del pensiero, il contenuto del pensiero ed infine quelli della senso-percezione.

Nel primo caso avvengono delle conseguenti alterazioni del flusso ideativo: le idee sono incoerenti, sussistono delle alterazioni dei nessi associativi; nel secondo caso invece sono frequenti situazioni prevalentemente deliranti (deliri, spunti interpretativi); nell’ultimo caso sono frequenti invece dispercezioni e allucinazioni uditive (a carattere imperativo, commentante, denigratorio o teologico), visive, olfattive, tattili, cinestetiche e infine geusiche. Solo nei casi più gravi è necessario il trattamento farmacologico.

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Mosè o Nucleo solare (opera di Frida Kahlo) https://cultura.biografieonline.it/mose-nucleo-solare-frida-kahlo/ https://cultura.biografieonline.it/mose-nucleo-solare-frida-kahlo/#respond Fri, 25 Apr 2014 04:09:27 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10699 Questo meraviglioso dipinto fu realizzato da Frida Kahlo nel 1945 su commissione di uno dei suoi mecenati, José Domingo Lavin. L’opera si intitola Mosè o Nucleo solare ma Frida in una lettera lo cita come il Nascimento dell’Eroe.

Mosè (o Il nucleo solare)
Mosè (o Il nucleo solare), 1945 – Frida Kahlo

Il quadro fu ispirato dalla lettura del libro di Sigmund FreudMosè e il monoteismo”, che le fu prestato proprio da Lavin. Egli stesso chiese a Frida di leggere il libro e poi di dipingere la sua personale interpretazione. Il libro aveva affascinato profondamente Frida Kahlo, tanto che realizzò il quadro in soli tre mesi di lavoro.

Mose - Frida Kahlo - dettaglio
Mosè (o nucleo solare): dettaglio centrale dell’opera. Il bambino nella culla con il terzo occhio.

La figura centrale, cioè il bambino disteso nella culla, rappresenta Mosè, e assomiglia a Diego Rivera, il compagno della pittrice, sulla cui fronte possiamo vedere il terzo occhio, elemento che compare anche in altri quadri in cui è ritratto Rivera, e che rappresenta la saggezza.

L’opera fu realizzata  come fosse un murale in miniatura, una tecnica utilizzata dal compagno e che Frida, prima di questo quadro, non aveva mai sperimentato. Sopra a Mosè appare un bambino collocato dentro ad un utero materno; in alto l’artista ha dipinto  il sole, il quale rappresenta una fonte di vita.

Tutt’intorno compaiono dei, eroi, filosofi, idoli, statisti, uomini politici, intellettuali, capi religiosi e poi l’umanità in generale, toccata dai raggi del sole e abbracciata dalla presenza della morte. Le gocce che cadono al centro del quadro rappresentano il ciclo dell’amore mentre i rami freschi che crescono sui tronchi morti, rappresentano il ciclo della vita.

In un’intervista raccolta nel 1954 dalla storica dell’arte Raquel Tibol, Frida Kahlo confessò che il dipinto Mosè o Nucleo solare fu realizzato subito dopo la lettura del libro di Freud citato, ma che in seguito, rileggendolo, aveva trovato l’opera inadeguata al lavoro dello psicoanalista austriaco. Attualmente il quadro fa parte di una collezione privata ed è esposto al Museo di Belle Arti di Huston in Texas.

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