filosofi Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Thu, 25 Apr 2024 11:29:21 +0000 it-IT hourly 1 Vita e opere di Blaise Pascal: cronologia biografica https://cultura.biografieonline.it/pascal-cronologia-biografica/ https://cultura.biografieonline.it/pascal-cronologia-biografica/#respond Thu, 25 Apr 2024 11:02:20 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42023 1623, 19 giugno
Blaise Pascal nasce a Clermont-Ferrand. È il figlio secondogenito di Étienne Pascal, borghese agiato che esercita funzioni di un certo rilievo nel campo dell’amministrazione delle finanze, e di Antoinette Bégon. Sua sorella Gilberte, che scriverà un giorno una biografia del fratello destinata ad una grande celebrità, votando poi un culto esclusivo alla sua memoria e alla salvaguardia delle sue opere, è nata nel 1620.

Blaise Pascal
Blaise Pascal

1625
Nascita di Jacqueline Pascal: la sorella minore dividerà in parte le esperienze religiose del fratello, al quale sarà sempre molto legata, fino a ritirarsi un giorno nel convento di Port-Royal.

1626
Morte della madre. Étienne Pascal, vedovo con tre figli in tenera età, dedicherà una cura personale molto attenta alla loro educazione, senza affidarli ad estranei o a istituti di istruzione. Pascal non ha mai frequentato un collegio né ha avuto precettori.

1631
Étienne Pascal si trasferisce a Parigi. Blaise ha otto anni: la sua salute desta preoccupazioni fin dalla tenera infanzia.

1631-1639
Durante il primo soggiorno parigino, dagli otto ai sedici anni, Blaise Pascal dà avvio alla sua formazione culturale e scientifica. Grazie agli amici di suo padre (Mersenne, Roberval, Fermat, Le Pailleur) è ben presto ammesso, malgrado la sua giovane età, a frequentare le riunioni di un’accademia di scienziati (fondata da Marin Mersenne nel 1635) dando prova di una precocità straordinaria.

1638-1639
Il padre di Pascal, vagamente compromesso per un’azione di protesta contro Richelieu, si rifugia in Alvernia. Jacqueline (quattordici anni), che è stata scelta dal poeta Boisrobert per interpretare una parte in una commedia recitata dinanzi al Cardinale, ottiene da Richelieu il perdono per suo padre, che rientra a Parigi (marzo 1639).

1639, ottobre
Il padre di Pascal è nominato da Richelieu commissario straordinario per la riscossione delle imposte in Normandia. La famiglia si trasferisce a Rouen, dove Pascal soggiornerà dal 1639 al 1647. Vi farà, tra l’altro, la conoscenza di Corneille. Sua sorella Jacqueline, che ha doni poetici, otterrà nel 1640 un premio di poesia al concorso dei «Palinods» di Rouen.

1640
A diciassette anni, Pascal pubblica il suo primo scritto, di carattere scientifico: Essai sur les coniques (sotto forma di un manifesto di una sola pagina). Pubblicazione dell’Augustinus, del teologo olandese Giansenio (morto nel 1638). L’opera è censurata fin dal 1641 dall’Inquisizione e solennemente condannata nel 1643 da una bolla del papa Urbano VIII.

1641
Gilberte Pascal sposa Florin Périer (anch’egli funzionario dell’amministrazione delle finanze). Nel 1643 la coppia si stabilirà a Clermont-Ferrand, dove Gilberte passerà buona parte della sua vita. Nella casa dei Périer che, nel 1652, acquisteranno il castello di Bienassis, nelle vicinanze della cittadina alverniate, Pascal farà lunghi e ripetuti soggiorni.

1642
Nascita di Étienne Périer, figlio di Gilberte e di Florin Périer. Étienne Périer, che doveva morire a soli 38 anni, nel 1680, ha svolto un ruolo molto importante per la conservazione e la pubblicazione delle carte di suo zio. Affidato dalla madre al nonno per la sua educazione, ha trascorso molti anni nell’intimità della famiglia Pascal a Parigi, assicurandosi una funzione di testimonio privilegiato.

Pascal mette a punto una prima «macchina aritmetica» (una rudimentale macchina calcolatrice), che dovrebbe aiutare il padre, costretto dal suo lavoro di commissario straordinario per le imposte ad effettuare faticosi calcoli. Pascal continuerà a lavorare al perfezionamento della sua macchina, presentandola anche nei salotti, fino ad ottenere, nel 1649, un privilegio reale per l’esclusiva della sua fabbricazione.

Blaise Pascal

1643
Muore Jean Duvergier de Hauranne, abate di Saint-Cyran, il padre spirituale delle religiose di Port-Royal: Pascal compie vent’anni.

1646
gennaio-febbraio È l’anno della «prima conversione». Étienne Pascal, immobilizzato a seguito di una caduta, è assistito da due gentiluomini grandi ammiratori dell’abate di Saint-Cyran, che gli fanno conoscere le idee di Giansenio e del direttore spirituale di Port-Royal, e convincono in breve tutta la famiglia a «convertirsi» a una pratica religiosa più intensa. Blaise Pascal ha ventitré anni.

1646, ottobre
Pascal, che si occupa sempre intensamente di studi scientifici, rinnova a Rouen, con la collaborazione del padre, l’esperienza di Torricelli, a riprova della teoria circa l’esistenza del vuoto (che viene invece negata, su basi aprioristiche, dalla filosofia aristotelica).

1647
Pascal, che soffre di disturbi di difficile diagnosticazione, si trasferisce a Parigi con la sorella Jacqueline per potersi curare. Il padre rientrerà a sua volta a Parigi l’anno seguente.

Polemica con Descartes. Dopo che una serie di incontri con il celebre filosofo è valsa solo a far constatare le divergenze tra le reciproche posizioni sul problema del vuoto, Pascal attacca vivacemente il padre Noël, rettore del collegio dei Gesuiti di Clermont, che era stato uno dei maestri di Descartes.

1648
Redazione latina dell’Essai sur la génération des sections coniques. Pascal ripete a Parigi l’esperienza sul vuoto.

Pubblicazione del Récit de la grande expérience sur l’équilibre des liqueurs, relativo all’esperienza compiuta nel settembre di quell’anno da Florin Périer, su istruzioni di Pascal, simultaneamente a Clermont-Ferrand e sulla sommità del Puy-de-Dôme, per verificare l’ipotesi della possibilità di equilibrare il peso del mercurio con quello dell’atmosfera.

Primi contatti con Port-Royal: Pascal e sua sorella Jacqueline entrano in contatto con alcune delle personalità più in vista del monastero (la Mère Angélique, la Mère Agnès) e dei «Solitari» che fanno loro corona (Nicole, Arnauld, Singlin).

1649-1650
A causa dei disordini provocati dalla Fronda dei Principi, la famiglia Pascal si allontana da Parigi e si ritira a Clermont-Ferrand.

1650, febbraio
Morte di Descartes.

1651
Morte di Étienne Pascal (settembre). Pascal entra in possesso dell’eredità paterna.

Di ritorno a Parigi, Pascal riprende i suoi studi sul vuoto: rivendica la priorità delle sue ricerche in questo campo nella sua corrispondenza con Madame de Ribeyre e lavora a un Traité du vide, rimasto incompiuto.

1652
In gennaio, Jacqueline Pascal entra a Port-Royal. La cerimonia della vestizione ha luogo in maggio, quella della professione definitiva nel giugno dell’anno seguente. Pascal, che in un primo tempo si era rifiutato di versare alla sorella la somma necessaria per la costituzione, secondo l’uso, della «dote» della nuova suora, farà poi un lascito a tal fine al convento di Port-Royal, riservandosi per altro una rendita vita natural durante sulla somma versata.

Pascal fa conoscere la sua «macchina aritmetica», ulteriormente perfezionata, al pubblico elegante della capitale, nel salotto di Madame d’Aiguillon. Sono gli anni della parentesi mondana: Pascal ha trent’anni, è entrato in possesso del patrimonio paterno, frequenta attivamente i salotti (Madame de Sablé, il duca di Roannez, Méré, Mitton).

1653, maggio
Una bolla di Innocenzo X condanna cinque proposizioni su punti di fede considerate eretiche, ma senza attribuirle espressamente a Giansenio. È il punto di partenza della celebre polemica che opporrà Arnauld e i giansenisti, da una parte, e la Sorbona, appoggiata anche dai Gesuiti, dall’altra: i primi sostenendo che le cinque proposizioni non si ritrovano materialmente nell’Augustinus, i secondi che esse si evincono chiaramente dall’opera e dal pensiero di Giansenio.

1654
È l’anno della «seconda conversione». Pascal, che è reduce da alcuni viaggi in provincia (Clermont; nel Poitou), attraversa una crisi religiosa. Riavvicinamento con sua sorella Jacqueline. Nella notte del 23 novembre avrà l’«illuminazione», la cui eco è affidata al famoso Memoriale.

Tra luglio e ottobre, corrispondenza con il matematico Pierre Fermat, che ha scoperto i fondamenti teorici del calcolo delle probabilità, questione studiata anche da Pascal.

1655
Pascal fa un soggiorno a Port-Royal, con i Solitari che abitano nelle «Granges», una dipendenza del monastero nei dintorni di Parigi.

1656
Affare delle «Provinciali»: Arnauld, censurato dalla Sorbona per la questione delle cinque proposizioni e impegnato in una polemica, oltre che con la Facoltà di Teologia, anche contro i Gesuiti, chiede a Pascal di intervenire. Le diciotto «lettere di un provinciale», scritte da Pascal, ma sicuramente riviste dai maggiori esponenti di Port-Royal (Arnauld, Nicole), appaiono tra il gennaio 1656 e il giugno 1657, e saranno messe all’indice nel settembre di quell’anno. Affare della «Santa Spina»: il 24 marzo la nipote di Pascal, Margherita Périer, è guarita da una fistola lacrimale, a Port-Royal, grazie all’imposizione di una reliquia che si vorrebbe proveniente dalla corona di spine del Cristo. Pascal, fortemente impressionato dall’avvenimento, comincia a prendere degli appunti per alcune Lettres sur les miracles: è il punto di partenza del progetto, che maturerà negli anni seguenti, di una Apologia del Cristianesimo.

1657
Redazione degli Éléments de géométrie destinati agli allievi delle «Petites Écoles» di Port-Royal. Probabile redazione degli Écrits sur la grâce, che saranno pubblicati nel 1779.

Pascal collabora agli Écrits des curés de Paris, che criticano la casistica e la morale accomodante della Società di Gesù, e redige un Factum pour les curés de Paris.

1658
Continua la polemica con i Gesuiti.

Affare della «cicloide». Nel mese di giugno Pascal diffonde una lettera circolare, firmata con lo pseudonimo Amos Dettonville, che indice un concorso tra tutti i matematici d’Europa per la soluzione del problema della cicloide. Era previsto un premio in denaro, che non verrà attribuito, nessuno dei concorrenti avendo trovato la risposta escogitata da Pascal. Corrispondenza con Huygens, polemica con il gesuita Lalouère di Tolosa. Pascal espone le grandi linee del suo progetto di una Apologia del Cristianesimo ai suoi amici di Port-Royal nel corso di una conferenza svoltasi nel monastero.

Pascal scultura cicloide
Pascal studia la cicloide: ai suoi piedi le pagine sparse dei Pensieri, a destra il libro aperto delle Lettere provinciali. Scultura di Augustin Pajou (1730–1809), Museo del Louvre

1659
Pascal è ripreso dai disturbi di cui aveva sofferto a ventiquattro anni, e deve sospendere ogni attività di studio per alcuni mesi.

1660
Soggiorna in Alvernia, nel castello di Bienassis. Prosegue la redazione dei «petits traités»: a quest’anno risalgono probabilmente La Prière pour demander à Dieu le bon usage des maladies e i tre Discours sur la condition des grands; si assegnano al 1658 l’Art de persuader e l’Esprit géométrique.

1661
Affare del «Formulario»: le religiose di Port-Royal, che si erano rifiutate di firmare una dichiarazione di condanna di alcune proposizioni di Giansenio, messa a punto dall’assemblea del clero di Parigi fin dal 1658, e che tutti gli ecclesiastici della diocesi erano tenuti a sottoscrivere, finiscono col sottomettersi.
Dissenso di Pascal, raffreddamento dei rapporti con Port-Royal, segnatamente con Arnauld.
Morte di Jacqueline Pascal.

1662
Pascal mette a punto il progetto di un servizio pubblico di diligenze a pagamento, per il quale ottiene delle lettere patenti. La prima linea del nuovo servizio sarà inaugurata nel mese di marzo.
Lo stato di salute di Pascal, da tempo cagionevole, si aggrava repentinamente alla fine di giugno.
Lo scrittore si fa trasportare dalla sua casa, sita nell’attuale Rue Monsieur-le-Prince, in quella di sua sorella Gilberte, dove viene assistito dal curato di Saint-Étienne-du-Mont, il padre Paul Beurrier, che ne raccoglie la confessione.
La morte sopravviene il 19 agosto: Pascal aveva da poco compiuto i trentanove anni.
Le sue spoglie mortali sono sepolte nella chiesa di Saint-Étienne-du-Mont.

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Panta Rei, riassunto del libro di Luciano De Crescenzo https://cultura.biografieonline.it/panta-rei-de-crescenzo/ https://cultura.biografieonline.it/panta-rei-de-crescenzo/#comments Mon, 04 Sep 2023 06:27:26 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=20529 Luciano De Crescenzo (scrittore, regista, attore e conduttore televisivo italiano) scrisse il saggio “Panta Rei” nel 1994, ispirandosi al pensiero del filosofo greco Eraclito. Nel libro, l’autore finge di sognare il filosofo, uno dei maggiori pensatori presocratici che li espone il suo pensiero. Il libro si suddivide in dodici capitoli. I titoli sono: Blob, Case Chiuse, Sogno, Vita di Eraclito, scritta da lui medesimo, Panta Rei, Logos, Polis, Eros, Stupidità, De caelo, Sapere e, in ultimo, Frammenti.

Panta Rei - Libro - Riassunto - Luciano De Crescenzo
Panta Rei“, copertina del libro di Luciano De Crescenzo • Panta Rei, significa “Tutto scorre

Il pensiero di Eraclito

Inizialmente, altri filologi e storici della filosofia, come Hermann Diels e Walther Kranz, cercarono di interpretare il pensiero del filosofo Eraclito. Cercarono di darne una loro personale interpretazione, seguendo ovviamente un criterio logico. In seguito, tale pensiero venne reinterpretato da altri ricercatori e dallo stesso scrittore Luciano De Crescenzo. De Crescenzo nel suo saggio cerca di cogliere gli aspetti più personali del modo di essere e di pensare di Eraclito.

In “Panta Rei”  l’autore, con l’aiuto di alcuni suoi collaboratori, ha studiato un modo per narrare le gesta, la vita e il pensiero di Eraclito.

Le parole usate sono quelle che lui stesso avrebbe sussurrato in passato. Esse ci arrivano attraverso l’autore napoletano, ancora oggi, come un importante insegnamento filosofico.

Il pensiero di Eraclito resta a volte di difficile comprensione. La causa è probabilmente il suo stile troppo oracolare. Un’altra causa è la frammentarietà nella quale ci è pervenuta la sua opera.

Panta Rei: tutto scorre

Con la celebre frase “Panta Rei” (tutto scorre), l’autore ci introduce il tema del divenire, in contrasto con la filosofia dell’Essere divulgata dal filosofo greco Parmenide. Ed ecco la spiegazione del titolo del libro di De Crescenzo, Panta Rei. Secondo Eraclito, l’uomo non può mai fare la stessa esperienza per due volte consecutive, perché ogni ente terreno, che si trova immerso nella sua realtà apparente, è sottoposto purtroppo alla legge inesorabile del mutamento. Non ci si può bagnare nello stesso fiume per due volte consecutive.

Non a caso Caos è l’anagramma di Cosa o Caso.

Luciano De Crescenzo, all’inizio del libro PANTA REI

Tutto scorre, anche la nostra vita quotidiana e non possiamo fare nulla per cambiare questo dato di fatto. Anche noi stessi cambiamo attimo dopo attimo. Perfino le lancette dell’orologio scorrono velocemente cadenzando il tempo che vola inesorabile, proprio come la nostra vita, anche se spesso noi non ce ne rendiamo conto.

Secondo il discepolo di Eraclito, Cratilo, invece, non sarebbe possibile bagnarsi nemmeno una volta nello stesso fiume. Figuriamoci due.

Riassunto del libro

Il libro Panta Rei di Luciano De Crescenzo si apre con lo stesso scrittore che parla delle sua vita e delle sue esperienze passate. Usa una sorta di flash-back, prima di narrarci il pensiero del filosofo greco.

L’autore poi continua il suo viaggio, sognando il grande filosofo greco Eraclito e lo immagina proprio dove lui è nato, ad Efeso nel 540 A.C. Dopo aver fatto la sua conoscenza, i due iniziano a parlare dei loro pensieri più intimi.

Il dialogo con Eraclito

L’autore inizia a dialogare con il filosofo su tematiche a lui care come, per esempio, quella di tutte le contrarietà esistenti nella nostra vita e nel nostro mondo. Tra queste vi sono il sorriso e il dolore, la pace e la guerra, la morte e la vita, l’amicizia e la contesa ed infine il paradiso e l’inferno.

Luciano De Crescenzo ascolta attentamente le parole del filosofo che lo invita alla riflessione e, nel frattempo, prende appunti. Rimane affascinato dal sapere e dalla capacità oratoria di Eraclito. Da qui, il filosofo inizia ad introdurre il concetto di Logos. A detta di Eraclito, esiste comunque il logos che governa la perenne e costante lotta fra contrari, che “provoca il divenire perpetuo degli stessi enti sensibili”.

Continuando a parlare con Eraclito, De Crescenzo scopre che il simbolo predominante del Panta Rei è il fuoco, ipotizzando che all’interno della materia sia contenuta tanta di quella energia da poter sconvolgere l’intero mondo.

A Napoli

L’autore sposta poi la sua ambientazione letteraria a Napoli. Qui immagina Eraclito in un altro tipo di contesto, totalmente differente dal suo iniziale. Così crea, nei capitoli centrali del saggio, una sorta di dialogo e descrizione quasi comica.

In questo particolare contesto, De Crescenzo e il filosofo compiono un viaggio nella città di Napoli. L’autore mostra al filosofo il suo mondo fatto di automobili, vetrine, mass media, televisori, traffico e tanta gente. Eraclito rimane particolarmente colpito da questo modo di vivere. E’ completamente nuovo ai suoi occhi.

Cosmos, caos e logos

Alla fine del lavoro letterario di Luciano De Crescenzo, troviamo due termini greci fondamentali che ci permettono di comprendere al meglio la filosofia di Eraclito. Essi sono: Cosmos, ovvero l’ordine, e Caos, ovvero il disordine.

Da questi, prende vita il termine Logos, una legge superiore che permette in ogni caso di regolare la lotta fra gli opposti. Ed è proprio la dottrina dei contrari che fa dello stesso filosofo il fondatore di una logica degli opposti, antitetica a quella del filosofo Aristotele.

Eraclito ci lascia così, con la consapevolezza di non essere solo governati dal Caos ma anche dal Cosmos. O, per meglio dire, dal Logos. Il libro dell’autore Luciano De Crescenzo finisce così, in questo modo.

Luciano De Crescenzo
Foto di Luciano De Crescenzo

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Commento all’opera

Il libro Panta Rei ottenne subito un ottimo successo sia in termini di critica che di pubblico. Il motivo del successo fu la capacità dello scrittore di colpire l’attenzione delle diverse fasce di lettori. Lo fece riportando in modo semplice e assolutamente comprensibile il pensiero filosofico del grande filosofo Eraclito.

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Spinoza: il pensiero filosofico in 4 punti (riassunto) https://cultura.biografieonline.it/spinoza-pensiero-filosofico/ https://cultura.biografieonline.it/spinoza-pensiero-filosofico/#respond Wed, 26 Jul 2023 14:43:22 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=41315 Baruch Spinoza (1632-1677) è stato uno dei più importanti filosofi del XVII secolo. Il suo pensiero è stato influenzato da Cartesio (René Descartes), ma si è discostato da quest’ultimo in vari punti.

Baruch Spinoza
Baruch Spinoza

Dio, natura, conoscenza e felicità

Spinoza ha sostenuto che l’unica sostanza esistente è Dio, che è identico alla natura. La natura è un’unica sostanza infinita e perfetta, che si manifesta in modi diversi. Questi modi sono gli oggetti e i fenomeni del mondo fisico e mentale.

Spinoza ha anche sostenuto che la conoscenza è possibile solo attraverso la ragione. La ragione è la capacità di conoscere l’essenza delle cose, ossia la loro natura necessaria. La ragione è superiore alla fede, che è basata sull’autorità di un testo sacro o di una tradizione.

Spinoza ha considerato la felicità come il fine ultimo della vita umana. La felicità è possibile solo attraverso la conoscenza della natura e l’adesione ai suoi principi. L’uomo deve vivere in armonia con la natura, e deve cercare di comprendere e accettare la sua posizione nel mondo.

Il pensiero di Spinoza è stato controverso durante la sua vita e anche dopo la sua morte. È stato accusato di essere un ateo, un eretico e un pericoloso sovversivo. Tuttavia, il suo pensiero ha avuto un’influenza significativa sulla filosofia moderna, e continua ad essere studiato e discusso ancora oggi.

Il pensiero filosofico di Spinoza in 4 punti

Ecco alcuni dei principali punti del pensiero filosofico di Spinoza:

  1. La natura è un’unica sostanza infinita e perfetta, che si manifesta in modi diversi.
  2. La conoscenza è possibile solo attraverso la ragione.
  3. La felicità è possibile solo attraverso la conoscenza della natura e l’adesione ai suoi principi.
  4. L’uomo deve vivere in armonia con la natura, e deve cercare di comprendere e accettare la sua posizione nel mondo.

Il pensiero di Spinoza è stato rivoluzionario per il suo tempo, e continua ad essere stimolante e attuale ancora oggi.

La natura è un’unica sostanza infinita e perfetta, che si manifesta in modi diversi

Spinoza sostiene che l’unica sostanza esistente è Dio, che è identico alla natura. La natura è un’unica sostanza infinita e perfetta, che si manifesta in modi diversi. Questi modi sono gli oggetti e i fenomeni del mondo fisico e mentale.

Spinoza sostiene che la natura è una realtà unica e indivisibile. Non ci sono due o più sostanze, e la natura non è creata da Dio. La natura è Dio stesso, e Dio è la natura.

La conoscenza è possibile solo attraverso la ragione

Spinoza sostiene che la conoscenza è possibile solo attraverso la ragione. La ragione è la capacità di conoscere l’essenza delle cose, ossia la loro natura necessaria. La ragione è superiore alla fede, che è basata sull’autorità di un testo sacro o di una tradizione.

Spinoza sostiene che la ragione è l’unica fonte di conoscenza certa. La fede può portare a credenze false, perché è basata su opinioni e convinzioni che non sono supportate da prove. La ragione, invece, è in grado di raggiungere la verità, perché si basa sull’analisi razionale delle cose.

La felicità è possibile solo attraverso la conoscenza della natura e l’adesione ai suoi principi

Spinoza sostiene che la felicità è possibile solo attraverso la conoscenza della natura e l’adesione ai suoi principi. L’uomo deve vivere in armonia con la natura, e deve cercare di comprendere e accettare la sua posizione nel mondo.

Sostiene inoltre che la felicità è uno stato di beatitudine e pace interiore. È uno stato in cui l’uomo è in armonia con se stesso, con gli altri e con la natura. La felicità è possibile solo attraverso la conoscenza della natura e l’adesione ai suoi principi.

L’uomo deve vivere in armonia con la natura, e deve cercare di comprendere e accettare la sua posizione nel mondo

Spinoza sostiene che l’uomo deve vivere in armonia con la natura. L’uomo deve cercare di comprendere la natura e i suoi principi, e deve cercare di vivere in accordo con essi.

Spinoza sostiene che l’uomo deve accettare la sua posizione nel mondo. L’uomo non è superiore alla natura, e non può controllarla. L’uomo deve imparare a vivere in armonia con la natura, e deve cercare di comprenderla e accettarla.

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Sant’Agostino, analisi dell’opera di Antonello da Messina https://cultura.biografieonline.it/sant-agostino-antonello-da-messina/ https://cultura.biografieonline.it/sant-agostino-antonello-da-messina/#comments Sun, 10 May 2020 12:09:27 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=29033 Il dipinto Sant’Agostino faceva parte di una “magna icona” come era stata definita nei documenti che attestavano l’incarico ad Antonello da Messina. Siamo nel 1472 e Antonello dopo aver accettato il lavoro per una somma cospicua, si appresta a realizzare probabilmente un polittico, definito appunto “magna icona” di cui questo ritratto di Sant’Agostino faceva parte.

Sant’Agostino - opera del 1472 di Antonello da Messina
Sant’Agostino (1472, Antonello da Messina) – Tempera grassa su tavola su tela, 46,5 x 35,5 cm. Palazzo Abatellis. Palermo.

Gli altri santi arrivati fino ai giorni nostri, e attualmente esposti a Palazzo Abatellis a Palermo, sono San Girolamo e San Gregorio Magno. Il resto purtroppo si è perso.

Sant’Agostino e la disposizione degli altri santi

Nella disposizione originale Agostino doveva essere posto in alto e a destra, mentre gli altri due santi dovevano stare a sinistra, sempre in posizione rialzata.

Infatti, se si osserva lo sguardo del santo filosofo, si vede che egli guarda verso il basso, sia perché sta leggendo il libro sacro che tiene in mano, sia perché avrebbe dovuto osservare dall’alto i fedeli.

Lo sfondo

Lo sfondo d’oro ha un sapore arcaico; questo era dovuto alle richieste dei committenti che spesso dimostravano di avere un’idea della pittura e dei suoi simboli diversa da quello di Antonello, il quale era molto avanti rispetto alla cultura siciliana del tempo.

L’innovazione e il compromesso

Il maestro, infatti, si era confrontato con i pittori del continente, amava i pittori fiamminghi, aveva collaborato con Giovanni Bellini a Venezia. L’artista siciliano aveva introdotto importanti innovazioni nella tecnica del ritratto, nell’utilizzo della prospettiva, della profondità e nell’uso della luce.

Mentre in altri ritratti (trattati in diversi altri articoli sulle opere di Antonello da Messina) si dimostra molto più audace, nell’opera qui analizzata probabilmente dovette accettare le richieste dei committenti.

Sant'Agostino portrait
Sant’Agostino: i dettagli

Inoltre, la mano di Antonello si vede nel volto del santo, nei dettagli della barba, nello sguardo profondo e penetrante, nel gioco di luci e ombre della veste; in altre parti del dipinto si vedono invece interventi di altre mani.

I dettagli

Ad esempio, le mani di Sant’Agostino sembrano realizzate da una mano inesperta; le gemme sul copricapo di Agostino sono approssimative e opache; non hanno nulla a che vedere se confrontate con le pietre preziose presenti nel ritratto Madonna Salting, dove i preziosi appaiono in tutta la loro lucentezza e splendore.

E’ probabile dunque che un suo collaboratore, oppure il figlio Jacobello, abbiano messo mano al dipinto e lo abbiano completato.

Ciò è ancora più probabile se si pensa che Antonello in quegli anni era un pittore molto famoso e conteso: aveva molte opere in cantiere, commissionate, da terminare.

Analisi dell’opera e commento video

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Il mondo di Sofia https://cultura.biografieonline.it/il-mondo-di-sofia/ https://cultura.biografieonline.it/il-mondo-di-sofia/#respond Mon, 05 Mar 2018 10:45:25 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24294 Jostein Gaarder è l’autore de “Il mondo di Sofia”. È un libro del 1991 che racconta la filosofia in modo semplice e che insegna l’importanza di porsi sempre delle domande. «Quel giorno c’era soltanto una lettera minuscola, ed era per Sofia… nessun mittente. Mancava anche il francobollo. Subito dopo aver richiuso il cancelletto, aprì la lettera. Vi trovò solo un foglietto non più grande della busta. Sul pezzetto di carta c’era scritto: “Chi sei tu?”». È solo l’inizio di una parte del corposo volume che compone questo libro. Un libro che continuerà a viaggiare nel tempo.

Il mondo di Sofia - libro

Così le teorie di Platone, Aristotele, ma anche il pensiero filosofico e politico di Marx e di tutti i più grandi pensatori, entrano a far parte del mondo di questa ragazzina incuriosita e attratta da una serie di domande che troverà in alcune lettere nella cassetta della posta. Comincerà quindi a farsi delle domande, ad indagare su concetti profondi. È questo un romanzo che si presenta affascinante, fiabesco e intelligente. Ma vediamo la trama.

Il mondo di Sofia: trama e riassunto

Le giornate di Sofia si fanno sempre più intense e interessanti: la sua attenzione è rivolta alla ricerca del mittente che le pone domande esistenziali e filosofiche. Contemporaneamente la ragazzina si ritrova a dover cercare anche la destinataria di una cartolina che è arrivata a lei erroneamente. Una cartolina scritta dal maggiore dell’ONU in Libano, Albert Knag, che vuole fare gli auguri alla figlia, che, casualmente, compie gli anni lo stesso giorno di Sofia.

Inizia così il suo viaggio attraverso secoli di filosofia, dai primi miti a Barkley, passando per Aristotele, Platone, Hegel e Marx. È sempre più incuriosita e assorbita da queste lezioni che trova nella buca delle lettere, sino a quando scopre che a consegnare le missive è un cane di nome Hermes e che il filosofo che gliele invia si chiama Alberto Knox.

Insieme, Sofia e Alberto, intraprendono un viaggio nel mondo della filosofia. Il professore desidera spronare Sofia attraverso la riflessione e a chiedersi sempre il perché delle cose, per approfondirle e andare sino in fondo. Intanto, durante questo confronto, questa crescita, questo percorso insieme, i due si rendono conto di essere i protagonisti di un libro: Il mondo di Sofia. Un libro che è il regalo realizzato dal maggiore dell’Onu per la figlia. Da qui le difficoltà della ragazzina a staccarsi dal libro. Per lei diviene difficile comprendere il confine tra realtà e fantasia, in quanto le appare molto labile.

Commento

Questo volume rappresenta il miglior manuale di filosofia che sia mai stato scritto. È un romanzo, un giallo ma senza omicidi. Riuscire realmente a inquadrare questo libro non è semplice. Il mondo di Sofia è diventato un best- seller: un libro consigliato dagli insegnanti ai propri allievi. Un romanzo che è stato premiato in Italia nel 1995 con il Premio Bancarella.

L’autore Jostein Gaarder riesce nell’intento, cioè quello di raccontare la filosofia in modo semplice, regalando ai lettori una trama coinvolgente e scorrevole che non delude il lettore attento.

Jostein Gaarder
Jostein Gaarder

Informazioni sull’autore

Jostein Gaarder è nato a Oslo (Norvegia) il giorno 8 agosto del 1952: lo scrittore norvegese ha studiato e insegnato filosofia per oltre dieci anni. Poi dal 1990 si è dedicato all’affascinante mondo della scrittura. Il suo primo romanzo risale al 1986, ma è con con il romanzo trattato in questo articolo che raggiunge la notorietà. Voi l’avete letto? Vi è piaciuto? Scrivetelo nei commenti.

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