favole Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 26 Jan 2021 15:51:03 +0000 it-IT hourly 1 Storia di una gabbianella e del gatto… di Luis Sepúlveda. Riassunto https://cultura.biografieonline.it/storia-gabbianella-gatto-riassunto/ https://cultura.biografieonline.it/storia-gabbianella-gatto-riassunto/#respond Thu, 16 Apr 2020 15:23:50 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=28363 Una delle opere più apprezzate dello scrittore cileno Luis Sepúlveda è quella dal titolo “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”. E’ una dolcissima “favola” che lascia a tutti – bambini e adulti – alcuni insegnamenti. Insegnamenti che, pur nella loro apparente semplicità, sono molto preziosi e sempre attuali.

Il libro, pubblicato da Sepúlveda nel 1986, affronta grandi temi esistenziali sotto forma di storiella o favola. Per questo è un piacere leggerlo a tutte le età. Dal volume è stato anche ricavato un cartone animato molto amato e seguito dai più piccoli, nel 1998; il titolo è del film è abbreviato a “La gabbianella e il gatto“.

Locandina del film (cartone animato) "La Gabbianella e il Gatto"
Il film “La gabbianella e il gatto” è stato realizzato e prodotto in Italia.

Nella storia dello scrittore cileno, che vede protagonisti due animali – il Gatto e la Gabbianella appunto – si parla di amicizia, integrazione, coraggio. Ma non solo.

Storia di una Gabbianella e del Gatto che le insegnò a volare

Riassunto e storia

La vicenda è ambientata ad Amburgo.

Uno stormo di gabbiani si imbatte in una chiazza di petrolio (la c.d. “peste nera”), fuoriuscita da una imbarcazione in mare.

La povera Kengah, gabbiana che sta per deporre l’uovo, resta invischiata nel petrolio mentre è intenta a pescare. Per fortuna riesce a liberarsi e riprende a volare, ma stremata dal volo finisce sul balcone di una casa.

Qui avviene l’incontro con il gatto di casa, di nome Zorba. La gabbiana, sentendo che sta per morire, decide di deporre qui il suo prezioso uovo, ma prima chiede al gatto di mantenere tre promesse:

  • non mangiare l’uovo;
  • prendersi cura del piccolo gabbiano;
  • insegnargli a volare.

Nonostante le cure e le attenzioni continue del gatto e dei suoi amici Colonnello e Segretario, la gabbiana muore.

Poco dopo nasce la Gabbianella Fortunata. I gatti non solo la aiutano a crescere e diventare forte ma – come Zorba aveva appunto promesso alla sua mamma – le stanno vicino nel momento più importante, quello in cui spicca il volo per la prima volta.

Grazie a Zorba e company, la Gabbianella arriva finalmente a gettarsi dal campanile di San Michele, librandosi in volo con grande coraggio.

Gli insegnamenti e i temi trattati

Questa bellissima storia è prima di tutto la storia di una bella amicizia, disinteressata, priva di pregiudizi, quindi pura. Un’amicizia che riesce ad andare oltre la diversità – la gabbiana e il gatto sono infatti animali appartenenti a specie diverse.

Si parla poi di coraggio, una dote indispensabile per affrontare al meglio le avversità della vita: entrambi i personaggi dimostrano di averne tanto e di non scoraggiarsi dinanzi alle difficoltà.

Sullo sfondo c’è il tema (altrettanto importante ed attuale) dell’inquinamento e della salvaguardia ambientale. La povera gabbiana Kengah muore proprio a causa del petrolio che inquina il mare; purtroppo fatti come questo avvengono quotidianamente, in molte zone del mondo.

L’integrazione tra specie diverse conduce ad un dare e ricevere reciproco che nella storia culmina nel volo finale della Gabbianella Fortunata.

Il gatto impara la preziosa lezione, sempre valida, che l’amore dà la forza di superare qualsiasi diversità o pregiudizio, e che si può voler bene anche a persone diverse da noi.

Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare

Per aiutare la Gabbianella a volare, Zorba chiede ad un umano (un poeta per l’esattezza) come aiutare l’uccello a spiccare il suo primo volo. Così facendo, Zorba infrange una regola ferrea che vige nel suo regno felino.

Mentre la Gabbianella si alza in volo, il gatto si libera dai condizionamenti e dai pregiudizi che fino ad allora lo avevano bloccato. Si sente finalmente libero.

Cosa ci insegna la splendida storia di Luis Sepúlveda?

Se ci identifichiamo con la Gabbianella Fortunata, come lei anche noi dovremmo imparare a spiccare il volo per raggiungere i nostri obiettivi e realizzare i sogni che abbiamo nel “cassetto”.

Dal gatto possiamo imparare ad accettare gli altri, pur nella loro diversità, perché tale accettazione porta ricchezza e non divisione.

Ora volerai, Fortunata. Respira. Senti la pioggia. E’ acqua. Nella tua vita avrai molti motivi per essere felice, uno di questi si chiama acqua, un altro si chiama vento, un altro ancora si chiama sole e arriva sempre come una ricompensa dopo la pioggia. Senti la pioggia. Apri le ali. Ora volerai, il cielo sarà tutto tuo”.

Una curiosità: nel film del 1998, la voce del personaggio del poeta e dell’autore Luis Sepúlveda.

Il libro

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Favola, opera di Gustav Klimt https://cultura.biografieonline.it/favola-klimt/ https://cultura.biografieonline.it/favola-klimt/#comments Fri, 04 Apr 2014 22:05:04 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10233 Gustav Klimt debuttò negli anni Ottanta come pittore storicista, la corrente che dominava la scena artistica viennese, facendo di Hans Makart il proprio caposcuola. Era uno stile ispirato alle epoche passate, che metteva insieme storia e mito. Nel 1881 l’editore Gerlach & Schenk iniziò la pubblicazione di una serie di volumi lussuosi dal titolo “Allegorie ed Emblemi”. Gustav Klimt fu chiamato a collaborare e realizzò per l’opera “Favola

Klimt - Favola
Gustav Klimt, Fable (Favola, 1883). Olio su tela, centimetri 84,5×117. Vienna, Historisches Museum der Stadt Wien.

La donna nuda al centro del dipinto rappresenta appunto la favola, cui allude il rotolo di pergamena appoggiato dietro la sua mano destra. L’ambiente boscoso e i molti animali che la circondano richiamano alla mente i racconti come quelli di Charles Perrault e La Fontaine, senza alludere ad alcuna narrazione in particolare.

Klimt si rifà al gusto di Makart, nella sensualità della scena, che viene accentuata dalla scelta dello sfondo scuro che fa risaltare la pelle chiara della donna rappresentata, nella scelta dell’inserimento dei topi e nella resa elegante di alcuni particolari: il panno che scivola dalle spalle della donna e le piume arruffate dei due fenicotteri.

Tuttavia la composizione è più sobria di quelle di Makart e Klimt scandisce la superficie attraverso il ritmo delle sue figure, mettendo insieme alla massa chiara e luminosa del corpo della Favola la grande macchia nera a sinistra, con una soluzione che anticipa i futuri sviluppi della sua pittura, spesso fatta di contrasti di “pieni” e “vuoti”.

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Differenza tra fiaba e favola https://cultura.biografieonline.it/fiabe-favole-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/fiabe-favole-differenze/#comments Thu, 06 Feb 2014 14:19:15 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9655 Il termine fiaba deriva dal latino fabula, cioè racconto, derivato a sua volta dal verbo fari, ovvero parlare. Si tratta di una narrazione medio-breve, di origine popolare e di solito in prosa, che ha per protagonisti personaggi fantastici come orchi, fate, streghe, draghi, giganti, maghi, spiriti benefici e malefici. Tramandate oralmente di generazione in generazione, le fiabe non hanno di solito un intento morale esplicito, ma hanno una finalità di intrattenimento.

Biancaneve
Biancaneve e la mela rossa

Caratteri identificativi della fiaba

Alcune caratteristiche identificano un racconto come una fiaba. Tra queste troviamo la presenza dell’elemento magico: molti degli avvenimenti narrati nella fiaba possono avvenire soltanto attraverso una magia o un prodigio. Vi è inoltre l’indeterminatezza di tempi e luoghi, che non sono quasi mai definiti: le fiabe iniziano infatti con “C’era una volta… in un paese lontano lontano…”; il periodo storico non è quindi identificabile. I personaggi e le vicende sono ricavati dalla mitologia e dalle tradizioni popolari e sono quasi sempre inverosimili o inesistenti nella realtà quotidiana. Le fiabe si presentano inoltre con un linguaggio ripetitivo, per esempio “Cammina cammina…” e “Tanto tanto tempo fa…”, come ripetitivi sono a volte alcuni episodi, che troviamo presenti anche in più fiabe.

Il bene e il male, i buoni e i cattivi, i furbi e gli stupidi, sono sempre nettamente distinti. Il lieto fine è sempre presente, tranne che nelle fiabe letterarie nelle quali il finale può essere drammatico. La morale delle fiabe è presente, non dichiarata esplicitamente ma sottintesa. Tramandate oralmente da generazioni, le fiabe propongono un linguaggio popolare, molto semplice e a volte grammaticalmente non corretto; i modi di dire sono spesso inseriti in una fiaba, come anche le formule magiche.

I fratelli Jacob e Wilhelm Grimm sono ricordati nel mondo soprattutto per aver raccolto e rielaborato numerose fiabe popolari, alcune famosissime, come “Biancaneve”, “Cenerentola”, “Hansel e Gretel”, “Cappuccetto Rosso”, “I tre porcellini”, “Il gatto con gli stivali”, “Pollicino” e “La bella e la bestia”.

favole fiabe
Il termine fiaba deriva dal latino fabula, cioè racconto, derivato a sua volta dal verbo fari, ovvero parlare

Il termine favola condivide con fiaba la stessa etimologia, ma si tratta di un genere narrativo diverso.

Caratteri identificativi della favola

Le favole sono brevi racconti, in prosa o in versi, che solitamente hanno come protagonisti animali antropomorfi, cioè animali che incarnano caratteristiche umane, per esempio la capacità di parlare e di ragionare. Possono essere presenti anche esseri inanimati che interagiscono con i protagonisti. Gli ambienti in cui si svolge il racconto nella favola sono realistici: le vicende sono quindi aderenti alla vita quotidiana. A differenza della fiaba, nella favola è assente l’elemento magico e la morale è formulata esplicitamente di solito alla fine della narrazione, anche in forma di proverbio. Il linguaggio della favola è più curato di quello della fiaba.

Il più antico e noto autore di favole dell’antica Grecia e del mondo occidentale è Esopo: di lui si sono conservate circa 400 narrazioni appartenenti al genere letterario della favola. Molte di queste favole sono così celebri che hanno acquisito la funzione di proverbio, come “La volpe e l’uva”, “La cicala e la formica”, “Al lupo! Al lupo!”.

La cicala e la formica
La cicala e la formica

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I fratelli Grimm https://cultura.biografieonline.it/i-fratelli-grimm/ https://cultura.biografieonline.it/i-fratelli-grimm/#comments Mon, 09 Jul 2012 20:33:22 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2955 I fratelli Jacob e Wilhelm Grimm sono ricordati per la loro importante attività di linguisti nella loro patria, la Germania, e ricordati nel mondo soprattutto per aver raccolto e rielaborato numerose fiabe popolari tra le quali ve ne sono alcune famosissime, come “Biancaneve”, “Il gatto con gli stivali”, “Cenerentola”, “Hansel e Gretel”, “Il principe ranocchio”, “Cappuccetto Rosso”, “Raperonzolo”, “Il pifferaio di Hamelin”, “I musicanti di Brema”, “I tre porcellini”, “Il gatto con gli stivali”, “Pollicino” e “La bella e la bestia”.

Monumento dedicato ai fratelli Grimm (Scultura realizzata da Syrius Eberle e situata ad Hanau, in Germania)
Monumento dedicato ai fratelli Grimm (Scultura realizzata da Syrius Eberle e situata ad Hanau, in Germania)

Jacob Ludwig Karl Grimm nasce il 4 gennaio 1785 a Hanau, piccola città nei pressi di Francoforte; suo fratello Wilhelm Karl, invece, vede la luce un anno più tardi, il 24 febbraio 1786, sempre ad Hanau. Dopo aver frequentato il Ginnasio Friedrichs di Kassel, i due fratelli Grimm studiano legge presso l’Università di Marburgo, dove sono allievi, tra l’altro, di Friedrich Carl von Savigny, celebre giurista tedesco del quale diffondono e rielaborano gli studi di metodologia e il pensiero in materia di scienza giuridica.

Quindi, i Grimm si uniscono ad alcuni docenti dell’ateneo di Gottinga, e tra il 1837 e il 1841 danno vita a una protesta nei confronti della decisione del re Ernesto Augusto I di abrogare nello stato di Hannover la costituzione liberale. Il gruppo di protesta in Germania diventa noto con il nome de “I sette di Gottinga” (“Die Goettinger Sieben”): tutti e sette, però, vengono licenziati dai rispettivi incarichi universitari. Anche se alcuni di loro vengono addirittura deportati, “I sette di Gottinga” possono contare sul sostegno e sul favore delle accademie tedesche e dell’opinione pubblica.

Nel frattempo, i fratelli Grimm si dedicano all’attività letteraria, iniziata già negli anni Dieci del Secolo XIX: dopo aver elaborato e raccolto numerose fiabe appartenenti alla tradizione tedesca (su intuizione di Jacob, bibliotecario e professore di lettere), i due pubblicano anche diverse fiabe francesi. Le storie create dai due linguisti tedeschi non sono pensate per i bambini, come si può dedurre dall’ambientazione tenebrosa e oscura, e dalla quantità di particolari cruenti (spesso edulcorati e tagliati in seguito alla traduzione in lingua inglese della settima edizione, pubblicata nel 1857, delle loro raccolte).

Cappuccetto rosso e il lupo
Cappuccetto rosso e il lupo

Lupi, streghe, troll e goblin sono i protagonisti delle storie dei fratelli Grimm, tra foreste pericolose e fatti di sangue fin troppo terribili (secondo gli standard tipici della tradizione popolare germanica). Nelle loro fiabe, invece, mancano contenuti sessuali espliciti, a differenza di quello che accade nella maggior parte dei racconti favolistici del tempo. Le storie raccontate dai Grimm, secondo gli antropologi e gli psicologi moderni, non sono altro che rappresentazioni simboliche di sentimenti negativi come l’abuso dei genitori, la paura di essere abbandonati e lo sviluppo sessuale. Tra chi parla di rappresentazione dei miti freudiani, come Bruno Bettelheim nel volume “Il mondo incantato”, e chi vede un retaggio proveniente dalla tradizione alchemica, le opere dei Grimm costituiscono in ogni caso un patrimonio inestimabile in Germania e in Europa.

I fratelli Grimm
Doppio ritratto dei fratelli Wilhelm Grimm e Jacob Grimm.
Autrice: Elisabeth Maria Anna Jerichau-Baumann, 1855 (Berlino)

Ritenuti i padri del movimento democratico della Germania, i Grimm hanno contribuito a formare la cultura e l’opinione pubblica tedesca, ma anche la lingua. All’inizio dell’Ottocento, infatti, la Germania si compone di centinaia di piccole nazioni e principati, il cui minimo comun denominatore è rappresentato dalla lingua tedesca. Anche per questo motivo i fratelli Grimm decidono di trascrivere le fiabe con cui entrano in contatto o che ideano: per contribuire alla nascita di un’identità tedesca. Ciò viene reso possibile, tra l’altro, dalla realizzazione del “Deutsches Woerterbuch”, un dizionario tedesco poco noto al pubblico moderno ma che rappresenta una tappa fondamentale per la costituzione della lingua tedesca attuale.

Non è un caso che il dizionario dei Grimm, composto da trentatré volumi, venga ritenuto ancora oggi la più autorevole fonte e risorsa per l’etimologia delle parole tedesche. Jacob Grimm, in particolare, ha formulato in linguistica la legge relativa alla prima mutazione consonantica, chiamata appunto “legge di Grimm”.

Wilhelm Grimm muore nel 1859, mentre Jacob scompare nel 1863: i loro corpi vengono sepolti a Schonberg, un quartiere di Berlino, nel cimitero di St. Matthaeus Kirchoof.

Cavalieri dell’Ordine di Massimiliano per le Arti e per le Scienze e Cavalieri dell’Ordine Pour le Mérite, i fratelli Grimm hanno influenzato a tal punto la cultura moderna da vedersi dedicare un film (“I fratelli Grimm e l’incantevole strega”, titolo originale “The brothers Grimm”) uscito nel 2005, e una serie tv (chiamata semplicemente “Grimm”) di carattere fantasy con tinte poliziesche.

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Peter Pan: breve storia e curiosità https://cultura.biografieonline.it/peter-pan/ https://cultura.biografieonline.it/peter-pan/#comments Thu, 03 May 2012 16:32:36 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1682 Nel 1902 appariva per la prima volta la figura di Peter Pan nel romanzo The Little White Bird (L’uccellino bianco) dello scrittore scozzese James Matthew Barrie (1860-1937).
In seguito, visto il largo successo ottenuto con Peter Pan and Wendy nel 1904, gli editori di Barrie stralciarono dei capitoli dell’opera e la ripubblicarono nel 1906 con il titolo Peter Pan in Kensington Gardens (…nei giardini di Kensington).

Peter Pan, nella versione Disney
Peter, nella versione Disney cinematografica

Ma l’evento che determinò il successo di questo personaggio fantastico fu la rappresentazione teatrale del 27 dicembre 1904 al Duke of York’s Theatre di Londra, in cui il personaggio debuttò nell’avventura Peter Pan, or The Boy Who Wouldn’t Grow Up (Peter Pan, o il ragazzo che non voleva crescere). In seguito, Barrie trasformò la storia facendola diventare un romanzo, che uscì nel 1911, prima con il titolo Peter and Wendy (Peter e Wendy), poi Peter Pan and Wendy e infine solo Peter Pan.

Ad ispirare il personaggio sembra sia stata l’amicizia dello scrittore con i cinque figli della vedova Llewellyn-Davies. Barrie era solito intrattenersi nei Giardini di Kensington a Londra con i bambini della donna, uno dei quali si chiamava proprio Peter.
Questa amicizia fu spesso causa di voci maligne e di accuse di pederastia, ma i fatti provarono sempre il contrario, perfino i figli della vedova difesero sempre il loro tutore. Tanto è vero che alla morte della madre, Barrie assunse la custodia dei ragazzi insieme ai loro familiari.

James M. Barrie lasciò in eredità i diritti d’autore dell’opera all’Ospedale Pediatrico Great Ormond Street Hospital.

Peter Pan: la storia

Peter è un bambino mai nato, che, dopo aver vagato per gran parte della sua eterna giovinezza nei giardini di Kensington a Londra, si rifugia nell’Isola che non c’è, mettendosi a capo della banda dei Bimbi Sperduti, con il preciso scopo di rifiutarsi di crescere.

James Matthew Barrie non descrive i dettagli del personaggio di Peter, lascia tutto alla fantasia del lettore. Sappiamo soltanto che ha ancora i denti da latte e un sorriso felice sempre stampato in faccia. E’ capace di volare e suonare il flauto. Per questo motivo, vi può essere una vaga connessione con l’idea del dio greco Pan.

La statua di Peter Pan nei Giardini di Kensington a Londra
La statua di Peter nei Giardini di Kensington a Londra

Nella rappresentazione teatrale del 1904 il vestito di Peter era fatto con foglie autunnali e ragnatele. In genere, a teatro erano le donne ad impersonare Peter, perché era difficile trovare attori così giovani. In questo modo, non era possibile creare delle somiglianze, e si doveva puntare sull’immaginazione del pubblico e la creatività degli artisti.

Peter Pan al cinema

Questo celebre personaggio ha ispirato la musica, come quella del maestro Leonard Bernstein per una rappresentazione teatrale del 1950.

Ma è stato il cinema a consacrare Peter come simbolo dell’eterno ragazzo.
Dalla prima versione di Herbert Brenon del 1924, a quella più famosa prodotta dalla Disney a cartoni animati nel 1953 (Le avventure di Peter Pan), fino al 1991, anno di Hook (Capitan Uncino) di Steven Spielberg. Poi altre due versioni nel 2002 Peter Pan – Ritorno all’isola che non c’è (il sequel della Disney), e nel 2003 Peter Pan, per la regia di P. J. Hogan. Nel 2011 è stata prodotta nel Regno Unito una miniserie in due puntate, Neverland – La vera storia di Peter Pan, trasmessa in Italia da Sky, in cui si reinterpreta la figura fantastica di Peter.

Da menzionare anche Finding Neverland (Neverland – Un sogno per la vita) del 2004, diretto da Marc Foster. Si tratta di una biografia di James Matthew Barrie, a cui presta il volto l’attore Johnny Depp.

Immagine

Nell’immaginario collettivo la figura di Peter Pan resta comunque legata al film Disney, in cui viene rappresentato con le orecchie da elfo, i capelli rossi, la piuma sul cappello verde, in tinta con la tunica.

Celebri le lotte con Capitan Uncino, inseguito dal coccodrillo, i capricci della fata Campanellino (o Tinker Bell, o Trilly), le avventure con gli amici indiani dell’Isola che non c’è, e la fantasia che vola sulle ali dell’eterna giovinezza.

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