Espressionismo Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 07 Feb 2018 07:06:43 +0000 it-IT hourly 1 Piccole gioie, opera di Kandinsky https://cultura.biografieonline.it/piccole-gioie-kandinsky/ https://cultura.biografieonline.it/piccole-gioie-kandinsky/#respond Wed, 07 Feb 2018 07:02:15 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23961 In questo celebre quadro intitolato Piccole gioie, Vasilij Kandinsky racconta dell’amore per la sua madre Mosca, città dove torna dopo lo scoppio della prima guerra mondiale. L’opera, realizzata nel 1913, segna un periodo di transizione, raffigurato proprio con la barca sul lato destro del dipinto, simbolo di movimento, di passaggio, e ancora, di attraversamento, da una fase all’altra. Kandinsky passa dunque dal periodo eroico del Cavaliere Azzurro alla sua conclusione brusca con l’inizio del primo conflitto mondiale. Poi seguiranno altri slanci per l’artista russo, altre esperienze, altre avventure. Dello stesso periodo è Composizione VII, quadro che simboleggia la rappresentazione dell’inizio e della fine del mondo, che tratta temi come il diluvio, la resurrezione, il giudizio universale.

Piccole gioie - Kandinsky - Small Pleasures - Kleine Freuden - 1913
Piccole gioie (Small Pleasures – Kleine Freuden) • Realizzato da Kandinsky nel 1913, è conservato presso il Guggenheim Museum a New York. Diversi indizi fanno pensare che si tratti di una veduta di Mosca. E’ un’opera appartenente alla corrente dell’espressionismo.

Commento all’opera

Torniamo a Piccole Gioie: questa gioia interiore del pittore è evidente nell’uso di colori chiari, che danno all’immagine un aspetto luminoso e che conferisce serenità. È una tela, realizzata in olio, che misura 109,8 x 119,7 centimetri, che è custodita al Solomon Guggenheim Museum di New York. Si tratta di un dipinto a cui l’artista è molto legato, come dimostra una foto che lo ritrae accanto al dipinto. Scatto realizzato proprio nel 1913 e che l’artista utilizzerà in seguito per realizzare un’opera fondamentale del periodo russo, cioè Mosca I. La città russa è celebrata dall’artista anche in un altro quadro di cui abbiamo parlato in precedenza.: Dama a Mosca.

Piccole gioie: descrizione dell’opera

Il tipo di slancio verticale, le piccole cupolette disposte al centro dell’opera rappresentano un riferimento chiaro a Mosca, che appunto si sviluppa su una zona collinosa e sorge sulle rive del fiume Moscova. Si vedono infatti alcune costruzioni poste sulla montagna. È da qui che partono alcuni cavalieri, che a cavallo si spostano verso altri insediamenti, altre mete e orizzonti.

Sulla parte destra del dipinto, si trova invece una zona ampia ricoperta dalle acque mosse e colorate. Qui è rappresentata una piccola barca a tre remi che galleggia sulle acque mosse. Si ergono poi, dall’angolo in basso a destra, gigantesche figure spettrali che si impossessano della scena. Il riferimento, il ricordo, è ad un’altra sua opera dal titolo Improvvisazione 19 (Suono azzurro) dove Kandinsky dipinge proprio delle gigantesche figure trasparenti.

Il riferimento a “Improvvisazione 19”

Quest’opera, di cui si è parlato in un precedente articolo, è conosciuta anche con il nome di “Suono azzurro” e riguarda i lavori realizzati dall’artista sino al 1909 quando cioè inizia a dividere i suoi dipinti in Impressioni, Improvvisazioni e Composizioni. Proprio perché il noto violoncellista conserva nell’amore per la pittura quello per la musica, di cui rivela le profonde affinità.

Improvisation 19 - Improvvisazione 19 - Kandinsky
Improvvisazione 19

Proprio per questo resta celebre una sua frase, una metafora del pianoforte, dove Kandinsky spiega che il colore rappresenta il tasto del pianoforte, mentre l’occhio è il martelletto.  Dove l’anima assume la forma di un pianoforte con molte corde.  Così l’artista rappresenta la mano che sfiorando il tasto riesce a fare vibrare l’anima. E ancora afferma che per un artista “il più ricco insegnamento viene dalla musica”.

Il riferimento a “Il cavaliere azzurro” e il passaggio all’astrattismo

È il 1903 quando Kandinsky dipinge il “Cavaliere azzurro”, nel quale l’artista raffigura un cavaliere con il mantello azzurro, che su un cavallo bianco, attraversa un prato variopinto, sotto un cielo azzurro con nuvole bianche che lo attraversano. E’ un quadro in cui lo spettatore diventa parte dell’avventura del cavaliere.

Cavaliere azzurro - Kandinsky
Cavaliere azzurro

Kandinsky è innamorato delle avventurose vicende dei cavalieri medievali. Cavalieri che combattono contro il male, affrontando le prove più ardue. È per l’artista il simbolo del trionfo dell’età dello spirito sul materialismo. Mentre si dovranno attendere sette anni, ovvero il 1910, per vedere realizzato il primo acquerello astratto di Kandinsky, che segna una forza interiore dirompente rispetto alle opere del passato. Rappresenta inoltre il passaggio all’astrattismo.

Kandinskij, primo acquerello astratto (1913)
Primo acquerello astratto

È in questo modo che inizia un linguaggio che si basa soltanto sui rapporti tra forme, geometrie e colori. È un linguaggio lirico, vicino al campo della musica, che dimostra ancora una volta la sua capacità di invenzione.

I primi colori che mi fecero grande impressione sono il verde chiaro e brillante, il bianco, il rosso carminio, il nero e il giallo ocra. Avevo allora tre anni.

È questa una affermazione di Kandinsky che ben sintetizza la sua passione per l’arte. È questo acquerello che segna l’abbandono dell’artista ad ogni elemento figurativo: la pittura diventa libera dalla funzione mimetica, si spoglia del reale per rappresentare proprio lo stato interiore del pittore. Questo aspetto, lo stesso artista, lo evidenzia nel suo testo “Lo spirituale nell’arte” dove sostiene:

più il blu è profondo e più richiama l’idea di infinito, suscitando la nostalgia della purezza e del soprannaturale. […] Il rosso che di solito abbiamo in mente è un colore dilagante e tipicamente caldo, che agisce nell’interiorità in modo vitalissimo, vivace e irrequieto. […] Il giallo è il colore tipico della terra. […] Da un punto di vista psicologico può raffigurare la follia.

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Sola, quadro di Toulouse Lautrec https://cultura.biografieonline.it/sola-toulouse-lautrec/ https://cultura.biografieonline.it/sola-toulouse-lautrec/#comments Fri, 20 Oct 2017 07:08:41 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23484 Sola (Seule) è un meraviglioso schizzo su cartone realizzato da Henri de Toulouse-Lautrec nel 1896 all’interno di una delle case chiuse che lui abitualmente frequentava a Parigi. Lautrec ha iniziato come pittore di paesaggi ma la vita parigina, gli incontri con persone che vivevano la città di notte fra locali, postriboli, caffè e ristoranti, lo hanno portato a concepire una ricerca originale e moderna su come rappresentare quel mondo. L’artista francese lo fa vivere e mostrandolo nelle istantanee che grazie al suo talento è riuscito a realizzare. La sua è una perfetta unione fra immagine e pittura.

Sola - Seule - Alone - quadro - Toulouse Lautrec - 1896
Sola (Seule) – Il quadro fu dipinto da Henri de Toulouse-Lautrec nel 1896. Olio su cartone, Cm 31 x 40. E’ conservato presso il Musée d’Orsay, a Parigi

Toulouse Lautrec e le case chiuse

In particolare le case chiuse sono luoghi a Toulouse Lautrec famigliari, dove, senza alcuna remora, decide di passare la maggior parte del suo tempo. Le prostitute di Lautrec, sono ragazze che osserva in posizioni e situazioni naturali, da fermare per sempre sulla tela. Non le osserva con uno sguardo moralizzatore (a differenza degli scrittori esponenti del naturalismo suoi contemporanei, come Zola o Maupassant) e soprattutto non le giudica. Le guarda e basta, e ci regala una rappresentazione vera, spontanea e naturale di quel mondo.

Non cerca modelle, non vuole ricostruire un contesto né interferire sulla naturalità delle pose, ma solo immortalare, riportare le scene che vede senza alcun infingimento.

Sola (Seule), descrizione del quadro

Spesso, come nel caso di quest’opera, Sola (Seule), le sue modelle sono immortalate in posizioni naturali, come se le osservasse senza essere visto. Grazie alla pittura ad olio, che si presta ad essere usata su qualsiasi superficie e a rendere immediatamente ciò che vede, Lautrec riesce ad essere fluido nei suoi ritratti. Con pochi schizzi riesce rappresentare una scena.

La donna di quest’opera è stata dipinta mentre si riposava su di un letto. Ella appare abbandonata completamente alla stanchezza. Le pennellate sono forti ed essenziali e il colore nero delle calze si staglia con una forte evidenza cromatica rispetto al bianco delle lenzuola, le cui pennellate sono più lievi e rapide.

Lautrec, con le suo opere – e Sola è fra le più significative – anticipa l’espressionismo ma anche un certo modo di usare la fotografia che coglie un attimo di una vita, un breve vero frammento di un’esistenza, che non racconterà nulla di più di ciò che vediamo di quel momento e di quella ragazza. Ma è già tantissimo per immaginarla, osservarla e farla rivivere nella nostra mente.

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Materia (quadro di Umberto Boccioni) https://cultura.biografieonline.it/materia-quadro-di-umberto-boccioni/ https://cultura.biografieonline.it/materia-quadro-di-umberto-boccioni/#comments Wed, 26 Dec 2012 22:22:49 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5637 Materia di Umberto Boccioni è un olio su tela ed è stato dipinto fra il 1912 e il 1913. Attualmente appartiene alla collezione Mattioli. Il dipinto misura 225 x 150 cm ed è uno dei capolavori del Futurismo. E’ un’opera fondamentale di Umberto Boccioni che riesce a condensare le sue teorie e i suoi studi sulle armonie cromatiche, sui rapporti fra le figure geometriche e sulle relazioni fra ambiente e individui.

Umberto Boccioni: Materia (192-1913)
Materia, olio su tela di Umberto Boccioni (192-1913)

La figura centrale è la madre di Boccioni, più volte ritratta e che in questo dipinto assume una posizione centrale da cui scaturisce energia e dinamismo.

L’opera rappresenta una scomposizione che si sviluppa su un piano di compenetrazione di elementi geometrici e di figure cromatiche. Gli elementi che richiamano il Cubismo sono molti ma l’impasto di generi è notevole: l’espressionismo rappresentato dalla figura gigantesca della madre e il futurismo di cui questo quadro esprime appieno i temi centrali: interno-esterno, penetrazione e compenetrazione di più contesti contemporaneamente esposti.

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Il primo acquerello astratto di Kandinskij https://cultura.biografieonline.it/kandinskij-primo-acquerello-astratto/ https://cultura.biografieonline.it/kandinskij-primo-acquerello-astratto/#comments Wed, 05 Dec 2012 21:08:33 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5239 Kandinskij dipinse il primo quadro astratto nel 1910. Il titolo è Primo acquerello astratto. L’opera fu realizzata con matita, china e acquerello, misura 49,6 x 61,8 cm e attualmente è conservata a Parigi nel Musée National d’Art Moderne. Il quadro, benché alcuni critici lo datino nel 1913, è indubbiamente l’opera d’arte che segna la nascita dell’astrattismo. Fu infatti lo stesso Vasilij Kandinskij, con il suo volume Lo spirituale nell’arte del 1912, insieme a Wilhelm Worringer, con il suo libro Abstraktion und Einfuhlung del 1910, a decretare la nascita dell’arte astratta.

Kandinskij, primo acquerello astratto (1910)
Primo acquerello astratto, Vasilij Kandinskij (1910)

L’astrattismo ha le sue radici nel simbolismo, che si proponeva di cercare, scoprire e rappresentare la realtà interiore e nell’espressionismo che deformava la realtà fino a distruggerla. Kandinskij, dunque, teorizza l’astrattismo e si pone come uno dei suoi interpreti fondamentali.

Proprio con questo acquerello il pittore dimostra concretamente cos’è l’astratto, trasformando ogni elemento figurativo in un insieme di forme e colori che tendono a raggiungere una rappresentazione simbolica degli stati d’animo interiori.

La ricerca della pura espressione simbolica, si avvale dei colori e delle forme in una ricerca costante della purezza e dell’incontro spirituale fra arte e coscienza, senza alcun filtro che rappresenti la realtà in immagini e figure identificabili e definibili.

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L’Urlo, di Munch https://cultura.biografieonline.it/urlo-munch/ https://cultura.biografieonline.it/urlo-munch/#comments Tue, 23 Oct 2012 11:44:42 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4287 L’Urlo è uno dei quadri più famosi dell’arte contemporanea e quello più conosciuto del pittore Edvard Munch. Dipinto nel 1893, rappresenta un’angoscia universale, tanto forte da cambiare tutta la percezione dell’universo intorno al protagonista che in un’agonia solitaria non riesce a far conoscere e quindi ad esprimere il proprio dolore che rimane indifferente al resto dell’umanità.

Edvard Munch, "L'Urlo" (1893)
Edvard Munch, “L’Urlo” (1893)

Storia del dipinto

L’artista immaginò la realizzazione del quadro un pomeriggio mentre passeggiava su un ponte con altri due amici. Improvvisamente notò il tramonto che assumeva una colorazione molto intensa, rosso sangue con riverberi infuocati e colpito profondamente da questa immagine si fermò appoggiandosi alla balaustra del ponte mentre gli amici continuavano a passeggiare, indifferenti, senza accorgersi delle pene che l’artista stava vivendo, cogliendo nel colore del tramonto un infausto e doloroso grido di dolore della natura.

Significato e interpretazione dell’opera

Edvard Munch
Il pittore norvegese Edvard Munch

Si tratta, quindi, dell’espressione pittorica di un’esperienza autobiografica che però negli anni è diventata testimonianza di pene e sofferenze universali. Si può interpretare, quindi, come la solitudine dell’uomo di fronte a tutto e come l’impossibilità di far conoscere e quindi di condividere la propria pena siano due stati d’animo universali e senza tempo.

Nel quadro, infatti, l’uomo che urla, il protagonista, sembra piegare e modificare la natura intorno a sé, a parte i suoi due amici che stanno passeggiando indifferenti e  proseguono senza accorgersi o senza voler prendere consapevolezza di ciò che sta accadendo a Munch.

Entrambi rappresenterebbero l’indifferenza della società e più sottilmente di ogni singolo essere umano di fronte alle pene degli altri. La natura, che nell’ idea dell’artista rappresenta la protagonista del quadro, in verità diventa per lo spettatore una conseguenza del dolore del protagonista, il quale assume una forma quasi umanoide, senza capelli con un volto deformato, per lo sforzo, immenso e sovrumano, di emettere l’urlo di dolore che lo perseguita.

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