Ercole Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 24 Nov 2023 13:07:43 +0000 it-IT hourly 1 Le 12 fatiche di Ercole https://cultura.biografieonline.it/ercole-12-fatiche/ https://cultura.biografieonline.it/ercole-12-fatiche/#comments Fri, 24 Nov 2023 11:52:47 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=22264 Le 12 fatiche di Ercole, detto Eracle in greco, sono delle storie che fanno parte della mitologia greca. Si ipotizza che siano state unite in un unico racconto chiamato L’Eracleia dall’autore Pisandro di Rodi, intorno al 600 a.C. Purtroppo però nulla si sa di certo perché questo testo è andato perduto. Certamente sappiamo che le storie sono state tramandate oralmente e sicuramente in un primo momento in maniera distinta. Esse raccolgono tutte quelle imprese che l’eroe Ercole ha dovuto compiere per espiare il peccato di aver ucciso sua moglie e i suoi figli durante un attacco d’ira. Tale condizione fu scatenata dalla dea Era per gelosia nei suoi confronti.

Ercole - Eracle - Dodici fatiche - Leone di Nemea - 12 fatiche di Ercole
Illustrazione: Ercole sconfigge il Leone di Nemea nella prima delle sue dodici fatiche. Esiste anche un riferimento astrologico con la Costellazione del Leone.

La nascita di Ercole

Ercole nacque da una relazione tra sua madre Alcmena, moglie di Anfitrione re di Tirinto, e Zeus, re degli dei. Quest’ultimo si innamorò della fanciulla e, per possederla, decise di assumere le sembianze del marito per una notte, così da potersi introdurre nel suo letto senza destare sospetti. Da questa relazione nacque Eracle, chiamato poi Ercole nella mitologia romana. Era, la moglie di Zeus, era molto gelosa del bambino che suo marito aveva avuto da un’altra donna e per questo rese la vita impossibile al fanciullo sin da quando aveva una tenera età. Mise due serpenti velenosi nella culla del bambino, che però fu così forte – la forza è la caratteristica principale dell’eroe Eracle – che riuscì ad ucciderli.

L’Oracolo di Delfi

L’ira di Era non si placò nel corso degli anni, anzi restò sempre vivida: fu a causa sua che l’eroe ebbe un attacco di rabbia e, in preda a questo sentimento, uccise la moglie Megara e i loro otto figli. Dopo questo evento, egli volle suicidarsi ma il suo amico Teseo e il re Tespio lo convinsero a recarsi presso l’oracolo di Delfi per purificarsi.

L’Oracolo consigliò all’eroe di mettersi al servizio del re di Argo, Micene e Tirinto, Euristeo. Egli fu colui che gli ordinò di eseguire le dodici fatiche, nell’arco dei dodici anni in cui sarebbe rimasto al suo servizio. Euristeo era però la persona che aveva usurpato il trono, posto che sarebbe invece spettato di diritto ad Ercole. L’eroe quindi provava un forte risentimento nei confronti di Euristeo. Se avesse superato queste prove, Eracle-Ercole avrebbe ottenuto l’immortalità.

Le 12 fatiche di Ercole: l’elenco

Le dodici imprese che Ercole dovette compiere sono nell’ordine:

  1. L’uccisione del leone di Nemea

    Eracle doveva cercare questo leone che terrorizzava la gente e che viveva nella zona compresa tra Micene e Nemea. Riuscì nell’intento strangolandolo con la forza delle sue mani. Con la pelle dell’animale (che aveva il dono dell’invulnerabilità) si cucì poi un mantello.

  2. L’uccisione dell’immortale Idra di Lerna

    Questo mostro, l’Idra di Lerna, era un serpente enorme che viveva in una palude. Aveva sette teste e non appena venivano recise, ricrescevano. Ercole riuscì a sconfiggerlo bruciando i tronconi da cui spuntavano le teste e schiacciandolo con un masso.

  3. La cattura della cerva di Cerinea

    La cerva era l’animale sacro ad Artemide, dea della caccia, e aveva il potere di incantare chiunque la inseguisse, conducendolo in luoghi dai quali non avrebbe più fatto ritorno. Ercole riuscì a condurre la cerva di Cerinea al re, ferendola leggermente. Euristeo rimase stupito della riuscita dell’impresa. Rimise poi la cerva in libertà per non far infuriare la dea Artemide.

  4. La cattura del cinghiale di Erimanto

    Ercole riuscì a catturare il feroce cinghiale di Erimanto che stava devastando la regione dell’Attica.

  5. Ripulire in un giorno le stalle di Augia

    Le stalle di Augia non venivano pulite da circa trent’anni. Ercole riuscì a portare a termine l’impresa in un solo giorno, deviando il corso di un fiume.

  6. La dispersione degli uccelli del lago Stinfalo

    Gli uccelli stavano devastando la regione del lago di Stinfalo cibandosi di carne umana. Erano uccelli mostruosi, con penne, becco ed artigli di bronzo. Con le loro penne che fungevano da dardi erano capaci di trafiggere mortalmente le loro vittime. Avevano inoltre un finissimo senso dell’udito. Ercole per sconfiggerli sfruttò proprio questa caratteristica. La dea Atena donò all’eroe delle potenti nacchere (o sonagli) di bronzo, il cui suono rese i mostruosi uccelli vulnerabili. Uccise così buona parte dello stormo utilizzando frecce avvelenate con il sangue dell’Idra di Lerna. Gli uccelli sopravvissuti invece volarono via per sempre.

  7. La cattura del toro di Creta

    L’eroe riuscì a catturare la terribile bestia, il toro di Creta, che stava creando molti problemi nell’isola. Vi riuscì grazie all’utilizzo di una particolare rete da lui costruita.

  8. Il rapimento delle cavalle di Diomede

    Le terribili cavalle di Diomede venivano nutrite con carne umana. Ercole riuscì a catturarle dopo aver ucciso il proprietario. Questi venne divorato dai suoi stessi animali.

  9. La presa della cintura di Ippolita, regina delle Amazzoni

    La richiesta relativa alla nona fatica di Ercole venne da Admeta, figlia di Euristeo. Ella desiderava la bellissima cintura d’oro della regina delle Amazzoni, Ippolita. L’oggetto, che le era stato donato dal padre Ares, la rendeva fortissima. Ercole partì con alcuni eroi, tra cui Teseo (anch’egli protagonista di 6 mitologiche fatiche), e riuscì ad ottenere la preziosa cintura dopo una battaglia con le terribili donne guerriere. Queste erano inoltre state spinte da Era ad odiarlo.

  10. Il rapimento dei buoi di Gerione

    Gerione fu un mostro con tre teste e sei braccia. I suoi buoi erano ben custoditi ai confini del mondo allora conosciuto. Ercole separò due monti e vi piantò due colonne (le colonne d’Ercole, oggi identificate con lo stretto di Gibilterra) pur di raggiungere gli animali. Nonostante una dura lotta con Gerione, riuscì nell’intento.

  11. La presa delle mele d’oro nel giardino delle Esperidi

    Ercole riuscì ad ottenere le preziose tre mele d’oro, scoprendo dove si trovava il giardino delle Esperidi. Lo fece mettendo in atto un tranello di cui fu vittima Atlante, l’unico a sapere l’esatta ubicazione del luogo.

  12. Portare vivo Cerbero a Micene

    Ercole riuscì con la forza delle sue mani a domare Cerbero, il terribile cane a tre teste che era posto a guardia degli inferi. Una volta giunto a Micene con Cerbero, il re Euristeo però ebbe così tanta paura dell’animale che ordinò ad Ercole di riportarlo indietro. Colpito dal suo coraggio, il re decise che era arrivato il momento di far terminare le fatiche di Ercole, liberando l’eroe dalla sua prigionia.

Le dodici fatiche di Ercole - Ercole e le tre mele d'oro - Eracle e Atlante
A sinistra Ercole con i tre pomi d’oro. A destra Atlante, che sorregge il mondo sulle sue spalle.

La metafora delle dodici fatiche di Ercole

Le 12 fatiche di Ercole possono essere interpretate come metafora di un cammino spirituale e di purificazione. Esse sono 12 perché nella più famosa rappresentazione scultorea nel tempio greco dedicato a Zeus ad Olimpia, sono appunto rappresentate in 12 metope (elementi architettonici del fregio dell’ordine dorico dell’architettura greca e romana).

Le leggende che circolavano intorno all’eroe e alle sue dodici fatiche, divennero poi famose nel corso dei secoli. Esse sono state narrate in particolare nella Teogonia di Esiodo e in numerose tragedie, sia di Sofocle che di Euripide. La fama dell’eroe Eracle-Ercole è rimasta intatta fino ai giorni nostri, grazie al suo coraggio e alla sua forza ma soprattutto al suo voler sfidare la morte.

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Ercole e le tre mele d’oro (l’undicesima fatica di Ercole) https://cultura.biografieonline.it/ercole-tre-mele-oro/ https://cultura.biografieonline.it/ercole-tre-mele-oro/#comments Sat, 15 Apr 2017 05:58:52 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=22217 La storia di Ercole e le tre mele d’oro fa parte del mito delle dodici fatiche di Ercole. La fatica relativa alle mele d’oro è la Numero 11. In un primo momento le storie furono narrate separatamente. Successivamente furono riunite in un’unica storia, forse in un volume oggi andato perduto. Il titolo del volume è Eracleia, e sarebbe stato scritto intorno al 600 a.C. da Pisandro di Rodi. L’eroe della mitologia greca, Ercole, dovette compiere queste imprese per riscattarsi. Egli uccise la moglie e i figli, a seguito di un attacco d’ira generato da Era, gelosa del fatto che Ercole fosse un figlio illegittimo di suo marito Zeus.

Ercole e i tre pomi d'oro - nel giardino delle Esperidi - Rubens - dettaglio
Un dettaglio del quadro di Pieter Paul Rubens: “Ercole nel giardino delle Esperidi” (olio su tela, 246×168,5 cm, 1638 circa)

Ercole

Eracle – questo è il suo nome per i greci – è il protagonista di molte vicende mitologiche. Eracle era un semidio, nato dall’unione tra Zeus ed Alcmena (figlia di Elettrione e di Euridice). La sua caratteristica principale è la sua grande forza. Il mito di Ercole lo vede sempre al centro di complicate vicende. La figura di Eracle è stata quindi adottata anche dalla mitologia romana, proprio grazie alla sua fama, e all’interno di questo contesto ha assunto il nome di Ercole.

Le dodici fatiche di Ercole

La storia delle dodici fatiche è piuttosto lunga e complessa. Basta ricordare la motivazione che spinse l’eroe a compiere queste gesta: egli, a seguito di un attacco di rabbia provocato da Era, uccise sua moglie Megara e gli otto figli che con lei aveva avuto. Dopo questo grave episodio, l’eroe volle suicidarsi ma venne convinto dal re Tespio a recarsi a Delfi. Qui incontrò l’oracolo che lo aiutò a trovare un modo per purificarsi da questa nefandezza.

L’oracolo consigliò ad Eracle di mettersi al servizio del re di Argo, Euristeo. Questi gli diede il compito di affrontare le dodici fatiche. Le fatiche possono essere interpretate come una sorta di cammino spirituale verso la redenzione. Esse rappresentano tutte le sfide che l’uomo deve compiere durante la vita, sia da un punto di vista morale che filosofico.

Ercole e le tre mele d’oro

La storia di Ercole e delle tre mele d’oro rappresenta l’undicesima fatica. All’eroe venne ordinato di prendere le tre mele d’oro che si trovavano nel giardino delle Esperidi, abitato dalle quattro ninfe figlie della notte. Tale luogo era stato regalato da Gea alla coppia Zeus ed Era, per le loro nozze. Esisteva però un problema: nessuno conosceva l’ubicazione di questo giardino e, di conseguenza, la posizione delle tre mele d’oro.

L’eroe tuttavia non si perse d’animo e andò a cercare informazioni su questo giardino, in lungo e in largo. Provò a cercarlo prima nelle zone remote della Grecia, poi ottenne importanti informazioni da Prometeo, che Ercole liberò dalle catene (era prigioniero dopo aver rubato il fuoco divino), e si recò in Africa. Qui attraversò prima l’Egitto, poi l’Etiopia e la Libia, non senza incontrare per strada molte difficoltà.

Finalmente Ercole riuscì a trovare Atlante, il titano che reggeva il cielo sulle sue spalle. Era l’unico a conoscere il luogo in cui si trovavano le mele d’oro. Ercole si offrì di reggergli la volta celeste mentre lui sarebbe andato a prendere le famose mele. Quando il titano tornò, dopo aver assaporato la libertà dall’enorme peso che era costretto a reggere sulla sua schiena, decise di lasciare Ercole in quella posizione per sempre, svincolandosi così dal suo obbligo.

Il nostro protagonista riuscì però a scappare grazie alla sua furbizia. Si finse onorato di quel compito e chiese ad Atlante di reggergli il peso solo per un attimo, in modo da potersi costruire una stuoia che avrebbe alleviato i suoi dolori. Atlante gli credette ma Ercole scappò via, senza dimenticare di prendere le tre mele d’oro. Ercole-Eracle portò così a termine la sua undicesima fatica.

Ercole e le tre mele d'oro - Eracle e Atlante
Ercole e le tre mele d’oro – Eracle e Atlante

Ercole nell’arte e nella letteratura

Grazie alla sua astuzia, Ercole è stato uno dei personaggi della mitologia più amati. Seppe districarsi in situazioni pericolose, sfruttando non soltanto la sua forza fisica ma soprattutto quella morale. Per questo è stato ritratto dai più grandi artisti di tutti i tempi e le sue imprese sono state narrate da molti scrittori.

Dal punto di vista iconografico, si ricordano un mosaico romano del III sec. che ritrae l’eroe proprio nel giardino delle Esperidi, e il dipinto ad olio su tela del pittore Rubens (1638) che rappresenta proprio questa scena ed è conservato alla Galleria Sabauda di Torino. Questo dimostra quanto il mito sia rimasto uno dei più famosi anche col passare dei secoli e quanto la fama di Ercole sia duratura, in particolar modo nelle arti figurative.

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Maciste https://cultura.biografieonline.it/maciste/ https://cultura.biografieonline.it/maciste/#comments Wed, 16 Mar 2016 16:46:19 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=17516 Maciste, a differenza di quello che a volte capita di sentire, non è un eroe della mitologia greca o romana, bensì un personaggio cinematografico. Pare, ma non ci sono prove storiche al riguardo, che fu Gabriele D’Annunzio ad inventare il personaggio all’inizio del XX secolo. E’ un’opinione consolidata questa, che attribuisce al poeta la paternità del personaggio ma in realtà non è mai stata provata da fonti certe.

Maciste

Maciste in seguito diventò, comunque, un personaggio famoso del grande schermo. La sua prima apparizione avvenne nel film “Cabiria” girato nel 1914, dove l’attore Bartolomeo Pagano interpretò il ruolo di un Maciste forte e coraggioso capace di sbriciolare chiunque gli sia nemico, proteggendo al contempo i più deboli – perché appunto è un buono di cuore – e coloro che sono in pericolo.

I film della serie Maciste

L’attore Bartolomeo Pagano interpretò il ruolo di Maciste per 12 anni, partecipando a una serie film come “Maciste alpino“, “M. atleta“, “M. medium“, “M. innamorato“, “M. poliziotto“, “La rivincita di Maciste“.

Bartolomeo Pagano
Bartolomeo Pagano

In molti film si assiste ad una trama comune: una ragazza viene rapita da alcuni malviventi ma Maciste, che si trova per caso nello stesso luogo, interviene per salvarla e restituirla alla famiglia. Lo schema è il rapimento, la fuga, l’equivoco, la difficoltà nel liberarla e poi il lieto fine.

Inizialmente l’ambientazione non fu all’epoca dei Greci antichi o dell’impero Romano, bensì nel XX secolo. Tuttavia, siccome il personaggio si prestava bene ad ogni contesto e in modo particolare a quello delle trame ambientate nell’antichità, fu comunemente considerato alla stessa stregua di Ercole.

Mentre i primi film, quelli girati con protagonista Pagano, avevano i loro pregi e comunque diedero vita ad un filone narrativo, quelli ambientati all’epoca della civiltà greco-romana furono sviluppati avvalendosi di sceneggiature molto schematiche, lineari e semplici.

Totò contro Maciste
Locandina del film “Totò contro Maciste” – Il protagonista è interpretato da Samson Burke

Il personaggio di Maciste venne utilizzato anche in film comici a fianco di Totò (nel film “Totò contro Maciste” del 1962) ma anche dalla celebre coppia Vianello – Mondaini.

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Che cosa sono le Colonne d’Ercole? https://cultura.biografieonline.it/colonne-d-ercole/ https://cultura.biografieonline.it/colonne-d-ercole/#comments Sun, 05 Jan 2014 20:21:09 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9158 Secondo gli antichi Greci, le Colonne d’Ercole, ovvero i due promontori rocciosi che danno forma allo Stretto di Gibilterra, punto nel quale il tranquillo e riparato Mar Mediterraneo si incontra con il più impetuoso Oceano Atlantico, esistevano per indicare il limite oltre il quale non era più possibile fare ritorno perché al di là, il pericolo e l’ignoto ci spingevano verso la fine del mondo.

Le Colonne d'Ercole
Cosa sono e dove si collocano geograficamente le Colonne d’Ercole?

Il mitico eroe Ercole, secondo la leggenda, si sarebbe spinto proprio fino a quel punto non varcando mai, però, lo stretto durante tutto il suo vagabondare in giro per il Mediterraneo, tentando di portare a buon termine le dodici gigantesche fatiche.

Le colonne d’Ercole rappresentavano il limite estremo del mondo conosciuto ed il limite della conoscenza. Secondo un’antica leggenda di quel tempo, il mitico Ercole arrivò fino alle pendici dei monti Calpe e Abila considerati i limiti estremi del mondo, oltre il quale un comune mortale non poteva più proseguire ed allora decise di scindere il monte in due parti creando le due colonne e vi impresse la seguente incisione: “non plus ultra”.

Nonostante la paura da parte dell’uomo di tutto ciò che gli è sconosciuto, l’istinto di venire a conoscenza della verità prevale sempre e ciò portò le navi a spingersi oltre la soglia dell’impossibile, per il costante desiderio di conoscere, scoprire e sapere.

Oltre le colonne, oltre il mondo conosciuto però, Platone vi posiziona Atlantide, mitica isola ricca di argento e di metalli preziosi, con il suo popolo di grandi navigatori che, dopo avere fallito l’invasione di Atene, sprofondò in un solo giorno e una sola notte.

Illustrazione relativa alle Colonne d'Ercole
Colonne d’Ercole: illustrazione

Oltre le Colonne d’Ercole, Cristoforo Colombo cerca una rotta che lo porti alle Indie. Dante Alighieri, invece, pone il monte del Purgatorio a cinque mesi di navigazione oltre le colonne che il solo Ulisse riuscì a vedere prima di lui, poiché la sua nave venne travolta da un turbine divino. Altri studiosi e storici collocano le Colonne d’Ercole in prossimità dello Stretto di Sicilia o ad oriente verso il Mar Nero.

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