Elvis Presley Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Sun, 18 Aug 2024 14:53:23 +0000 it-IT hourly 1 I più grandi successi di Elvis Presley https://cultura.biografieonline.it/i-piu-grandi-successi-di-elvis-presley/ https://cultura.biografieonline.it/i-piu-grandi-successi-di-elvis-presley/#comments Wed, 06 Sep 2023 13:11:33 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1235 La musica ha suonato un ritmo tutto nuovo, grazie a Elvis Presley. Il cantante, nato a Tupelo l’8 gennaio 1935, è la star del rock’n’roll. Prima di Elvis, nessuno era riuscito a sedurre il pubblico con così tanta forza, merito sicuramente di una voce incredibile, ma anche della sua capacità di stare sul palco e ipnotizzare lo spettatore.

Elvis Presley
Elvis Presley

Il contesto storico: gli anni ’50

Elvis Presley è diventato famoso in un momento estremamente produttivo della musica.  Negli anni Cinquanta tutto doveva ancora essere sperimentato. A ben vedere i limiti di quel periodo storico, soprattutto negli Usa, erano di carattere culturale: le radio dell’epoca facevano distinzioni tra ritmi bianchi e neri. Per Elvis la musica non aveva colore, proprio come la sua voce. Probabilmente è stata proprio quest’apertura mentale a permettergli di andare oltre, di osare e di esprimere il suo talento senza inibizioni.

L’esordio e la carriera

La sua carriera iniziò nel 1954, collaborando con la Sun Records: il 7 luglio la radio WHBQ trasmise per la prima volta That’s all right, nel programma Red, Hot & Blue di Dewey Phillips. E’ qui che il mondo conobbe la sua stella. Lo dimostra la leggenda che racconta che Phillips dovette far suonare quella canzone per 14 volte di seguito, perché fu sommerso da 47 chiamate. Oggi sembrano poche, ma nel 1954 erano tantissime.  Questo singolo ha venduto oltre 20.000 copie e ha raggiunto il 4° posto nella classifica di Memphis.

Con la Sun Records, Elvis incise numerosi dischi, tutti di successo. Oltre a That’s All Right (Mama), ricordiamo Blue Moon of Kentucky, Good Rockin’ Tonight e Baby Let’s Play House. Questa è solo l’inizio della sua carriera, nel 1955 dalla radio Elvis approda in televisione, grazie al suo manager il Colonnello Tom Parker.  Il rock’n’roll entrò nelle case degli americani e fu una rivoluzione culturale. Per l’epoca era una musica forte, nuova, accompagnata da movimenti definiti scabrosi.

The Pelvis

Non a caso Presley fu chiamato The Pelvis, proprio per l’ondeggiare del suo bacino. Le canzoni di quel periodo furono molto discusse, ma raggiunsero sempre le vette delle classifiche. Ricordiamo alcuni successi, come Hound Dog (13 milioni di copie), Jailhouse Rock (il  singolo ha venduto più di 9 milioni di copie), All Shook Up (7 milioni di copie) e Love Me Tender (5 milioni di copie). Ma c’è di più, perché questi singoli ancora oggi sono tra i più venduti nella storia della musica.

Ma la forza di Elvis non era solo quella di interprete, il suo successo fu tale che da semplice cantante divenne anche attore, complice il suo bell’aspetto. Il 15 novembre 1956, Al Paramount Theater di New York viene proiettata la prima del film “Love Me Tender”, il lungometraggio di debutto di Elvis Presley.

Il melodramma, ambientato durante la Guerra Civile, nel Sud dell’America, raccoglie un buon consenso di pubblico e anche di critica, che elogia l’interpretazione di Elvis. È ancora agli inizi della sua carriera, ma da qui al il 1958, Presley interpreta 4 pellicole ed è diretto da veri maghi della cinepresa, come Robert Wise e Michael Curtiz. Questo fu solo l’inizio, perché negli anni Sessanta prese parte a più di 29 film, molti però furono dei veri flop.

The King

I grandi numeri di The King non erano solo legati alle canzoni e ai film. Secondo una stima del 1956 del The Wall Street Journal, il business del cantante aveva prodotto in un paio d’anni di carriera un guadagno in vendite pari a 22 milioni di dollari. Una cifra folle!

Nel 1958 Elvis visse uno dei periodi più dolorosi: morì sua mamma Gladys, ammalata di epatite acuta a soli 46 anni. Il cantante probabilmente da questo lutto non è più stato in grado di riprendersi e la sua carriera fece davvero fatica a mantenersi sulla cresta dell’onda. Tom Parker fece di tutto per promuoverlo, trovargli ingaggi e spronarlo.

Gli anni ’60

Elvis dovette fare i conti, in questo decennio, con i problemi personali, ma anche con un mercato in cambiamento: gli anni Sessanta furono anche gli anni dei Beatles (che incontrò nel 1965) e dei Rolling Stones che conquistarono una fetta enorme del mercato. Nel 1960, Elvis tornò finalmente in sala di registrazione (dopo il servizio militare): il suo album GI Blues entrò nella classifica e ci restò 111 settimane. Il pubblico non l’aveva dimenticato, ma il suo senso di frustrazione continuò a crescere e nella seconda metà degli anni Sessanta iniziarono i flop, soprattutto cinematografici. È qui che i primi segni di depressione furono evidenti, nonostante una vita privata soddisfacente: si sposò con Priscilla e insieme comprarono un enorme ranch nel Mississipi.

Elvis Presley
Elvis Presley

Gli anni ’70

Si scorse una luce alla fine del tunnel a Natale del 1968, quando andò in onda sulla NBC, uno speciale dedicato a Presley, 68 Comeback Special: l’enorme successo di pubblico segnò  ufficialmente il suo grande ritorno.

Dal 1970 al 1976, in splendida forma, si esibì in quasi un migliaio di concerti (ne tenne uno ogni due giorni). Ormai il fenomeno The Pelvis sembrava aver conquistato il mondo, tanto che il 21 dicembre 1970 si recò alla Casa Bianca per incontrare il presidente Richard Nixon.

I singoli di maggior successo di questo decennio furono: Kentucky Rain (1970), The Wonder of You (1970), There Goes My Everything (1971), Burning Love (1972), Steamroller Blues (1973), Promised Land (1974), My Boy (1975), T-R-O-U-B-L-E (1975) e Moody Blue (1977).

Inoltre è fondamentale ricordare il suo primo show satellitare, trasmesso da Honolulu, Elvis: Aloha From Hawaii. Lo show televisivo fu seguito da oltre un miliardo di telespettatori in 40 Paesi.  Da questo programma, è stato anche ricavato il primo disco quadrifonico, diventato million seller, intitolato Aloha From Hawaii: Via Satellite (1973).

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Triple Elvis (opera di Andy Warhol) https://cultura.biografieonline.it/warhol-triple-elvis/ https://cultura.biografieonline.it/warhol-triple-elvis/#respond Mon, 01 Feb 2016 18:04:04 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=16259 Nel 1962 Elvis Presley appare per la prima volta nelle opere realizzate da Andy Warhol, proprio come Liz Taylor.“Triple Elvis” è una serigrafia su vernice all’alluminio, realizzata su una tela di centimetri 208,3 x 182,9. Il re del rock apparirà anche in altre opere di Warhol quali “Red Elvis” o “Elvis 49 times”.

Triple Elvis - Andy Warhol
Triple Elvis (Andy Warhol, 1962)

Triple Elvis: analisi dell’opera

Il cantante e attore viene rappresentato in posa da pistolero, proprio per cogliere le caratteristiche principali della sua carriera cinematografica e sintetizzarle, nonché ricordare il celebre movimento di gambe dell’artista. Rappresentato come un clone e stampato su una vernice argentata all’alluminio, il gruppo di 3 Elvis accerchia lo spettatore. Per questo motivo, Warhol non taglia i rotoli della tela, creando un effetto di infinito delle immagini, come se si trattasse di una galleria degli specchi.

Così facendo, l’artista conferisce all’opera un forte impatto emotivo. Lo sguardo del cantante fissa un punto fuori dalla tela. La precisione lascia sbalorditi: vengono evidenziate persino le pieghe della camicia. Qui si vedono le tre immagini perfettamente posizionate entro la tela, leggermente sovrapposte, ma ciò non genera distorsione come in altre serie di opere. Questa sovrapposizione ricorda la striscia di pellicola o i singoli fotogrammi contenuti nell’immagine: messe insieme generano però un senso di dinamismo e movimento.

L’impatto che dà questa pittura è notevole: tutto è curato nei dettagli, come le punte degli stivali. Warhol è stato un grande appassionato di cinema ed è appunto dal cinema che attinge per le sue serigrafie. Elvis viene rappresentato come un nuovo dio scintillante con bardature semi-religiose; si veda proprio l’utilizzo dell’argento, che ricorda gli ornamenti religiosi della chiesa cattolica bizantina. In questo, anche il particolare della pistola, potrebbe trattarsi del sostituto delle spade o delle lance dei guerrieri santi cristiani.

C’è da notare che nei primi anni del 1960, il mondo dell’arte negli Stati Uniti era dominato dagli espressionisti astratti. Al contrario di come Warhol ha rappresentato altri idoli, Elvis appare molto vivo: gli conferisce il senso di ribellione proprio del cantante, celebre soprattutto tra i giovani.

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