Einaudi Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Thu, 12 Nov 2020 10:11:45 +0000 it-IT hourly 1 La ballata di Adam Henry (libro) https://cultura.biografieonline.it/ballata-di-adam-henry/ https://cultura.biografieonline.it/ballata-di-adam-henry/#comments Mon, 13 Jun 2016 13:53:30 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=18940 ianmcewan è uno di quegli scrittori che mi danno certezze. scrive così pulito che resto comunque sorpresa ogni volta. così vale anche per la ballata di adam henry – einaudi, 2014.
la trama in brevissimo, un giudice dell’Alta Corte Britannica, in crisi col marito, si trova a dover decidere se disporre o meno che un ragazzo malato di leucemia venga sottoposto a trasfusioni che per la religione dei suoi genitori, e sua, sono proibite. lo incontra, si fa un’idea, dispone, la storia va avanti un po’.

La ballata di Adam Henry
La copertina del libro “La ballata di Adam Henry” (di Ian McEwan • Einaudi, 2014)

non è un libro sulla religione, anche se appare abbastanza chiaro che forse mcewan non è il maggior sostenitore delle tesi dei testimoni di geova. le motivazioni che danno i genitori ed il ragazzo stesso sono argomentate e chiare, ma sarà un mio parere, vengono comunque percepite come assurde.

forse sono solo io, che le percepisco assurde, perché già le considero tali. non le motivazioni di questo culto, ma in generale quelle di tutte i culti. è proprio una cosa che va contro la mia razionalità. non ci arrivo, non ci riesco.

faccio un esempio, mia madre è celiaca. celiaca vera, non per moda. mia madre va in chiesa, e ha la sua scatolina con le particole per celiaci e via andare. una parrocchiana l’ha apostrofata come cattiva credente perché dice se nell’ostia c’è gesu, non può farti male. un prete invece le ha detto guardi che in africa mica ci sono tutte queste stupidaggini qui. ok gente, seriamente. non mi prolungo perché altrimenti mi innervosisco e non voglio che nessuno si offenda.
quindi sereni, non ce l’ho con la vostra religione, ma con tutte quante indistintamente.

ma questo libro ha altro. ha l’urlo di una persona che vuole essere ascoltata. forse di più persone. c’è l’urlo di fiona quando il marito se ne va perché la routine lo annoia, c’è l’urlo del marito che vorrebbe tornare ai primi innamoramenti, c’è soprattutto l’urlo di adam henry, che sta crescendo e ha bisogno. e allora la religione, la musica, le poesie, diventano un megafono per dire sono qui, per dire valgo anche io, ma gli adulti magari sono presi da mille altre cose e vivono le sue urla come cose carine di un bambino che sta crescendo oh che bella questa poesia ora mamma la attacca sul frigo eh.

Ian McEwan
Ian McEwan

ian mcewan parla di adam henry come potrebbe parlare di chi tra noi ha bisogno del consenso. ha bisogno di essere riconosciuto per riconoscere sé stesso, per non scomparire. certa gente non ha bisogno dell’approvazione altrui. non lo so come fa. non lo so proprio.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/ballata-di-adam-henry/feed/ 1
Il cartello, libro di Don Winslow https://cultura.biografieonline.it/il-cartello-don-winslow-libro/ https://cultura.biografieonline.it/il-cartello-don-winslow-libro/#respond Thu, 07 Apr 2016 22:44:27 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=17893 messico e nuvole

faccio sempre molta fatica a scrivere di libri che mi piacciono. specialmente quando sono famosi e l’interweb è pieno di recensioni vere. quindi sono giorni che mi dico devi scrivere su quel libro lì, e giorni che rimando. procrastination is my religion.
il libro è di donwinslow, il cartello – einaudi, 2016.

Don Winslow - Il Cartello - libro
Don Winslow, Il Cartello • Copertina del libro (Einaudi, 2016)

don winslow è uno dei miei autori preferiti. da podio, proprio.
molti anni fa, quando sul blu* ci si andava tutti i giorni, quando non c’erano ancora tanti figli (degli altri), quando alla fine quello che si faceva era leggere e guardare film, qualcuno aveva consigliato di leggere il potere del cane. forse kollaps, che ora sta in india, o forse gian, che non mi parla da anni.
io ero andata in libreria e avevo diligentemente preso un libro intitolato il potere del cane. peccato fosse un libro di thomassavage con lo stesso titolo e leggendolo mi domandavo perché l’avessero consigliato. cioè non era un libro da mandare al macero ma.
sto manco a dire che non ricordo assolutamente niente, di quel libro.

poi ho letto il potere del cane quello vero. e BABAM! è stato amore. ma ammòre vero anche più forte di quello che ho provato l’altro giorno quando ero a fare il tifo per i maratoneti aspettando le mie amiche e ne sono passati due boni ma così boni che comunque non potevo inseguirli perché pur essendo al 21° correvano tipo a 4’/km.

da lì ho chiaramente letto tutto, incluso un libro non suo ma a cui uno suo si collega (shibumi, di trevaninan). e aspetto sempre il prossimo. il potere del cane l’ho preso il giorno dell’uscita ma l’ho tenuto lì un po’, l’ho coccolato, prima di leggerlo.
è pazzesco. don winslow le cose le sa. perché le studia, non le inventa. perché lui dedica il libro a tutti i giornalisti ammazzati in messico, invece che alla cagnolina, per dire. perché ogni giorno, anche su twitter, fa ottime analisi del narcotraffico messicano.
ho trovato carino questo (ocio, SPOILER). ma winslow non copia, spiega. e a me, che del messico non so nulla, racconta le cose.
btw se avete visto narcos, troverete molti punti di contatto.

io di don winslow non riesco bene nemmeno a parlare. non so scegliere tra bobby z e frankie machine, ma so che vorrei essere in spiaggia con la pattuglia dell’alba, ohana. che poi, ohana, io ce l’ho scritto sul braccio, e vuol dire tanto tantissimo. don winslow racconta di mortiammazzati ma non è splatter manco quando chiunque altro lo sarebbe. don winslow è baja california ma anche new york, città del messico e molto altro. avete visto la serie tv graceland? ecco, rende l’idea.

niente non sono capace a parlare di una cosa che mi è piaciuta molto. non vengono fuori, le cose. e questo è un mio problema un po’ sempre.

*il blu è il nome di un forum nato da un gruppo di ammutinati dal forum ufficiale di ammaniti, che ha riempito graaaaaaande parte della mia vita.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/il-cartello-don-winslow-libro/feed/ 0
Terapia di coppia per amanti, libro di Diego De Silva https://cultura.biografieonline.it/terapia-di-coppia-per-amanti/ https://cultura.biografieonline.it/terapia-di-coppia-per-amanti/#comments Thu, 17 Mar 2016 15:29:42 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=17565 lui lei l’altra e viceversa

questa volta diegodesilva non racconta dell’avvocato malinconico (vincenzo, malinconico) che a me piasce tanto, ma affronta un tema diverso. terapia di coppia per amanti – einaudi, 2015 parla di lui che sta con lei, di lei che sta con lui, ed entrambi sono sposati con altre persone, prole a carico.

Terapia di coppia per amanti - libro - Diego De Silva
Terapia di coppia per amanti, la copertina del libro di Diego De Silva (Einaudi, 2015)

non si tratta di una storia di corna, si tratta proprio di una storia d’ammòre tra due persone che ops, sono già impegnate. lui e lei con l’altro e l’altra di contorno dove però l’altro e l’altra sono i coniugi reali, che in questo libro stanno un po’ ai margini, a contorno appunto, ma non come le patate al forno che sono un po’ il pezzo principale anche se accompagnano il secondo, sono un po’ come quell’insalatina sciapa sotto le seppie grigliate che la mangi solo se hai ancora fame e manco la puoi condire perché non ti portano il sale.

dire la mia sull’adulterio è difficile. sono davvero poco coerente all’apparenza, ne parlavo giusto recentemente in ufficio. la fedeltà non è genetica, è qualcosa a cui ci siamo adattati. se fosse genetica non ci sarebbero casi di infedeltà, o ce ne sarebbero meno.
da parte mia, scelgo di essere fedele ma è una scelta dettata dalla razionalità, non completamente naturale. come scelgo di non mangiare 5 pizze a sera, ma non perché non mi vadano, solo perché so che per un tot di motivi è meglio non lo faccia. ma se lo facessi? ma se qualcun altro lo facesse? chi sono io per giudicare? nessuno. ma nessuno proprio, ognuno fa le proprie scelte che non sono manco giuste o sbagliate, sono scelte.

era notte e gli era squillato il telefono e il giorno dopo avevo visto che c’era il nome roby. strano, che roby il suo amico di rapallo gli facesse uno squillo alle 2 di notte. allora dai dimmi [ridendo] chi è roby, davvero?
il gelo.
sono passati quanti, 13 anni? ma io la sua faccia ancora me la ricordo. è diventato verde. poi bianco. poi ha balbettato. e io non ci credevo ma invece sì.
ma se vuoi continuiamo a stare insieme eh, basta che chiudi con lei. 
ma io sono innamorato di entrambe.
ma vatteneunpoaffanculo, piglia i tuoi vestiti e vattene da questa casa. ti auguro di stare bene con lei. [poi in realtà no, lei l’ha scaricato subito. ma anni dopo lui ha trovato quella che secondo me è davvero sempre stata il sogno della sua vita e hanno una bimba e io sono davvero contenta per loro].
andava avanti da 6 mesi e uno dice ma sarai cretina che non ti sei accorta? non mi sono accorta perché era sempre con me, tutte le sere, compleanni, natali. e poi cazzo se era bello. come poteva uno bello così stare con me. e infatti, appunto.
ah quindi lei c’era quella sera a settala quando siamo andati a sentire quel gruppo che suonava. maronna se sei stato bravo a fare finta di niente.
oh, pazienza.

siamo 6miliardi e più sulla terra, è statisticamente impossibile che l’anima gemella viva in un raggio di qualche centinaio di km da noi, abbia l’età della ragione e voglia stare con noi. le nostre vite di coppia, è tutto scelto, è razionale.
credi nell’ammòre annina? ma va, io credo solo nelle cose che vedo o che spiego razionalmente.
ma stai bene col tuo moroso? sì certo, ma c’è anche una percentuale di scelta mia.

d’altro canto, sono gelosissima. ma facciamola breve, non è una questione di fedeltà qui, è una questione di autostima, di sicurezza in me stessa. non andare con altre ti prego perché vorrebbe dire che io non valgo abbastanza, che non sono, abbastanza.

i protagonisti del libro “terapia di coppia per amanti” di de silva io non lo so se sono davvero innamorati. ma di nessuno potrei dire è innamorato, perché appunto non ci credo. posso solo dire che lei è un po’ una cagacazzi e lui  un po’ come me, sdrammatizza per non crollare. me lo diceva sempre la sara, non fare ironia sulle cose che ti fanno stare male. ma è l’unico modo in cui so affrontarle.
i due finiscono da un terapista, che poi vabbe’, situazioni un pochino surreali che mi hanno convinto poco. ma mi è parsa l’ennesima richiesta di prova d’ammòre da parte di lei a lui. perché quando stai con uno che non puoi avere sempre, a volte tendi a chiedere di più. è una sottospecie del regalo di indennizzo.
de silva usa la narrazione a più voci e la questione degli amanti secondo me per scrivere una storia d’ammòre secondo i suoi canoni. almeno non è scontata.
secondo me però de silva l’ammòre l’aveva detto benissimo in mancarsi, qualche anno fa.

però mangiare 5 pizze sarebbe bellissimo vero?

]]>
https://cultura.biografieonline.it/terapia-di-coppia-per-amanti/feed/ 1
La ferocia, libro di Nicola Lagioia https://cultura.biografieonline.it/la-ferocia/ https://cultura.biografieonline.it/la-ferocia/#respond Fri, 19 Feb 2016 19:57:17 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=16900 non credo ci sia nulla che possa scrivere sul romanzo di nicolalagioia la ferocia, einaudi, 2014, vincitore del premio strega 2015 che non sia già stato scritto.
ci sono state mille mila recensioni, normale dato anche l’ambitissimo riconoscimento. alcune molto positive, alcune decisamente negative, che hanno cercato di esplorare questo libro ambientato in una Bari ben diversa da quella di carofiglio, a cui mi sono pure un po’ abituata.

La ferocia - libro
La ferocia, il libro di Nicola Lagioia ha vinto il premio Strega 2015

nicola lagioia parte da una ragazza morta e dicono suicidio, esplora la famiglia, i lati oscuri di questa e di tutto il sistema della città che la circonda – e di cui è parte integrante; fa capire che le cose non sono proprio come sembrano a volte, e così via. a raccontare la trama sembra quasi uno di quei noir che mi piacciono tantassai, ma non è così, non è un noir, anche se di nero ha molto. il nero della notte in cui clara cammina, la cappa nera intorno alla sua famiglia, il nero che entra come il fumo nelle crepe di una città che io sono sicura, è bellissima.

questo libro mi è piaciuto tanto e mi è piaciuto poco. per i miei gusti, troppe parole. troppe nelle descrizioni e nel racconto. io avrei detto nico’, taglia, taglia tutto. ma credo che parte del libro sia anche questo. sì, mi sono un po’ noiata.
però quando non ci sono gli sproloqui – che è una parola che sembra offensiva ma mica intendo così – mi è piaciuto molto perché scava nel dolore e nel marcio delle cose. tutti hanno del marcio o del dolore ma nicola lagioia ci sa scavare bene e lo sa riportare a galla mostrandolo come una scoperta archeologica, con delicatezza. anche se ci accorgiamo che è tutto marcio.

Nicola Lagioia
Nicola Lagioia

la ferocia è attuale. non perché sia stato scritto l’altranno ma perché parla di cose che succedono, ovunque e non solo a bari, e che sono difficili da vedere, però esistono. parla non solo di “quelle cose che si sentono al tiggì” ma di tutto il backstage e di come spesso decisioni prese da qualcuno travolgano la famiglia e non solo.

ogni personaggio della famiglia che lagioia mette in scena vive un dolore diverso ma tutti han sorgente nel capofamiglia. ma come puoi per puro interesse trascinare in un pozzo persone che dovrebbero esserti care? i raggi che partono da lui – moglie e tre figli ormai adulti – sono binari a senso unico per farsi male e solo michele riesce a spezzare il suo a caro, carissimo prezzo.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/la-ferocia/feed/ 0
Libri di Jim Thompson https://cultura.biografieonline.it/libri-jim-thompson/ https://cultura.biografieonline.it/libri-jim-thompson/#comments Mon, 27 Jul 2015 15:10:28 +0000 http://girolepagine.com/?p=83 ho appena letto due libri di jimthompson:
l’assassino che è in me – fanucci, 2013
colpo di spugna – einaudi, 2014 titolo originale pop. 1280, che me piasce deppiù
e credo di essermi innamorata.
il primo è stato scritto nel 1952, il secondo nel 1964 (ambientati però prima eh), ma c’è una linea comune. entrambi sono in prima persona e in entrambi il protagonista è un tutore della legge – scusate ho sempre voluto usare l’espressione tutore della legge – che però ecco non è del tutto registrato. e quindi succedono cose e c’è gente che si fa male e no spoiler. ma non è questo l’importante.

Jim Thompson
Jim Thompson

mi sono un po’ innamorata, di thompson. perché è quel perfetto incrocio tra noir e hard boiled che ti fa dire *stamminchia*. ma la cosa che merita più di tutto e l’ironia. più o meno sottile ma perfetta. e se nel primo dei due libri che ho letto è un po’ tra le righe, nel secondo è esplicita e io ero morta ribaltata.
l’ironia è quello che ci fa andare avanti senza crollare sotto il peso dei pensieri. è anche quello che ci fa affrontare le cose senza scappare. è i pioli di una scala per scavalcare il muro.

quando leggo libri così sto bene. non è difficile, stare bene mentre leggi su un cuscinone su una spiaggia di un’isola greca, in effetti, ma forse il cuscino la spiaggia il mare spettacolo contavano poco. è leggere thompson che mi faceva stare bene perché alla fine, è quello il genere che mi piace tanto tanto, anche se forse non fa intellettuale.

poi se vi interessa sapere perché per me si trova tra il noir e l’hard boiled potete chiedere ma è una cosa un po’ noiosa e non è detto che sia corretta, dato che è una mia impressione. se invece volete sapere come stavo in spiaggia sull’isola greca ve lo riassumo così: kfuhrgihewòoijerfjoerjgfijgi.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/libri-jim-thompson/feed/ 1
Posizione di tiro (Manchette) https://cultura.biografieonline.it/noir-francesi-reprise/ https://cultura.biografieonline.it/noir-francesi-reprise/#comments Mon, 29 Jun 2015 12:53:51 +0000 http://girolepagine.com/?p=77 ho letto posizione di tiro – einaudi, 2014 di jean-patrickmanchette.
l’ho trovato un noir attuale, figo anche, ma a cui manca qualcosa. però mica so dire cosa. magari mi sono un po’ distratta io però. ci ripenso e lo trovo scritto benissimo e interessante e il protagonista è discretamente un figo però boh.

Posizione di tiro - Libro
Posizione di tiro (Einaudi, 2014 di Jean-Patrick Manchette)

alla fine mi sono trovata un po’ così, come quando daisy dice: non vi capita mai di aspettare il giorno più lungo dell’anno per poi non accorgervene? io aspetto sempre il giorno più lungo e poi quando arriva non me ne accorgo.

un bazino da lontano a chi sa da dove arriva la frase sopra.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/noir-francesi-reprise/feed/ 2
Lacci (di Domenico Starnone) https://cultura.biografieonline.it/lacci-starnone/ https://cultura.biografieonline.it/lacci-starnone/#respond Thu, 26 Mar 2015 10:09:10 +0000 http://girolepagine.com/?p=40 based on a true story?

mi scrive un’amica:
ciao forrest! ma tu hai letto ‘Lacci’ di Starnone? io lo sto finendo ora: mominchia!
quindi come posso non prenderlo? anche perché non è l’unica che mi ha detto così, anche se in realtà sarebbe bastata, perché non sbaglia mai, mai, mai.
quindi lacci – einaudi, 2014, dove domenico starnone racconta una storia lineare ma difficilissima.
tre punti di vista per far pensare su uno degli interrogativi più grandi:
fino a che punto bisogna trovare compromessi?

Lacci - Domenico Starnone
Lacci” (Domenico Starnone, Einaudi, 2014)

e chi dice mai, forse non capisce che quando ci sono persone e sentimenti e vite coinvolte, il limite tra fuga per pigrizia e paura e invece me ne vado perché ho solidi principi morali, è così sottile che ops scusa non l’avevo visto, l’ho rotto?

chi dice sempre, bisogna sempre trovare compromessi, trovare soluzioni, a volte si autocondanna a un peso sul cuore che hai voglia a fare finta ciccio, si vede e si sente e scusa io mi sposto un attimo perché c’è come la tendenza a buttarlo addosso agli altri sto cazzo de peso.
la bilancia non va mai in equilibrio.

questo libro parla di persone vere. di genitori che mica solo perché sei madre o padre allora i tuoi figli devono essere il centro di tutta la tua vita. ora che ogni secondo vediamo sui sn fotoraccontidescrizioni (tutti stupendi, divertentissimi, chissà come faceva mia madre senza smartphone) di amici con pupi più o meno nuovi, mi chiedo ma perché nessuno dice mai non ce la faccio? anche solo sai cosa? non ho voglia.

no, non ci credo che la paternità/maternità sia davvero tutto. credo si possa accantonare anche senza fatica la propria vita, ma mica la sotterri. ci sono momenti in cui viene fuori.
in lacci, viene fuori quello che è vero. non basta l’ammòre infinito per i figli. conta di più quello che si prova per se stessi.

le cose belle fuori, tutte luccicanti, magari dentro sono rotte e ammuffite
forse bisognava pensarci prima di costringere e costringersi ad amare.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/lacci-starnone/feed/ 0
Amori e disamori di Nathaniel P. (libro di Adelle Waldman) https://cultura.biografieonline.it/nathaniel-p-adelle-waldman/ https://cultura.biografieonline.it/nathaniel-p-adelle-waldman/#respond Mon, 09 Mar 2015 10:43:12 +0000 http://girolepagine.com/?p=34 io e nate e libri che no

la pubblicità su di me funziona benissimo.
ma benissimo proprio.
soprattutto quella dei detersivi (non c’entra ma volevo dirlo).

un’altra mia caratteristica è che ogni opinione che mi faccio a priori, tende ad essere sbagliata. allora se di stoner tutti parlavano bene, io l’ho letto solo dopo un bel po’ di tempo – scema anna, scema scema scema. ma di amori e disamori di nathaniel p. di adelle waldman – einaudi 2015, ne parlavano tanto su tuìtter, ed era in offerta in preorder e allora ma certo prendiamolo ma certo leggiamolo ma certo pentiamocene dopo poche pagine.

Amori e disamori di Nathaniel P.
Amori e disamori di Nathaniel P. (Foto tratta dalla copertina del libri di Adelle Waldman – Einaudi, 2015)

dovevo saperlo. scritto da una donna, parla di un uomo e delle sue relazioni.
poche cose hanno premesse che mi interessano meno.
forse la waldman ha anche descritto cose vere, come nate, ne ho conosciuti mille, sono stata un sacco de volte in situazioni come quelle descritte, ma forse non ho apprezzato perché nonmenefreganulla.

e devo recuperare del tempo speso a leggere di uno che non c’ha voglia di metterci i coglioni. forse, come non mi piacciono, perché inverosimili, le storie d’ammòre che finiscono bene, non mi piacciono nemmeno quelle che descrivono le situazioni esattamente come sono nella realtà.
forse ne ho piene le palle.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/nathaniel-p-adelle-waldman/feed/ 0
i bastardi di pizzofalcone (di maurizio de giovanni) https://cultura.biografieonline.it/bastardi-di-pizzofalcone/ https://cultura.biografieonline.it/bastardi-di-pizzofalcone/#comments Tue, 10 Feb 2015 19:42:48 +0000 http://girolepagine.com/?p=19 succede che qualcuno, per mia fa’ nòm (espressione dialettale bresciana che piace tanto al mio moroso milanese), cristiano, cerchi di spiegarmi che – testuali – “l’enciclopedismo andava per la maggiore nel ‘700” e che quindi non era strettamente necessario leggere tutta la serie dei bastardi di maurizio de giovanni per arrivare bella pronta e saputella alla cena organizzata da cucina calibro noir la settimana prossima.

I Bastardi di Pizzofalcone
I Bastardi di Pizzofalcone (2013) è un romanzo noir di Maurizio De Giovanni che fa parte della serie dell’Ispettore Lojacono. Gli altri titoli sono “Il metodo del coccodrillo” (2012), “Buio per i bastardi di Pizzofalcone” (2013), “Gelo per i bastardi di Pizzofalcone” (2014).

però sono testarda e su certe cose un pochino fissata e blablabla totale accatto i quattro libri della serie e li leggo in poco tempo.

ho fatto bene, i libri sono sì. sì per le storie e per l’ironia e per napoli che non conosco ma so che è stupenda.
ci sono andata, una volta, a napoli. ho visto la stazione, l’aeroporto militare, una piccolissima parte dell’università, i concessionari di auto sulle colline, maggicuòrd con concerto der piotta.
mi piacerebbe tantissimo vedere il resto. ho scritto resto, ho pensato mangiare la pizza.

però dico una cosa, forse un paio, senza che nessuno me l’abbia chiesto.

cosa uno. dopo anni che leggo noir gialli genteches’ammazza e simili, forse mi sono un po’ stancata della loro caratteristica principale, ovvero la figura principale del genio dannato con vari livelli di problemi socioaffettivifamiliari che però mangia sempre bene. ah dite che l’introspezione del protagonista e dei suoi fantasmi interiori è quello che sta alla base del noir? eh pazienza.
vorrei un giorno leggere qualcosa dove il protagonista è un uomo/donna assolutamente ordinario. no, non tirate fuori stoner, l’ho letto, l’ho amato, ma non è ordinario come lo intendo io. sarà che magari mi sento talmente banale io che vorrei qualcosa che mi rispecchiasse. come dice il poster che ho appeso qui dietro, i’m good in bed, i could sleep for days. ah no, ho sbagliato poster. quello giusto dice: ogni lettore quando legge, legge se stesso. l’opera dello scrittore è soltanto uno strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza il libro, non avrebbe forse visto in se stesso (pare sia proust ma nell’era dei social network dovrei dire oscar wilde o jim morrison).

cosa due. un po’ di spiegone serve, se ci son dei libri in serie. qui, lo spiegone è troppo. cioè proprio, troppo, si capisce? allora piuttosto fate come negli episodi delle robe in tv, che all’inizio mettete un bel previously, on bastardi di pizzofalcone, riassuntino, bona così, e via col libro senza dover dire ogni volta chi è cosa ha fatto perché è così.

-post da aggiornare dopo la cena di giovedì 19, dove mi sento già che parlerò di come ho mangiato e di cristiano che mi deve pagare da bere perché lui non ha ancora finito e forse manco iniziato, gelo.

Foto di Maurizio de Giovanni
Maurizio de Giovanni
]]>
https://cultura.biografieonline.it/bastardi-di-pizzofalcone/feed/ 1
Valerio Millefoglie, intervista. Performer teatrale e musicista. https://cultura.biografieonline.it/intervista-a-valerio-millefoglie/ https://cultura.biografieonline.it/intervista-a-valerio-millefoglie/#respond Wed, 20 Jun 2012 20:33:31 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2723 Valerio Millefoglie. Nato a Bari nel 1977, performer teatrale, musicista (ha inciso il disco “I miei migliori amici immaginari” che contiene “Il Lottatore Mascherato con gli Occhiali”, una canzone di wrestling non violento), artista creativo e multidisciplinare, è, soprattutto, autore molto originale, forte già di diverse pubblicazioni nonostante la sua giovane età.

Valerio Millefoglie
Valerio Millefoglie

Dopo aver esordito con “Scontrini. Racconti in forma di acquisto”, scritto a quattro mani insieme con Matteo B. Bianchi, e dopo il libro assolutamente sui generis “Manuale per diventare Valerio Millefoglie” (entrambi editi da BCD),  nel 2012 è arrivata la chiamata dalla casa editrice Einaudi, per il suo ultimo lavoro dal titolo “L’attimo in cui siamo felici” (Stile libero Extra).

Il libro raccoglie i momenti di felicità di alcune persone realmente intervistate dall’autore nativo di Bari, nel corso di una sua ricerca capillare, la quale lo ha portato a distribuire i suoi “Questionari della felicità” nei luoghi di aggregazione sociali: dalle fermate metro ai ristoranti, dai locali notturni ai negozi, passando per bar, chiese, scuole, banche, supermercati e molti altri luoghi.

Per riprendersi dalla scomparsa del padre infatti, ben narrata nel libro attraverso brani di grande impatto emotivo, Valerio Millefoglie decide di verificare le proprietà terapeutiche della felicità. Per questa ragione, distribuisce migliaia di questionari in cui chiede di descrivere e cronometrare i momenti felici in una settimana qualsiasi. Le risposte, i ritratti delle persone comuni, i loro momenti di felicità, costituiscono il libro vero e proprio, il quale ha ottenuto non poche recensioni positive, oltre ad un buon interesse da parte del pubblico. In un’intervista, Valerio Millefoglie ha risposto ad alcune domande intorno al suo ultimo progetto e, anche, alla sua vita di creativo non solo dal punto di vista letterario.

Al termine di questa lunga ricerca, sei riuscito a dare una risposta (o quanto meno ad abbozzarla), alla domanda universale su cosa sia la felicità? O meglio, che idea ti sei fatto, tu, della felicità?

Il Mago Wolf, uno dei soggetti analizzati nel libro, ha scritto come ultimo attimo felice della settimana: “Finalmente ho finito il questionario della felicità”. La felicità cominciava a pesargli. Si sentiva quasi in dovere di viverla. Mi ha detto che forse è più bello non viverla, tenerla lì in attesa. Mi ha raccontato di avere due cassette ormai introvabili di un famoso prestigiatore americano, e una delle due la tiene lì da anni senza ascoltarla. Se l’ascoltasse la felicità si esaurirebbe. Dunque la felicità è qualcosa da non vivere. O da vivere a posteriori, nel ricordo che inevitabilmente ti fa provare malinconia. Mi capita di vivere bei momenti e dopo dieci minuti già mi mancano, nella mia testa sono già un passato lontanissimo cui pensare con rammarico.

Quale, l’episodio, il personaggio, l’attimo di felicità che più ti ha colpito e perché?

Mi viene in mente che il primo soggetto di cui parlo nel libro, che poi è stato anche il primo che ho incontrato, era molto felice con la religione. Ascoltando Radio Maria, andando in chiesa, uscendo a mangiare la pizza con il gruppo di preghiera. Mentre una delle ultime cartelle cliniche del libro parla di XXX, una ragazza che come primo attimo felice ha segnato “Tornare a parlare è bello”, perché si era volutamente tagliata la lingua in due. Poi aveva provato anche le sospensioni, facendosi appendere con dei ganci dietro la schiena. Entrambi mi sembrano due estremi, ma nel momento in cui li ho incontrati e mi hanno raccontato di loro, mi sembravano cose del tutto normali. Ci scandalizziamo sempre quando qualcuno fa qualcosa che noi pensiamo non faremmo mai. È un peccato questo.

Le tue presentazioni sono assolutamente diverse, rispetto alle solite. Come mai l’idea di una seduta psicoanalitica pubblica?

Il mio primo libro, il “Manuale per diventare Valerio Millefoglie”, l’avevo presentato in un teatrino equivoco in cui si esibivano dei trasformisti. Era un libro in cui per diventare me stesso provavo a entrare nei panni di personaggi fondamentali allora per la mia formazione. Dunque mi sembrava il luogo giusto e il periodo giusto. Poi quel locale è stato chiuso e difatti ora un libro come quello non lo scriverei. Allo stesso modo ne L’attimo in cui siamo felici ci sono le cartelle cliniche dei pazienti, persone che ho davvero incontrato e che ho provato a conoscere facendogli domande che non si fanno agli sconosciuti. Ho voluto ricambiare la cosa e in ogni presentazione mi sono steso su un divano e un vero psicoterapeuta del posto ha provato ad analizzare i miei attimi felici. All’inizio è stato bello e curioso, alcune volte mi sono reso conto di perdere un po’ il controllo o di cadere troppo nel cupo. Non so se ne farò altre di sedute, almeno pubbliche.

Anche prendendo in considerazione i tuoi precedenti lavori, è evidente il tuo cercare la gente, il contatto, attraverso esperienze reali, effettive, con poche, pochissime forme di invenzione. Come mai questo?

Io credo invece che le invenzioni ci siano. Partono dalla realtà, ma sono rielaborate. Nel libro è necessaria una borsa giocattolo da medico per trasformarmi in un vero dottor medico. Il primo medico che non cura i pazienti, ma che da loro si fa curare. Non essendo felice lui, che poi sarei io, decide di vivere le felicità con un transfert. Ci sono poi una serie di invenzioni immaginifiche: il suono di una tromba, “parapapà”, diventa una marcia per non ammettere di voler chiamare mio padre ad alta voce.

Ci sono autori che scrivono libri sulla guerra e non hanno manco fatto il militare. Mi sarei potuto immaginare le felicità di un mago illusionista, di un detenuto, mi sarei potuto anche inventare una fiera dell’imprenditoria funeraria, ma mi è sembrato molto più inventivo e forte andare a conoscere un vero mago, entrare in un vero carcere o passeggiare fra le bare con dentro lo champagne per mostrare agli acquirenti il sistema di refrigerazione. In uno degli stand della fiera funeraria mandavano la canzone I will survive. La realtà è molto più forte, bizzarra, fantasiosa e soprattutto vera.

Dal punto di vista musicale invece, qual è la tua ricerca? Può dirsi contigua, in qualche modo, a quella letteraria?

Le canzoni de “I miei migliori amici immaginari” sono in qualche modo narrative. Alla base ci sono sempre un protagonista e la sua storia. A volte le tre strofe potrebbero quasi essere suddivise in incipit, svolgimento e conclusione. Per i pezzi del nuovo disco sto cercando di liberarmi da questo. Già nei set dal vivo utilizzo più le macchine, i sintetizzatori, che comunque ti distolgono dalla cantautorialità. Provo canzoni frammentate, anche se la storia è più forte di me e si ficca ovunque. Dovrei avere una bella delusione d’amore per lasciarmi andare e scrivere canzoni senza capo né coda. Forse però ora fortunatamente mi succede.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/intervista-a-valerio-millefoglie/feed/ 0