economia Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 06 Nov 2024 08:10:26 +0000 it-IT hourly 1 The Wall Street Journal: breve storia e biografia https://cultura.biografieonline.it/the-wall-street-journal/ https://cultura.biografieonline.it/the-wall-street-journal/#comments Tue, 09 Jul 2024 19:14:26 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=320 The Wall Street Journal è una storica testata internazionale americana. Fondata da Charles Dow, Edward Jones e Charles Bergstresser, viene pubblicata a New York a partire dall’8 luglio 1889.

The Wall Street Journal - Prima edizione
The Wall Street Journal (8 luglio 1889)

Una testata da record

Siamo di fronte ad un colosso del giornalismo finanziario che vanta ben ventinove vittorie del Premio Pulitzer, la più prestigiosa onorificenza americana per il giornalismo.

La testata prende nome da Wall Street, la famosa via di Manhattan, centro del cuore finanziario di New York, in quanto prima sede permanente della Borsa, la New York Stock Exchange (NYSE).

“The Wall Street Journal” si occupa principalmente di affari e finanza, sia americana che internazionale e stampa quotidianamente circa 2.012.000 copie che vengono distribuite in tutto il mondo.

Alcuni numeri

Esistono anche un’edizione europea ed una asiatica. Solo in Italia ne vengono vendute circa 8.000 copie al giorno.

È possibile acquistare il quotidiano anche sul web, dove ha ben 350.000 abbonati (dati del 2012), vantando il primato tra le testate americane online.

Per molti anni è stato il più diffuso tra i quotidiani degli Stati Uniti d’America, superato solo recentemente da “Usa Today”.

Il suo principale rivale in ambito finanziario è, invece, il “Financial Times” di Londra, anch’esso pubblicato in varie edizioni internazionali.

Anni recenti

Il 31 luglio 2007, la società “News Corporation” del magnate australiano Rupert Murdoch, uno dei primi quattro gruppi mediatici degli Stati Uniti, ha rilevato la “Dow Jones & Company”, acquisendo in tal modo la proprietà del giornale e degli indici azionari Dow Jones, per la cifra di 5.6 miliardi di dollari, con l’obiettivo di spodestare il “New York Times” dal ruolo di principale quotidiano degli Stati Uniti.

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Leadership: 10 caratteristiche di un bravo leader https://cultura.biografieonline.it/leadership-10-caratteristiche-leader/ https://cultura.biografieonline.it/leadership-10-caratteristiche-leader/#comments Mon, 03 Aug 2020 14:41:47 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=30117 Il pensiero comune è che la leadership sia una qualità innata, quello che è vero è che ognuno può essere un leader e attraverso il proprio atteggiamento guidare una squadra verso un obiettivo. Essere un leader significa essere una guida, dettare l’obiettivo e circondarsi di persone capaci di raggiungere, superando ogni ostacolo, il traguardo prefissato.

Differenze tra un capo e un leader
Leadership: illustrazione ironica che mostra le differenze tra un capo e un leader.

Un bravo leader è capace di sviluppare una visione del futuro, ha una visione chiara del futuro e una grande capacità di stimolare il meglio da ogni persona che prende parte al progetto, sa capire e gestire l’emotività di ogni singolo e del gruppo, sa delineare una direzione.

Per essere un leader non basta dettare regole e dare ordini: un leader coinvolge tutti in ogni momento del processo, fa parte della squadra e gioca un ruolo fondamentale per stimolare e dare l’esempio con il proprio lavoro e atteggiamento.

Un leader è la figura di riferimento all’interno di un’organizzazione in grado di affrontare le sfide di ogni giorno e di prendersi carico delle responsabilità proprie e di quelle della proprio gruppo, sia che si tratti della vita privata o lavorativa, andando ben al di là della sfera delle conoscenze personali.

Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido.

Frase di Albert Einstein

Come diventare una figura di riferimento così importante per diverse persone?

Per tutto questo le doti innate per essere leader sono sicuramente importanti, ma non sono sufficienti.

Per fare la differenza, che solo chi ha una forte leadership sa fare, è necessario sapere sviluppare caratteristiche specifiche attraverso un’adeguata formazione, applicazione e crescita personale. Strumenti imprescindibili per acquisire quelle abitudini positive e propositive tipiche di un leader!

Tra le storie dei più grandi e celebri leader nel campo del management, riconosciuti anche a livello internazionale, vi sono: Steve Jobs, fondatore di Apple e Bill Gates, fondatore di Microsoft; tra gli italiani ricordiamo Adriano Olivetti e Sergio Marchionne, che è stato un grande manager senza essere imprenditore in prima persona.

Leadership: un leader trascina la sua squadra verso la vetta
Un leader ha doti innate ma è anche capace di sviluppare le su virtù grazie ad una adeguata formazione. Leadership è anche saper guidare una squadra.

Leadership: caratteristiche per essere un leader

Essere un leader non dipende da una carica o da un titolo specifico. Il leader è il soggetto che gli altri vogliono seguire in quanto lo riconoscono spontaneamente come punto di riferimento per alcune sue spiccate qualità.

Vediamo di seguito nel merito le 10 caratteristiche di un bravo leader:

  1. Onestà
  2. Capacità di delegare
  3. La fiducia
  4. Capacità di comunicare
  5. Atteggiamento
  6. Senso dell’umorismo
  7. Creatività
  8. Intuito
  9. Organizzazione
  10. Fare squadra

ONESTÀ

Essere onesti è la base per costruire un rapporto di fiducia con la propria squadra. L’onestà rispecchia l’affidabilità del leader e misura la sua vicinanza facendolo sentire presente e condizionando, a sua volta, gli altri ad essere sempre presenti per lui.

CAPACITÀ DI DELEGARE

Deve stimolare a far sentire ogni componente del gruppo importante affinchè ognuno possa apportare al meglio il proprio contributo e prendersi le proprie responsabilità. Delegare comporta un triplice vantaggio: stimola i componenti del gruppo, alleggerisce il lavoro del leader e va a rafforzare la fiducia nel rapporto.

LA FIDUCIA

Ha piena fiducia in se stesso e nella sua squadra. Lui trasmette agli altri la sua sicurezza e coglie al volo ogni sfida con pieno ottimismo ispirando così fiducia anche in tutti i componenti del suo team: in questo modo fa capire che con l’impegno di tutti ogni ostacolo non sarà più tale.

Un grande leader non permette a niente e a nessuno di scoraggiare né se stesso né la propria squadra!

CAPACITÀ DI COMUNICARE

Si esprime attraverso una comunicazione chiara, sintetica ed incisiva, sapendo mettere a proprio agio tutti i suoi interlocutori. Allo stesso tempo deve anche saper essere un buon ascoltatore: sa che ogni critica può essere costruttiva, per questo motivo è importante anche considerare le idee degli altri, chiedere loro opinioni e valutarle.

ATTEGGIAMENTO

Rimanere motivati in un ambiente negativo è davvero difficilissimo, la vera chiave del successo è un atteggiamento positivo che stimoli se stessi e la propria squadra. In una circostanza particolarmente stressante, mantenere il controllo e preservare un atteggiamento positivo può addirittura aiutare a trasformare una situazione da incubo in un’importante esperienza di apprendimento.

SENSO DELL’UMORISMO

Problematiche varie ed imprevisti sono da sempre all’ordine del giorno, per questo è importante saper sdrammatizzare e distendere le tensioni allontanando lo stress dal team: un ambiente di lavoro sereno è sicuramente più produttivo e una buona dose di umorismo talvolta può rivelarsi un ottimo rimedio!

CREATIVITÀ

In situazioni di difficoltà pensare fuori dagli schemi, tenere la mente aperta ai cambiamenti e cambiare prospettiva spesso è l’atteggiamento vincente. Risulta quindi fondamentale che il leader sappia cogliere questa spinta alla creatività e che sappia trasmetterla a tutta la sua squadra come esempio di risoluzione davanti le difficoltà più imprevedibili.

INTUITO

Sa guardare oltre le circostanze apparenti e sviluppare le potenzialità nascoste delle idee che gli altri scartano: è così che le crisi si trasformano in opportunità, valorizzando e portando al successo ciò che era impensabile o, addirittura, impossibile.

ORGANIZZAZIONE

Deve saper organizzare e gestire tutto ciò che riguarda il suo team: dall’organizzazione del lavoro della squadra e l’affidamento degli incarichi, all’esecuzione dei lavori alla gestione del tempo.

FARE SQUADRA

Ciò che conta per il leader è la coesione della squadra e la realizzazione di ogni individuo. Il suo successo è il successo della squadra, il successo della squadra è il successo del leader!

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NASDAQ, cosa significa questo acronimo? https://cultura.biografieonline.it/nasdaq/ https://cultura.biografieonline.it/nasdaq/#respond Tue, 22 Jan 2019 17:31:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=25890 NASDAQ è il nome di un mercato borsistico. Lo si sente spesso citato nelle notizie economiche e finanziarie, in quanto legato alla Borsa di New York e all’andamento delle borse mondiali. Il suo ambito è quello tecnologico, perché è il primo esempio al mondo di mercato borsistico elettronico. Si tratta cioè di un mercato costituito da una rete di computer.

New York City: la sede NASDAQ in Times Square
New York City: la sede NASDAQ in Times Square

L’acronimo

Il nome NASDAQ è un acronimo – dal greco akron (estremità) e onοma (nome): è un nome formato con le lettere iniziali leggibili come se fossero un’unica parola. Le lettere della parola corrispondono a:

National Association of Securities Dealers Automated Quotation

In italiano: Associazione nazionale degli operatori in titoli con Quotazione Automatizzata.

Indice borsistico dei titoli tecnologici

La sede si trova a Times Square, uno dei luoghi simbolo della Grande Mela. Il NASDAQ è, essenzialmente, l’indice dei principali titoli tecnologici della borsa statunitense. In esso si trovano le quotazioni di compagnie informatiche colossi dell’industria tecnologica nell’ambito di prodotti hardware, software e servizi. Tra queste, a titolo di esempio, vi sono: Amazon, Apple, Google, IBM, Yahoo, Facebook e Microsoft.

Proprietaria è la società NASDAQ OMX Group, multinazionale di servizi finanziari statunitense nata anch’essa nel 1971. Il sito web della società è:
https://nasdaq.com/

Breve storia del NASDAQ

Il nuovo gruppo borsistico venne istituito il 5 febbraio 1971. Partì il giorno 8 febbraio con un valore iniziale di 100 punti e raggiunse il massimo storico di 5.132 punti il 10 marzo 2000, in pieno boom della New economy.

L’andamento è misurato da diversi indici: tra questi i due principali sono il Nasdaq Composite Index e il NASDAQ-100.

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Preventivo e consuntivo: differenze https://cultura.biografieonline.it/preventivo-consuntivo-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/preventivo-consuntivo-differenze/#respond Wed, 01 Aug 2018 12:02:30 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24613 Molto spesso in ambito amministrativo, o semplicemente avendo a che fare con artigiani o liberi professionisti, abbiamo sentito parlare di termini come preventivo e consuntivo. Sono due vocaboli molto usati e diffusi, che riguardano concetti abbastanza simili tra loro. Tuttavia c’è una netta differenza che li distingue; può perciò rendersi necessario sapere quando usare un termine piuttosto che l’altro. Oggi approfondiremo i rispettivi significati, partendo dalla differenza fondamentale: le due parole hanno un significato opposto tra loro. Infatti preventivo significa “a priori“, mentre per consuntivo si intende “a posteriori“. Andiamo più nel dettaglio.

 

Preventivo

Preventivo

Per preventivo si intende un’offerta che viene realizzata da un potenziale fornitore di servizi o prodotti e fatta ad un determinato cliente. La parola preventivo deriva dal latino “praeventus“, ovvero “incompiuto”.

Molto spesso il cliente prima di decidere se acquistare o meno un determinato servizio o prodotto, vuole conoscere tutte le informazioni che gli permettono di accettare o no quella determinata offerta. Il preventivo contiene il capitolato proposto, come sarà svolto il lavoro, le tempistiche, l’assistenza, le garanzie, la validità dell’offerta e, infine, il prezzo con le modalità di pagamento. Solitamente il preventivo è stilato in modo gratuito a meno a che avvengano analisi o sopralluoghi specifici da parte di tecnici e addetti ai lavori; quest succede perlopiù in settori tecnici specifici.

Consuntivo

Il consuntivo invece è il resoconto effettivo delle spese dopo la fine di una sessione produttiva. Questo termine si riferisce ad un’operazione già conclusa.
In sintesi è una sorta di riepilogo delle spese e permette di ottenere una valutazione complessiva del lavoro svolto.

Ogni azienda effettua dei consuntivi, ovvero un rendiconto finale di tutti i lavori e tutte le vendite di prodotto svolte, oltre al bilancio delle entrate e delle spese relative ad un determinato anno finanziario, per accertare la propria situazione patrimoniale e finanziaria.
La parola consuntivo può essere usata anche in senso figurativo per esempio: “fare il consuntivo della propria vita”, ovvero fare un bilancio della propria vita.

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Differenza tra ricavo e guadagno https://cultura.biografieonline.it/ricavo-guadagno-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/ricavo-guadagno-differenze/#comments Wed, 13 Aug 2014 14:37:39 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11741 Spesso in ambito prettamente economico e finanziario si parla di ricavo e guadagno. Entrambi sono grandezze economiche ma esistono delle sostanziali differenze tra i due termini. Analizziamo allora nell’articolo che segue le differenze tra guadagno e ricavo.

Ricavo e guadagno

Ricavo

Per ricavo si intende il corrispettivo che si riceve in cambio di un bene o un servizio ceduto ad altri per vendita. Il ricavo si ottiene semplicemente moltiplicando il prodotto del costo unitario per la quantità di merce venduta, considerando l’eventuale sconto praticato, o sommando le spese sostenute per acquistare delle materie prime e gli eventuali costi di produzione. In economia aziendale, per ricavo si intende l’utilità economica che un’impresa crea attraverso l’attuazione del processo economico, che si basa esclusivamente sulla vendita di un quantitativo di beni e servizi da essa prodotti. Il ricavo ha come proprietà notevole di essere totalmente variabile.

Formule per calcolare il ricavo

Seguono le due formule per calcolare il ricavo:

  • Ricavo = Costo Unitario x Quantità
  • Ricavo = Spese + Guadagno

Guadagno

Il guadagno, invece, è la differenza tra il suddetto ricavo e il costo sostenuto per produrre o acquistare il bene o servizio ceduto. Si ottiene facendo la differenza tra il valore del prodotto o del servizio erogato (rappresentato dal prezzo di vendita) e i costi di produzione o di acquisto delle materie prime. In senso generale, il termine guadagno è associato a quello di risultato economico positivo ottenuto dall’esercizio di un’attività e fornito dalla differenza (positiva) tra l’ammontare totale dei ricavi e quello dei costi sostenuti per l’esercizio della stessa. Continuando a parlare di guadagno, possiamo distinguerne due tipi: il guadagno netto e il guadagno lordo. Nel primo caso sono sottratti tutti gli eventuali costi e aliquote di tassazione; nel secondo caso, quello lordo, è invece necessario decurtare gli eventuali costi e aliquote di tassazione.

Formula per calcolare il guadagno

Il guadagno è dato dalla seguente formula:

  • Guadagno = Ricavo – Spesa
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Associazione e fondazione: differenze tra i termini e spiegazione https://cultura.biografieonline.it/associazione-fondazione-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/associazione-fondazione-differenze/#respond Tue, 15 Jul 2014 10:46:22 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11505 Nell’ambito del diritto esistono delle differenze tra i termini associazione e fondazione. Vediamo di seguito il significato delle parole in modo da poterle usare correttamente.

Associazione

Per associazione si intende un ente caratterizzato da un insieme di persone fisiche o giuridiche (gli associati) legati al fine di ottenere il perseguimento di uno scopo comune. In questo caso domina l’elemento personale e le finalità delle associazioni vengono stabilite dagli stessi associati, grazie all’atto costitutivo.

stretta di mano
Differenze tra fondazione e associazione

Tale atto è negoziale, o meglio definito come un contratto di natura associativa, che nasce dalla volontà di più soggetti virtualmente in conflitto tra loro, e le cui prestazioni sono dirette al conseguimento di uno scopo comune (trattasi comunque di prestazioni corrispettive).

Anche la Costituzione Italiana, precisamente nell’articolo 18, riconosce il diritto a ogni singolo individuo di associarsi in organismi collettivi dalle più disparate finalità. Tali enti hanno scopi di tipo culturale, assistenziale, ambientale, ricreativo e sociale.

Per una definizione più approfondita di Associazione nel campo giuridico, vi consigliamo di consultare anche Wikipedia.

Fondazione

Mentre per fondazione si intende l’ente costituito da un patrimonio preordinato al fine del perseguimento di un determinato scopo.

In questo caso l’elemento patrimoniale è dominante, dato che è lo stesso ordinamento italiano che non ammette fondazioni esclusivamente da contributi di terzi. La fondazione è legata alla persona fisica o giuridica (fondatore) che mette a disposizione il patrimonio al fine di perseguire uno scopo ben preciso.

La fondazione può essere costituita anche grazie a una disposizione testamentaria in seguito all’eventuale scomparsa del socio fondatore.

Tipi di fondazioni

Esistono due diversi tipi di fondazione: fondazione operativa, denominata operating foundation, che raggiunge il suo scopo direttamente, grazie alla propria organizzazione, e la fondazione di erogazione che invece persegue il suo scopo indirettamente, grazie al finanziamento di altri soggetti che lo perseguono.

Sia le associazioni che le fondazioni infine sono considerate degli enti senza finalità, né scopo di lucro.

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Differenza tra economia e finanza https://cultura.biografieonline.it/economia-finanza-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/economia-finanza-differenze/#respond Wed, 02 Jul 2014 08:20:34 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11363 Molto spesso, anche nel linguaggio comune, vengono usati i termini economia e finanza. Nel primo caso, l’economia è intesa come la scienza che indaga sulle relative modalità di allocazione di risorse limitate tra usi alternativi, al fine di massimizzare la propria soddisfazione.

Economia e Finanza
Economia e Finanza: differenze

Economia

La parola economia deriva dal greco oikos, “casa” inteso anche come “beni di famiglia”, e νόμος (nomos), “norma” o “legge”. Con tale termine, difatti, si intende sia l’utilizzo di risorse scarse per soddisfare al meglio sia i bisogni individuali che collettivi organizzando la spesa, sia un sistema di organizzazione delle attività di tale natura, poste in essere a tal fine da un insieme di persone, istituzioni e organizzazioni. Da qui nasce il concetto di sistema economico, ovvero la rete di interdipendenze e interconnessioni tra operatori e soggetti economici.

Finanza

In egual modo, anche la finanza si può intendere come “quella scienza che studia le modalità di allocazione del denaro tra usi alternativi, al fine di massimizzare la propria soddisfazione”. Nella maniera più specifica, per finanza si intende quella disciplina economica che tratta i processi con cui imprese, enti, organizzazioni e stati, gestiscono i relativi flussi monetari nel tempo.

Tipi di finanza

Esistono diverse tipologie di finanza che vengono così classificate: finanza aziendale, finanza personale, finanza internazionale e infine finanza pubblica. La finanza aziendale, denominata anche “Corporate Finance” o “Finanza d’Impresa”, riguarda le tematiche della ricerca e dell’impiego delle risorse finanziarie da parte delle imprese. La finanza personale si occupa invece dei debiti e degli eventuali crediti che fanno capo al singolo individuo.

La finanza internazionale, invece, si occupa di eventuali flussi di denaro scambiati tra paesi (da origine a operazioni finanziarie operative tra individui, imprese e pubbliche amministrazioni internazionali). In ultimo, la finanza pubblica si occupa della ricerca e dell’impiego di risorse finanziarie da parte della pubblica amministrazione.

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Differenza tra ricevuta fiscale e fattura https://cultura.biografieonline.it/differenza-ricevuta-fiscale-fattura/ https://cultura.biografieonline.it/differenza-ricevuta-fiscale-fattura/#comments Tue, 15 Apr 2014 19:29:10 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10472 Anche sul fronte economico esistono svariate differenze nei vocaboli, per esempio quella tra ricevuta fiscale e fattura. La ricevuta fiscale è un documento che viene emesso in sostituzione dello scontrino fiscale ed in occasione di prestazione di servizi nei confronti di soggetti privati. È necessario che il commerciante la emetta ed ha valore pari ad una semplice dichiarazione, senza l’applicazione di alcuna tassa.

Ricevuta fiscale e fattura
Ricevuta fiscale e fattura: conosci le differenze?

Si utilizza principalmente, e comunque, soprattutto quando il valore della somma è abbastanza elevato. È obbligatorio emettere la ricevuta fiscale quando richiesta da colui che effettua il versamento, poiché è un suo diritto. Inoltre, in casi particolari, quando si è impossibilitati ad utilizzare un registratore di cassa (apparecchio che emette gli scontrini), come ad esempio può accadere nelle fiere o nei mercati di ambulanti, è necessario emettere dopo ogni vendita la ricevuta fiscale.

La fattura invece è un documento fiscale che si emette a carico di soggetti che possiedono una Partita Iva, quando vendono un bene o prestano un servizio, a seconda dell’attività svolta. In alcuni casi (e solitamente su richiesta) per soggetti privati, si emette citando il solo codice fiscale, sia per l’erogazione di servizi che per la fornitura di beni.

Il venditore è esonerato dall’obbligo di emettere la fattura in alcune circostanze, per esempio: somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, autotrasporti di persone, transito sulle autostrade, coloro che prestano servizi in forma ambulante o nell’abitazione dei clienti e agricoltori per beni di propria produzione. La fattura è caratterizzata da dati molto dettagliati; in particolare si evidenzia la distinzione tra totale netto senza Iva (imposta di Stato) e il totale lordo (totale netto + Iva). Le fatture devono essere registrate con cadenza mensile o trimestrale, a seconda della contabilità dei soggetti interessati, sia da parte di chi li riceve che da chi le emette.

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Il Trattato di Schengen https://cultura.biografieonline.it/trattato-di-schengen/ https://cultura.biografieonline.it/trattato-di-schengen/#comments Wed, 19 Feb 2014 00:27:38 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9789 Il 26 marzo 1995 entra ufficialmente in vigore il Trattato di Schengen, che diventa operativo in sette Paesi dell’Unione Europea: la Spagna, il Portogallo, l’Olanda, il Lussemburgo, la Germania, la Francia e il Belgio. In Italia, la convenzione verrà applicata solo due anni e mezzo più tardi, a partire dal 26 ottobre 1997.

Il trattato di Schengen
Gli accordi di Schengen e l’Europa

Gli accordi di Schengen prevedono misure a breve termine, di carattere organizzativo e amministrativo, che non implicano cambiamenti delle leggi nazionali: si parla, per esempio, dell’alleggerimento dei controlli alle frontiere, dell’agevolazione del sistema dei trasporti di merce, dell’unificazione dei controlli degli Stati confinanti e della semplificazione dello scorrimento del traffico alle frontiere. Ma entrano in vigore anche misure a lungo termine, destinate a dare vita a innovazioni significative: si parla, per esempio, della realizzazione di un’area omogenea per l’abolizione dei controlli interni, che garantisca condizioni di sicurezza comuni.

Gli obiettivi degli accordi devono essere perseguiti mediante impegni specifici: non a caso i Paesi firmatari approvano, oltre agli accordi di Schengen, una convenzione per l’applicazione degli accordi stessi. La convenzione di Schengen può essere pensata come una cooperazione rafforzata: il primo accordo viene firmato da Germania, Francia e Benelux il 14 giugno 1985 proprio a Schengen, cittadina del Lussemburgo, e costituisce il primo passo per l’introduzione e la messa in pratica di un regime di libera circolazione per tutti i cittadini.

L’accordo e la convenzione di Schengen formano, insieme, il cosiddetto acquis di Schengen, che dal 1999 fa parte del quadro giuridico e istituzionale dell’Unione Europea.

Gli accordi di Schengen sono stati firmati dall’Italia nel 1990, dal Portogallo e dalla Spagna nel 1991, dalla Grecia nel 1992, dall’Austria nel 1995, dalla Danimarca, dalla Svezia e dalla Finlandia nel 1996. Dallo stesso anno appartengono allo spazio di Schengen anche la Norvegia e l’Islanda, che tuttavia hanno una possibilità decisionale limitata.

Al Trattato di Schengen non hanno aderito, invece, la Repubblica d’Irlanda e il Regno Unito: queste due nazioni si caratterizzano per leggi riguardanti l’immigrazione decisamente più permissive rispetto a quel che accade nel resto d’Europa, e inoltre applicano il cosiddetto Common Travel Area, che annulla le frontiere tra loro (quindi se uno dei due Paesi decidesse di aderire a Schengen, il Common Travel Area dovrebbe essere rinegoziato).

passaporto
Con il Trattato di Schengen si introduce in Europa e nei paesi degli stati firmatari la libera circolazione dei cittadini.

Va notato, inoltre, che le frontiere esterne a Schengen sono gestite da forze di polizia, mentre in Irlanda e nel Regno Unito gli organismi di controllo dei passaporti sono costituiti da personale civile con limitati poteri. Non tutti i territori dei Paesi che aderiscono a Schengen sono coperti dall’accordo: ne sono esclusi, infatti, l’arcipelago di Helgoland in Germania; i Caraibi Olandesi, Sint Maarten, Aruba e Curacao in Olanda; le isole Svalbard (tranne Jan Mayen) in Norvegia; numerosi territori, tra cui la Nuova Caledonia, la Guadalupa, la Guyana Francese e la Martinica, in Francia; le isole Far Oer e la Groenlandia in Danimarca. Lo Stato della Città del Vaticano e la Repubblica di San Marino non hanno firmato il trattato, ma indirettamente aderiscono all’accordo in virtù dell’assenza di barriere doganali con l’Italia.

Il Trattato di Schengen si propone, tra l’altro, di favorire una maggiore collaborazione tra le forze di polizia dei diversi Paesi, così che le forze dell’ordine in determinati casi hanno l’opportunità di intervenire anche al di fuori dei confini nazionali. Oltre al consolidamento dei controlli alle frontiere esterne e all’eliminazione dei controlli dei cittadini alle frontiere interne, il Trattato favorisce anche un’integrazione tra i database delle forze di polizia tramite il Sis, cioè il Sistema di Informazione Schengen; sempre dal punto di vista dell’ordine pubblico, agevola il coordinamento tra i vari Paesi nella lotta a episodi di criminalità organizzata che hanno rilevanza internazionale (dall’immigrazione clandestina al traffico di droga o armi, passando per delitti mafiosi).

Lo spazio Schengen intende, tra l’altro, dare vita a un mercato interno inteso come uno spazio senza frontiere per assicurare la libera circolazione di persone, capitali, servizi e merci. Nato con finalità soprattutto economiche, il Trattato può essere sospeso in particolari circostanze, secondo il comma 3 dell’articolo 78 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, che stabilisce che in caso di afflussi improvvisi di cittadini di altri Stati in un Paese membro di Schengen il Consiglio possa applicare misure temporanee per limitare l’ingresso dei cittadini e la loro libera circolazione, su proposta della Commissione e dopo avere consultato il Parlamento Europeo, per esempio ripristinando i controlli alle frontiere.

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La nascita dell’Euro https://cultura.biografieonline.it/moneta-euro/ https://cultura.biografieonline.it/moneta-euro/#comments Fri, 03 May 2013 08:33:17 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7074 Avere una Moneta Unica per tutti i Paesi membri è uno degli obiettivi principali che la Comunità europea persegue fin dalla sua nascita, nell’ottica di una effettiva “unione sempre più stretta tra i popoli dell’Europa”. Ma facciamo qualche passo indietro per capire come si è arrivati alla Moneta Unica e quali sono le conseguenze sull’economia europea e dei singoli Paesi.

Euro € la moneta

Come la storia ci insegna, il 25 Marzo 1957 nascono la Comunità Economica Europea (CEE) e l’EURATOM (Comunità Europea dell’energia atomica). I Paesi che fondano questa istituzione europea sono sei: Olanda, Belgio, Germania, Francia, Italia e Lussemburgo.

Successivamente i Paesi che aderiscono alla CEE diventano ventisette. Altra data importante da ricordare è il 7 Febbraio 1992, quando il Trattato di Maastricht istituisce l’Unione europea economica e monetaria, gettando le basi per l’introduzione della Moneta Unica e fissando i parametri cui i singoli Stati devono attenersi.

Contestualmente, il 1° Gennaio 1993 vengono eliminate le barriere doganali. La nascita ufficiale dell’Euro viene fatta risalire al 1° Gennaio 1999, quando viene introdotto all’interno di undici Paesi (Francia, Belgio, Italia, Austria, Germania, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Spagna, Portogallo), ma è nel 2002, precisamente il 3 Maggio 2002, che l’Euro diventa la valuta ufficiale dei Paesi dell’Unione monetaria europea.

Banconote dell'Euro

Dal 1999 al 2002 in ogni Stato vengono attuate campagne di sensibilizzazione ed informazioni per aiutare i cittadini e la Pubblica Amministrazione a familiarizzare con la nuova moneta. La Grecia introduce l’euro nel 2001, diventando così il dodicesimo Stato europeo ad optare per la moneta unica.

Nei dodici Paesi aderenti alla Moneta unica vengono fatte circolare otto monete e sette banconote in euro. Rimangono fuori il Regno Unito e la Danimarca, per i quali vige una deroga al Trattato di Maastricht. Anche la Svezia ha deciso, nel 1997, di non aderire alla moneta unica.

Oltre ai Paesi membri dell’Unione, altri piccoli Stati come la Repubblica di San Marino, Città del Vaticano e il Principato di Monaco adottano l’euro come moneta circolante.

Gli altri Paesi membri dell’Unione Europea potranno introdurre l’euro non appena le condizioni dell’economia permetteranno di rispettare i parametri fissati da Maastricht.

La Banca Centrale Europea ha il compito di amministrare l’Euro. Questa importante istituzione ha sede in Germania, a Francoforte. Le politiche monetarie comuni vengono gestite dalla Banca Centrale europea, che è tenuta a mantenere i prezzi stabili e una certa omogeneità economica nei Paesi europei. La Banca coopera con le banche dei singoli Stati per regolare il conio e la distribuzione della moneta unica.

Mantenere l’euro come moneta per tutti i Paesi aderenti all’Euro Zona è un presupposto importante per attuare un altro principio (altrettanto importante) perseguito dall’Unione Europea fin dalla nascita: la libera circolazione di persone, servizi, capitali e beni all’interno dei Paesi europei.

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