Donne Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 06 Nov 2024 08:07:15 +0000 it-IT hourly 1 Scarpe rosse: perché sono il simbolo della Giornata contro la Violenza sulle Donne https://cultura.biografieonline.it/scarpe-rosse-giornata-mondiale-contro-la-violenza-sulle-donne/ https://cultura.biografieonline.it/scarpe-rosse-giornata-mondiale-contro-la-violenza-sulle-donne/#comments Mon, 22 Nov 2021 17:45:10 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=36979 Perché le scarpe rosse sono il simbolo del 25 novembre, Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne?

Spieghiamo qual è il significato delle scarpe rosse divenuto simbolo contro la violenza sulle donne e contro il femminicidio.

scarpe rosse - red shoes - zapatos rojos - 25 novembre
Le scarpe rosse sono diventate il simbolo del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

La prima volta

Innanzitutto collochiamolo nella storia: la data è il 22 agosto 2009.

Protagonista è l’artista Elina Chauvet, nata in Messico nel 1959.

Elina utilizzò delle scarpe rosse per la prima volta in un’installazione artistica pubblica.

L’obiettivo ed il messaggio furono quelli di non dimenticare le centinaia di donne uccise nella città messicana di Juárez.

Elina Chauvet
Elina Chauvet

Il tremendo assassinio delle donne messicane

Elina passò parte della sua vita proprio a Juárez in Messico, dove studiò architettura all’università. In quegli anni vide da vicino il fenomeno della sparizione delle giovani donne e del ritrovamento dei loro corpi senza vita, nel deserto.

Diverse inchieste indicarono che l’età della maggior parte delle donne era compresa tra i quindici e i venticinque anni.

Furono tutte: rapite, stuprate, orrendamente mutilate e uccise per strangolamento.

Elina Chauvet notò come come le autorità minimizzassero il problema. Decise così di rompere l’omertà ed il silenzio che avvolgeva questi fatti attraverso una comunicazione visiva di forte impatto.

Le scarpe rosse di Elina Chauvet

Nel 2009 Elina raccolse 33 paia di scarpe e le installò nello spazio urbano di Juárez. Dopo il primo evento Zapatos Rojos (scarpe rosse in lingua spagnola, mentre in inglese è Red Shoes), ha atteso due anni per rifarlo. Nel 2011 ha riprodotto la sua installazione artistica nello stato di Sinaloa, nella città di Mazatlán. Grazie al passaparola generato, questa volta le scarpe donate furono 300!

L’iniziativa dell’artista messicana ebbe da subito una grande eco. Tra i primi paesi in cui venne replicata ci furono:

  • Argentina,
  • Italia,
  • Regno Unito,
  • Ecuador,
  • Spagna.

Alina stessa subì in famiglia un lutto violento: la sorella morì per mano del marito.

Red Shoes è un incontro di arte e memoria collettiva. Nel suo viaggio, cerca la solidarietà tra le persone verso una città in cui l’omicidio e la scomparsa delle donne è un evento quotidiano. E’ un invito alla riflessione nelle città e nei paesi in cui si tiene, dal momento che ci induce a parlare di un problema sempre più nascosto come la violenza contro le donne.

Elina Chauvet
Scarpe rosse: un'installazione in Italia
Un’installazione di scarpe rosse in Italia

Il simbolo

Le scarpe rosse rappresenteranno il sangue delle donne uccise e scomparse a causa della violenza sessista. Il tema è purtroppo molto presente e costante anche nella cronaca nera italiana.

Gli abusi contro le donne troppo spesso rimangono nascosti tra le mura domestiche.

Il simbolo delle scarpe rosse porta in sé questo messaggio: la violenza nella coppia non è normale, non è tollerabile.

Le varie installazioni che ogni anno si replicano, mostrano con un messaggio di impatto, quanto sia pesante il vuoto lasciato da ragazze, mogli, sorelle, figlie che non ci sono più.

Elina Chauvet
Elina Chauvet

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

Ricorre il 25 novembre di ogni anno a partire dal 2000. L’istituzione arriva dall’Assemblea generale dellONU, tramite una risoluzione datata 17 dicembre 1999. Da allora le Nazioni Unite hanno invitato governi, organizzazioni e ONG a livello internazionale, a organizzare attività e manifestazioni durante il 25 novembre.

Le scarpe rosse di Elina Chauvet sono così oggi il simbolo della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. L’obiettivo dell’ONU sposa in pieno quello dell’artista messicana: sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della violenza contro le donne.

Indossare un paio di scarpe rosse durante il 25 novembre, significa aderire ad una lotta per dire basta ad ogni tipo di violenza contro le donne.

In Italia ogni tre giorni una donna viene uccisa da un uomo che la conosceva bene e che diceva di amarla.

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Automat (Tavola calda), opera di Edward Hopper https://cultura.biografieonline.it/automat-hopper/ https://cultura.biografieonline.it/automat-hopper/#comments Wed, 22 Sep 2021 15:26:15 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=19423 Dipinto nel 1927, “Automat” (Tavola calda) è uno dei quadri più intensi e contemporaneamente desolanti dell’opera di Edward Hopper.

Automat - Tavola calda - quadro - Hopper
Automat (Tavola calda), Edward Hopper, 1927 • Pittura a olio, 71 cm x 91 cm • Il quadro è conservato presso il Des Moines Art Center, Iowa (USA) • L’opera è attribuibile ai periodi: Neoclassicismo, Modernismo

Automat (Tavola calda): analisi del dipinto

Una donna sola in una tavola calda, osserva la tazzina del caffè. Intorno a lei ci sono solo oggetti. Tra questi: un tavolo, una sedia, la vetrata del locale posta dietro di lei, un termosifone e la luce squallida del locale. Sia il cappotto di colore verde che il cappello giallo non fanno altro che intensificare il senso di desolazione che emana il soggetto protagonista della tela.

Il riflesso della donna non compare sul vetro del locale, solo le luci delle lampade sono riflesse e sembrano quasi illuminare un percorso. Un corridoio che idealmente si protende oltre la vetrata. Forse la donna è un sogno oppure un’illusione?

Automat Hopper detail
Il dettaglio della donna mentre osserva la tazzina di caffè

Commento

E’ certamente inquietante il fatto che l’immagine della donna non venga riflessa sul vetro e che la sua desolazione o solitudine diventi il centro dell’attenzione dello spettatore. Secondo me, l’intenzione di Hopper non era rappresentare la solitudine o identificare la donna come la protagonista di una desolazione moderna.

Penso, invece, che per Hopper fosse più significativo rappresentare la scena in se stessa. E’ l’illusione che sembra rappresentare la donna che testimonia l’importanza dei colori e degli oggetti. Mentre la protagonista appunto appare come un pensiero oppure la traccia di un sogno.

Riferimenti artistici

Il dipinto ricorda un altro capolavoro di Hopper: “Soir blue“. In quest’ultimo un clown è posto al centro della scena. Egli appare totalmente isolato dalle persone che sono attorno a lui. Anche in “Soir blue“, il clown sembra frutto di un sogno e viene posto nel contesto per accentuare i particolari del dipinto.

Soir bleu
Soir bleu

Altri due dipinti ricordano invece la protagonista e sono “Giovane donna assopita” di Vermeer e “La Prugna” di Manet. Nel primo, una donna sta dormendo con la testa inclinata verso una sedia posta di fronte a lei. Nell’altro, invece, una donna, anch’essa con un’espressione trasognata, osserva un bicchiere che contiene un liquore alla prugna.

Due dipinti di due grandi pittori che Hopper richiama con questo quadro, ma anche due possibili interpretazioni del suo dipinto. In entrambi, infatti, la donne stanno pensando e sognando. Di fatto generano l’illusione di essere loro stesse un sogno o un pensiero fugace.

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11 febbraio, Giornata Internazionale per le Donne e le Ragazze nella Scienza: il gender gap pesa in Italia https://cultura.biografieonline.it/11-febbraio-giornata-donne-nella-scienza/ https://cultura.biografieonline.it/11-febbraio-giornata-donne-nella-scienza/#respond Thu, 11 Feb 2021 17:00:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=32681 Istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2015, la Giornata Internazionale per le Donne e le Ragazze nella Scienza è giunta alla sesta edizione.

Nel nostro Paese c’è ancora, in ambito scientifico, un pesantissimo gap da colmare. Il divario di genere in Italia nasce già durante gli anni della scuola per poi proseguire a livello accademico e dopo, nel mondo del lavoro.

Oggi, in Italia, si laurea nelle discipline scientifiche solo il 16,5% delle donne, a fronte di un 37% dei maschi. Negli istituti tecnici le donne che si diplomano sono soltanto il 22%, mentre i maschi rappresentano il 42%.

In ambito accademico, poi, il divario si fa ancora più ampio, visto che solo un professore su cinque è donna e solo il 7% dei rettori universitari appartiene al gentil sesso.

Per quanto concerne invece la situazione in ambito professionale, dai dati Eurostat emerge che in Sicilia e Sardegna, nel 2019, risultano più donne impiegate in ruoli scientifici rispetto al resto d’Italia.

Le donne che fanno carriera nella scienza sono abbastanza poche anche negli altri Paesi europei, in totale rappresentano infatti il 41%.

Si moltiplicano, in occasione di questa giornata, le iniziative promosse da singole università, e dall’Istituto nazionale di fisica nucleare, che hanno aderito alla campagna #WomenInScience.

Sono tanti anche gli incontri e le videoconferenze rivolti alle scuole, per stimolare alla riflessione su questo importante argomento.

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Le donne di Dante: il 4 febbraio esce in libreria l’opera di Marco Santagata https://cultura.biografieonline.it/donne-di-dante-libro-marco-santagata/ https://cultura.biografieonline.it/donne-di-dante-libro-marco-santagata/#respond Tue, 02 Feb 2021 15:45:31 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=32459 Quando si parla di Dante Alighieri e delle donne della sua vita, il primo nome che viene in mente è quello di Beatrice, il cui personaggio corrisponde alla nobildonna Bice Portinari. Ma a quanto pare nella travagliata esistenza di Dante ci sono state altre fondamentali presenze femminili che lo hanno segnato.

Le donne di Dante: non solo Beatrice

Leggendo però l’ultimo volume – che esce postumo – scritto dallo studioso, scrittore, filologo e critico letterario Marco Santagata (scomparso lo scorso novembre), ci si rende conto che nella vita del “Sommo Poeta” vi sono state altre due donne altrettanto importanti: Tana e Gemma, rispettivamente sorella maggiore e moglie.

Di loro poco si parla, eppure (come Santagata mette in evidenza nel libro, appunto intitolato “Le donne di Dante”) sono state le uniche persone, insieme alle rispettive famiglie, che lo hanno aiutato nei momenti più critici dell’esistenza.

Marco Santagata nacque a Zocca, il 28 aprile 1947. E’ morto a Pisa il 9 novembre 2020, all’età di 73 anni.

I tre livelli presenti nel libro

Lo studio condotto da Santagata si è svolto su tre livelli: quello storico, quello di divulgazione e quello di narrazione (con elementi e spunti di immaginazione).

Il libro, edito da edizioni il Mulino, uscirà nelle librerie il 4 febbraio 2021. Nel volume, corredato da bellissime immagini, l’autore racconta delle donne di famiglia, di quelle amate dal poeta, e di quelle che invece compaiono all’interno della Divina Commedia (Francesca, Pia).

Dante, la madre e la figlia

Non tutti conoscono l’influenza sulla vita di Dante di alcune donne come la madre Bella o la figlia Antonia che si fece monaca a Ravenna.

Ecco perché lo scritto di Santagata è molto interessante, oltre al fatto che offre una panoramica completa e dettagliata delle dinamiche sociali e familiari che hanno caratterizzato l’Italia nel Duecento.

La malattia e il ruolo di Tana

Ci sono particolari che lo studioso racconta con grande maestria narrativa, e che riguardano la malattia di Dante ed il ruolo principale che ebbe Tana, la sorella maggiore, durante la sua dolorosa evoluzione.

Beatrice e Laura: il parallelismo

Sono tanti gli episodi narrati nel libro, in grado di incuriosire i lettori che amano Dante e che desiderano sapere qualcosa di più dell’uomo, oltre che del poeta.

Infine, essendo Marco Santagata un critico ed estimatore di Francesco Petrarca, è riuscito a tracciare con abilità descrittiva un parallelismo assai riuscito tra la Beatrice dantesca e la donna amata dal Petrarca.

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Femminicidio e femicidio, uso corretto delle parole https://cultura.biografieonline.it/femminicidio/ https://cultura.biografieonline.it/femminicidio/#comments Wed, 27 Jun 2018 20:33:54 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=24944 In Italia, femminicidio e femicidio sono termini molto utilizzati di recente dai media. Il primo termine, cioè femminicidio, indica la violenza contro le donne sul piano psicologico simbolico, economico e sociale, che precede o può portare al femicidio. Quest’ultimo è un concetto che comprende le morti di donne che sono avvenute per motivi misogini. Il termine deriva dall’inglese femicide e si è diffuso negli anni Settanta del Novecento, ma era un termine già in uso sin dall’Ottocento.

Femminicidio

«Ci sono state e ancora ci sono resistenze all’introduzione del termine, quasi fosse immotivato o semplicemente costituisse un voler forzatamente distinguere tra delitto e delitto semplicemente in base al sesso della vittima; quasi fosse neologismo frutto di una delle tante mode linguistiche più che del bisogno di nominare un nuovo concetto» (tratto da Accademia della Crusca, ndr)

Il termine femminicidio e la sua diffusione negli anni ’90

Il neologismo femminicidio si è diffuso nelle cronache internazionali negli anni Novanta. Proprio per riferirsi ai fatti di Ciudad Juarez, città al confine tra Messico e Stati Uniti. È qui che nel 1992 sono scomparse oltre 4.500 giovani donne, 650 sono state stuprate, torturate, uccise e poi abbandonate nel deserto. Da qui le donne messicane, tra le quali attiviste femministe, giornaliste e accademiche hanno portato avanti una battaglia e hanno sostenuto la candidatura dell’antropologa Marcela Lagarde, teorica del femminicidio, al Parlamento.

L’antropologa ha fatto costituire e ha presieduto una Commissione Speciale parlamentare. Essa ha portato ad approvare una legge sulla violenza di genere con la quale è stato introdotto il reato di femminicidio.

Anche altri Stati sudamericani hanno preso esempio da quello messicano. Da qui hanno cominciato ad usare questo neologismo per riferirsi agli omicidi con movente di genere.

I femminicidi in Italia

Questo tema tuttavia non è circoscritto al Sud America. Il Comitato per l’attuazione della CEDAW (la Convenzione ONU per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne) nel 2011, per la prima volta si è espresso in relazione ad un Paese non latinoamericano; nelle Raccomandazioni all’Italia si è dichiarato preoccupato per l’elevato numero di femminicidi

«che può indicare un fallimento delle autorità dello Stato nel proteggere adeguatamente le donne vittime dei loro partner o ex partner»

Tra le vittime italiane di femminicidi ne ricordiamo alcune di cui abbiamo parlato in articoli precedenti: Addolorata Palmisani (2011), Rosy Bonanno (2013), Elena Ceste (2014), Denise Georgiana (2015).

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Eleven A.M. (11 A.M., Le undici di mattina), opera di Edward Hopper https://cultura.biografieonline.it/eleven-11-am-hopper/ https://cultura.biografieonline.it/eleven-11-am-hopper/#comments Tue, 06 Sep 2016 12:12:51 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=19564 Una delle abilità di Edward Hopper è mostrare un momento insignificante della vita quotidiana come se fosse – e davvero lo è – un attimo infinito. Tutto nella rappresentazione di Hopper diventa qualcosa di sensato e prolunga la visione dello spettatore. Anche se non c’è alcun movimento o azione nella scena rappresentata. Uno dei dipinti più emblematici di questa sua poetica è “Eleven A.M.” (o 11 A.M. – Le undici di mattina), realizzato nel 1926 con la tecnica olio su tela.

Eleven A.M. - 11 AM - Edward Hopper - Undici di mattina
Il quadro di Hopper “Eleven A.M.” (1926)

Eleven A.M. (Le undici di mattina): descrizione e analisi del dipinto

Una ragazza nuda è seduta su una poltrona posta vicino ad una finestra. La sua posizione e il volto, in parte coperto dai capelli, mi hanno sempre creato una sorta di curiosità inquieta. Non tanto per il nudo che ricorda molti altri dipinti, ma per la posizione della ragazza e il suo osservare la finestra, immobile.

La sua è una posizione rilassata, che osserva ciò che si trova fuori dalla finestra, e sembra in procinto di fare qualcosa, o invece di non fare nulla. Ed entrambe le possibilità inquietano.

La donna esprime anche una meravigliosa sensualità, proprio perché indossa solo un paio di scarpe. E il colore della sua pelle contrasta con i colori degli oggetti, a partire dal blu scuro della poltrona in cui è seduta, al rosso della lampada posta sul tavolo, con il tappeto verde adagiato ai suoi piedi e con il marrone del cassettone posto contro il muro.

La luce proviene da sinistra e si smorza nell’intimità dell’appartamento. L’intimità violata attraverso la luce, segue lo stesso percorso visivo dello spettatore. Lo spettatore può osservare la donna mentre si trova nel suo appartamento. E la sua osservazione parte da destra, segue la luce, come se anche lui entrasse dalla finestra, quasi ansioso di spiare la ragazza, di osservarla mentre lei stessa osserva.

Il mio scopo in pittura è sempre quello di usare la natura come mezzo, per cercare di fissare sulla tela le mie reazioni più intime di fronte al soggetto, così come mi appare quando lo amo di più: quando il mio interesse e il mio modo di vedere riescono a dare unità alle cose.

Commento

Il concetto di desolazione appartiene a molti quadri di Edward Hopper. Probabilmente è anche uno dei tratti distintivi e più citati della sua opera. E ovviamente ritorna anche in questo quadro. Anche se l’artista, in più occasioni, ha ribadito di non voler creare una situazione di solitudine. Egli afferma di non voler raccontare consapevolmente la desolazione o il senso di abbandono che un’unica figura nei suoi dipinti può suscitare.

Infine, i giochi di luce e ombra che vediamo trasparire nel dipinto, grazie all’ampia finestra da cui passa la luce del sole, sono la conseguenza dell’abilità di Hopper nelle incisioni.

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L’amica geniale, recensione della tetralogia di Elena Ferrante https://cultura.biografieonline.it/elena-ferrante-amica-geniale/ https://cultura.biografieonline.it/elena-ferrante-amica-geniale/#comments Mon, 10 Aug 2015 13:25:05 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=14941 gender doesn’t matter

io non lo so chi sia elena ferrante. mi interessa? no. c’avrà le sue ragioni per non dirlo. fortemente consigliata da persone di fiducia, ho letto la tetralogia de l’amica geniale – edizioni e/o dal 2011 al 2014.

avevo letto il primo un po’ di tempo fa e poi tutti di fila gli altri tre, come fosse un libro unico.
ci sto pensando.

è una scrittura magistrale quella di questi libri. è pulita, profonda, non trovi uno scivolone che sia uno. però io ho comunque qualcosa che mi rode. è un libro (dico libro per dire quattro libri) femminile. femminista forse ma non è questo il problema.

Elena Ferrante

è un libro troppo di femmine. non da femmine eh, di femmine. e io quando i libri sono troppo di femmine faccio un po’ fatica. anche quando sono scritti da femmine – non sappiamo se questo è il caso – trovo che spesso ci sia uno sforzo grande per dimostrare qualcosa. è quello che facciamo tutti i giorni, come donne. dimostrare qualcosa al lavoro, a casa, per strada.

dimostrare che ce la possiamo fare bene quanto e più degli uomini, e questo è chiaramente un errore. imposto eh. imposto dagli uomini stessi che spesso ce l’hanno più facile. però non sempre bisogna dimostrare di essere meglio. si può anche dimostrare di essere bene. di essere quello che si è. cioè, nun se capisce me sa. tipo, le quote rosa. ok potrei anche essere d’accordo, ma solo in parte. perché se ci sono degli uomini più validi a fare una determinata cosa, perché essere obbligati a scegliere donne meno valide solo perché sono donne?

ah no ma scusate non ci sono uomini più validi. taaaaac è qui l’errore. nel vittimismo delle minoranze noi donne ci cadiamo in pieno e se potessimo ribalteremmo la situazione. non possiamo, è ovvio, ma se potessimo.

siamo persone. non uomini o donne, persone. per questo non mi interessa sapere se elena ferrante sia donna o uomo. tutti gli scrittori dovrebbero usare uno pseudonimo, in modo da non farmi cadere nel pregiudizio che uhm, io le donne non è che mi piacciono tanto – ah, ci sono eccezioni ovviamente, che vi credete, che io sia coerente?

Amica geniale - ciclo - Elena Ferrante
Il primo volume del ciclo “L’amica geniale” è del 2011; i successivi sono: “Storia del nuovo cognome” (2012), “Storia di chi fugge e di chi resta” (2013) e “Storia della bambina perduta” (2014).

napoli in questi libri è così vicino che la puoi toccare. è un pacchetto di fotografie. vale la stessa cosa per la situazione sociopoliticoeconomicmetteteciquellochevolete. sta sullo sfondo ma non nascosta, piuttosto tira i fili della storia, come un burattinaio.

L’amica geniale: protagoniste e personaggi

le protagoniste e i personaggi che gravitano intorno sono così reali che ti viene davvero da farti domande sui tuoi rapporti di amicizia. ho o ho avuto amiche come lila? come lenù? e io dove mi classifico? voglio davvero essere come l’una o come l’altra o forse a volte sono entrambe. o magari nessuna. le domande te le fai.

il senso di inadeguatezza, di inferiorità, di lenù nei confronti della sua amica è quello che sento ogni mattina quando mi alzo. nei confronti delle amiche o del mondo intero. allora sì, come lei dovrei dimostrare di più, sempre, ma a differenza sua la forza di volontà spesso manca mentre è più comodo piangersi addosso. lo faccio spesso di piangermi addosso eh, solo che lo faccio un pochino nascosta. ma quanto dolore e terrore e qualcosa d’altro che finisce il -ore si portano addosso anche le persone che sembrano più sicure di sé? a volte me lo chiedo. poi però a volte mi vengono dei dubbi, molte di loro, son proprio soddisfatte così.

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Perché le donne adorano le scarpe? https://cultura.biografieonline.it/scarpe-con-tacco-donne/ https://cultura.biografieonline.it/scarpe-con-tacco-donne/#respond Thu, 06 Feb 2014 15:24:21 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9646 Uno dei mezzi che la donna usa per accrescere la sua capacità di seduzione è sicuramente la scarpa. Da sempre scarpe è sinonimo di donna. Secondo la teoria freudiana, la scarpa è una proiezione psicoanalitica dell’organo sessuale femminile a causa della sua forma concava, che avvolge e contiene. Sempre per le teorie di Sigmund Freud, la scarpa assume tuttavia anche un significato erotico maschile una volta che viene indossata, trasformandosi in simbolismo fallico per il piede che contiene.

La passione per le scarpe da donna
E’ risaputo: le donne amano le scarpe e ne possiedono (o ne possederebbero) moltissime paia.

Ma la donna viene magicamente attratta dalle scarpe anche perché esse accentuano alcuni dei caratteri femminili, rendendoli più visibili agli occhi maschili. Innanzitutto, le scarpe con il tacco rendono il piede più corto e sinuoso donandogli una silhouette più femminile. Inoltre le scarpe con il tacco conferiscono alla donna un’andatura ancheggiante, sexy ed incerta, rendendola seduttiva. In ultimo, non dimentichiamo che i tacchi accentuano una postura che porta a rialzare le natiche e attraverso l’inarcare la schiena, fa sì che il petto venga spinto in fuori, esaltando così le “curve” del corpo.

Numerosi modelli di scarpe femminili
Le donne e le scarpe: i modelli possono essere numerosi e molto differenti, così come i colori.

Infine, le scarpe con i tacchi alti slanciano la figura facendo sembrare più lunga la gamba, un altro imperdibile punto di seduzione a favore della donna. Ma la passione e l’ossessione femminile per le scarpe è quasi sicuramente da far risalire all’antichissimo culto per il piede che ha radici antichissime, come nella medicina cinese nella quale il piede è alla base della salute dell’uomo ed il suo studio viene effettuato attraverso la reflessologia, o nella cultura araba dove il piede femminile viene dipinto con l’henné.

Il piede è il mezzo di trasporto per antonomasia e quindi scegliere una scarpa è scegliere di essere autonomi ed il sociologico francese Prof. Jean Servier sosteneva che “camminare con le scarpe significa prendere possesso della terra”. Lo stesso Ermes, dio protettore dei viaggi e dei confini, è un dio calzato.

Tacchi a spillo: modelli di scarpe con tacco a spillo
Il tacco a spillo è un indicatore della personalità femminile.

Oggi le donne, attraverso le scarpe, dimostrano il loro “essere” nella società: sono delle “vamp” se indossano tacchi a spillo, sono delle “dure” se indossano gli anfibi e sono serie e professionali se portano i mocassini. Nella prima versione della fiaba di Cenerentola di Eliano, cantastorie romano del III secolo d.C., era già presente l’identificazione tra la scarpa e la persona che la indossa.

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