dischi famosi Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 03 Oct 2023 16:31:16 +0000 it-IT hourly 1 Il disco Slippery When Wet (Bon Jovi, 1986): pietra miliare dell’hard rock https://cultura.biografieonline.it/bon-jovi-slippery-when-wet-1986/ https://cultura.biografieonline.it/bon-jovi-slippery-when-wet-1986/#respond Tue, 03 Oct 2023 16:22:17 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5657 Pubblicato nel 1986, l’album “Slippery When Wet” è considerato il più riuscito tra quelli realizzati dal gruppo dei Bon Jovi. In America il disco ottiene il disco d’oro e una dozzina di dischi di platino. Nel resto del mondo questo capolavoro musicale, simbolo dell’hard rock, vende circa 33 milioni di copie. Insieme all’album viene lanciata in promozione anche una raccolta di videoclip.

Bon Jovi, Slippery When Wet (1986)
Bon Jovi, Slippery When Wet (1986)

I singoli di sucesso

I quattro singoli estratti dall’album raggiungono ottime posizioni nelle hits musicali, restando in vetta alle classifiche mondiali per molto tempo:

  • Wanted Dead or Alive;
  • You give Love a Bad Name;
  • Never Say Goodbye;
  • Livin’ on Prayer.

Il successo di Slippery When Wet

Rispetto agli album precedenti, che non riscuotono il successo previsto e che anzi vengono bersagliati dalla critica, questo terzo album dei Bon Jovi si avvale di preziose collaborazioni: il noto compositore Desmond Child, Bruce Fairbaim in veste di produttore e Bob Rock nel ruolo di ingegnere del suono.

La maggior parte dei brani contenuti in “Slippery When Wet” sono stati scritti da Richie Sambora e Jon Bon Jovi. Questi inizialmente decide di non inserire all’interno del disco il brano “Livin’ on Prayer”, ma dopo cede alle insistenze, e così il pezzo diventa uno dei più famosi dell’intero album. Qual è la ragione del titolo dell’album “Slippery When Wet”? (che in italiano significa “Scivoloso se bagnato”).

È lo stesso tastierista del gruppo, David Bryan, a rivelare che durante la registrazione dell’album il gruppo era solito frequentare un locale di striptease in cui alcune bellissime ragazze si bagnavano con acqua e sapone, così tanto che fosse difficile stringerle per quanto erano scivolose. Un membro del gruppo ad un certo punto esclama: “Slippery When Wet”!, e gli altri realizzano al volo che questo sarebbe stato il titolo del nuovo album!

La copertina del disco

In origine la copertina del disco doveva riportare una foto con un seno prorompente, ma per evitare le denunce di un’associazione moralista facente capo all’allora Vice Presidente degli Stati Uniti, Al Gore, il gruppo decide di optare per un’altra soluzione meno rischiosa. La nuova copertina viene ideata da Jon Bon Jovi, e raffigura un sacco di immondizia bagnato sul quale il cantante scrive il titolo.

A venti anni dalla pubblicazione dell’album, il 20 settembre 2005, “Slippery When Wet” viene ristampato in Dual Disc (lato CD e lato DVD, con i cinque videoclip estratti). I Bon Jovi, ereditando il rock tradizionale degli anni Ottanta (di cui Bruce Springsteen è il rappresentante più importante), diventano gli esponenti più famosi dell’emergente hard rock, raggiungendo in breve tempo il successo planetario. I pezzi contenuti nel terzo album sono impregnati di stile metropolitano, e trattano di scelte, paure e disagi giovanili.

Breve recensione

Ovviamente non mancano spunti autobiografici, a volte contornati da melodie romantiche.

Nel disco non mancano “ballate” dal sapore nostalgico, come la famosa “Never Say Goodbye”. Il pezzo contiene un monito a lasciarsi andare all’esistenza, senza fossilizzarsi su idee e scelte definitive, ma sempre pronti a mettersi in discussione. La formula musicale vincente di questo gruppo statunitense è diventata un modello per le band che si sono formate successivamente, ma nessuna è riuscita ad eguagliare l’hard rock melodico originalissimo dei Bon Jovi.

La band americana, originaria del New Jersey, si forma nel 1983. Durante la carriera, la band ha pubblicato undici album realizzati in studio, un album live e tre raccolte. I Bon Jovi si sono inoltre esibiti in più di quattromila concerti in tutto il mondo. Il gruppo è composto da:

  • Jon Bon Jovi (cantante);
  • David Bryan (tastierista);
  • Richie Sambora (chitarrista solista);
  • Tico Torres (batterista).
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Def Leppard, Hysteria (1987): storia di uno dei dischi più venduti della storia del rock https://cultura.biografieonline.it/def-leppard-hysteria-1987/ https://cultura.biografieonline.it/def-leppard-hysteria-1987/#respond Thu, 20 Jul 2023 06:48:15 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5817 Con più di venti milioni di copie vendute in tutto il mondo, “Hysteria” è il quarto album realizzato dalla band britannica dei Def Leppard. La casa discografica “Mercury Records” pubblica questo disco il 3 agosto 1987, quattro anni dopo “Pyromania”, l’album che ha decretato il successo del gruppo nel panorama musicale hard & heavy.

Hysteria Def Leppard
Def Leppard, Hysteria (1987)

Quando il batterista Rick Allen perse un braccio

Durante la lavorazione dell’album, che contiene al suo interno sei singoli che si piazzano ai vertici delle classifiche, il batterista del gruppo Rick Allen perde il braccio sinistro a seguito di un incidente stradale.

Il titolo stesso dell’album, Hysteria, è ideato da Allen, riferendosi alla sua triste vicenda e all’interesse che l’incidente suscita nei suoi confronti. L’album “Hysteria”, inoltre, è l’ultimo cui partecipa il chitarrista Steve Clark, che muore l’8 gennaio 1991.

Il titolo originario dell’album doveva essere “Animal Instinct” ed il suo produttore doveva essere Mutt Lange, che però si ritira in fase di pre-produzione. Jim Steinman prende il suo posto, ma il contributo al gruppo non è determinante, perché non essendo un perfezionista, prende per buona qualsiasi iniziativa della band. Quando Steinman si allontana, il gruppo cerca di produrre “Hysteria” in maniera autonoma.

Nonostante il grave incidente che gli costa la perdita di un braccio, Rick Allen decide di continuare a suonare la batteria utilizzando un kit acustico/elettronico con pedali. Quando Mutt Lange torna, un anno dopo, Allen ha perfettamente imparato ad utilizzare il kit, e nonostante altri intoppi durante la registrazione (la parotite di Joe Elliot e l’incidente automobilistico di Lange, che rimane ferito alle gambe, ma per fortuna non gravemente), finalmente l’album vede la luce il 3 agosto del 1987, con il lancio del singolo “Animal”, mentre in America il singolo si intitola “Women”.

Hysteria e la popolarità dei Def Leppard

Anche se tra un album e l’altro sono trascorsi alcuni anni di silenzio, la popolarità dei Def Leppard non viene intaccata: in Inghilterra, dopo la sua uscita, l’album “Hysteria” conquista velocemente le prime posizioni in classifica, ma anche in America la band è molto conosciuta e apprezzata.

Nel 2006, per la precisione il 24 ottobre, è stata pubblicata una versione “Deluxe” dell’album, formata da due CD con due tracce bonus e il rifacimento di alcuni brani originali. Nella nuova versione vi sono anche remix e parti inedite aggiunte.

Il produttore Lange aveva l’intenzione di creare una versione hard rock del grande successo di Michael Jackson, “Thriller”, ma questo delude i fan che erano rimasti affezionati allo stile più metal di “Pyromania”.

Per la registrazione dell’album la band dei Def Leppard utilizza le tecnologie più moderne, per esempio l’amplificatore “Rockman”.

I singoli dell’album “Hysteria” vengono lanciati con tempi diversi: la versione finale di “Animal” ci mette tre anni per il suo sviluppo completo, mentre altri pezzi come “Pour Some Sugar on Me” vengono scritti velocemente.

Breve storia dei Def Leppard

I Def Leppard cominciano a strimpellare musica fin da giovanissimi, e da ragazzi semplici di provincia si trovano a gestire un grande successo con l’album “Pyromania”, che conquista il pubblico molto più di quello che loro stessi si aspettano. L’album di esordio si intitola “On Throught the Night” : con questo disco i Def Leppard si avviano a conquistare il pubblico americano. Mutt è il loro produttore, e nonostante le difficoltà che incontrano sul  cammino (l’incidente di Allen, il chitarrista alcolizzato da mandare via, un altro chitarrista con problemi di droga) il gruppo non si rompe e continua a produrre musica di grande impatto.

Questa è l’attuale formazione del gruppo:

  • Joe Elliott (voce)
  • Phil Collen (chitarra e voce)
  • Rick Savage (voce, basso)
  • Vivian Campbell (voce, chitarra)
  • Rick Allen (batteria)

La critica ha spesso stroncato le esibizioni del vivo del gruppo britannico, perché pare che i componenti non siano granché carismatici, mentre il risultato degli album è positivo grazie alle tecnologie utilizzate durante la registrazione.

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Brown Sugar: 3 cose che non sapevi sulla canzone dei Rolling Stones https://cultura.biografieonline.it/brown-sugar-rolling-stones/ https://cultura.biografieonline.it/brown-sugar-rolling-stones/#respond Thu, 02 Feb 2023 12:22:37 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13553 Brown Sugar è una delle canzoni più famose dei Rolling Stones: fu pubblicata il giorno 16 aprile 1971 in Gran Bretagna. Scritto da Mick Jagger e Keith Richards, il singolo “Brown Sugar” fa parte dell’album Sticky Fingers, il 9° disco nella lunga storia del gruppo (il 9° in Europa, 11° nel mercato statunitense). Brown Sugar precedette l’uscita del disco, che venne lanciato nel mese di maggio dello stesso anno.

Brown Sugar - The Rolling Stones - 1971
The Rolling Stones – la copertina del singolo “Brown Sugar”, pubblicato nel Regno Unito il 16 aprile 1971

Brown Sugar: la storia della canzone degli Stones

Il singolo è stato primo in classifica per ben due settimane negli Stati Uniti, Canada e Olanda mentre per la Gran Bretagna si piazzò “solamente” al secondo posto.

La canzone “Brown Sugar” comincia con un riff di chitarra elettrica (lungo assolo) e le parole di Jagger, proseguendo poi con la batteria e il sassofono, strumento che diventa protagonista della canzone dal minuto 1’38”.

Il cantato di Mick Jagger è accompagnato anche dal coro degli altri componenti del gruppo ma assume una valenza minore rispetto agli strumenti musicali, che hanno la meglio nel brano. Probabilmente l’unico compositore della canzone fu il solo Jagger durante le riprese del film “I fratelli Kelly”, in Australia, nel 1969. Il brano venne registrato infatti nel 1969 ma non venne pubblicato subito per problemi di copyright. Jagger lo dedicò alla sua compagna segreta, madre di suo figlio Karis.

L’origine del testo di Brown Sugar

Il testo del brano è molto scandaloso: lo stesso titolo allude sia ad un tipo di eroina (“brown sugar” significa letteralmente “zucchero marrone” con riferimento a quello grezzo, lo zucchero di canna; tuttavia nello slang di strada si riferisce principalmente all’eroina) sia ad una ragazza di colore.

La trama infatti racconta di schiavismo, sadomasochismo, sesso , droga e perdita della verginità. Si parla di una donna matura che fa l’amore con il proprio schiavo nero, di una ragazza giovane che perde la sua verginità, ma in modo velato. Spesso infatti grazie alla melodia conosciutissima ed orecchiabile, il testo è sempre passato in secondo piano.

Il 18 dicembre del 1970 durante il compleanno di Keith Richards venne incisa una versione con Al Kooper al piano e Eric Clapton alla chitarra. Per la versione definitiva dell’album il gruppo era indeciso se pubblicare quest’ultima oppure quella originale: alla fine si optò per quella già incisa, in quanto l’ultima risultava troppo spontanea negli arrangiamenti.

YouTube Video

Testo originale della canzone

Gold coast slave ship bound for cotton fields,
Sold in a market down in New Orleans.
Scarred old slaver know he’s doin’ alright.
Hear him whip the women just around midnight.
Ah Brown Sugar how come you taste so good
(A-ha) Brown Sugar, just like a young girl should
A-huh.

Drums beating, cold English blood runs hot,
Lady of the house wond’rin where it’s gonna stop.
House boy knows that he’s doin’ alright.
You should a heard him just around midnight.
Ah Brown Sugar how come you taste so good
(A-ha) Brown Sugar, just like a black girl should
A-huh.

I bet your mama was a tent show queen, and all her boy
Friends were sweet sixteen.
I’m no schoolboy but I know what I like,
You should have heard me just around midnight.

Ah Brown Sugar how come you taste so good
(A-ha) Brown Sugar, just like a young girl should.

I said yeah, I said yeah, I said yeah, I said
Oh just like a, just like a black girl should.

I said yeah, I said yeah, I said yeah, I said
Oh just like, just like a black girl should

La traduzione italiana

Nave schiavista della costa d’oro
in rotta per i campi di cotone,
venduto in un mercato giù a New Orleans
Lo schiavista sa che sta facendo bene.
Senti come frusta le donne verso mezzanotte

Ah, Brown Sugar
che buon sapore hai
(A-ha) Brown Sugar,
proprio come una ragazzina dovrebbe

Tamburi suonano,
freddo sangue inglese scorre caldo,
La padrona di casa si sta domandando
dove si fermerà
Il ragazzo di casa sa che sta facendo bene
Avresti dovuto sentirlo intorno a mezzanotte

Ah, Brown Sugar
che buon sapore hai
proprio come una ragazzina dovrebbe

Scommetto che tua mamma
era la regina di un circo, e tutti i suoi
fidanzati erano dolci sedicenni.
Io non sono uno scolaro ma so cosa mi piace
Avresti dovuto sentirmi intorno a mezzanotte

Ah, Brown Sugar
che buon sapore hai
proprio come una ragazzina dovrebbe

Ho detto sì, ho detto sì,
ho detto sì, ho detto
Oh proprio come una,
proprio come una ragazza nera dovrebbe

Ho detto sì, ho detto sì,
ho detto sì, ho detto
Oh proprio come una,
proprio come una ragazza nera dovrebbe

Curiosità

Alcune delle frasi più scandalose ( “sentitelo quando frusta le donne all’incirca verso mezzanotte”) sono state modificate in modo da risultare meno offensive (“dovreste sentirlo circa verso mezzanotte”).

Il brano è stato inoltre inserito nella raccolta “Hot rocks” 1964-1971, la prima dei Rolling Stones pubblicata negli Stati Uniti grazie alla casa discografica ABKCO, di proprietà del manager Allen Klein. La raccolta fu in realtà una mossa della casa discografica per ottenere maggiori vendite e maggiori guadagni dal gruppo ed ottenne un grande successo. In Inghilterra uscì solamente nel 1990 ma, a dispetto degli anni trascorsi, ottenne comunque il terzo posto in classifica.

La canzone Brown Sugar nel 1998 è diventata anche colonna sonora di una pubblicità della Pepsi Cola, anche se non in versione originale.

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Thriller (1982) di Michael Jackson: storia e curiosità https://cultura.biografieonline.it/thriller-1982-di-michael-jackson/ https://cultura.biografieonline.it/thriller-1982-di-michael-jackson/#comments Mon, 20 Aug 2018 21:32:07 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5483 Nei primi anni Ottanta, e precisamente il 30 novembre 1982, esce un album che rivoluziona il panorama musicale, entrando a pieno titolo nella storia della musica di tutti i tempi. Se parliamo degli anni Ottanta e di quelli che sono seguiti non si può fare a meno di menzionarlo: si tratta del sesto album dell’indiscusso re del pop, Michael Jackson, intitolato “Thriller”.

Con i quaranta milioni di copie vendute dopo solo un anno dalla sua uscita, questo album batte il record di vendite realizzate fino ad allora, restando nelle classifiche di tutto il mondo per ben 122 settimane.

Michael Jackson, "Thriller" (1982)
“Thriller” (1982), famosissimo disco di Michael Jackson

Il successo di Thriller

Ma quali sono i motivi dello strabiliante successo dell’album “Thriller”? Cosa ha reso “Thriller” uno dei dischi più azzeccati nella carriera di Michael Jackson e nella storia della musica in generale?

La novità di “Thriller” sta nel fatto che i sette singoli estratti dall’album (che ne contiene in tutto nove) vengono accompagnati da un videoclip. “Thriller” ha cambiato profondamente il modo di concepire il videoclip, basta riguardarselo un attimo e si capisce bene il perché.

Siamo davanti ad un capolavoro, un cortometraggio curato dal regista John Landis nei minimi particolari: realizzato nel 1983, questo “mini-film” può essere ancora considerato il miglior video musicale della storia. Il video si apre con una introduzione (recitata e cantata),  è palese l’utilizzo di effetti speciali (il cantante ad un certo punto si trasforma in uno zombie), i costumi ed il trucco da “morti viventi”sono assolutamente impeccabili. Le coreografie del video hanno ispirato anche registi e artisti per la realizzazione di film successivi.

Questi sono gli anni d’oro di Michael Jackson, che si impone sul panorama musicale mondiale per le sue performances musicali e le doti da ballerino (celebre ed inimitabile è la camminata all’indietro, “Moonwalk”, che in tanti hanno tentato invano di riproporre). Il riconoscimento del talento di Michael Jackson supera qualsiasi confine spaziale e temporale, non c’è persona che non conosca e apprezzi le sue canzoni.

Altra caratteristica che ha reso “Thriller” così famoso è la collaborazione di artisti del calibro di Eddie Van Halen, Paul McCartney, Toto.

Riconoscimenti

Nel 2001 il disco è stato riproposto in una Edizione Speciale, per celebrare i trent’anni di carriera di Michael Jackson. Nel 2008 è stata lanciata una riedizione dell’album, in occasione del 25° anniversario della prima uscita, intitolata “Thriller 25”. Questa riedizione ha venduto più di quattro milioni di copie, e contiene le tracce originali dell’album in un CD e in DVD, insieme ad alcune interviste rilasciate dal cantante ed un brano inedito, intitolato “For All Time”.

I riconoscimenti ottenuti dall’album “Thriller” sono davvero numerosi. Ora il disco, considerato “Tesoro Nazionale”, è conservato nella Biblioteca del Congresso americano. Dopo la morte improvvisa di Michael Jackson, l’album ha riconquistato la vetta delle classifiche in tutto il mondo, ottenendo anche il ventinovesimo disco di platino in America.

Oltre all’omonimo brano “Thriller”, gli altri singoli contenuti nell’album (altrettanto famosi) sono: Beat It, Billie Jean, The Girl is Mine, Human Nature, Wanna Be Starting Somethin, Pretty Young thing.

Pare che Michael Jackson, nel comporre l’album “Thriller” si sia ispirato ad un brano dei Queen, intitolato “Hot Space” (lui stesso deve averlo ammesso). Ma il pezzo della band inglese non ha riscosso lo stesso successo di Thriller di Jackson, che invece è diventato un brano famoso in tutto il mondo.

Nell’agosto del 2018 è successo un fatto inaspettato: questo celebre disco è stato superato nella classifica dei dischi più venduti negli Stati Uniti. A sorpresa la raccolta Their Greatest Hits 1971-1975 degli Eagles ha scalzato dal trono il re del pop.

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The Dark Side of the Moon https://cultura.biografieonline.it/the-dark-side-of-the-moon/ https://cultura.biografieonline.it/the-dark-side-of-the-moon/#comments Thu, 01 Mar 2018 11:21:27 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24393 E’ uno degli album più celebri dei Pink Floyd e nel contempo uno dei più importanti della storia del rock. Si intitola: The Dark Side of the Moon. L’ottavo album del gruppo è stato pubblicato dalla Capitol Records negli Stati Uniti il 10 marzo del 1973, e dalla Harvest Records in Gran Bretagna il 23 marzo dello stesso anno. La storia del disco affonda le radici nel dicembre del 1971, quando i componenti della band britannica, in seguito al lancio di “Meddle” – il 6° album in studio dei Pink Floyd – , si riuniscono in vista di un tour che li avrebbe portati in Giappone e negli Usa.

Artwork - The dark side of the Moon -disco
La copertina del disco, estremamente semplice, con la forma geometrica del triangolo al suo centro (un prisma che riflette la luce), ha contribuito al successo di The Dark Side of the Moon rendendolo facilmente riconoscibile.

La genesi del disco

Nel frattempo i ragazzi si dedicano alle prove a Londra, in Broadhurst Gardens. E’ in questa occasione che il bassista Roger Waters lancia l’idea di un nuovo album dedicato ad argomenti in grado di far arrabbiare le persone, con testi più diretti rispetto a quelli usati fino a quel momento. Così vengono registrati i primi demo nell’abitazione di Waters a Islington, all’interno di uno studio di registrazione creato ad hoc in giardino. Vi prendono parte, oltre allo stesso Waters, il tastierista Richard Wright, il chitarrista David Gilmour e il batterista Nick Mason.

Il nome del disco

Dopo aver comprato un mixer di ventotto canali, un impianto luci, casse acustiche e amplificatori, il gruppo decide di attribuire al nuovo materiale il nome provvisorio di “The Dark Side of The Moon”, con riferimento non all’astronomia ma alla follia. Tuttavia i Pink Floyd si rendono conto che quel titolo è già stato impiegato dai Medicine Head, e dunque lo sostituiscono con “Eclipse”.

Il 20 gennaio del 1972 il lavoro viene presentato a Brighton, ma l’LP “Eclipse” ottiene riscontri molto tiepidi. Così la band sceglie di recuperare il titolo iniziale, trasformato in “Dark Side of the Moon: A Piece for Assorted Lunatics”. Le canzoni vengono fatte ascoltare il 17 febbraio del 1972 a un gruppo di giornalisti, riscuotendo critiche positive da giornali come il “Sunday Times” o il “Times”.

Anche il tour seguente conquista un riscontro entusiastico da parte dei fan, includendo i nuovi pezzi eseguiti live secondo lo stesso ordine in cui verranno proposti nel disco. Tra il 1972 e il 1973, dunque, va in scena tra l’Europa e l’America il “Dark Side of the Moon Tour”, nel corso del quale la band lavora anche per migliorare i suoni e gli argomenti di alcuni brani.

Vinile - The dark side of the Moon - canzoni
Foto di un vinile d’epoca di The Dark Side of the Moon, prodotto e distribuito in Yugoslavia

The Dark Side of the Moon, le canzoni

L’elenco seguente si riferisce all’edizione originale in vinile del 1973.

  • Lato A
    1. Speak to Me – 1:30 (musica: Nick Mason)
    2. Breathe – 2:43 (Roger Waters, David Gilmour, Richard Wright) – Cantata da David Gilmour
    3. On the Run – 3:30 (musica: David Gilmour, Roger Waters)
    4. Time + Breathe (Reprise) – 6:53 (Nick Mason, Roger Waters, Richard Wright, David Gilmour) – Cantata da David Gilmour e Richard Wright
    5. The Great Gig in the Sky – 4:15 (Richard Wright) –Cantata da Clare Torry
  • Lato B
    1. Money – 6:30 (Roger Waters) – Cantata da David Gilmour
    2. Us and Them – 7:49 (Roger Waters, Richard Wright) – Cantata da David Gilmour e Richard Wright
    3. Any Colour You Like – 3:24 (musica: David Gilmour, Nick Mason, Richard Wright)
    4. Brain Damage – 3:50 (Roger Waters) – Cantata da Roger Waters
    5. Eclipse – 1:45 (Roger Waters) – Cantata da Roger Waters

Le registrazioni

Il 20 gennaio del 1972 iniziano le prove negli studi britannici, mentre le registrazioni finali si svolgono a Londra tra il 24 maggio e il 25 giugno dello stesso anno. Il capo tecnico audio è Alan Parsons, già assistente per “Atom Heart Mother” (il loro 5° album).

Le varie sessioni sono valorizzate dalle tecnologie più evolute del tempo: lo studio permette di missare ben sedici tracce, la prima delle quali è “Us and Them”, che viene registrata il 1° giugno e che anticipa “Money”. Infine, il 9 gennaio del 1973, dopo la pubblicazione del film-documentario concerto “Pink Floyd a Pompei”, l’incisione viene portata a termine. E’ in questa occasione che vengono registrati “On the Run”, “Any Colour Yoy Like”, “Eclipse” e “Brain Damage”.

Nasce, così, un album in cui si parla di malattia mentale, di morte, di vecchiaia, di avidità: ogni lato del disco contiene cinque tracce, ciascuna delle quali simboleggia un particolare stadio dell’esistenza umana. Non a caso, l’inizio e la fine dell’album sono rappresentati da un suono di battiti del cuore. Il lato A si conclude con una metafora della morte, “The Great Gig in the Sky”, mentre il lato B termina con i concetti di unità e alterità di “Eclipse”.

Quando la registrazione fu terminata portai una copia a casa e la feci ascoltare a mia moglie. Ricordo che si mise a piangere. A quel punto pensai «questo ha sicuramente toccato una corda da qualche parte», ed ero contento. (Roger Waters)

Curiosità

Nel Regno Unito è il settimo album più venduto di tutti i tempi. Si stima che uno statunitense su quattordici sotto i 50 anni possegga, o abbia posseduto, una copia dell’album. Fonti dell’industria discografica stimano che le vendite totali in tutto il mondo ammontino a circa 50 milioni di copie, dalla prima uscita: in pratica non esiste giorno dell’anno in cui non vengano vendute decine di copie di questo disco.

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London Calling (The Clash): la celebre foto di Pennie Smith https://cultura.biografieonline.it/foto-london-calling-clash-pennie-smith/ https://cultura.biografieonline.it/foto-london-calling-clash-pennie-smith/#respond Thu, 03 Aug 2017 12:59:48 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=22928 Il disco London Calling fu pubblicato il 14 dicembre 1979. E’ il terzo lavoro della punk rock band The Clash. L’album passato alla storia non solo perché contiene moltissimi generi musicali, ma proprio grazie alla sua copertina, ancora oggi molto riconoscibile. La grafica riprende il primo lavoro discografico di Elvis Presley.

The Clash - London Calling - Famous rock photo - Pennie Smith
La celebre foto di Pennie Smith scattata il 21 settembre 1979

Come nasce la celebre foto della copertina

Pare infatti che alla fine del concerto, tenuto a New York il 21 settembre 1979, Paul Simonon (bassista), insoddisfatto della performance decide di spaccare il proprio basso sul palco. Da qui lo scatto della fotografa inglese Pennie Smith, che si trova sul bordo del palco. Lo scatto è destinato a fare il giro del mondo. La fotografa cattura la scena senza staccare le mani dalla camera. Utilizza una Pentax ESII con una pellicola TRIX400 ASA. Compie tre scatti mentre il musicista si sfoga distruggendo il suo strumento. Oggi il basso elettrico esposto al Rock and Roll Hall Of Fame and Museum.

Si tratta di una delle fotografie più famose della storia del rockSi vede il bassista colto in modo naturale durante lo spettacolo al Palladium, a New York. La foto si è aggiudicata il riconoscimento di migliore fotografia rock and roll di tutti i tempi.

The Clash - London Calling - Cover album
The Clash, “London Calling”: la copertina del disco del 1979

Chi è Pennie Smith

La fotografia di Pennie Smith influenza una giovane generazione di fotografi. Lei è specializzata in bianco e nero. Il suo primo incarico è per la rivista NME: ci sono i Led Zeppelin in tour. Ma vediamo un aneddoto sulla foto scelta dalla band per la copertina del vinile.

La fotografa inglese sconsiglia al gruppo di utilizzarla perché sfuocata e troppo vicino al soggetto che lei fotografa, cioè il bassista intento a rompere il basso. Mentre i Clash ritengono opportuno utilizzarlo proprio per questo “difetto” che, secondo loro, ben ritrae la loro musica.

Pennie Smith
Pennie Smith

La Smith ha lavorato per le più importanti riviste musicali inglesi, ha pubblicato diversi libri, ha esposto i suoi lavori in molte gallerie in giro per il mondo, e ha continuato la sua carriera da freelance.

La band londinese

I The Clash sono nati a Londra, nel 1976, e sono stati attivi sino al 1986.  Senza neppure aver pubblicato un disco, sono riusciti a entrare nel giro delle punk band di Londra e ad esibirsi in numerosi concerti con altri gruppi famosi, quali, ad esempio, Sex Pistols, Buzzcocks e Damned. Un anno dopo dalla formazione, la band viene messa sotto contratto dalla Columbia, all’epoca una delle etichette più importanti.

Nasce così, dopo soli tre mesi, The Clash, un disco (omonimo) punk, vario e leggero. I membri storici della band sono: il cantante Joe Strummer (stroncato nel 2002 da un infarto), il chitarrista Mick Jones e il già citato bassista Paul Simonon.

Il successo per loro arriva nel 1978. Un anno dopo, nel 1979, viene registrato London Calling, un disco che esce come doppio al prezzo di uno. Esso contiene 19 brani. Inizialmente doveva essere intitolato The New Testament, titolo poi abbandonato a favore dell’altro. Il lavoro della band vende oltre due milioni di copie nel mondo, certificato disco di platino e disco d’oro negli Stati Uniti, nonché disco d’oro e d’argento nel Regno Unito.

Il doppio disco si apre con il brano omonimo.

London Calling, la canzone

La canzone recita:

The ice age is coming…the sun is zooming in
Engines stop running and the wheat is growing thin
A nuclear error… but I have no fear
London is drowning… and I…
I live by the river!”

che tradotta significa:

Sta arrivando l’era glaciale…il sole sta precipitando
I motori si fermano e il frumento avvizzisce
Un errore nucleare…ma io non ho paura
Londra sta annegando… ed io…
Io vivo vicino al fiume!

Il significato della canzone

Insomma non si tratta di una canzone felice, in quanto richiama tensioni sociali e la paura causata dall’incidente nucleare di Three Mile Island, avvenuto proprio nel 1979. Eppure è stata proposta come “jingle” per il countdown verso le Olimpiadi londinesi del 2012.

La canzone comincia con le parole: “London calling to the faraway towns, now that war is declared and battle come down. (“Londra sta chiamando le città lontane, ora che la guerra è dichiarata e la battaglia è arrivata”).

In pratica “Londra sta chiamando” è la traduzione letterale del titolo e allude al messaggio che trasmetteva la BBC in radio nel corso della Seconda Guerra Mondiale nei paesi occupati. La frase era pronunciata dall’annunciatore radiofonico Edward R. Murrow.

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Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (Beatles) https://cultura.biografieonline.it/sgt-peppers-beatles/ https://cultura.biografieonline.it/sgt-peppers-beatles/#respond Wed, 20 May 2015 17:14:52 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=14337 Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles è l’ottavo album della discografia ufficiale del famoso gruppo britannico. Secondo la rivista Rolling Stones, è al primo posto della classifica dei 500 dischi più venduti di tutti i tempi. Il disco ha sfiorato i 32 milioni di copie vendute e vinse nel 1967 il Grammy Award come miglior album dell’anno.

Beatles - Sgt. Pepper
I Beatles di Sgt. Pepper. Da sinistra: Ringo Starr, John Lennon, Paul McCartney, George Harrison (1967)

Venne messo in commercio il 1° giugno del 1967 ed è uno dei più conosciuti della storia del rock, oltre che uno dei primi concept album della storia della musica mondiale. Il termine sta ad indicare un album discografico le cui canzoni sono tutte incentrate su un particolare tema, sviluppato poi al loro interno come una storia. Per “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band“, i Beatles si immedesimarono ognuno in una personalità diversa, interpretando la Banda dei Cuori Solitari del Sergente Pepper. In realtà i testi delle canzoni non sono tutti legati l’uno all’ altro, pertanto, secondo alcuni esperti, non si tratterebbe di un vero e proprio esempio di concept album ma solamente di un suo antecedente.

L’idea e il titolo del celebre disco

Nel 1966 Paul McCartney voleva riunire di nuovo il gruppo a seguito dell’interruzione della tournee per continuare la carriera musicale tutti insieme. Durante un viaggio in Kenia con Mal Evans, il produttore e assistente personale dei Beatles, a Paul venne l’idea di comporre un album ispirato ad un gruppo di musicisti immaginario “La banda del Club dei Cuori Solitari del Sergente Pepper” , una banda di ottoni di epoca vittoriana.

Il nome così complesso era derivato dal contatto con musicisti californiani che utilizzavano nomi complicati per esplorare nuovi settori innovativi della musica. Probabilmente l’ispirazione di Paul per il nome dell’album derivò dai contenitori di sale e pepe utilizzati durante il viaggio in aereo di ritorno dal Kenya o da un agente di scorta dei loro concerti che si chiamava Sergeant Pepper.

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Paul McCartney compose il brano di apertura del disco (omonimo del titolo del disco) e lo sottopose al giudizio degli altri Beatles: secondo lui, ognuno di loro doveva interpretare i brani come se fosse un componente di questa band immaginaria. Inizialmente l’idea non piacque né a John Lennon né a George Harrison. Ringo Starr invece si offrì di cantare come solista una canzone e fu entusiasta del progetto.

I componenti dei Beatles arrivarono ad un compromesso per la pubblicazione: decisero di riunire nell’album tutte le tracce già composte fino a quel momento, senza dargli un’unica trama ma accostandole ad un’unica copertina. La registrazione durò 129 giorni e comportò una spesa di oltre 25.000 sterline.

Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band: i brani

Il disco inizia con un sottofondo che ricorda il chiacchiericcio di un teatro o di un bar e con un’orchestra che accorda gli strumenti musicali. Questo precede la canzone che dà il titolo all’album, nella quale vengono presentati i membri di questa immaginaria band musicale del Sergente Pepper.

Segue il brano N°2: With a Little Help from My Friends di cui è celeberrima la versione cantata da Joe Cocker al Festival di Woodstock del 1969.

La canzone più famosa del disco è certamente la terza : Lucy in the Sky with Diamonds. È ricordata per essere un’allusione alla LSD, droga allucinogena molto diffusa in quel periodo tra i giovani. Le iniziali del titolo infatti sarebbero chiaramente riferibili ad essa.

John Lennon si difese però da queste accuse raccontando che aveva composto il brano ispirandosi ad un disegno del figlio, che aveva ritratto una compagna di classe nel cielo con dei diamanti. Il brano divenne però talmente famoso da essere conosciutissimo anche dagli altri artisti: venne infatti citato anche dai Pink Floyd nel loro A Saucerful of Secrets.

La presunta morte di Paul McCartney

Un’altra canzone discussa è la decima, Lovely Rita, composta da McCartney dopo uno scontro con una vigilessa. In realtà alcuni avrebbero visto dietro essa un presunto indizio della morte dello stesso Paul. Rita sarebbe l’autostoppista che il cantante avrebbe fatto salire la notte del 9 novembre 1966.

Con lei si sarebbe poi schiantato e sarebbero morti entrambi. La leggenda vuole che la morte sarebbe stata occultata dai componenti della band e il cantante sostituito con un suo sosia. Non esistono prove concrete a dimostrazione della presunta morte di McCartney. Ma i sostenitori di questa tesi hanno ritrovato proprio in questo disco, in particolare nella copertina, molti indizi che comprovano la veridicità di queste teorie.

Il disco si conclude con una canzone composta da Paul e John, A Day in the Life, momento apice della collaborazione tra i due grandi autori. Anche questo brano è noto per i suoi riferimenti alla droga.

La lista completa delle canzoni

Lato A

  1. Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (Lennon-McCartney) – 2:00
  2. With a Little Help from My Friends (Lennon-McCartney) – 2:43
  3. Lucy in the Sky with Diamonds (Lennon-McCartney) – 3:26
  4. Getting Better (Lennon-McCartney) – 2:47
  5. Fixing a Hole (Lennon-McCartney) – 2:35
  6. She’s Leaving Home (Lennon-McCartney) – 3:33
  7. Being for the Benefit of Mr. Kite! (Lennon-McCartney) – 2:35

Lato B

  1. Within You Without You (Harrison) – 5:05
  2. When I’m Sixty-Four (Lennon-McCartney) – 2:37
  3. Lovely Rita (Lennon-McCartney) – 2:41
  4. Good Morning Good Morning (Lennon-McCartney) – 2:42
  5. Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (Reprise) (Lennon-McCartney) – 1:19
  6. A Day in the Life (Lennon-McCartney) – 5:04

La copertina

L’album è famosissimo in tutto il mondo proprio per la sua copertina particolare e coloratissima. Venne realizzata su suggerimento di Paul McCartney da Jann Haworth e Peter Blake. Grazie alla creatività vinse il Grammy Awards come migliore copertina nel 1968.

Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band - copertina
“Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”, la celeberrima copertina del disco dei Beatles – Uscì il 1° giugno 1967

Rappresenta una vera e propria icona pop art, imitata e parodiata da moltissimi artisti. L’idea è quella di una sorta di collage sul quale i Beatles hanno voluto riunire tutti i loro personaggi preferiti, che rappresentano il pubblico ideale davanti al quale avrebbero voluto cantare. Sono presenti Marlon Brando, Albert Einstein, Edgar Allan Poe, Karl Marx e molti altri. John Lennon avrebbe poi voluto introdurre anche Gesù, Hitler e Gandhi ma poi l’ipotesi venne scartata.

Alcuni dei personaggi rappresentati chiesero anche un compenso per il copyright ma i Beatles accettarono solo le candidature gratuite. Sono rappresentati anche degli oggetti e delle foglie che sembrerebbero di marijuana ma che in realtà sono della pianta del peperoncino.

I Beatles avrebbero voluto includere anche dei mini gadget ma il progetto venne abbandonato a causa del costo eccessivo. Nella rappresentazione della band, Paul è l’unico che è girato di spalle. Questa, secondo i mitomani, sarebbe una delle prove più importanti della leggenda Paul is dead (la presunta morte e sostituzione dell’artista alla quale si è accennato prima).

Il retro del disco

La copertina è importante anche per il retro, che include i testi delle canzoni.

Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band - retro copertina
Il retro della copertina del disco in vinile: si possono distinguere i testi delle canzoni di “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” e la foto che ritrae i Beatles, con Paul McCartney di spalle.

Allora, si trattò di una vera e propria rivoluzione pop art del mondo della musica. Appariva chiaro – ed oggi ne abbiamo assoluta conferma – come Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band fosse un album destinato a rimanere nella storia del rock per sempre, grazie alle sue canzoni, ma anche ai messaggi che i componenti del gruppo hanno voluto inserire al suo interno.

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Michael Jackson, Bad (1987) https://cultura.biografieonline.it/michael-jackson-album-bad/ https://cultura.biografieonline.it/michael-jackson-album-bad/#respond Sat, 12 Jan 2013 15:04:12 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5792 Quando pubblica “Bad”, il 31 agosto 1987, Michael Jackson è già una star famosa in tutto il mondo. Realizzato in collaborazione con Quincy Jones, il settimo album del “re del pop” cerca di ricalcare il successo ottenuto qualche anno prima dall’album “Thriller”.

Michael Jackson, Bad (1987)
La copertina di “Bad” (1987), album di Michael Jackson

Associato al singolo, Jackson realizza anche il video Bad, in una stazione metropolitana di New York. Nel video si notano i primi cambiamenti fisici del cantante, che sta cominciando a sbiadirsi la pelle.

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L’album “Bad”, però, non realizza lo stesso record di vendite del predecessore “Thriller”: si calcola che il disco abbia venduto circa 33 milioni di copie in tutto il mondo, mentre le copie dei singoli arrivano a circa tredici milioni di vendite. Per la realizzazione di “Bad” Michael Jackson si avvale della collaborazione di artisti del calibro di Stevie Wonder e Martin Scorsese (che si occupa della regia del video “Bad”).

Struttura dell’album

L’album “Bad” si apre con il brano omonimo, e con il pezzo “The Way you make me feel”, prosegue con “In the Mirror” e “Liberian Girl” e termina con il ritmo incalzante di “Smooth Criminal”. Nella Special Edition, pubblicata nel 2001 in occasione dei trenta anni di carriera di Jackson, vengono aggiunte tre tracce extra e alcune interviste. Nel 2007 l’album “Bad” viene riproposto dalla Sony BMG in versione ecologica, realizzato con materiali a basso impatto ambientale. Nel mese di Settembre 2012, trascorsi venticinque anni dalla pubblicazione dell’album, è stato pubblicato “Bad 25”, contenenti un CD ed un DVD live.

Per pubblicizzare l’album i singoli pezzi sono stati riproposti anno dopo anno a partire dal 1987. L’album contiene brani bellissimi come “Dirty Diana”, “Leave me alone”, “Man in the Mirror”. L’album ha ottenuto il riconoscimento del “Grammy Awards”per “Leave me alone” come Miglior video in formato lungo. Per promuovere l’album Micheal Jackson comincia il suo tour a partire da Tokyo, il 12 Settembre 1987, e lo termina nel 1989 a Los Angeles. Questo è il primo tour da solista del cantante.

Michael Jackson nella bufera mediatica

una foto di Michael Jackson
Michael Jackson

A partire dall’anno in cui esce “Bad”, Michael Jackson comincia a far parlare spesso di sé. I giornalisti gli si piombano addosso come iene per capire le motivazioni dello schiarimento progressivo della sua pelle, e il cantante dichiara di essere ammalato di vitiligine, e di essersi sottoposto ad operazioni chirurgiche solo per una ferita sul mento ed una rinoplastica. Nel 1988 viene pubblicata la sua biografia, nella quale il re del pop cerca di discolparsi anche dalle pesanti accuse di pedofilia che gli si attribuiscono.

Michael Jackson non è un personaggio comodo, la sua vita è piena di ombre e contraddizioni, ma ciò che conta realmente è che è un genio indiscusso della musica pop, ed è destinato a restare sulla scia dell’onda anche quando smetterà di vivere.

I fan gli si stringono intorno per difenderlo dalle pesanti accuse, in molti gli credono, per altri Jackson è un personaggio diabolico, che non merita considerazione, per altri ancora è soltanto la povera vittima di un’infanzia negata (la sua). E tu, sei un fan di Michael Jackson? Cosa pensi della sua musica? Aspettiamo i tuoi commenti sull’argomento!

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Aerosmith, Get a Grip (1993) https://cultura.biografieonline.it/aerosmith-album-get-a-grip/ https://cultura.biografieonline.it/aerosmith-album-get-a-grip/#respond Fri, 11 Jan 2013 14:45:32 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5826 Realizzato in studio per conto della casa discografica Geffen Records, l’album “Get a Grip” degli Aerosmith viene pubblicato il 20 aprile 1993. L’ undicesimo album della band statunitense viene premiato con sette dischi di platino e due dischi d’oro, vende circa venti milioni di copie e ottiene due prestigiosi “Grammy Award”. Il disco, che commercialmente riesce ad imporsi bene sul pubblico, si avvale della collaborazione di artisti prestigiosi come il compositore Desmond Child e il cantante Lenny Kravitz.

Aerosmith album "Get a Grip" (1993)
La copertina dell’album “Get a Grip” (1993) degli Aerosmith

Nonostante si tratti di un disco assai riuscito, la critica ritiene che nell’album non esista un filo conduttore, e che sia privo di un progetto musicale coerente. In poche parole, i brani alternano diversi stili tra loro: rock classico, rap, ballads. Le tracce presenti nel disco sono quattordici, i singoli estratti sono sei, ma a quanto pare solo due di questi sono rimasti scolpiti nella memoria del pubblico, perché più commerciali e facilmente canticchiabili: “Cryn” e “Crazy”.

La prima è una “ballad” che basa tutta la sua forza sul ritornello, non è impegnativa e sembra davvero perfetta per le abilità vocali di Steven Tyler. “Crazy” è una ballad che si impone con un coro ripetuto ed è piuttosto monotona, non riesce a sortire l’effetto desiderato, anzi pare che sia un bel po’ soporifera. Meritano un cenno anche il brano “Line Up”, scritto con la collaborazione di Lenny Kravitz, molto orecchiabile e piacevole all’ascolto, e “Shut Up and Dance”, ricca di momenti strumentali talentuosi da parte del chitarrista Perry.

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Il brano “Fever”, in perfetto stile hard rock, è invece una canzone effervescente che si rifà ai passati Anni Cinquanta. Che dire di “Living on the Edge”? Questa ballata, elettrica ed acustica insieme, è dotata di una personalità forte, anche se mantiene meno di quel che promette. In “Walk On Down” i toni si smorzano parecchio, la voce di Joe Perry è troppo limpida, il brano è un tantino banale per aver la voglia di riascoltarla più di una volta. Altri brani, come “Gotta Love It” e “Shut Up And Dance” sono invece prive di una loro identità, sono messe lì senza alcuna convinzione, ed il risultato è davvero scarso.

Di sicuro nell’album “Get a Grip” non mancano gli spunti vivaci (vedi “Line Up” e “Amazing”), ma il successo viene dai video programmati sui network musicali mondiali, non certo dalla originalità dei brani. Il disco, sempre secondo la critica, non ha grosse impennate né in senso positivo, né in senso negativo, anche se certi accostamenti sonori, studiati a tavolino, sortiscono il loro effetto.

La copertina di “Get a Grip” raffigura la mammella di una mucca con un orecchino (forse quello di Steven Tyler): agli animalisti che li criticano per questa loro scelta, gli Aerosmith ribattono che la copertina è stata ottenuta al computer. Pare che i toni di “Get a Grip” siano parecchio più morbidi rispetto agli album del passato, per esempio “Pump”, e che vi sia comunque un approccio musicale troppo soft e superficiale.

Che dire di questo album? Il cantante Steven Tyler non delude, come pure la genialità di Joe Perry alla chitarra non si smentisce affatto: basta questo per renderlo uno degli album più venduti nella storia della musica rock? Ai posteri l’ardua sentenza!

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U2, The Joshua Tree (1987) https://cultura.biografieonline.it/u2-1987-the-joshua-tree/ https://cultura.biografieonline.it/u2-1987-the-joshua-tree/#respond Wed, 09 Jan 2013 10:02:55 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5764 Con l’album “The Joshua Tree”, il quinto per la precisione, pubblicato dalla casa discografica “Island Records” il 9 marzo 1987, la band britannica degli U2 comincia ad esplorare i generi musicali del country, del blues, del gospel. Mentre il cantante Bono Vox sfoggia la sua bravura come compositore dei testi delle canzoni contenute nell’album, lo stile country e blues si mescolano perfettamente, dando vita ad un lavoro magistrale che occupa il ventiseiesimo posto nella classifica della rivista “Rolling Stone” tra i 500 album migliori di tutti i tempi.

The Joshua Tree (U2, 1987)
U2, The Joshua Tree – La copertina dell’album

Nell’album “The Joshua Tree”si coglie una contraddizione di fondo tra la rabbia ed il disgusto nei confronti dell’America e della sua politica estera ed il richiamo affascinante delle sue terre immense, della campagna e degli spazi in cui si percepisce la libertà allo stato puro. Come afferma lo stesso Bono Vox, si tratta di un album ispirato più dai luoghi che dalle persone, in cui i singoli brani si rifanno agli scenari immaginari creati da quegli scrittori americani che i componenti della band conoscono ed amano particolarmente.

Il titolo dell’album, “The Joshua Tree”, si riferisce alla Yucca brevifolia, denominata appunto “albero di Giosuè”, una pianta originaria della parte sud-ovest dell’America, che fa bella mostra di sé sulla copertina del disco.

L’album riscuote un grandissimo successo, e in tutto il mondo vengono vendute circa ventotto milioni di copie. Tutti i singoli estratti dall’album sono rimasti ai vertici delle classifiche per molto tempo.

I brani contenuti nell’album “The Joshua Tree”

Conosciamo nel dettaglio il contenuto dei singoli pezzi compresi nell’album n. 5 del gruppo britannico. “With or Without You” è una delle più famose “ballate” degli U2. Il testo non è univoco: c’è chi sostiene che tratti di religione, chi invece di una storia d’amore giunta al capolinea. “Where the Streets have no Name”: il brano trae ispirazione da un viaggio che il cantante Bono Vox compie in Etiopia, in compagnia di sua moglie.

Bullet the Blue Sky”: il brano esprime rabbia e disappunto per la politica estera intrapresa dagli Stati Uniti nei confronti di alcuni Paesi dell’America Centrale. “I Still Haven’t Found what I’m Looking For”: il brano tocca il tema della difficoltà di mantenere viva la fede in Dio nei momenti più difficili della vita.

Red Hill Mining Town”: il brano affronta il delicato problema del lavoro nelle miniere, in particolare della precaria situazione di questi lavoratori nel Regno Unito, durante gli Anni Ottanta. “Running to Stand Still”: il tema affrontato in questo brano è la dipendenza di una ragazza dalla droga. “In God’s Country”è un brano ispirato alle emozioni provate di fronte alla bellezza del paesaggio desertico. “One Tree Hill”: il brano è interamente dedicato ad un assistente del gruppo, chiamato Greg Carrol, che perde la vita in un incidente motociclistico a Dublino.

Trip Through Your Wires”: il pezzo parla dell’amore, che soggioga un uomo alla sua donna in una sorta di felice prigionia. “Mothers of Disappeared” è un pezzo musicale dedicato alle “Madri di Plaza de Mayo”. “Exit” è una canzone ispirata ad un film del 1955, intitolato “La morte corre sul fiume”. Il bassista del gruppo Adam Clayton definisce l’album “un viaggio”, che conduce chi lo ascolta dal deserto fino ai luoghi più nascosti dell’America Centrale.

Secondo il cantante Bono Vox, invece, non si può prescindere dall’impegno civile e politico anche attraverso la musica. In effetti “The Joshua Tree” contiene spunti interessanti sulla civiltà americana e le sue stridenti contraddizioni.  Essendo un poeta, Bono è riuscito a scrivere di temi importanti come l’ingiustizia sociale in maniera impeccabile, così come ha scritto dell’amore dei suoi piacevoli tormenti.

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