diritti civili Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 07 Mar 2023 23:09:14 +0000 it-IT hourly 1 La Festa della Donna e le sue origini https://cultura.biografieonline.it/festa-della-donna-storia-8-marzo/ https://cultura.biografieonline.it/festa-della-donna-storia-8-marzo/#comments Tue, 07 Mar 2023 21:16:58 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4353 Nel 1908, in una fabbrica tessile americana, un gruppo di lavoratrici sciopera per alcuni giorni a causa delle condizioni inumane cui vengono sottoposte. L’8 marzo il proprietario della fabbrica blocca le operaie all’interno della fabbrica, impedendo loro di uscire. A causa di un violento incendio che divampa accidentalmente nei locali, 129 donne muoiono tra le fiamme. Qui inizia il racconto che porta all’istituzione della Festa della Donna.

Operaie in fabbrica
Operaie in fabbrica: la storia della Festa della Donna (8 marzo)

La data dell’8 marzo

In ricordo di questa tragedia la data dell’8 marzo viene considerata come una giornata di protesta internazionale per il riconoscimento dei diritti delle donne. A detta di alcuni, però, l’incidente non si è effettivamente realizzato in questa data e con tali modalità, ma piuttosto il 25 marzo 1911; in questa data avviene l’incendio della fabbrica Triangle, nel quale perdono la vita molti lavoratori (circa 146 operai, sia uomini che donne).

L’idea di dedicare una giornata alle donne per rivendicarne i diritti viene esposta alla Conferenza internazionale delle donne socialiste tenutasi a Copenaghen. La questione femminile comincia ad emergere e a richiedere attenzione da parte dei Governi.

L’8 marzo 1909 viene celebrata in USA la Prima Giornata Internazionale della donna, comunemente nota come “Festa della Donna”: da allora ogni anno in questo giorno si ricordano le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, ma anche le discriminazioni e le violenze di cui le donne nel mondo sono oggetto. Le celebrazioni, inizialmente circoscritte agli Stati Uniti, si diffondono in tutto il mondo grazie alle associazioni femministe. Le donne cominciano a far sentire la loro voce e a rivendicare i propri diritti spesso ignorati.

A San Pietroburgo, in Russia, le donne scendono in piazza l’8 marzo 1917 per chiedere la fine della guerra. Mentre in Europa la Festa della Donna viene celebrata il 19 marzo 1911 per la prima volta. In Italia la celebrazione in favore dei diritti delle donne si tiene nel 1922, su iniziativa del Partito Comunista d’Italia.

Mimosa: il fiore simbolo della Festa della Donna (8 marzo)
Mimosa: il fiore simbolo della Festa della Donna (8 marzo)

Il simbolo della mimosa

Dopo la fine del Secondo conflitto mondiale, nel 1946, viene scelto come simbolo di questa giornata il fiore della mimosa. La ricorrenza dell’8 marzo viene inizialmente osteggiata dall’opinione pubblica perché considerata troppo “politica” (legata cioè ai movimenti di sinistra). Dagli anni Settanta in poi la Festa della Donna si lega al movimento di rivendicazione dei diritti delle donne: il Femminismo.

L’8 marzo 1972 la giornata internazionale della donna si festeggia in piazza Campo dè Fiori a Roma, e vi partecipano alcune donne famose, come l’attrice Jane Fonda. Durante la manifestazione avvengono alcuni scontri tra le femministe – che espongono striscioni e slogan vari – e le forze dell’ordine. Tra le altre cose, le femministe reclamano la legalizzazione dell’aborto.

Dal 1975 in poi anche le Nazioni Unite riconoscono l’8 marzo come giornata da dedicare alla donna, per la promozione dei suoi diritti e dell’uguaglianza in tutti gli ambiti della vita civile. L’Assemblea delle Nazioni Unite, due anni dopo, proclama che tale giornata sia dedicata alle donne in tutti gli Stati membri, in modo da favorire la loro effettiva partecipazione alla vita sociale, economica e politica e porre fine ad ogni discriminazione legata al sesso.

La festa della Donna oggi

Oggi la Festa della Donna ha perso il connotato ed il valore iniziale, di lotta per la rivendicazione dei diritti e contro la discriminazione, diventando una ricorrenza come tante altre in cui prevale il business e l’aspetto commerciale. Quante sono le donne che, l’8 marzo, si fermano a riflettere sul proprio ruolo all’interno della società e alle possibilità concrete di realizzazione personale e professionale? La strada da percorrere verso una completa uguaglianza è ancora lunga, a mio parere.

Sotto certi aspetti, le difficoltà legate al ruolo della donna come madre e lavoratrice rimangono ancora e sono piuttosto rilevanti. Mi piace pensare che la consapevolezza del ruolo femminile non venga relegato ad un solo giorno all’anno, ma diventi una priorità sociale del nostro e dei Governi di tutto il mondo. Il passato deve certo servire per affrontare meglio le battaglie future.

Frasi sulla donna

Qui puoi leggere alcune frasi molto belle sulla donna, il suo ruolo sociale e l’importanza che molti autori e letterati celebri di ogni epoca hanno a lei dedicato e attribuito.

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Little Rock Nine: riassunto e spiegazione https://cultura.biografieonline.it/little-rock-nine/ https://cultura.biografieonline.it/little-rock-nine/#respond Wed, 25 Jan 2023 21:11:39 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=14822 L’evento dei Little Rock Nine (i nove di Little Rock) rappresenta un evento importante nella storia della segregazione razziale negli Stati Uniti d’America. Lo raccontiamo e lo riassumiamo in questo articolo.

I nove di Little Rock (Little Rock Nine)

Era il 1957, quando a Little Rock, città dell’Arkansas, nel sud degli Stati Uniti, nove ragazzi di colore venivano ammessi per la prima volta in una scuola per bianchi.

L’evento creò non pochi problemi di ordine pubblico.

L’episodio sconvolse la vita degli americani, prima di allora abituati alla rigida separazione delle due razze etniche.

Se hai visto il film Forrest Gump, l’episodio è citato in una scena.

Little Rock Nine - 1957
Little Rock Nine

I precedenti

Dallo schiavismo del Seicento fino alla Seconda Guerra Mondiale, non era poi cambiata molto la situazione dei neri americani.

Costretti prima ad una vita di stenti e sacrifici lavorando duramente nelle grandi piantagioni, la loro condizione migliorò appena con l’abolizione ufficiale della schiavitù nel 1865. Essa venne sancita il 18 dicembre nel XIII emendamento della Costituzione degli Stati Uniti.

Nonostante ciò, tutti gli stati del sud emanarono pian piano provvedimenti che limitavano i diritti dei neri, per motivi essenzialmente economici.

Dal 1876 al 1965 furono emanate leggi che sancirono la segregazione razziale della società.

Furono chiamate Leggi Jim Crow, dal nome caricaturale con il quale venivano etichettati i giovani lavoratori neri.

Da quel momento in poi ci fu una vera e propria separazione tra i neri e i bianchi nella società americana: esistevano bar e tavole calde per bianchi e per neri, scuole, ospedali, perfino mezzi pubblici separati.

Molte furono le stragi di afroamericani, uccisi solo perché protestavano per ottenere l’uguaglianza dei diritti.

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale qualcosa iniziò a cambiare: i movimenti riuscirono ad ottenere i primi concreti risultati.

Bisogna aspettare gli anni ’60 e soprattutto l’operato del presidente John Fitzgerald Kennedy insieme con quello di Martin Luther King , pastore e attivista non violento, per vedere i primi risultati di una politica realmente egualitaria.

Little Rock Nine: l’episodio e la storia

I fatti dei Little Rock Nine sono simbolici perché testimoniano quanto erano tesi negli anni ’50 i rapporti tra bianchi e neri.

Nel 1954 si decise di porre fine alla segregazione razziale nelle scuole americane.

Il 4 settembre del 1957 iniziò l’anno scolastico a Little Rock, nell’Arkansas, e nove ragazzi neri vennero selezionati, per merito, per frequentare la scuola superiore cittadina.

A causa delle proteste scoppiate tra gli studenti bianchi, l’Arkansas National Guard impedì l’accesso alle aule ai nove studenti di colore.

Il caso venne subito denunciato al presidente di allora Eisenhower, che in tutta risposta commissariò l’Arkansas National Guard e inviò le truppe federali per scortare gli studenti a lezione.

Little Rock Nine - militari
Little Rock 9: i militari scortano gli studenti

Nonostante la presenza dell’esercito, i nove ragazzi non ebbero vita facile a scuola: venivano continuamente perseguitati dagli altri ragazzi, perfino sotto gli occhi dei professori.

I ragazzi bianchi non venivano neanche puniti a dovere ma soltanto nei casi eclatanti di ingiustizia, e solo quando questi erano testimoniati da un adulto.

La situazione divenne così critica che il governatore decise di prendere duri provvedimenti.

Venne indetto un referendum per l’interruzione dell’anno scolastico e grande fu la campagna del governatore contro l’educazione unitaria di bianchi e neri.

Si decise a maggioranza per l’interruzione dell’anno scolastico, altrimenti conosciuto come Lost Year.

I nove e le loro famiglie continuarono ad essere perseguitati perché ritenuti colpevoli dagli altri genitori per la perdita dell’anno scolastico dei loro figli. Così come tutta la comunità nera.

La situazione restò tale fino al 1959: allora la maggior parte dei membri segregazionisti della scuola furono sostituiti con altri moderati. I ragazzi di colore riuscirono finalmente a partecipare alle lezioni.

Little Rock oggi

La scuola, ancora in parte funzionante come high school, è diventata la sede di un Museo dedicato ai diritti civili per commemorare gli eventi del 1957.

Nel 1958 il poeta cubano Nicolas Guillén pubblicò una poesia intitolata Little Rock, sia in inglese che in spagnolo, incentrata sulla tematica della segregazione razziale.

Little Rock Nine - Hazel Bryan - Elizabeth Eckford
Little Rock Nine: Hazel Bryan ed Elizabeth Eckford

L’evento di Little Rock scosse enormemente le coscienze. Tant’è che ancora oggi si tengono commemorazioni annuali sul posto.

Al famoso talk show televisivo di Oprah Winfrey, negli anni 2000, sono state ospiti due ragazze protagoniste della vicenda: Hazel Bryan ed Elizabeth Eckford. La prima fu la ragazza bianca che aggredì verbalmente la seconda, una dei nove, immortalate in una fotografia che fece il giro del mondo.

Le due si sono parlate e confrontate e Hazel ha avuto modo di scusarsi per il suo comportamento.

Nel 2007 l’evento è stato raffigurato anche su un dollaro come illustrazione commemorativa.

Nel 2008 i Little Rock Nine sono stati invitati alla cerimonia dell’inaugurazione del mandato del Presidente Obama, il primo afro-americano diventato Presidente degli Stati Uniti.

Molto è stato fatto, molto è cambiato a seguito di questo grave episodio.

la strada per una vera uguaglianza dei diritti è ancora lunga.

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I have a dream, il discorso di Martin Luther King https://cultura.biografieonline.it/i-have-a-dream-discorso-italiano/ https://cultura.biografieonline.it/i-have-a-dream-discorso-italiano/#comments Wed, 16 Mar 2022 19:46:04 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23186 Quello che segue è il testo completo – tradotto in italiano – del celebre discorso “I have a dream” (Io ho un sogno), di Martin Luther King. Il discorso venne tenuto a Washington il 28 agosto 1963. Il contesto fu quello di una marcia di protesta per i diritti civili. A conclusione della manifestazione, davanti al Lincoln Memorial, MLK espresse questo discorso, che è ricordato come uno dei discorsi più famosi di sempre.

Martin Luther King - I have a dream - Io ho un sogno
Martin Luther King

In esso si parla di speranza.

In particolare della speranza di ottenere e godere degli stessi diritti tra bianchi e neri.

Di fatto il discorso stesso – che contiene alcune delle più celebri frasi di Martin Luther King – è un simbolo storico della lotta contro il razzismo negli Stati Uniti.

In un altro articolo abbiamo pubblicato il testo del discorso in lingua originale.

I have a dream (io ho un sogno), il discorso di Martin Luther King

Sono felice di unirmi a voi in questa che passerà alla storia come la più grande dimostrazione per la libertà nella storia del nostro paese. Cento anni fa un grande americano, alla cui ombra ci leviamo oggi, firmò il Proclama sull’Emancipazione. Questo fondamentale decreto venne come un grande faro di speranza per milioni di schiavi negri che erano stati bruciati sul fuoco dell’avida ingiustizia. Venne come un’alba radiosa a porre termine alla lunga notte della cattività.

Ma cento anni dopo, il negro ancora non è libero; cento anni dopo, la vita del negro è ancora purtroppo paralizzata dai ceppi della segregazione e dalle catene della discriminazione; cento anni dopo, il negro ancora vive su un’isola di povertà solitaria in un vasto oceano di prosperità materiale; cento anni dopo, il negro langue ancora ai margini della società americana e si trova esiliato nella sua stessa terra.

La metafora dell’assegno

Per questo siamo venuti qui, oggi, per rappresentare la nostra condizione vergognosa. In un certo senso siamo venuti alla capitale del paese per incassare un assegno. Quando gli architetti della repubblica scrissero le sublimi parole della Costituzione e la Dichiarazione d’Indipendenza, firmarono un “pagherò” del quale ogni americano sarebbe diventato erede. Questo “pagherò” permetteva che tutti gli uomini, sì, i negri tanto quanto i bianchi, avrebbero goduto dei principi inalienabili della vita, della libertà e del perseguimento della felicità.

È ovvio, oggi, che l’America è venuta meno a questo “pagherò” per ciò che riguarda i suoi cittadini di colore. Invece di onorare questo suo sacro obbligo, l’America ha consegnato ai negri un assegno fasullo; un assegno che si trova compilato con la frase: “fondi insufficienti”.

Noi ci rifiutiamo di credere che i fondi siano insufficienti nei grandi caveau delle opportunità offerte da questo paese. E quindi siamo venuti per incassare questo assegno, un assegno che ci darà, a presentazione, le ricchezze della libertà e della garanzia di giustizia.

Siamo anche venuti in questo santuario per ricordare all’America l’urgenza appassionata dell’adesso. Questo non è il momento in cui ci si possa permettere che le cose si raffreddino o che si trangugi il tranquillante del gradualismo. Questo è il momento di realizzare le promesse della democrazia; questo è il momento di levarsi dall’oscura e desolata valle della segregazione al sentiero radioso della giustizia.; questo è il momento di elevare la nostra nazione dalle sabbie mobili dell’ingiustizia razziale alla solida roccia della fratellanza; questo è il tempo di rendere vera la giustizia per tutti i figli di Dio.

Sarebbe la fine per questa nazione se non valutasse appieno l’urgenza del momento. Questa estate soffocante della legittima impazienza dei negri non finirà fino a quando non sarà stato raggiunto un tonificante autunno di libertà ed uguaglianza.

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Il 1963 non è una fine, ma un inizio. E coloro che sperano che i negri abbiano bisogno di sfogare un poco le loro tensioni e poi se ne staranno appagati, avranno un rude risveglio, se il paese riprenderà a funzionare come se niente fosse successo.

La ricerca dei diritti con una rivoluzione pacifica

Non ci sarà in America né riposo né tranquillità fino a quando ai negri non saranno concessi i loro diritti di cittadini. I turbini della rivolta continueranno a scuotere le fondamenta della nostra nazione fino a quando non sarà sorto il giorno luminoso della giustizia.

Ma c’è qualcosa che debbo dire alla mia gente che si trova qui sulla tiepida soglia che conduce al palazzo della giustizia. In questo nostro procedere verso la giusta meta non dobbiamo macchiarci di azioni ingiuste.

Cerchiamo di non soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla coppa dell’odio e del risentimento. Dovremo per sempre condurre la nostra lotta al piano alto della dignità e della disciplina. Non dovremo permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza fisica. Dovremo continuamente elevarci alle maestose vette di chi risponde alla forza fisica con la forza dell’anima.

Foto di Martin Luther King
Foto di Martin Luther King

Questa meravigliosa nuova militanza che ha interessato la comunità negra non dovrà condurci a una mancanza di fiducia in tutta la comunità bianca, perché molti dei nostri fratelli bianchi, come prova la loro presenza qui oggi, sono giunti a capire che il loro destino è legato col nostro destino, e sono giunti a capire che la loro libertà è inestricabilmente legata alla nostra libertà. Questa offesa che ci accomuna, e che si è fatta tempesta per le mura fortificate dell’ingiustizia, dovrà essere combattuta da un esercito di due razze. Non possiamo camminare da soli.

L’obiettivo

E mentre avanziamo, dovremo impegnarci a marciare per sempre in avanti. Non possiamo tornare indietro. Ci sono quelli che chiedono a coloro che chiedono i diritti civili: “Quando vi riterrete soddisfatti?”

Non saremo mai soddisfatti finché il negro sarà vittima degli indicibili orrori a cui viene sottoposto dalla polizia.

Non potremo mai essere soddisfatti finché i nostri corpi, stanchi per la fatica del viaggio, non potranno trovare alloggio nei motel sulle strade e negli alberghi delle città. Non potremo essere soddisfatti finché gli spostamenti sociali davvero permessi ai negri saranno da un ghetto piccolo a un ghetto più grande.

Non potremo mai essere soddisfatti finché i nostri figli saranno privati della loro dignità da cartelli che dicono: “Riservato ai bianchi”. Non potremo mai essere soddisfatti finché i negri del Mississippi non potranno votare e i negri di New York crederanno di non avere nulla per cui votare. No, non siamo ancora soddisfatti, e non lo saremo finché la giustizia non scorrerà come l’acqua e il diritto come un fiume possente.

Sofferenti creativi

Non ho dimenticato che alcuni di voi sono giunti qui dopo enormi prove e tribolazioni. Alcuni di voi sono venuti appena usciti dalle anguste celle di un carcere. Alcuni di voi sono venuti da zone in cui la domanda di libertà ci ha lasciato percossi dalle tempeste della persecuzione e intontiti dalle raffiche della brutalità della polizia. Siete voi i veterani della sofferenza creativa. Continuate ad operare con la certezza che la sofferenza immeritata è redentrice.

Ritornate nel Mississippi; ritornate in Alabama; ritornate nel South Carolina; ritornate in Georgia; ritornate in Louisiana; ritornate ai vostri quartieri e ai ghetti delle città del Nord, sapendo che in qualche modo questa situazione può cambiare, e cambierà. Non lasciamoci sprofondare nella valle della disperazione.

Il sogno

E perciò, amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le asperità di oggi e di domani, io ho sempre davanti a me un sogno. E’ un sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali.

Io ho un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.

Io ho un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, uno stato colmo dell’arroganza dell’ingiustizia, colmo dell’arroganza dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e giustizia.

Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Io ho un sogno, oggi!

Io ho un sogno, che un giorno ogni valle sarà esaltata, ogni collina e ogni montagna saranno umiliate, i luoghi scabri saranno fatti piani e i luoghi tortuosi raddrizzati e la gloria del Signore si mostrerà e tutti gli essere viventi, insieme, la vedranno. E’ questa la nostra speranza. Questa è la fede con la quale io mi avvio verso il Sud.

Martin Luther King - I have a dream - discorso
28 agosto 1963: Martin Luther King Jr. davanti alla folla, dai gradini del Lincoln Memorial dove ha pronunciato il suo famoso discorso.

La fede e la libertà

Con questa fede saremo in grado di strappare alla montagna della disperazione una pietra di speranza. Con questa fede saremo in grado di trasformare le stridenti discordie della nostra nazione in una bellissima sinfonia di fratellanza.

Con questa fede saremo in grado di lavorare insieme, di pregare insieme, di lottare insieme, di andare insieme in carcere, di difendere insieme la libertà, sapendo che un giorno saremo liberi. Quello sarà il giorno in cui tutti i figli di Dio sapranno cantare con significati nuovi: paese mio, di te, dolce terra di libertà, di te io canto; terra dove morirono i miei padri, terra orgoglio del pellegrino, da ogni pendice di montagna risuoni la libertà; e se l’America vuole essere una grande nazione possa questo accadere.

Risuoni quindi la libertà dalle poderose montagne dello stato di New York.

Risuoni la libertà negli alti Allegheny della Pennsylvania.

Risuoni la libertà dalle Montagne Rocciose del Colorado, imbiancate di neve.

Risuoni la libertà dai dolci pendii della California.

Ma non soltanto.

Risuoni la libertà dalla Stone Mountain della Georgia.

Risuoni la libertà dalla Lookout Mountain del Tennessee.

Risuoni la libertà da ogni monte e monticello del Mississippi. Da ogni pendice risuoni la libertà.

E quando lasciamo risuonare la libertà, quando le permettiamo di risuonare da ogni villaggio e da ogni borgo, da ogni stato e da ogni città, acceleriamo anche quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili, cattolici e protestanti, sapranno unire le mani e cantare con le parole del vecchio spiritual: “Liberi finalmente, liberi finalmente; grazie Dio Onnipotente, siamo liberi finalmente”.

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Biotestamento o testamento biologico, cos’è? https://cultura.biografieonline.it/biotestamento-testamento-biologico/ https://cultura.biografieonline.it/biotestamento-testamento-biologico/#comments Mon, 12 Feb 2018 10:18:22 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24045 Biotestamento. Si tende a confonderlo con l’eutanasia o con il suicidio assistito. Facciamo chiarezza
biotestamento - testamento biologico - eutanasia - suicidio assistito
Quali sono le differenze tra testamento biologico, eutanasia e suicidio assistito?

In cosa consiste il testamento biologico

Il biotestamento (o testamento biologico) è un documento che esprime la volontà di un soggetto, capace di intendere e di volere e lucido di mente, circa il sottoporsi o meno a trattamenti sanitari e terapie per il momento in cui non fosse in grado di esprimere il proprio intento a causa di patologie gravi e invalidanti.

In pratica si tratta di una dichiarazione che viene resa in anticipo, quando il soggetto è in condizioni mentali di lucidità, nell’eventualità che, in futuro, non lo sia più, a causa di una malattia che possa ledere le sue capacità cognitive.

Dal dibattito alla legge

L’argomento del biotestamento, proprio perché riguarda la sfera strettamente individuale di una  persona ed è piuttosto delicato, è stato a lungo dibattuto, soprattutto in Italia, dove (fino a poco tempo fa) non esisteva una normativa specifica al riguardo.

Luca Coscioni
Una foto di Luca Coscioni con Marco Pannella

Per sostenere la necessità di una legge a favore del biotestamento sono nate alcune associazioni, come quella intitolata a Luca Coscioni. Tra i membri dell’associazione vi è Marco Cappato, noto per aver subito un processo (2017-2018) relativo alla sua azione di aiuto a Dj Fabo, alias Fabiano Antoniani, a recarsi in Svizzera per ottenere il suicidio assistito. L’opinione pubblica si divide tra favorevoli e contrari.

Suicidio assistito - Fabiano Antoniani
Dj Fabo – Fabiano Antoniani (1978-2017)

La legge sul biotestamento

Dopo anni di discussione e rinvii, il 14 dicembre 2017 in Parlamento è stata approvata la legge sul biotestamento, o testamento biologico. In pratica viene riconosciuto il diritto ad esprimere la propria volontà – in anticipo e in condizione di lucidità mentale – a non volersi sottoporre a determinate terapie e trattamenti di tipo sanitario (come le pratiche di nutrizione, idratazione e respirazione artificiale), nel caso non si fosse più in grado di autodeterminarsi.

Cosa sono le “Dat”

Le “Dat” (disposizioni anticipate di trattamento) vanno redatte per atto pubblico o scrittura privata, con sottoscrizione autenticata da notaio o altro pubblico ufficiale, o da un medico del Servizio sanitario nazionale. Le Dat sono sempre revocabili: in caso di urgenza, la revoca può avvenire a voce, alla presenza di almeno due testimoni.

Questa legge rappresenta un primo importante traguardo, però restano fuori i casi in cui la sospensione delle terapie porta ad una morte non immediata, bensì lunga e dolorosa.

medico - paziente
Quali sono i vincoli per i medici?

Vincoli per il medico

I medici sono tenuti a rispettare le Dat e, in conseguenza di ciò, sono esentati da qualsiasi responsabilità civile o penale. I camici bianchi possono disattendere le volontà espresse nel biotestamento solamente se ciò non corrisponde più alle condizioni cliniche del malato e se, nel frattempo, sono sopraggiunte nuove cure che gli offrono concrete opportunità di miglioramento.

La normativa nel dettaglio

Ecco i punti previsti dalla legge sul bio testamento approvata definitivamente dal Senato nel Dicembre del 2017.

  1. Il consenso informato della persona interessata circa l’inizio o il proseguimento del trattamento sanitario.
  2. Il consenso prestato può essere revocato in qualsiasi momento, anche quando la revoca comporta la sospensione di trattamenti di nutrizione e idratazione artificiali.
  3. La normativa vieta qualsiasi tipologia di accanimento terapeutico.
  4. Il medico deve rispettare la volontà del paziente di proseguire o meno il trattamento sanitario. Tuttavia gli viene concesso il diritto di essere obiettore di coscienza.
  5. Tra medico e paziente può essere stabilita una “pianificazione condivisa delle cure”, che nel corso della malattia può sempre essere aggiornata, su suggerimento del medico o su richiesta dello stesso paziente.

Biotestamento ed eutanasia

Vi è differenza tra bio testamento, eutanasia e suicidio assistito. Nel termine “eutanasia” rientrano gli interventi sanitari sia attivi che passivi, aventi l’obiettivo di interrompere la sofferenza di una persona malata allo stato terminale di una malattia. Il consenso deve essere previo.

Oggi nel nostro Paese tale pratica costituisce un reato punibile dagli artt. 579 (omicidio del consenziente) e 580 (istigazione o aiuto al suicidio) del codice penale.

L’eutanasia “passiva” (intesa come sospensione dei trattamenti sanitari e cure mediche) è invece un diritto sancito nell’articolo 32 della Costituzione della Repubblica italiana.

Suicidio assistito
Biotestamento e suicidio assistito

Il suicidio assistito è una tipologia di eutanasia che viene attuata direttamente dalla persona interessata. Essa inoltra la richiesta di avere il farmaco per porre fine alla propria esistenza. E’ prevista l’assistenza da parte di terzi nelle fasi del ricovero che precedono la somministrazione vera e propria.

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Suffragette https://cultura.biografieonline.it/suffragette/ https://cultura.biografieonline.it/suffragette/#comments Wed, 02 Mar 2016 12:35:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=17213 Le suffragette vengono spesso ritratte come donne istruite, colte e borghesi che lottano per il diritto al voto, quando non devono occuparsi dei loro doveri sociali. Il film che Sarah Gavron ha girato nel 2015 e che ha come protagonista la bravissima Carey Mulligan, intitolato “Suffragette” racconta, invece, il vero volto delle suffragette e del loro mondo.

Suffragette - poster film
Suffragette: la locandina del film. Oltre a Carey Mulligan (protagonista), nel cast del film ci sono Helena Bonham Carter, Brendan Gleeson, Anne-Marie Duff e Meryl Streep. La storia è ambientata a Londra nel 1912.

Chi erano le suffragette

Erano per lo più donne appartenenti alla classe operaia che non avevano diritti e che lavoravano dodici ore al giorno nelle fabbriche. Il loro movimento era poco conosciuto e snobbato dalla politica e dai giornali, i quali per compiacere il governo non davano molta importanza al movimento per il diritto al voto delle donne.

Suffragette
Suffragette in manifestazione

Emily Davison

Per questo le appartenenti al movimento delle suffragette decisero di passare ad azioni più visibili e clamorose invece delle semplici manifestazioni di piazza, che peraltro venivano represse con i manganelli.

Cominciarono, quindi, a rompere le vetrine dei negozi, a bloccare tram e carrozze e a distruggere qualche appartamento, vuoto, di proprietà dei rappresentanti del governo. Fino all’estremo e più conosciuto gesto clamoroso, in cui Emily Davison si gettò sotto il cavallo di re Giorgio V, durante una gara in cui erano presenti molti giornalisti. La Davison morì e la notizia fece il giro del mondo.

Il loro, però, non fu solo uno scontro con le forze di polizia, venne addirittura istituito un corpo speciale a Scotland Yard per contrastare in tutti i modi il movimento, ma dovettero anche combattere con le loro famiglie, spesso pagando un pezzo altissimo.

Trama del film

Nel film la storia di Maud Watts, giovane suffragetta che decide di lottare per la sua emancipazione e per il diritto delle donne al voto, è emblematica. Maud è una ragazza che lavora fin da quando era piccolissima in una lavanderia industriale, dove il proprietario abusa delle giovani operaie, anche lei prima di sposarsi ha subito le sue attenzioni.

La sua vita si divide fra un lavoro che dura dodici ore al giorno e la famiglia. Il marito lavora con lei e insieme allevano l’unico figlio. Maud viene coinvolta da una compagna di lavoro nel movimento e dapprima reagisce con timidezza, poi, però, ne comprende il valore e comincia a dedicargli tutto il suo tempo. Viene arrestata e picchiata dalla polizia e il marito la caccia di casa impedendole di vedere il figlio.

La situazione si complica quando Maud finisce in carcere per un periodo lungo e viene messa in isolamento. Tuttavia, invece di desistere, decide di partecipare con ancora più determinazione alle istanze del movimento delle suffragette.

Commento al film

Il film è molto bello, perché racconta una realtà dimenticata con un’ attenzione ai dettagli e alla ricostruzione storica molto precisa. La regia lascia spazio alla storia e alla ricostruzione del contesto sociale in cui le suffragette svilupparono la loro battaglia politica.

L’Inghilterra di inizio XX secolo era un paese democratico ma i diritti non erano per tutti. Il film, ci ricorda come molti diritti siano stati ottenuti con un sacrificio immane, di persone che sono nate prima di noi. Ci ricorda inoltre come molti paesi siano ancora indietro sui diritti in generale, e quelli riservati alle donne in particolare.

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Ragazzi che amano ragazzi (Paterlini) https://cultura.biografieonline.it/ragazzi-che-amano-ragazzi/ https://cultura.biografieonline.it/ragazzi-che-amano-ragazzi/#respond Tue, 29 Sep 2015 13:19:02 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15241 e i vostri avatar arcobaleno?

a me, se qualcuno non sarà d’accordo con quello che sto per scrivere, importa ben poco.
mentre ero sul treno in quel viaggio lunghissimo che ho fatto quest’estate e in cui avevo paura di perdere la coincidenza, ho letto ragazzi che amano ragazzi, 1991-2011 – Feltrinelli, 2012 di piergiorgiopaterlini. piergiorgio paterlini è uno scrittore, un giornalista, è tra i fondatori di cuore, ha scritto libri e testi per il teatro (grazie, wikipedia).

Ragazzi che amano ragazzi
Ragazzi che amano ragazzi (libro di Piergiorgio Paterlini)

nel 1991 non era ancora uscito philadelphia, il film (il formaggio mi sa di sì, la città pure, c’era da prima). nel 1991 è morto freddie mercury. nel 1991 è nato il mio moroso (ah no questo non c’entra niente). nel 1991 si parlava di omosessualità a bassa voce e paterlini ha raccolto quindici di queste voci basse, quindici storie di ragazzi che amano ragazzi – appunto – e checcazzo mica era facile nel 1991, accettarlo, dirlo, o non dirlo, a genitoriamiciparenti.

adesso invece sono passati 24 anni e le cose sono radicalmente cambiatDAI NON DICIAMO STRONZATE. non è cambiato niente. c’è più consapevolezza certo, così chi disprezza, disprezza in modo più consapevole.

ci ho un po’ lo schifo io eh. stavo andando su qualche sito a cercare le statistiche dell’opinione pubblica in merito ma lasciamo stare, se la pensate come me, sapete già, se trovate invece la cosa contro natura smettete pure di leggere ma dall’inizio e comunque io non ci voglio parlare con voi. se avete messo l’avatar arcobaleno quando la corte suprema ha legalizzato i same sex weddings, ma poi oh io ho pure un amico gay, può fare quello che vuole basta che non mi tocchi a me. ma chittevuole, imbecille, sciò, aria.

allora secondo me questo libro andrebbe letto un po’ più spesso. andrebbe regalato. andrebbe, alla peggio, lanciato di costa contro la testa di chi non capisce. e sto riuscendo ad essere calma ma ora mi fermo perché sennò sbrocco e se sbrocco no buono. o forse sì. ci penso.

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Differenza tra diritti e doveri https://cultura.biografieonline.it/diritti-doveri-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/diritti-doveri-differenze/#respond Tue, 01 Jul 2014 20:18:18 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11359 Esiste una sostanziale differenza tra i due termini, diritti e doveri. I diritti e i doveri sono normati dalla legge.

Diritti e doveri
Diritti e doveri

Il diritto

Per diritto si intende la libertà che è attribuita al singolo, inteso come persona. I diritti umani o diritti dell’uomo sono una branca del diritto e si intendono come una sorta di concezione filosofica. Già nell’antica Grecia, e di conseguenza nell’antica Roma, esistevano i diritti che però venivano attribuiti solo a determinate categorie di persone. Anche nel periodo del feudalesimo i diritti venivano riconosciuti solo a certe categorie di persone; esisteva una forte e sostanziale disparità tra individui appartenenti alle diverse classi sociali.

Solo con il passare del tempo, i diritti vennero riconosciuti per tutti. Con la “Dichiarazione d’indipendenza delle colonie americane” del 1776 e con la “Dichiarazione francese dei diritti dell’uomo e del cittadino” del 1789, si ottiene una prima svolta in tal senso. Ma solo con la Convenzione Universale dei diritti dell’uomo, proclamata nel 1948 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che rappresenta uno dei primi documenti che contiene l’elenco di tali diritti, la situazione cambiò.

Vennero così elencati i principali diritti dell’uomo. Tra di essi annoveriamo il diritto alla vita, alla libertà individuale, all’autodeterminazione; il diritto a un’esistenza dignitosa, a un giusto processo, alla libertà religiosa, oltre al diritto di protezione dei propri dati personali (privacy). Si tratta di diritti definiti universali, inviolabili, indisponibili e fondamentali.

Il dovere

Per dovere, invece, si intende un obbligo, un comportamento imposto da una norma. La parola dovere deriva dal latino debere, derivato a sua volta dalla preposizione de, “da” e dal verbo habere, “avere”. Esistono due grandi distinzioni di dovere: quello morale, o etico, e quello legale, o giuridico.

Il primo prende spunto da una norma morale ed è lasciato alla libertà di scelta della persona, in caso di non adempimento dell’obbligo è prevista una sanzione di tipo morale; mentre nel secondo, il soggetto deve tenere un determinato comportamento imposto dalla norma.

Il dovere può essere positivo, quando il comportamento imposto dalla norma consiste in un fare o dare, oppure negativo quando invece consiste in un non fare; nel primo caso è detto anche comando, nel secondo caso divieto.

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La questione tra Cina e Tibet https://cultura.biografieonline.it/tibet-cina/ https://cultura.biografieonline.it/tibet-cina/#comments Fri, 29 Mar 2013 16:21:33 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6673 Nel 1949, dopo la proclamazione della repubblica popolare cinese, fu chiaro a tutte le diplomazie del mondo che Mao era intenzionato ad usare la forza della sua macchina da guerra per riprendersi quei territori che riteneva, per motivazioni storiche e sociali, appartenenti alla Cina comunista. Mao, infatti, il 1° ottobre del 1949 dichiarò che alcuni territori fra cui il Tibet sarebbe dovuti rientrare all’ interno dei confini cinesi. Il 7 ottobre del 1950, dopo inutili trattative diplomatiche fra i rappresentanti del governo tibetano e di quello cinese, 40.000 soldati dell’esercito di liberazione popolare cinese entrarono in Tibet, occupando la parte orientale del paese. L’esercito tibetano venne completamente sbaragliato, senza che i cinesi subissero gravi perdite.

Manifestanti tibetani
Tibetans are dying for freedom (I tibetani stanno morendo per la libertà)

Negli stessi giorni il Dalai Lama, Tenzin Gyatso, veniva proclamato sovrano del Tibet, avocando a sé sia i poteri spirituali che quelli temporali. Il 9 settembre il governo tibetano accettò la presenza di 3000 soldati cinesi nella sua capitale, Lhasa, accettando ufficialmente l’occupazione del suo Stato. A questo punto alcuni rappresentanti della diplomazia tibetana  firmarono un trattato di pace in 17 punti che  limitava la sovranità del Tibet, rendendolo di fatto una regione della Cina.

Tenzin Gyatso
Il Dalai Lama Tenzin Gyatso

Le riforme e le imposizioni conseguenti al patto, vennero applicate nell’arco dei sei anni successivi in quasi tutte le regioni del Tibet, tranne in due: Kham e Amdo dove furono applicate riforme e sanzioni tali da provocare ribellioni che l’esercito cinese represse con la forza. Il patto fu fortemente criticato dal Dalai Lama, che dichiarò di non  averlo autorizzato; comunque i cinesi non mantennero le promesse e dopo aver applicato le restrizioni, le riforme di ridistribuzione territoriale ed economica e dopo aver riorganizzato il sistema fiscale, colpirono duramente i simboli religiosi tibetani, depredando i monasteri.

Il 28 marzo del 1959 scoppiò una ribellione organizzata dal movimento per la resistenza tibetana che aveva gruppi in tutto il paese. La ribellione, però, fallì e come conseguenza della repressione cinese, morirono diverse migliaia di cittadini tibetani, alcune stime parlano di circa 65.000 – 70.000 persone, comprese donne e bambini. Il Dalai Lama, insieme a parte del suo governo e a circa 80.000 persone dovette, in segreto, lasciare il paese e rifugiarsi in India. Da allora è un esiliato che lotta senza sosta per l’emancipazione e l’indipendenza del suo paese.

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Il Proclama di emancipazione di Lincoln https://cultura.biografieonline.it/il-proclama-di-emancipazione-di-lincoln/ https://cultura.biografieonline.it/il-proclama-di-emancipazione-di-lincoln/#comments Tue, 19 Jun 2012 19:18:26 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2480 Proclama è un termine derivante dal latino proclama, cioè gridare avanti, annunciare. Si tratta quindi di un annuncio solenne riguardante un provvedimento di particolare importanza, emanato da un’autorità e rivolto al popolo. Questo concetto si rifà all’usanza antica di dare annuncio di notizie gridandole nelle vie, piazze o luoghi di ritrovo, per permettere alla maggior parte della popolazione di venirne a conoscenza.

Proclama di emancipazione Lincoln
Lincoln mentre discute con il suo Gabinetto il primo abbozzo del Proclama di Emancipazione – Dipinto a olio di Francis Bicknell Carpenter

Proclama di notevole importanza è quello emanato da Abraham Lincoln, sedicesimo presidente degli Stati Uniti d’America: il Proclama di Emancipazione. E’ promulgato durante la guerra civile americana, detta anche guerra di secessione americana, durata dal 1861 al 1865. Quest’ultima vede contrapposti da un lato gli Stati Uniti d’America e dall’altro gli Stati Confederati d’America, di cui fanno parte i 7 stati che dichiarano la propria secessione dagli Stati Uniti d’America e cioè Alabama, Florida, Georgia, Louisiana, Mississippi, Carolina del Sud e Texas. Successivamente si uniscono alla Confederazione altri 4 Stati: Virginia, Arkansas, Carolina del Nord e Tennessee.

Il Proclama di Emancipazione costituisce secondo alcuni, oltre che una precisa presa di posizione contro la schiavitù, anche una misura di strategia militare: a partire dal 1° gennaio 1863, gli schiavi appartenenti a proprietari in stato di rivolta contro l’Unione, sono dichiarati liberi.

Il Proclama di Emancipazione è composto da due ordini esecutivi: il primo emanato il 22 settembre 1862, decreta la liberazione di tutti gli schiavi dei territori degli Stati Confederati d’America a partire dal 1° gennaio 1863; il secondo elenca gli stati nel quale il primo ordine deve essere applicato. A seguito di questo Proclama, durante gli anni successivi e fino al 1865 sono liberate circa quattro milioni di persone.

Successivamente, dopo esser stato riconfermato Presidente nel 1864, Lincoln, insieme ad altri politici statunitensi, per evitare che il Proclama fosse considerato soltanto come una momentanea misura dovuta alla guerra, propone la ratifica del XIII emendamento della Costituzione Americana, grazie al quale, il 18 dicembre 1865, la schiavitù viene definitivamente abolita.

Abraham Lincoln
Abraham Lincoln

Abraham Lincoln viene assassinato il 14 aprile 1865, per mano di John Wilkes Booth, attore teatrale statunitense e simpatizzante confederato, che al Ford’s Theatre, a Washington, spara un colpo di pistola alla testa del Presidente, dichiarato morto il mattino del 15 aprile 1865.

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Testo originale del Proclama di emancipazione di Lincoln https://cultura.biografieonline.it/testo-originale-del-proclama-di-emancipazione-di-lincoln/ https://cultura.biografieonline.it/testo-originale-del-proclama-di-emancipazione-di-lincoln/#respond Tue, 19 Jun 2012 18:15:07 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2628 Quello che segue è il testo originale in lingua inglese del Proclama di emancipazione di Abraham Lincoln, 16° Presidente degli Stati Uniti d’America. Un secolo più tardi, ad esso fece riferimento anche Martin Luther King nel suo celebre discorso “I have a dream”.

Abraham Lincoln
Abraham Lincoln

By the President of the United States of America.

A PROCLAMATION.

Whereas, on the twenty-second day of September, in the year of our Lord one thousand eight hundred and sixty-two, a proclamation was issued by the President of the United States, containing, among other things, the following, to wit:

“That on the first day of January, in the year of our Lord one thousand eight hundred and sixty-three, all persons held as slaves within any State or designated part of a State, the people whereof shall then be in rebellion against the United States, shall be then, thenceforward, and forever free; and the Executive Government of the United States, including the military and naval authority thereof, will recognize and maintain the freedom of such persons, and will do no act or acts to repress such persons, or any of them, in any efforts they may make for their actual freedom.

That the Executive will, on the first day of January aforesaid, by proclamation, designate the States and parts of States, if any, in which the people thereof, respectively, shall then be in rebellion against the United States; and the fact that any State, or the people thereof, shall on that day be, in good faith, represented in the Congress of the United States by members chosen thereto at elections wherein a majority of the qualified voters of such State shall have participated, shall, in the absence of strong countervailing testimony, be deemed conclusive evidence that such State, and the people thereof, are not then in rebellion against the United States.”

Now, Therefore, I, Abraham Lincoln, President of the United States, by virtue of the power in me vested as Commander-in-Chief, of the Army and Navy of the United States in time of actual armed rebellion against the authority and government of the United States, and as a fit and necessary war measure for suppressing said rebellion, do, on this first day of January, in the year of our Lord one thousand eight hundred and sixty-three, and in accordance with my purpose so to do publicly proclaimed for the full period of one hundred days, from the day first above mentioned, order and designate as the States and parts of States wherein the people thereof respectively, are this day in rebellion against the United States, the following, to wit:

Arkansas, Texas, Louisiana (except the parishes of St. Bernard, Plaquemines, Jefferson, St. John, St. Charles, St. James, Ascension, Assumption, Terrebone, Lafourche, St. Mary, St. Martin, and Orleans, including the city of New Orleans), Mississippi, Alabama, Florida, Georgia, South Carolina, North Carolina, and Virginia (except the forty-eight counties designated as West Virginia, and also the counties of Berkeley, Accomac, Northhampton, Elizabeth City, York, Princess Anne, and Norfolk, including the cities of Norfolk and Portsmouth), and which excepted parts, are for the present, left precisely as if this proclamation were not issued.

And by virtue of the power, and for the purpose aforesaid, I do order and declare that all persons held as slaves within said designated States, and parts of States, are, and henceforward shall be free; and that the Executive government of the United States, including the military and naval authorities thereof, will recognize and maintain the freedom of said persons.

And I hereby enjoin upon the people so declared to be free to abstain from all violence, unless in necessary self-defence; and I recommend to them that, in all cases when allowed, they labor faithfully for reasonable wages.

And I further declare and make known, that such persons of suitable condition, will be received into the armed service of the United States to garrison forts, positions, stations, and other places, and to man vessels of all sorts in said service.

And upon this act, sincerely believed to be an act of justice, warranted by the Constitution, upon military necessity, I invoke the considerate judgment of mankind, and the gracious favor of Almighty God.

In Witness Whereof, I have hereunto set my hand and caused the seal of the United States to be affixed.

Done at the City of Washington, this first day of January, in the year of our Lord one thousand eight hundred and sixty three, and of the Independence of the United States of America the eighty-seventh.

Abraham Lincoln

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