Danimarca Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Sun, 21 Nov 2021 16:39:11 +0000 it-IT hourly 1 Amleto di Shakespeare: riassunto, storia e origini dell’opera https://cultura.biografieonline.it/amleto-riassunto-storia/ https://cultura.biografieonline.it/amleto-riassunto-storia/#comments Sun, 21 Nov 2021 15:22:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=27685 Amleto: la tragedia del principe di Danimarca

William Shakespeare scrisse l’Amleto fra il 1600 e il 1602 consegnando al mondo la tragedia che più sarebbe stata letta, rappresentata, rimodulata e vista nella storia. “La tragedia di Amleto principe di Danimarca”, questo il titolo tradotto letteralmente per esteso (The Tragedy of Hamlet, Prince of Denmark), presente in quasi tutte le lingue del mondo. Si avvale di innumerevoli rappresentazioni e trasposizioni al teatro e al cinema praticamente ovunque sul globo terrestre.

Shakespeare tiene in mano un teschio: scena iconica e simbolica dell'Amleto
Shakespeare tiene in mano un teschio: scena iconica e simbolica dell’Amleto

Le origini di Amleto

Il dramma del principe Amleto, così come lo riprese Shakespeare, affonda le sue origini nella leggenda di Amleth, protagonista della vicenda al centro di “Vita Amlethi” in “Gesta Danorum” di Saxo Grammaticus, storico medievale danese.

In questa versione i fratelli Orvendil e Fengi governano lo Jutland per conto del re di Danimarca. Succede che Orvendil sposa la figlia del re, Geruth, e da questa unione nasce Amleto.

Fengi, però, risentito per il matrimonio, uccide il fratello e, dopo un periodo di lutto, sposa la cognata autoproclamandosi capo dello Jutland.

In questa versione, rispetto al dramma shakespeariano che vedrà la luce più avanti, Amleto uccide lo zio per vendicare il padre e diventa sovrano di Danimarca.

Nella versione francese “Histoires tragiques” dello scrittore cinquecentesco Francois de Belleforest, sempre dalla traduzione di Saxo, invece, Amleto, afflitto da una profonda malinconia (aspetto non presente in Saxo) muore dopo lo zio.

Tuttavia, esiste un ulteriore precedente ed è “Ur-Hamlet”. Questo testo risale alla fine del ‘500, ma la sua paternità è incerta: viene attribuito in qualche caso allo stesso Shakespeare, in altri a Thomas Kyd, drammaturgo britannico noto per “La tragedia spagnola”.

La datazione dell’opera

L’Amleto di Shakespeare si colloca fra gli ultimi anni del ‘500 e i primi del ‘600. Numerosi indizi riportano a questa datazione. C’è la nota dell’accademico Gabriel Harvey sulla copia del libro datata 1598, anno del suo acquisto del testo. C’è il riferimento al conte di Essex, decapitato nel 1601.

Cosa più concreta, la registrazione della tragedia allo Stationer’s register il 26 luglio 1602 (mentre non è citata nell’elenco denominato “Palladis Tamia” di Francis Meres del 1598).

Dell’Amleto di Shakespeare ne esistono più versioni: da quella detta “in-folio” che molti critici ritengono essere una trascrizione degli attori che rappresentarono il dramma, fino alle edizioni più moderne che riprendono il cosiddetto “secondo quarto” ovvero la versione più lunga che Shakespeare pubblicò nel 1604. Quest’opera è successiva a un’altra delle sue più celebri: Romeo e Giulietta.

Amleto: riassunto

L’inizio: un fantasma sulle mura della città

L’inizio della tragedia è affidato a due soldati, testimoni dell’apparizione di un fantasma sulle torri che cingono la città di Elsinora, capitale della Danimarca.

Ad assistere al ritorno del defunto re (almeno questi pare essere) arriva anche Orazio, amico del principe erede Amleto, che cerca in tutti i modi di far parlare il fantasma. Ma, quando questi è sul punto di farlo, il gallo canta e il fantasma sparisce.

Il consiglio reale per fermare l’invasione di Fortebraccio

Intanto, in consiglio, re Claudio, la regina Gertrude, il figlio Amleto, il ciambellano Polonio, il figlio Laerte, gli ambasciatori Cornelio e Voltimando stanno affrontando la questione del figlio di Fortebraccio. Pare che egli stia riunendo un’armata ai confini con la Norvegia per riconquistare i territori persi dal padre.

L’assise decide di mandare due ambasciatori dal re di Norvegia per convincerlo a dissuadere il nipote da una tale azione.

Il re e il principe: la consegna della missione

Orazio confessa ad Amleto che il fantasma che appare sulle torri, gli sembra essere il suo defunto padre. Amleto, quindi, si reca sul posto a mezzanotte e, infatti, riconosce e incontra lo spirito del defunto genitore.

Questi gli rivela che lo zio, per brama di potere e di possesso verso il regno e la regina, l’ha ucciso versandogli un veleno nell’orecchio mentre dormiva in giardino. Il re, così, chiede ad Amleto di vendicarlo: Amleto accetta senza indugio.

Da qui nasce il dramma del principe che si chiude in un profondo silenzio e in una apparente grande malinconia: non ha abbastanza fiducia di nessuno a cui poter rivelare quanto gli ha chiesto il padre.

I sovrani chiamano a corte due vecchi amici di Amleto, Rosencrantz e Guildenstern, che tentano di rallegrarlo attraverso una rappresentazione teatrale. Amleto sfrutta l’occasione per verificare l’autenticità della richiesta del fantasma: si tratta davvero del padre o di una visione demoniaca che vuole solo spingerlo ad uccidere lo zio?

Non c’è niente che sia un bene o un male, ma è il pensare che lo rende tale.

Amleto a Rosencratz – Atto II, Scena 2

Ofelia

Il ciambellano Polonio propone di chiamare Ofelia, sua figlia, per provare a risollevare l’animo di Amleto. La donna viene invitata a fingere un incontro casuale con il principe che però vedrà in un momento assolutamente sbagliato.

Amleto, furente per le rivelazioni del padre defunto, infatti, rifiuta Ofelia e le consiglia di optare per la vita monastica.

Il malumore del nipote e il suo rifiuto di Ofelia fanno insospettire lo zio: Amleto – dubita preoccupato lo zio – potrebbe avere questo stato d’animo perché al corrente di come sono realmente andati i fatti fra lui e il fratello re. Ordisce così di esiliarlo in Inghilterra, fingendo di assegnargli un qualche incarico amministrativo.

Lo stato d’animo del protagonista si evince anche nel proverbiale dubbio amletico, di cui è simbolo il celebre monologo “To be or not to be”.

Essere, o non essere, questo è il problema:
se sia più nobile nella mente soffrire
colpi di fionda e dardi d’atroce fortuna
o prender armi contro un mare d’affanni
e, opponendosi, por loro fine? Morire, dormire…
nient’altro, e con un sonno dire che poniamo fine
al dolore del cuore e ai mille tumulti naturali
di cui è erede la carne: è una conclusione
da desiderarsi devotamente. Morire, dormire.
Dormire, forse sognare.

Amleto – Atto III, Scena 1
Hamlet Amleto scena teatrale
Il momento in cui Amleto tiene in mano il teschio è erroneamente associato al celeberrimo monologo “essere o non essere”. In realtà la scena avviene nella parte finale del dramma (atto V, scena 1)

Il dramma nel dramma: il teatro come trucco

Amleto chiede agli attori di inscenare “L’assassinio di Gonzago”, ricalcando quanto accaduto ai danni del padre per mano dello zio. Così facendo si prepara ad osservare le reazioni dell’assassino del padre, durante la recita, al fine di smascherarlo.

Il trucco riesce: il re viene preso da un attacco di collera proprio durante la scena dell’avvelenamento, ed esce dal teatro.

Il consulto con la regina e la morte accidentale di Polonio

La regina vuole sentire le ragioni per cui Amleto ha deciso di mettere in scena proprio “L’assassinio di Gonzago”. Perché poi Polonio riferisca al re, chiede a questo di nascondersi e assistere al dialogo con il figlio Amleto.

Ma nel corso del dialogo Amleto, in collera per quanto accaduto, scambia Polonio per il re e lo uccide. Il principe, senza rimorso alcuno, esce di scena con il corpo del ciambellano in braccio per poi seppellirlo da lì a pochissimo.

La partenza e la convinzione della necessaria vendetta

Il re, saputo di quanto accaduto, sollecita la partenza di Amleto per l’Inghilterra. In cammino verso il porto, il principe incontra le armate di Fortebraccio dirette in Polonia. Questo fa riflettere Amleto che decide di non lasciare invendicata la morte del padre.

Laerte e Ofelia: come vendicare l’ingiusta morte di un padre

Dopo la scena dell’arrivo a palazzo di Ofelia in stato di completa pazzia, anche Laerte reagisce all’ingiusta uccisione del padre. Si mette a capo di un manipolo di criminali e giunge in Danimarca, batte l’esercito danese e si presenta al cospetto del re per rivendicare la morte di Polonio e i mancati onori funebri.

Il re spiega tutto a Laerte senza però dire, furbamente, da cosa sia derivata la furia di Amleto.

Il ritorno di Amleto e la morte di Ofelia

Orazio riceve una lettera da Amleto in cui spiega che è stato catturato dai pirati e con questa una missiva per il re nella quale dice allo zio che sta per rientrare in patria. L’occasione è ghiotta per il re che propone a Laerte di sfidare a duello il principe Amleto.

Nel frattempo, sulla strada del ritorno, Amleto assiste alla sepoltura di una donna che si rivelerà Ofelia, morta suicida in acque lacustri.

La morte della sorella accende ancor più l’ira di Laerte contro il principe di Danimarca: lancia così la sfida a duello.

Il finale: Amleto contro Laerte

Prima di sfidarlo, Amleto si riconcilia con Laerte, gli chiede scusa e gli dimostra stima.

Inizialmente il duello vede la supremazia di Amleto. A quel punto il re zio gli offre una coppa di vino avvelenato. Amleto la rifiuta, ma disgraziatamente sarà la regina a berlo, morendo inevitabilmente.

Il re aveva dato a Laerte una spada con la punta intinta in un potente veleno, ma il fioretto viene scambiato fra i duellanti durante il combattimento. A morire, così, è proprio Laerte, non prima di aver rivelato l’ignobile piano del re a cui aveva acconsentito.

Amleto si scaglia così sul re, dandogli la morte con i suoi stessi malvagi strumenti: prima la spada e poi la coppa di vino, entrambe avvelenati.

Il principe di Danimarca sta per morire, ma apprende dall’amico Orazio che Fortebraccio è tornato vittorioso dalla Polonia. Prima di esalare l’ultimo respiro, allora, Amleto nomina Fortebraccio nuovo re di Danimarca.

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Bluetooth: la curiosa origine del nome e il significato del simbolo https://cultura.biografieonline.it/bluetooth-significato-simbolo/ https://cultura.biografieonline.it/bluetooth-significato-simbolo/#respond Tue, 10 Nov 2020 06:32:39 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=30742 Chiunque utilizzi un device per svago o lavoro conosce la funzionalità del Bluetooth, che è ormai parte integrante di ogni dispositivo elettronico. Che si tratti di un iPhone, di un tablet, o di un pc. Anche se ultimamente sembra essere passato in secondo piano con l’avvento della messaggistica istantanea di WhatsApp o Messenger su Facebook, questo metodo è ancora apprezzato ed utilizzato dagli utenti.

Bluetooth Logo

La principale funzione del Bluetooth è quella di mettere in condivisione contenuti multimediali tra dispositivi anche diversi tra loro, attraverso la connessione senza fili (wireless). E se questo è sicuramente l’aspetto più noto del Bluetooth, non tutti forse conoscono l’origine del nome e il significato del simbolo.

Bluetooth: l’origine del nome

Se andiamo a ricercare l’origine del nome, a prima vista potrebbe sembrarci strana o forzata, ma in realtà l’inventore del protocollo tecnologico ha volutamente attribuito a tale funzione il nome di un personaggio storico influente: il re danese Harald Gormsson – noto come Harald Bluetooth, che visse tra il 911 e il 986 d.C. (conosciuto in lingua italiana con l’appellativo di Aroldo I di Danimarca).

Harald Bluetooth
Harald Bluetooth Gormsson (Aroldo I di Danimarca) – illustrazione

Il sovrano danese riuscì storicamente ad unire tra loro i popoli di Norvegia, Danimarca e Svezia sotto l’egida di un’unica religione, quella cristiana; così la tecnologia Bluetooth permette oggi di attuare la condivisione tra dispositivi di vario genere.

Il simbolo

C’è traccia di questa similitudine anche nel simbolo del Bluetooth; esso infatti rappresenta l’unione di due rune nordiche, la H e la B, che sono appunto le iniziali del sovrano della Danimarca, Harald Bluetooth. Le due rune in questione sono Hagall (grandine) e Berkanan (Betulla).

Il logo Blootooth è la composizione di due rune nordiche: H, B
Il logo Blootooth è la composizione di due rune nordiche: H, B

La storia

Circa mille anni dopo, i due ingegneri che misero a punto la tecnologia Bluetooth decisero di attribuire a questa invenzione il nome del re che aveva la fama di aver unificato sotto l’aspetto politico e religioso i popoli di Scandinavia, divisi tra loro per tradizioni e a causa di antichi e mai risolti dissapori.

I due inventori della funzionalità Bluetooth, Jim Kardach (ingegnere presso la Intel, azienda americana specializzata nella produzione di microprocessori) e Svenn Mattison (che lavorava invece alla Ericsson), si ritrovarono nell’estate del 1997 a Toronto per lavorare insieme al nuovo progetto di trasmissione dei dati.

Per caso si ritrovarono a parlare di storia, e si accorsero di essere entrambi affascinati dalla storia della Danimarca, e della figura di re Aroldo I, soprannominato “Dente Blu” (Blåtand in lingua scandinava) a causa della sua abitudine di colorarsi i denti di questo colore prima di una battaglia.

Approfondendo i racconti riguardanti questo sovrano dalla personalità assai particolare, Kardach e Mattison decisero che il suo nome era proprio adatto al progetto cui stavano lavorando, che si proponeva di unificare i dati a livello tecnologico. E così è stato.

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Il Carnevale in Europa: le 9 sfilate più importanti https://cultura.biografieonline.it/carnevale-in-europa/ https://cultura.biografieonline.it/carnevale-in-europa/#comments Wed, 07 Feb 2018 07:03:37 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24001 Il carnevale con i suoi colori diffonde allegria ed è una festa che si svolge nei Paesi di tradizione cattolica. Si celebra nel periodo che va tra gennaio e febbraio. Il periodo varia in funzione della Pasqua. Così elementi giocosi e fantasiosi con l’uso appunto del mascheramento si manifestano attraverso le parate in pubbliche piazze. La parola carnevale deriva dal latino carnem levare cioè “togliere la carne”, come già spiegato in un articolo precedente sulle origini di questa festa, che indica appunto il banchetto che si teneva il martedì grasso. Le origini del carnevale risalgono ai riti pagani, che celebravano la fine dell’inverno per dare il benvenuto alla primavera. A livello europeo esistono varie sfilate. In questo articolo raccontiamo proprio come si svolge il carnevale in Europa con uno sguardo su alcune delle sfilate più famose. Tra queste ci sono quelle di Basilea, di Nizza, di Dusseldorf, di Malta, di Rethtymno (in Grecia), di Maastricht, di Aalborg, di Notting Hill e ovviamente il carnevale di Venezia, che è anche uno dei più celebri al mondo.

Carnevale di Venezia
Carnevale di Venezia

Il carnevale di Venezia (Italia)

In Italia è molto famoso il carnevale di Venezia. Il carnevale del capoluogo veneto è tra i più conosciuti non solo a livello europeo, ma a livello mondiale. Dalle origini antiche, si pensi che la prima testimonianza risale addirittura ad un documento del Doge Vitale Falier del 1094, dove si parla di festeggiamenti pubblici e dove viene citata la parola carnevale per la prima volta.

Quindi si passa al primo documento ufficiale che dichiara il carnevale di Venezia una festa pubblica. Si tratta dell’editto del 1296 con il quale il Senato della Repubblica dichiara festivo il giorno che precede la Quaresima. Da qui, in quest’epoca e per molti secoli, il carnevale dura sei settimane, a partire dal 26 dicembre al Mercoledì delle Ceneri, facendo cominciare certe volte i festeggiamenti già nei primi giorni di ottobre.

In pratica durante il carnevale le attività della città di Venezia passano in secondo piano, mentre i veneziani si concedono i festeggiamenti, tra divertimenti e spettacoli, allestiti in particolare in piazza San marco, lungo la Riva degli Schiavoni e nei campi di Venezia. Qui ci sono attrazioni di ogni tipo: acrobati, giocolieri, musicisti, danzatori, e ancora: spettacoli con animali e varie esibizioni per un pubblico di varie età e di ogni classe sociale.

Il carnevale moderno di Venezia

Si basa su un programma di eventi e un calendario dettagliato che riguarda la grande manifestazione. La data ha inizio in coincidenza con il sabato precedente il Giovedì Grasso e termina il Martedì Grasso. I festeggiamenti durano undici giorni. In questi giorni si svolgono, proprio come in passato, feste di piazza ed eventi adatti ad ogni tipo di pubblico.

In Inghilterra: il carnevale di Notting Hill (Londra)

Lo spettacolare Notting Hill Carnival è nato nel 1964 in uno dei quartieri più eleganti di Londra, in Inghilterra, quello di Notting Hill appunto. Esso ospita una delle parate più importanti a livello europeo, seconda del mondo del genere caraibico, dopo quelle di Trinidad e Tobago. Il carnevale a Londra si celebra in estate, verso la fine di agosto, in questo famoso quartiere della parte ovest di Londra che si trasforma ogni anno in una meta simile ai Caraibi. E’ insomma una grande appendice, dove le sue strade vengono stravolte dal giocoso rumore e dai colori del carnevale. La folla raggiunge – o addirittura supera – il milione di persone.

Questa sfilata è seconda solo a quella di Rio de Janeiro ed è diventata proprio il più grande carnevale di strada in Europa. Il percorso dei festeggiamenti si articola su cinque chilometri, snodandosi nel centro del quartiere e lungo la Ladbroke Grove.

I partecipanti, dai vestiti di colore sgargiante, ballano al ritmo di jazz, soul, hip-hop, funk o semplicemente a ritmo di percussioni e tamburi. Si articola in quattro discipline: costumi e maschere, bande di ottoni, danze calypso e Soca, cioè un mix di musiche caraibiche e africane.

Il Carnevale di Londra, dai toni caraibici, si svolge nel quartiere di Notting Hill
Il Carnevale di Londra, dai toni caraibici, si svolge nel quartiere di Notting Hill

Danimarca: il carnevale di Aalborg

Nella città di Aalborg di circa 100.000 abitanti, che si trova nel nord dello Jutland, in pratica all’estremità settentrionale della Danimarca, il carnevale si svolge a maggio, per ovvi motivi legati alla temperatura. E’ una pittoresca città dove si fondono stili differenti che vanno dal rinascimentale al moderno. La nota caratteristica della sua sfilata è che ai festeggiamenti possono partecipare tutti. E’ sufficiente dipingersi il viso e poi partecipare alla parata insieme alle decine di migliaia di partecipanti. Il carnevale di Aalborg è il più grande di tutto il nord Europa.

Olanda: il carnevale di Maastricht

La festa a Maastricht per il carnevale dura tre giorni. Le fanfare sfilano per le strade della città a partire dalla Domenica del carnevale, dove la folla canta e balla lungo tutte le vie. I partecipanti indossano i tipici pekskes, cioè i costumi di carnevale. I bar per l’occasione restano aperti tutta la notte. Quindi i festeggiamenti si concludono il Mercoledì delle Ceneri, giorno successivo al carnevale, con un menu a base di Heering Biete, ovvero pane e aringhe.

Grecia: il carnevale di Rethymno

Proseguiamo l’articolo sulle sfilate più consigliate del carnevale in Europa, spostandoci in Grecia. Il carnevale in Grecia ha un tocco particolare sull’isola di Creta, a Rethymno, che si trova sulla costa nord-occidentale dell’isola. Qui si tengono i festeggiamenti che si articolano in sfilate, feste, costumi di fantasia, danza, musica, teatro e una enorme caccia al tesoro.

Il carnevale di Malta

A Malta il carnevale conta cinque secoli di tradizione. I festeggiamenti furono introdotti dal Gran Maestro Piero de Ponte nel 1535, proprio quando i Cavalieri Ospitalieri usarono l’isola come loro quartier generale. L’evento del carnevale si svolge nella capitale del paese, La Valletta. Qui sfilano carri allegorici con gruppi mascherati guidati dal Re Carnevale. Il programma ha inizio la settimana prima del Mercoledì delle Ceneri ed è fitto: gare di costumi, balli in maschera, oltre alla già citata sfilata dei carri.

Germania: il carnevale di Düsseldorf

A Düsseldorf, in Germania, lungo la valle del Reno, si celebrano vari festeggiamenti. È noto anche con il nome di carnevale Renano, caratterizzato dalla particolare presenza di molteplici balli in costume, feste, ricevimenti. La tipica maschera di questo carnevale è Hoppeditz: è una figura che rappresenta la pazzia, che si risveglia l’11 novembre di ogni anno per poi diventare protagonista dei festeggiamenti del mese di febbraio.

I festeggiamenti iniziano alle 11.11 dell’11° giorno dell’11° mese dell’anno, quindi l’11 novembre, giorno in cui la città viene consegnata a Hoppeditz e agli amici matti. Poi si passa ai festeggiamenti veri che precedono la Quaresima. Durante la festa c’è la tradizione dei Buetzchen, cioè i baci scambiati anche tra persone che non si conoscono. Mentre il giovedì grasso la città viene consegnata alle donne: sono le Moehnen a governare con il tipico carnevale delle donne. Si usa, alle ore 11.11, che le signore, presa in consegna la città, rapiscano il sindaco. Il sindaco riesce a liberarsi cantando melodie gioiose e offrendo alle signore bottiglie di vino.

Nel frattempo, le vie del centro vengono prese d’assalto con persone in costume che danzano e cantano. Secondo l’usanza poi, le donne devono tagliare le cravatte ai loro uomini, quindi si passa ai baci. La festa a Düsseldorf continua sino a notte inoltrata nei vari locali della città.

Carnevale Düsseldorf
Carnevale in Europa: Dusseldorf (2016) • Nella foto un carro allegorico in cui la Statua della Libertà americana, tiene in una mano la costituzione (verfassung) e nell’altra la testa del criticato presidente Donald Trump.

Il carnevale di Nizza (Francia)

Il carnevale di Nizza ha origini antichissime che risalgono al 1294. È la più importante festa invernale della Costa Azzurra. E’ una festa dove ogni anno partecipano oltre 600 mila spettatori che assistono alla famosa battaglia di fiori, alla parata del Martedì Grasso e ai fuochi d’artificio.

Durante la parata di quest’anno è in programma la partecipazione di 17 carri addobbati e automatizzati, di altezza che varia dagli otto ai sedici metri. Le sfilate si tengono di giorno e di notte. Mentre in Promenade des Anglais si tiene la battaglia dei fiori.

Il carnevale di Basilea (Svizzera)

A Basilea si svolge uno dei migliori carnevali d’Europa. Nella città svizzera si tiene il carnevale più grande del Paese dove sfilano i Fasnachtlers in costume lungo le vie della città. L’evento dura tre giorni e inizia con il Morgestraicht, ovvero il lunedì che segue al mercoledì delle Ceneri con strani personaggi travestiti che percorrono le vie della città con piccole lanterne poste sulla testa.

La particolarità della festa è data anche dalle caratteristiche lanterne che illuminano la città durante la parata, dove appunto vengono spente le luci dei lampioni. Al comando “Avanti, in marcia!”, si sentono i musicisti suonare. Incomincia così il carnevale.

Nei locali, la sera, si continua con esibizioni varie: dai versetti alle caricatura, dalle filastrocche ai commenti sull’anno precedente. Le esibizioni prendono il nome di Schnitzelbanken. Poi ci sono i Guggemuusige che sono i musicanti in maschera che si esibiscono il martedì sera. Il momento più spettacolare e bello è il cosiddetto Gassle. È il momento in cui si sviluppa lungo le vie più pittoresche la grande sfilata di partecipanti, singoli o in gruppi, tutti rigorosamente in maschera che suonano tamburi e pifferi, sino alle quattro del mattino del giovedì successivo al mercoledì delle Ceneri.

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