Dalì Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 03 Feb 2021 16:04:53 +0000 it-IT hourly 1 Volto della Guerra (Visage de la Guerre), quadro di Salvador Dalí https://cultura.biografieonline.it/volto-della-guerra-dali/ https://cultura.biografieonline.it/volto-della-guerra-dali/#respond Mon, 22 Jul 2019 14:48:43 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=26713 Orrori e morti racchiusi dentro la tela Volto della Guerra (Le visage de la guerre) di Salvador Dalí artista surrealista, nato in Catalogna nel 1904, che si avvicinò intorno agli anni Venti del Novecento al Dadaismo, dal quale fu condizionato per tutta la sua carriera artistica. Si tratta di un quadro che racconta gli orrori della guerra percepiti dal pittore, tra la fine della Guerra Civile Spagnola e l’inizio della Seconda Guerra Mondiale.

Volto della Guerra Visage de la guerre Face of War Dalì
Volto della Guerra (Visage de la guerre, Face of War) • Salvador Dalí, 1940

Il “Volto della Guerra” o “Le visage de la guerre” è un olio su tela di centimetri 79 x 64, realizzato nel 1940. È custodito a Rotterdam presso il Museum Boijmans Van Beuningen.

Volto della Guerra: descrizione del dipinto

Sulla tela è impresso un volto spaventoso, enorme. Sullo sfondo un paesaggio desertico. Il viso dalla pelle scura con una smorfia di dolore e disperazione non identifica la fisionomia di donna o di uomo. Rappresenta – all’interno delle due orbite oculari e della bocca – dei teschi che, a loro volta, mostrano dei teschi all’interno delle tre cavità.

Dalla parte posteriore del viso – dal Volto della Guerra – emergono dei serpenti che si lanciano verso il davanti, minacciosi, e che avvolgono il viso: alcuni si insinuano all’interno delle orbite, altri cadono al suolo.

Sulla destra della tela, su di una roccia, si vede l’impronta di una mano. C’è, sempre sulla destra, ma in alto, una quinta rocciosa che chiude il paesaggio nell’angolo.

La storia dell’opera

La tela fu dipinta da Salvador Dalí durante il suo soggiorno in California, negli Stati Uniti. Era lì che si era rifugiato durante lo scoppio della guerra in Europa.

Prima della tela realizzò molti disegni preparatori. Tra questi, uno riporta un occhio invaso dalle api. Mentre in un’altra stampa sono raffigurati due ubriachi che presentano le orbite degli occhi trasformate in teste.

Il tavolo ha i denti, mentre i bicchieri assumono la forma di narici a triangolo. A suggerire l’acquisto del dipinto “Volto della Guerra” da un collezionista francese nel 1971 fu stata la curatrice Renilde Hammacher.

La simbologia: interpretazione del quadro Volto della Guerra

L’artista con questo dipinto evidenzia la distruzione causata dalla guerra. È una tela che assume un carattere universale. I teschi sono replicati all’infinito: è come se questo continuo rimando alla morte significhi la perenne presenza della guerra nel destino dell’umanità.

La tecnica usata da Salvador Dalí

Salvador Dalí nel dipinto “Il volto della guerra” stese con cura il colore sfumandolo per creare superfici levigate. I toni utilizzati sono caldi. Predomina il colore ocra arancio che rappresenta il suolo desertico. Mentre il volto è bruno con parti illuminate ocra dorato.

Salvador Dalí mentre dipinge il Volto della Guerra
Salvador Dalí mentre dipinge il Volto della Guerra (1940)

Le rocce sulla destra della tela sono brune e marroni. E poi c’è il cielo color turchese, in alto, e bianco giallastro verso il basso.

Il pittore usò contrasti di luminosità per evidenziare il viso all’interno dell’opera. Non a caso il colore scuro si stacca in modo deciso dal colore vivo del deserto, dove anche l’ombra disegna una sagoma sulla sabbia. Un’illuminazione che è solare e proviene da destra.

Proprio per questo si vede l’ombra del viso che si prolunga a sinistra. Sul viso le ombre scure disegnano le rughe, che sono profonde e che rivelano le orbite e la bocca, tutte spalancate.

L’inquadratura, vista la forma rettangolare dell’opera d’arte di Dalì, con orientamento orizzontale permette di rappresentare la vastità del paesaggio ampio e profondo. La fronte del volto sembra avere un seguito oltre il bordo del dipinto.

Le diagonali si incrociano al centro del viso, vicino alla base del naso. Il volto è inquadrato al centro del dipinto, assumendo così una costruzione simmetrica.

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Leonid Afremov https://cultura.biografieonline.it/leonid-afremov/ https://cultura.biografieonline.it/leonid-afremov/#comments Tue, 10 Mar 2015 12:42:09 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13662 Leonid Afremov è stato un pittore impressionista moderno, nato a Vitebsk (Bielorussia, ex URSS) il 12 luglio del 1955 da genitori ebrei. Conosciuto come artista indipendente, che ha promosso e venduto il suo lavoro principalmente su internet, Afremov aveva uno stile inconfondibile. L’uso di una spatola per dipingere e di colori ad olio, rendono i suoi quadri (paesaggi, scene cittadine e marine, ritratti) immediatamente riconoscibili.

Leonid Afremov
Leonid Afremov

Arte e discriminazione

Il padre, Arkadiy Afremov, calzolaio e designer di scarpe, e la madre Bella Afremova, operaia in una fabbrica di metallo, nonostante le difficoltà causate dalla politica antisemita del governo, allevano il figlio secondo la tradizione ebraica. Leonid, appassionato d’arte fin da piccolo e incoraggiato dai genitori che ne riconoscono il talento, studia arte e grafica presso la scuola d’Arte di Vitebsk dove consegue ottimi risultati. In questi primi anni di formazione, scopre le opere di pittori quali Picasso, Dalì, Chagall (nato anch’egli a Vitebsk) e Modigliani che influenzano le sue prime opere e approccia quella che è una delle correnti pittoriche più famose nel panorama artistico mondiale: l’Impressionismo.

Nel 1975 Leonid Afremov conosce Inessa Kagan, che sposa l’anno successivo e dalla quale ha due figli, Dmitry e Boris. All’inizio della sua carriera, dopo la laurea, lavora in diversi campi come designer di loghi e come scenografo in un teatro locale. Nel 1980 opera come free lance per aziende comunali e scuole, realizza pareti a tema per eventi e anche manifesti di propaganda ma le sue radici ebraiche non gli consentono di far parte delle associazioni artistiche locali. I suoi lavori, infatti, non riscuotono grande successo e le sue opere vengono vendute in gran parte privatamente grazie a parenti e amici.

Nel 1986 il disastro ambientale di Chernobyl (a poche centinaia di chilometri da Vitebsk) e le continue discriminazioni razziali subite, spingono Leonid Afremov a trasferirsi con la famiglia in Israele approfittando del fatto che, in seguito alle leggi di Gorbachev, i cittadini sovietici ebrei hanno la possibilità di emigrare verso questo Stato. La sua condizione di immigrato e le offerte estremamente misere delle gallerie israeliane per l’acquisto delle sue opere, spingono il pittore, disprezzato e ghettizzato, a cercare compratori nelle fiere di strada e nei club sociali locali. In questi anni Leonid Afremov lavora perlopiù con acquerelli e acrilico, non utilizzando quasi la spatola.
La precaria situazione economica della famiglia costringe anche Dmitry, il figlio di 16 anni, a vendere i quadri del padre porta a porta. Questa mossa si rivela inaspettatamente fruttuosa, tanto che nel 1995 Leonid Afremov ha fondi sufficienti per aprire una sua galleria d’Arte (che viene danneggiata più volte) e un negozio ad Ashdod. È in questo periodo che inizia ad usare la spatola per dipingere, sviluppando così il suo stile personale.

Leonid Afremov - Ritratto di John Lennon
Leonid Afremov – Ritratto di John Lennon


Nel 1999 Afremov conosce il pianista e compositore Leonid Ptashka. La loro amicizia non solo è di ispirazione per una serie di quadri che raffigurano musicisti jazz popolari, ma permette al pittore di allestire una mostra presso il Festival Internazionale del Jazz di Ashdod. Sembra essere un momento d’oro per l’artista, fino a quando un ulteriore atto di vandalismo all’interno della sua galleria, la distruzione di alcune tele e la sottrazione degli attrezzi di lavoro, spingono Leonid Afremov ad abbandonare Israele e a trasferirsi negli Stati Uniti (2002).

…trovare l’America!

A New York le gallerie d’Arte mostrano maggior interesse per i dipinti a tema ebraico e per i ritratti dei grandi musicisti, limitando così la vena creativa di Leonid che si trova, costretto da esigenze materiali, a limitare la sua produzione in base alla richiesta e alle aspettative del pubblico americano. Quando si trasferisce a Fort Lauderdale (Florida) la situazione non è diversa, le gallerie sono interessate solo ai lavori che hanno un riscontro sul mercato e che possono essere venduti senza problemi.

La svolta per Leonid Afremov si presenta nel 2004. Il figlio Boris pensa di promuovere le opere del padre su internet, tramite il sito di compravendita eBay. Il successo finalmente sorride a questo artista, le vendite e gli apprezzamenti per il suo lavoro crescono esponenzialmente e Leonid può permettersi di dipingere ciò che desidera. Le sue opere, definite in vari talk show rilassanti, vengono usate in psicoterapia per la riduzione dello stress.

Leonid Afremov - Rain Princess
Leonid Afremov – Rain Princess

Nel 2007 Leonid Afremov promuove il suo sito personale, gestito dai figli. I suoi quadri, dai colori caldi e accesi, catturano l’attenzione dello spettatore trasmettendo sensazioni ed emozioni,  lasciando alla sensibilità di ognuno l’opportunità di immaginare la storia che si racconta in silenzio nel quadro. Vari i soggetti dipinti: animali, ballerini, musicisti, fiori e oggetti comuni, città e tantissimi paesaggi ove diverse figure, più o meno solitarie, passeggiano sotto una calda pioggia di colore che non comunica tristezza o solitudine, ma che lascia pensare e sperare che per tutti esiste una via illuminata da mille splendenti luci.

Afremov si è spento a causa di un arresto cardiaco il 19 agosto 2019, all’età di 64 anni, a Playa del Carmen, in Messico.

Foto: dal sito ufficiale afremov.com

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