cucinare Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Mon, 18 Dec 2023 11:21:43 +0000 it-IT hourly 1 Ragù: da dove deriva il termine? https://cultura.biografieonline.it/da-dove-deriva-il-termine-ragu/ https://cultura.biografieonline.it/da-dove-deriva-il-termine-ragu/#comments Mon, 18 Dec 2023 09:48:05 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5153 Cos’è il ragù

Il ragù è un condimento a base di carne a cui si aggiungono vari ingredienti nella preparazione. Saporito e profumato, è il condimento per eccellenza ed è utilizzato principalmente per condire la pasta e le lasagne al forno. Numerose sono le ricette di ragù, preparate secondo le tradizioni dei vari luoghi.

Ragù
Ragù alla bolognese

Etimologia della parola

Il termine ragù deriva dal francese ragôut, derivante a sua volta dal verbo ragôuter, che in italiano può essere tradotto con “dare più gusto a qualcosa” oppure “risvegliare l’appetito”. Ragôut indicava lo stufato di carne che veniva cucinato come secondo piatto e successivamente utilizzato come condimento da spalmare sulle fette di pane. Più tardi, divenne il condimento per la pasta.

Ragù napoletano
Ragù alla napoletana

A Bologna e a Napoli

Vi sono due tipologie: il ragù di carne tritata e quello con carne intera. Del primo tipo fa parte il ragù alla bolognese, servito con tagliatelle all’uovo o come condimento di lasagne al forno, abbinato alla besciamella. Del secondo tipo fa parte il ragù alla napoletana, cucinato con diversi tipi di carne in grossi pezzi, insaporiti con vari ingredienti, cotti per lungo tempo con salsa di pomodoro.

Entrambi sono inclusi nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T.)

Eduardo De Filippo e il ragù

A dimostrazione dell’importanza culturale del ragù in Italia e nella tradizione napoletana in particolare, riportiamo due brani da opere di Eduardo De Filippo.

Dalla celebre opera Sabatodomenica e lunedì, commedia in tre atti scritta e interpretata dallo stesso De Filippo nel 1959:

Rosa – Adesso mi vuoi insegnare come si fa il ragù? Più ce ne metti di cipolla più aromatico e sostanzioso viene il sugo. Tutto il segreto sta nel farla soffriggere a fuoco lento. Quando soffrigge lentamente, la cipolla si consuma fino a creare intorno al pezzo di carne una specie di crosta nera; via via che ci si versa sopra il quantitativo necessario di vino bianco, la crosta si scioglie e si ottiene così quella sostanza dorata e caramellosa che si amalgama con la conserva di pomodoro e si ottiene quella salsa densa e compatta che diventa di un colore palissandro scuro quando il vero ragù è riuscito alla perfezione.

La poesia ‘O rraù, di Eduardo De Filippo, tratta da “Le poesie”, introduzione di Roberto De Simone, Einaudi, Torino, 2016 – citato in Rosamaria Di Frenna, Otto pezzi facili: cibo e pasicoanalisi, Celid, Torino, 2018.

O rraù ca me piace a me
m’ ‘o ffaceva sulo mammà.
A che m’aggio spusato a te,
ne parlammo pè ne parlà.
Io nun songo difficultuso;
ma luvammel’ ‘a miezo st’uso.

Sì, va buono: cumme vuò tu.
Mò ce avéssem’ appiccecà?
Tu che dice? Chest’è rraù?
E io m’ ‘o mmagno pè m’ ‘o mangià…
M’ ‘a faje dicere na parola?…
Chesta è carne c’ ‘a pummarola.

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L’arancia. Proprietà e benefici https://cultura.biografieonline.it/proprieta-benefiche-arancia/ https://cultura.biografieonline.it/proprieta-benefiche-arancia/#comments Wed, 18 Jan 2023 15:36:29 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4939 Tipicamente invernale, l’arancia è un frutto formato da una scorza esterna (zeste, pericarpo) leggermente ruvida, e dalla parte interna, che è divisa in spicchi succosi, di colore rossastro o arancione. Dal sapore gradevole, dolce ma leggermente aspro, l’arancia è un agrume ricco di vitamina C ed altre sostanze nutrienti per l’organismo; inoltre contiene pochissime calorie.

Arance
Arance

L’arancia è il frutto dell’arancio (Citrus aurantium), un albero originario del Giappone e della Cina, alto circa dodici metri, con foglie grandi dalla forma allungata e fiori candidi e profumati. In genere un albero adulto è in grado di produrre circa 500 frutti ogni anno. Ci sono due tipologie di arance: l’arancia amara, coltivata in Sicilia e nei Paesi arabi agli inizi dell’undicesimo secolo, e l’arancia dolce, originaria della Cina, ma conosciuta anche dagli antichi Romani.

In base al colore, le arance si suddividono in due varietà principali: bionde (naveline, valencia, ovale) e pigmentate (moro, tarocco, sanguinello). Tra queste la varietà più pregiata è il Tarocco, senza semi, che si utilizza sia per le spremute che da servire a tavola. Le arance sono disponibili da Novembre ad Aprile.

Proprietà dell’arancia

Il frutto dell’arancia può essere utilizzato in diversi ambiti, per le sue innumerevoli proprietà. Da questo agrume si ricavano tre oli essenziali: dai fiori un olio denominato “Neroli”; dai rametti un olio chiamato “Petit-grain”, dalla buccia si ottiene un olio essenziale con un procedimento di spremitura a freddo e centrifugazione. Dalla varietà amara si ricava l’olio “Biograde”, mentre dalla distillazione dei fiori viene fuori l’olio dal nome “Neroli bigarade”.

Dalle arance si ricavano anche le essenze per i profumi. Il succo di arancia, che è un concentrato di vitamina C, è anche un tonico per il viso. Dopo aver lavato il viso con acqua fredda, si applica il succo nelle zone più delicate. La pelle diventa più elastica, liscia, luminosa. L’arancia è anche un efficace anti-rughe.

Le arance contengono magnesio, selenio, potassio: si tratta di sali minerali indispensabili per il benessere dell’organismo, che apportano benefici sia al corpo che alla mente. La buccia dell’arancia è a base di peptina, una sostanza che aiuta a tenere sotto controllo la fame, soprattutto se si sta seguendo una dieta ipocalorica. Bere il succo di arancia a colazione è una sferzata di energia e vitalità che fa bene a tutti, in qualunque stagione dell’anno (in particolare durante i mesi invernali, per combattere i tipici malanni come febbre e raffreddore).

arance benefici e proprietà
Arance: benefici e proprietà

Arancia in cucina

Le arance sono utili in cucina per la preparazione di gelatine e marmellate. Il succo dell’agrume viene utilizzato anche per aromatizzare e insaporire carne, pesce, volatili. In particolare, le zeste (scorze) di arancia sono utilizzate per decorare, profumare e insaporire i cibi, sia dolci che salati. Per ottenere la buccia di arancia candita il procedimento richiede due giorni di ammollo e mezz’ora di cottura nel forno. E’ preferibile scegliere arance dalla buccia opaca e non trattate. Ingredienti: zucchero, scorze di arancia.

Preparazione: lavare accuratamente le arance, tagliare le scorze in piccole strisce sottili, lasciare a bagno le scorze per due giorni, cambiare l’acqua per 2/3 volte durante il giorno. Dopo averle asciugate, riporre le bucce in un contenitore, con lo zucchero. Cuocere a fuoco lento, fino a completo assorbimento dello zucchero. Una volta ultimata la cottura, passare le scorze nello zucchero semolato quando saranno tiepide.

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Lenticchie: perché si mangiano a Capodanno? https://cultura.biografieonline.it/perche-a-capodanno-si-mangiano-lenticchie/ https://cultura.biografieonline.it/perche-a-capodanno-si-mangiano-lenticchie/#comments Thu, 29 Dec 2022 10:33:23 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5646 Nella notte di San Silvestro (31 dicembre), durante la cena dell’ultimo dell’anno, è considerato di buon auspicio mangiare le lenticchie insieme al cotechino o allo zampone, come augurio di fortuna e prosperità per l’anno nuovo.

cotechino e lenticchie
Cotechino e lenticchie

Da dove viene la tradizione?

Questa tradizione ha origine dall’antica usanza romana di regalare una scarsella, ovvero una borsa di cuoio, legata alla cintura e contenente lenticchie, con l’augurio che si trasformassero in monete sonanti. Il nome lenticchia, infatti, deriva dalla particolare forma a lente di questi legumi, che ricorda quella di una moneta.

Lenticchie con cotechino
Lenticchie con cotechino: è tradizione mangiarli a Capodanno

Anche nella Bibbia sono presenti alcuni passi che testimoniano l’utilizzo di questo legume: nella Genesi 25:34 è scritto

“Allora Giacobbe diede a Esaù del pane e della minestra di lenticchie. Egli mangiò e bevve; poi si alzò, e se ne andò. Fu in questo modo che Esaù disprezzò la primogenitura”.

Nel secondo libro di Samuele 17:28

“…portarono dei letti, dei catini, dei vasi di terra, del grano, dell’orzo, della farina, del grano arrostito, delle fave, delle lenticchie, dei legumi arrostiti…” Al versetto 23:11 “…dopo di lui veniva Samma, figlio di Aghè, l’Ararita. I Filistei si erano radunati in massa. In quel luogo c’era un campo pieno di lenticchie e, mentre il popolo fuggiva davanti ai Filistei…”

Origini storiche della lenticchia

Le lenti (si possono chiamare anche così) sono il legume più antico coltivato dall’uomo: dalle testimonianze storiche si deduce che fossero coltivate già nel 7.000 a.C. in Asia, per diffondersi successivamente in tutto il bacino del Mediterraneo.

Presente nella cucina di antichi greci e romani, questo legume era apprezzato per la sua gustosità e per le proprietà terapeutiche, essendo un legume dall’alto valore nutriente, ricco di:

  • proteine,
  • vitamine,
  • fibre,
  • fosforo,
  • potassio.

La farina di lenticchie era utilizzata per produrre pane e non mancava il loro utilizzo anche in pasticceria per la preparazione di pasticcini a base di lenticchie.

Divenne un cibo tanto popolare che il nome di una delle più importanti famiglie romane, quella dei Lentuli, deriverebbe da questo legume.

4 ricette con le lenticchie

Per concludere l’articolo suggeriamo quattro ricette, una classicissima e altre più creative.

  1. Cotechino con le lenticchie
  2. Zuppa di lenticchie e stinco
  3. Lenticchie nere e calamari in letto di salsa di agrumi
  4. Polpette di lenticchie

lenticchie in pentola

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Le origini del panettone https://cultura.biografieonline.it/origini-del-panettone/ https://cultura.biografieonline.it/origini-del-panettone/#comments Tue, 20 Dec 2022 15:04:14 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5205 Il panettone è un dolce milanese tipico delle festività natalizie, ma diffuso in tutta Italia. Tradizionalmente di forma cilindrica, con la parte superiore a forma di cupola, è un dolce da forno a pasta morbida.

Panettone fatto in casa
Panettone fatto in casa

Gli ingredienti del panettone

L’impasto per la preparazione del panettone è composto da acqua, farina, sale, latte, zucchero, lievito, burro, uova, frutta candita, scorze di arancio o cedro e uvetta sultanina. Negli ultimi decenni le varietà di panettone sono aumentate per soddisfare ogni tipo di palato: panettoni senza canditi o senza uvetta, glassati, ripieni di crema, cioccolato o gelato, e con elaborate decorazioni. È inserito nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani.

Panettone
Una fetta di panettone fumante

Le origini storiche del panettone

Le versioni più accreditate sull’origine del panettone sono due: la prima narra che un giovane falconiere di nome Ughetto degli Atellani abitava nella Contrada delle Grazie a Milano. Innamorato di Algisa, figlia di un fornaio i cui affari non andavano molto bene, si fece assumere dal padre di lei. Creò un dolce infornando un impasto composto da uova, burro, miele e uva sultanina, per risollevare le sorti del forno. E ci riuscì, perché il suo dolce riscosse il successo sperato.

La seconda versione racconta che il cuoco al servizio del duca Ludovico il Moro, durante uno sfarzoso pranzo di Natale tra nobili, dimenticò nel forno il dolce, bruciandolo. L’aiutante del cuoco, Toni, gli propose l’idea di prepararne uno come lui aveva già fatto, cioè con gli avanzi della dispensa: farina, burro, uova, scorza di cedro e uvetta. Il dolce fu gustato dai commensali con caloroso apprezzamento. Il cuoco, interpellato dal duca per sapere il nome di quel dolce prelibato, rispose: “L’è ‘l pan del Toni”, ovvero “il pane di Toni”, il Panettone.

E il pandoro?

Abbiamo anche un articolo sulle origini del pandoro.

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Il pandoro e le sue origini https://cultura.biografieonline.it/origini-del-pandoro/ https://cultura.biografieonline.it/origini-del-pandoro/#comments Fri, 11 Dec 2020 18:19:47 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5458 Il pandoro è un dolce veronese e, insieme al panettone, è uno dei dolci che possiamo gustare sulle tavole durante le festività natalizie. Questo dolce soffice e dorato ha forma di tronco di cono ed i suoi contorni sono a forma di stella originariamente a otto punte, il cui design è opera del pittore Angelo Dall’Oca Bianca (Verona, 31 marzo 1858 – Verona, 18 maggio 1942).

Il Pandoro
Il Pandoro

Gli ingredienti

Fra gli ingredienti per la preparazione del pandoro troviamo: farina, zucchero, uova, burro, burro di cacao e lievito. La ricetta tradizionale non prevede la guarnizione con creme o canditi, ma è comunque possibile apprezzarlo nelle varianti proposte: farcito con crema pasticcera o crema di cacao e nocciole, ricoperto di cioccolato o zucchero a velo, quest’ultimo inserito nelle confezioni, da cospargere sul pandoro al momento dell’apertura della confezione. È inserito nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani.

Origini storiche del pandoro di Verona

Pandoro decorato

Vi sono alcune versioni sulla sua origine: una di queste narra che derivi dal cosiddetto “pan de oro”, servito sulle tavole dei nobili veneziani, ricoperto di sottili foglie d’oro zecchino. Intorno al 1800 il pandoro nasce dall’evoluzione dell’antenato “Nadalin”, un dolce creato nel 1200 e tipico dei natali veronesi. Un’altra versione indica che l’impasto morbido fu importato da Vienna, derivato dall’impasto delle brioches prodotte per la Casa d’Asburgo, una delle più antiche famiglie reali in Europa. La nascita ufficiale del pandoro risale al 14 ottobre 1894 quando Domenico Melegatti, fondatore dell’omonima industria dolciaria, ne deposita il brevetto.

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Piano a induzione e piano in vetroceramica: differenze https://cultura.biografieonline.it/piano-induzione-vetroceramica/ https://cultura.biografieonline.it/piano-induzione-vetroceramica/#comments Wed, 21 Feb 2018 22:26:11 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24214 Parlando di piani di cottura delle nostre cucine, può essere importante, soprattutto in fase di scelta, conoscere quale sia la differenza tra piano a induzione o piano in vetroceramica. Cerchiamo di capire meglio, nell’articolo di seguito, approfondendo i due oggetti.

piano in vetroceramica e piano a induzione
Piani cottura per la cucina: il primo a sinistra è un piano a induzione; l’ultimo a destra è un piano in vetroceramica.

Il piano a induzione

Il piano a induzione funziona con la corrente elettrica, quindi non c’è bisogno di allaccio alla rete del gas. Questo tipo di piano cottura sfrutta le proprietà di bobine elettrificate generando un campo elettromagnetico che permette di riscaldare, per induzione, il pentolame. D’altro canto però non consente di riscaldare pentole in alluminio, vetro e terracotta. Il piano a induzione è molto diffuso nel nostro paese e in tutto il Nord Europa, dove la produzione di energia elettrica è meno costosa. E’ più moderno e costituisce un’evoluzione rispetto ai metodi di cottura più vecchi, come quelli a gas.

Ovviamente i piani ad induzione presentano dei pro e dei contro. Tra i punti a favore troviamo per esempio il fattore sicurezza: il piano a induzione non entra in funzione se non c’è un peso – una pentola – a contatto con la piastra. Esso presenta inoltre la possibilità di inserire il blocco elettronico per i bambini. E’ un piano sicuro, semplice per la manutenzione e la sua efficienza di resa arriva fino a circa il 95%.

Di contro, però, non tutte le pentole possono essere usate con questo tipo di scelta. Pertanto per risolvere il problema, sono necessari dei limitatori di potenza impostabili a seconda delle varie necessità di ognuno.

cucina - piani a induzione

Il piano in vetroceramica

Il piano in vetroceramica, a differenza di quello a induzione, si basa sull’uso di piastre radianti, ovvero resistenze di forma circolare concentriche che si trovano nel piano cottura. Il calore generato dalle resistenze scalda la vetroceramica e di conseguenza, grazie al processo di conduzione, le nostre pentole.
Vetroceramica è il nome del materiale di cui è composto il piano. Come il piano a induzione, è alimentato da corrente elettrica senza l’uso di allacciamento alla rete gas. Con la soluzione delil piano in vetroceramica si possono realizzare essenzialmente le cotture in qualsiasi tipo di materiale, compresi alluminio, vetro e terracotta.

I vantaggi, in questo caso, sono la semplicità nella manutenzione, la facilità nella pulizia e una maggiore sicurezza grazie all’assenza di fiamme libere. Tra gli svantaggi troviamo: i costi, che sono più elevati rispetto ai piani di cottura normali e, a differenza del precedente a induzione, si tratta di un piano cottura il cui calore viene irradiato su tutta la superficie cuocente. Serve perciò prestare molta attenzione per evitare di bruciarsi.

E voi? Avete un piano cottura a induzione, vetroceramica o altro? Raccontateci brevemente la vostra esperienza nei commenti. Se l’argomento vi ha interessato e volete proseguire la lettura leggendo un altro articolo in questo ambito vi consigliamo l’articolo che spiega il funzionamento del frigorifero.

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Differenza tra calamari e totani https://cultura.biografieonline.it/calamari-totani-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/calamari-totani-differenze/#comments Mon, 12 Feb 2018 14:17:13 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24124 I calamari e i totani sono molluschi molto graditi che troviamo spesso nei menu italiani. In entrambi i casi si tratta di molluschi appartenenti alla stessa famiglia, quella dei cefalopodi (dal greco kephale, testa e podos, piede). In cucina sono classificati tra i cosiddetti frutti di mare. Nonostante la larga diffusione, può non a tutti essere ben chiara la differenza, e tendiamo a confondere questi due termini.Totani e calamari non vanno comunque confusi con il polpo. Nel seguente articolo, vediamo le principali differenze e le caratteristiche comuni tra le due definizioni.

calamari
I calamari hanno una colorazione grigio-rosa, rispetto a quella bianca-rossiccia dei totani

Calamari

Il calamaro è un mollusco che presenta dimensioni tra i 15 ed i 40 cm; deriva dal termine greco, kalamos (ovvero calamo). Il calamaro presenta una colorazione grigio-rosa, possiede una forma conica e due pinne laterali grandi, lunghe ed affusolate, di forma romboidale che sono ancorate a tutto il corpo.
Il mollusco anteriormente presenta una piccola bocca, caratterizzata da 10 tentacoli, di cui 2 più lunghi, dotati di ventose, che permettono di catturare le varie prede. Si trova principalmente nei fondali marini come quelli del Mare del Nord fino alle acque del Mare Mediterraneo e lungo la costa occidentale dell’Africa.

I calamari vivono fino a una profondità di 500 metri sotto il livello del mare e vengono usati tantissimo in ambito culinario. In cucina, questo tipo di molluschi è ideale sia come contorno con un’insalata mista, sia fritto, alla piastra, alla griglia oppure semplicemente al forno. Questo tipo di mollusco viene usato nelle diete ipocaloriche perché poco calorico e ricco di vitamina A, potassio, magnesio, calcio e fosforo.

totani
I totani sono meno prelibati e più economici rispetto ai calamari

Totani

Il totano è un mollusco che presenta una lunghezza che varia dai 20 ai 50 cm ed ha un peso che può arrivare fino a 15 kg. Questo possiede, come il calamaro, due pinne ma di dimensioni più piccole sempre ancorate all’estremità del corpo e una decina di tentacoli, di cui due più lunghi, dotati di ventose e di uncini.

Il termine totano deriva dal nome “todaro” e possiede una colorazione bianca-rossiccia. Il mollusco si trova principalmente nell’Oceano Atlantico, nel Mar Mediterraneo e nel Mare del Nord. Viene usato tanto anche in cucina anche se la sua carne è meno prelibata rispetto a quella del calamaro. I totani sono usati in cucina come contorno, fritti, alla piastra, oppure alla griglia.
Si tratta di un mollusco più economico rispetto al calamaro ma pur sempre amato dalle cucine nazionali e internazionali.

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Crêpes e pancake, differenze https://cultura.biografieonline.it/crepes-pancake-differenza/ https://cultura.biografieonline.it/crepes-pancake-differenza/#comments Mon, 01 Jan 2018 21:02:03 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23850 Crêpes e pancake sono due piatti famosi in tutto il mondo occidentale. Entrambe sono a base di uova. Si possono consumare dolci o salati, e accompagnati in moltissimi modi creativi. In questo articolo cerchiamo di evidenziare le principali differenze e i modi tradizionali con cui queste pietanze vengono preparate.

crepes - pancake - differenze
Crêpes e pancake

La crêpe

La crêpe è un piatto tipico francese. Il termine deriva dalla parola latina crispus (arricciato, ondulato), oppure dal termine greco κρίσπος (krìspos “avvolto”‘, “arrotolato”). La crêpe consiste in una cialda morbida, sottile e non croccante, che viene cotta su di una superficie rovente dalla forma tonda.

Il suo impasto è caratterizzato da questi ingredienti:

  • uova;
  • farina;
  • burro.

E’ usanza in Francia, consumare questo tipo di alimento nella giornata del 2 febbraio, in occasione della Candelora. La leggenda racconta che quando si gira per la prima volta la crêpe sulla padella, bisogna esprimere un desiderio. Ma perché si realizzi vale solo nella giornata del 2 febbraio. Le crêpes sono considerate un simbolo di alleanza e di amicizia ed usate molto spesso nella cucina nazionale ed internazionale.

Crepes alla nutella
Le crêpes alla Nutella sono tra le più amate e diffuse

Crêpes dolci e salate

Possiamo gustare crêpes dolci oppure salate a seconda dei gusti personali o della voglia del momento. Le crêpes dolci contengono al loro interno, marmellate o confetture, zucchero semplice o zucchero a velo, miele, creme al cioccolato, ecc. Vengono servite come dessert. Molto richiesta è la famosa crêpe alla Nutella e la crêpe suzette, che si prepara con salsa all’arancia e viene poi infiammata con il liquore Grand Marnier.

Le crêpes salate, invece, vengono farcite al loro interno usando salumi e formaggi di vario tipo seguendo i gusti molteplici e creativi di chi le prepara. Le crêpes salate vengono servite come uno spuntino, un antipasto o in alternativa ad un secondo piatto.

Pancake

I pancake, a differenza delle crêpes, sono un piatto tipicamente anglossasone. Sono principalmente dolci e preparati per la prima colazione. A differenza delle crêpes, questo tipo di frittelle presenta delle dimensioni più piccole ma uno spessore maggiore. I pancake sono un prodotto alimentare caratterizzato da una certa consistenza. Il loro spessore è di circa 3,0-5,00 mm.

L’impasto è composto da:

A volte si prevede anche l’aggiunta di cannella, miele oppure l’uso dello yogurt.

I pancake sono conditi principalmente nella versione dolce con burro d’arachidi, sciroppo d’acero e confetture varie. Nella loro versione salata, contengono all’interno bacon, uova e burro fuso a completare l’opera. I pancake sono molto usati nella cucina di tutto il mondo. Negli Stati Uniti, sono il piatto tipico durante il carnevalesco Mardì Gras, festa che ogni anno si tiene a New Orleans nello stato della Louisiana. Il loro nome per l’occasione diventa Pancake Tuesday.

Sul sito Cucinare.meglio.it trovate una ricetta per preparare pancake facili

In tutto il territorio anglosassone, come le isole britanniche, l’Australia, la Nuova Zelanda e i Paesi Bassi, i pancake vengono consumati quotidianamente durante il primo pasto della giornata, il breakfast. Si consumano anche in altre nazioni come: Argentina, Cile ed Uruguay dove sono molto diffusi e farciti con dolce di latte o manjar.

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Baccalà e stoccafisso, differenze https://cultura.biografieonline.it/baccala-stoccafisso-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/baccala-stoccafisso-differenze/#comments Fri, 29 Dec 2017 10:50:26 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23827 Quando si parla di baccalà e di stoccafisso, può capitare di fare confusione tra i due termini. Si tratta di due alimenti, due pietanze, due prodotti, che vengono ricavati ambedue dal pesce merluzzo. Le differenze tra baccalà e stoccafisso dipendono dalle tecniche di lavorazione, dal loro periodo di produzione e dall’uso differente nelle ricette in cucina. Proviamo di seguito a fare chiarezza.

baccalà e stoccafisso - differenze
Merluzzo (in inglese: cod) – La principale differenza tra baccalà e stoccafisso: il primo viene sottoposto a salatura, il secondo essiccato.

Baccalà

Il baccalà è costituito da due specie di merluzzo nordico Gadus macrocephalus e Gadus morhua salato e stagionato. Il baccalà è quindi il merluzzo sottoposto al processo di salatura. In questo caso il contenuto di sale che deve assorbire il merluzzo supera il 18%. Il termine baccalà deriva dalla parola basso tedesca bakkel-jau che significa appunto “pesce salato”. Essa è una trasposizione di bakel-jau ovvero “duro come una corda”.

Il processo di salatura di questo tipo di prodotto è stato attribuito ai pescatori che adottarono per questo pesce il procedimento di conservazione già da essi usato per la carne di balena.

Il baccalà viene prodotto tutto l’anno perché il procedimento di salatura che permette la conservazione del prodotto non è legato a particolari condizioni climatiche. I paesi principali di produzione del baccalà sono: Danimarca, Isole Fær Øer, Norvegia, Islanda e Canada. Si tratta di un prodotto che viene usato di sovente anche nelle ricette tradizionali regionali italiane. In particolare: Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo e Sicilia.

Stoccafisso

Lo stoccafisso (o stocco in alcune zone dell’Italia centrale e Italia meridionale) è costituito dal merluzzo nordico (Gadus morhua) ed è un prodotto conservato per essiccazione. Il termine stoccafisso deriva dal norvegese stokkfisk e dall’olandese antico stocvisch. La parola significa “pesce a bastone”. Secondo altre fonti la parola deriva dall’inglese stockfish, ovvero “pesce da stoccaggio” (scorta, approvvigionamento).

Per lo stoccafisso, a differenza del baccalà, la produzione e l’essiccazione avvengono nel periodo che va da febbraio a giugno, quando il clima è maggiormente favorevole. Anche lo stoccafisso è un prodotto spesso utilizzato nella cucina italiana. Soprattutto in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Campania e Sicilia.

Lo stoccafisso lo si trova comunemente in commercio ed è possibile acquistarlo ammollato oppure anche secco. A differenza di questo, il baccalà va dissalato sempre, prima di essere cucinato.

Baccalà in ammollo
Stoccafisso e baccalà devono essere messi in ammollo prima dell’utilizzo in cucina

Proprietà nutrizionali e consigli prima del l’utilizzo in cucina

Tutte e due i prodotti, stoccafisso e baccalà, per essere utilizzati in cucina, devono essere a lungo immersi in acqua fredda. Nel caso del baccalà, questo serve per eliminare il sale in eccesso; nel caso dello stoccafisso invece serve a restituire ai tessuti l’originale consistenza del prodotto.

Per ciò che concerne l’apporto calorico e le caratteristiche nutrizionali del baccalà e dello stoccafisso, troviamo in 100 grammi di stoccafisso, 92 calorie contro le 95 calorie del baccalà. Consideriamo il fatto, che il merluzzo è un pesce usato di sovente anche nelle diete – soprattutto quella mediterranea – perché considerato un alimento magro. In 100 grammi di merluzzo troviamo: 17 grammi di proteine, 0,3 grammi di lipidi e 50 mg di colesterolo, per un totale di sole 83 calorie. Sono moltissime le ricette a base di merluzzo che si possono preparare. Per un elenco di ricette con filetti di merluzzo vi consigliamo di visitare il sito Cucinare Meglio.

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Differenza tra ravioli e agnolotti https://cultura.biografieonline.it/ravioli-agnolotti-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/ravioli-agnolotti-differenze/#comments Sat, 02 Dec 2017 09:35:47 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23695 Alcuni prodotti della cucina tipica italiana sono molto facili da confondere. Molto spesso i termini ravioli e agnolotti vengono usati da tutti noi come sinonimi ma in realtà ci sono delle sostanziali differenze tra i due prodotti alimentari. La parola raviolo deriva da raviolè, che significa avvoltolare, ed è considerata la tipica operazione di chiusura dei ravioli.

Ravioli con burro, salvia e pinoli
Ravioli con burro, salvia e pinoli

I ravioli

I ravioli sono un tipo di alimento a forma quadrata o tonda che contiene al suo interno un ripieno a base di carne, di pesce, di verdure o formaggio. Possiamo scegliere il ripieno in base ai nostri gusti. I ravioli sono un prodotto molto consumato nella tradizione culinaria italiana. Possono essere serviti con salse e sughi, asciutti oppure in brodo. Quest’ultima versione è forse quella più apprezzata dagli esperti e storici tradizionalisti del mondo gastronomico. Il raviolo può contenere un ripieno di solo pesce, solo verdura, oppure misto di carne e verdura, di verdura e formaggio (si usa spesso la ricotta).

Le tradizioni regionali

Gli chef della Regione Sardegna preparano ravioli che presentano un ripieno di ricotta aromatizzata con buccia di limone grattugiata, con ricotta, spinaci e zafferano o formaggio fresco di prima cagliata.

I ravioli con un ripieno di ricotta e spinaci nel Lazio vengono realizzati ormai un po’ ovunque, ma sono tipici di Toscana e Marche, dove sono conditi con un sugo di pomodoro fresco e basilico, oppure con burro, salvia e parmigiano grattugiato. In Abruzzo, troviamo anche i ravioli dolci oltre a quelli salati, che presentano un ripieno di ricotta insaporita con zucchero e cannella.

Altre versioni stagionali prevedono un ripieno fatto con la zucca.

Agnolotti

Gli agnolotti derivano dalla parola dal dialetto piemontese anulòt. Si tratta di un ferro che veniva usato per tagliare la pasta. Sono prettamente un tipo di pasta che ha origini in Piemonte. In particolare della zona del Monferrato, nelle province di Alessandria e Asti. Tuttavia troviamo anche gli agnolotti pavesi.

Questo tipo di prodotto alimentare si presenta – come per il raviolo – in una forma quadrata. Il suo ripieno però è a base di carne (arrosto) come nel caso degli Agnolotti Piemontesi.

Agnolotti
Agnolotti

Storicamente gli agnolotti vengono riconosciuti per la prima volta nel 1814 da parte di Vincenzo Agnoletti, chef di Maria Luigia d’Austria, duchessa di Parma e Piacenza.

Gli agnolotti vengono cucinati in vari modi seguendo le vecchie tradizioni culinarie. Si possono realizzare con sugo di carne arrosto, con ragù di carne alla piemontese, in brodo di carne, con burro, salvia e Grana Padano oppure Parmigiano Reggiano.

Sia i ravioli che gli agnolotti sono due prodotti alimentari molto usati nella cucina italiana e particolarmente graditi e apprezzati dai turisti stranieri.

Pensi che abbiamo dimenticato qualche differenza tra agnolotti e ravioli che valga la pena citare? Scrivilo nei commenti.

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