Corea Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Sat, 24 Nov 2018 09:16:13 +0000 it-IT hourly 1 La Regola del Quadro, recensione del libro di Jung-Myung Lee https://cultura.biografieonline.it/la-regola-del-quadro-libro/ https://cultura.biografieonline.it/la-regola-del-quadro-libro/#respond Thu, 15 Sep 2016 10:39:39 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=19850 La Regola del Quadro è un libro scritto da Jung-Myung Lee, pubblicato nel 2016. L’autore, nato nel 1965 a Taegu, nella Corea del Sud, è celebre per i suoi romanzi storici. Diversi suoi racconti hanno ispirato fiction televisive e film cinematografici. Il film più celebre è “Portrait of a Beauty“. L’articolo che state leggendo contiene una recensione e un commento al suo ultimo libro “La Regola del Quadro“, pubblicato in Italia da Frassinelli.

La Regola del Quadro - Non voglio dipingere forme ma anime.jpg

La Regola del Quadro: trama e recensione

Kim Hongdo è il più importante pittore coreano della sua epoca. Siamo nel ‘700, e svolge il suo lavoro con tale maestria che tutti lo cercano e lo vezzeggiano. Alla corte è considerato il migliore di sempre. Mentre alla Reale Accademia di pittura lo considerano quasi un dio, tale è la sua capacità di suscitare in ciò che dipinge un afflato di vita.

Ora è vecchio e mentre si rende conto di non riuscire più a dipingere, un volto gli ritorna alla mente. Quello di un ragazzo dal talento straordinario, Sin Yunbok. Questi è giunto nella sua vita come una meteora, mostrando non solo un talento eccezionale, tanto da suscitare l’interesse di tutti, ma anche un desiderio innato di rompere le regole e i tabù del tempo che non permettevano di dipingere il corpo femminile.

Il suo destino fu segnato da una condanna per aver oltraggiato il senso comune del pudore.

Una riflessione

Perché un uomo come Kim Hongdo decide di rischiare tutto per difenderlo? Cosa nasconde il loro rapporto? E’ solo affetto e stima per un discepolo talentuoso oppure lui conosce una verità che non può svelare sul passato di Sin Yunbok?

Entrambi sono diversi, direi opposti nelle tecniche espressive e nello stile con il quale esprimono il loro immenso talento. Ed entrambi rappresentano un cambiamento, non solo nell’arte pittorica coreana del XVIII secolo.

Kim Hongdo rappresenta la vita semplice e comune, in cui la quotidianità è innalzata a vita spirituale, grazie alle sue capacità pittoriche. Mentre Sin Yunbok racconta, attraverso i suoi quadri, l’intimità e la grazia femminile, come nessuno aveva mai fatto prima.

Jung-Myung Lee
Una foto dell’autore sudcoreano Jung-Myung Lee

Entrambi sono vissuti realmente e da più di due secoli sono oggetto di studio. Lo sono soprattutto i soggetti che hanno dipinto insieme, benché l’abbiano fatto con stili diversi. Come diversi sono i loro percorsi. Kim fu un pittore celebrato dalla corte e insegnate stimato e ammirato per il suo lavoro. Mentre Sin ebbe una vita turbolenta, macchiata dall’accusa di aver dipinto quadri sconvenienti.

Non voglio dipingere forme, ma anime.
(Dalla copertina del libro)

Commento al libro

Parliamo di due pittori importantissimi ma poco conosciuti. Perché? Quali altri fatti hanno coinvolto le loro esistenze in percorsi accidentati fino a farli dimenticare?

La regola del quadro - libro
La regola del quadro: copertina del libro

Questo libro, scritto con uno stile diretto e sofisticato, racconta le loro vicende intrecciando il romanzo storico all’inchiesta giornalistica. Il libro “La Regola del Quadro” riporta alla vita  due esistenze complesse e misteriose.

Il pregio del romanzo però si comprende arrivando ala fine della lettura. Qui il meccanismo complesso del racconto si confonde con la sensibilità dello scrittore. Egli riesce ad intuire quanto fosse delicato e profondo il legame fra i due artisti, e quanto le loro differenze permettevano loro di comunicare, di comprendersi al di là delle parole.

In questo caso la letteratura si incontra felicemente con la pittura, realizzando un’opera d’arte che fonde assieme entrambi i linguaggi. Anche se sono le persone e l’animo umano i protagonisti della narrazione.

Il sale della lettura è però la ricerca del mistero. E’ questa la chiave che tiene legato il lettore al libro e che permette allo scrittore di realizzare una storia godibile e mai noiosa.

La Regola del Quadro
di Jung-Myung Lee
Pag. 452
Agosto 2016
Editore: Frassinelli
19,50 euro

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La Guerra di Corea https://cultura.biografieonline.it/guerra-di-corea/ https://cultura.biografieonline.it/guerra-di-corea/#comments Tue, 25 Jun 2013 14:29:14 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7548 E’ il 25 giugno del 1950 quando cinque divisioni dell’esercito nord-coreano invadono il confine del Sud della Corea. Ciò grazie all’ausilio dell’allora Unione Sovietica, indiscutibilmente coinvolta a livello di forniture militari e mezzi attrezzati. Gli uomini impiegati sono circa ottantamila. È l’antefatto, ma è anche e soprattutto l’inizio della cosiddetta Guerra di Corea, nota anche come “guerra del 38° parallelo”.

Guerra di Corea
La Guerra di Corea è ricordata anche come “Guerra del 38° parallelo”: scoppiò il 25 giugno 1950

Gli Stati Uniti, fino a quel momento indecisi se intervenire o meno (nonostante le continue tensioni, per giunta strascichi diretti della stessa Seconda Guerra Mondiale), decisero per l’intervento. Avendo avuto piena certezza del coinvolgimento da parte del rivale sovietico. Inoltre, a dire dello stesso Generale Ridgway, un indebolimento di un paese “amico”, come appunto la Corea del Sud, nell’area asiatica, avrebbe spostato l’asse dell’URSS e dei paesi ad esso legati troppo avanti.

Non è una questione di territori – disse appunto in un celebre discorso il Generale Ridgway – né di difendere o meno i nostri alleati: si tratta di sapere se la civiltà occidentale, che Dio ha permesso nascesse nei nostri amati paesi, sarà in grado di sfidare e di sconfiggere il comunismo”.

La Guerra Fredda in pratica, ammantata della consueta retorica di stato, era di fatto cominciata. Con l’unica caratteristica, assolutamente non trascurabile, di doversi combattere in altri paesi del mondo, più o meno direttamente. Inoltre, nei circa tre anni di durata della Guerra di Corea (1950-1953), l’intera popolazione mondiale rimase letteralmente con il fiato sospeso. Il timore diffuso fu lo scoppio di un nuovo conflitto su larga scala. Tutti erano memori dell’ultima fase della Seconda Guerra Mondiale, aggravata dall’uso delle bombe nucleari, già sperimentate a Hiroshima e Nagasaki.

Una guerra annunciata?

L’intera nazione coreana, alla fine del conflitto mondiale, si ritrovò riunificata, anche a causa dell’indebolimento improvviso e destrutturante nel quale si ritrovò il Giappone. Ex protettorato nipponico, la Corea venne dichiarata libera ma, nei fatti, restava soggetta a due zone di influenza, l’una americana (Sud) e l’altra sovietica (Nord). Truppe d’occupazione, come in altri territori del mondo (si pensi alla Germania), permanevano in entrambe le aree di influenza.
Nell’estate del 1947 poi, le Coree divennero due stati separati, esattamente lungo la linea del 38° parallelo, il quale appunto divenne talmente famoso da dare il proprio nome all’intero conflitto.

La partita era aperta e metteva di fronte l’Occidente democratico, totalmente di marca americana, e l’Oriente comunista, ad appannaggio dell’Unione Sovietica. Il 15 agosto dello stesso anno, veniva eletto il presidente della nuova Repubblica di Corea (nel Sud). Si trattava di Syngman Rhee, il quale non mancò di dare la propria influenza attraverso un tipo di politica piuttosto torbido e, soprattutto, orientato verso un nazionalismo sfrenato. Non fu da meno Kim Il Sung, presidente della nascente Repubblica Popolare Democratica di Corea, in data 9 settembre, con capitale Pyongyang.

Tra il 1949 ed il 1950 dunque, le tensioni tra i due paesi giunsero al culmine, anche perché entrambi i rappresentanti proponevano la riunificazione delle due coree come principale proclama politico. Dopo alcuni episodi minori lungo il confine, il confronto divenne presto infuocato, con gli eserciti dell’URSS e degli Stati Uniti pronti a rientrare nel paese che avevano abbandonato solo all’inizio del 1949.

Guerra di Corea
La Guerra di Corea: soldati statunitensi nella città di Seul

Guerra di Corea: il conflitto

L’esercito sud-coreano, mal addestrato e poco equipaggiato, in queste prime battute della guerra di Corea venne rapidamente sconfitto. Seoul, in breve tempo, fu preda dei nord-coreani. Unicamente la zona limitrofa al porto di Pusan, restava in mano all’esercito sud-coreano.
La risposta arrivò per mezzo dell’Onu, fresco di fondazione, dunque regolata e, almeno nelle intenzioni, sulla carta, istituzionalizzata a tutti gli effetti (per quanto orfana del voto russo, in protesta nei confronti della risoluzione). Su mandato dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, gli Stati Uniti, affiancati da altri diciassette paesi, intervennero militarmente nel tentativo di liberare il paese occupato e, alla fine, rovesciare il governo in Nord Corea.

Alla fine della Guerra di Corea, al termine delle ostilità, il numero delle vittime fu stimato intorno ai quasi tre milioni, tra morti, feriti e dispersi, tra i quali non pochi civili.

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L’inizio del “maccartismo”

Quasi tutti americani, i primi soldati del fronte occidentale sbarcarono in Corea, tutti sotto la guida del generale Douglas MacArthur. Di lì a poco, questi diventerà famoso anche tra i civili e gli elettori americani, tanto da dare un nome ad una vera e propria corrente di pensiero politica, per giunta in voga durante tutti gli anni cinquanta negli Stati Uniti d’America: il “maccartismo”. In sintesi: opposizione completa a qualsiasi forma di apertura a “sinistra”.

L’esercito alleato, per così dire, giunto in agosto nel sud della penisola, cominciò le prime grandi manovre nel mese di settembre, muovendo verso Inchön, direttamente dietro le linee dei nord-coreani. Nel giro di poco dunque, gli americani ributtarono fuori gli invasori, tagliando loro i rifornimenti e risalendo velocemente lungo il confine.

Ma la cosa non finì lì. MacArthur, forte del successo ottenuto in patria dopo il suo intervento, decise di spingersi oltre il ripristino della pace nel Sud della penisola. La decisione fu determinante e portò ad un allungamento delle ostilità a dir poco drammatico. Gli americani mossero verso Nord, invadendo l’altra Corea. Superarono così il 38° parallelo. L’invasione, pertanto, fu autorizzata dall’Assemblea generale dell’ONU il 7 ottobre del 1950.

La Guerra di Corea e la Cina

In autunno, le truppe di MacArthur si spinsero, per volontà del generale e contro le disposizioni dello stesso governo statunitense, fino a pochi chilometri dal confine cinese. Quanto bastò per mandare in guerra oltre centomila uomini, guidati dal Timoniere Mao ed equipaggiati a far fronte all’invasione occidentale. In breve tempo, il Nord ribaltò la situazione e si ritrovò da invaso a paese invasore.

Il Presidente Usa, Harry Truman, sollevò dall’incarico MacArthur, che aveva preso in considerazione più volte (e minacciato) il ricorso alla bomba atomica, ed affidò le operazioni, a partire dal 1951, al comandante Matthew Bunker Ridgway. La Cina infatti, forte della propria influenza in tutta l’area asiatica, sembrava intenzionata ad inviare altri uomini a sostegno della Corea del Sud. Non restava altro da fare che avviare le trattative di pace. Intanto, gli eserciti si ritrovarono in fase di stallo, bloccati sull’ormai famigerata linea del 38° parallelo.

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La pace

Due anni dopo l’inizio delle trattative, il 27 luglio del 1953, a Panmunjeom, si giunse ad un accordo. L’accordo fu volto a definire una volta per tutte la situazione nelle due Coree. Come in altri conflitti della storia non solo europea, ma universale, la soluzione ideale fu individuata in quella precedente allo stesso conflitto. Ossia nella separazione dei due stati sancita sul 38° parallelo.

Un anno di guerra vera e propria, due anni di paralisi e quasi tre milioni di vittime, soprattutto civili. Per giungere ad una situazione che non proclamava alcun vincitore. Questo, in realtà, fu l’esito dello scontro.

Il teatro degli avvenimenti di guerra, a dire di molti storici, altro non fu che il preludio al futuro duello armato che, sempre URSS e Stati Uniti, condussero in un altro territorio non molto lontano: il Vietnam. Un massacro che sarà ancora più cruento ed inutile del precedente.

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