comunicazione Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Sun, 13 Feb 2022 12:29:30 +0000 it-IT hourly 1 Parlare e comunicare: differenze https://cultura.biografieonline.it/parlare-comunicare-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/parlare-comunicare-differenze/#comments Fri, 09 Mar 2018 09:36:18 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24340 Nella società moderna “essere in contatto” è una condizione fondamentale per tutti. Ormai lo si può fare in molti modi, anche attraverso i sociali network come Facebook, e sotto diverse forme ma alla base restano il dialogo e la comunicazione. Affrontiamo qui la differenza tra due termini come parlare e comunicare: sono concetti nettamente diversi comunque profondamente legati tra di loro. Si può infatti parlare per comunicare qualcosa, ma si può anche comunicare senza parlare.

comunicare - parlare - differenze

Parlare

Il verbo parlare indica l’atto di comunicare ad altre persone delle determinate informazioni attraverso dei suoni che vengono emessi dal nostro sistema fonetico.

Per esempio, alcuni fattori come il tono della voce, le inflessioni, la lingua o la cadenza ci indicano la personalità dell’interlocutore, la sua nazionalità o la predisposizione o meno nei nostri confronti. Secondo i più prestigiosi vocabolari, parlare indica la capacità umana di utilizzare dei suoni al fine di comunicare agli altri dei concetti e delle nozioni. Il parlare è un termine sempre in continua evoluzione, dato che i modi di vivere e le culture cambiano di continuo, in base anche ai tempi in cui viviamo.

Comunicare

L’atto di trasferire delle informazioni (nozioni, stati d’animo, notizie, etc.) alle persone, usando vari canali e diverse modalità, è denominato comunicare. Si possono comunicare delle situazioni e sensazioni sia in modo volontario che in modo involontario. Oltre alla parola, ci sono tantissime comunicazioni definite “non verbali” (comunicazione non verbale) che permettono di trasmettere informazioni circa il contesto in cui ci troviamo, anche attraverso il linguaggio del corpo.
La parola “comunicare” deriva da “cum” = con e “munire” = legare, costruire; e dal latino “communico” = mettere in comune, far partecipe.

La frase “è impossibile non comunicare”, è davvero veritiera. Dallo stile di una persona, dalle sue espressioni, dal suo modo di essere, emerge sempre un quadro di chi abbiamo di fronte. Lo stesso vale anche per il mondo animale che comunica sia in modo volontario che involontario.

comunicazione
Immagine tratta dalla pagina del sito Aforismi.meglio.it, relativa alle “Frasi sulla comunicazione”

Si può inoltre agire in modo comunicativo usando mezzi tecnologici come cellulare, computer, tablet o usando modi come la carta stampata, web, social etc. abbattendo molte barriere fisiche e naturali.

Parlare e comunicare quindi sono collegati tra loro: senza il primo, “il parlare”, non esisterebbe nessuna forma di comunicazione; la vera bellezza è che possiamo noi stessi decidere come trasmettere al mondo ciò che abbiamo dentro. Per alcuni la comunicazione è divenuta un’arte oltre che una professione.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/parlare-comunicare-differenze/feed/ 6
Applausi: perché si applaude per manifestare approvazione? https://cultura.biografieonline.it/applauso-origine/ https://cultura.biografieonline.it/applauso-origine/#respond Fri, 14 Mar 2014 11:47:18 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10044 Un modo per manifestare la propria approvazione è sicuramente sono gli applausi. Sin dall’antichità era la maniera più usata per esternare il proprio consenso verso una o più persone.

Applausi come abbracci

Se si considera il punto di vista antropologico, l’applauso è indicato come metafora dell’abbraccio inteso come “abbraccio manifestato a distanza”.

Applauso: Mani che applaudono
Mani che applaudono

Greci e romani

Le antiche testimonianze dell’applauso risalgono già ai tempi del teatro classico greco dove si era soliti esternare il proprio consenso attraverso l’uso di rumori: battendo le mani, pestando i piedi o urlando. Anche i romani, ai loro tempi, usavano applaudire ma con un entusiasmo che veniva sempre portato all’estremo: applaudivano i gladiatori che vincevano le battaglie nelle arene, battendo i palmi delle mani producendo un suono secco e forte, simile ad uno scroscio. Lo stesso imperatore Augusto dovette decidere di mettere, durante i giochi, un disciplinatone per regolare l’enfasi degli applausi.

Invece ai tempi dell’antica Mesopotamia, gli applausi erano usati per nascondere le urla delle vittime sacrificali.

Oggi

Tornando ai giorni nostri, si è soliti applaudire dopo recite teatrali anche a scena aperta, spettacoli, concerti. Anche nei momenti sportivi si plaude il nostro campione preferito.

Inoltre, in altre particolari occasioni, gli applausi vengono usati anche in ricordo di:

  • vittime di mafia,
  • caduti in guerra,
  • vittime di attentati,
  • incidenti gravi,
  • catastrofi,
  • per omaggiare personalità illustri scomparse, durante funzioni o situazioni pubbliche.
Applausi in ambito sportivo
I protagonisti sportivi rispondono all’applauso dei tifosi con un applauso

Esiste anche il cosiddetto applauso alla russa, che consiste nel vedere l’oratore unirsi all’applauso del suo pubblico presente in sala.

Questo modo di applaudire è nato e diffuso in Russia e veniva utilizzato durante i convegni del comitato centrale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/applauso-origine/feed/ 0
Perché si esulta alzando le braccia? https://cultura.biografieonline.it/esultanza-braccia-alzate/ https://cultura.biografieonline.it/esultanza-braccia-alzate/#comments Sun, 09 Feb 2014 20:42:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9627 È tipico esultare quando si vince, e non solo nelle attività sportive, alzando le mani verso il cielo. Chi vince o si sente vincitore alza le braccia al cielo con i pugni chiusi o con le mani aperte, oppure salta verso l’alto o alza e abbassa ripetutamente le braccia. In alcuni sport, come nel pugilato, l’arbitro prende una mano del vincitore e la alza verso l’alto, proprio per indicarlo al pubblico come colui che ha vinto. Alzare le braccia, saltare o esultare, sono tutti tipici gesti di trionfo.

Esultare a braccia alzate
Tagliando il traguardo si esulta a braccia alzate

I vincitori esprimono il loro stato d’animo, dovuto alla vittoria, come superiorità, innalzandosi e cercando di sembrare più alti degli altri anche fisicamente. I vincitori si sentono padroni dello spazio intorno a loro e provano la sensazione incontrollabile di occuparne il più possibile verso l’alto. Con la parola gesto si può definire qualsiasi movimento fatto con le mani, le braccia o le spalle. Esistono gesti pratici e gesti comunicativi.

Alex Zanardi campione
Paralimpiadi di Londra 2012: l’italiano Alex Zanardi, esulta a braccia alzate per la medaglia d’oro

Un gesto è comunicativo quando la forma che assumono le mani e il loro movimento sono prodotti per comunicare. Un gesto dunque è un segno: una coppia di significante e significato in cui il significante è una particolare forma e movimento delle mani o delle braccia ed il significato è una conoscenza di formato proposizionale.

Esistono diversi tipi di gesti: quelli creativi, sono quelli con cui si raffigurano azioni, persone od oggetti per aiutarci ad illustrare, per esempio, una narrazione. Questi gesti sono necessariamente iconici, cioè assomigliano e rappresentano ciò che significano. Altrimenti, se non lo fossero, l’interlocutore non potrebbe capirli; i gesti simbolici, invece, vengono tradotti in parole e frasi che devono essere capite e condivise, sono un caso tipico di gesti codificati e si imparano da piccoli vedendoli fare. Un esempio di questo tipo è quello di alzare i pugni chiusi per l’esultanza, gesto tipico dell’atleta che taglia il filo di lana, determinato dall’attivazione fisiologica di forti emozioni positive, quindi comprensibile a tutti ed in tutte le culture.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/esultanza-braccia-alzate/feed/ 2
La Grande Bufala della Luna (The Great Moon Hoax) https://cultura.biografieonline.it/la-grande-bufala-della-luna/ https://cultura.biografieonline.it/la-grande-bufala-della-luna/#respond Sun, 05 Feb 2012 14:47:04 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=468 La Luna è percorsa da mandrie di bisonti, che corrono attraverso sconfinate foreste e boschi di abeti. A far loro compagnia unicorni azzurri che salgono lungo i rilievi lunari e uccelli acquatici che lambiscono i fiumi. E’ questo che apprendono decine di migliaia di persone, un giorno d’estate del 1835, precisamente il 25 agosto.

The Great Moon Hoax
The Great Moon Hoax (La grande bufala della Luna)

Un paesaggio incantevole si apre ai nostri occhi stando sul nostro satellite: spiagge di sabbia bianca brillante, cinte di rocce selvagge simili al marmo verde, mari e laghi con acqua blu come quella del profondo oceano, praterie, vallate e colline coniche, piramidi di quarzo color lilla rendono il paesaggio ancor più fiabesco. Una tribù primitiva di castori bipedi trova il suo riparo costruendo capanne e palafitte e vive anche grazie alla scoperta del fuoco.

A dividere la superficie lunare con loro, vi sono anche creature alate ricoperte di pelo color rame, che si ritrovano in un misterioso tempio d’oro: i cosiddetti uomini pipistrelli.

Queste le sconvolgenti scoperte del famoso astronomo John Herschel, che, grazie ad un potente telescopio montato a Capo di Buona Speranza, riesce ad esaminare la superficie lunare e descrivere con incredibili dettagli flora e fauna del nostro satellite. A dare la notizia di queste scoperte sconcertanti il New York Sun, con una serie di sei articoli firmati dall’assistente, nonché pupillo, dell’illustre astronomo, il Dott. Andrew Grant. Che però, non esiste. Come naturalmente non esistono bisonti, unicorni o creature alate. Questa beffa giornalistica è la cosiddetta “The Great Moon Hoax”, la Grande Bufala della Luna.

La grande bufala della Luna del 1835
La grande bufala della Luna del 1835

John Herschel, astronomo inglese (7 marzo 1792 – 11 maggio 1871) a sua volta figlio di un altro grande astronomo di origine tedesca, lo scopritore di Urano, William Herschel (15 novembre 1738 – 25 agosto 1822) non compie nessuna di queste scoperte e si trova nella scomoda posizione di dover passare gli anni successivi a cercare di chiarire l’equivoco.

All’inizio si dimostra divertito dalla curiosa circostanza, ma presto si infastidisce, in quanto costretto in tutte le occasioni pubbliche a ribadire la sua estraneità ai fatti. Ma nel frattempo, il New York Sun riesce a vendere migliaia di copie e le persone di qualsiasi ceto sociale fanno letteralmente la fila per esser sicuri di accaparrarsi anche l’articolo successivo.

Quando il pubblico appassionato si rende conto dell’incredibile bufala, ormai le copie vendute sono decine di migliaia. Molti giornali ne danno notizia con gran clamore, gli articoli sono addirittura tradotti in varie lingue e pubblicati anche all’estero e le scoperte sono perfino relazionate nei bollettini delle più celebri accademie scientifiche europee.

In Italia, viene pubblicato l’opuscolo anonimo dal titolo “Delle scoperte fatte nella luna del dottor Giovanni Herschel”. Anche nel 1859, 24 anni dopo la prima pubblicazione, gli articoli vengono riproposti in un libro intitolato “Moon Hoax”, firmato da Richard Adams Locke, giornalista e scrittore britannico, ritenuto essere l’autore degli articoli originari.

Oltre alle fantasiose scoperte lunari, negli articoli sono decantate scoperte straordinarie in ogni pianeta del nostro sistema solare, la scoperta di altri pianeti in altri sistemi solari e la risoluzione di quasi tutti i problemi principali di astronomia matematica. Ma non tardano ad arrivare le accuse sia contro il giornale che contro l’autore. Edgar Allan Poe accusa il New York Sun di aver copiato un suo racconto di fantascienza, mentre il concorrente del Sun, il New York Herald, accusa Richard Adams Locke di aver architettato la bufala per incrementare la tiratura del suo giornale; e in effetti il Sun raggiunge il suo scopo, in quanto aumenta di cinque volte la propria tiratura, che rimane stabile anche quando viene smascherata la bufala. E’ un perfetto esempio di strategia di marketing d’altri tempi. E anche perfetta dimostrazione di una bufala mediatica, così come poteva nascere ed estendersi nella realtà dell’800.

Provando ad esaminare il perché di questo successo, innanzitutto è da considerare come elemento fondamentale l’introduzione recente, all’epoca, dell’uso della macchina da stampa a vapore, che rende possibile stampare decine di migliaia di copie da vendere poi ad un prezzo basso, trasformando la carta stampata in un vero e proprio mezzo di comunicazione di massa. Ad aumentare le possibilità di vendita, contribuiscono anche i cosiddetti “strillatori”, impiegati per vendere gli articoli lungo le strade, strillando a gran voce le notizie sbalorditive contenute negli articoli.

Inoltre a quei tempi, l’esistenza della vita sulla Luna è un argomento molto chiacchierato, in quanto sono molti gli astronomi o semplici appassionati, convinti realmente di questa possibilità. A dar loro questa convinzione, forse il fatto di essere così tanto affascinati da questa eventualità, da essere quasi sicuri della sua veridicità.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/la-grande-bufala-della-luna/feed/ 0