computer Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 02 Oct 2024 09:26:20 +0000 it-IT hourly 1 Java: breve storia del linguaggio di programmazione e curiosità https://cultura.biografieonline.it/java-storia-curiosita/ https://cultura.biografieonline.it/java-storia-curiosita/#respond Thu, 19 May 2022 20:58:22 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=39920 Java è un linguaggio di programmazione ad alto livello, orientato agli oggetti. Progettato per essere il più possibile indipendente da piattaforme hardware, è oggi diffusissimo. Si trova, per esempio, nei cellulari Android, poiché il sistema operativo di Google utilizza API Java; tanto che Oracle – proprietaria di Java – ha chiesto un risarcimento enorme, nell’ordine dei miliardi di dollari, a Google per l’uso di Java in Android.

Java Logo 2003
Il logo Java nel 2003

James Gosling, l’inventore

L’invenzione del linguaggio si deve a James Gosling, un canadese di Calgary nato nel 1955. Laureatosi in informatica a 22 anni nell’università della sua città natale, conseguì nel 1983 un Bachelor of Science.

Gosling venne assunto nel 1984 da Sun Microsystems dove lavorò fin quando l’azienda fu acquistata da Oracle Corporation, nel 2010.

Fino a quel momento continuò a lavorare a Java che aveva rilasciato nel 1995 (la data ufficiale è il 23 maggio 1995).

Le sue dimissioni furono spiegate sul suo blog; affermò che la loro ragione fosse difficile da motivare e che approfondirne le ragioni avrebbe fatto più male che bene (la frase criptica e, in qualche modo famosa, con la quale chiuse l’argomento fu:

“Just about anything I could say that would be accurate and honest would do more harm than good”.

Nel corso della sua carriera, James Gosling ha ricevuto numerosi premi, tra cui l’Economist Innovation Award e l’Officer of the Order of Canada. È personalmente detentore di una lunga serie di brevetti.

Java: perché il linguaggio di programmazione si chiama così

Il progetto “Oak” (quercia) di Sun Microsystem nasce nel giugno 1991. Oltre a Gosling, vi lavorano Mike Sheridan e Patrick Naughton. Il nome, che deriva dall’albero visibile fuori dall’ufficio dell’informatico canadese, muta presto in “Green” (verde) per essere poi trasformato definitivamente in Java.

Ci sono varie teorie in merito al perché del nome Java:

  • Secondo alcuni, deriverebbe dalla grande quantità di caffè di questa marca indonesiana che i tre programmatori consumavano abitualmente. Questa teoria troverebbe conferma nel logo del linguaggio di programmazione, una tazzina di caffè fumante.
  • Un’altra teoria fa riferimento all’acronimo Just Another Vague Acronym, ovvero “solo un altro vago acronimo”.
  • Infine, si sostiene anche la possibilità che il nome sia stato scelto a caso da un elenco.

Ciò che è sicuro è che il nome Green dovette essere abbandonato per motivi di copyright.

Il logo Java nel 1996
Il logo Java nel 1996

Caratteristiche riconosciute a Java

La sintassi di base di Java è simile a quella di C e C++. Si tratta di una precisa scelta, finalizzata a renderne facile la comprensione da parte degli sviluppatori. Sono però state rimosse alcune caratteristiche che si riteneva potessero portare a criticità o bug; tra queste l’aritmetica dei puntatori e l’ereditarietà multipla delle classi.

Java nasce per interagire con la televisione, ma si rivela troppo avanzato per la tecnologia adottata dalle TV via cavo degli anni Novanta. Quindi viene prima dirottato su piccoli dispositivi elettronici e in seguito, con la diffusione di Internet, adattato alla programmazione per la Rete globale.

Il compilatore originale, ossia la prima Java Virtual Machine (JVM) che consente a un computer di eseguire programmi scritti sia in Java sia in altri linguaggi tradotti, si deve allo stesso Gosling e risale al 1994.

Netscape adottò ben presto la JVM per il suo browser

Gli obiettivi originali degli sviluppatori erano:

  • creare un linguaggio semplice, orientato agli oggetti e familiare (vedi la scelta di C e C++);
  • che fosse robusto e sicuro, oltre che indipendente dalla piattaforma;
  • che potesse eseguire codice da sorgenti remote in modo sicuro.

Una delle caratteristiche che hanno determinato il successo di Java risiede nell’acronimo WORA, ossia Write Once Run Anywhere: scrivi una volta, esegui ovunque. Ciò a sottolineare la possibilità di esecuzione su tutte le piattaforme che supportano Java, senza bisogno di ricompilazione.

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Hosting e dominio: differenze https://cultura.biografieonline.it/hosting-dominio-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/hosting-dominio-differenze/#respond Wed, 28 Feb 2018 17:53:16 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24347 Quando si parla di termini informatici o riguardanti il mondo del web, molto spesso incorriamo in errori. Ci sarà sicuramente capitato di sentire i termini hosting e dominio, immaginando vagamente di cosa si trattasse ma senza mettere bene a fuoco i due concetti, le loro similitudini ma soprattutto le diversità tra le due nozioni. In questo articolo vediamo di evidenziare le principali differenze.

hosting - housing
Rappresentazione di una sala server, in cui è ospitato l’hardware (housing) che a sua volta ospita siti internet (hosting) raggiungibili attraverso nomi di dominio.

Hosting

Con il termine hosting si intende un servizio che permette di usufruire di uno spazio web dove collocare le pagine di un sito internet. Il servizio di hosting (host in inglese è colui che ospita) oltre a questo servizio base, offre poi altri servizi accessori. Grazie a questo tipo di servizio, il web provider, rende il sito accessibile alla rete Internet e agli utenti. Tra i servizi accessori ci possono essere quelli relativi alla sicurezza, alla posta elettronica, allo streaming video, o altro che ha generalmente a che fare con i servizi web.

Il termine hosting deriva dall’inglese “host” che significa quindi ospitare. Esistono diversi tipi di hosting: gratuiti, a pagamento e quelli definiti infrastrutturali.

Gli hosting gratuiti sono un servizio base che viene offerto agli utenti in previsione che si passi a servizi più avanzati (a pagamento) e sono forniti dall’Internet Service Provider (ISP). Spesso recano degli svantaggi come: prestazioni tecniche meno performanti, poca garanzia del servizio nel tempo, banda condivisa con altri siti web ospitati.

Gli host a pagamento offrono un servizio più avanzato e professionale.

Gli hosting infrastrutturali consistono in un’intera infrastruttura di rete sotto forma di servizio di host network. I vantaggi sono un abbattimento dei costi associati all’hardware e al software, la garanzia dell’accesso e, in ultimo, la facilità nella reperibilità dei dati.

Hosting e housing

Si distingue tra hosting e housing quando anziché acquistare lo spazio solo per un sito internet, si acquista uno spazio per posizionare un sistema server fisico, composta da un hardware più o meno sofisticato. L’housing vede l’ISP ospitare in apposite infrastrutture, server di proprietà dei clienti. Queste sono soluzioni rivolte principalmente alle aziende, e non ai privati.

Dominio

In un precedente articolo abbiamo trattato le differenze tra dominio e sito web. Riprendiamo qui alcuni concetti. Il dominio è il nome logico di un sito internet. Nell’indirizzo URL che permette di raggiungere un sito, il dominio corrisponde (generalmente) alla homepage. In realtà, dietro le quinte, al nome del dominio corrisponde un indirizzo numerico chiamato indirizzo IP. L’uso di “nomi di dominio” (così si dice) rende più semplici e memorizzabili i nomi dei siti web.

Di fatto un dominio è una sequenza di caratteri che ci permette di identificare un sito web. I nomi di dominio si possono riservare, acquistandoli, a partire dalla scelta loro estensione (.it, .com, .org e moltissime altre). Gli ISP che forniscono servizi di hosting, spesso offrono anche un servizio di acquisto del nome di dominio. Così come i Registrar – si chiamano così le aziende che forniscono questo servizio – oltre a dare la possibilità di registrare un dominio, offrono all’utente (privato o azienda) la possibilità di ospitare (hosting) fisicamente il sito web.

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ASCII Art: Vuk Ćosić e l’arte fatta da computer e caratteri https://cultura.biografieonline.it/vuk-cosic-ascii-art/ https://cultura.biografieonline.it/vuk-cosic-ascii-art/#comments Thu, 15 Feb 2018 15:44:18 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24048 ASCII è l’acronimo di American Standard Code for Information Interchange definito, nel 1968 dall’American National Standards Institute. L’ASCII associa una tavola numerica ad una serie corrispondente di simboli. Tale standard viene utilizzato anche per la creazioni di immagini. Per esempio, si usa il codice ASCII per produrre delle emoticon. La ASCII art è una corrente artistica che si è sviluppata grazie all’informatica.

ASCII Art - La gioconda (Mona Lisa) di Leonardo realizzata con i caratteri ASCII
ASCII Art – La gioconda di Leonardo realizzata con i caratteri ASCII

E’ nata e si è sviluppata con la nascita della Net Art – argomento trattato in un precedente articolo – che è una forma d’arte che nasce e si sviluppa sulla rete, a cavallo dei primi anni Novanta. Si tratta di disegni che si possono realizzare con caratteri alfanumerici e caratteri speciali, come la punteggiatura, gli accenti e altri simboli.

ASCII Art: treno locomotiva
ASCII Art: treno locomotiva

Un net artista che ha prodotto opere utilizzando l’ASCII è Vuk Cosic. Per il net artista “il solo modo per combattere l’obsolescenza dei media è far risorgere i media scomparsi”. Cosic ha indagato anche altri modi sull’ASCII art, trasformando, per esempio, le immagini in movimento: convertendo in codice ASCII delle brevi sequenze di film famosi, tra questi Star Trek. L’artista spiega così l’ ASCII art:

La scelta del’ASCII è legata a questioni ideologiche. Succede spesso che l’artista sia costretto a produrre un output creativo con la sola funzione di giustificare gli investimenti hardware di qualche istruzione artistica. Utilizzando le tecnologie date, uno potrebbe anche accettare i limiti creativi segnati dall’inventore della tecnologia, ma mi piace credere che la mia creatività sia altrove rispetto a quella dell’ingegnere, per quanto sia grande il mio rispetto per i fabbricanti di strumenti. La mia reazione a questo stato di cose consiste nel guardare al passato e continuare l’aggiornamento di alcune tecnologie marginalizzate o dimenticate. Gebhard Sengmuller la chiama “archeologia dei media”.

Il glossario: ASCII ART

La ASCII Art è una tecnica di disegno che viene realizzata attraverso delle forme che utilizzano i caratteri ASCII. Le sue origini risalgono a poco dopo l’introduzione del codice ASCII. Le prime stampanti infatti potevano stampare solo caratteri alfanumerici, cioè erano solo testuali, di conseguenza non disponevano di funzioni grafiche.

Per questo motivo, queste venivano emulate sfruttando i simboli disponibili, ordinati seguendo schemi in apparenza casuali. In pratica, osservando il foglio stampato a distanza, si potevano riconoscere delle immagini. Questa procedura di creazione dell’immagine ASCII era praticata manualmente.

È stato solo successivamente che vennero ideati dei programmi che fossero in grado di generare automaticamente scritte a caratteri di grande formato. Così, visto che si trattava di un lavoro complesso, la sua riuscita era affidata completamente all’esperienza dell’artista.

I primi disegni erano rappresentati da scritte e forme stilizzate. Poi si è avuta una notevole evoluzione qualitativa. Questo è stato possibile grazie all’introduzione dei set di caratteri cosiddetti semi-grafici. Questi set permettevano di creare linee spezzate continue e ombreggiature, sfruttando dei caratteri che consistevano in griglie di pixel che apparivano sul monitor con luminosità di varie intensità.

Il fondatore della ASCII art:

Vuk Ćosić è nato il 31 luglio 1966 a Belgrado, ex archeologo, ex leader politico candidato al Nobel per la Pace, artista riconosciuto a livello internazionale con radici balcaniche, “hacker di idee” incapace di uniformarsi nel mondo dell’arte. È pioniere della Net Art. Ed è uno dei fondatori di questo genere di arte, tanto che è stato proprio lui a coniarne il nome. Ćosić indica la Net Art come il periodo storico in cui un piccolo gruppo di persone si unisce per coltivare la passione, gli interessi, relativi alle questioni difficili dell’arte e della rete.

Vuk Ćosić
Vuk Ćosić

Questo gruppo di persone sono partite da un’analisi: una riflessione critica sull’atto della creazione artistica. Ma la loro non è solo teoria: hanno sperimentato nuovi mezzi di espressione. Tra i suoi lavori c’è ASCII Unreal.

ASCII Unreal (ASCII Irreale): analisi dell’opera

In quest’opera del 1999 l’artista parte dal videogioco Unreal Tournament e attraverso il flusso continuo di ASCII. L’artista ha rimosso gli elementi dello spazio tridimensionale e ha sfruttato gli strati di testo, che rappresentano la fonte primaria della sua grammatica visiva. Caratteri cirillici sono impostati a rappresentare cieli scuri. Qui l’artista ha sostituito il paesaggio virtuale con superfici e forme composte appunto da caratteri alfanumerici. Si differenzia dalle altre sue opere per il fatto che in questa utilizza un codice che si basa sull’alfabeto cirillico.

ASCII unreal - 1999
ASCII unreal (1999): l’opera utilizza caratteri cirillici

Quest’opera ASCII Unreal è dedicata al signor Danilo Ž. Markovic, l’ex ministro della cultura in Serbia. L’ex ministro ha dichiarato una volta che “tutti sappiamo che il Cirillico non è solo l’alfabeto più bello ma anche il più adatto per un lavoro con il computer”. Quest’opera è stata creata per la mostra “Synreal” del progetto di media art T0 viennese. Con questa sua realizzazione il net artista ha voluto rimarcare l’assurdità del perfezionismo con cui la realtà tridimensionale è rappresentata nella maggioranza dei giochi. E non solo: contemporaneamente ha confrontato l’attuale grafica high – end con la storia dello schermo del computer. Sino agli anni Novanta infatti i computer standard avevano un’interfaccia limitata a lettere verdi su sfondo nero.

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Intelligenza Artificiale. Cosa è? Dobbiamo temerla? https://cultura.biografieonline.it/intelligenza-artificiale/ https://cultura.biografieonline.it/intelligenza-artificiale/#comments Fri, 13 Feb 2015 16:47:45 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13281 Negli ultimi mesi del 2014, tre menti brillanti e per alcuni aspetti geniali, hanno manifestato il loro timore per i progetti di Intelligenza Artificiale, perché si tratta ancora di progetti, che porteranno l’Intelligenza Artificiale a gestire e comandare le macchine.

Intelligenza Artificiale
Intelligenza Artificiale: una riflessione sullo stato attuale dei progetti e sugli ipotetici scenari futuri

Chi ha paura dell’intelligenza artificiale?

Il primo a manifestare questo timore è stato Stephen Hawking, che ha dichiarato: “L’Intelligenza Artificiale sarà la più importante conquista dell’uomo, peccato che potrebbe essere l’ultima”.

Hawking è convinto che l’Intelligenza Artificiale,quando sarà completata, avrà coscienza della sua forza e della sua velocità nell’evolversi, comprenderà che noi siamo inferiori e in un certo senso superati, visto che combattiamo con problemi per lei superflui come il clima, la fame, la decadenza fisica e celebrale, e per questo ci eliminerà.

Un altro illustre pensatore, Nick Bostrom, autore del libro “Superintelligence: Paths, Dangers, Strategies”, edito dalla Oxford University Press, ritiene che l’Intelligenza Artificiale possa essere molto più pericolosa del nucleare.

Anche Bill Gates, proprietario di Microsoft, ed Elon Musk fondatore di PayPal nonché imprenditore geniale dell’e-commerce, hanno manifestato le stesse preoccupazioni, indicando nell’Intelligenza Artificiale, una minaccia all’esistenza della civiltà.

Perché tanta preoccupazione?

Sono a conoscenza questi personaggi di progetti che dovrebbero preoccuparci?

Lo stesso Misk afferma che sarebbe necessario l’intervento dei governi con un coordinamento a livello internazionale per controllare i progetti, che sempre più rapidamente si stanno sviluppando a proposito dell’Intelligenza Artificiale e delle sue applicazioni.

In realtà sono più di cinquant’anni che registi e scrittori, attraverso le loro opere, esprimono il timore, se non il terrore, che i robot possano prendere il sopravvento sulla razza umana e imprigionarci o ucciderci. Basti citare Isaac Asimov, Stanley Kubrick, Philip K. Dick e non da ultimo il film Matrix, in cui viene teorizzato che la razza umana fungerà da pila di energia per le macchine, che ne hanno schiavizzato totalmente la civiltà.

Matrix, locandina del film
Il film Matrix (di Lana e Andy Wachowski, del 1999) disegna uno scenario preoccupante e pone interrogativi filosofici sul futuro del rapporto tra l’uomo e le macchine

L’uomo, come sottolinea Hawking, è troppo fragile, troppo lento nella sua evoluzione biologica per poter contrastare robot che comandano macchine.

Quanto sono realistiche queste preoccupazioni?

Prima di tutto dobbiamo immaginare che l’Intelligenza Artificiale che dovrebbe agire come il cervello umano potrebbe essere realizzata, si stima, nel 2075, quindi dobbiamo attendere i suoi sviluppi per comprendere tutte le sfumature e le implicazioni di questa minaccia. Questo tempo è sufficiente per poter porre paletti e immaginare soluzioni ad una eccessiva libertà dei robot.

Invece è molto più tangibile e verificabile il fatto che le macchine stanno togliendo il lavoro all’uomo e che occupazioni prima svolte dalle persone, siano già oggi appannaggio delle macchina, non solo per quanto riguarda mestieri pesanti ma anche per lavori dove sono necessarie velocità e precisione.

Si calcola che nel futuro lavori come quelli del medico, pilota, autista, ingegnere… verranno soppiantati dalle macchine.

Un buon libro con cui farsi un’idea di quello che sta accadendo è “Uomini e macchine. La sfida dell’automazione” di Lorenzo Pinna, edito da Bollati e Boringhieri.

Dobbiamo già da ora immaginare nuove fonti di reddito e ripensare totalmente la nostra economia se non vogliamo vivere delle differenze sociali ed economiche troppo marcate. Ma questo è un aspetto diverso da quello che riguarda l’Intelligenza Artificiale. Nel caso delle macchine che fanno meglio il lavoro rispetto all’uomo, dovrà essere il sistema sociale a trovare delle soluzioni, migliorando la qualità della vita delle persone e non accentuando le differenze.

Nel caso invece dell’Intelligenza Artificiale, sarà necessario introdurre un codice etico e comportamentale nei robot. Un po’ come aveva immaginato Isaac Asimov nel suo straordinario libro “Io, robot”:

Prima legge: un robot non può fare del male a un essere umano o permettere che un essere umano corra dei pericoli a causa della sua inazione.

Seconda legge: un robot deve obbedire agli ordini dati dagli esseri umani, tranne nei casi in cui questi ordini entrino in conflitto con la prima legge.

Terza legge: un robot deve proteggere la sua esistenza purché questo non sia in conflitto con la prima o con la seconda legge.

Dovremmo però porci due domande:

  1. Sarà questo codice insuperabile da una superintelligenza?
  2. Perché abbiamo il timore che i robot possano essere crudeli come lo siamo noi, invece di essere diversi e quindi di utilizzare le loro capacità per aiutare e non per opprimere?
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Hardware e software: differenze e significato dei termini https://cultura.biografieonline.it/hardware-software-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/hardware-software-differenze/#comments Wed, 21 May 2014 14:59:57 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10987 Parlando di computer, molto spesso nelle discussioni tra i vari informatici, vengono utilizzati i termini software e hardware. Queste due parole, dipendenti l’una dall’altra, in realtà hanno delle connotazioni completamente differenti.

In sostanza, si tratta di termini che servono a identificare e classificare le applicazioni e i materiali, sia interni che esterni, di un computer.

Hardware
Hardware: le componenti fisiche di un computer, come ad esempio le schede elettroniche

Hardware

Con il termine hardware viene indicata la parte fisica dei sistemi informatici. Sono incluse anche le eventuali componenti fisiche del sistema informatico con gli oggetti ad essi correlati, direttamente o indirettamente al computer.

Tra di essi annoveriamo:

  • il microprocessore,
  • gli elementi circuitali,
  • l’hard disk,
  • il monitor, le
  • tastiere,
  • il mouse,
  • le stampanti,
  • le schede,
  • le sedi dei dischi rigidi o esterni,
  • i circuiti integrati,
  • i cavi,
  • le pen drive
  • la CPU.

L’etimologia del vocabolo nasce dalla fusione di due termini della lingua inglese: hard (duro, pesante) e ware (manufatto, oggetto).

Software

Quando invece si parla di software, dobbiamo prendere in considerazione l’insieme dei programmi gestiti dal sistema, siano essi collocati all’interno di un computer oppure forniti tramite appositi supporti cloud.

Il software non si può toccare con mano né tantomeno collegare a qualcosa ed è definito come la parte logica, e perciò soft, “morbida, leggera”, che compone il nostro computer ricostituendone insieme all’hardware le cosiddette applicazioni.

Software
Software. Nella foto: alcune righe di codice Java, sorgente di un programma software

La parola deriva dalla composizione dei termini soft (morbido, tenero, leggero) e ware (manufatto, oggetto). Il software generalmente include i sistemi operativi, i word processor e i lettori multimediali.

Esistono differenti tipi di software, tra cui i sistemi utilizzati per far lavorare il nostro computer e in una fase successiva usati per far girare altri programmi sopra di essi e le applicazioni software, tra le quali annoveriamo: gestione dell’ufficio, database, word processor, fogli elettronici, giochi, programmi in genere.

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Differenza tra jpeg e png https://cultura.biografieonline.it/jpeg-png-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/jpeg-png-differenze/#respond Sat, 03 May 2014 00:08:58 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10734 Parlando di formati di immagini digitali, molto spesso ci si trova a parlare di formato JPEG e PNG. Il formato JPG, l’acronimo di Join Photographic Experts Group (JPEG) è quello più comunemente usato da tutti nel web. Si tratta di un formato leggero. Per questo la sua controindicazione è la qualità dell’immagine che non è sicuramente delle migliori.

png e jpg
Differenze tra i formati grafici png e jpg

Questo formato è usato esclusivamente per le fotografie ed è sconsigliato in modo assoluto per testi, disegni geometrici o icone. Se prendiamo una determinata immagine e la salviamo nel formato jpeg, l’elaborazione va a fare delle interpolazioni (approssimazioni) in modo da ottenere più o meno lo stesso risultato visivo ma con un file molto più piccolo.

Più alta è la compressione dell’immagine, più bassa e più piccola sarà la qualità della stessa. Il formato Jpeg ha il pregio di essere compatibile con tutti i sistemi operativi ed è caratterizzato da colori intensi, ottimo per le fotografie che necessitano di diverse qualità presentando 24-bit di colore, per un massimo di 16 milioni di colore. Di contro, invece, i dati dell’immagine originale vengono persi, il file non può essere animato ed è sconsigliato per la trasparenza.

Il formato PNG, invece, acronimo di Portable Network Graphics, è uno dei formati immagine più giovani presenti nel web. Si tratta di un formato lossless che permette di convertire le immagini in modo tale che la qualità resti identica. Particolarmente usato per icone e disegni con elementi geometrici. I “contro” di questo formato sono che non può essere animato ed è inadatto per immagini di grandi dimensioni, dato che generano file molto grandi in termini di byte.

I lati positivi del formato png, sono in primis l’assoluta qualità e il dettaglio, dati che non vengono persi dopo la compressione del file. Si tratta inoltre di un formato adatto per il web che supporta anche la trasparenza.

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Differenza tra modem e router https://cultura.biografieonline.it/modem-router-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/modem-router-differenze/#respond Wed, 02 Apr 2014 19:30:19 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10345 Molto spesso ci siamo chiesti quale sia la principale differenza tra modem e router. Per modem si intende un dispositivo elettronico che permette la connessione dal computer alla linea telefonica.

Foto di un Modem Router Wi-Fi
Modem e Router hanno funzioni differenti. Sono molto diffusi apparecchi come questo, che integrano le funzioni di modem, router e collegamento Wi-Fi, senza fili

La funzione principale del dispositivo rimane quella di modulare e demodulare le informazioni. Tale apparecchiatura permette di convertire le informazioni digitali in segnali analogici che si spostano attraverso la linea telefonica; in seguito queste informazioni, quando raggiungono la destinazione, vengono demodulate dal modem ricevente che trasforma le informazioni da analogiche a digitali. Diverso invece è il significato che si attribuisce alla parola router.

Per router si intende un dispositivo elettronico che ha lo specifico compito di permettere e gestire il collegamento alla rete fra più terminali contemporaneamente. Da sottolineare che il router da solo non può connettersi alla rete: perché avvenga ciò, deve essere collegato ad un modem. Sono molto conosciuti i Modem ADSL con Router integrato, o Modem Wi-Fi, che permettono il collegamento di più dispositivi non solo utilizzando un Router, ma anche in wireless. Nel caso di Modem Adsl con Router Integrato, notiamo come, grazie all’utilizzo di un singolo dispositivo, in questo caso è possibile connettersi alla rete con più computer contemporaneamente.

In ultimo segnaliamo il caso di Modem Router Wi-Fi, che permettono a più computer di collegarsi alla rete contemporaneamente, non solo attraverso i cavi di rete Ethernet ma anche attraverso la tecnologia senza fili Wi-Fi. Negli ultimi tempi, possiamo anche trovare l’Access Point, che è un particolare apparecchio di telecomunicazioni che, collegato ad una rete cablata o ad un router, permette all’utente di collegarsi anche nella modalità wireless, sempre che si disponga di apposita scheda dedicata.

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La storia di Apple https://cultura.biografieonline.it/la-storia-di-apple-computer/ https://cultura.biografieonline.it/la-storia-di-apple-computer/#comments Mon, 02 Apr 2012 13:10:41 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1286 La Apple Computer ha cambiato la storia dell’informatica e sicuramente anche il modo in cui siamo abituati a relazionarci con la tecnologia. È stata fondata inizialmente da tre soci, il 1° aprile 1976 in un garage: le principali menti sono Stephen Wozniak e Steve Paul Jobs (conosciuto più semplicemente come Steve Jobs) e il socio di minoranza Ronald Gerald Wayne.

Apple II

Il primo prodotto realizzato è Apple I, che debutta nel primo mese di attività dalla fondazione della società all’Homebrew Computer Club di Palo Alto (California). Questo computer è equipaggiato con una CPU Mos Technology 6502 di 1MHz e di una RAM da 8 KB. Ciò però che lo rende speciale è proprio il modo in cui hanno deciso di metterlo in vendita. Di solito i computer hobbistici sono dotati di un kit di montaggio, invece Apple I è formato invece da una scheda madre già assemblata. Gli acquirenti devono quindi dotarsi separatamente di una testiera, un monitor, un case (la struttura esterna del pc) e un alimentatore.

All’inizio non è per nulla facile promuovere questo nuovo prodotto, perché il mercato non ha capito esattamente la fruizione. Infatti, il Bit Shop, catena informatica marchiata USA, ordina i suoi primi 50 computer, ma per metterli realmente in vendita chiede che siano completi di ogni accessorio, scombussolando i piani dei tre soci, che avevano come programma quello di produrre solo le schede. Questi problemi iniziali creano delle tensioni all’interno dell’azienda, tanto che il socio di minoranza decide di cedere le sue quote, lasciando soli Jobs e Wozniak.

In realtà, i due fondatori riescono a far fronte alle richieste del mercato (assemblano i computer a mano nel loro garage), ma si rendono conto che il loro genio informatico deve essere assolutamente affiancato a qualcuno che sappia far quadrare i conti, mantenere i rapporti con le banche e gestire la parte amministrativa. Questo ruolo è affidato a Clifford “Mike” Makkuula Jr, imprenditore che decide di investire nell’idea di Steve Wozniak e Steve Jobs, ed è proprio con l’aiuto di questo manager che sostituiscono ufficialmente Apple Computer Corporate il 3 gennaio 1977.

Circa sei mesi dopo dalla costituzione della società, lanciano un progetto davvero interessante, Apple II, che in qualche modo rappresenta una sorta di evoluzione dell’iniziale Apple I ed è sicuramente considerato il primo pc di successo. Il computer era dotato di una scocca in plastica, oltre alla famosa scheda, e di una grafica a colori. La Ram potenziata è di 12 KB. Questo prodotto rappresenta davvero la storia di Apple e, realizzato fino al 1980, vende oltre un milione di pezzi. Il costo? 1.195 dollari escluso il monitor.

YouTube Video

Il famoso logo con la mela morsicata nasce in questo periodo ed è caratterizzato per essere colorato con i toni dell’arcobaleno invertiti. L’anno più importante di Apple è però il 1978, quando scopre gli studi che la società informatica Xerox sta facendo su una nuova interfaccia grafica. Così Steve Jobs decide di comprare l’idea e i brevetti. Nel 1980 debutta Apple III, il primo pc interamente prodotto da Apple, ma nonostante l’idea sia buona, non c’è il successo sperato. Ad ostacolare le vendite è soprattutto il prezzo, che varia tra i 4.000 e i 7.800 dollari: una cifra davvero enorme per l’epoca. Questo flop però non ferma i fondatori che decidono di quotare in borsa l’azienda: tappa che determina la crescita della società.

Dobbiamo attendere il 1984 per vedere il primo Macintosh (modello 128 K). È stato lanciato con un’operazione commerciale geniale il 24 gennaio, sfruttando l’audience del diciottesimo SuperBowl. Questo computer è caratterizzato da un’interfaccia grafica che mette le basi per la fruizione dei pc futuri, perché molto facile e intuitiva.

Da questo momento inizia però una fase abbastanza buia per Apple. I due fondatori continuano a litigare, perché le vendite non stabilizzano il fatturato, e nel 1985 Jobs viene completamente estromesso dalla società. Ma i guai per Apple non finiscono con questo cambio di dirigenza, perché l’azienda commette un altro grave errore: concede l’utilizzo di alcuni elementi grafici del Macintosh a Microsoft, in cambio di una versione di Word ed Excel compatibile con i computer di loro produzione. Intanto Steve Jobs decide di non arrendersi e fonda una nuova società. Si tratta di  NeXT Inc..

Apple entra definitivamente in crisi e a metà degli anni Novanta la situazione sembra davvero disperata, quando succede una sorta di miracolo. Jobs riesce a rientrare in società, perché la Apple decide di acquistare NeXT Computer, Inc.  Nel giro di pochi anni, la strategia di business del fondatore Jobs gli permette non solo di diventare il CEO, ma di riportare ai vertici l’azienda e lanciarla nell’olimpo della tecnologia, verso un successo senza precedenti. L’incarico gli viene ufficialmente affidato il 16 settembre 1997 e da quel momento assume il pieno controllo.

Apple inizia a crescere: nel 2000 presenta il sistema operativo Mac Os X, nel 2001 apre gli Apple Store e lancia soprattutto il rivoluzionario lettore musicale iPod e nel 2007 arriva anche l’iPhone, seguito qualche anno dopo dall’iPad.

La società è rinata e nel 2011, nel pieno della crisi economica occidentale, un rapporto del Finacial Times dimostra che il fatturato di Apple è più alto di quello degli Stati Uniti d’America. Dopo la morte di Steve Jobs (5 ottobre 2011) a prendere le redini della società è Tim Cook.

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