collage Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Sun, 07 Nov 2021 13:55:16 +0000 it-IT hourly 1 L’Escargot (opera di Henri Matisse): analisi del collage https://cultura.biografieonline.it/escargot-matisse/ https://cultura.biografieonline.it/escargot-matisse/#comments Sun, 07 Nov 2021 12:15:05 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=21842 L’Escargot (La Lumaca) è un’opera realizzata dal pittore francese Henri Matisse nel 1953, all’età di 83 anni. Anziano e malato Matisse è costretto a letto. E’ tanto infermo che, dopo aver ritagliato con le forbici i pezzi di carta e averli dipinti, dice all’infermiera che lo accudisce come deve disporli sul foglio, per comporre l’opera.

L'Escargot (La lumaca) - Henri Matisse - 1953
L’Escargot (La lumaca) • Henri Matisse, 1953

Matisse e il “cut-out”

Ai pennelli il pittore sostituisce le forbici perché, nel 1941, dopo aver subito un intervento chirurgico per un cancro all’intestino, è costretto sulla sedia a rotelle. Dà l’addio ai pennelli ma non si rassegna. Freme rinchiuso nella stanza all’Hotel Regina di Nizza. Qui il pittore si trasferisce dopo il divorzio dalla moglie Amélie. E’ allora che inventa una nuova forma d’arte: il “cut-out”. Matisse riesce così a dare vita ad opere grandiose, bellissime, dalle svariate forme. Da quelle organiche a quelle geometriche. Da qui nascono composizioni vivaci, che trasmettono felicità, allegria. Tra i vari collage che l’artista realizza, ci sono una serie di lavori chiamati “Nudi Blu”.

L’Escargot: analisi del collage

Ma torniamo a “L’Escargot“. In quest’opera, Matisse conserva lo sguardo da bambino. Si tratta di un collage allegro, fantasioso, in cui l’artista trasmette un sentimento di gioia, utilizzando colori vividi su carta bianca. L’opera misura 2,87 x 2,88 metri ed è custodita presso la Tate Modern Gallery di Londra. Questa del collage, è una forma d’arte che lo stesso artista definisce “una specie di paradiso”, sperimentando l’astrattismo espressivo.

Matisse - Escargot - Museo
Una foto del quadro – esposto al museo Tate Modern di Londra – che dà l’idea delle dimensioni

Le lumache sono animali piccoli: Matisse ne prende una e la fa diventare enorme. Il corpo grande è blu, la testa è verde. Poi vi sono una spirale di colori dalle varie forme. Insomma, nonostante la malattia, il pittore francese realizza questo papier collé trasmettendo il suo amore per la vita, con la gioia.

Matisse a proposito della sua opera diceva:

Mi impegno a creare un’arte che sia per lo spettatore, in qualunque condizione si trovi, una sorta di calmante cerebrale, di tregua, di piacevole certezza che doni pace e tranquillità.

Commento all’opera

Con questo e gli altri collage, Matisse spezza ogni stereotipo, smentendo chi pensa in modo meccanico ad opere drammatiche che possano riflettere la sua condizione di salute. Niente di tutto ciò, niente opere cupe, spiritualistiche o drammatiche, ma opere che rappresentano il ritratto della felicità. Lo trasmette proprio con questa “L’Escargot“, dove si percepisce che l’artista è contento.

Matisse non si preoccupa di dipingere “a tesi”. Si lascia ispirare dalla realtà, da ciò che lo colpisce, dando forma alla meraviglia che ciò rappresenta per lui, quasi con lo stesso stupore e la stessa semplicità propria di un bambino. Tutto è realizzato quindi con estrema semplicità, con capacità di sintesi, con grande senso della misura. Sembra quasi una partitura musicale, che fa “danzare” L’Escargot davanti agli occhi dello spettatore.

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La tristezza del re (opera di Henri Matisse): analisi del collage https://cultura.biografieonline.it/tristezza-del-re-matisse/ https://cultura.biografieonline.it/tristezza-del-re-matisse/#comments Thu, 20 Apr 2017 06:45:04 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=22245 Un’opera che racconta per immagini la vecchiaia di Henri Matisse e che rappresenta un’autobiografia

Si intitola “La tristezza del re” (La Tristesse du roi, Sorrows of the King), a volte indicata anche solo come Tristezza. Quest’opera è stata realizzata nel 1952. Si tratta di una pittura a guazzo su carta ritagliata e poi incollata su tela, di centimetri 292 x 386. La tela è custodita presso il Centre Georges Pompidou di Parigi.  Un’opera questa, che fa parte delle sue opere tarde, caratterizzata dalla tecnica dei papiers découpés, realizzata da Henri Matisse e che consiste nel rappresentare un collage di elementi ritagliati su un foglio di carta, sullo sfondo dipinto a guazzo. E’ così che diventa possibile:

“disegnare direttamente con il colore, anziché disegnare delle linee di contorno per poi colorarle”.

Tristezza - Tristezza del re - Sorrow of the king - Matisse - 1952 - La Tristesse du roi (Sorrows of the King)
Tristezza (La tristezza del re) – Matisse, 1952

La tristezza del re: analisi del collage

L’anziano sovrano vestito di nero è posto al centro dell’opera intento a suonare una chitarra con alle spalle un servitore che suona con lui, accompagnandolo con uno strumento a percussione e una donna dalle movenze eleganti, vestita di bianco, balla con lui.

Matisse celebra con la sua arte temi relativi alla musica, alla danza e alla poesia. Con “La tristezza del re“, l’artista francese racconta della vecchiaia, quasi si trattasse di un’autobiografia, evidenziando ancora una volta la sua gioia di vivere, ma che in quest’opera assume anche un carattere nostalgico.

Il soggetto del collage diventa il simbolo e l’eredità della sua arte. Le figure sono caratterizzate da linee curve, che sembrano vibrare in armonia con tinte vivaci dello sfondo. Il fondo è dipinto con colori vivaci, gioiosi: verde, lilla, azzurro mare. Il movimento è conferito dalle foglie gialle, che prendono spazio, dando l’idea di movimento, appunto. Le forme quasi astratte, sono stilizzate.

matisse - opere - mostra - museo
Opere di Matisse esposte. Sulla sinistra: La tristezza del re. Sulla destra: La danza.

Matisse e la continua ricerca

I papiers découpés rappresentano il bisogno continuo di Henri Matisse di ricerca, che si può bene sintetizzare nelle sue parole:

Creare è il fine dell’artista; quando egli non ha creatività, l’arte non esiste. Ma ci s’inganna se si attribuisce questo potere a un dono innato […], per l’artista la creazione comincia dalla visione. Vedere è già una operazione creatrice e che esige uno sforzo. Tutto ciò che noi vediamo, nella vita quotidiana, subisce più o meno la deformazione che producono le abitudini acquisite […]. Lo sforzo necessario per liberarsene esige una sorta di coraggio; e questo coraggio è indispensabile all’artista che deve vedere tutte le cose come se le vedesse per la prima volta: egli vedrà tutta la vita come quando era bambino; la perdita di questa possibilità non permette di esprimersi in modo originale, cioè personale”.

L’opera La tristezza del re è il racconto per immagini della sua vecchiaia, un’autobiografia dell’artista. Se da una parte esprime la gioia di vivere appunto dell’artista, dall’altra assume una dimensione nostalgica. La gioia di vivere è espressa dalla musica che si diffonde attraverso l’uso di colori allegri, interrotta dalla massa scura centrale, che conferisce turbamento, tristezza, interrompendo la serenità dell’evento.

Le forme si discostano dalla realtà, ma riescono ad evocarla. Immagini, o meglio forme, che sono concepite come se fossero realizzate e sviluppate nella mente di un bambino.

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