Cina Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 20 Nov 2020 09:54:27 +0000 it-IT hourly 1 The Great Wall, recensione del film https://cultura.biografieonline.it/the-great-wall/ https://cultura.biografieonline.it/the-great-wall/#respond Thu, 23 Feb 2017 08:29:29 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=21550 The Great Wall è il primo kolossal cino-americano in cui gli effetti speciali sono incredibilmente realistici. E la trama non è così banale da far sorridere. The Great Wall racconta la storia di William Garin e Pero Tovar. Sono due mercenari in cerca della famosa e misteriosa polvere nera, la polvere da sparo, inventata dai cinesi.

The Great Wall - Matt Damon - scena film
The Great Wall: al centro, il protagonista del film Matt Damon in una scena del film

Secondo le notizie che circolano – siamo nel Medioevo – tale polvere ha delle proprietà esplosive micidiali. Mentre la cercano si imbattono in una creatura che non riconoscono ma che si dimostra  molto più potente di un leone o di un lupo.

William è un combattente molto abile e riesce ad ucciderla. In seguito i due si avventurano fino alla grande muraglia cinese dove vengono arrestati. Sono poi condotti di fronte ad un gruppo di comandanti che hanno il compito di gestire le armate che stanziano sulle mura. William dimostra di aver ucciso la creatura, e benché le armate siano composte da combattenti molto forti e coraggiosi, rimangono tutti colpiti dalla sua abilità e dalla sua maestria nell’uso della spada e dell’arco.

Subito gli chiedono una mano per combattere con loro. Anche perché le creature pronte a scavalcare la muraglia sono centinaia di migliaia. Inizia così una guerra fra l’esercito cinese, i due mercenari e queste strane creature che sono molto più intelligenti e organizzate di qualsiasi altro animale.

Ho combattuto per avidità e per gli dei. Ma questa è la prima guerra degna di essere combattuta.

Questi mostri si chiamano Taotie e si svegliano ogni 60 anni. Per questo le armate  schierate sulla grande muraglia sono pronte ad affrontarle con armi innovative. La loro battaglia è comunque difficile, perché i Taotie sono estremamente aggressivi e hanno una capacità organizzativa notevole. Essi si muovono, infatti, tutti insieme, secondo gli ordini impartiti dalla loro regina.

Commento

Se queste mostruose bestie verdi ricordano l’Alien di Ridley Scott il resto del film è abbastanza sorprendente. Soprattutto per gli effetti speciali e la fotografia che permette una visione dei movimenti delle truppe sulla muraglia spettacolare e coinvolgente. La regia (del cinese Zhang Yimou) si concentra sulle scene di battaglia e su un ritmo incalzante che non smorza mai l’intensità della visione.

The Great Wall, locandina del film

The Great Wall poster e locandina

Trailer del film

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Tai Chi: che cos’è e quali sono i benefici https://cultura.biografieonline.it/tai-chi/ https://cultura.biografieonline.it/tai-chi/#comments Fri, 04 Dec 2015 18:16:53 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15838 Del Tai Chi (detto anche Tai-Chi Chuan) non è facile fornire una definizione unica. Si tratta di una “ginnastica particolare” caratterizzata da movimenti lenti e morbidi, molto simile ad una danza. Da alcuni viene anche definito “Yoga cinese” e considerato una sorta di meditazione in movimento. D’altro canto, c’è chi lo assimila ad un’arte marziale perché i movimenti eseguiti sono simili a quelli che si praticano durante lo svolgimento di una pratica di questo tipo.

Tai Chi
Quando possibile è bene praticare il Tai-Chi all’aperto

Il Tai Chi è un’antica disciplina nata in Cina all’incirca mille anni fa e consiste in un insieme di gesti lenti, fluidi, ampi, che servono a migliorare e potenziare il Qi (energia vitale) presente in ognuno di noi.

L’energia vitale viene fatta circolare attraverso i singoli movimenti abbinati ad una corretta respirazione addominale: ne deriva, oltre ad una sensazione di rilassamento e calma interiore, anche una maggiore concentrazione ed uno scioglimento delle contratture provocate dallo stress.

La respirazione

Praticando regolarmente il Tai Chi è possibile sviluppare una respirazione controllata e più lenta che va ad ossigenare la parte bassa dei polmoni che in genere tende ad essere poco coinvolta dal processo respiratorio. Presi dalla vita frenetica, solo pochi di noi prestano davvero attenzione al respiro durante la giornata. Questa respirazione richiede un esercizio costante, ma i benefici sono immediati e duraturi ed influiscono sull’intero stato di salute dell’organismo.

In cosa consiste il Tai-Chi

Inizialmente nacque come sistema di autodifesa, in seguito il Tai Chi (il cui significato letterale è “suprema arte di combattimento”) è diventato sempre di più una forma di esercizio adatta a tutti e che mira al raggiungimento della salute e del benessere.

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La tecnica del Tai Chi presuppone la pratica della cosiddetta “Forma”, una serie di movimenti circolari e svolti con lentezza che mimano una danza e che vanno eseguiti silenziosamente e senza alcuna interruzione. Tali esercizi possono essere svolti anche con l’ausilio di armi specifiche oppure in coppia.

Tai-Chi - ragazze asiatiche

La pratica costante della “Forma” agisce sulla postura del corpo, rendendolo più morbido ed armonioso ed eliminando contratture e rigidità. Inoltre questi movimenti lenti, circolari e delicati hanno un effetto benefico sulla circolazione sanguigna e sull’intero sistema nervoso. La Forma stimola il fluire dell’energia vitale e quindi contribuisce a ristabilire l’equilibrio tra il corpo e la mente. In questo senso appunto il Tai Chi è da considerarsi a tutti gli effetti una disciplina olistica.

I principi del Tai Chi

Il Tai Chi è regolato da una vera e propria filosofia, poiché si basa sui principi base della longevità e della salute. In particolare, la longevità è considerata un valore universale che vale per tutti, e non solo per le persone anziane. L’obiettivo di vivere in buona salute e a lungo deve essere perseguito da tutti, anche dai bambini in tenera età. Per conseguire tali risultati secondo gli antichi Cinesi, fautori di tale disciplina, è importante che i bambini siano istruiti fin da piccoli a questa e altre pratiche benefiche.

La Forma breve

I benefici del Tai Chi

Si può praticare il Tai-Chi a tutte le età, non vi sono controindicazioni, a condizione che si versi in un stato di salute complessivamente buono. La pratica del Tai Chi può essere integrata con altre tecniche della medicina tradizionale cinese per la cura di alcune patologie.

Per ottenere i benefici del Tai Chi bisogna però “avere disciplina, pazienza e perseveranza”: queste le qualità che insegnano i maestri ai loro allievi. Per salvaguardare il benessere psicofisico può essere utile, ad esempio, abbinare la pratica costante e regolare del Tai-Chi ad altre tecniche come il massaggio e l’agopuntura, anch’esse in grado di sbloccare eventuali blocchi energetici (che sono la causa di problemi sia fisici che psicologici).
Per chi si trova in un periodo difficile la pratica del Tai Chi può essere di aiuto ad aprirsi agli altri e al mondo circostante.

Gli esercizi di Tai-Chi rafforzano il cervello e rischiarano la mente, spesso ottenebrata da troppi pensieri inutili e negativi. I maggiori benefici di questa pratica si hanno sul sistema nervoso e su quello cardiovascolare (per la prevenzione di patologie cardiache e cardiovascolari).

Dove praticare il Tai Chi

In alcune città è frequente incontrare nei parchi o in altri luoghi all’aria aperta gruppi di persone che praticano il Tai Chi. Di sicuro la pratica all’aria aperta è consigliata, anche se durante l’inverno è inevitabile proseguire l’allenamento in palestra o centri specifici.

Michelle Obama - Tai Chi
Anche la first lady USA Michelle Obama è attratta dalla pratica del Tai-Chi

In Cina questa disciplina è molto diffusa, sia tra i giovani che tra gli anziani. In Italia esistono diverse scuole e centri di ricerca, a Nord e Sud Italia, cui rivolgersi per poter frequentare un corso guidato da un Maestro esperto della disciplina.

Se si è alle prime armi, meglio affidarsi ad un centro che sia collaudato e che sia affidabile. Anche procurarsi un buon manuale illustrato può essere un ottimo modo per cominciare a praticare, seguendo gli esercizi anche senza la guida di un Maestro.

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Yin e Yang: qual è il loro significato? https://cultura.biografieonline.it/yin-e-yang-significato/ https://cultura.biografieonline.it/yin-e-yang-significato/#comments Fri, 24 Jan 2014 17:05:41 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9442 Il concetto di Yin e Yang è molto antico e sta alla base della filosofia e del pensiero cinese; costituisce il simbolo della dualità esistente in ogni elemento di cui è composto l’Universo: due entità opposte e complementari che formano la totalità. Questa concezione è presente nel Taoismo, sistema filosofico e mistico, successivamente diventato religione, fondato sugli insegnamenti del filosofo Laozi, e nel Confucianesimo, sviluppato dagli insegnamenti del filosofo Confucio.

Simbolo Yin e Yang
Simbolo dello Yin e Yang

Principi

Tutto il Cosmo si basa sui due principi opposti Yin e Yang: l’uno non può esistere senza l’altro, come la notte non può esistere senza il giorno e viceversa, sono cioè interdipendenti. Nessun elemento dell’Universo può essere solo completamente Yin o solo completamente Yang. Ognuno dei due elementi contiene il seme del proprio opposto, come ogni donna porta dentro di sé una parte maschile, e ogni uomo una parte femminile. Sono tra loro complementari, aumentano e diminuiscono, si alimentano a vicenda per essere in equilibrio. Possono però verificarsi degli sbilanciamenti, che sono quattro: eccesso di Yin, eccesso di Yang, insufficienza di Yin, insufficienza di Yang. L’azione complementare e alternata dello Yin e dello Yang muove ogni cosa nell’Universo, operando nel Tempo e nello Spazio, costituendo il microcosmo e macrocosmo. Dalle interazioni dello Yin e dello Yang nascono il movimento e la vita nell’Universo. Yin e Yang sono i due principi che mantengono l’ordine naturale del Tao, il flusso vitale che scorre incessantemente attraverso tutto il Cosmo, e che ha dato origine a tutto.

Elementi della dualità

Gli ideogrammi con cui sono scritti Yin e Yang, possono essere tradotti come “il lato in ombra della collina” per lo Yin e “il lato soleggiato della collina” per lo Yang. La tradizione attribuisce allo Yin la natura femminile, la Luna, il buio, la notte, il freddo, la passività, l’inerzia, la debolezza, il negativo, l’inverno e l’autunno, l’umido, il nascosto, l’introversione, il basso, la terra, l’acqua, il vuoto, le energie distruttrici, l’ovest; è rappresentato dal colore nero. Allo Yang invece, viene attribuita la natura maschile, il Sole, la luce, il giorno, il caldo, l’attività, il movimento, la forza, il positivo, l’estate e la primavera, il secco, il manifesto, l’estroversione, l’alto, il cielo, il fuoco, il pieno, le energie vivificanti, l’est; è rappresentato dal colore bianco. È importante precisare che Yin e Yang non hanno alcun significato morale tra buono e cattivo.

Yin e Yang
Yin e Yang: acqua e fuoco

Origine

Il concetto di Yin e Yang è antichissimo ed i filosofi cinesi se ne avvalevano per spiegare l’origine del Cosmo. Prima della creazione dell’Universo, esisteva il nulla, chiamato Wu-Chi, che letteralmente significa “assenza di differenziazioni”, “assenza di poli”. Le due polarità dello Yin e dello Yang si sarebbero originate dal Wu-Chi, il nulla, dando origine al Tai-Chi, la prima forza dell’Universo, la Suprema Polarità.

Wu Chi
Dal Wu-Chi, il nulla, si sono originati lo Yin e lo Yang, dando origine al Tai-Chi, la Suprema Polarità

Simbolo

I principi dello Yin e Yang sono espressi efficacemente nel simbolo bicolore denominato T’ai Chi Tu, il diagramma Taiji. Osservandolo, si può notare la particolare suddivisione in due parti uguali, simmetricamente opposte mediante una curva a forma di S verticale. La parte nera corrisponde allo Yin, quella bianca allo Yang e la loro uguaglianza simboleggia l’armonia tra le due componenti. Questa particolare raffigurazione fa in modo che i perimetri di Yin e Yang siano uguali al perimetro dell’intera circonferenza. Chiamati anche “i due pesci Yin e Yang“, ogni loro parte presenta un pallino rotondo, che raffigura il seme del principio opposto: la parte bianca, Yang, contiene un seme Yin, nero, mentre la parte nera, Yin, contiene un seme Yang, bianco. Questo raffigura il concetto del loro alternarsi e compenetrarsi. Il T’ai Chi Tu va immaginato in continuo movimento circolare, che raffigura la continua evoluzione.

Ciclicità della natura

Il significato di Yin e Yang si manifesta nella natura che ci circonda. I giorni e le notti si alternano gradualmente, ovvero lo Yang, la luce, aumenta con il progredire delle ore diurne per poi diminuire con il tramonto, mentre lo Yin, il buio, aumenta; al mattino la luce dello Yang penetra nel buio dello Yin, che alla sera avvolge la luce nelle sue tenebre. Yin e Yang non si escludono, ma è il loro rapporto reciproco che si modifica.

Yin e Yang
Yin e Yang: notte e giorno

Nello stesso modo, le stagioni nel corso dell’anno. All’equinozio di primavera, il giorno e la notte sono equilibrati; con il passare dei mesi, i giorni si allungano, lo Yang, la luce, inizia ad aumentare fino a raggiungere il suo culmine al solstizio d’estate. Poi i giorni si fanno via via più brevi e la luce, Yang, diminuisce finché, all’equinozio d’autunno, il giorno e la notte si equilibrano di nuovo. Ora è lo Yin, il buio, a predominare, fino al suo culmine al solstizio d’inverno. Man mano che avanzano i mesi il buio diminuisce sempre più e la luce aumenta, per arrivare nuovamente in equilibrio al successivo equinozio di primavera. Anche nel processo della respirazione, l’inspirazione chiama l’espirazione; nel ciclo cardiaco, la sistole, la fase di contrazione del cuore, è seguita dalla diastole, la fase di rilassamento del muscolo cardiaco. La ciclicità dei due principi è la spiegazione di tutti i fenomeni naturali. Yin e Yang sono la dualità motrice della meccanica cosmica e il microcosmo umano corrisponde al macrocosmo.

Applicazione dei principi in altri contesti

La concezione dello Yin e Yang è applicata in altri ambiti, come nella medicina tradizionale cinese, in cui la malattia è vista come una rottura o un’alterazione dell’equilibrio e dell’armonia dei due elementi, dei quali ogni essere umano è portatore; la loro conservazione in equilibrio garantisce il benessere psicofisico. Anche le arti marziali cinesi si riallacciano ai principi Yin e Yang, come anche la divinazione dell’I Ching, Il libro dei mutamenti, un’opera antichissima utilizzata a livello popolare per predire il futuro, mentre dagli studiosi per analizzare aspetti filosofici e matematici.

Sentenze I Ching
Manoscritto su seta del 3° secolo a.C., che riporta il testo delle sentenze dell’I Ching, ritrovato nel 1973 in uno scavo archeologico a Mawangdui (Cina)
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Perché venne costruita la Grande Muraglia cinese? https://cultura.biografieonline.it/grande-muraglia/ https://cultura.biografieonline.it/grande-muraglia/#comments Tue, 24 Sep 2013 09:35:35 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7852 Una delle opere più importanti ed imponenti mai realizzate dall’uomo, è “La Grande Muraglia” cinese. La sua costruzione risale al III secolo a.C ed è stata dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Nel 2007 entra a far parte delle “nuove sette meraviglie del mondo”.

Una foto della Grande Muraglia cinese
“La Grande Muraglia” cinese

La sua lunghezza è stata stimata intorno ai 6.350 chilometri. Una delle caratteristiche principali della “Grande Muraglia” a detta dei vari astronauti che sono stati nello spazio, è che tale struttura è visibile ad occhio nudo senza particolari strumenti. Tali testimonianze sarebbero state riferite al quartiere generale della Nasa a Houston in Texas.

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L’imponente struttura fu costruita nell’attuale territorio cinese, la sua costruzione cominciò nel 215 a.C. per volere dell’imperatore Qin Shi Huangdi, che la fece edificare per difendere i confini del nord della Cina dagli attacchi degli eserciti nemici in particolare quello Mongolo. Tale opera, però, non risultò sempre efficace in quanto i popoli invasori sfruttavano i suoi punti deboli rappresentati dalle porte della muraglia che cedevano facilmente se forzati e che quindi permettevano il passaggio degli eserciti nemici.

La Grande Muraglia cinese
Cina, La Grande Muraglia

A detta di coloro che sono stati a visitarla e degli storici, “La Grande Muraglia”, resta una delle strutture più imponenti e suggestive al mondo, grazie alla sua lunga serie di incamminamenti che si snodano per tutto il suo percorso.

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La questione tra Cina e Tibet https://cultura.biografieonline.it/tibet-cina/ https://cultura.biografieonline.it/tibet-cina/#comments Fri, 29 Mar 2013 16:21:33 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6673 Nel 1949, dopo la proclamazione della repubblica popolare cinese, fu chiaro a tutte le diplomazie del mondo che Mao era intenzionato ad usare la forza della sua macchina da guerra per riprendersi quei territori che riteneva, per motivazioni storiche e sociali, appartenenti alla Cina comunista. Mao, infatti, il 1° ottobre del 1949 dichiarò che alcuni territori fra cui il Tibet sarebbe dovuti rientrare all’ interno dei confini cinesi. Il 7 ottobre del 1950, dopo inutili trattative diplomatiche fra i rappresentanti del governo tibetano e di quello cinese, 40.000 soldati dell’esercito di liberazione popolare cinese entrarono in Tibet, occupando la parte orientale del paese. L’esercito tibetano venne completamente sbaragliato, senza che i cinesi subissero gravi perdite.

Manifestanti tibetani
Tibetans are dying for freedom (I tibetani stanno morendo per la libertà)

Negli stessi giorni il Dalai Lama, Tenzin Gyatso, veniva proclamato sovrano del Tibet, avocando a sé sia i poteri spirituali che quelli temporali. Il 9 settembre il governo tibetano accettò la presenza di 3000 soldati cinesi nella sua capitale, Lhasa, accettando ufficialmente l’occupazione del suo Stato. A questo punto alcuni rappresentanti della diplomazia tibetana  firmarono un trattato di pace in 17 punti che  limitava la sovranità del Tibet, rendendolo di fatto una regione della Cina.

Tenzin Gyatso
Il Dalai Lama Tenzin Gyatso

Le riforme e le imposizioni conseguenti al patto, vennero applicate nell’arco dei sei anni successivi in quasi tutte le regioni del Tibet, tranne in due: Kham e Amdo dove furono applicate riforme e sanzioni tali da provocare ribellioni che l’esercito cinese represse con la forza. Il patto fu fortemente criticato dal Dalai Lama, che dichiarò di non  averlo autorizzato; comunque i cinesi non mantennero le promesse e dopo aver applicato le restrizioni, le riforme di ridistribuzione territoriale ed economica e dopo aver riorganizzato il sistema fiscale, colpirono duramente i simboli religiosi tibetani, depredando i monasteri.

Il 28 marzo del 1959 scoppiò una ribellione organizzata dal movimento per la resistenza tibetana che aveva gruppi in tutto il paese. La ribellione, però, fallì e come conseguenza della repressione cinese, morirono diverse migliaia di cittadini tibetani, alcune stime parlano di circa 65.000 – 70.000 persone, comprese donne e bambini. Il Dalai Lama, insieme a parte del suo governo e a circa 80.000 persone dovette, in segreto, lasciare il paese e rifugiarsi in India. Da allora è un esiliato che lotta senza sosta per l’emancipazione e l’indipendenza del suo paese.

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L’evoluzione economica e sociale della Cina https://cultura.biografieonline.it/evoluzione-economia-cinese/ https://cultura.biografieonline.it/evoluzione-economia-cinese/#comments Mon, 27 Aug 2012 08:30:51 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=3469 L’evoluzione economica e sociale della Cina è avvenuta nell’arco degli ultimi cento anni attraverso una rivoluzione, una guerra civile, diversi cambiamenti ideologici e uno sviluppo economico imprevedibile. Questi cambiamenti hanno trasformato una società feudale e classista in una nazione potente ed economicamente molto influente per le sorti dell’economia mondiale.

Yuan Cinesi
Yuan Cinesi

Primo cambiamento: la rivoluzione e la guerra civile

La repubblica cinese, fondata dopo l’impero, fu un’idea politica pensata da Sun Yat-sen che però non la vide realizzata perché morì nel 1925, quattordici anni dopo l’inizio della rivoluzione,  senza riuscire a conquistare la parte settentrionale del suo Paese dove imperavano i signori della morte. Fu il generale Chiang Kai-shek a proseguire nell’opera di Yat-sen contrastando sia i signori della morte che alcuni focolai fatti scoppiare da membri del Partito comunista cinese sorto nel 1921.

Un nuovo leader del Partito comunista, Mao Tse-tung, riorganizzò il Partito coinvolgendo i  contadini, che all’epoca erano numerosissimi  e che divennero la forza propulsiva e militare del Partito. A causa dei continui attacchi dei nazionalisti, i comunisti decisero di dare vita alla Lunga Marcia che si svolse fra il 1934 e il 1935 e che vide impegnati 100.000 uomini, la metà dei quali persero la vita durante i 10.000 chilometri che dovettero percorrere per raggiungere la vittoria.

Mao Tse-tung
Mao Tse-tung

Durante la Marcia Mao diventò sempre più influente, fino a raggiungere il vertice del Partito. La guerra civile, di cui la Lunga Marcia fu il simbolo, lacerò il Paese fino al 1937, quando entrambe le fazioni trovarono un accordo per contrastare l’invasione dell’esercito giapponese. Alla fine della guerra sino – giapponese e della Seconda guerra mondiale  ricominciò la guerra civile, fino al 1° ottobre del 1949, quando venne proclamata la Repubblica Popolare Cinese il cui leader indiscusso fu Mao. L’esercito nazionalista era stato sconfitto e il suo leader Chiang Kai-shek si ritirò in esilio sull’isola di Taiwan. 

Secondo cambiamento: verso il capitalismo

La Repubblica Popolare Cinese fu guidata da Mao fino all’anno della sua morte nel 1976. In politica interna Mao diede avvio al Grande balzo e alla Rivoluzione culturale. Il Grande balzo consistette nel tentativo di modernizzare il Paese spingendo milioni di persone a collettivizzare l’agricoltura e ad appoggiare la modernizzazione imposta dall’industria. Questo progetto incontrò notevoli ostacoli, causati dalla burocrazia e da esponenti interni al Partito che non condividevano le tesi di Mao.

Dagli anni ’50 il supporto tecnologico sovietico venne a mancare perché si concluse l’alleanza fra i due Paesi, inoltre i raccolti, a causa di una serie di carestie, non raggiunsero le aspettative quantitative che la pianificazione economica del Partito aveva preventivato. Per questo motivo i progetti di Mao fallirono. Le carestie causarono milioni di morti e Mao fu fortemente criticato per le sue teorie economiche, così decise di rispondere agli attacchi e alle trappole che i suoi oppositori gli stavano tendendo nel Partito e diede vita alla Rivoluzione culturale che si realizzò nel 1966.

Tale rivoluzione coinvolse milioni di giovani fanatici ed estremisti che avevano l’obiettivo di epurare il Partito e ritrovare quella purezza ideologica che doveva proteggere le idee del suo dittatore assoluto: Mao. Queste persone che attaccavano e umiliavano coloro che erano contro i principi del Partito si chiamarono Guardie rosse e furono potenti e temute anche dopo la morte di Mao fino a quando la nuova gestione del Partito Comunista riuscì a scioglierle.

Nel periodo della Rivoluzione culturale furono trascurate  l’industria, la cultura e l’agricoltura creando una situazione di caos che il successore di Mao riuscì a risolvere fra molte difficoltà. In politica estera Mao ruppe con l’URSS alla fine degli anni ’50 portando la Cina in contrapposizione sia con gli USA che con l’Unione Sovietica. Negli anni ’70 però iniziò un disgelo con gli USA volto ad isolare l’URSS e far fiorire le relazioni economiche e commerciali con l’America.

Terzo cambiamento: il dopo Mao Tse-tung

Mao morì nel 1976 e, come era logico, ci fu una lotta all’interno del Partito comunista per decidere chi avrebbe dovuto sostituirlo e quale politica avrebbe dovuto attuare. Alla fine della lotta vinsero i modernizzatori che avevano in mente un cambiamento radicale della Cina. Il capo del movimento era Deng Xiaoping che divenne leader del Partito e decise di dare avvio ad alcuni cambiamenti che portarono la Cina, sempre sotto il controllo ferreo dello Stato, ad aprirsi al libero mercato.

Per fare questo decise di intervenire sulla riorganizzazione dell’agricoltura, sulla pianificazione industriale, permettendo maggiore libertà negli scambi commerciali, sulla difesa militare e infine decise di dare impulso alla scienza e alla tecnologia. Nell’ambito economico e in particolare nei settori agricolo e industriale fu incoraggiata la libertà di impresa che inevitabilmente comportava una maggiore apertura verso l’occidente e la creazione di partnership fra le aziende e la possibilità per la Cina di investire in altri Paesi e per le economie delle altre nazioni la possibilità di entrare nel mercato cinese.

Deng Xiaoping
Deng Xiaoping

Questo cambiamento verso l’esterno ha avuto molti vantaggi per l’economia cinese che ha potuto inglobare tecnologie, idee e attività economiche occidentali più all’avanguardia rispetto alle sue aziende.  Ovviamente il progresso economico e gli scambi commerciali portano con sé anche nuove idee, cultura, diritti e differenze ideologiche provenienti dai Paesi con cui si commercia.

Malgrado le liberalizzazioni in campo economico il Partito comunista mantenne un rigido controllo sul Paese limitando notevolmente le libertà. Spesso però fu contrastato da movimenti, soprattutto studenteschi, che chiedevano maggiori libertà in campo politico. Il governo cinese si oppose e contrastò aspramente questi moti di libertà fino al 1989, quando le proteste raggiunsero un livello preoccupante e le immagini delle proteste furono diffuse in tutto il mondo.

Il partito comunista reagì con forza e provocò migliaia di morti, questa soppressione di vite umane fu ricordata con il nome di Piazza Tienamen dove si svolsero le manifestazioni. In seguito ci furono molte proteste e contrasti anche a livello internazionale per la violazione dei diritti umani da parte della Cina che però andava acquisendo sempre più potere in campo economico internazionale.

Il governo cinese ad esempio oggi detiene obbligazioni americane per molti milioni di dollari e la sua iniezione di liquidità ha permesso al governo americano di abbassare il deficit della sua bilancia commerciale. Quanto influente diventerà la Cina in futuro è materia di dibattito, sicuramente la crisi economica che ha iniziato ad opprimere i Paesi occidentali nel 2008 rende ancora più difficili le previsioni. Un dato di fatto è che i diritti umani stanno diventando un problema non trascurabile nelle relazioni sempre più strette fra Cina e l’Occidente.

 

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Il laotong https://cultura.biografieonline.it/il-laotong/ https://cultura.biografieonline.it/il-laotong/#respond Wed, 11 Jul 2012 08:44:32 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=3075 Il laotong è un legame, un particolare vincolo all’interno della cultura cinese, più forte di un legame di parentela, destinato ad unire per la vita due ragazze da una profonda affinità spirituale ed affettiva, un’amicizia esclusiva tra due donne.

Laotong: il ventaglio segreto
Laotong: il ventaglio segreto

Il rituale di unione è celebrato da una sensale ed è sancito molto prima del matrimonio per favorire il futuro delle giovani spose. Destinato a permanere anche dopo il matrimonio, questa consuetudine diffusa nella Cina rurale dell’800, è accompagnata dall’uso di un codice segreto per comunicare: il nu shu, una scrittura eslcusiva, segreta, simbolica ed ignota ai maschi, composta da caratteri dipinti a pennello o ricamati su ventagli, vestiti e fazzoletti, che contribuisce a rinforzare il legame tra le donne unite dal laotong.

Questa unione accompagna le ragazze durante tutta la loro vita, sovente costellata di dolori e costrizioni, come l’usanza della fasciatura dei piedi, i “gigli dorati”.

Il laotong costituisce una ricerca di solidarietà, affettività e comunione per sfuggire dalla segregata e sottomessa condizione in cui sono costrette a vivere; un modo unico per condividere speranze e sogni. Questa pratica è spiegata nel libro Fiore di Neve e il ventaglio segreto di Lisa See, che ha inoltre ispirato il film del 2011 Il ventaglio segreto di Wayne Wang.

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Lo sconosciuto di Piazza Tienanmen https://cultura.biografieonline.it/lo-sconosciuto-di-piazza-tienanmen/ https://cultura.biografieonline.it/lo-sconosciuto-di-piazza-tienanmen/#comments Thu, 24 May 2012 05:02:00 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2252 Il 4 giugno 1989, mentre i Paesi del blocco Sovietico si affrancavano più o meno rapidamente dal regime comunista che proprio durante quella stagione, con la caduta del Muro di Berlino, decretava ufficialmente la sua fine, un uomo, probabilmente un ragazzo, con una camicia bianca e un paio di calzoni grigi, “armato” di una busta nella mano destra e di una giacca in quella sinistra, si parava davanti ad una colonna di tank cinesi nella piazza principale di Pechino. È lo Sconosciuto di Piazza Tienanmen, noto anche come il Rivoltoso di Piazza Tienanmen o, più semplicemente (soprattutto per i media britannici e americani), passato alla storia con il soprannome di Tank Man: l’uomo che da solo, disarmato, al centro dell’enorme piazza pechinese, osò sfidare la forza militare e politica della Repubblica Popolare Cinese.

Diversi sono gli scatti che l’hanno immortalato, ma il più famoso resterà quello del fotografo Jeff Widener, dell’agenzia americana Associated Press, il quale lo immortala dal sesto piano dell’hotel di Pechino, ad un chilometro di distanza e con una lente da 400 mm.

Tank Man, lo sconosciuto di Piazza Tienanmen
Tank Man, lo sconosciuto di Piazza Tienanmen (4 giugno 1989) – Celebre fotografia di Jeff Widener

Quello stesso giorno (il 4 giugno in Cina, ma la data è ricordata anche con il 5 giugno in Occidente), la foto fa il giro del mondo e compare in tutte le prime pagine dei quotidiani: il Governo cinese infatti, con quella manovra militare, definita da principio come una “sfilata” e che ha inizio proprio nella piazza centrale di Pechino al cospetto dello Sconosciuto, decide di reprimere nel sangue la rivolta studentesca che, dal 15 aprile fino al 4 giugno, aveva imperversato per le strade della capitale, sommossa e ispirata dagli accadimenti europei di apertura democratica e destabilizzazione del Regime di Mosca.

Piazza Tienanmen e la Rivolta degli Studenti

Nei manuali di storia passerà come la “Primavera Democratica Cinese“: un lasso di tempo limitato che vide protagonisti intellettuali, studenti, operai e contadini della Repubblica Popolare, impegnati in una serie di iniziative di protesta congiunte e organizzate, determinate a chiedere una nuova fase democratica per il loro Paese. Un movimento che dura appena due mesi e che si risolverà nel sangue, con diverse colonne di tank cinesi chiamate in causa senza particolari preamboli, secondo gli ordini del Governo Centrale, quanto mai ferrei e sanguinolenti. L’esercito entrerà nella piazza centrale di Pechino occupata dai giovani in protesta, sparando sulla folla disarmata e mietendo un numero imprecisato di vittime.

In Cina, l’avvenimento verrà definito come “l’Incidente di Piazza Tienanmen“, soprattutto da parte delle personalità di Governo, veicolando un messaggio mediatico del tutto differente da quello realmente accaduto. Quella di Tienanmen invece, sarà una vera e propria protesta, caratterizzata da una serie di dimostrazioni guidate, mirate, in un momento storico importantissimo per l’Occidente, nei mesi del cosiddetto Autunno delle Nazioni, ossia l’anno nel quale si rovesciano tutti i regimi comunisti dell’Europa dell’Est.

Ad ogni modo, simbolo dei fatti di Tienanmen, resterà sempre il Rivoltoso Sconosciuto, a prescindere da chi fosse realmente e cosa ci facesse lì, davanti una colonna di carri-armati militari. Le sue foto, esprimono da sempre un messaggio di lotta contro ogni forma di tirannia.

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Gli storici dividono la rivolta cinese degli studenti in cinque momenti distinti: il lutto, la sfida, la tregua, il confronto, il massacro.

L’ultima parte di questo accadimento è, di sicuro, quello più importante, se si considera che dopo oltre vent’anni non si è riusciti ad avere una stima precisa delle morti cinesi. Da principio, l’establishment si orientò sui duecento civili e cento militari. Successivamente, parlò invece di alcune dozzine di soldati uccisi, a differenza della CIA, la quale stimò subito un numero compreso tra le 400 e le 800 vittime. La Croce Rossa riferì 2600 morti e circa 30.000 feriti, cui vanno aggiunti i morti per cause indirette, ossia coloro i quali sono stati giustiziati per ribellione, senza dimenticare i morti a causa di incidenti, incendi e molto altro. Secondo Amnesty International, questo numero variabile di vittime si aggirerebbe sui 1000 e sarebbe da assommarsi a quello generato dagli scontri veri e propri, oltre che dal massacro operato dai militari nei confronti della folla di studenti.

Per concludere, il Governo cinese, che ha sempre parlato dei fatti del 1989 come di un vero e proprio “moto controrivoluzionario”, si è sempre rifiutato di fare i conti delle vittime e, soprattutto, di fornire risposte alle varie associazioni cinesi e non, che lo hanno richiesto nel corso degli anni. Il movimento delle “Madri”, per esempio, chiede da anni che sia fatta chiarezza, senza aver mai ricevuto segni di apertura da parte dei membri delle istituzioni cinesi.

Il fatto e la foto

L’incontro tra l’uomo disarmato e il tank avviene in una delle grandi avenue della famosa piazza, quella di Chang’an, in direzione della cosiddetta città proibita pechinese. Il Governo aveva avviato nemmeno da 24 ore la sua repressione contro il movimento di apertura democratica azionato soprattutto dagli studenti cinesi, e le vittime erano già molte, tra morti e feriti.

Secondo le cronache, l’uomo avrebbe più volte tentato di deviare la strada della colonna di tank militari, mettendosi di fronte a loro più volte, costringendoli a ripetute manovre di aggiramento. Successivamente, il Rivoltoso di Tienanmen si  sarebbe arrampicato sulla torretta del carro armato e avrebbe rivolto alcune frasi al pilota, prima di essere catturato e portato via nella vicina caserma accampata nei pressi della piazza.

Non è dato sapere qual fu la natura del discorso intrapreso tra il militare e lo Sconosciuto, né se fu un vero e proprio discorso, o semplicemente una serie di interrogativi posti dal ragazzo al pilota del carro-armato, quasi avesse realmente la possibilità di rispondergli e di prendere una decisione differente da quella recepita dai suoi superiori.

Non furono pochi i giornali, soprattutto britannici, che ipotizzarono per il Rivoltoso la pena capitale, a causa della sua ribellione pubblica, pur senza mai ammantare delle prove a fronte di questa tesi.

Per quanto riguarda il discorso sulla fotografia in sé, va detto che oltre a quella scattata provvidamente dal reporter statunitense, va aggiunta l’immagine di Stuart Franklin, della Magnum Photos. La sua fotografia è più vasta rispetto a quella di Widener e, inoltre, è possibile notare il movimento stesso del tank cinese, il quale devia la sua marcia, evitando di passare sopra il corpo vivo dello Sconosciuto, muovendosi quasi a zigzag.

Lo sconosciuto di Piazza Tienanmen

Nel 2003 inoltre, la foto di Piazza Tienanmen è stata inserita nella rubrica “Le 100 foto che hanno cambiato il mondo“, secondo il volere della storica rivista Life. In precedenza però, nell’aprile del 1998, è stata la rivista Time ad includerlo nella propria personale lista de “Le persone che più hanno influenzato il XX secolo“. Lo storico patinato inoltre, ha una menzione d’onore anche per il pilota del “bestione cingolato”, com’è scritto, definito anch’egli un eroe al pari dello Sconosciuto, meritevole di essersi rifiutato di “falciare il suo compatriota“.

Lo Sconosciuto

La vera identità e storia dello Sconosciuto o Rivoltoso di Piazza Tienanmen resterà sempre un mistero. Secondo la rivista inglese Sunday Express, il suo nome sarebbe Wang Weilin: uno studente di 19 anni, tra i membri della protesta.  Circa la sua fine, successiva al fatto che lo ha visto protagonista, non sono pochi colori i quali hanno avanzato per lui ipotesi tragiche.

In un discorso al Circolo Presidenziale, nel 1999, Bruce Herschensohn, alto membro del governo statunitense e pupillo dell’ex Presidente Richard Nixon, affermò che lo Sconosciuto fu ucciso 14 giorni dopo la manifestazione. Secondo altri, sarebbe stato giustiziato da un plotone d’esecuzione, a distanza di pochi mesi dall’accaduto di Tienanmen.

Stando ai documenti ufficiali, si sa ben poco, né la Repubblica Popolare Cinese ha mai dato segno di intraprendere un discorso d’apertura in tal senso. Nel 1990, la giornalista Barbara Walters chiese all’allora Segretario Generale del Partito Comunista Cinese, Jiang Zemin, che fine avesse fatto il Rivoltoso. Il numero uno della nomenclatura rispose esclusivamente in questi termini: “Penso che non sia stato giustiziato“.

Altri organi di stampa, anche orientali, avrebbero poi affermato che il protagonista di questa assurda e commovente storia sarebbe ancora vivo, ma fuori dai confini cinesi. Nel 2009 pertanto, l’agenzia di stampa AsiaNews ha affermato che Wang Lianxi, questo il nome dello Sconoscito, sarebbe stato rilasciato nel 2007, dopo 18 anni di carcere, per venire poi internato prima delle Olimpiadi di Pechino in un ospedale psichiatrico cinese, dove sarebbe tuttora trattenuto.

Nello stesso periodo poi, va segnalata anche la versione del giornalista italiano Adriano Màdaro, il quale avrebbe dato una versione differente della storia di Piazza Tienanmen e della foto più famosa del XX secolo e, anche, dello stesso Sconosciuto di Piazza Tienanmen. In breve, affermando di essere stato presente in quel preciso momento, Màdaro sostiene che quel giovane in camicia bianca non fosse uno studente, ossia uno dei protagonisti della rivolta, bensì un umile contadino, il quale si trovava a Pechino per vendere la propria merce. Stando alla sua tesi, la busta bianca che ha nella mano destra conterrebbe delle mele e il giovane avrebbe fermato i carri armati militari esclusivamente per chiedere loro da dove provenissero, dal momento che anche lui aveva fatto il carrista.

A prescindere dall’identità del protagonista di questa storia, resta il fatto che l’uomo e la foto che lo immortala, resteranno per sempre un simbolo importante, una testimonianza di quel preciso momento storico, nell’anno della caduta del famoso Muro.

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