La mostra venne organizzata dalla Société anonyme des artistes peintres, sculpteurs et graveurs nello studio del fotografo Nadar, a Parigi. E proprio per festeggiare questo evento è possibile visitare dal 19 marzo al 30 giugno a Palazzo Reale di Milano una mostra che mette a confronto due grandi artisti dell’epoca, Paul Cézanne e Pierre-Auguste Renoir. Due amici, due pittori che hanno contribuito alla nascita dell’Impressionismo e con le loro opere hanno influenzato molte generazioni di artisti.
Promossa da Comune – Cultura con il patrocinio del Ministero della Cultura e della Ambassade de France en Italie, l’esposizione è prodotto da Palazzo Reale, Skira Arte e Museum Studio, in collaborazione con Musée de l’Orangerie e Musée d’Orsay, nell’ambito dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026. È curata da Cécile Girardeau, conservatrice al Musée de l’Orangerie di Parigi, e Stefano Zuffi, storico dell’arte, con la collaborazione di Alice Marsal, responsabile degli archivi e della documentazione al Musée de l’Orangerie. Il progetto è realizzato grazie a Enel, in qualità di main partner, e grazie a Fineco, premium partner.
Fatte le dovute premesse, la mostra è indubbiamente interessante; perché accosta le opere dei due pittori – sono 52 quelle esposte – le quali ci permettono di attraversare dagli anni ’70 dell’800 fino ai primi del ‘900 il lavoro di entrambi e il modo in cui i due pittori hanno dialogato fra di loro.
Erano amici, Cézanne e Renoir, e il loro dialogo, attraverso la scelta dei soggetti, è una delle esperienze più affascinati che mi è capitato di osservare in questi anni.
Entrambi cercano la loro più pura ispirazione, ma mentre Cézanne è controllo, misura, disciplina, geometria, Renoir è un’esplosione di colori, di materiale pittorico, di luce, di forza creativa che cerca con maestria il soggetto perfetto.
Entrambi però si confrontano con i paesaggi, le nature morte, i soggetti umani e vediamo fra di loro un dialogo interessante che nei dettagli delle pennellate li mette in un confronto inedito; non l’uno di fronte all’altro, ma vicini in una ricerca estatica della luce, per catturare, impressionare, la realtà.
Il percorso espositivo parte proprio da questo dialogo per mostrare le affinità ma anche il modo in cui entrambi hanno sviluppato una propria poetica espressiva che li ha portati su strade differenti, mantenendo però fra loro sempre un dialogo costante.
Interessante, dopo aver visto i soggetti che hanno ispirato anche altri pittori, come Picasso, osservare la ricostruzione dei loro studi.
Alla fine della mostra infatti ci imbattiamo nella ricostruzione dei due studi ispirati dai documenti d’epoca, dove entrambi i pittori hanno realizzato le loro opere.
Visita => Cézanne/Renoir. Capolavori dal Musée de l’Orangerie e dal Musée d’Orsay (Skira)
]]>Cézanne nell’ottobre del 1882 si trasferisce in Provenza, stanco, deluso dalla vita e dagli ambienti culturali e artistici della capitale francese.
Vi rimane per tre anni a dipingere. All’Estaque incontra Renoir del quale rimarrà sempre amico, nonostante avessero ormai un concetto e uno stile pittorico diverso.
Case à L’Estaque, realizzato nella valle del Riaux, è quasi un esperimento; Cézanne realizza parecchie vedute, fino a raggiungere il suo intento: trasformare la vista del paesaggio, delle case e della natura in una ricostruzione plastica.
A dominare il dipinto c’è un cielo color indaco attraversato da nubi bianche.
Sul pendio ripido di una collinetta vediamo rocce e cespugli, ampi squarci di verde e tre case.
Al centro del dipinto troviamo ancora casette: si possono vedere una piccola porta e una finestrella aperta. In basso, la fine della collina è sovrastata da alberi e cespugli.
Cézanne studia accuratamente il paesaggio cogliendone le forme prima di metterlo sulla tela.
In questo dipinto gli ingombri di case e paesaggio sono costruiti attraverso il contrasto cromatico dei colori. Le pennellate in senso obliquo sono forti: danno quasi l’impressione di scolpire la tela, più che dipingerla.
Sono proprio i contrasti di colore a permettere all’artista di elaborare un nuovo linguaggio per la concezione dello spazio.
In tutto il quadro, il colore dominante è il verde che si alterna al marrone, e al grigio delle rocce. Sono colori prevalentemente freddi che si riscaldano solo con qualche tocco di arancione e di ocra nelle case.
A schiarire e riscaldare c’è l’indaco del cielo, inframmezzato da nuvole bianche; poi qualche tocco di rosa e di grigio.
In Case à L’Estaque, Cézanne supera la prospettiva utilizzata fino all’impressionismo, e crea, come si è visto un nuovo concetto di spazio.
Per questo motivo è considerato il precursore delle esperienze artistiche moderne a partire dal Cubismo.
In questa opera lo spazio non è concepito come un contenitore geometrico nel quale organizzare gli oggetti.
In seguito non solo le case e i paesaggi, ma anche le nature morte di Cézanne, si espanderanno in forme tridimensionali.
E’ interessante confrontare anche solo visivamente quest’opera con altre che si rifanno allo stesso luogo:
Cézanne azzarda una scelta nel rappresentare le donne nude. Una scelta che rappresenta una sfida abbandonando le tendenze artistiche del suo tempo, con lo scopo di dar vita ad un’arte che sarebbe durata per sempre.
Questa opera del pittore francese ha dimensioni notevoli: misura 210,5 x 250,8 centimetri.
E’ la tela più grande mai dipinta da Cézanne.
Proprio come gli artisti Tiziano e Rubens, Cézanne decide di dipingere le bagnanti omaggiando appunto questi grandi maestri del passato, che hanno realizzato diverse opere che rappresentano le bagnanti. Quindi torniamo a Cézanne che sceglie le bagnanti protagoniste del dipinto, che realizza dipingendole con un forte spessore e che le inserisce nella composizione in modo geometricamente perfetto.
Il quadro è caratterizzato da una forte luminosità, merito del colore posto diverse volte sulla tela.
Anche altri artisti, come ad esempio Picasso prese spunto dal messaggio lanciato dal collega pittore, per realizzare nello stesso periodo e con una tecnica simile, un capolavoro. Si tratta dell’opera intitolata Les Demoiselles d’Avignon, anch’esso un dipinto di grandi dimensioni che abbiamo analizzato in precedenza in un altro articolo.
Il tema delle bagnanti, grazie all’influenza di questo quadro di Paul Cézanne, sarà poi ripreso anche da altri pittori come Henry Spencer Moore, Georges Braque e Henri Matisse.
Come anticipato all’inizio dell’articolo, il pittore francese verso la fine della sua vita, decide di realizzare tre grandi gruppi di bagnanti. Così, oltre all’opera custodita presso la National Gallery, ne dipinge due che si trovano negli Stati Uniti – di cui quella oggetto di questo articolo è la più importante.
Ne esiste un’altra realizzata nel 1890, in un periodo differente, conservata a Parigi, presso il Museo d’Orsay.
L’artista alle tre opere su citate, lavora contemporaneamente. E’ un lavoro che occupa gli ultimi suoi sette anni di vita. Poi il pittore francese muore nel 1906 per una congestione polmonare.
Ciò che caratterizza le bagnanti in tutte e tre le opere è che le donne rappresentano delle creature anonime, che sono prive di espressione o di soggettività. Il pittore è infatti interessato alla loro essenza più che all’individualità.
Le bagnanti dipinte da Cézanne sono molto semplici e dipinte grossolanamente. Sono creature robuste, non aggraziate, goffe, ritratte nude sulla riva del fiume.
Sono prive di erotismo.
Ma ne Le grandi bagnanti l’artista esprime un ideale di perfetta armonia tra uomo e natura.
Privandole della loro individualità, l’artista ha reso le bagnanti eterne.
]]>L’opera è custodita a New York, presso il Metropolitan Museum of Art.
Il titolo in lingua originale francese è Madame Cézanne au conservatoire. In lingua inglese è indicato come Madame Cézanne in the conservatory.
Dietro la donna ritratta nella serra si vedono piante e alberi. Hortense, la moglie di Cézanne, è vestita in modo elegante con un abito scuro e i guanti che coprono le mani, lasciando le dita di fuori.
Lo sguardo della donna è allo spettatore, mentre seduta su una sedia ha il corpo rivolto verso destra; il volto è frontale, inclinato leggermente.
Ha lunghi capelli castani raccolti e occhi neri.
Dietro Madame Cézanne c’è un albero che è dipinto aldilà dell’inquadratura della tela. Sulla destra del dipinto si vedono invece dei vasi con le piante.
C’è poi, per finire, una linea obliqua che divide in alto le due parti del giardino.
Sul colore e sull’illuminazione si può dire che i toni sono scuri: si veda, ad esempio, la veste di Hortense e il suolo, che è marrone, ocra e arancio.
Mentre nella parte alta Paul Cézanne usa colori brillanti come l’arancio e il giallo. Le piante sono dipinte in controluce con colori scuri anch’esse, che variano dal marrone al verde.
L’intero quadro è di tonalità calda.
In primo piano si vede la figura della moglie di Cézanne, ritratta seduta sulla sedia. La profondità è data dalla diminuzione in progressione della grandezza delle piante. Hortense è dipinta al centro della tela e il formato del quadro è verticale.
Il pittore francese utilizza per i ritratti il medesimo stile che usa per le nature morte. Attraverso l’uso del colore, chiarisce la forma.
Infatti, nel dipinto La signora Cézanne nella serra, il pittore definisce semplici volumi geometrici. C’è da sottolineare che in alcune parti della tela la sagoma di Madame Hortense è solo abbozzata.
La donna, Hortense Fiquet, è stata la prima modella del pittore. I due si sono conosciuti a Parigi nel 1869, quando la giovanissima modella aveva 19 anni.
La giovane proveniva da una famiglia della classe operaia. Una relazione che Paul ha nascosto al padre, Louis Cézanne, che lo voleva avvocato e sposato ad una donna di buona famiglia.
L’artista ha deciso successivamente di formalizzare l’unione, nel 1886, dopo la morte del padre.
Dalla loro unione è nato Paul nel 1872, loro unico figlio. Hortense non amava vivere ad Aix e passava il suo tempo a Parigi durante l’anno, mentre al pittore pensavano la madre e la sorella nubile dell’artista, Maria, occupandosi appunto della casa di famiglia.
Alla moglie Cézanne ha dedicato ben ventiquattro ritratti e tantissimi disegni. Tra questi vi consigliamo La signora Cézanne sulla poltrona rossa, trattato in un articolo precedente.
E’ lei la modella preferita dall’artista e anche la più paziente, capace di restare in posa per tutto il tempo a cui l’artista francese la sottoponeva.
Il luogo ritratto nel dipinto di Paul Cézanne è la tenuta della famiglia Cézanne a Jas de Bouffan, nei pressi di Aix-en-Provence.
Il dipinto è rimasto incompiuto.
In più esiste uno studio a matita della testa di madame Cézanne che è custodito presso la National Gallery of Art di Washington.
La signora Cézanne nella serra è stato di proprietà del figlio dell’artista sino al 1906. Poi è stato venduto ad Ambroise Vollard insieme ad un’altra tela; successivamente dal 1911 al 1918, è stato di proprietà di Ivan Abramovich Morozov di Mosca. Da qui è stato trasferito dal 1918 al 1933 presso il Museum of Modern Western Art di Mosca. Per poi essere venduto a Stephen C. Clark di New York e successivamente trasferito con un lascito testamentario, nel 1960, al Metropolitan Museum of Art, dove si trova tutt’oggi.
Per comprendere meglio la personalità e la filosofia del grande artista francese, proponiamo la lettura di alcune frasi di Paul Cézanne, riportandone tre qui di seguito.
“Il disegno ed il colore non sono affatto distinti. Man mano che si dipinge, si disegna. Più il colore diventa armonioso, più il disegno si fa preciso.”
“Procedo molto lentamente, perché la natura è per me estremamente complessa, e i progressi da fare sono infiniti.”
]]>“La tesi da sviluppare è, qualsiasi sia il nostro temperamento o capacità di fronte alla natura, riprodurre ciò che vediamo, dimenticando tutto quello che c’è stato prima di noi. Il che, penso, permette all’artista di esprimere tutta la sua personalità, grande o piccola.”
Il dipinto Bagnante fu di proprietà del collezionista Ambroise Vollard (celebre anche per essere stato ritratto da Picasso) dal 1900 al 1917. Quindi fu acquistato da Paul Rosenberg di Parigi. Poi acquistato da Marius de Zayas di New York. Passò quindi a Lillie P. Bliss nel 1921.
Solo nel 1934, infine, fu acquisito grazie al lascito di quest’ultimo collezionista, cioè Lillie P. Bliss, dal MoMA di New York.
L’artista francese dipinse, verso il 1885, molte figure umane: uomini e donne raffigurati in occasione di bagni estivi all’aperto. Di questa serie fanno parte anche:
Per realizzare il quadro in esame, Bagnante, Cézanne fece uso della fotografia di un modello. Si trattò di una tecnica innovativa nella storia della pittura.
L’opera ritrae al centro del dipinto un giovane con addosso un piccolo costume bianco. L’adolescente è raffigurato in piedi al centro della tela, mentre compie un passo in avanti con il piede sinistro che serve a sostenere tutto il corpo.
Il ragazzo che Paul Cézanne dipinge è di media statura e le gambe in basso sono sostenute da grandi piedi. Mentre il volto del giovane bagnante è chino verso il basso: lo sguardo è rivolto in direzione del terreno, con una posizione frontale.
Il protagonista ha capelli corti e scuri con una frangia sulla fronte. Si pensa ad un adolescente proprio perché il corpo dipinto sembra quello di un giovanotto. Infatti ha il tronco con una muscolatura minuta mentre le gambe sono massicce.
L’adolescente è ritratto con le mani ai fianchi. La spalla sinistra è più bassa di quella destra.
Mentre vediamo il terreno che è privo di vegetazione, sembra proprio di essere su una spiaggia. Sulla destra del dipinto si scorge una pozza d’acqua e sullo sfondo un paesaggio sfocato.
Il cielo è dipinto con grandi pennellate che animano la superficie. Il giovane e il paesaggio mostrano uno stile ben definito da pennellate nitide, creando così un’atmosfera offuscata.
Il dipinto è privo di prospettiva e spazio tridimensionale. Mentre appunto la figura del giovane e il paesaggio sono proiettati sul piano pittorico.
Analizziamo le tonalità e i colori del quadro. Bagnante (Le baigneur in francese – The Bather, in inglese) è un dipinto che presenta due toni principali:
Solo la pozza risulta in blu saturo e brillante.
Lo spazio dell’opera si trasforma in bidimensionale: il paesaggio è privo di profondità e lo sfondo sembra appiattito.
Questa esperienza mette in risalto l’interesse di Cézanne nei confronti della superficie del dipinto, rifuggendo dalla costruzione di uno spazio prospettico tridimensionale.
Da qui per Cézanne si aprì la strada al Cubismo.
Bagnante ha un orientamento verticale ed è rettangolare. Il giovane occupa totalmente la dimensione verticale della tela.
Non è un caso che i piedi tocchino quasi il bordo inferiore del dipinto, mentre la testa sfiora quello superiore.
Da una parte lo spazio per metà è occupato dal cielo, nella parte superiore, mentre l’altra metà ritrae il paesaggio. Così la figura del ragazzo unisce queste due metà orizzontali dell’opera.
In più le braccia del giovane che sono piegate formano due triangoli proprio per la posizione delle mani sui fianchi; questo elemento rivela un’attenzione alla composizione geometrica del dipinto.
]]>Questo il titolo in francese di un quadro di Paul Cézanne che ritrae la sua compagna: La signora Cézanne sulla poltrona rossa. Capelli castani raccolti all’insù, grandi occhi neri, Marie-Hortense Fiquet aveva un temperamento calmo e docile, tanto da incoraggiare l’artista Paul Cézanne a riservarle attenzioni. Sino a sposarla nel 1886. L’artista dovette attendere dopo la morte di suo padre Louis Cézanne, il quale in vita si oppose all’unione tra i due.
Hortense Fiquet era una donna molto bella: per vivere faceva la modella. Incontrò Paul Cézanne a Parigi nel 1869.
A lei il pittore post-impressionista dedicò ventiquattro ritratti e tantissimi disegni. Tra questi troviamo il quadro qui in esame Madame Cézanne sulla poltrona rossa. Esso fu esposto per la prima volta nel 1907 al Salon d’Automne di Parigi.
Proprio in quella circostanza questo ritratto folgorò e ispirò il poeta Rainer Maria Rilke, che raccontò nei suoi scritti come di un’esperienza quasi spirituale.
Si tratta di un olio su tela di centimetri 72,4 x 55,9, realizzato nel 1877, lascito di Robert Treat Paine II del 9 novembre 1944, oggi custodito presso il Museo delle Belle Arti, a Boston.
Posare per l’artista significava essere dotati di una grande pazienza per la lentezza e la precisione con cui Cézanne si dedicava alla sua arte. Posare per lui significava stare in posa in media per 150 sedute. Sua moglie Hortense Fiquet, proprio per il suo modo di fare calmo e docile, aveva una predisposizione per lavorare per lui come modella.
In questo dipinto la donna è seduta su una poltrona rossa. Il volto è ovale. Indossa una camicia azzurra con un grande fiocco all’altezza del petto e una gonna lunga pieghettata.
Le mani sono affusolate e unite, con il gomito destro comodamente adagiato sul bracciolo della poltrona. Lo sfondo della tela è giallo, con qualche disegno blu sparso sulla parete.
Nel suo dipinto Madame Cézanne dans un fauteuil rouge Cézanne accentua un gioco di volumi, lasciando escluso l’aspetto emotivo.
Così il pittore francese diceva a proposito della sua arte:
D’altra parte Cézanne con la sua ricerca personale e innovativa è un artista che punta ad affermare l’essenza della natura.
Il dipinto è stato scortato in Italia – dentro un contenitore di sicurezza – da Mathew Segal, uno dei conservatori dell’istituzione, in occasione di una mostra dedicata a Paul Cézanne «Cézanne a Firenze» a Palazzo Strozzi nel 2007. La mostra è stata inaugurata il primo marzo del 2007. In questa occasione il dipinto è stato trasferito a Firenze da Boston con un volo Alitalia.
L’opera La signora Cézanne sulla poltrona rossa è ritenuta tra le più famose e importanti della pittura moderna: ha un valore di mercato di circa 30 milioni di euro.
]]>Il tema dei bagnanti si trova spesso nella produzione dell’artista francese, nato ad Aix en Provence (Francia) il 19 gennaio 1839. Se ne contano oltre duecento con questo tema! Le persone al bagno sono state rappresentate sempre più spesso a partire dagli anni Settanta dell’Ottocento.
L’obiettivo di Cézanne è quello di creare un tutt’uno, di integrare appunto, la figura umana nel paesaggio. Come? Con i bagnanti, soggetto che meglio esprime il concetto dell’artista. Vediamo insieme l’analisi di questo quadro.
I personaggi, in questa tela, prendono quasi tutto lo spazio, assumendo varie pose, visti perlopiù di schiena. I corpi assumono una funzione architettonica: non dimentichiamo infatti che il pittore tende ad esaltare, attraverso il colore, le volumetrie della forma.
Infatti le due figure portanti scelte da Paul Cézanne sono la donna e l’uomo, quasi ad assumere nell’opera le due colonne della struttura. È attorno a queste due figure centrali che il pittore francese sviluppa il dipinto.
La profondità è assente: le figure rappresentate tendono a fondersi nel paesaggio e anche i colori utilizzati fanno parte di questa scelta. I colori degli elementi sullo sfondo sono gli stessi degli elementi in primo piano.
Un altro aspetto che l’artista, il più singolare ed enigmatico della pittura francese post-impressionista, non trascura sono i riferimenti alla tradizione: le due figure scelte dall’artista a rappresentare l’opera stessa sono ispirate a disegni di grandi artisti del Rinascimento italiano.
Il suo pensiero è ben sintetizzato in questa sua frase:
Nella pittura ci sono due cose: l’occhio e il cervello, ed entrambe devono aiutarsi tra loro.
Quindi visione – coscienza: una perfetta sintesi del pensiero artistico di Cézanne.
La sua aderenza al movimento impressionista infatti è distaccata. Sin dal principio segue un cammino diverso che si discosta dalla visione di altri due artisti del suo tempo, cioè di Monet e di Renoir. Cerca infatti al contrario di essi, di fare un viaggio razionale, e non limitandosi ai fenomeni percettivi della luce e del colore, di sintetizzare anche fenomeni razionali nella sua pittura, facendo riconoscere anche le forme e lo spazio.
Per realizzare ciò si serve del colore, eliminando il chiaroscuro e la prospettiva, strumenti tradizionali del disegno. Insomma, la sua ambizione è quella di risolvere tutto grazie all’uso del colore.
Nella visione dell’artista c’è emozione e poetica: dominano i colori verdi dei paesaggi, in molteplici differenti tonalità, e piano piano si inseriscono tinte tenui di colore differente.
I paesaggi raccontano della sua grande sensibilità d’animo. Sensibilità, ma anche tecnica che si evince dall’opera pittorica dell’artista. Una tecnica inconfondibile, originale: si respira dalle sue tele questa ricerca meticolosa, dove punta ad una visione poetica.
La ricerca di Paul Cézanne fu estremamente solitaria, lontana dai clamori, dovuta soprattutto al suo carattere schivo ed introverso, che lo portò a condurre una vita molto ritirata nella sua casa di Aix-en-Provence.
]]>Nel quadro “Cortile di fattoria“, Cézanne ritrae una fattoria abbandonata, dove non c’è anima viva, né traccia di alcun animale. Tutto appare morto. La fattoria si trova ad Auvers, un luogo frequentato anche da altri impressionisti (ricordiamo La chiesa di Auvers di Van Gogh) e dove spesso si incontrano Cézanne e Pisarro. La differenza fra questi grandi pittori sta proprio nella scelta di dipingere per Cézanne solo i luoghi e per Pisarro di rendere i luoghi contesti in cui vivono animali o persone come soggetti fondamentali.
Cézanne rivendica la scelta di costruire intorno ai paesaggi una dimensione quasi spirituale, in cui il contesto è l’unico protagonista della tela. Fino alla fine della sua vita, il pittore cercherà di mostrare che dietro all’immagine di un luogo, appare la sensazione che questo suscita. Non si tratta però solo di evocare una sensazione, ma di mostrare la vitalità di un paesaggio anche se, come in questo caso, esso appare completamente abbandonato. La vista è ostacolata dai muri che si trovano sia a destra che a sinistra e che, in un certo modo, aumentano l’inquietudine del paesaggio. Come se lo spettatore dovesse attraversare quegli ostacoli per approdare con inquietudine, ma anche con la curiosità di chi vuole scoprire un posto desolato, verso la casa abbandonata.
La casa ha tutte le finestre chiuse. Davanti al casolare vediamo un albero spoglio che sembra tendere i suoi scheletrici rami verso il cielo. Lo sguardo è costretto all’interno di un ambiente chiuso, proprio perché una casupola dal tetto di paglia chiude la visuale attaccandosi al muro. Dietro alla casa si intravedono altri alberi e poi una collinetta. Il cielo è l’unico punto di fuga che permette alla vista di fuggire oltre la piccola fattoria. Solo le pennellate, che rispecchiano la luce sugli alberi e sui muri, ricordano che Cézanne un tempo è stato un impressionista. Ma il suo percorso adesso è solitario e cerca solo il rapporto fra natura e la presenza dell’uomo.
]]>Il ritratto che Cézanne gli dedicò nel 1876, realizzato con colori ad olio, sembra una caricatura e, a prima vista, appare più uno scherno che una celebrazione. In realtà non è così. Emperaire era una persona con problemi fisici di varia natura che lo rendevano malato e debole.
Cézanne lo ritrae per come appare, ma lo mette su un trono conferendogli quella gloria che lo sfortunato pittore non ha avuto in vita. Si possono poi fare dei parallelismi fra il trono in cui è seduto come se fosse un imperatore e che viene richiamato dal suo nome inciso in alto e il termine francese empereur, che significa appunto imperatore (peraltro tale analogia con il suo cognome determinò anche che Imperator fosse il suo soprannome).
Al di là di questo, del quadro colpisce la malinconia, la tristezza e la compassione che pervade il ritratto. Cézanne definì Achille Emperaire il suo unico amico del periodo parigino e, per almeno dieci anni, fra il 1860 e il 1870, fu probabilmente così.
Questo dipinto e le parole raccolte da Bernard sono le uniche testimonianze dell’amicizia fra Cézanne ed Emperaire. Tuttavia, esistono anche due disegni in cui Cézanne dipinse il suo amico come un uomo forte e virgulto, con una testa grande e uno sguardo malinconico, pronto ad affrontare con coraggio e determinazione il suo triste destino.
]]>La persona ritratta è Gustave Geffroy, un critico appassionato dell’opera di Cézanne e che il pittore decise di ritrarre per ringraziarlo dell’attenzione che l’intellettuale gli aveva riservato.
Geffroy, infatti, aveva scritto diversi articoli sull’opera di Cézanne e tutti erano elogiativi. Aveva quindi contribuito a diffondere l’opera del pittore francese e Cézanne aveva deciso di ringraziarlo ritraendolo in un dipinto in cui potesse risaltarne la personalità.
Questa almeno pare fosse l’intenzione iniziale, perché man mano che il dipinto progrediva Cézanne cominciò a coltivare un certo odio per Gustave Geffroy, soprattutto per le sue posizioni religiose e per la differenza di opinioni che entrambi avevano sull’arte.
Se lo si osserva con attenzione si nota che il ritratto dell’uomo appare scialbo e impersonale, considerando che è al centro della tela e ricopre un ruolo da protagonista nel quadro.
E’ evidente, quindi, che il loro rapporto aveva preso una piega diversa e che Cézanne aveva deciso di esaltare solo alcune parti del corpo di Geffroy, come ad esempio le mani, modificando l’iniziale impostazione del corpo del critico d’arte. Proprio questo cambiamento nel rapporto fra artista e modello rende il quadro, oltre che interessante, anche divertente.
Perché possiamo leggere, osservandolo, il cambiamento di umore del pittore che ugualmente è riuscito a realizzare un dipinto notevole, il quale in seguito ha ricevuto diverse lodi e un’attenzione particolare, come detto, da parte dei maggiori esponenti del Cubismo.
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