cartoni animati Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 19 Jan 2022 18:21:46 +0000 it-IT hourly 1 Leo Da Vinci, il cartone animato di Sergio Manfio piace ai ragazzi: in tv su Rai Gulp https://cultura.biografieonline.it/leo-da-vinci-cartone/ https://cultura.biografieonline.it/leo-da-vinci-cartone/#respond Tue, 06 Apr 2021 09:44:18 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=33546 Mentre Rai Uno continua a trasmettere le puntate del kolossal dedicato a Leonardo da Vinci, anche i ragazzi e i bambini hanno la possibilità di conoscere i prodigi di questo personaggio geniale che tutto il mondo ci invidia.

Ogni giorno, su Rai Gulp, alle 12.55, va in onda “Leo Da Vinci”, il cartoon del regista Sergio Manfio, che racconta le avventura di Leonardo Da Vinci. La serie cartoon sta avendo molto successo, anche grazie all’interesse che circola in questo periodo verso la figura del grande artista e scienziato vinciano.

Si dichiara soddisfatto Sergio Manfio, ideatore e regista del cartone animato interamente dedicato a Leonardo: “Mi riempie di soddisfazione il fatto che la nostra sia la prima e unica produzione per un target ragazzi. Pensando al personaggio principale della nostra serie non abbiamo plasmato un supereroe, bensì un ragazzo di 14 anni con i suoi problemi e le sue difficoltà, dotato di grande fantasia e creatività, come ci piace immaginare potesse essere il vero Leonardo.

Abbiamo quindi creato il suo gruppo di amici, prima fra tutti Lisa, una ragazzina che ha un ruolo fondamentale nel cartoon. Lisa non è la “spalla” di Leo, ma è l’assoluta co-protagonista delle storie. È lei che risolve i problemi, mettendo Leo di fronte alla realtà da cui egli tenderebbe ad allontanarsi…”.

Le puntate svelano alcuni particolari della vita di Leonardo in chiave avventurosa, e sono sicuramente l’occasione migliore per i bambini e  ragazzi per conoscere disegni, dipinti ed invenzioni che sono passati alla storia.

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Rai Yoyo: un cartone animato sul tema dell’autismo, Pablo https://cultura.biografieonline.it/pablo-cartone-animato-autismo/ https://cultura.biografieonline.it/pablo-cartone-animato-autismo/#respond Thu, 04 Mar 2021 16:00:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=32997 Chi l’ha detto che i cartoni animati non possano essere anche “intelligenti”, e lanciare messaggi importanti ai piccoli utenti che ogni giorno li guardano nei canali dedicati? Su Rai Yoyo, seguitissimo canale per i più piccoli, dal 1° Marzo scorso alle ore 18 va in onda “Pablo”, un programma animato che adulti e bimbi possono guardare anche insieme e che riguarda il tema della diversità e dell’autismo in particolare.

Questo cartoon quotidiano, oltre ad intrattenere piacevolmente i bambini nell’orario della merenda, è strutturato secondo la formula vincente dell’intrattenimento unito all’insegnamento. Di conseguenza, ai bimbi passa facilmente il messaggio chiave del cartone animato, e cioè che la diversità non è un qualcosa che allontana gli uomini tra di loro, ma anzi è un elemento di coesione che aiuta ad affrontare le difficoltà nel modo migliore.

Chi è Pablo

Il protagonista, Pablo, è un bambino autistico appassionato di disegno. Con grande spirito di avventura e coraggio, questo bimbo intelligente e pieno di risorse riesce a trasformare ogni difficoltà in una avventura da vivere insieme ai suoi compagni. Tra gli amici di Pablo ci sono Linda (una topina timida ma al tempo stesso determinata), Frullo (uccellino delicato ma anche energico), il dinosauro Dino e la simpatica giraffa Raffa.

Un modo semplice e diretto per entrare nel mondo dei bambini autistici e comprendere quanto possa essere diverso ma non per questo negativo, anzi. Il cartone animato riesce a stimolare una forte empatia tra chi lo guarda in tv e i personaggi, cosa non facile da ottenere con i moderni cartoni animati spesso avulsi dalla realtà o troppo imperniati sulla competizione e la violenza.

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Bollino rosso a tre film di animazione Disney: ecco quali e perché https://cultura.biografieonline.it/bollino-rosso-per-tre-film-disney/ https://cultura.biografieonline.it/bollino-rosso-per-tre-film-disney/#respond Tue, 26 Jan 2021 14:18:58 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=32304 Finiscono nel mirino della censura tre famosi film per bambini prodotti dalla Walt Disney: “Le avventure di Peter Pan”, “Dumbo” e “Gli Aristogatti”, che d’ora in poi saranno vietati ai minori di sette anni. In queste pellicole sono stati riscontrati messaggi e stereotipi di natura razzista e quindi dannosi per i minori.

Una nota nel disclaimer dei film

Nello specifico, tali film, cancellati dalla sezione dedicata ai più piccoli, sono visionabili da un pubblico adulto, ma con una nota introduttiva che dichiara: “tali programmi includono rappresentazioni negative e/o denigrano popolazione e culture” e quindi “piuttosto che rimuovere questi contenuti, vogliamo riconoscerne l’impatto dannoso, imparare da esso e stimolare il dibattito per creare insieme un futuro più inclusivo“.

La dicitura appare prima dei titoli di testa in ognuna delle tre pellicole “incriminate”.

I motivi della censura nei tre film

In particolare, nel film “Dumbo” vengono contestati i versi di un brano che sembrano irrispettosi verso gli schiavi che un tempo lavoravano nei campi. Nella pellicola degli Aristogatti, invece, questi avrebbero offeso il popolo asiatico attraverso il personaggio “caricatura” Shun Gon, che sembra “fare il verso” agli asiatici con denti sporgenti, occhi a mandorla e bacchette sempre fra le mani.

A Peter Pan, infine, che chiama i membri della propria tribù “pellerossa” viene contestato tale appellativo, considerato offensivo nei confronti dei nativi americani.

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Hanna e Barbera, storia e biografia https://cultura.biografieonline.it/hanna-barbera/ https://cultura.biografieonline.it/hanna-barbera/#comments Tue, 20 Sep 2016 15:18:48 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=19945 Hanna e Barbera sono i cognomi dei due fondatori dell’azienda americana Hanna-Barbera Productions Inc. La ditta è stata una importante casa di produzione di serie di cartoni animati. Scopriamo in questo articolo la storia dei due fondatori, William Hanna e Joseph Barbera.

Hanna-Barbera, William Hanna e Joseph Barbera, Hanna e Barbera
William Hanna e Joseph Barbera

L’incontro tra Hanna e Barbera

William Denby Hanna nasce il 14 luglio del 1910 a Melrose, negli Stati Uniti. Nel 1938 conosce Joseph Roland Barbera nel momento in cui inizia a lavorare nel settore fumetti della MGM. Proprio nel settore fumetti, Barbera è già impegnato in qualità di animatore e fumettista.

Barbera ha un anno in meno rispetto ad Hanna: è nato il 24 marzo 1911 a New York ed è figlio di due immigrati di origini siciliane, Vincent Barbera e Francesca Calvacca, provenienti da Sciacca, nell’Agrigentino.

Dopo avere lavorato come ragioniere, nel 1929, ad appena diciotto anni, Joseph ha abbandonato l’attività per cimentarsi come disegnatore di vignette umoristiche, e nel 1932 è diventato sceneggiatore e animatore per lo studio Van Beuren, prima di approdare nel 1937 alla Metro Goldwyn Mayer, dove, appunto, incontra Hanna. I due, dunque, iniziano a lavorare insieme, grazie all’intervento di Fred Quimby, coordinatore del settore fumetti.

Tom e Jerry

Da quel momento, e per circa venti anni, Hanna e Barbera realizzano più di duecento cortometraggi che hanno come protagonisti Tom e Jerry. Scrivono e disegnano direttamente o comunque coordinano lo staff che se ne occupa.

Il lavoro è equamente diviso: William Hanna si occupa della regia, mentre Joseph Barbera si concentra sulla scrittura delle sceneggiature, sull’invenzione delle gag e sulla realizzazione degli schizzi.

Hanna e Barbera successivamente prendono il posto di Quimby, nel 1955, e diventano responsabili dello staff di animazione. Rimangono alla MGM per altri due anni, firmando come direttori tutti i cartoon, fino a quando il settore viene chiuso.

La casa di produzione Hanna-Barbera

Nel 1957 la coppia dà vita, quindi, alla Hanna-Barbera, casa di produzione il cui studio si trova al 3400 di Cahuenge Boulevard, a Hollywood. Quello stesso anno vengono inventati i personaggi di Ruff & Reddy. L’anno successivo è la volta di Huckleberry Hound, cartone animato noto in Italia con il nome di Braccobaldo.

Tra il 1960 e il 1961, invece, vedono la luce due serie che rimarranno nel cuore degli appassionati per decenni: The Flintstones, cioè Gli Antenati, e Yogi Bear, cioè l’Orso Yoghi, il più celebre abitante del parco immaginario di Jellystone (nome che fa il verso a quello di Yellowstone).

Gli Antenati (The Flintstones)
Gli Antenati (The Flintstones)

Diretti discendenti dei Flintstones sono The Jetsons, vale a dire I Pronipoti, la cui ambientazione è lo spazio di un futuro indefinito. Sempre agli anni Sessanta risalgono The Pink Panther (La Pantera Rosa), Wacky Races (Le corse pazze) e Scooby Doo.

I Pronipoti (The Jetsons)
I Pronipoti (The Jetsons)

Hanna & Barbera negli anni ’70

Nel 1971 viene inventato Hair Bear, in Italia noto come Napo Orso Capo, seguito nel 1972 da una serie animata atipica, “Wait till your father gets home“, tradotta da noi come “Aspettando il ritorno di papà“. Questa seria presenta situazioni e ambientazioni tipiche di una sit-com, come si può intuire fin dal titolo. Al centro della scena è la famiglia Boyle, composta da padre, madre e tre figli, secondo lo stereotipo delle serie americane.

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Un figlio è un ventenne che non ha voglia di fare niente, uno è un preadolescente affarista e una è un’adolescente che pensa solo a mangiare. L’animazione e la grafica della serie sono alquanto originali, così come i temi affrontati, inediti per un cartone animato. Dalla questione delle minoranze alla sessualità, viene posta l’attenzione su problemi politici e sociali di grande impatto per l’epoca.

Nel 1973 vengono distribuiti Butch Cassidy, Goober e i cacciatori di fantasmi e Inch High l’occhio privato. Seguono nel 1975 The Grape Ape Show, cioè Il Gorilla Lilla, e nel 1976 Jabber Jaw.

Negli ultimi anni del decennio vengono prodotti Woofer e Wimper, cani detective, Capitan Cavey e le teen angels, Orsi radioamatori, L’elefante segreto, Hey, il re, Monster Tails e Godzilla.

Gli anni ’80

L’inizio degli anni Ottanta per Hanna e Barbera è segnato da Kwicky Koala e, soprattutto, The Smurfs, vale a dire I Puffi (il cui ideatore è però il fumettista belga Pierre Culliford, in arte Peyo) oltre che da John & Solfami, I Biskitts, Hazzard, Snorky e Foofur superstar.

Con il passare degli anni, lo studio diventa sempre più grande, diventando il più importante a livello di realizzazioni televisive seriali, con più di 4mila contratti relativi al merchandising per i personaggi inventati e circa ottocento dipendenti.

Le tecniche di realizzazione

Sempre negli anni Ottanta, la società Hanna-Barbera si fa ammirare per la capacità di dare vita a tecniche di realizzazione dei cartoni animati che permettono di contenere i costi in modo significativo. Non si utilizza il tridimensionale e vengono trascurate le carrellate o altre inquadrature particolari. Il solo riferimento è rappresentato da un disegno bidimensionale che fa della semplicità il proprio tratto distintivo. Non solo per i fondali ma anche per i personaggi.

Dal punto di vista dei colori, tutte le tonalità cromatiche sono omogenee, senza sfumature o ombre. L’esigenza di risparmiare porta a riciclare i fondali, che nelle azioni si ripetono in maniera ciclica, così come ricorrenti sono i movimenti dei personaggi.

È sempre per ridurre i costi che i personaggi sono più standardizzati. Ciò comporta, però, un abbassamento della qualità delle serie con il passare del tempo. Certo, l’omologazione dei caratteri ha i suoi vantaggi, come la possibilità di ricorrere agli stessi rodovetri per più titoli, che permettono di cambiare solo i lineamenti di corpi e volti per avere le sequenze desiderate.

Il rodovetro è un particolare foglio trasparente sul quale viene stampato il disegno che poi viene dipinto. Il procedimento si svolge per ogni singolo fotogramma che compone la sequenza animata di un cartone animato.

William Hanna e Joseph Barbera
Hanna e Barbera

L’evoluzione aziendale e la scomparsa di Hanna e Barbera

Nonostante l’azienda sia leader nel settore dell’intrattenimento televisivo, tuttavia, intorno alla metà degli anni Ottanta i costi di realizzazione di lungometraggi e serie aumentano in modo costante. E’ anche per questo motivo che lo studio viene assorbito dal gruppo TAFT Entertainment.

In seguito, tuttavia, avviene una nuova cessione alla Time Warner Inc., nel 1996.

William Hanna
William Hanna

William Hanna muore il 22 marzo del 2001 a North Hollywood. Il suo corpo viene seppellito in California, a Lake Forest, nel Cimitero dell’Ascensione. Il suo ultimo cartone animato, intitolato “Tom & Jerry e l’anello incantato“, viene distribuito postumo.

In seguito al decesso di Hanna, la casa di produzione va in bancarotta, a causa di alcuni progetti legati a serie tv non andati a buon fine.

Joseph Barbera
Joseph Barbera

Joseph Barbera, invece, muore il 18 dicembre del 2006 a Los Angeles, all’età di novantacinque anni. Il suo corpo viene seppellito in California, a Glendale, nel Forest Lawn Memorial Park. Il suo ultimo lungometraggio, intitolato “Stai fresco, Scooby-Doo!“, viene distribuito postumo nel 2007.

L’elenco di cartoni animati creati dalla coppia è numerosissimo. Per i più nostalgici è possibile visitare un nutrito elenco dei cartoni di Hanna-Barbera su Wikipedia.

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Betty Boop https://cultura.biografieonline.it/betty-boop/ https://cultura.biografieonline.it/betty-boop/#respond Sat, 23 Jan 2016 21:09:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=16365 Betty Boop è un personaggio del mondo dell’animazione creato negli anni Trenta: più in particolare, è stata ideata nel 1930, anche se ha visto la luce solo un paio di anni più tardi, grazie all’ingegno e alla creatività dei fratelli Fleischer. Questa figura, che nei primi anni della propria vita è stata doppiata dall’attrice Ann Little, si caratterizzava – e si caratterizza ancora oggi – per la sua notevole carica erotica, che ovviamente ai tempi era imprevista e imprevedibile, in un mondo – quello dell’animazione americana di quel periodo – che era dominato da animali parlanti e bambini tondeggianti.

Betty Boop
Betty Boop

Betty Boop è comparsa per la prima volta in un cartone animato in bianco e nero di sei minuti, intitolato “Dizzy Dishes”, il 9 agosto del 1930, anche se in quel prodotto ha le sembianze di una barboncina: ha acquisito il suo aspetto “umano” nel 1932, nel cortometraggio denominato “Bamboo Isle”.

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Si tratta di una donna alla moda, la classica flapper: vale a dire la ragazza tipica del periodo jazz, mascolina e maliziosa al tempo stesso, ad alto tasso di irriverenza. I suoi capelli sono corti e impreziositi da una frangia, come vuole la moda del momento, e anche l’abbigliamento è seducente e provocante, con un abito succinto che lascia intravedere la giarrettiera e mostra le spalle scoperte.

Un'immagine classica di Betty Boop
Una classica immagine di Betty Boop

Il giusto mix di autoironia e di sex appeal rende Betty Boop una bomba di sensualità: non è esagerato sostenere che, ai tempi in cui è comparsa, si sia rivelata un personaggio sovversivo. Infatti oggi è ritenuta all’unanimità una delle prime sex symbol dell’animazione al cinema.

Helen Kane
Le caratteristiche del personaggio di Betty Boop si ispirano a quelle di Helen Kane, cantante newyorchese degli anni ’20. Helen Kane (Bronx, 4 agosto 1903 – Queens, 26 settembre 1966) divenne celebre grazie alla canzone “I Wanna Be Loved by You“.

Ispirata a Helen Kane, cantante molto famosa negli anni Venti, è stata a suo modo un simbolo della Grande Depressione: la spensieratezza del jazz si riflette nel suo modo di agire, ma la sua fama è dovuta alla capacità di andare incontro a un pubblico adulto in cerca di allusioni sessuali, pur nell’ambito di storie surreali.

Forse proprio per questo motivo il suo personaggio non è durato molto a lungo: in un primo momento le è stato affiancato un pagliaccio, Koko il Clown, con l’obiettivo di cercare di stemperare e rendere meno hot i toni del cartone; ma questo tentativo, così come quello che ha portato all’inserimento di un cucciolo di cane di nome Bimbo e di un simpatico anziano di nome Grumpy, non ha dato gli esiti sperati.

Il personaggio di Betty Boop viene messo in evidenza in tutta la sua teatralità in “Minnie the Moocher” (celebre canzone cantata da Cab Calloway, anche nel film The Blues Brothers), dove si mostra come una ragazza dell’era moderna, un’adolescente che agisce in netto contrasto con un mondo vecchio che vuole lasciarsi alle spalle: quello dei suoi genitori.

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Tanto è bastato a Betty per guadagnarsi la capacità di sopravvivere a sé stessa: se è vero che dagli schermi cinematografici è sparita in modo prematuro, è altrettanto vero che con il passare del tempo il personaggio ha acquisito sempre più valore e guadagnato stima, al punto da divenire un mito dell’animazione: è anche apparsa in “Chi ha incastrato Roger Rabbit?”, il celebre film del 1988 di Robert Zemeckis, e una ragione ci sarà.

Perché Betty Boop è scomparsa così presto dagli schermi?

Nel 1932, Helen Kane ha intentato una causa non solo contro Fleischer, ma anche contro la Paramount Publix Corporation, accusandoli di avere sfruttato la sua personalità e la sua immagine con una caricatura deliberata. A dire la verità, Betty Boop è stata ispirata anche da Clara Bow, stella della stessa Paramount; ad ogni modo, la Kane ha perso la causa.

Clara Bow
L’attrice Clara Bow (Brooklyn, 29 luglio 1905 – Los Angeles, 27 settembre 1965), fu una delle dive più celebri dell’età del jazz e un’icona del cinema degli anni ’20.

Non è colpa della Kane, quindi, se Betty Boop ha dovuto dire addio ai suoi fan. Le responsabilità sono, invece, del pubblico conservatore, ma soprattutto della rigorosa applicazione del Codice Hays, che nel 1934 ha fatto sì che il personaggio venisse in un certo senso snaturato.

Il Codice Hays, detto anche Production Code, è una serie di linee-guida che per molti decenni ha governato e limitato la produzione del cinema negli Stati Uniti.

Costretta a sostituire i suoi tradizionali abiti seducenti con un look molto più castigato, obbligata ad accudire animali e a svolgere le faccende di casa, Betty Boop ha perso tutto il suo fascino e il suo magnetismo. La sua ultima apparizione sugli schermi risale al 1939.

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Tra i film più famosi con Betty Boop, si ricordano “Betty domatrice”, “Scuola di ballo”, “Betty al Luna Park”, “Betty cantatrice ambulante”, “Imitazioni di Betty”, “Betty e il liquido magico”, “Betty fra i selvaggi” e “Betty presidentessa” (del 1932), “Betty automobilista”, “Betty cerca impiego”, “Betty e il mostro”, “Le invenzioni di Betty”, “Betty chiromante” e “Il compleanno di Betty” (del 1933), “Betty e il cagnolino”, “Betty e il suo paladino”, “Il sogno di Betty”, “L’esposizione di Betty”, “Betty salvata dalle acque” e “Gas esilarante” (del 1934) e “Il capro espiatorio”, “Betty la mosca” e “I rumori della città” (del 1935), oltre a “L’ospedale delle automobili di Betty” (del 1939).

Nel 1985 è stato trasmesso uno speciale televisivo intitolato “The Romance of Betty Boop”, prodotto da Bill Melendez e Lee Mendelson, gli stessi creativi che si sono occupati degli speciali dedicati ai Peanuts. Nel 1989, invece, è stato realizzato “The Betty Boop Movie Mystery”.

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Calimero (breve storia) https://cultura.biografieonline.it/calimero/ https://cultura.biografieonline.it/calimero/#comments Tue, 09 Jun 2015 11:13:22 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=14421 Calimero, il pulcino piccolo e nero, è uno dei personaggi dei cartoni più amato, talmente famoso da essere diventato un cult! È entrato nelle case degli italiani grazie alla pubblicità di un detersivo, della quale era protagonista. Era un Carosello del lontano 14 luglio 1963: Calimero era un pulcino che veniva disconosciuto dalla mamma perché nero. Così, lavato e profumato grazie al detersivo della società Mira Lanza, tornava ad essere pulito e di colore giallo e veniva accolto di nuovo accolto dalla sua famiglia.

Calimero
Calimero, il celebre pulcino nero

Storia di Calimero

La prima pubblicità che vede Calimero protagonista andò in onda una sera su Carosello, una striscia quotidiana che veniva trasmessa dopo il telegiornale tutti i giorni dalle 20: 50 alle 21:00. Il programma consisteva in una serie di sketch televisivi in cui si poteva si pubblicizzare il prodotto ma si era obbligati anche ad inventare una piccola storiella ad esso legata, per garantire comunque uno spettacolo ai telespettatori. Il programma era seguitissimo e venne trasmesso per quasi vent’anni, dal 1957 al 1977 per un totale di 7261 episodi.

Calimero - pubblicità
Carosello: Calimero e la pubblicità

Come registi e attori, parteciparono volti notissimi: Pier Paolo Pasolini, Pupi Avati, Federico Fellini, Totò, Vittorio Gassman, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, Renzo Arbore e persino Frank Sinatra.

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Carosello divenne così il trampolino di lancio per il personaggio di Calimero, che piano piano si distaccò da questo contenitore preserale e venne presentato come cartone autonomo. I primi autori del personaggio furono: Nino, Toni Pagot e Ignazio Colnaghi.

Oltre alle storie di Carosello, vennero realizzati anche 290 episodi a colori doppiati in moltissime lingue. Persino in Giappone Calimero è conosciuto e popolare come in Italia: la Rai, in coproduzione con alcune TV giapponesi, realizzò in due tempi (1974-75 e poi 1994-95) quasi 100 episodi dedicati al pulcino nero.

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Il personaggio è stato poi legato anche a numerose campagne di merchandising, diventando il volto di pubblicità, non solo di detersivo, ma anche di accessori per la scuola e gadget.

Calimero - Carta - Punti
Calimero: nei detersivi si trovavano carte a punti

Dal 2014 Calimero va di nuovo in onda su Rai Due su Cartoon Flakes. Sono stati infatti realizzati dal 2013 altri 104 episodi di 11 minuti ciascuno, cosicché anche i bambini delle nuove generazioni possano entrare in contatto con la sua storia.

Le sigle del cartone sono molto note: quella degli anni Settanta vanta, tra gli altri collaboratori, autori come Luciano Beretta e Carmelo La Bionda. Famosa anche la Calimero Dance, cantata da Cristina D’Avena e composta da Franco Fasano, forse la più conosciuta tra le generazioni.

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Il personaggio di Calimero e la trama 

Il nome Calimero deriverebbe dalla chiesa in cui si sposò Nino Pagot, quella milanese di San Calimero, e l’ambientazione in campagna dalle origini venete sempre dello stesso autore.

Calimero è il quinto figlio della gallina Cesira, una gallina veneta, e di Gallettoni, un gallo nero un po’ burbero che vive da sempre nel guscio dell’uovo da cui è nato. Nella fattoria il pulcino deve affrontare una serie di avventure, a causa del suo stato di “brutto anatroccolo”, dove non sempre il bene trionfa. Nelle puntate in onda con Carosello, viene salvato dall’olandesina della pubblicità di detersivi che lo lava, dimostrando che lui non è nero ma è solo sporco!

La fattoria in cui vive è popolata da tanti personaggi, tra questi ricordiamo: il papero Piero, molto furbo; il professore Gufo Saggio; la fidanzata Priscilla e l’amico Valeriano che invece incarnano le figure positive. Calimero viene quasi sempre salvato dalle brutte avventure da una figura buona, specie nel periodo natalizio.

Le storie indipendenti da Carosello hanno più ampia autonomia. La differenza rispetto alle prime è che il pulcino non viene abbandonato dai genitori ma vive insieme a loro e a tutta la famiglia nella fattoria.  Qui il piccolo non ritorna bianco ma resta sempre di questa speciale colorazione che lo contraddistingue. Le avventure del pulcino proseguono con gli stessi personaggi, di poco modificati.

Nell’immaginario comune Calimero incarna il piccolo brutto anatroccolo, che viene addirittura allontanato dalla famiglia per la sua caratteristica fisica. È stato anche aspramente criticato da molti a causa dell’utilizzo di toni quasi razzisti e per la presa in giro del regionalismo veneto ma tutto ciò non ne ha impedito il successo.

Il personaggio è diventato un cult nell’immaginario dei bambini di tutto il mondo perché rappresenta le disavventure che ogni persona vive, discriminata a causa di qualsivoglia motivo. Forse questo è il segreto di tanto successo: capita a tutti almeno una volta nella vita di sentirsi come Calimero, e soprattutto di desiderare una storia a lieto fine.

Calimero vive però anche tante belle avventure e si confronta con aspetti della vita fondamentali, una caratteristica importante che lo distingue da molti cartoni di oggi. In particolare colpisce la differenza con quelli contemporanei per l’insegnamento trasmesso, una morale leggera e velata ma comunque sempre presente.

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Paperino: breve storia https://cultura.biografieonline.it/paperino/ https://cultura.biografieonline.it/paperino/#comments Mon, 01 Jun 2015 09:39:50 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=14339 Paolino Paperino (il cui nome originale americano è Donald Duck) è uno dei personaggi dei fumetti più amati al mondo. È un simpatico papero vestito con una blusa dal fiocco rosso e il berretto da marinaio, con le zampe gialle e lo sguardo vispo. È il protagonista di fortunati fumetti, racconti e film della Disney, entrato ormai nell’immaginario collettivo come personaggio simpatico, sfortunato e fannullone ma sempre pronto a lanciarsi in nuove avventure.

Paperino
Paperino

La storia di Paperino narra che sarebbe figlio della sorella di Paperon de’ Paperoni, chiamata Ortensia de’ Paperoni, e di Quackmore Duck, figlio di Nonna Papera. Ha una sorella gemella, Della Duck, che è la madre di Qui, Quo e Qua, i tre nipotini che Paperino cresce e che vivono insieme a lui.

Paperino è un antieroe, incarna il classico uomo moderno, pieno di nevrosi, alla perenne ricerca del lavoro che possa cambiare la sua vita, con molti problemi non solo economici. La differenza con Topolino, sempre in gamba e in linea in tutti in contesti, è proprio questa: essere sempre fuori luogo. È questa la sua caratteristica più evidente che attira maggiormente le simpatie del pubblico.

La nascita di Paperino

Il personaggio di Paperino esordì per la prima volta con Wilfred Jackson, direttore di molti cortometraggi di Topolino, come vicepresidente del Circolo dei Pigri in un corto incentrato proprio sul tema della pigrizia.

L’esordio sulla carta stampata avvenne nel 1934 grazie ad Al Taliaferro che iniziò a disegnare le daily strip americane (strisce a fumetto pubblicate sui quotidiani). Da quel momento il successo fu inarrestabile: Taliaferro continuò a disegnare giornalmente le avventure del papero più famoso del mondo fino al 1969. La prima storia settimanale, con i testi di Ted Osborne, era intitolata I due fannulloni e ottenne moltissimo successo diventando anche un film.

La prima apparizione nei cartoni animati risale al 9 giugno 1934, con “La gallinella saggia” (The wise little hen).

Il Paperino americano ha però alcune caratteristiche differenti da quello nostrano: si tratta sempre di un papero molto sfortunato ma in questo caso è anche un grande scansafatiche e fannullone, in linea con il clima dell’economia di guerra del tempo. Venne anche utilizzato per la propaganda anti nazista.

Nel 1935 debuttò sul giornale dedicato a Topolino, grazie al disegnatore Floyd Gottfredson. Egli li utilizzò prima in coppia, con Paperino in veste di spalla di Topolino, e poi in trio con Pippo. Paperino ottenne però un così grande successo che il disegnatore decise di separare i due personaggi creando storie diverse, che vengono riunite tutt’oggi solo in occasioni di festività, come il Natale.

Le strisce di Taliaferro divennero conosciutissime al punto che la Disney decise di creare delle tavole domenicali apposite, nelle quali fecero la comparsa per la prima volta nel 1937 i nipotini Qui, Quo e Qua, il cugino mangione Ciccio, la fidanzata Paperina, il professor Pico de Paperis e la celebre Nonna Papera.

Il successo degli anni Sessanta

Il vero successo di Paperino lo dobbiamo ad un altro disegnatore: Carl Barks, detto anche l’uomo dei paperi. Egli si occupò quasi esclusivamente di questo personaggio, diventando il creatore di Paperopoli.

Carl Barks
Carl Barks, “sindaco” di Paperopoli

Realizzò storie sulla vita quotidiana di Paperino ma anche delle trasposizioni in altre epoche storiche (es. Paperino e il mondo degli Incas) immersioni nel vecchio e selvaggio West, avventure e missioni in tutto il mondo.

Zio Paperone
Zio Paperone (Paperon de’ Paperoni) • Il nome originale è: Scrooge McDuck (Uncle Scrooge)

Barks inventò per Paperino i lavori più disparati e soprattutto il personaggio di Zio Paperone, parente taccagno e sfruttatore di Paperino che lo fa lavorare per 30 cent di dollaro l’ora guadagnati lucidando le monete del suo deposito. Lo trascina inoltre alla scoperta di tesori misteriosi o missioni impossibili, quasi tutte terminanti con un fallimento per colpa dello zio o del nipote e che si concludono con la fuga dell’uno e l’ira dell’altro. I siparietti tra i due sono senz’altro i momenti più divertenti della saga.

Paperino in Italia

Le prime storie di Paperino in Italia apparvero tra il 1937 e il 1940 ad opera di Federico Pedrocchi nella rivista chiamata Paperino Giornale. Il Paperino italiano è un uomo che incarna l’italiano medio, cerca lavoro ed è letteralmente perseguitato dalla sfortuna, incappando in problemi assurdi frutto di situazioni complicate. Vive in una villetta a Paperopoli, di proprietà dello zio Paperone, insieme ai suoi nipotini Qui, Quo e Qua.

Trascorre le sue giornate sull’amaca in giardino oppure sul divano a guardare la televisione e ogni volta che prova a trovare un lavoro fallisce nella ricerca o incappa in occupazioni stranissime, come il guaritore di automobili.

È fidanzato con Paperina ma il loro rapporto entra spesso in crisi a causa della pigrizia di lui, così lei preferisce uscire con il cugino fortunatissimo Gastone, che incarna l’esatto opposto di Paperino. Un altro cugino famoso è Paperoga, perseguitato dalla sfortuna ancor di più di Paperino stesso.

Nel 1969 Paperino assunse per la prima volta le vesti di supereroe con la maschera di Paperinik, grazie al disegnatore Guido Martina, che lo inserì in una riuscitissima atmosfera noir. Il supereroe è impegnato a combattere malvagi criminali e a risolvere i problemi della città, nascondendosi di giorno nella sua insospettabile vita da pigro cittadino.

Paperinik
Paperinik

Attualmente in Italia esistono cinque identità diverse di Paperino: Paolino Paperino (sfortunato), Paperinik (supereroe senza paura e quindi alter-ego del classico Paperino), Pikappa (supereroe ipertecnologico), agente segreto della P.I.A. (Paperon Intelligence Agency, servizio segreto ideato da Paperon de’ Paperoni a difesa del proprio patrimonio), e Double Duck (agente segreto).

A Paperino sono stati dedicati videogiochi, film, cartoni e chi più ne ha più ne metta. Forse ciò che più colpisce di lui è proprio il suo essere imperfetto, come un uomo comune con i suoi pregi e difetti, capace di ironizzare della sua sfortuna. Qui il segreto del suo enorme successo, che prosegue ancora oggi in tutto il mondo.

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Differenza tra manga e anime https://cultura.biografieonline.it/manga-anime-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/manga-anime-differenze/#comments Tue, 15 Jul 2014 21:00:09 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11561 Tutti gli appassionati del mondo dei cartoon, conoscono la differenza che passa tra manga e anime. Ma per i più profani, qual è la sostanziale differenza tra le due parole? Scopriamolo in questo articolo che ne mette in luce le caratteristiche diverse e quelle analoghe.

Anime - Dragon Ball
I personaggi di Dragon Ball

Manga

Con il termine manga vengono indicati, in Giappone, i fumetti in generale, mentre nel resto del mondo questo termine viene usato per indicare “storie a fumetti giapponesi“. Il termine manga, letteralmente “immagini derisorie”, venne usato per la prima volta alla fine del XVIII secolo per alcune pubblicazioni, come il libro d’illustrazioni “Shiji no yukikai” di Santo Kyoden e il “Manga hyakujo” di Aikawa Minwa.

In seguito fu anche usato dal famoso artista giapponese Hokusai in “Hokusai manga” e da Rakuten Kitazawa, che fu realmente il primo disegnatore ad utilizzare il termine manga. Altre parole per indicare il fumetto in Giappone sono: toba-e (proveniente da Toba, artista del XI secolo) e ponchi-e che proviene dalle popolari maschere inglesi Punch e Judy.

Il fenomeno manga si afferma maggiormente nel nostro Paese agli inizi degli anni Novanta, grazie a case editrici come la Glenat con la pubblicazione di Akira, la Granata Press con la pubblicazione di Ken il Guerriero e di alcune riviste quali Mangazine e Zero. Successivamente, la casa editrice Star Comics pubblica, tra gli altri, gli indimenticabili e famosissimi manga di Dragon Ball.

Manga: il fumetto giapponese Dragon Ball
Manga, fumetti giapponesi

Anime

Per anime, invece, si intende l’animazione e i cartoni animati solitamente tratti dal manga stesso, mentre in Occidente questo termine viene comunemente utilizzato per indicare le opere di animazione di produzione esclusivamente giapponese.

Il termine deriva dall’abbreviazione di animeshon (traslitterazione giapponese della parola inglese animation, ovvero animazione). Le anime possono essere prodotte in diversi format: per il mercato home video come original anime video, per la televisione sottoforma di serie televisive, per internet e le web tv come original net anime e, infine, per il cinema come lungometraggi, mediometraggi o cortometraggi.

In Giappone i format descritti vengono normalmente indicati rispettivamente come: TV Anime (TVA), Original Video Anime (OVA), Movie e Net Anime (NETA).

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I Flintstones https://cultura.biografieonline.it/flintstones/ https://cultura.biografieonline.it/flintstones/#comments Thu, 27 Sep 2012 08:13:26 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=3946 The Flintstones, la cui traduzione dall’inglese è pietra focaia, è un cartone animato creato dalla casa di produzione statunitense Hanna & Barbera, trasmesso per la prima volta negli USA il 30 settembre 1960.

The Flintstones
The Flintstones – Gli Antenati

La serie è ambientata nell’età della pietra: i protagonisti Fred Flintstone, la moglie Wilma, la loro figlia Ciottolina ed i loro amici Barney Rubble, la moglie Betty ed il loro figlio adottivo Bam Bam, vivono nella cittadina di Bedrock. A far loro compagnia il fedele cucciolo domestico Dino, un dinosauro.

Le spassose avventure quotidiane de Gli Antenati (questo è il titolo italiano) si svolgono fra automobili di pietra azionate con la forza dei piedi dei conducenti, volatili che sostituiscono il clacson ed aeroplani che consistono in enormi dinosauri volanti dotati di sedili per passeggeri posti sul dorso.

Il giradischi dei Flintstones
Il giradischi dei Flintstones

Per ovviare alle mancanze dell’epoca preistorica, non mancano tecnologie “all’avanguardia” che accrescono le comodità dei protagonisti: mammut nascosti sotto il lavandino che fungono da tritarifiuti, ascensori azionati da brontosauri, aspirapolvere impersonati da un dinosauro a testa in giù.

Per immortalare i momenti da ricordare, le macchine fotografiche hanno all’interno piccoli uccelli che, con pietra e scalpello, realizzano l’immagine dei soggetti fotografati. Per allietarsi ascoltando buona musica, a casa Flintstone non bisogna far altro che azionare il becco di un volatile preistorico come puntina del giradischi e per contattare qualcuno sono dotati di telefono a forma di corno.

Fred, il corpulento protagonista, è irascibile e pigro ma allo stesso tempo geniale, lavora in una cava dove è presente una gru-dinosauro ed è un assiduo giocatore di bowling, suo sport preferito, rigorosamente da praticare con birilli di pietra. Il suo grido di battaglia è il celebre: “Yabba-Dabba-Doo!.

Fred e Wilma Flintstones
Fred e Wilma Flintstones

E’ innamoratissimo di sua moglie Wilma, donna esile, determinata, dalla chioma rossa, ma a volte un pò burbero con lei.

Barney e Betty sono gli inseparabili amici e vicini di casa, con cui condividono le divertenti avventure

Il testo della sigla “Meet the Flintstones” è stata scritta da Hanna e Barbera in persona.

Nell’immaginario collettivo, l’uomo preistorico è spesso figurato con le sembianze dei protagonisti de I Flintstones, un cartone amato dal pubblico di ogni età, che conta ben 166 episodi.

Nel 1994 è stato prodotto per il grande schermo il film “I Flintstones” in cui John Goodman veste i panni di Fred Flintstone e Rick Moranis quelli dell’amico Barney.

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Storia di Topolino – Mickey Mouse https://cultura.biografieonline.it/storia-di-topolino-mickey-mouse/ https://cultura.biografieonline.it/storia-di-topolino-mickey-mouse/#comments Tue, 19 Jun 2012 18:37:32 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2650 Mickey Mouse, vero nome di Topolino, nasce nel 1928 da un’idea di Walt Elias Disney (Chicago, 5 dicembre 1901 – Burbank, 15 dicembre 1966), animatore, fumettista, imprenditore e cineasta. Walt Disney stava cercando di farsi strada nel mondo della produzione cinematografica, e si narra che, nel 1928, durante un viaggio di ritorno da New York, deluso per aver perduto in un solo colpo i diritti del personaggio di successo da lui creato, “Oswald the Lucky Rabbit” (Oswald il coniglio fortunato) – e insieme ad esso tutto lo staff del suo studio di Hollywood –  cominciò a pensare ad un nuovo cartone animato che avesse le fattezze di un topolino, proprio come quelli che scorazzavano sulla scrivania del suo studio.

Topolino a Disneyland
Topolino a Disneyland

Walt Disney
Walt Disney

Pensò di chiamarlo Mortimer, ma la moglie di Disney, Lillian, lo consigliò di cambiarlo con un nome meno minaccioso, tipo Mickey Mouse. Fu così che Walt si decise e si mise all’opera, aiutato dall’amico e collaboratore fidato, Ub Iwerks (24 marzo 1901 – 7 luglio 1971), insieme a pochissimi altri.

Lavorarono in segreto al progetto, giorno e notte, finché il 15 maggio 1928, in una proiezione privata, debuttò per la prima volta nel film “Plane Crazy” (- L’aereo pazzo – nel quale compare anche la fidanzata Minnie) il personaggio di Topolino: un topo antropomorfo, con grandi orecchie tonde, una lunga coda, dei calzoncini corti con i bottoni.

Nonostante una discreta accoglienza, nessuno volle distribuire il film del nuovo personaggio. All’epoca era di moda il gatto Felix, un gatto nero e intraprendente, perfetto contraltare del nuovo Topolino.

Senza farsi abbattere, Walt Disney continuò a lavorare e produsse un secondo film, “Gallopin’ Gaucho” (- Il gaucho galoppante – in riferimento al film “The Gaucho”, che Douglas Fairbanks aveva girato nel 1927), in cui Topolino, ancora insieme a Minnie, ha le scarpe ai piedi e un nemico grande e grosso, che però non riesce a sconfiggerlo: il gatto Gambadilegno.

Titoli di testa originali di “Steamboat Willie”

Intanto nel cinema era arrivato il sonoro a soppiantare il muto, e nascevano i primi cosiddetti “talkies”.

Disney non si diede per vinto e lavorò per produrre un altro film con Topolino protagonista, aiutato sempre da Ub Iwerks: “Steamboat Willie” (- Willie del battello a vapore -). Questo cartoon nacque come parodia di una comica di Buster Keaton (Piqua, 4 ottobre 1895 – Los Angeles, 1º febbraio 1966), dal titolo “Steamboat Bill Jr.”, che era uscito nelle sale il 12 maggio del 1928.

Il cartoon fu prodotto con il sonoro sincronizzato, il primo nella storia del cinema. Ma, nonostante questo, non si trovava ancora un distributore. Disney alla fine accettò l’offerta del titolare di una sala di Broadway: il 18 novembre 1928 il film venne proiettato al Colony Theater di New York, insieme al cortometraggio “Gang War”. E quel giorno arrivò il successo ed il consenso unanime di pubblico e critica.

Disney aggiunse il sonoro anche ai due precedenti cortometraggi muti. Era lui stesso a dare la voce al suo personaggio.

Il 1929 fu l’anno in cui esplose il fenomeno negli Stati Uniti. Topolino consolidò il suo successo film dopo film, evolvendosi nell’aspetto (vennero aggiunti i guanti bianchi e le forme si arrotondarono), così come nel carattere: da personaggio di provincia ad ometto intraprendente.

Dopo 15 cortometraggi Topolino era pronto per passare al fumetto. La Kyng Feature Syndacate contattò Walt Disney per le “daily strips”, le strisce quotidiane a fumetti. La prima apparizione risale al 13 gennaio 1930. Le prime erano avventure scanzonate, come quelle proposte nei film. Disney scriveva le storie, Iwerks le disegnava e Win Smith dosava le chine.

Ad un certo punto, Iwerks passò alla concorrenza, Disney era troppo impegnato con i film per occuparsi anche del fumetto, e Smith da solo non riusciva a gestire tutto il lavoro. Così nel maggio 1930 arrivò nella squadra Floyd Gottfredson (Kaysville, 5 maggio 1905 – 22 luglio 1986). Questi ambiva a lavorare nei film, ma Disney lo convinse, assicurandogli che i fumetti sarebbero stati solo un compito temporaneo.

Il 5 maggio 1930 esce “Topolino e la valle della morte”, la storia completa iniziata da Disney e portata a termine da Gottfredson, in cui compaiono anche i nuovi personaggi di Orazio e Clarabella. Lentamente Gottfredson fece maturare il personaggio di Topolino, che da monello di provincia diventò un vero investigatore di città. Così, mentre i cartoon erano incentrati esclusivamente sulla commedia, il fumetto aggiungeva anche l’avventura. E se in seguito Topolino era diventato più simile allo stile di Sherlock Holmes, ai nostri giorni il personaggio ha ritrovato il carisma del topo avventuroso, secondo l’impronta di Gottfredson.

In Italia il fumetto di Topolino fa la sua prima comparsa il 30 marzo 1930,  sul numero 13 del settimanale torinese “Illustrazione del popolo”, in cui fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks dal titolo “Le avventure di Topolino nella giungla”. Nel 1932 esce il primo libro illustrato italiano “Sua Altezza Reale il Principe Codarello”.

Il 31 dicembre 1932 esce il primo numero di “Topolino” nel formato di giornale per Nerbini Editore. Sulla scia de “Il Corriere dei Piccoli”, anche “Topolino” aveva cadenza settimanale, e all’inizio c’era un storia con la didascalia in rima scritta da Giove Toppi, il primo autore Disney in Italia. Venivano inoltre pubblicate le strisce di Floyd Gottfredson con delle didascalie in rima, scritte dal direttore del giornale, Paolo Lorenzini (nipote di Carlo Collodi). In questa occasione venne anche assegnato il nome definitivo all’amico strampalato di Topolino: Pippo.

Per problemi burocratici, Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti dell’originale americano e, dopo alterne vicende, l’11 agosto 1935 uscì il numero 137 del giornale di “Topolino” con il nuovo editore, Mondadori.

Durante le guerre mondiali fu più volte sospesa la pubblicazione, per motivi di censura. Alla fine degli anni Quaranta i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate con solo due tavole ad episodio entrarono in crisi. Mondadori però non voleva rinunciare al giornale di “Topolino”, perché insieme ad esso avrebbe perso anche i fruttuosi diritti delle pubblicazioni da libreria. Così fu presa la drastica decisione di cambiare formato e periodicità.

La copertina del libretto numero 1 del 1949

Nel 1949 nacque “Topolino”, il periodico in formato di libretto, dapprima con uscite mensili, poi quindicinali, fino alle settimanali. Il libretto ha ospitato ed ospita le storie più famose, da quelle di Carl Barks (il creatore della città dei paperi, Paperopoli, e di Paperon de’ Paperoni), a Floyd Gottfredson, a Romano Scarpa, a Giovan Battista Carpi, e molti altri ancora.

A Topolino e al suo creatore sono stati assegnati innumerevoli premi e riconoscimenti. A lui e al suo mondo sono dedicati libri, linee di abbigliamento, giochi, videogame, gadget, serie, film e cartoni, oltre ai parchi divertimento più celebri: Disneyland.

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