carnevale Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Mon, 07 Mar 2022 12:14:29 +0000 it-IT hourly 1 Il Carnevale di Arlecchino, quadro di Miró: storia e interpretazione https://cultura.biografieonline.it/miro-carnevale-di-arlecchino/ https://cultura.biografieonline.it/miro-carnevale-di-arlecchino/#comments Thu, 17 Feb 2022 09:32:13 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12740 Dopo il periodo impressionistico, Joan Mirò si dedica al Surrealismo. Una delle opere più rappresentative di questo periodo è Il Carnevale di Arlecchino. E’ un dipinto realizzato dal pittore e scultore spagnolo nel periodo che va dal 1924 al 1925.

Si tratta di un quadro con tecnica a olio su tela, eseguito nello studio Blomet a Parigi. E’ conservato attualmente nella Albright-Knox Art Gallery di Buffalo, nello stato di New York (Stati Uniti d’America).

Carnevale di Arlecchino - Joan Miró - 1925
Il Carnevale di Arlecchino è un celebre quadro realizzato da Joan Miró tra il 1924 e il 1925

Il Carnevale di Arlecchino: breve storia e analisi del quadro

Nella sua opera sono evidenti le impronte surrealiste: il pittore, dopo la Prima Guerra Mondiale, aderì a questa corrente artistica.

Il dipinto venne realizzato prima che Breton scrisse il “Manifesto surrealista” e venne interpretato come un “chiarimento del subconscio umano”.

Venne definito uno dei capolavori del movimento surrealista; ciò perché esprime gli obiettivi e i traguardi di questo movimento culturale molto diffuso nella cultura del Novecento, che nasce come evoluzione del Dadaismo.

Joan Miró
Joan Miró

Nell’opera è evidente il gusto per la vivacità cromatica e il senso del fantastico di tradizione mediterranea. L’artista non rappresenta più, come nel precedente “La fattoria”, la realtà visibile, ma solo quella del suo inconscio. Joan Miró utilizza nella sua opera uno stile sempre più marcato: si distacca dalla pittura convenzionale e mette in atto la tecnica surrealista dell’automatismo psichico; il corpo viene messo a dura prova per permettere all’immaginazione di perdersi in visioni fantastiche e surreali.

In questo modo, Miró si propone di esprimere, con la sua pittura, il reale funzionamento del pensiero o comando del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale.

Il carnevale rappresentato da Miró è definito come un momento di baldoria che nel calendario cristiano si conclude il giorno prima del Mercoledì delle Ceneri.

Il Carnevale di Arlecchino: il quadro

Nel dipinto Carnevale di Arlecchino, possiamo ammirare:

  • un gatto,
  • un tavolo,
  • un pesce,
  • una scala.

E’ anche quasi un gioco cercarli e trovarli.

Dalla finestra, si intravede un triangolo nero che emerge; esso simboleggia con tutta probabilità la bellissima Tour Eiffel.

La celebre torre Eiffel, simbolo di Parigi e della Francia
La celebre torre Eiffel, simbolo di Parigi e della Francia

Nel quadro, si notano anche minuscole forme in un grande spazio vuoto:

  • note musicali,
  • oggetti fantastici,
  • piccole figure indecise tra l’essere umano e l’animale;
  • infine un cerchio verde trafitto da una freccia sottile, posto su di un tavolo; questo simboleggia probabilmente un mappamondo.

Tutti questi non sono altro che elementi della realtà che si trasformano, dando origine alla visione pittorica.

Il pittore nella sua opera tende a ricreare un ambiente surreale che però non si discosta dall’ambiente reale.

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Nel dipinto compare ancora una volta la scala a pioli, ricorrente nei suoi lavori. E’ evidente che la scala simboleggia la fuga dalla realtà e rappresenta un trampolino di lancio che parte dalla realtà e va oltre: è la fantasia, il surreale.

Gli animali sono quelli che Joan ha sempre rappresentato e amato: il gatto è quello che era sempre al suo fianco anche quando lui dipingeva; il triangolo fuori dalla finestra rappresenta la Tour Eiffel (il monumento più famoso di Parigi) e la sfera che simboleggia la Terra attraverso un mappamondo.

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Coriandoli di Carnevale: chi li ha inventati e perché https://cultura.biografieonline.it/coriandoli-storia/ https://cultura.biografieonline.it/coriandoli-storia/#comments Fri, 12 Feb 2021 13:54:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=27913 L’inventore dei Coriandoli di Carnevale si chiama Enrico Mangili. Qui vi racconto come arrivò a pensare di utilizzare dei minuscoli dischetti di carta colorata per celebrare il Carnevale. E come partendo dalla periferia di Milano, una tradizione secolare venne sostituita in tutto il mondo dall’invenzione di un italiano.

Coriandoli di Carnevale
Coriandoli di Carnevale

Prima dei coriandoli

Il Carnevale si celebra da secoli, tanto che esistono numerose sfilate di Carnevale tradizionali in tutta Europa. Il Carnevale più celebre d’Italia è quello di Venezia: la prima testimonianza scritta di questa festa risale addirittura all’anno 1094.

Dal 1500 circa si cominciò a lanciare dei confetti di zucchero dai carri delle sfilate verso il pubblico e viceversa. Tale tradizione durò fino al 1875 quando vennero concepiti i coriandoli come li conosciamo oggi.

fu un illustre abitante di Crescenzago, a lui si deve l’invenzione dei coriandoli e delle stelle filanti.

Enrico Mangili, l’inventore dei coriandoli

Enrico Mangili fu un ingegnere, industriale, filantropo, insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro. Fu proprietario di una stamperia di tessuti a Crescenzago, paese della zona Nord Est di Milano. Il piccolo centro alle porte del capoluogo lombardo fu poi annesso al comune di Milano nel 1923.

L’azienda tessile del Cavalier Mangili dava lavoro a molte donne del paese. Per far funzionare i macchinari si sfruttava anche la forza idraulica della corrente del Naviglio mediante una ruota (tutt’oggi nel muro di villa Lecchi, lungo il Naviglio della Martesana, è possibile individuare i segni di dove era posizionata la ruota).

Il settore tessile a quei tempi dava da mangiare a moltissime persone nella zona della Lombardia, da Como a Milano, dove si allevavano bachi da seta per la produzione dei tessuti. Come lettiere per i bachi da seta venivano utilizzati dei fogli speciali a cui venivano applicati dei fori.

Correva l’anno 1875 quando Mangili ebbe l’idea di riciclare i piccoli dischetti di scarto di questi fogli, proprio per utilizzarli durante le sfilate di Carnevale.

Fu così che nel tempo, i tradizionali confetti di zucchero vennero sostituiti dai coriandoli di carta.

Da dove deriva il nome coriandoli?

Il nome coriandoli deriva dal fatto che nella zona di Milano, i confetti che venivano lanciati durante la festa di Carnevale, erano semi di coriandolo ricoperti di zucchero.

coriandolo semi
Semi di coriandolo. Curiosità: sono un ingrediente base per alcuni tradizionali stili di birra, come le blanche belghe

La pianta del coriandolo era molto comune in quei tempi attorno a Milano.

coriandolo foglie pianta
La pianta del coriandolo e le sue tipiche foglie verdi. Il nome latino è Coriandrum sativum. E’ chiamato anche prezzemolo cinese oppure con il nome spagnolo cilantro.

Il successo dell’invenzione di Mangili

Visto il successo iniziale della sua idea, Enrico Mangili iniziò a commercializzare i coriandoli. Di fatto contribuì a cambiare un pezzo di tradizione e di storia del Carnevale.

In breve tempo i coriandoli entrarono a far parte della tradizione del carnevale milanese per poi diffondersi a livello mondiale.

Il Cavalier Mangili fu inoltre una persona di grandi vedute e dal grande cuore: come benefattore contribuì economicamente alla fondazione dell’asilo che ospitava i figli delle donne che lavoravano per lui, le filatrici di Crescenzago.

Enrico Mangili
Enrico Mangili: il busto presente nel suo asilo

Tutt’oggi l’asilo esiste e si trova in via Padova 269, a Milano. Nel giardino dell’asilo campeggia un busto che ricorda la figura dell’ingegner Mangili.

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Carnevale di Venezia: ecco dove e quando seguirlo online https://cultura.biografieonline.it/carnevale-venezia-dove-quando/ https://cultura.biografieonline.it/carnevale-venezia-dove-quando/#respond Fri, 12 Feb 2021 14:19:15 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=32717 Piazza San Marco, quest’anno, si presenta particolarmente vuota e triste. La tradizione del Carnevale a Venezia ha subito, a causa del Covid, una brusca battuta d’arresto. In questi giorni di Febbraio, di solito, la Città della Laguna si popolava di tantissime persone vestite con abiti e maschere colorati ed eleganti.

I palazzi più belli della città ospitavano feste e balli in maschere e Piazza San Marco si animava di turisti, famiglie, bambini in cerca di momenti di allegria ed evasione.

Ma il Carnevale veneziano non può certo morire, e così in questo anno così particolare si è deciso di trasferire la festa online. L’appuntamento, in streaming, è dalla Sede che ospita il Casinò di Venezia (Ca’ Vendramin Calergi), ogni giorno fino al 16 Febbraio prossimo, a partire dalle ore 17 (per un’ora e mezza circa). Il Carnevale di Venezia sarà trasmesso sul sito ufficiale del Carnevale, su Televenezia (canale 71 del digitale terrestre), sui vari canali social.

Quella di Venezia è una delle sfilate di Carnevale più importanti in Europa. [Photo Credit: elisadt.it]

Interviste, racconti, aneddoti e curiosità sulla festa più attesa dell’anno dai Veneziani: è prevista un’interessante carrellata di notizie, storie ed informazioni sul presente, passato, e sui luoghi ed i protagonisti del Carnevale a Venezia.

Dal 12 al 16 Febbraio, per evitare assembramenti, è stato disposto un limite di accesso in alcune strade di Mestre e Venezia. In particolare, nel prossimo week end di Carnevale, saranno attuate diverse misure per contenere l’afflusso di persone nelle vie, per consentire che si possa festeggiare senza eccessi per non rinunciare alla sicurezza che il periodo impone.

Intanto anche Venezia, immobile per troppi mesi come tante città d’arte italiane, prova a ripartire aprendo nuovamente i luoghi della Cultura. Palazzo Ducale riapre al pubblico dopo quattro mesi l’11, 12, 15 e 16 Febbraio.

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Il Carnevale in Europa: le 9 sfilate più importanti https://cultura.biografieonline.it/carnevale-in-europa/ https://cultura.biografieonline.it/carnevale-in-europa/#comments Wed, 07 Feb 2018 07:03:37 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24001 Il carnevale con i suoi colori diffonde allegria ed è una festa che si svolge nei Paesi di tradizione cattolica. Si celebra nel periodo che va tra gennaio e febbraio. Il periodo varia in funzione della Pasqua. Così elementi giocosi e fantasiosi con l’uso appunto del mascheramento si manifestano attraverso le parate in pubbliche piazze. La parola carnevale deriva dal latino carnem levare cioè “togliere la carne”, come già spiegato in un articolo precedente sulle origini di questa festa, che indica appunto il banchetto che si teneva il martedì grasso. Le origini del carnevale risalgono ai riti pagani, che celebravano la fine dell’inverno per dare il benvenuto alla primavera. A livello europeo esistono varie sfilate. In questo articolo raccontiamo proprio come si svolge il carnevale in Europa con uno sguardo su alcune delle sfilate più famose. Tra queste ci sono quelle di Basilea, di Nizza, di Dusseldorf, di Malta, di Rethtymno (in Grecia), di Maastricht, di Aalborg, di Notting Hill e ovviamente il carnevale di Venezia, che è anche uno dei più celebri al mondo.

Carnevale di Venezia
Carnevale di Venezia

Il carnevale di Venezia (Italia)

In Italia è molto famoso il carnevale di Venezia. Il carnevale del capoluogo veneto è tra i più conosciuti non solo a livello europeo, ma a livello mondiale. Dalle origini antiche, si pensi che la prima testimonianza risale addirittura ad un documento del Doge Vitale Falier del 1094, dove si parla di festeggiamenti pubblici e dove viene citata la parola carnevale per la prima volta.

Quindi si passa al primo documento ufficiale che dichiara il carnevale di Venezia una festa pubblica. Si tratta dell’editto del 1296 con il quale il Senato della Repubblica dichiara festivo il giorno che precede la Quaresima. Da qui, in quest’epoca e per molti secoli, il carnevale dura sei settimane, a partire dal 26 dicembre al Mercoledì delle Ceneri, facendo cominciare certe volte i festeggiamenti già nei primi giorni di ottobre.

In pratica durante il carnevale le attività della città di Venezia passano in secondo piano, mentre i veneziani si concedono i festeggiamenti, tra divertimenti e spettacoli, allestiti in particolare in piazza San marco, lungo la Riva degli Schiavoni e nei campi di Venezia. Qui ci sono attrazioni di ogni tipo: acrobati, giocolieri, musicisti, danzatori, e ancora: spettacoli con animali e varie esibizioni per un pubblico di varie età e di ogni classe sociale.

Il carnevale moderno di Venezia

Si basa su un programma di eventi e un calendario dettagliato che riguarda la grande manifestazione. La data ha inizio in coincidenza con il sabato precedente il Giovedì Grasso e termina il Martedì Grasso. I festeggiamenti durano undici giorni. In questi giorni si svolgono, proprio come in passato, feste di piazza ed eventi adatti ad ogni tipo di pubblico.

In Inghilterra: il carnevale di Notting Hill (Londra)

Lo spettacolare Notting Hill Carnival è nato nel 1964 in uno dei quartieri più eleganti di Londra, in Inghilterra, quello di Notting Hill appunto. Esso ospita una delle parate più importanti a livello europeo, seconda del mondo del genere caraibico, dopo quelle di Trinidad e Tobago. Il carnevale a Londra si celebra in estate, verso la fine di agosto, in questo famoso quartiere della parte ovest di Londra che si trasforma ogni anno in una meta simile ai Caraibi. E’ insomma una grande appendice, dove le sue strade vengono stravolte dal giocoso rumore e dai colori del carnevale. La folla raggiunge – o addirittura supera – il milione di persone.

Questa sfilata è seconda solo a quella di Rio de Janeiro ed è diventata proprio il più grande carnevale di strada in Europa. Il percorso dei festeggiamenti si articola su cinque chilometri, snodandosi nel centro del quartiere e lungo la Ladbroke Grove.

I partecipanti, dai vestiti di colore sgargiante, ballano al ritmo di jazz, soul, hip-hop, funk o semplicemente a ritmo di percussioni e tamburi. Si articola in quattro discipline: costumi e maschere, bande di ottoni, danze calypso e Soca, cioè un mix di musiche caraibiche e africane.

Il Carnevale di Londra, dai toni caraibici, si svolge nel quartiere di Notting Hill
Il Carnevale di Londra, dai toni caraibici, si svolge nel quartiere di Notting Hill

Danimarca: il carnevale di Aalborg

Nella città di Aalborg di circa 100.000 abitanti, che si trova nel nord dello Jutland, in pratica all’estremità settentrionale della Danimarca, il carnevale si svolge a maggio, per ovvi motivi legati alla temperatura. E’ una pittoresca città dove si fondono stili differenti che vanno dal rinascimentale al moderno. La nota caratteristica della sua sfilata è che ai festeggiamenti possono partecipare tutti. E’ sufficiente dipingersi il viso e poi partecipare alla parata insieme alle decine di migliaia di partecipanti. Il carnevale di Aalborg è il più grande di tutto il nord Europa.

Olanda: il carnevale di Maastricht

La festa a Maastricht per il carnevale dura tre giorni. Le fanfare sfilano per le strade della città a partire dalla Domenica del carnevale, dove la folla canta e balla lungo tutte le vie. I partecipanti indossano i tipici pekskes, cioè i costumi di carnevale. I bar per l’occasione restano aperti tutta la notte. Quindi i festeggiamenti si concludono il Mercoledì delle Ceneri, giorno successivo al carnevale, con un menu a base di Heering Biete, ovvero pane e aringhe.

Grecia: il carnevale di Rethymno

Proseguiamo l’articolo sulle sfilate più consigliate del carnevale in Europa, spostandoci in Grecia. Il carnevale in Grecia ha un tocco particolare sull’isola di Creta, a Rethymno, che si trova sulla costa nord-occidentale dell’isola. Qui si tengono i festeggiamenti che si articolano in sfilate, feste, costumi di fantasia, danza, musica, teatro e una enorme caccia al tesoro.

Il carnevale di Malta

A Malta il carnevale conta cinque secoli di tradizione. I festeggiamenti furono introdotti dal Gran Maestro Piero de Ponte nel 1535, proprio quando i Cavalieri Ospitalieri usarono l’isola come loro quartier generale. L’evento del carnevale si svolge nella capitale del paese, La Valletta. Qui sfilano carri allegorici con gruppi mascherati guidati dal Re Carnevale. Il programma ha inizio la settimana prima del Mercoledì delle Ceneri ed è fitto: gare di costumi, balli in maschera, oltre alla già citata sfilata dei carri.

Germania: il carnevale di Düsseldorf

A Düsseldorf, in Germania, lungo la valle del Reno, si celebrano vari festeggiamenti. È noto anche con il nome di carnevale Renano, caratterizzato dalla particolare presenza di molteplici balli in costume, feste, ricevimenti. La tipica maschera di questo carnevale è Hoppeditz: è una figura che rappresenta la pazzia, che si risveglia l’11 novembre di ogni anno per poi diventare protagonista dei festeggiamenti del mese di febbraio.

I festeggiamenti iniziano alle 11.11 dell’11° giorno dell’11° mese dell’anno, quindi l’11 novembre, giorno in cui la città viene consegnata a Hoppeditz e agli amici matti. Poi si passa ai festeggiamenti veri che precedono la Quaresima. Durante la festa c’è la tradizione dei Buetzchen, cioè i baci scambiati anche tra persone che non si conoscono. Mentre il giovedì grasso la città viene consegnata alle donne: sono le Moehnen a governare con il tipico carnevale delle donne. Si usa, alle ore 11.11, che le signore, presa in consegna la città, rapiscano il sindaco. Il sindaco riesce a liberarsi cantando melodie gioiose e offrendo alle signore bottiglie di vino.

Nel frattempo, le vie del centro vengono prese d’assalto con persone in costume che danzano e cantano. Secondo l’usanza poi, le donne devono tagliare le cravatte ai loro uomini, quindi si passa ai baci. La festa a Düsseldorf continua sino a notte inoltrata nei vari locali della città.

Carnevale Düsseldorf
Carnevale in Europa: Dusseldorf (2016) • Nella foto un carro allegorico in cui la Statua della Libertà americana, tiene in una mano la costituzione (verfassung) e nell’altra la testa del criticato presidente Donald Trump.

Il carnevale di Nizza (Francia)

Il carnevale di Nizza ha origini antichissime che risalgono al 1294. È la più importante festa invernale della Costa Azzurra. E’ una festa dove ogni anno partecipano oltre 600 mila spettatori che assistono alla famosa battaglia di fiori, alla parata del Martedì Grasso e ai fuochi d’artificio.

Durante la parata di quest’anno è in programma la partecipazione di 17 carri addobbati e automatizzati, di altezza che varia dagli otto ai sedici metri. Le sfilate si tengono di giorno e di notte. Mentre in Promenade des Anglais si tiene la battaglia dei fiori.

Il carnevale di Basilea (Svizzera)

A Basilea si svolge uno dei migliori carnevali d’Europa. Nella città svizzera si tiene il carnevale più grande del Paese dove sfilano i Fasnachtlers in costume lungo le vie della città. L’evento dura tre giorni e inizia con il Morgestraicht, ovvero il lunedì che segue al mercoledì delle Ceneri con strani personaggi travestiti che percorrono le vie della città con piccole lanterne poste sulla testa.

La particolarità della festa è data anche dalle caratteristiche lanterne che illuminano la città durante la parata, dove appunto vengono spente le luci dei lampioni. Al comando “Avanti, in marcia!”, si sentono i musicisti suonare. Incomincia così il carnevale.

Nei locali, la sera, si continua con esibizioni varie: dai versetti alle caricatura, dalle filastrocche ai commenti sull’anno precedente. Le esibizioni prendono il nome di Schnitzelbanken. Poi ci sono i Guggemuusige che sono i musicanti in maschera che si esibiscono il martedì sera. Il momento più spettacolare e bello è il cosiddetto Gassle. È il momento in cui si sviluppa lungo le vie più pittoresche la grande sfilata di partecipanti, singoli o in gruppi, tutti rigorosamente in maschera che suonano tamburi e pifferi, sino alle quattro del mattino del giovedì successivo al mercoledì delle Ceneri.

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Le origini del Carnevale https://cultura.biografieonline.it/carnevale-storia/ https://cultura.biografieonline.it/carnevale-storia/#comments Fri, 06 Feb 2015 12:30:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13194 Il termine Carnevale, che deriva probabilmente dal latino carnem levare ovvero “togliere la carne”, indica il banchetto che si teneva il martedì grasso, ovvero l’ultimo giorno di Carnevale, e contemporaneamente l’inizio del periodo di quaresima, tempo di digiuno e purificazione per i credenti in attesa della Pasqua. Secondo il calendario liturgico, questo periodo di festa inizia il giorno dell’Epifania e termina il mercoledì delle Ceneri; per il rito ambrosiano, dal momento che la quaresima inizia più tardi, la festa dura fino al sabato che precede la prima domenica di quaresima (questo periodo è chiamato “Carnevalone”).

Arlecchino
Arlecchino, tipica maschera del Carnevale italiano

Il Carnevale, “festa divina”

Anticamente febbraio (dal latino februare che significa “purificare”) era il mese dei riti di purificazione, tenuti in onore del dio etrusco Februus e della dea romana Febris; di commemorazione dei defunti, poiché segnava il passaggio dall’inverno alla primavera e permetteva un contatto con l’aldilà; dei riti di fecondazione, come nelle antichissime feste dei Lupercali in onore di Marte e del dio Fauno.

Durante il periodo che noi comunemente chiamiamo Carnevale nell’antica Roma, quindi, si celebrava la fertilità della terra che, dopo il torpore invernale, tornava a rivivere e nutrire uomini e animali. Per il loro carattere, l’antica festa romana dei Saturnalia (dedicata al dio Saturno) e le Dionisie greche (in onore del dio Dionisio) ricordano da vicino il nostro Carnevale.

Gli antichi vedevano in Saturno il dio dell’età dell’oro, un’epoca felice in cui tutti vivevano in uno stato di eguaglianza, ove l’abbondanza dei frutti terreni era una certezza. La rievocazione di quel momento, durante i Saturnalia, si esplicava oltre che con banchetti e balli con un momentaneo sovvertimento, in chiave scherzosa e dissoluta, degli obblighi sociali e delle gerarchie costituite, in favore del “caos” e del disordine che tutto permetteva.

Così, gli schiavi potevano considerarsi uomini liberi e comportarsi di conseguenza, eleggendo ad esempio un Princeps (caricatura della classe dominante) al quale affidavano ogni potere. Vestito con capi sgargianti e una maschera, rappresentava la personificazione di una divinità degli inferi (Saturno o Plutone) preposta alla custodia delle anime dei defunti e protettrice dei raccolti. Era opinione comune, infatti, che queste divinità vagassero sulla terra per tutto il periodo invernale, ovvero quando la terra era a riposo, e che i riti e le offerte servissero a farle tornare nell’oltretomba, favorendo così il raccolto della stagione estiva. Finito il periodo di festa, l’ordine veniva ristabilito.

Carnevale di Viareggio
Carnevale di Viareggio

L’evoluzione del Carnevale, dal Medioevo all’età moderna

I Saturnali, con il nome di Festa dei Pazzi (eletto un Papa scherzoso, questo veniva condotto a cavallo per le vie della città), e la Festa dell’Asino entravano con qualche modifica tra le solenni celebrazioni cristiane e continuavano, nonostante il divieto, a sopravvivere come feste legate al ciclo delle stagioni e alla rinascita della terra.

Anche nel Medioevo, quindi, il Carnevale continua a garantire l’allegria e la sospensione momentanea delle regole e della morale comune. Gli uomini vestivano abiti femminili, i ricchi si travestivano da poveri, perché secondo antica tradizione semel in anno licet insanire… è lecito essere folli una volta l’anno! I banchetti e i rituali erano accompagnati da danze dedicate anch’esse alla divinità della terra. Così, ad esempio, il “saltarello” laziale (antica danza popolare) imitava con i suoi movimenti sinuosi il crescere delle spighe di grano nei campi.

Carnevale a Venezia
Il Carnevale di Venezia è uno dei più conosciuti e importanti in Europa e nel mondo

Il Rinascimento, sembra segnare un periodo di grande fortuna per il Carnevale. Le persone, di diversa estrazione sociale, partecipavano in massa a feste sfarzose e spettacoli organizzati per il divertimento di tutti. Particolarmente famose erano le mascherate su carri, chiamate “trionfi”, accompagnate dai canti carnascialeschi, organizzate a Firenze da Lorenzo de’ Medici.

Il trionfo era il massimo onore che nell’antica Roma veniva offerto ad un generale che tornava in patria dopo aver conseguito un’importante vittoria e consisteva in un corteo cittadino formato dalle truppe vittoriose con alla testa il triumphator, il trionfatore. Allo stesso modo, chiaramente in chiave giocosa, anche nella Firenze rinascimentale, i trionfi consistevano in una sfilata di carri addobbati, circondati da persone in costume che intonavano canti (detti per l’appunto carnascialeschi) su versi e musica composti per l’occasione.

Nel 1600 il Carnevale si rinnova grazie alla Commedia dell’Arte, spettacolo teatrale in cui i personaggi usavano maschere e costumi che rappresentavano un determinato carattere e un “tipo” di personaggio: Arlecchino-servitore, Pantalone-padrone, Balanzone-sapiente fanfarone. Questi personaggi ereditavano dal Carnevale il gusto per lo scherzo, il travestimento e la battuta, mentre il Carnevale, a sua volta, assorbiva i loro costumi tipici.

Sono proprio personaggi quali Arlecchino, Pulcinella e Colombina che nel corso del 1700 e del 1800 rallegravano le feste di Carnevale e che continuavano ad essere celebrate, nel corso del 1900, da grandi artisti come  Joan Miró (Carnevale di Arlecchino) e Pablo Picasso (Arlecchino allo specchio).

Il Carnevale oggi

Il Carnevale, oggi, è forse la festa più divertente dell’anno, apprezzata da grandi e piccini o, più in generale, da tutti coloro che desiderano abbandonare il consueto ordine per festeggiare giocosamente il “caos”, visto che, come vuole la tradizione, “A Carnevale ogni scherzo vale!”.

Perdendo nel tempo il suo carattere prettamente sacro, resta una festa molto sentita in Italia e nel mondo. Festeggiamenti, carri allegorico-grotteschi, infiorati o satirici, maschere, coriandoli e stelle filanti, sono elementi costanti di un Carnevale che si rispetti, così come lo è la presenza dei dolci tipici di questo periodo (chiacchiere, frittelle, castagnole etc).

Carnevale di Acireale
Carnevale di Acireale

Tra le numerose sfilate che percorrono le vie di tantissime città italiane, possiamo ricordare (solo per citare alcuni esempi italiani) il Carnevale di Venezia, Putignano, Viareggio, Manfredonia e Acireale, considerati tra i più importanti al mondo. La loro fama, travalicando i confini nazionali, è  in grado di attrarre turisti sia dall’Italia che dall’estero.

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Arlecchino allo specchio, opera di Pablo Picasso https://cultura.biografieonline.it/picasso-arlecchino-allo-specchio/ https://cultura.biografieonline.it/picasso-arlecchino-allo-specchio/#comments Fri, 16 Aug 2013 12:23:06 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7774 Arlecchino allo specchio è un celebre e importante quadro di Pablo Picasso: si tratta di un olio su tela che misura 100 x 81 cm; fu realizzato nel 1923  e attualmente è esposto al museo Thyssen-Bornemisza di Madrid. Inizialmente si pensò che questo quadro facesse parte di un serie di lavori che Picasso realizzò nel 1923, in cui lavorò su diversi arlecchini seduti, che avevano come soggetto il pittore spagnolo Jacinto Salvadò. In realtà si tratta solo in parte di arlecchino, solo il cappello richiama la famosa maschera veneziana; infatti ci sono altri due personaggi implicitamente riportati nel quadro: il vestito ricorda i trapezisti del circo classico mentre il volto è un chiaro riferimento a Pierrot, altra maschera molto amata da Picasso.

Arlecchino allo specchio (Pablo Picasso, 1923)
Arlecchino allo specchio: celebre opera di Pablo Picasso realizzata nel 1923

Lo specchio è uno dei simboli che svelano meglio questo connubio, ricordando, non tanto l’arte di arlecchino, ma quella appunto di Pierrot. Inizialmente il volto di arlecchino avrebbe dovuto essere quello di Picasso, il quale in altri lavori si era ritratto con il costume della maschera veneziana, che lui riteneva per certi aspetti vicino al suo carattere. Poi in seguito ridipinse il volto cambiandolo in quello di Pierrot.

Un dettaglio del quadro "Arlecchino allo specchio", di Pablo Picasso
Pablo Picasso: Arlecchino allo specchio – Dettaglio dello specchio

Analisi e contesto storico

Durante il periodo fra le due guerre mondiali, ci furono molti  artisti che utilizzarono canoni e modelli classici come ispirazione per le loro opere. Emerse uno sguardo nuovo e disincantato verso i valori del mondo occidentale, che avevano fino a quel momento ispirato i movimenti artistici europei. Nacque una visione della realtà anti-romantica e un rifiuto radicale verso il formalismo delle avanguardie. Nacque, anche a causa della situazione economica, politica e sociale, uno spirito critico e radicale verso tutto ciò che non fosse un’analisi obiettiva della realtà, la quale si doveva appoggiare alla pittura classica e alla sua immortalità estetica con una reinterpretazione critica basata sui canoni moderni.

Dopo la Prima Guerra Mondiale a molti artisti sembrò una necessità imprescindibile rappresentare valori eterni, che contrastassero il caos e l’anarchia che la guerra aveva portato in Europa. Anche Pablo Picasso fu affascinato da questa ricerca e nel 1917 intraprese, insieme a Jean Cocteau, un viaggio in Italia grazie al quale avrebbe riscoperto il Rinascimento, l’arte antica e artisti come Raffaello e Michelangelo. A differenza di molti altri artisti però l’interpretazione di Picasso non fu pedissequa ma utilizzò i canoni estetici classici, reinterpretandoli alla luce delle nuove istanze che la modernità proponeva con forza, in quegli stessi anni.

Inoltre il cubismo da lui inventato era il mezzo attraverso il quale esprimere e rimodellare le sue passioni, come ad esempio l’arte negra. La stessa cosa accadde con il classicismo. Picasso sviluppò, grazie alla tecnica del cubismo, diversi punti di vista attraverso i quali presentare un unico soggetto. Il quadro Arlecchino allo specchio è una delle opere più rappresentative di questo periodo, tanto che alcuni critici l’hanno definita un’ immagine perfettamente aderente allo stile delle pitture pompeiane.

Un dettaglio del volto di Arlecchino (o Pierrot)
Pablo Picasso: Arlecchino allo specchio – Dettaglio del volto di Arlecchino

Arlecchino allo specchio è un quadro importante nell’opera di Picasso perché rappresenta un periodo della vita artistica del pittore, perché la sua realizzazione tocca un verticismo assai elevato sia nell’uso della prospettiva che della realizzazione del ritratto e soprattutto perché, insieme al quadro Il flauto di Pan, è diventato il quadro più importante della ricerca classicista del pittore di Malaga. E’ anche il suo ultimo passaggio in quella ricerca dell’arte antica che lo aveva coinvolto per diversi anni. Alla fine del 1923, infatti, Picasso iniziò una nuova stagione pittorica, concentrandosi sulle nature morte e inaugurando così il cubismo curvilineo.

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Halloween: storia e origini https://cultura.biografieonline.it/halloween-storia-e-origini/ https://cultura.biografieonline.it/halloween-storia-e-origini/#comments Thu, 18 Oct 2012 09:49:59 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4210 La festa di Halloween ha origini anglosassoni e infatti viene festeggiata con più clamore nel Nord America e in Inghilterra. Ha anche una tradizione molto forte in Messico. L’origine del nome deriva dall’inglese All Hallowed Eve che significa “vigilia di tutti i santi”, la cui abbreviazione ha prodotto il nome Halloween.

Halloween, una classifica zucca intagliata
Halloween, una classifica zucca intagliata

Le origini di questa festa pare siano tuttavia irlandesi e risalgano al periodo celtico. Più in particolare la leggenda narra che la popolazione ritenesse che il 31 ottobre di ogni anno, gli spiriti dei morti si aggirassero per i villaggi per impossessarsi dei corpi dei vivi. Per respingerli i vivi si mascheravano e rendevano le loro abitazioni lugubri e inospitali. A partire da quegli anni la festa ha subito varie evoluzioni aggregando a sé nuove simbologie.

Dolcetto o scherzetto?

Ad esempio la classica frase dolcetto o scherzetto” di Halloween deriva da una tradizione cristiana che prevedeva l’elemosina di un pezzo di pane in cambio di preghiere per i defunti, mentre le candele dentro alla zucca risale, invece, ad una tradizione irlandese.

Si narra, infatti, che un uomo di nome Jack avesse incastrato il diavolo intrappolandolo su un albero in cui aveva inciso una croce, quando Jack morì non andò in Paradiso né all’Inferno ma rimase intrappolato in una sorta di limbo circondato dalle tenebre. Il diavolo, visto che Jack l’aveva fatto scendere dall’albero, gli regalò un tizzone ardente per poter vedere dove andava. Jack svuotò un cavolo e ci mise dentro il tizzone.

La zucca di Halloween

Un’altra tradizione riporta semplicemente che i cavoli e le zucche venivano utilizzati per inserirvi delle candele che avrebbero permesso ai morti di muoversi mentre si trovavano in Purgatorio.

Zucca di Halloween
Zucca di Halloween

Le zucche, molto numerose in Nord America, sono state l’ortaggio più ovvio e più comodo da svuotare e da utilizzare come contenitore, mentre i cavoli erano più comuni in Inghilterra.

L’occulto e la magia hanno arricchito questa festa inserendo simbologie che non le appartenevano come ad esempio i gatti neri, i pipistrelli, le streghe ecc… che, soprattutto in America, dove la festa è molto sentita, l’hanno trasformata in una sorta di carnevale dell’occulto.

Proprio per questa sua propensione verso l’horror, molti film, libri e fumetti si sono impossessati della sua simbologia per costruire variazioni sul tema. In Italia questa festa è meno sentita anche se viene festeggiata giocando molto sui temi dell’horror e dell’occulto. Non vi è nessun legame con le festività cristiane e cattoliche.

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