carceri Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 18 Jul 2023 08:58:32 +0000 it-IT hourly 1 Il vagabondo delle stelle, libro di Jack London (riassunto) https://cultura.biografieonline.it/il-vagabondo-delle-stelle/ https://cultura.biografieonline.it/il-vagabondo-delle-stelle/#respond Tue, 18 Jul 2023 06:08:08 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=20750 Uno dei romanzi di successo dello scrittore Jack London è “Il vagabondo delle stelle” (titolo originale: The Star Rover) pubblicato nel 1915. Nella realizzazione del romanzo, l’autore si sofferma nel descrivere tematiche forti che fino a quel momento aveva tralasciato, come quelle delle cattive condizioni di vita dell’ambientazione carceraria in California. Di seguito il riassunto del libro e una breve analisi dei temi trattati.

Il vagabondo delle stelle - libro - Jack London - riassunto
Il vagabondo delle stelle (titolo originale: The Star Rover) • Jack London, 1915. Nella foto: una copertina del libro che raffigura un quadro di Van Gogh: La ronda dei carcerati.

Temi trattati nel romanzo

L’autore prende spunto dalle notizie di cronaca locale pubblicate sui giornali, dall’incontro con alcuni ex detenuti, suoi conoscenti, ma anche dalla vicenda giudiziaria che aveva coinvolto in quel periodo Jake Oppenheimer ed Ed Morrell. London descrive la situazione di sofferenza e di degrado che si vive all’interno delle carceri californiane. L’autore Jack London, nella stesura del suo romanzo “Il vagabondo delle stelle”, è influenzato dalla teoria dell’evoluzione di Charles Darwin e da quella della volontà di potenza di Friedrich Nietzsche.

Lo scrittore prende in considerazione alcuni fattori come l’adattamento all’ambiente, la lotta per la sopravvivenza, la continua pulsione infinita di rinnovamento e la situazione di isolamento in cui si trova il protagonista della vicenda. Prende come spunto proprio il credo del naturalista Charles Darwin e del filosofo Nietzsche.

Assai spesso, nella mia vita, ho provato la strana impressione che il mio essere si sdoppiasse, che altri esseri vivessero o avessero vissuto in lui, in altri tempi o in altri luoghi.” (INCIPIT del romanzo)

Il vagabondo delle stelle: riassunto del romanzo

Il libro narra la storia di Darrel Standing (stimato professore universitario) che è detenuto nel carcere di San Quentin (a nord di San Francisco) per aver commesso un omicidio nei riguardi del professor Haskel. Durante questo frangente di tempo trascorso in carcere, il professore descrive la sua vita carceraria e le sue ultime memorie. Ad un certo punto scopre che da lì a poco sarà condannato a morte per un’aggressione avvenuta ai danni del secondino Thurston e non per l’omicidio del professore. L’uomo descrive in modo minuzioso i suoi ultimi istanti di vita, costretto all’isolamento totale e alle terribili condizioni carcerarie.

Il professore è stato sempre considerato un personaggio temuto da tutti ed è fortemente odiato dal direttore del carcere Atherton. La situazione degenera quando il direttore del carcere viene a conoscenza di una presunta “dinamite” nascosta all’interno del carcere. In realtà essa non è mai stata installata, ma usata solo come scusa da un infido galeotto di nome Cecil Winwood per scagionarsi. Il direttore si convince, erroneamente, che tale atto sia opera di Darrel Standing. In realtà, si tratta solo di un terribile malinteso. Purtroppo Standing subisce anni di torture e di camicia di forza poiché il direttore pensa che sia lui l’unico responsabile dell’installazione della dinamite all’interno del carcere.

In seguito, l’uomo è costretto a vivere in una cella di isolamento ma riesce ad allacciare dei rapporti virtuali di amicizia con altri due detenuti che si chiamano Ed Morrell e Jake Oppenheimer, comunicando con loro solo attraverso un codice segreto.

Il vagabondo delle stelle - Jack London - The Star Rover - 1915

Le torture e la metempsicosi

I capitoli più commoventi sono quelli in cui Standing ci narra delle sue torture, delle vicende che giornalmente accadono in carcere e della sua lunga catena di reincarnazioni in epoche a lui sconosciute. L’autore si sofferma su un concetto chiave a lui caro. Quello della dottrina della metempsicosi (la credenza che dopo la morte l’anima trasmigri da un corpo all’altro).

L’uomo inizia così il suo viaggio immaginario fuori dalle mura del carcere. Esce dal suo corpo e tenta di chiarire a tutti noi lettori quale sia in realtà il mistero della vita. Lascia però dei punti interrogativi.

Standing compie un viaggio immaginario e si reincarna. Prima assume le sembianze di un gentiluomo francese, il conte Guillaume De Sainte-Maure, poi di un bambino di nome Jesse Fancher, poi quelle di un sacerdote del Nilo dell’era proto-cristiana. In seguito, vive nei panni di un inglese Adam Strang, di uno schiavo dal nome Ragnar Lodbrog e, infine, di un naufrago chiamato Daniel Foss che si trova a vivere in condizioni proibitive nel deserto. L’autore è bravissimo ad adottare diversi registri narrativi usando un mix tra realtà e fantasia.

Finale

In ultimo, il personaggio descrive gli attimi prima in cui verrà impiccato. Per Darrel Standing è ingiusto essere condannato solamente per una banale aggressione. L’uomo ci racconta dell’assurdità della pena di morte . Ma anche del disagio avvertito dai suoi esecutori durante questo momento. Standing si avvia verso la fine della sua vita con serenità e rassegnazione. Negli ultimi momenti pensa in chissà quale personaggio si reincarnerà nella sua prossima vita.

Jack London
Jack London

Commento all’opera

“Il vagabondo delle stelle” è un libro ricco di emozioni e di forti sensazioni. Esso ci fa riflettere su importanti tematiche sociali: sul tema della vita, della morte e della reincarnazione.

Il libro “The Star Rover” ottenne un grande successo sia in termini di pubblico che di critica.

Vennero realizzate diverse edizioni del romanzo, tradotte in lingue diverse. “Il vagabondo delle stelle” è comunque considerato l’ultimo grande romanzo pubblicato in vita dello stesso autore Jack London.

Con quest’opera London è stato capace di regalarci una trama intrigante caratterizzata dal giusto mix di realtà e finzione.

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Perché i carcerati usavano divise a strisce bianche e nere? https://cultura.biografieonline.it/carcere-divise-strisce-bianche-nere/ https://cultura.biografieonline.it/carcere-divise-strisce-bianche-nere/#respond Sun, 10 Nov 2013 15:51:27 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=8537 Le divise, ossia l’abbigliamento consueto dei carcerati americani, un tempo erano a strisce bianche e nere. L’uso, di tale abbigliamento, risale alla nascita del sistema penitenziario moderno, verso la fine del XVIII secolo, negli Stati Uniti d’America.

Un esempio che mostra un carcerato vestito a strisce bianche e nere
Una vecchia foto che ritrae un carcerato vestito con la divisa a strisce (archivio fotografico del Penitenziario della Virginia, USA)

Ciò accadde essenzialmente perché così il carcerato in caso di fuga, non sarebbe riuscito a mimetizzarsi tra la folla, risultando quindi riconoscibile e distinguendosi facilmente dagli altri individui. I prigionieri carcerati risultavano visibili sia in paesaggi chiari che in paesaggi scuri, rendendo ogni tentativo di fuga più difficile e vano.

Tra le altre considerazioni che vanno fatte, in quel periodo la divisa dei carcerati era cucita e costruita in modo tale da rendere poco agili i movimenti e compromettere in caso di un’eventuale tentativo di evasione, la fuga. Numerosi film e immagini del passato ci propongono la figura del carcerato che indossava, appunto, questo tipo di uniforme a strisce bianche e nere.

Ai nostri tempi, gli Stati Uniti d’America hanno adottato per l’abbigliamento carcerario, delle divise arancioni.

prigione carceri vestito arancione
Oggigiorno le prigioni statunitensi vestono i carcerati con abiti arancioni. Nella foto: Anne Hathaway in una scena tratta dal film “Il cavaliere oscuro – Il ritorno” (2012)

L’arancione è un colore forte ed intenso che permette anche in questo caso di identificare con una massima sicurezza il detenuto che una volta evaso, cerca di nascondersi tra la gente. Ma in una recente ricerca, effettuata dai direttori dei penitenziari statunitensi, si evince che negli Stati Uniti d’America si vuole ritornare di nuovo all’uso della vecchia uniforme a strisce bianche e nere per i detenuti, poiché con la nuova divisa di colore arancione, il carcerato si distingue sì tra la folla, tuttavia può essere confuso con gli addetti alla manutenzione stradale che indossano abiti di colore arancione.

In Italia i carcerati non hanno il vincolo di indossare una divisa e sono liberi di vestirsi come meglio credono, per evitare maggiormente il disagio psicologico a cui già la detenzione costringe. L’unica imposizione sta nel fatto di non poter indossare cinture e stringhe al fine di evitare possibili reazioni inconsulte o drammatiche.

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La ronda dei carcerati, di Vincent Van Gogh https://cultura.biografieonline.it/van-gogh-ronda-dei-carcerati/ https://cultura.biografieonline.it/van-gogh-ronda-dei-carcerati/#comments Thu, 29 Nov 2012 19:18:39 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4992 La ronda dei carcerati è stato dipinto da Vincent Van Gogh nel 1890. Si tratta di un olio su tela  che misura 80×64 cm, attualmente conservato presso il museo Puskin di Mosca.

Van Gogh: La ronda dei carcerati
La ronda dei carcerati (1890), quadro di Vincent Van Gogh

Il quadro nasce da una tragica esperienza del pittore che nel maggio del 1889 fu ricoverato nell’ospedale di Saint-Paul-de-Mausole, dopo che gli abitanti del quartiere di Place Lamartine, nella città di Arles, firmarono una petizione affinché van Gogh fosse allontanato per i suoi comportamenti irrispettosi e intemperanti.

Nell’ospedale gli viene assegnata una camera singola e una stanza al piano terreno dove van Gogh ne ricava uno studio e continua a dipingere.

Non ha soggetti, né ispirazioni da ciò che vede intorno a sé e allora decide di dipingere traendo spunto da riproduzioni di altri quadri. Questo dipinto, famosissimo, è ispirato da una incisione di Gustave Doré. La situazione da “carcerato” che Van Gogh vive in questo periodo può avergli fatto scegliere tale soggetto proprio per rappresentare la sua situazione. E il carcerato in primo piano potrebbe essere lo stesso pittore, che osserva con angoscia lo spettatore.

La scena è ossessiva e senza speranza anche se in alto a sinistra le due farfalle potrebbero simboleggiare un desiderio di libertà che prima o poi si trasformerà in realtà; tuttavia il quadro è stato spesso utilizzato come spunto per raccontare e rappresentare storie di reclusione e di annichilimento senza speranza.

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Alcatraz, la storia https://cultura.biografieonline.it/alcatraz-storia/ https://cultura.biografieonline.it/alcatraz-storia/#respond Sat, 03 Nov 2012 13:52:18 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4532 L’isola di Alcatraz, avvolta in un misterioso alone di storia e leggenda, si trova negli Stati Uniti (in California): per la precisione sorge nella Baia di San Francisco. Il nome “Alcatraz” in spagnolo significa “Sula”, che è un volatile marino che originariamente viveva sull’isola.

Alcatraz
Alcatraz

Altri soprannomi che si riferiscono ad Alcatraz sono: “The Bastion” (La fortezza), e “The Rock” (La Roccia). Il primo si riferisce all’impossibilità di fuggire dall’isola e il secondo alla composizione di questa, per la maggior parte formata da roccia.

Situata in una posizione strategica dal punto di vista militare a difesa della baia, l’isola di Alcatraz diventa una prigione militare nel 1933, poi nell’estate del 1934 si trasforma in un carcere federale di massima sicurezza, diventato famoso in tutto il mondo per la ferrea disciplina vigente al suo interno. In questo istituto penitenziario vengono rinchiusi criminali particolarmente pericolosi o che hanno tentato di evadere da altre carceri.

Ad Alcatraz i detenuti sono costretti a vivere in celle anguste, e chi viene punito è rinchiuso in celle di isolamento fredde e prive di luce, situate nei sotterranei della vecchia fortezza. A differenza di ciò che succede in altre carceri americane, ad Alcatraz viene servito cibo di ottima qualità, per impedire lo scoppio di disordini o rivolte da parte dei detenuti all’interno del refettorio. Pare che in sala mensa, sul soffitto, vi sia un meccanismo in grado di sprigionare gas all’occorrenza.

L'isola di Alcatraz
L’isola di Alcatraz

Nonostante le regole severe e intransigenti, ad Alcatraz si cerca sempre di non suscitare il malcontento dei carcerati, evitando soprattutto di dare spazio ai soprusi da parte degli addetti alla sorveglianza (un problema che invece si riscontra in quasi tutti gli istituti penitenziari!). Nelle celle non sono ammessi giornali, radio e televisione. Le visite non sono concesse con facilità, ed anche il lavoro è un privilegio concesso a pochi.

Tra i detenuti famosi che hanno varcato la soglia di Alcatraz vi è Al Capone, che lascia l’isola dopo cinque anni di isolamento, riportando gravi problemi mentali. Siccome la proporzione è di una guardia ogni tre detenuti, scappare da questo carcere è un’impresa praticamente impossibile (su 1500 carcerati solo trentasei hanno tentato di fuggire, e di essi trentuno sono stati ripresi).

Il 2 maggio 1946 all’interno del penitenziario scoppia una sanguinosa rivolta dei detenuti contro le guardie carcerarie, denominata “Battaglia di Alcatraz”. Nel violento scontro perdono la vita tre detenuti e due guardie: la rivolta viene placata grazie all’intervento dei Marines.

Il carcere di massima sicurezza di Alcatraz è stato descritto da scrittori e registi, molti dei quali si sono ispirati ad episodi realmente accaduti.

Alcatraz e la prima evasione

Alcatraz: una foto dell'interno
Alcatraz: una foto dell’interno

L’11 giugno del 1962  i tre detenuti Fanck Morris e i fratelli Clarence e John Anglin mettono in atto una fuga spettacolare, organizzando l’evasione in maniera precisa molto tempo prima. Dei tre solo due riescono nell’impresa, e di essi da allora non si hanno più notizie, né sono stati ritrovati i corpi. Secondo i responsabili del carcere i fuggiaschi sono morti nelle fredde acque della baia di San Francisco senza riuscire a mettersi in salvo. Tale episodio è stato raccontato nel celebre film “Fuga da Alcatraz”, interpretato dall’attore Clint Eastwood.

Una struttura così grande (formata da ben quattro bracci indipendenti) comporta notevoli difficoltà di gestione degli spazi e del personale. Inoltre, per la sua posizione scomoda, anche l’approvvigionamento dei viveri diventa difficoltoso.

La chiusura

Per queste ragioni economiche, ma anche per i problemi ambientali che comportano il suo mantenimento, il 21 marzo 1963 il procuratore generale Robert Kennedy ordina la chiusura del carcere.

Alcatraz oggi

Oggi il carcere di Alcatraz è disponibile per le visite turistiche guidate. Qui è possibile trovare documenti e testimonianze riguardanti gli anni di attività del carcere in una specie di piccolo museo aperto ai turisti tutto l’anno. Se si decide di visitare l’isola in estate è preferibile prenotare con largo anticipo. Il traghetto parte dal molo di San Francisco.

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