buddhismo Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 18 May 2021 14:44:54 +0000 it-IT hourly 1 Era il 2014: Franco Battiato pubblicava “Attraversando il Bardo. Sguardi sull’aldilà” (libro + cd) https://cultura.biografieonline.it/battiato-attraversando-il-bardo/ https://cultura.biografieonline.it/battiato-attraversando-il-bardo/#respond Tue, 18 May 2021 13:56:12 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=34258 La notizia della morte di Franco Battiato lascia attonito non solo il mondo della musica, ma anche quello della cultura in generale. Battiato, oltre ad essere stato un cantautore impegnato ed un cultore di Filosofia, ha lasciato tracce di sé anche in alcuni interessanti scritti.

Nel 2014, edito da Bompiani, usciva il libro corredato da cd intitolato “Attraversando il Bardo. Sguardi sull’aldilà”, in cui il Maestro spiegava con grande acume alcuni principi della dottrina buddista che lui seguiva. Sulla teoria del “Bardo”, inoltre, aveva anche ricavato un docu-film allegato al volume in un cofanetto.

Il Bardo è lo stato in cui la mente si trova dopo la Morte. Secondo la dottrina buddista, è una sorta di “zona franca” tra la vita passata e quella futura, in cui appunto la mente si arricchisce di un “corpo mentale” attraverso il quale acquisisce la capacità di spostarsi in qualsiasi luogo desideri, ed in qualsiasi momento.

La durata di questo stadio intermedio, sempre secondo i dettami del Buddismo, è di circa 49 anni, ma cambia a seconda della condotta tenuta nelle vite precedenti (in particolare nell’ultima).

Nel docu-film allegato Franco Battiato riporta la testimonianza di alcuni Lama tibetani e l’esperienza diretta di un ricercatore “indipendente”, Fabio Marchesi.

Il libro non è rivolto solo ai praticanti della dottrina buddista (che tra l’altro già conoscono l’argomento), e neppure ai soli neofiti di essa. Questo interessante “mix metafisico” è rivolto a tutti, anche semplicemente a chi vorrebbe approfondire certi argomenti per curiosità. E, naturalmente, per chi vuole custodire un prezioso contributo di Battiato per sempre.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/battiato-attraversando-il-bardo/feed/ 0
L’arte buddhista https://cultura.biografieonline.it/buddha-arte-buddhista/ https://cultura.biografieonline.it/buddha-arte-buddhista/#respond Wed, 21 Jan 2015 18:27:54 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12842 L’arte buddhista nasce intorno al 600 a. C. Lo scopo era la diffusione della storia e dell’insegnamento del Buddha, maestro spirituale del buddhismo, religione che si diffuse dall’India settentrionale in tutta l’Asia centrale e orientale.

Arte buddhista - Maitreya - arte di Mathura - II secolo
Il bodhisattva (letteralmente l’Essere illuminato) Maitreya tiene sulla sua gamba sinistra un’ampolla (kalaśa) che racchiude l’amṛta (il nettare dell’immortalità simbolo del Nirvāṇa). Arte di Mathura (India), II secolo.

L’arte buddhista: breve storia

Nei primi secoli, gli artisti raccontarono la vita del Buddha senza rappresentarlo in forma umana, ma richiamandolo con una simbologia misterica: un fiore, un’impronta o uno spazio vuoto. Inoltre, lo studio delle opere avrebbe dovuto, attraverso la comprensione della simbologia in esse racchiusa, portare all’illuminazione dei fedeli.

L’arte buddhista aveva infatti lo scopo, come l’arte sacra in generale, di indottrinare i fedeli sulla storia che rappresentava e nella maggior parte delle opere veniva rappresentata la vita del Buddha. Ma non solo. L’arte aveva anche il compito di sviluppare e stimolare l’attenzione dei fedeli verso un percorso spirituale che avrebbe dovuto portarli ad una maggiore consapevolezza degli insegnamenti del Buddha.

Buddha

Verso la fine del I secolo d. C. vennero realizzate le prime opere in cui il Buddha veniva raffigurato come un uomo. Gli artisti del tempo presero spunto dall’arte greca e dalla scultura e pittura di epoca romana. Infatti, il Buddha veniva spesso raffigurato come un dio greco e con acconciature e fattezze mediterranee. In seguito, ci furono delle differenze interpretative nel modo di raffigurare il Buddha. Ad esempio, nell’India settentrionale vennero create opere in cui il Buddha, benché fosse sempre circondato dalla simbologia tradizionale, appariva pervaso dalla serenità e veniva raffigurato nella posizione del loto con le mani giunte e gli occhi verso il basso. L’abito era una toga che circondava il corpo e la spalla sinistra. Nell’India meridionale, invece, il Buddha veniva raffigurato con un atteggiamento più serioso e la toga copriva la spalla destra.

Simbologia dell’arte buddhista

La simbologia utilizzata dagli artisti manteneva sempre alcuni punti di riferimento, in modo tale che lo spettatore potesse ritrovare, in tutte le opere, alcuni aspetti che ne contraddistinguevano lo scopo. I simboli che venivano ripetuti erano gli occhi, i quali emanavano uno sguardo di serenità e saggezza, il fiore di loto, che ricordava il percorso spirituale che ogni fedele doveva intraprendere per raggiungere l’illuminazione, la svastica che rappresentava il benessere e il parasole che spesso veniva utilizzato, prima che venisse introdotta la figura umana del Buddha, come una sorta di protezione dalla sfortuna e da tutto ciò che impedisce di arrivare all’illuminazione e che è fonte di distrazione per la meditazione.

La simbologia comune alle opere buddhiste non si limitava alla raffigurazione ma venivano utilizzati anche alcuni colori, che simbolicamente dovevano rappresentare per i fedeli un significato univoco. Il bianco, ad esempio, rappresenta la conoscenza, il blu la profonda saggezza meditativa e il verde la forza e l’energia spirituale e fisica.

Buddha

Un altro canone abbastanza comune nell’arte buddhista era la rappresentazione dei Bodhisattva, esseri illuminati che cercavano di diventare come Buddha e che pertanto dedicavano la loro vita alla ricerca dell’illuminazione attraverso l’altruismo e la meditazione. Venivano rappresentati come giovani belli e appagati, il cui volto esprimeva serenità e beatitudine.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/buddha-arte-buddhista/feed/ 0
L’India precoloniale https://cultura.biografieonline.it/india-precoloniale/ https://cultura.biografieonline.it/india-precoloniale/#comments Mon, 06 Aug 2012 15:49:16 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=3451 La storia dell’India è molto antica. Risalgono, infatti, al 5000 a. C. le prime colture nella Valle dell’Indo che in seguito svilupparono i primi insediamenti organizzati e le prime città come Harappa. Molte delle città che sorsero nella Valle dell’Indo caddero però in declino attorno al 1700 a. C., a causa dell’invasione di un popolo chiamato Arii, popolo nomade che adorava un certo numero di dèi e dee, il quale aveva prodotto una ricca varietà di testimonianze scritte chiamate Vega, più o meno risalenti al 1500 a. C. e che definiscono il tipo di religione che gli Arii professavano.

L'India precoloniale

La loro religione segna la nascita dell’induismo che definisce e sostanzia la civiltà indiana e che ne dimostra l’integrità antica e profonda che, a differenza di altre civiltà, si è conservata fino ad oggi. L’induismo è una religione complessa costituita da molti dèi e dee in posizione gerarchica e che ancora oggi, anche se non tutti, sono venerati dagli indiani.

La religione ha impregnato la società, costituendola in gerarchie precise e invalicabili. Nel popolo Arii il re, in vetta alla gerarchia, aveva un’ aurea divina e dopo la morte diventava un dio e regnava sulle caste più basse. Questo sistema di caste, che in seguito si è molto irrigidito, è ancora presente nell’India moderna. L’induismo non fu e non è l’unica religione dell’India; nel 500 a. C. apparvero il buddhismo e il giainismo che avevano alcuni temi in comune con l’induismo, come ad esempio la reincarnazione; tuttavia l’induismo rimase la religione più seguita.

Composizione politica dell’India

L’India è sempre stata composta da una costellazione di piccoli regni ma periodicamente un re riusciva a riunirli sotto un unico impero, come Chandragupta Maurya che dal 321 a. C. al 297 a.C. regnò dal Bengala occidentale. Il suo regno inglobava la parte settentrionale del subcontinente indiano comprendendo l’Afghanistan e l’Assam come confini estremi a oriente e a occidente. Nella parte meridionale, invece, il confine era l’altopiano del Deccan.

Suo nipote, Ashoka, il quale regnò dal 272 al 232 a. C., riuscì a organizzare i territori di suo nonno Chandragupta in un impero organizzato e centralizzato dal quale venivano emanati leggi e precetti che tutti dovevano rispettare. Grazie a questo sovrano e al suo prestigio il buddhismo penetrò in India più rapidamente acquisendo moltissimi seguaci. La dinastia dei Maurya subì un declino graduale e naturale.

Dopo un periodo di transizione e frammentazione del potere furono i Gupta a governare un impero omogeneo durante il quale diedero un impulso importante alle arti e alle scienze. Nel VII secolo fu Harsha, sovrano di fede buddhista, a governare su vasti territori ma dopo la sua morte la frammentazione dei regni favorì l’induismo e affievolì il buddhismo che invece crebbe notevolmente in Paesi come il Tibet, la Cina e il Giappone.

L’influenza dell’Islam nella civiltà indiana

L’Islam penetrò in India nel 711 d. C. quando gli arabi, dopo aver conquistato l’Iran, si spostarono nella regione del Sidh, un ricco territorio posto alla foce dell’Indo. Successivamente ci furono altre invasioni mussulmane provenienti inizialmente dall’ Afghanistan e che erano organizzate da sultani di origini turche. Il primo sultanato mussulmano che ebbe luogo in India nacque a Delhi nel 1206 e divenne, dal punto di vista organizzativo, uno Stato la cui importanza rappresentò anche il primo vero proselitismo mussulmano in India. Questo Stato mussulmano e i successivi vennero in opposizione con gli Stati induisti che invece rimasero stabili nei territori del Sud.

Il sultanato di Delhi fu soppiantato nel 1526 da un’invasione turca proveniente dall’Afghanistan e capeggiata da Babur che riuscì a conquistare tutto il subcontinente. La dinastia di Babur era chiamata dei Moghul per la loro discendenza diretta dalle popolazioni mongole. Questa dinastia fondò un impero che si distinse per una particolare e raffinata cultura, la cui espressione si manifestò nella poesia, nella scultura e nella architettura ma anche l’attività amministrativa ebbe un’evoluzione organizzativa notevole.

In seguito la frammentazione politica non permise la compattezza dell’impero e malgrado gli sforzi dell’imperatore Aurangzeb che regnò dal 1658 al 1707 l’India divenne preda del colonialismo a causa delle sue divisioni.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/india-precoloniale/feed/ 2