Boccaccio Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 04 Oct 2022 15:34:28 +0000 it-IT hourly 1 Rendere pan per focaccia: origini del modo di dire https://cultura.biografieonline.it/pan-per-focaccia/ https://cultura.biografieonline.it/pan-per-focaccia/#comments Thu, 28 Jul 2022 12:35:09 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=40108 Quando si dice rendere pan per focaccia? Lo abbiamo detto quando abbiamo ricambiato un’azione ricevuta con pari mezzi o, per esempio, con pari intensità. Il più delle volte questo pane è un torto; e questa focaccia non è altro che una rivendicazione. Possiamo dire che si tratta di un occhio per occhio e dente per dente più… infarinato. Raccontiamo di seguito le caratteristiche e le origini di questo modo di dire.

rendere pan per focaccia
Pane e focaccia

Partiamo dai Romani

L’origine del motto è più o meno sconosciuta. Qualcuno la colloca nell’antica Roma. Qui erano in uso alcuni modi di dire simili. Sentenze come:

  • Par pro pari referre;
  • Par pari hostimentum dare;
  • Nulli nocendum: siquis vero laeserit, multandum simili iure.

Quest’ultima espressione si attribuisce a Fedro e si traduce così:

Non si deve nuocere a nessuno: se qualcuno l’avrà fatto, sarà castigato allo stesso modo.

Rendere pan per focaccia: da un’usanza popolare

Secondo una diversa interpretazione l’espressione rendere pan per focaccia origina da un’usanza popolare. A ben vedere non è nemmeno così negativa come la interpretiamo oggi. Non c’è nel modo di dire nessuna rivendicazione, anzi.

Era un’abitudine di buon vicinato.

Succedeva che chi aveva cotto delle focacce, fatte con della farina ricevuta in prestito, ne donava qualcuna al suo vicino. Questo ricambiava con del pane. Il pane veniva reso in cambio delle focacce.

Il Decamerone

Il modo di dire “Rendere pan per focaccia” è antico, anzi antichissimo.

Una prima testimonianza in letteratura la si trova nel Decamerone di Boccaccio.

Nella metà del Trecento lo scrittore e poeta fiorentino faceva dire alla moglie di Spinelloccio all’indirizzo di quella di Zeppa:

Madonna, voi m’ avete renduto pan per focaccia.

Questo frangente è anche presente nella trasposizione cinematografica Decameron nº 2 – Le altre novelle del Boccaccio, del 1972.

È abbastanza facile pensare che se Boccaccio l’abbia inserito nella sua opera è perché quella locuzione fosse pienamente nella lingua allora corrente.

Nella Divina Commedia

Anche Dante, nella Divina Commedia, utilizza un motto molto simile.

Nel passaggio ai versi 118-120 dell’Inferno, canto XXXIII il pan per focaccia diventa dattero per fico.

Si legge:

I’ son frate Alberigo;
i’ son quel da le frutta del mal orto,
che qui riprendo dattero per figo.

Anche qui si indica la rivendicazione di un torto subito; in questo caso del frate Alberigo.

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Pupi Avati: un libro su Dante ed un film nel 2022 https://cultura.biografieonline.it/pupi-avati-un-libro-su-dante-ed-un-film-in-uscita-nel-2022/ https://cultura.biografieonline.it/pupi-avati-un-libro-su-dante-ed-un-film-in-uscita-nel-2022/#respond Fri, 12 Nov 2021 15:03:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=36785 Si intitola “L’alta fantasia” il romanzo che il regista e scrittore Pupi Avati ha pubblicato di recente (per Solferino editore). E’ un libro che viene da lontano, dalla passione che Avati nutre da circa vent’anni per il Sommo Poeta, e dal lavoro di ricerca compiuto su di lui con grande ammirazione.

Rincorro Dante dalla seconda parte della mia vita, quando ho iniziato a chiedermi se davvero avrei potuto concludere la mia vicenda umana senza aver capito perché alcune sue opere sono dei classici. Io sono rimasto tagliato fuori dalla somma bellezza di queste opere a causa della scuola italiana che ha fatto di tutto per non farmele apprezzare.

– ha dichiarato il regista alla stampa.

Dante a scuola

Da ragazzo ho provato repulsione per gli scritti di Dante, e ancora oggi la scuola lo racconta in modo sbagliato. Basti pensare all’iconografia legata al Poeta, a quel profilo arcigno, a quell’idea di una persona scostante e poco comunicativa, ma lui era tutt’altro“.

La trama del libro

Nel libro Pupi Avati racconta il viaggio che Boccaccio compie, circa trenta anni dopo la morte di Dante, verso il convento in cui vive suor Beatrice, la figlia del Sommo Poeta. Boccaccio ha una missione precisa: consegnare alla monaca una somma di denaro a titolo di risarcimento per l’esilio subito dal padre in vita.

Nella storia della letteratura mondiale non c’è nessun poeta che abbia fatto tanto per un altro, e già questo fa commuovere: Boccaccio per tutta la vita ha diffuso e difeso Dante, è morto commentando l’Inferno.

– ha detto Avati.

Passione per Dante e la sua umanità

Non sono un accademico, in Italia ci sono tanti dantisti, ma nessuno si è mai occupato dell’umanità di Dante e della sua identità, questo attiene alla sacralità e all’ineffabile. Ho percorso il dolore che costella tutta la vita di Dante, dalla perdita della madre alla fine dei suoi giorni, quando egli si illude di poter essere riammesso a Firenze dopo aver scritto la Commedia: è questo dolore a dargli accesso alla dismisura poetica“.

Era inutile andare a riscrivere quello che già esiste proposto da altri più legittimati, io ho tentato di capire come un essere umano possa arrivare ad accostarsi al divino, ho cercato uno strumento più modesto ma più confidenziale per provare a dire chi è Dante, per renderlo seducente, perché io stesso negli anni ne ho sentito la mancanza”, ha rivelato.

Il film uscirà nel 2022

Intanto il regista ha già cominciato le riprese del film che si ispira appunto al libro pubblicato, e che uscirà al cinema nel 2022. Boccaccio sarà interpretato dal bravissimo Sergio Castellitto, mentre Dante giovane avrà il volto di Alessandro Sperduti.

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