blu Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Thu, 26 Nov 2020 14:18:56 +0000 it-IT hourly 1 Autoritratto di Pablo Picasso del 1901 (periodo Blu) https://cultura.biografieonline.it/autoritratto-pablo-picasso-1901/ https://cultura.biografieonline.it/autoritratto-pablo-picasso-1901/#comments Mon, 29 Jun 2020 12:02:32 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=29741 Il 1901 è l’anno in cui il colore blu si impone nei ritratti e nelle opere di Picasso, come avviene in questo Autoritratto di Pablo Picasso. E’ un olio su tela attualmente esposto a Parigi, presso il Musée National Picasso. Il cosiddetto periodo blu dell’artista spagnolo è caratterizzato all’inizio da una forma e una ricerca che portano Picasso a realizzare dipinti in cui i soggetti sono persone sofferenti, indigenti, sole, abbandonate e destinate ad una vita di stenti.

Autoritratto di Pablo Picasso (1901)
Autoritratto di Pablo Picasso (1901)

I dipinti del periodo blu di Picasso

Ne sono un esempio due quadri trattati in precedenti articoli di analisi dell’opera e approfondimento:

In questi dipinti Picasso mostra un’attenzione per il soggetto che spesso è accompagnato da una persona o da un oggetto che gli permettono di sopravvivere anche nelle condizioni di miseria in cui si trovano.

Questi dipinti a volte hanno anche la presenza del suo caro amico Carlos Casagemas, morto suicida a Parigi. Come ad esempio nello splendido La Vita, lavoro denso di simboli, anch’esso trattato e analizzato in precedenza.

Il colore blu, che Picasso utilizzerà in modo preponderante fino al 1904, non è solo una scelta espressiva e tecnica ma è anche un espediente necessario per intraprendere e mostrare un percorso emotivo e psicologico che contraddistingue la sua ricerca artistica. Sarà così anche per il successivo periodo rosa.

Autoritratto di Picasso: dettaglio del viso
Dettaglio del viso

Autoritratto di Pablo Picasso del 1901: descrizione

Questo autoritratto fu eseguito dal suo autore durante il suo secondo soggiorno parigino. L’artista viveva un periodo difficile anche dal punto di vista economico: il suo autoritratto del 1901 appare malinconico, triste, pallido con un cappotto abbottonato fino al collo per proteggersi dal freddo.

Non ci sono elementi che ricordino la pittura o il suo mestiere di artista.

Volutamente Picasso si ritrae come uno dei personaggi indigenti che dipinge in questo periodo di inizio secolo; il fatto curioso è che a differenza degli altri quadri qui il soggetto non è aiutato da nessuno, né ci sono strumenti del suo lavoro che possano alleviare la tristezza del dipinto.

Ad esempio, in Vecchio chitarrista cieco la chitarra è il mezzo con cui l’anziano si sostenta; e in Vecchio cieco con ragazzo, il giovane aiuta l’uomo a sopravvivere.

In questo autoritratto, Picasso appare a solo, senza alcun aiuto, con uno sguardo che fa pensare a quanto potesse essere difficile il momento che vive. E’ un’opera profondamente differente dall’autoritratto di Picasso del 1907.

Potrebbe essere un espediente anche questo: l’artista lavora in modo sublime sulle forme mostrando un aspetto della sua esistenza che sembra sovrastarlo, ma che in realtà non lo annichilisce come vorrebbe far credere.

Picasso, come i buddisti, era convinto che la vita fosse dolore e che la radice stessa della vita fosse sofferenza: in questo dipinto mostra bene questa sua filosofia.

Analisi dell’opera e commento video

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Perché si dice che i nobili hanno il sangue blu? https://cultura.biografieonline.it/sangue-blu/ https://cultura.biografieonline.it/sangue-blu/#comments Fri, 18 Oct 2013 08:56:33 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=8023 Solitamente Il termine “sangue blu” viene usato per riferirsi a persone che provengono da nobili origini. Si usa l’espressione “avere il sangue blu”, facendo riferimento alla tipica persona nobile di un tempo. Il termine sarebbe legato non solo all’aspetto ma anche alle abitudini caratteriali e comportamentali del nobile.

Sangue blu - Francesco Giuseppe I
L’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe I

Una prima teoria si baserebbe sul fatto che i nobili di un tempo oziavano ed erano soliti uscire di rado. Rimanevano a lungo nelle loro dimore, avendo i servi che si occupavano di svolgere tutte le loro mansioni.

A causa di questo isolamento volontario e poiché non si esponevano praticamente mai al sole, visto che essere abbronzati voleva dire lavorare all’aperto quindi nei campi, come le classi meno abbienti, la loro carnagione diveniva biancastra e rimaneva pallida, esaltando ed evidenziando ancora di più le loro vene che apparivano di un colore scuro, che rimandava al blu. Da qui, la ragione di questo termine.

Un’altra teoria molto accreditata, farebbe invece riferimento ad una brutta patologia: l’emofilia, una malattia ereditaria molto diffusa tra la nobiltà europea dei secoli scorsi. La gravità di tale patologia sarebbe aggravata ulteriormente dai frequenti incroci tra nobili consanguinei. L’emofilia, una malattia ereditaria recessiva, sarebbe caratterizzata da un difetto nella coagulazione del sangue che favorirebbe emorragie, provocando lividi e gonfiori bluastri.

I nobili si univano in matrimonio tra di loro e quindi generavano dei discendenti monosanguinei, deboli e malaticci dal punto di vista fisico ed immunologico. La consuetudine di sposarsi fra consanguinei sarebbe all’origine dell’estinzione del ramo spagnolo degli Asburgo; tra i celebri matrimoni tra consanguinei passati alla storia, ricordiamo la famosa coppia formata dall’imperatore Francesco Giuseppe e la principessa Sissi.

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