biologia Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Sat, 16 Mar 2024 19:14:37 +0000 it-IT hourly 1 Differenza tra biologico e ecosostenibile https://cultura.biografieonline.it/biologico-ecosostenibile-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/biologico-ecosostenibile-differenze/#comments Wed, 23 Aug 2017 07:38:13 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23154 Può capitare talvolta di usare erroneamente i termini biologico ed ecosostenibile, facendo riferimento ai diversi approcci che ha l’uomo con la natura e in relazione all’ambiente in cui viviamo. Vediamo in questo articolo le differenze tra i due termini.

biologico - ecosostenibile
Con “biologico” ci si può riferire a prodotti agricoli. Con “ecosostenibile” ci si può riferire anche al turismo (nella foto: le vigne di un agriturismo) e all’edilizia.

Ecosostenibile

Per ecosostenibile si intendono tutte quelle attività che tengono conto dei limiti e delle debolezze dell’ambiente in cui l’uomo opera. Per questo motivo, vengono studiati dei rimedi che possono essere inseriti in una logica di sostenibilità e rispetto per il nostro ambiente. Tali rimedi possono essere applicati a diversi tipi di ambiti come: l’agricoltura, l’edilizia, il turismo.

Bisogna in ogni caso, per studiare i vari progetti e rimedi, tenere profondamente conto dei limiti ambientali, paesaggistici, rigenerativi e faunistici della natura del luogo. Ecco allora che possiamo parlare di agricoltura sostenibile, di edilizia sostenibile e di turismo sostenibile.

L’ agricoltura sostenibile pone attenzione al territorio, della fauna relativa, al tipo di vegetazione, ai criteri di sostenibilità nella produzione agricola e alimentare. L’edilizia sostenibile invece si focalizza su nuove tecniche di costruzione e nuovi materiali che hanno impatto favorevole sull’ambiente circostante.
In ultimo il turismo sostenibile si focalizza sulla possibilità di sfruttare al massimo strutture sostenibili. Esso predilige attività che sono considerate anche rispettose per l’ambiente circostante.

Biologico

Il termine biologico, viene principalmente utilizzato, per indicare un tipo di produzione agricola e di allevamento che ammette solo l’impiego di sostanze naturali, presenti cioè in natura, escludendo l’utilizzo di sostanze di sintesi chimica (come i concimi, i diserbanti, e gli insetticidi). Biologico è spesso usato come sinonimo di “più naturale o più sano“.

Purtroppo, in riferimento al cibo biologico, molto spesso le aziende hanno usato, il termine “biologico”, in maniera errata e ingannevole nei confronti dei produttori e dei rivenditori di alimenti. Così a tutela del consumatore è stato adottato un regolamento CE che ne chiarisce il termine e che richiede un severo controllo prima di applicare il prefisso “bio” ai prodotti distribuiti.

Facciamo riferimento al Regolamento (CE) n. 834/2007 del consiglio Europeo che tratta della produzione e dell’etichettatura dei prodotti biologici lasciando cadere ogni dubbio che abbiamo in merito alla questione.

A tutela del consumatore e a garanzia della concorrenza leale, i termini utilizzati per indicare i prodotti biologici dovrebbero essere protetti contro la loro utilizzazione su prodotti non biologici nell’intera Comunità e indipendentemente dalla lingua impiegata. (Art. 23)

La normativa comunitaria dovrebbe promuovere un concetto armonizzato di produzione biologica. (Art. 28)

Il Regolamento inoltre esclude dai prodotti biologici ogni prodotto OGM. Molto spesso sentiamo parlare di marchio biologico di un determinato prodotto che comunque deve essere esposto come abbiamo precedentemente scritto (vedi regolamento CE).

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Differenze tra cellule animali e cellule vegetali https://cultura.biografieonline.it/cellule-animali-vegetali/ https://cultura.biografieonline.it/cellule-animali-vegetali/#respond Fri, 17 Feb 2017 16:02:10 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=21344 Quando parliamo di cellula, ovvero l’unità morfologica e funzionale di tutti gli organismi viventi, non possiamo non sottolineare la differenza che esiste tra cellule animali e cellule vegetali. Si tratta di due cellule eucariotiche che differiscono da quelle procariotiche per dimensioni (circa dieci volte di più rispetto a quelle procariote) e caratterizzate da una compartimentazione interna molto particolare e spesso complessa. Vediamo di seguito qualche dettaglio in più per sottolineare le differenze tra cellule animali e cellule vegetali.

cellule animali cellule vegetali - differenze

Cellule animali

La cellula animale si differenzia da quella vegetale sotto molti punti di vista. In primo luogo, la cellula animale, come tutte le cellule, è caratterizzata dalla presenza della membrana cellulare. La membrana è un sottile rivestimento che protegge la cellula dall’ambiente esterno. Essa però non presenta, come in quella vegetale, una parete cellulare che rappresenta ancora un’ulteriore barriera verso l’ambiente esterno.

Inoltre nella cellula animale non sono presenti i plastidi e i vacuoli. Essi sono organuli tipici delle cellule vegetali. All’ interno della cellula, possiamo notare la presenza di centrioli. Essi sono presenti nella maggior parte delle cellule animali che svolgono una funzione essenziale durante i processi di mitosi e che permettono un’ordinata disposizione degli organi cellulari.

Le cellule animali vantano la presenza di lisosomi, ovvero organelli (o organuli) adibiti essenzialmente al sistema digerente della cellula. Essi permettono la conseguente distruzione e degradazione di molecole estranee e macromolecole ingerite dalla cellula.

Le cellule animali inoltre presentano delle particolari appendici cellulari, definite flagelli. Essi permettono qualsiasi tipo di movimento cellulare.

In ultimo sono caratterizzate della presenza di vacuoli micropinocitici che possono inglobare le sostanze di scarto (attraverso il processo denominato pinocitosi).

Cellule vegetali

La cellula vegetale invece è un tipo di cellula eucariotica. E’ quindi caratterizzata dalla presenza di una parte che garantisce l’assoluta rigidità e capacità di mantenimento della forma della cellula stessa. La parete cellulare vegetale – a cui abbiamo accennato prima – è costituita per la stragrande maggioranza da polisaccaridi, soprattutto cellulosa. Essa si divide a sua volta in tre strati successivi definiti con i nomi di:

  • lamella mediana;
  • parete primaria;
  • parte secondaria.

La cellula vegetale vanta la presenza di plastidi. Essi permettono funzioni di biosintesi degli acidi grassi, degli amminoacidi e dell’amido, nonché relative funzioni metaboliche, come la nota fotosintesi clorofilliana. Vi sono poi i plasmidi: si tratta di canali che mettono in comunicazione le cellule vicine. I vacuoli: la cui funzione principale è quella di permettere e di mantenere il cosiddetto turgore cellulare.

Nella cellula vegetale, di particolare importanza, sono i cosiddetti cloroplasti adibiti all’importante processo della fotosintesi clorofilliana (processo di sopravvivenza che permette di provvedere al nutrimento della pianta), dove l’energia luminosa viene catturata dai pigmenti di clorofilla (e non solo) e riconvertita successivamente sotto forma di energia chimica.

fotosintesi clorofilliana
Fotosintesi clorofilliana

La cellula vegetale a differenza di quella animale però non vanta la presenza dei centrioli che permettono nella cellula animale un’ordinata disposizione degli organi cellulari.

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La sostanza delle cose, libro di Mark Miodownik https://cultura.biografieonline.it/sostanza-delle-cose/ https://cultura.biografieonline.it/sostanza-delle-cose/#respond Mon, 28 Dec 2015 10:58:08 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=16096 Nell’arco degli ultimi 60 anni gli scienziati che si sono occupati di chimica, biologia e fisica, sono stati in grado di creare tecnologie incredibili per la molteplicità delle loro applicazioni. Lo sviluppo di tali tecnologie appare inarrestabile e le scoperte nel campo dell’uso dei materiali sembrano davvero non avere fine e forse è l’unico vero cambiamento che la storia recente ha potuto registrare in modo così radicale e veloce. Mark Miodownik, un ingegnere dei materiali che insegna all’University College di Londra, ha cercato di raccontare la natura dei materiali e le loro applicazioni con un libro meravigliosamente semplice e al contempo complesso: “La sostanza delle cose” edito da Bollati Boringhieri nel 2015.

La sostanza delle cose (copertina del libro)
La sostanza delle cose. Storie incredibili dei materiali meravigliosi di cui è fatto il mondo.

Il libro consta di  249 pagine che si leggono d’un fiato, perché l’autore, con uno stile semplice, ci racconta come le tecnologie abbiano cambiato le nostre vite e stiano influenzando sempre di più il nostro destino. Mark Miodownik, prendendo spunto dalle cose che ci circondano,  racconta la storia di alcuni materiali come l’acciaio, la plastica, la carta, il vetro, il grafene e l’aerogel.

La sostanza delle cose: il libro

L’autore narra la complessità dei materiali attraverso un linguaggio e uno stile narrativo che ricordano l’autobiografia e in parte il romanzo. Attraverso il suo  racconto comprendiamo l’identità complessa dei materiali. La sua capacità divulgativa regala al lettore un viaggio stimolante in cui ogni materiale che accompagna la nostra vita diventa un protagonista stimolante.

Prendiamo ad esempio il cemento, la cui scoperta si deve ai romani, che lo hanno utilizzato un po’ dappertutto, come ad esempio nel Pantheon, la cui cupola è costituita da calcestruzzo rinforzato. Ma il cemento, materiale comune alla base di moltissime nostre abitazioni, non ha una genesi tanto semplice, anzi la sua composizione è ricca di altri materiali come carbonato di calcio, silicati, acqua, ma anche rocce ricche di alluminio e ferro.

Ogni materiale non ha un’unica composizione, anzi ogni singolo elemento si lega e si scioglie in altri, su diversi livelli e con diverse proporzioni. Come ad esempio l’oro che ha bisogno del rame per diventare più duro e resistente. Le strutture che compongono i materiali si incastrano e uniscono fra loro in una scala di grandezze che ci porta dal visibile all’invisibile.

Mark Miodownik
Una foto di Mark Miodownik

Ogni materiale, ci spiega l’autore Mark Miodownik, è composto di parti talmente piccole che sono necessari super microscopi per individuarle. E queste strutture o parti del materiale sono governate da forze intensissime che riparano e congiungono altre parti del materiale stesso.

L’autore ci trascina così in un’analisi dell’infinitamente piccolo che oltre a stupire affascina per le sue infinite applicazioni. Ma non si ferma a questo l’ingegnere inglese, che vanta una conoscenza dei materiali notevole. Il saggio, infatti, ci trasporta in un futuro in cui gli uomini saranno formati da materiali sintetici che ricostruiranno organi, ossa, capelli e forse il cervello, sconvolgendo il tema stesso dell’identità umana. In realtà la scienza, che non vede confine, può, attraverso le sue esplorazioni, scoprire elementi che chiarificano l’origine della vita e che spiegano, grazie alla natura degli atomi, come si costituisce la realtà.

Le riflessioni che nascono dalla lettura del libro

Ciò che però nemmeno i materiali e il loro studio spiega è la vera natura della nostra coscienza che contiene il mistero della vita. Per fortuna lo spirito e la coscienza, due temi molto dibattuti nell’arco degli ultimi 5000 anni, non possono essere analizzati e studiati al microscopio e soprattutto non possono essere giudicati con l’occhio di chi desidera scomporre e ricomporre un materiale per comprenderne la natura più intima.

Il libro “La sostanza delle cose” di Miodownik è un testo interessante, scritto con un piglio da scrittore che vuole tenere i propri lettori attaccati alla pagina, grazie ad esempi suggestivi e soprattutto grazie all’utilità di un ragionamento che ci spiega come è fatta la sostanza degli oggetti che utilizziamo tutti i giorni senza rendercene più conto.

Inoltre, il libro contiene una spiegazione storica dell’evoluzione degli oggetti che identifica lo sviluppo straordinario che il progresso scientifico nel campo dei materiali ha raggiunto da quando l’uomo ha cominciato a fabbricare i primi utensili.

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