Baudelaire Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Thu, 20 Oct 2022 11:22:30 +0000 it-IT hourly 1 Corrispondenze (Baudelaire): analisi del testo e riassunto breve https://cultura.biografieonline.it/corrispondenze-baudelaire-testo-analisi-riassunto/ https://cultura.biografieonline.it/corrispondenze-baudelaire-testo-analisi-riassunto/#comments Thu, 20 Oct 2022 11:16:51 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=40393 La poesia Corrispondenze è una delle più significative dell’opera I fiori del male dello scrittore francese Charles Baudelaire. Essa fa parte della prima sezione del libro, Spleen e ideale (Les fleurs du mal, Spleen et idéal).

Charles Baudelaire, autore della poesia Corrispondenze
Charles Baudelaire, autore della poesia Corrispondenze

Charles Baudelaire: il poeta e le sue opere

Baudelaire è stato un grande poeta francese attivo intorno alla metà dell’Ottocento. La sua opera segna il passaggio dal Romanticismo al Decadentismo: egli infatti volle descrivere, mediante un linguaggio simbolico, il lato negativo del mondo moderno in tutti i suoi vizi e la sua corruzione.

L’autore visse una vita dissipata e scandalosa: nacque a Parigi nel 1821 ma, sin da subito, mostrò una propensione alla vita da bohémienne. La sua famiglia, per riportarlo sulla retta via, lo costrinse a fare un viaggio in India ma egli si fermò alle isole Bourbon e tornò indietro.

Da quel momento visse con una piccola rendita e si dedicò alla scrittura, sua grande passione, oltre che alla frequentazione degli ambienti mondani.

Charles Baudelaire morì dopo una lunga malattia, provato dal consumo di oppio, nel 1867.

La sua opera più importante si intitola I fiori del male: la prima edizione venne pubblicata nel 1857 e comprendeva cento poesie divise in cinque sezioni:

  1. Spleen e ideale
  2. I fiori del male
  3. La rivolta
  4. Il vino
  5. La morte

Venne ritenuta talmente scandalosa che fu ritirata e l’autore venne condannato al pagamento di una multa.

L’opera aprì la stagione dei cosiddetti poeti maledetti.

I fiori del male (puoi leggerlo gratis su Amazon) si presenta come una raccolta unitaria di poesie; il titolo è rappresentativo di ciò che è espresso al suo interno: i fiori non sono più il simbolo della bellezza ma vengono associati all’idea del male e della corruzione dell’uomo.

La raccolta rappresenta le fondamenta della poesia moderna perché vengono espressi per la prima volta temi come la morte, l’orrore, il satanismo, con lo scopo di “estrarre la bellezza dal Male”. Insomma, questa raccolta fu un vero e proprio manifesto della rivoluzione poetica.

Corrispondenze: testo della poesia

La Natura è un tempio dove incerte parole
mormorano pilastri che son vivi,
una foresta di simboli che l’uomo
attraversa nel raggio dei loro sguardi familiari.

Come echi che a lungo e da lontano
tendono a un’unità profonda e buia
grande come le tenebre o la luce
i suoni rispondono ai colori, i colori ai profumi.

Profumi freschi come la pelle d’un bambino,
vellutati come l’oboe e verdi come i prati,
altri d’una corrotta, trionfante ricchezza

che tende a propagarsi senza fine – così
l’ambra e il muschio, l’incenso e il benzoino
a commentare le dolcezze estreme dello spirito e dei sensi.

Il testo originale in francese

La Nature est un temple où de vivants piliers
Laissent parfois sortir de confuses paroles;
L’homme y passe à travers des forêts de symboles
Qui l’observent avec des regards familiars.

Comme de long échos qui de loin se confondent
Dans une ténébreuse et profonde unité,
Vaste comme la nuit et comme la clarté,
Les pafums, les couleurs et les sons se répondent.

Il est des parfums frais comme des chairs d’enfants,
Doux comme del hautbois, verts comme les prairies,
– Et d’autres, corrompus, riches et triomphants,

Ayant l’expansion des choses infinies,
Comme l’ambre, le musc, le benjoin et l’encens,
Qui chantent les transports de l’esprit et des sens.

Parafrasi

La Natura è come un tempio dove i pilastri sono vivi ed emanano parole confuse;

l’uomo la attraversa tra foreste ricche di simboli nelle quali si trova qualcosa di familiare.

Esiste una corrispondenza tra i profumi, i colori e i suoni che si confondono da lontano in un insieme profondo e tenebroso, come la notte che si mischia alla luce.

Vi sono profumi freschi come l’incarnato di un bambino, come il dolce suono dell’oboe e il verde delle praterie.

E ce ne sono altri corrotti, ricchi e trionfanti che producono forti sensazioni come l’incenso, l’ambra, il muschio e la resina balsamica, ed esprimono le passioni dell’anima e dei sensi.

Corrispondenze, poesia di Baudelaire
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Spiegazione, analisi e commento

La poesia Corrispondenze fa parte della prima sezione del libro I fiori del male, che si chiama Spleen e ideale: il testo originale era in versi alessandrini, tradotti in italiano con 17 endecasillabi uniti in un’unica strofa.

Questa poesia racconta la visione del mondo del poeta: egli è l’unico che riesce a cogliere le corrispondenze tra le cose della natura e l’interiorità dell’uomo.

Ha una sensibilità diversa, si presenta come un veggente che deve rivelare il mistero delle cose.

La poesia infatti descrive come la Natura racconti qualcosa agli uomini attraverso un linguaggio poco comprensibile: ci sono molti simboli che contengono però qualcosa di familiare.

La poesia si apre con una metafora in cui la Natura stessa viene paragonata ad un tempio.

Esiste poi una corrispondenza misteriosa tra i profumi e i colori che riportano a qualcosa di oscuro.

Baudelaire utilizza diversi piani per descrivere queste corrispondenze (versi 10-14):

  • l’olfatto – il profumo di bimbo);
  • l’udito – il dolce suono dell’oboe;
  • la vista – il verde delle praterie.

Sono tutte sinestesie in quanto accostano piani sensoriali differenti.

Tutte le forme naturali diventano così il simbolo di una realtà misteriosa e autentica: per capirla è necessario che l’uomo non si fermi alla superficie delle cose ma scavi più a fondo.

La poesia si chiude poi con la descrizione di quelle sensazioni che si collegano ad atmosfere di corruzione e ricerca del piacere:

  • incenso;
  • ambra;
  • benzoino – una resina balsamica.

Il linguaggio è evocativo: non è più razionale e non descrive la realtà in maniera oggettiva, ma diventa allusivo e misterioso.

La poesia Corrispondenze, così come tutta la poetica di Baudelaire, non è di facile e immediata comprensione. Tuttavia attraverso essa è possibile immergersi nel mondo e nell’anima del poeta stesso, grazie alla straordinaria descrizione delle sensazioni e delle allusioni.

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I poeti maledetti: chi erano? (Riassunto) https://cultura.biografieonline.it/poeti-maledetti/ https://cultura.biografieonline.it/poeti-maledetti/#comments Sat, 27 Nov 2021 15:22:36 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7965 La definizione di poeti maledetti trae origine da un’opera del poeta francese Paul Marie Verlaine (1844-1896), ovvero Les poètes maudit che, pubblicata nella sua prima edizione nel 1884, comprende, oltre ai testi dello stesso Verlaine, alcuni testi dei poeti francesi Arthur Rimbaud (1854-1891), Tristan Corbière (1845-1875) e Stéphane Mallarmé (1842-1898).

Poeti maledetti - Damned poets - Poètes maudit
I poeti maledetti in un quadro di Henri Fantin-Latour (1872). I primi due a sinistra sono Verlaine e Rimbaud.

Nel 1888, esce un’edizione aggiornata con inserite le opere della poetessa francese Marceline Desbordes-Valmore (1786-1859), dello scrittore francese Auguste de Villiers de l’Isle-Adam (1838-1889), e di Pauvre Lelian, pseudonimo e anagramma di Paul Verlaine. Nella sua opera, Verlaine li definisce “poeti maledetti“, descrivendoli come anticonformisti, ribelli, innovatori, dei “poeti assoluti”.

Paul Verlaine
Il poeta francese Paul Verlaine: dalla sua opera Les poètes maudit trae origine la definizione di “poeti maledetti”

Il poeta e scrittore francese Charles Baudelaire (1821-1867)con il suo pensiero e le sue opere, tra cui ricordiamo Les Fleurs du Mal, I fiori del male, ha influenzato i poeti successivi a lui ed è considerato uno dei precursori dei poeti maledetti.

Charles Baudelaire
Charles Baudelaire, precursore dei poeti maledetti

La nozione del poète maudit costituisce il mito del pensiero romantico e domina l’ideologia della poesia della seconda metà del XIX secolo; la sua immagine definisce una condizione di disagio nei confronti della società, con conseguente isolamento, tendenza alla ribellione ed alla provocazione. La sregolatezza di questo stile di vita si traduce anche nell’inclinazione all’uso di alcol e droghe, alla ricerca di esperienze intense con l’intento di riuscire ad evocare sensazioni e situazioni estreme, con la tendenza all’autodistruzione.

Interpretazione dei testi

I testi dei poeti maledetti sono sovente di difficile lettura ed interpretazione, poiché il sentirsi incompreso sfocia nella difficoltà ed impossibilità di esprimere il proprio essere, divenendo esso la propria prigione. Dall’animo sofferente e malinconico, tormentati da patimenti e turbamenti esistenziali, tendenti al vizio e alla ricerca di piacere, i poeti maledetti sono il simbolo dell’angoscia umana che deriva dall’osservazione della decadenza della società in cui vivono. Descrivendo le crude realtà della vita, considerano la poesia come una realtà superiore, eterna ed infinita.

La poesia diviene il modo per comprendere il senso della realtà: attraverso una sregolatezza dei sensi, il poeta diventa “veggente” e attribuisce alla poesia un potere magico, in grado di addentrarsi nelle verità profonde e celate della vita e dell’anima, illuminandole. L’arte viene celebrata come strumento per esplorare l’ignoto attraverso i simboli, per penetrare nell’animo umano, nelle sue emozioni e nei suoi desideri inconsci.

Arthur Rimbaud, afferma che “il Poeta si fa Veggente attraverso una lunga, immensa e ragionata sregolatezza di tutti i sensi” e chesolo l’Amore divino conferisce le chiavi della conoscenza”.

Arthur Rimbaud
Il poeta maledetto Arthur Rimbaud

“Scrivevo silenzi, notti, notavo l’inesprimibile, fissavo vertigini” (Arthur Rimbaud)

“E’ la pena più grande | non conoscerne il motivo, | senz’amore e senz’odio, | il mio cuore ha tanta pena!”  (Paul Verlaine)

L’assenzio

Bevanda prediletta da poeti e artisti maledetti, l’assenzio è un distillato molto amaro dal gusto di anice, ad alta gradazione alcolica. E’ derivato dai fiori e dalle foglie dell’Assenzio maggiore, pianta erbacea dal quale prende il nome, contenente semi di anice verde.

Di colore che può variare dal giallo tenue al verde smeraldo, ha la sua massima diffusione nell’800 e viene assunto aggiungendo zucchero o ghiaccio.

Nel 1915 in Francia l’assenzio viene ritirato dal commercio e la sua produzione vietata.

Durante il suo secondo periodo parigino, nel 1901, il grande pittore Pablo Picasso realizza l’opera La bevitrice di assenzio.

La bevitrice di assenzio
La bevitrice di assenzio, 1901, opera di Pablo Picasso

Artisti maledetti

L’appellativo di maledetto viene usato per definire anche artisti di epoche diverse che hanno alimentato questo mito; i poeti francesi:

  • François Villon (1431-1463),
  • Aloysius Bertrand (1807-1841),
  • Gérard de Nerval (1808-1855),
  • Lautréamont (1846-1870),
  • Petrus Borel (1809-1859),
  • Charles Cros (1842-1888),
  • Germain Nouveau (1851-1920)

I poeti inglesi:

  • Thomas Chatterlon (1752-1770),
  • John Keats (1795-1821)

E poi:

Arthur Rimbaud e Jim Morrison

Arthur Rimbaud rappresenta un poeta culto per l’icona del rock, poeta e leader carismatico della band The Doors, Jim Morrison: nella sua musica, oltre che nella sua vita, si può individuare un forte legame con il poeta maledetto.

Jim Morrison
Jim Morrison

Nel 1968, Wallace Fowlie, professore di letteratura francese alla Duke University, riceve da Jim Morrison una lettera di complimenti per la sua traduzione delle opere di Rimbaud. Da questo avvenimento, molti anni dopo, nacque il saggio “Rimbaud e Jim Morrison. Il ribelle come poeta”, pubblicato ne 1994, in cui Fowlie evidenzia le similitudini tra le loro vite e descrive le analogie tra le opere di Rimbaud ed i testi e le poesie di Jim Morrison, nelle quali l’influenza di Rimbaud è quasi evidente.

Poeti maledetti, immersi nelle tempeste interiori del genio e della sregolatezza poiché, come disse Aristotele:

Non esiste grande genio senza una dose di follia”.

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