basket Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 01 Oct 2024 12:50:31 +0000 it-IT hourly 1 James Naismith e la storia della pallacanestro https://cultura.biografieonline.it/storia-della-pallacanestro/ https://cultura.biografieonline.it/storia-della-pallacanestro/#comments Fri, 15 Jan 2021 06:11:43 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2180 La nascita della pallacanestro

La pallacanestro nasce nel 1891 a Springfield (Massachusetts), esattamente il giorno 15 gennaio. L’idea fu di James Naismith, medico ed insegnante di educazione fisica. Naismith lavorava come insegnante di educazione fisica presso la Young Men’s Christian Association (YMCA) International Training School (Scuola Internazionale di Allenamento dell’Associazione Giovanile Maschile Cristiana) di Springfield (Massachusetts).

I Kansas Jayhawks nel 1899: Naismith è il primo da destra.
I Kansas Jayhawks nel 1899: James Naismith è il primo da destra.

Il capo del dipartimento di educazione fisica dell’istituto, Luther Halsey Gulick, chiese a Naismith di trovare qualcosa che potesse divertire gli studenti durante le lezioni invernali di ginnastica; ciò perché le temperature rigide li costringevano a fare lezione al coperto.

James Naismith
James Naismith (Almonte, Canada, 6 novembre 1861 – Lawrence, USA, 28 novembre 1939). Foto: Wikipedia

Gulick in particolare chiedeva un gioco in luoghi chiusi, facile da imparare, con poche occasioni di contatto, il cui costo non gravasse sulle spese della scuola.
Naismith trovò l’ispirazione da un gioco che aveva conosciuto nella sua infanzia in Canada, “Duck on a rock” (l’anatra su una roccia). In questo gioco la regola principale era il tiro a parabola di un sasso. Attinse anche da giochi più antichi, come l’azteco Tlachtli, (in cui si passava una palla cercando di non farla mai cadere a terra, e vinceva chi riusciva a farla entrare in un anello sopraelevato), ed il maya Pok-Ta-Pok. Oltre a questi analizzò gli sport più praticati all’epoca: quali il football americano, il rugby, il lacrosse ed il calcio.

Pallacanestro: le prime 5 regole

Dopo due settimane, Naismith formalizzò le prime cinque regole del nuovo gioco:

  1. si doveva usare un pallone rotondo, che poteva essere toccato solo con le mani;
  2. non si poteva camminare con il pallone fra le mani;
  3. i giocatori potevano posizionarsi e spostarsi ovunque nel campo;
  4. non era permesso il contatto fisico tra i giocatori;
  5. l’obiettivo era posizionato orizzontalmente, in alto.

Le 13 regole di base

Il gioco della pallacanestro vede la luce il giorno 15 dicembre 1891: Naismith tradusse questi principi in tredici regole di base. Nello stesso giorno organizzò la prima partita sperimentale della storia disputata dal cosiddetto First Team (la prima squadra): un gruppo di diciotto giocatori (gli studenti della classe di Naismith), divisi in due squadre di nove ciascuno. La partita fu giocata con un cesto di vimini, usato per la raccolta delle pesche, che venne appeso alle estremità della palestra della scuola.

Le tredici regole vennero pubblicate dal giornale studentesco “The Triangle” (Il triangolo) il 15 gennaio 1892, data ufficiale della nascita del Basketball (palla del cesto). Il 20 gennaio si svolse la prima partita dalla pubblicazione delle regole. Terminò con il risultato finale di 1-0, grazie al canestro di un certo William “Willie” Chase.

La prima partita pubblica ufficiale fu fissata da Naismith l’11 marzo 1892 fra una squadra di docenti e una di studenti: vinsero i primi 5-0. Lo sport cominciò a diffondersi presto negli Stati Uniti, proprio perché esercitato negli YMCA. Inoltre, gli allievi di Naismith, al termine degli studi, divennero missionari, e mentre portavano il messaggio cristiano in tutto il mondo, insegnavano anche ai giovani il nuovo gioco.

Nel 1904 fu disputato un torneo non ufficiale di pallacanestro durante le Olimpiadi di St.Louis. Invece nel 1936 lo sport del basketball fu aggiunto al programma delle Olimpiadi di Berlino. In questa occasione Naismith ebbe l’onore di consegnare la medaglia d’oro agli Stati Uniti, che avevano sconfitto in finale il Canada. Fu nominato presidente onorario della Federazione Internazionale Pallacanestro (FIBA), sorta nel 1932.

NBA

Nel 1946 nacque negli Stati Uniti la National Basketball Association (NBA, Associazione nazionale di pallacanestro), al fine di organizzare squadre professionistiche e rendere lo sport popolare.

Naismith comunque fu il primo allenatore della storia del basket. Guidò infatti i Kansas Jayhawks dal 1898 al 1907: in nove stagioni sedette in panchina 115 volte, vinse 55 incontri e ne perse 60. Ad oggi, il suo libro “Basketball: Its Origin and Development” (“La pallacanestro: origini e sviluppo”, uscito dopo la sua morte nel 1941) resta il caposaldo della bibliografia della pallacanestro. A lui sono stati intitolati in Canada e negli Stati Uniti riconoscimenti, Hall of Fame, statue e premi. Ogni anno il miglior giocatore della NCCA (National Collegiate Athletic Association, l’associazione atletica nazionale dei college) riceve il “Premio Naismith”.

Da allora le regole sono state perfezionate, e l’NBA mantiene delle differenze sostanziali rispetto alla FIBA, ai Campionati Mondiali e alle Olimpiadi. Questo perché negli USA si vuole rendere il gioco più spettacolare. In particolare, con la globalizzazione degli ultimi anni, sono entrati in gioco gli sponsor che creano un business pubblicitario molto elevato. Per questo la pallacanestro è diventata più fisica, a dispetto della prima regola impostata da Naismith, e dal puro divertimento si è passati al vero e proprio agonismo.

Una spettacolare fotografia di Michael Jordan durante una schiacciata
Una spettacolare fotografia di Michael Jordan durante una schiacciata

D’altronde, nell’NBA hanno figurato e figurano tuttora i più grandi nomi della storia di questo sport, da Magic Johnson a Michael Jordan, da Larry Bird a Kareem Abdul-Jabbar, da Shaquille O’Neal a Kobe Bryant a LeBron James, e gli italiani Andrea Bargnani, Belinelli e Gallinari, solo per citarne alcuni.

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Vincere non basta https://cultura.biografieonline.it/vincere-non-basta/ https://cultura.biografieonline.it/vincere-non-basta/#respond Tue, 09 Jun 2015 09:13:18 +0000 http://girolepagine.com/?p=67 la pallacanestro

di basket non so niente. niente eh, l’unico mio contatto col basket negli ultimi 25 anni* è stato quando un pomeriggio un paio di inverni fa mi ha chiamato un amico e mi ha detto scusa ti va di accompagnare ricky hatton (che no, non è fratello di oliver che gioca a pallone, quello se scrive hutton) a vedere una partita dell’olimpia milano a bordo campo? e io ho detto sì certo scusa vado a comprare qualcosa da mettermi al volo. mentre andavo ho richiamato l’amico di cui sopra e gli ho detto spiegami un attimo le regole, va.

e la serata è stata bella perché eravamo sul campo, i giocatori erano fighi da fare paura, e così via. ma hatton – che se non sapete chi è potete fare clic qui – è stato poco di compagnia, non ha fatto altro che scatarrare pesante tutta la partita e il suo interesse era limitato alla birra nell’intervallo.
detto questo.
ho appena finito di leggere vincere non basta – add editore, maggio 2015, di sarunasjasikevicius ma soprattutto di pietroscibetta.

Vincere non basta
Vincere non basta (la copertina del libro)

se conoscete il basket, conoscete jasikevicius (al contrario di me fino a qualche mese fa) e se conoscete davvero il basket conoscete pietro. io pietro lo conosco per il pugilato, vi evito i racconti di cose fattedetteviste che l’interessometro si sta alzando, vi dico solo, pe’spiegavve, che una volta stavo mangiando un panino con la salamella, lui era lì, io parlavo con delle persone, lui mi ha detto solo quando queste persone sono andate via che avevo un pezzo di pane spiaccicato in faccia. grazie pietro, riuscirò prima o poi a ricambiare il favore.

allora leggo questo libro e di solito c’è un problema coi libri e coi film di sport: spesso, sono storie di riscatto. una due tre centosette quattrocentonovantadue storie di riscatto hanno smaronato. belli eh, alcune storie ti prendono davvero il cuore, ma dopo un po’ anche basta. questo libro però non è una storia di riscatto.

sarunas si racconta in maniera onesta, e pure io che di basket non so nulla, ho apprezzato perché non si prende tutti i meriti delle cose che ha fatto, spesso passa più tempo a raccontare di quanto fossero bravi compagni/coach/genti esterne. non menziona mai i riconoscimenti ricevuti – che ho letto su wiki per un accurato fact checking. big up per lui. poi magari abbiamo dei punti di vista diversi su cosa sia importante nello sport (vincere? io? faccio fatica persino a scriverlo) ma ognuno la vede a modo suo e se sei un giocatore pro, forse un po’ di competitività è giusto averla.

ecco magari poi se voi di basket sapete qualcosa apprezzerete di più, vi ricorderete cosepersoneluoghieventicittàanimalidirefarebaciareletteratestamento.

io l’ho letto soprattutto perché jasikevicius è bono da fare spavento.

*non mi sono abbassata l’età, solo che per qualche anno da piccina a basket ci ho giocato anche io quindi l’asticella si è alzata

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