baci Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 27 Jun 2023 09:21:00 +0000 it-IT hourly 1 Bacio rubato (o Bacio furtivo), quadro di Fragonard: storia e descrizione https://cultura.biografieonline.it/bacio-rubato-fragonard/ https://cultura.biografieonline.it/bacio-rubato-fragonard/#respond Tue, 27 Jun 2023 08:04:41 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=19098 Amore e voluttà sono le didascaliche parole che facilmente lo spettatore può udire accostando l’orecchio a questa pregevole tela francese. Si intitola “Il bacio furtivo” (o bacio rubato). È un dipinto illustre capace di accostarsi serenamente alla scene d’amore di “Annette al suo amato” o ad una nuvola di stucco dell’oratorio di Santa Cita.

Lui le prese teneramente la mano. / Si guardarono fissi negli occhi, poi / guardarono in giro, che non vegliassero genitori; /e poiché non videro nessuno, /svelti – ma bene – /fecero come facciamo noi.

(“Annette al suo amato”, Johann Wolfgang Goethe, 1767).

Il bacio furtivo - dettaglio
Il bacio furtivo (o bacio rubato): dettaglio centrale del quadro

Realizzato da Jean-Honoré Fragonard negli ultimi decenni del XVIII secolo, il “Bacio rubato” si distinse per l’inusuale leggerezza del motivo rappresentato, subendo di fatti gli onori e al contempo le sfavorite sorti di pittore viziato dall’immorale futilità.

Figlia prediletta dello stile rococò, l’opera di Fragonard divenne capolavoro di pregio presso il palazzo reale di Stanislao Augusto Poniatowski, per poi raggiungere le sale dell’Ermitage nel 1895.

Il bacio furtivo: genesi del dipinto

Della bellezza dell’arte tardo settecentesca, apparve sovente l’arte sublime e teneramente romantica di Jean Honoré Fragonard, “l’essenza profumata del Settecento”.

Allievo di Chardin e di Watteau, fu il meritevole destinatario del Prix de Rome nel 1776, brillante periodo quello della permanenza italiana, che ne favori l’ispirazione grazie agli eccelsi esempi della pittura barocca, di cui si fece insigne maestro Pietro da Cortona, “intensificando la vivacità della propria visione e acquisendo in breve una scioltezza sorprendente” (FREGOLENT), procedendo di fatti “su un sentiero seminato di rose“.

La tela de “Il bacio rubato“, appartenuta a Stanislao Augusto Poniatowski, ultimo re di Polonia, è una delle opere più incredibili dell’artista, che grazie al benefico influsso della pittura di genere del Seicento olandese, raffigurò una galante scena di vita quotidiana, rischiarando, grazie ad un’attenta rappresentazione, le abitudini del “terzo stato”.
Il dipinto fu acquistato dall’Ermitage nel 1895.

Il bacio furtivo - Stolen Kiss - bacio rubato - Fragonard
Il bacio furtivo (Stolen Kiss, 1786) • Olio su tela, 168.5 cm × 168.5 cm

Bacio rubato: note tecniche e descrittive

Nella “Guida pittorica, ossia analisi intorno lo stile e degli artisti italiani e stranieri antichi e moderni del barone Alessandro Petti” (1855):

“Fragonard (Nicola) 1732 1806. Grasse in Provenza – Allievo di Francesco Boucher che mostrò soverchia affettazione nelle sue figure, e nella maniera di aggrupparle, ed ebbe composizione più nobile, più ragionata, e più poetica, di quella del suo maestro, non che pennello pieno di grazia, e di magia, tocco alquanto quanto indeciso, stile piacevole, senza carattere determinato, e colorito fattizio, e poco vigoroso”.

Quello che oggi colpisce per l’incredibile bellezza, non fu, come spesso accade, apprezzato dai contemporanei a causa dell’amaro gusto di ciò che si effigia di novità o dell’abietto tentativo di abbeverarsi presso una fonte irrorata dalle nuove mode e dai sentimenti cangianti di una società in perpetuo mutamento, e per tale motivo, turpe e lontana della stella maestra dei tempi passati.

L’ingegno dell’estro umano, la maestria nel tentar nuove strade nacquero in ogni modo da radici consolidate, da scuole supreme e di superba comprovazione, quali furono gli insegnanti di Fragonard, allievo di Chardin e Watteau.

Consacrandosi al culto della moda, venne ben volentieri accolto da coloro che fecero dell’omologazione il vanto del gusto moderno, tant’è che “I suoi quadretti ed i suoi disegni all’acquerella sì osservabili per pensieri nuovi ed ingegnosi, comparati venivano appena vedevano la luce“.

L’ingegno e la creatività dischiusero le porte ad una pittura che fu definita dissoluta, viziata di vuotezza e scarso senso d’elevazione spirituale.

L’opera di Fragonard

Lontana da un’arte, dunque, che fino a quel momento si era legittimata ad altissimo mezzo piuttosto che a semplice esternazione da stipare nel mero fine espositivo, come uno specchio che guarda assiduamente al presente, non allontanandosi mai nel grandezza del passato, ma scrutando in se stesso, tra il lusso dei ricchi salotti e la vacuità dei giochi borghesi.

Nella notevole raccolta dal titolo “Biografia universale antica e moderna“, l’opera del genio francese fu così giudicata licenziosa, macchiata d’immoralità:

“Sotto tale aspetto si dirà: Fragonard è colpevole; e non si troverebbe modo, anche ammirando il pittore, d’ approvare l’ingegno, di cui il risultamento accende passioni pericolose e tende alla depravazione dei costumi. Gli epigrammi d’un pittore valgono alle volte quanto quelli d un poeta”.

Seta, visi incipriati e passi leggeri accompagnano l’intera opera compositiva e artistica di Jean – Honoré Fragonard, nell’esibizione del vanteria, e dell’erotismo aristocratico snocciolato nella pratica romantica delle lettere d’amore, dei baci rubati e dei corteggiamenti all’aperto, tra cespugli odorosi e altalene appese agli alberi che tanto avevano “sgomentato il timore”.

Leggerezza, animosa vitalità e luminosità contraddistinguono il sentimento di riconquista, di rivincita rispetto all’opulenza soffocante del Barocco, di contro a quella ridondanza di forme complesse e vorticose, di bellezza incommensurabile e di maestria inqualificabile di cui si fecero precettori il Bernini, il Borromini e Pietro da Cortona.

L’evoluzione di un’arte elevata

L’evoluzione colse nuovamente i frutti di un’arte elevatissima, quella barocca, liberandoli e tramutandoli nelle forme nuove, se pur ereditate, del secolo precedente, nelle linearità sinuose, nei temi edonistici di leggiadra e luminosa spensieratezza tra rovine incantate e vedute sconfinate.

Ombre e sciabolate di colore si cristallizzano nelle scene di femminile vanità, di borioso luccicare di stoffe, ornamenti e imbelletti pesanti e candidi, dalla quale sembra emergere un profumo antico, il tempo d’impiego dei ferri ardenti per le acconciature, la cremosità delle cere profumate, l’ esalazione floreale degli oli inebrianti.

L’amore appare fuggevole, veloce e passionale, inseguito dalla gioventù aristocratica nei campi, tra i ruscelli, lontano dall’ipocrita disapprovazione dell’autorità famigliare, e quando quest’ultima manca del proprio controllo, la passione trova in ogni modo sfogo nella clandestinità di luoghi appartati e asfissiati dalla mobilia e dai panneggi pesanti.
L’arte di cui si fece promotore Fragonard e le conseguenze di un gusto così frivolmente moderno sono facilmente identificabili in quello che fu lo spirito del secolo:

“[…] in mezzo a tanti baci ed abbracciamenti che diamo al proletariato, s’alza una vampolina insensibile e sottile in sulle prime, come la calunnia di Don Basilio, la quale ci penetra le ossa e ci dà alla testa, e ne riempie le cavità coi fumi inebbrianti dell’orgoglio […]”(SELVATICO).

Fragonard e il Rococò

Fragonard fu uno dei massimi esponenti del Rococò francese, incoronandosi a immagine stessa del Settecento, o meglio al “essenza profumata del Settecento”.

Bellezza, attesa e futile innamoramento divengono protagonisti della tela di Fragonard, immenso ed inestimabile rappresentante delle ricerche pittoriche stanche delle storiche rappresentazione e delle spirituali icone, vivide di messaggi didascalici, ammonimenti religiosi e orgogliosi passati.

Quello che la critica accusò è tuttora causa di grande orgoglio per il merito di quell’arte che nascendo per gli arredi intrise ogni rappresentazione, ogni interessante frutto caduto dall’albero dell’intuizione artistica

La scena

La scena del bacio rubato si immobilizza, si colma di emozioni, che per quanto ricche di passione possano essere, trasudano in ogni caso la superficialità di un atto effimero, nato dal vizio, dall’impeto di un istante, dal tumulto della partecipazione, senza che si lasci intravedere l’impegno, il momento onorevole dell’atto amoroso, non oltre i fatui confini del corteggiamento, dell’adulazione, dei tempi gioiosi che anticipano l’impegno matrimoniale, famigliare: oltre la porta, tre personaggi di età matura sono seduti al tavolo da gioco.

La vigilanza che essi dovrebbero effettuare sui giovani appartati è convenientemente ostacolata dalle carte e dalla colloquio, in altre parole le attività favorite nei salotti borghesi e aristocratici del XVIII secolo.

I quadri da cavalletto sono una costante, un chiaro riflesso d’un “arte arredatrice“, minuta nelle forme e consacrata al fantasioso interesse per paesaggi bucolici, realistici ma al contempo immaginati, in quell’estro ricco, estroverso e alleggerito da ogni mira tenacemente avvolta dagli alti scopi.

L’intimo spazio si fa scrigno di tessuti e mobilia, aprendosi alle spalle, nelle vicinanza di una sedia e di un tavolino, ai margini di un angolo illuminato e contiguo invece al buio che caratterizza i panneggi e lo spazio che fa da sfondo alla giovane fanciulla protesa verso il bacio; una porta semichiusa si apre su un’altra stanza, mostrando chiaramente la nobile eredità dei maestri fiamminghi, dei modelli olandesi.

Jean-Honoré Fragonard (autoritratto)
Jean-Honoré Fragonard (autoritratto o “L’ispirazione”)

L’abilità di Fragonard risulta sorprendente nella resa dei panneggi, morbidi e lucenti, e in genere nella rappresentazione delle superfici materiche oscillanti dai riflessi cangianti della seta di cui è fatto l’abito della dama al centro della scena, alla sottile trasparenza del velo, dal legno lucido del tavolino alla trama velluta del tappeto a decorazioni floreali adornante il pavimento, anche questa volta frutto della tradizione mimetica della tradizione olandese.

Note Bibliografiche

P. Daverio, “Louvre”, Scala, Firenze, 2016
“Biografia universale e moderna, ossia storia per l’alfabeto della vita pubblica e privata di tutte le persone che si distinsero per opere, azioni, talenti, virtù e delitti.”, vol. 22, Gio. Battista Missiaglia, Venezia, 1825
P. Selvatico, “I motori dell’arte italiana nel passato e nel presente”, “Rivista universale. Annali cattolici”, vol. 5, Uffizio della rivista universale, Genova – Firenze, 1867

]]>
https://cultura.biografieonline.it/bacio-rubato-fragonard/feed/ 0
Il bacio, di Hayez: storia e descrizione del celebre quadro https://cultura.biografieonline.it/hayez-il-bacio/ https://cultura.biografieonline.it/hayez-il-bacio/#comments Sat, 03 Jun 2023 22:26:10 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5045 Il bacio, un celebre quadro

Il bacio è stato dipinto da Francesco Hayez nel 1859. Si tratta di un olio su tela che misura 112 x 88 cm. Il dipinto è attualmente conservato nella Pinacoteca dell’Accademia di Brera, a Milano. Il quadro fu commissionato dal conte Alfonso Maria Visconti di Saliceto ed ebbe altre tre versioni, attualmente di proprietà di collezionisti privati.  Le repliche sono uguali all’originale in tutto, tranne in una, dove il vestito della ragazza è bianco.

Francesco Hayez, Il Bacio (1859)
Il Bacio (1859, Francesco Hayez)

Il vero titolo del quadro

Il suo titolo esteso è: Il bacio. Episodio della giovinezza. Costumi del secolo XIV oppure Il bacio del volontario. Ma per tutti è noto semplicemente come Il Bacio, di Hayez.

Un simbolo del Romanticismo

E’ uno dei quadri più famosi del Romanticismo italiano ma soprattutto è un’icona della sensualità romantica. I due amanti, stretti in un abbraccio che culmina con il bacio, coinvolgono lo spettatore nella loro intimità raccolta, facendo trascurare alcuni importanti dettagli del quadro.

In questo abbraccio e in questo bacio, l’osservatore presagisce il dolore per una partenza imminente e inevitabile: dopo l’addio struggente, la fanciulla resterà sola, carica di nostalgia, a cullarsi nella sua attesa malinconica, affranta per il timore di non rivedere mai più il suo amato. (Giuseppe Nifosì)

Hayez, dettaglio de Il Bacio
Hayez, dettaglio de Il Bacio

L’incontro fra i due ragazzi sembra furtivo oppure potrebbe essere un addio, questo elemento di ambiguità ha aiutato ad accrescere il successo del dipinto. Tuttavia anche i colori hanno favorito l’esito del quadro, dandogli una valenza politica: l’incontro fra il celeste dell’abito della ragazza, che rappresenta la Francia e i colori della bandiera italiana, il verde e il rosso dell’abito del ragazzo, ricordano l’alleanza francese e italiana del 1859.

Ma più di tutto questo dipinto ha un significato storico importante perché è la prima rappresentazione pittorica di un atto così comune eppure così poco rappresentato, almeno fino alla fine dell’Ottocento. Non è un’effusione d’amore casta, bensì sensuale, coinvolgente e travolgente che racconta in un atto l’attrazione dei due ragazzi.

=> Il bacio di Hayez su tela <=

Un video

]]>
https://cultura.biografieonline.it/hayez-il-bacio/feed/ 12
A letto, il bacio e il bacio a letto: tre opere di Toulouse-Lautrec https://cultura.biografieonline.it/quadri-baci-lautrec/ https://cultura.biografieonline.it/quadri-baci-lautrec/#respond Thu, 07 Dec 2017 09:40:15 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23699 Quando il 9 settembre del 1901 Henri de Toulouse-Lautrec morì a Parigi, non ci fu per lui alcun elogio. La maggior parte dei giornali scrissero che era morto un artista bizzarro. Lautrec fu considerato vittima della sua menomazione fisica, a causa della quale trasformava in grottesco ciò che vedeva. In seguito alcuni, pochissimi, critici illuminati, raccontarono invece che il pittore di Montmartre fu un lucido esempio di un modernismo realistico capace di aver raggiunto picchi di superba umanità.

Il bacio a letto - quadro - picture - Henri Toulouse Lautrec - In bed the kiss - Dans le Lit, le Baiser
Il bacio a letto (In bed, the kiss – Dans le Lit, le Baiser) •  1892, collezione privata

In effetti Lautrec, dopo un periodo come paesaggista, approdò a Parigi per sperimentare la sua arte. E nella capitale francese conobbe la vita notturna e i bordelli, dove veniva accettato per ciò che era: un artista con un acuto senso per l’umanità delle persone che ritraeva, e un uomo con una menomazione evidente, che aveva influenzato pesantemente la sua esistenza.

“Il bacio” e “Il bacio a letto”

In seguito, le case chiuse, come anche i locali notturni, divennero luoghi per lui abituali e che frequentava quotidianamente non solo per motivi artistici. Il suo sguardo carico di umanità per le donne che vi lavoravano, produsse una quantità interessante di dipinti e disegni. Fra questi spiccano “Il bacio” e “Il bacio a letto”. Queste opere svelano l’intimità delle prostitute lesbiche che lavoravano nelle case chiuse per nascondere la loro identità sessuale. Questa veniva palesata solo alla fine della giornata, dopo aver passato ore a soddisfare i clienti.

Il bacio - The Kiss - quadro - Toulouse Lautrec - 1892
Il bacio (The Kiss) – 60 x 80 cm, 1892, collezione privata

Questi dipinti di Henri de Toulouse-Lautrec rappresentano pochi secondi di vita vissuta ma rappresentano anche momenti infiniti, dove un bacio e un abbraccio accompagnano lo spettatore attraverso la consapevolezza di ciò che vede. Uno dei pregi del pittore fu proprio quello di raccontare – e in questo fu fra i primi – le storie di persone nascoste, dimenticate o bollate con etichette superficiali, che le relegavano ad un destino di occultamento e ombra.

Non ci sono moralismi, giudizi, sentimentalismi o abbiette forme di comprensione in questi dipinti. Ma solo l’immediatezza di un’immagine rispettosa che cattura un momento fondamentale delle ragazze di vita.

Il significato delle opere di Lautrec

Lautrec con questi dipinti poneva anche una questione di carattere sociale. L’opportunismo e la patina di ipocrisia della società in cui viveva, non permetteva che si parlasse di un aspetto dell’identità delle persone come l’omosessualità. I nudi erano considerati pornografia da censurare anche nell’arte, figuriamoci un abbraccio o un bacio fra persone dello stesso sesso.

Lautrec disprezzava questi giudizi che emarginavano persone diverse, come avevano emarginato anche lui a causa della sua malformazione congenita. Figlio di aristocratici, ricco e potente, fin da piccolo Lautrec aveva mostrato un’indole artistica ma la sua condizione fisica lo aveva emarginato da un mondo che guardava solo l’apparenza. Grazie alla madre il futuro pittore non aveva sofferto troppo per la sua condizione. Ma una volta presa coscienza delle sue capacità, aveva spiccato il volo scontrandosi con una realtà molto differente da quella che poteva osservare stando nel palazzo di famiglia. A Parigi, con una profonda e lucida umanità, aveva da subito preso contatto con un’umanità nascosta e ansiosa di vivere.

I dipinti che compongono la serie di quadri di Lautrec dedicata alle case chiuse sono molti. “Il bacio” e “Il bacio a letto” entrambi del 1892 rappresentano dunque l’amore nascosto, coperto e vissuto in piena libertà fra loro ma al di fuori di una società perbenista. Non sono dipinti trasgressivi, sono invece opere che raccontano la realtà per come la vediamo.

Dans le Lit - A letto
A letto (Dans le Lit) • Toulouse Lautrec, 1892-1893, Museo d’Orsay, Parigi

“A letto”

L’ultimo dei tre quadri che analizziamo, “A letto”, è invece un dipinto diverso. Rappresenta l’amore fra due donne che dormono assieme. Esse che si stanno per svegliare mentre l’alba spunta su una Parigi addormentata. Sono come sospese in una fioca luce del mattino che le protegge dal resto del mondo. Anche se la giornata che si apprestano a vivere sarà uguale a tutte le altre.

Indubbia è l’apertura di Lautrec verso un espressionismo che si sta affacciando sulla scena artistica parigina. I colori e il disegno mostrano già una notevole padronanza della tecnica e i colori utilizzati, come il rosso delle coperte e il bianco dei cuscini, contrastano fra loro per rendere la scena ancora più calda e affascinante.

Analisi dell’opera e commento video

]]>
https://cultura.biografieonline.it/quadri-baci-lautrec/feed/ 0
California Kiss, foto famosa di Elliott Erwitt https://cultura.biografieonline.it/california-kiss-erwitt/ https://cultura.biografieonline.it/california-kiss-erwitt/#respond Mon, 06 Jun 2016 11:54:48 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=18612 Raccontare con semplicità e ironia le emozioni che conferiscono gioia alla nostra quotidianità. Un compito non facile, ma che sicuramente riesce ad esercitare nello spettatore il fotografo statunitense Elliott Erwitt. Il suo sguardo ironico fa pensare a un mondo quasi surreale. Tra le sue foto, quella che raccontiamo in questo articolo, è quella intitolata “California Kiss“: una coppia del 1955 che si bacia dentro un’automobile e in cui l’immagine viene riflessa dallo specchietto retrovisore.

California Kiss - fotografia famosa - Elliott Erwitt
California Kiss (1955): la celebre fotografia di Elliott Erwitt

California Kiss: la storia della fotografia

E’ un bacio dato in riva al mare, immortalato a Santa Monica. Foto originale, romantica e soprattutto spontanea. Dove si intravede sullo sfondo il mare. I suoi scatti “rubano” momenti della vita quotidiana, osservandola da vicino. Tra i soggetti preferiti dal maestro: bambini, cani, spiagge, celebrità, politica. Per lui era importante “cogliere la frazione di secondo perfetta”. La totalità dei suoi scatti sono in bianco e nero, concentrandosi quasi esclusivamente su persone e animali, in grado di suscitare empatia nello spettatore. Emergono così le emozioni degli esseri umani. “Uno dei risultati più importanti che puoi raggiungere, è far ridere la gente. Se poi riesci, come ha fatto Chaplin, ad alternare il riso con il pianto, hai ottenuto la conquista più importante in assoluto. Non miro necessariamente a tanto, ma riconosco che si tratta del traguardo supremo”, sostiene Elliott Erwitt.

Elliott Erwitt
Il fotografo statunitense Elliott Erwitt

Indispensabile nella poetica dell’artista ciò che rappresenta l’anima della fotografia: l’osservazione. Un’analisi attenta della realtà intorno a noi. Osserva Erwitt:

Chiunque può diventare un fotografo con l’acquisto di una macchina fotografica, così come chiunque può diventare uno scrittore con l’acquisto di una penna, ma essere un buon fotografo richiede più che la semplice perizia tecnica. Basta poco per capire se qualcuno è dotato di senso di stile, senso della composizione e una grande istintività. Tuttavia, tutte le tecniche del mondo non possono compensare l’impossibilità di notare le cose.

Inizia la sua carriera fotografica servendo l’esercito americano in Francia e Germania come assistente fotografo. Dopo aver lavorato come fotografo freelance, lavorando per alcune riviste, quali Collier’s, Look, Life e Holiday, entra a lavorare nella prestigiosa agenzia Magnum Photos.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/california-kiss-erwitt/feed/ 0
Perché i baci sul collo fanno venire i brividi? https://cultura.biografieonline.it/baci-sul-collo/ https://cultura.biografieonline.it/baci-sul-collo/#respond Mon, 03 Feb 2014 21:37:26 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9568 In generale i baci scatenano reazioni chimiche e fisiologiche sia in chi li dà sia in chi li riceve. Poi quelli dati in zone particolarmente sensibili del nostro corpo, come i baci sul collo, scatenano una reazione adrenalinica che riesce a far sì che i bulbi piliferi si contraggano e che i peli del nostro corpo si rizzino, causando così i brividi o la pelle d’oca, perché tutto ciò viene interpretato dai nostri ricettori come una “invasione”. Si tratta di una reazione immediata a quello che il nostro corpo percepisce come uno stress dovuto ad un “attacco”.

Baci sul collo
I baci sul collo scatenano delle reazioni, come brividi o pelle d’oca.

In un certo modo risulta essere una specie di difesa messa in atto dal nostro cervello per avvisarci del “pericolo” che potrebbe incombere.

Prendendo in esame il collo, notiamo che è ricco di terminazioni nervose e per questo risulta essere particolarmente reattivo agli stimoli fisici, in particolare la zona posteriore. La zona d’epidermide che copre il collo a circa tre centimetri sotto la base del cranio, viene definita “punto di abbandono”. E’ la zona in cui si accumulano le tensioni caricate durante la giornata, dovute al lavoro, allo studio o ad una postura scorretta. Il “punto di abbandono”, quando è stimolato nel giusto modo con baci o carezze, si “scioglie” e la persona che ne subisce, percepisce una sensazione di rilassamento che spesso si associa ad una sensazione di eccitamento.

Un bacio sul collo
Un bacio sul collo

Questa sensazione positiva non parte però da una base fisiologica, ma bensì deriva piuttosto dal fatto che la nostra mente associa a quella particolare reazione, un’idea di allerta che molto spesso viene anche associata ad un’esperienza legata al piacere.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/baci-sul-collo/feed/ 0