Baci famosi Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Thu, 05 Sep 2024 20:01:22 +0000 it-IT hourly 1 Perché ci si bacia? https://cultura.biografieonline.it/baci-perche-ci-baciamo/ https://cultura.biografieonline.it/baci-perche-ci-baciamo/#comments Thu, 05 Sep 2024 19:52:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9396 Secondo molteplici ricerche effettuate da ricercatori, i baci e il gesto di baciarsi fa stare bene. Il bacio risulta essere una dimostrazione di affetto, che può rappresentare diverse “gradazioni”: l’amore, l’affetto o la riconciliazione. Anche altre specie animali, come le scimmie, usano tale gesto per esprimere le loro emozioni.

"Bacio davanti all'hotel De Ville" (Le Baiser de l'hotel De Ville), 1950
“Bacio davanti all’hotel De Ville” (Le Baiser de l’hotel De Ville), 1950 : la foto più famosa di Robert Doisneau

Le teorie

Il neurologo e psicoanalista Sigmund Freud è convinto, nelle sue teorie, che baciarsi faccia tornare alla mente il ricordo dell’allattamento al seno materno, un momento di fiducia e di abbandono totale del bambino nei confronti della madre.

Secondo antiche teorie, il bacio può essere collegato al fatto che i bambini, primordialmente, erano soliti assumere cibo pre masticato direttamente dalla bocca di un genitore e siccome tale gesto consisteva nel collegare a pressione le labbra, poteva essere considerato un’antitesi del bacio e, di conseguenza, vissuto come un vero e proprio atto d’amore.

Bacio, baci, baciare, baciarsi

In ogni caso durante l’atto del bacio, entrano in gioco sia la feniletilamina o Pea, una anfetamina naturale che ci fa sentire più disinvolti e a nostro agio e l’ossitocina, un ormone la cui produzione viene sollecitata solo dal tatto.

Il risultato finale è una reazione a catena di eccitazione.

Per tale motivo, baciare è un atto speciale tanto da farci perdere perfino l’appetito ed il sonno. Sintomi che vengono associati frequentemente all’innamoramento.

Durante tale gesto, il sangue si dirige verso la superficie del nostro più grande organo di senso, la pelle, che diviene un vero e proprio ricettore di sensazioni. In sintesi, più baciamo, più vogliamo baciare.

Baci
Baciarsi – Il bacio alla francese trasmette una carica sensuale importante

Secondo molte ricerche effettuate da studiosi, un bacio appassionato può portare ad una maggiore produzione dell’ossitocina attraverso la ghiandola dell’ipofisi e ciò aiuta a preservare il legame e l’attaccamento al proprio partner.

Diversi invece i baci che vengono dati sulle guance che non danno la stessa carica emotiva di quelli dati sulle labbra.

Tra i più rappresentativi ed oggi usati per definire la passione, il bacio alla francese, che trasmette in assoluto la più alta carica sensuale.

Nell’arte

Diversi sono i pittori che hanno interpretato il bacio nei loro dipinti, come Il bacio di Francesco Hayez, Gli Amanti di René Magritte e Il bacio di Gustav Klimt.

Il “Bacio davanti all’hotel De Ville” è la fotografia più nota del grande fotografo francese Robert Doisneau.

L’usanza di baciarsi sotto il vischio a Natale riveste questo gesto di caratteristiche beneaguranti, portatrici di fortuna e amore.

Famosi infine sono i cioccolatini “Baci Perugina” inventati dall’allora proprietaria Luisa Spagnoli: ancora oggi sono famosi per contenere romantiche frasi e bellissimi aforismi sui baci e sull’amore.

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Bacio rubato (o Bacio furtivo), quadro di Fragonard: storia e descrizione https://cultura.biografieonline.it/bacio-rubato-fragonard/ https://cultura.biografieonline.it/bacio-rubato-fragonard/#respond Tue, 27 Jun 2023 08:04:41 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=19098 Amore e voluttà sono le didascaliche parole che facilmente lo spettatore può udire accostando l’orecchio a questa pregevole tela francese. Si intitola “Il bacio furtivo” (o bacio rubato). È un dipinto illustre capace di accostarsi serenamente alla scene d’amore di “Annette al suo amato” o ad una nuvola di stucco dell’oratorio di Santa Cita.

Lui le prese teneramente la mano. / Si guardarono fissi negli occhi, poi / guardarono in giro, che non vegliassero genitori; /e poiché non videro nessuno, /svelti – ma bene – /fecero come facciamo noi.

(“Annette al suo amato”, Johann Wolfgang Goethe, 1767).

Il bacio furtivo - dettaglio
Il bacio furtivo (o bacio rubato): dettaglio centrale del quadro

Realizzato da Jean-Honoré Fragonard negli ultimi decenni del XVIII secolo, il “Bacio rubato” si distinse per l’inusuale leggerezza del motivo rappresentato, subendo di fatti gli onori e al contempo le sfavorite sorti di pittore viziato dall’immorale futilità.

Figlia prediletta dello stile rococò, l’opera di Fragonard divenne capolavoro di pregio presso il palazzo reale di Stanislao Augusto Poniatowski, per poi raggiungere le sale dell’Ermitage nel 1895.

Il bacio furtivo: genesi del dipinto

Della bellezza dell’arte tardo settecentesca, apparve sovente l’arte sublime e teneramente romantica di Jean Honoré Fragonard, “l’essenza profumata del Settecento”.

Allievo di Chardin e di Watteau, fu il meritevole destinatario del Prix de Rome nel 1776, brillante periodo quello della permanenza italiana, che ne favori l’ispirazione grazie agli eccelsi esempi della pittura barocca, di cui si fece insigne maestro Pietro da Cortona, “intensificando la vivacità della propria visione e acquisendo in breve una scioltezza sorprendente” (FREGOLENT), procedendo di fatti “su un sentiero seminato di rose“.

La tela de “Il bacio rubato“, appartenuta a Stanislao Augusto Poniatowski, ultimo re di Polonia, è una delle opere più incredibili dell’artista, che grazie al benefico influsso della pittura di genere del Seicento olandese, raffigurò una galante scena di vita quotidiana, rischiarando, grazie ad un’attenta rappresentazione, le abitudini del “terzo stato”.
Il dipinto fu acquistato dall’Ermitage nel 1895.

Il bacio furtivo - Stolen Kiss - bacio rubato - Fragonard
Il bacio furtivo (Stolen Kiss, 1786) • Olio su tela, 168.5 cm × 168.5 cm

Bacio rubato: note tecniche e descrittive

Nella “Guida pittorica, ossia analisi intorno lo stile e degli artisti italiani e stranieri antichi e moderni del barone Alessandro Petti” (1855):

“Fragonard (Nicola) 1732 1806. Grasse in Provenza – Allievo di Francesco Boucher che mostrò soverchia affettazione nelle sue figure, e nella maniera di aggrupparle, ed ebbe composizione più nobile, più ragionata, e più poetica, di quella del suo maestro, non che pennello pieno di grazia, e di magia, tocco alquanto quanto indeciso, stile piacevole, senza carattere determinato, e colorito fattizio, e poco vigoroso”.

Quello che oggi colpisce per l’incredibile bellezza, non fu, come spesso accade, apprezzato dai contemporanei a causa dell’amaro gusto di ciò che si effigia di novità o dell’abietto tentativo di abbeverarsi presso una fonte irrorata dalle nuove mode e dai sentimenti cangianti di una società in perpetuo mutamento, e per tale motivo, turpe e lontana della stella maestra dei tempi passati.

L’ingegno dell’estro umano, la maestria nel tentar nuove strade nacquero in ogni modo da radici consolidate, da scuole supreme e di superba comprovazione, quali furono gli insegnanti di Fragonard, allievo di Chardin e Watteau.

Consacrandosi al culto della moda, venne ben volentieri accolto da coloro che fecero dell’omologazione il vanto del gusto moderno, tant’è che “I suoi quadretti ed i suoi disegni all’acquerella sì osservabili per pensieri nuovi ed ingegnosi, comparati venivano appena vedevano la luce“.

L’ingegno e la creatività dischiusero le porte ad una pittura che fu definita dissoluta, viziata di vuotezza e scarso senso d’elevazione spirituale.

L’opera di Fragonard

Lontana da un’arte, dunque, che fino a quel momento si era legittimata ad altissimo mezzo piuttosto che a semplice esternazione da stipare nel mero fine espositivo, come uno specchio che guarda assiduamente al presente, non allontanandosi mai nel grandezza del passato, ma scrutando in se stesso, tra il lusso dei ricchi salotti e la vacuità dei giochi borghesi.

Nella notevole raccolta dal titolo “Biografia universale antica e moderna“, l’opera del genio francese fu così giudicata licenziosa, macchiata d’immoralità:

“Sotto tale aspetto si dirà: Fragonard è colpevole; e non si troverebbe modo, anche ammirando il pittore, d’ approvare l’ingegno, di cui il risultamento accende passioni pericolose e tende alla depravazione dei costumi. Gli epigrammi d’un pittore valgono alle volte quanto quelli d un poeta”.

Seta, visi incipriati e passi leggeri accompagnano l’intera opera compositiva e artistica di Jean – Honoré Fragonard, nell’esibizione del vanteria, e dell’erotismo aristocratico snocciolato nella pratica romantica delle lettere d’amore, dei baci rubati e dei corteggiamenti all’aperto, tra cespugli odorosi e altalene appese agli alberi che tanto avevano “sgomentato il timore”.

Leggerezza, animosa vitalità e luminosità contraddistinguono il sentimento di riconquista, di rivincita rispetto all’opulenza soffocante del Barocco, di contro a quella ridondanza di forme complesse e vorticose, di bellezza incommensurabile e di maestria inqualificabile di cui si fecero precettori il Bernini, il Borromini e Pietro da Cortona.

L’evoluzione di un’arte elevata

L’evoluzione colse nuovamente i frutti di un’arte elevatissima, quella barocca, liberandoli e tramutandoli nelle forme nuove, se pur ereditate, del secolo precedente, nelle linearità sinuose, nei temi edonistici di leggiadra e luminosa spensieratezza tra rovine incantate e vedute sconfinate.

Ombre e sciabolate di colore si cristallizzano nelle scene di femminile vanità, di borioso luccicare di stoffe, ornamenti e imbelletti pesanti e candidi, dalla quale sembra emergere un profumo antico, il tempo d’impiego dei ferri ardenti per le acconciature, la cremosità delle cere profumate, l’ esalazione floreale degli oli inebrianti.

L’amore appare fuggevole, veloce e passionale, inseguito dalla gioventù aristocratica nei campi, tra i ruscelli, lontano dall’ipocrita disapprovazione dell’autorità famigliare, e quando quest’ultima manca del proprio controllo, la passione trova in ogni modo sfogo nella clandestinità di luoghi appartati e asfissiati dalla mobilia e dai panneggi pesanti.
L’arte di cui si fece promotore Fragonard e le conseguenze di un gusto così frivolmente moderno sono facilmente identificabili in quello che fu lo spirito del secolo:

“[…] in mezzo a tanti baci ed abbracciamenti che diamo al proletariato, s’alza una vampolina insensibile e sottile in sulle prime, come la calunnia di Don Basilio, la quale ci penetra le ossa e ci dà alla testa, e ne riempie le cavità coi fumi inebbrianti dell’orgoglio […]”(SELVATICO).

Fragonard e il Rococò

Fragonard fu uno dei massimi esponenti del Rococò francese, incoronandosi a immagine stessa del Settecento, o meglio al “essenza profumata del Settecento”.

Bellezza, attesa e futile innamoramento divengono protagonisti della tela di Fragonard, immenso ed inestimabile rappresentante delle ricerche pittoriche stanche delle storiche rappresentazione e delle spirituali icone, vivide di messaggi didascalici, ammonimenti religiosi e orgogliosi passati.

Quello che la critica accusò è tuttora causa di grande orgoglio per il merito di quell’arte che nascendo per gli arredi intrise ogni rappresentazione, ogni interessante frutto caduto dall’albero dell’intuizione artistica

La scena

La scena del bacio rubato si immobilizza, si colma di emozioni, che per quanto ricche di passione possano essere, trasudano in ogni caso la superficialità di un atto effimero, nato dal vizio, dall’impeto di un istante, dal tumulto della partecipazione, senza che si lasci intravedere l’impegno, il momento onorevole dell’atto amoroso, non oltre i fatui confini del corteggiamento, dell’adulazione, dei tempi gioiosi che anticipano l’impegno matrimoniale, famigliare: oltre la porta, tre personaggi di età matura sono seduti al tavolo da gioco.

La vigilanza che essi dovrebbero effettuare sui giovani appartati è convenientemente ostacolata dalle carte e dalla colloquio, in altre parole le attività favorite nei salotti borghesi e aristocratici del XVIII secolo.

I quadri da cavalletto sono una costante, un chiaro riflesso d’un “arte arredatrice“, minuta nelle forme e consacrata al fantasioso interesse per paesaggi bucolici, realistici ma al contempo immaginati, in quell’estro ricco, estroverso e alleggerito da ogni mira tenacemente avvolta dagli alti scopi.

L’intimo spazio si fa scrigno di tessuti e mobilia, aprendosi alle spalle, nelle vicinanza di una sedia e di un tavolino, ai margini di un angolo illuminato e contiguo invece al buio che caratterizza i panneggi e lo spazio che fa da sfondo alla giovane fanciulla protesa verso il bacio; una porta semichiusa si apre su un’altra stanza, mostrando chiaramente la nobile eredità dei maestri fiamminghi, dei modelli olandesi.

Jean-Honoré Fragonard (autoritratto)
Jean-Honoré Fragonard (autoritratto o “L’ispirazione”)

L’abilità di Fragonard risulta sorprendente nella resa dei panneggi, morbidi e lucenti, e in genere nella rappresentazione delle superfici materiche oscillanti dai riflessi cangianti della seta di cui è fatto l’abito della dama al centro della scena, alla sottile trasparenza del velo, dal legno lucido del tavolino alla trama velluta del tappeto a decorazioni floreali adornante il pavimento, anche questa volta frutto della tradizione mimetica della tradizione olandese.

Note Bibliografiche

P. Daverio, “Louvre”, Scala, Firenze, 2016
“Biografia universale e moderna, ossia storia per l’alfabeto della vita pubblica e privata di tutte le persone che si distinsero per opere, azioni, talenti, virtù e delitti.”, vol. 22, Gio. Battista Missiaglia, Venezia, 1825
P. Selvatico, “I motori dell’arte italiana nel passato e nel presente”, “Rivista universale. Annali cattolici”, vol. 5, Uffizio della rivista universale, Genova – Firenze, 1867

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Il bacio, di Hayez: storia e descrizione del celebre quadro https://cultura.biografieonline.it/hayez-il-bacio/ https://cultura.biografieonline.it/hayez-il-bacio/#comments Sat, 03 Jun 2023 22:26:10 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5045 Il bacio, un celebre quadro

Il bacio è stato dipinto da Francesco Hayez nel 1859. Si tratta di un olio su tela che misura 112 x 88 cm. Il dipinto è attualmente conservato nella Pinacoteca dell’Accademia di Brera, a Milano. Il quadro fu commissionato dal conte Alfonso Maria Visconti di Saliceto ed ebbe altre tre versioni, attualmente di proprietà di collezionisti privati.  Le repliche sono uguali all’originale in tutto, tranne in una, dove il vestito della ragazza è bianco.

Francesco Hayez, Il Bacio (1859)
Il Bacio (1859, Francesco Hayez)

Il vero titolo del quadro

Il suo titolo esteso è: Il bacio. Episodio della giovinezza. Costumi del secolo XIV oppure Il bacio del volontario. Ma per tutti è noto semplicemente come Il Bacio, di Hayez.

Un simbolo del Romanticismo

E’ uno dei quadri più famosi del Romanticismo italiano ma soprattutto è un’icona della sensualità romantica. I due amanti, stretti in un abbraccio che culmina con il bacio, coinvolgono lo spettatore nella loro intimità raccolta, facendo trascurare alcuni importanti dettagli del quadro.

In questo abbraccio e in questo bacio, l’osservatore presagisce il dolore per una partenza imminente e inevitabile: dopo l’addio struggente, la fanciulla resterà sola, carica di nostalgia, a cullarsi nella sua attesa malinconica, affranta per il timore di non rivedere mai più il suo amato. (Giuseppe Nifosì)

Hayez, dettaglio de Il Bacio
Hayez, dettaglio de Il Bacio

L’incontro fra i due ragazzi sembra furtivo oppure potrebbe essere un addio, questo elemento di ambiguità ha aiutato ad accrescere il successo del dipinto. Tuttavia anche i colori hanno favorito l’esito del quadro, dandogli una valenza politica: l’incontro fra il celeste dell’abito della ragazza, che rappresenta la Francia e i colori della bandiera italiana, il verde e il rosso dell’abito del ragazzo, ricordano l’alleanza francese e italiana del 1859.

Ma più di tutto questo dipinto ha un significato storico importante perché è la prima rappresentazione pittorica di un atto così comune eppure così poco rappresentato, almeno fino alla fine dell’Ottocento. Non è un’effusione d’amore casta, bensì sensuale, coinvolgente e travolgente che racconta in un atto l’attrazione dei due ragazzi.

=> Il bacio di Hayez su tela <=

Un video

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Perché a Natale ci si bacia sotto il vischio? https://cultura.biografieonline.it/baciarsi-sotto-il-vischio/ https://cultura.biografieonline.it/baciarsi-sotto-il-vischio/#comments Wed, 01 Dec 2021 17:11:01 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5473 La consuetudine di baciarsi sotto i rametti del vischio e di appenderne un ramo all’uscio di casa trova gli albori nel Nord Europa, nella mitologia scandinava.

La pianta

Il vischio è una pianta sempreverde che vive tra i rami di altri alberi o sulla loro corteccia, facendo penetrare le proprie radici nel legno dell’albero “ospite” per trarne il nutrimento; i suoi frutti sono bacche che possono assumere colori dal bianco perlaceo al giallo dorato, le sue foglie sono carnose e poste a due a due all’estremità di ogni rametto ed i suoi fiori di color giallo.

Vischio natalizio
Vischio natalizio

Definita “pianta della Luna” dai Celti, veniva raccolto in prossimità del giorno del solstizio d’inverno, con particolari cerimonie:

  • i rametti venivano tagliati con un falcetto d’oro;
  • venivano poi raccolti in un panno candido;
  • si indossavano esclusivamente vesti bianche.

La sua sacralità derivava dal fatto che è una pianta “aerea”. Nel corso della sua vita non tocca mai il terreno, ma cresce e germoglia sugli alberi.

Per questo motivo i Celti attribuivano a questa pianta una evidente manifestazione della benedizione degli dei.

Il succo di vischio era considerato la bevanda della conoscenza, poiché assorbito attraverso la pianta “ospite”, traeva in sé il beneficio ed il sapere.

vischio
La foglia verde indica la presenza di clorofilla: il vischio è in grado di compiere la fotosintesi. Nonostante ciò, sottrae acqua, sali minerali e azoto dalla pianta ospite. Le sue bacche, trasportate e disperse dagli uccelli (che se ne cibano in inverno), si insediano tra i rami delle piante ospiti: i semi iniziano così a germinare.

Il vischio nella mitologia nordica

Nella mitologia nordica, il vischio è la pianta sacra di Freyja, o Frigg, dea dell’amore e della seduzione, sposa di Odino, dio della guerra e della sapienza.

Il loro figlio Balder fu ucciso da una freccia di vischio per ordine del fratello Loki e per mano del dio cieco dell’inverno Hoder; le lacrime della madre Freyja, trasformate in bacche perlacee, ricaddero sul corpo del figlio, riportandolo in vita.

Perché a Natale ci si bacia sotto il vischio?

E ora è arrivato il momento di rispondere alla domanda iniziale.

Dal momento in cui il figlio tornò alla vita, Freyja, colma di felicità cominciò a ringraziare con un bacio chiunque passasse sotto l’albero su cui cresceva un vischio.

Ecco da dove viene l’usanza e la tradizione di scambiarsi un bacio sotto una piantina di vischio come gesto propiziatorio e benaugurante, portatore di benefici, fortuna e amore.

Altre curiosità

Le stelle appartenenti alla Cintura di Orione, erano conosciute come il “Filatoio di Frigg”, poiché si credeva fossero mosse dal filatoio della dea.

Tutte le parti del vischio possiedono una considerevole tossicità se ingerite; ciò a causa della presenza di viscumina, una sostanza che provoca l’agglutinazione dei globuli rossi, e di polipeptidi (vischiotossine). Merli e tordi se ne nutrono e sono immuni alla sua tossicità.

E’ una delle sostanze di medicina alternativa più studiate per la lotta al cancro.

Sebbene non esistano prove a sostegno dell’idea che la stimolazione del sistema immunitario da parte del vischio porti a una migliore capacità di combattere il cancro, la ricerca di base con estratti di vischio fornisce molte tracce per ulteriori indagini sui possibili meccanismi come prodotto di supporto nell’intero trattamento oncologico del singolo paziente. (Fonte: Wikipedia)

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L’appuntamento, analisi dell’opera di Pablo Picasso https://cultura.biografieonline.it/appuntamento-abbraccio-picasso/ https://cultura.biografieonline.it/appuntamento-abbraccio-picasso/#respond Fri, 03 Jul 2020 07:18:37 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=29743 Si intitola L’appuntamento il quadro che andiamo a raccontare e descrivere in questo articolo. Fu realizzato nel 1909 dal celebre pittore Picasso. È conservato Mosca, in Russia, presso il Museo Puškin delle belle arti. Precede il cosiddetto periodo blu del pittore spagnolo. A volte lo si trova indicato come L’abbraccio (The Embrace). Prima di iniziare la nostra analisi dell’opera, raccontiamo un poco del contesto storico e personale dell’autore.

L'appuntamento, quadro di Pablo Picasso dipinto nel 1900 a Parigi (L'abbraccio - The Embrace)
L’appuntamento, quadro di Pablo Picasso dipinto nel 1900 a Parigi (L’abbraccio – The Embrace)

Picasso a Parigi

Nel 1900 Pablo Picasso si trova a Parigi. E’ la prima volta che visita la città insieme al suo amico Carlos Casagemas, poeta catalano che nel febbraio del 1901 si sparò proprio a Parigi, in rue Clichy a causa di un amore non corrisposto. La morte di Casagemas porterà Picasso ad iniziare il suo periodo blu durante il quale il pittore spagnolo realizzerà diversi capolavori. Tra questi – molti già trattati in articoli precedenti – vi sono ad esempio:

Nel 1900 siamo ancora in un periodo in cui Picasso sperimenta, copiando e facendosi ispirare dalla pittura francese e spagnola. Grazie alle riviste e alle litografie che altri amici pittori e artisti portavano dai loro viaggi, Picasso e Casagemas conoscevano bene gli impressionisti e i post-impressionisti.

A Parigi si fecero coinvolgere dalla vita notturna della città piena di caffè, sale da ballo e ritrovi bohemien. Sono luoghi in cui Picasso può osservare volti, situazioni e scene che saranno di ispirazione per i suoi dipinti.

Uno dei dipinti di questo periodo è “L’appuntamento”, il quadro che andiamo ad analizzare in questo articolo.

L’appuntamento: descrizione del dipinto

L’opera mostra dei forti contrasti cromatici: in primo piano vediamo i due amanti che si baciano. La gonna rossa della donna contrasta il nero dei pantaloni dell’uomo, che a loro volta contrastano con il bianco avorio del letto.

I tratti neri che contornano i personaggi ne determinano ombre e fattezze e ricordano alcune opere di Edvard Munch, (autore del celebre e iconico quadro L’Urlo). Picasso ebbe modo, probabilmente, di conoscere l’artista norvegese attraverso immagini e litografie che alcuni artisti portarono a Barcellona dai loro viaggi in Europa.

A Barcellona Picasso si incontrava, insieme al suo amico Casagemas, con il quale intraprese il viaggio per Parigi, nel ristorante Els Quatre Gats (I quattro gatti) dove artisti, poeti, scrittori, pittori, scultori, musicisti parlavano di arte e condividevano opinioni sulle esposizioni e sulle mostre internazionali. Sempre nel ristorante-ostello venivano organizzate anche delle mostre collettive nelle quali i pittori potevano mostrare i propri dipinti e sperare che qualcuno li acquistasse.

Torniamo al quadro L’appuntamento (o L’abbraccio).

L’utilizzo di colori vibranti che quasi sembrano sfumare l’uno sull’altro, derivano dagli studi che Picasso aveva condotto sull’arte francese. Qui, in questo dipinto, possiamo ammirare il modo in cui il pittore spagnolo copia l’arte francese sublimando il senso del movimento e il pathos del bacio.

L'appuntamento o Abbraccio - Picasso - dettaglio del quadro
Un dettaglio del quadro: i volti sono nascosti. Il bacio è ricco di pathos.

In un contesto intimo, privato, spoglio di qualsiasi orpello ma essenziale per concentrare l’attenzione sul bacio, i due personaggi sembrano danzare confondendosi fra i colori intensi della loro poetica effusione.

Non sapremo mai nulla dei due amanti perché Picasso non ci mostra i loro volti; semplicemente li spiamo, mentre in fuggevole momento si baciano.

Tecnica

Olio su cartone

Dimensioni

52×56 cm

Analisi dell’opera con commento video

Commento video (di Fulvio Caporale)

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A letto, il bacio e il bacio a letto: tre opere di Toulouse-Lautrec https://cultura.biografieonline.it/quadri-baci-lautrec/ https://cultura.biografieonline.it/quadri-baci-lautrec/#respond Thu, 07 Dec 2017 09:40:15 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23699 Quando il 9 settembre del 1901 Henri de Toulouse-Lautrec morì a Parigi, non ci fu per lui alcun elogio. La maggior parte dei giornali scrissero che era morto un artista bizzarro. Lautrec fu considerato vittima della sua menomazione fisica, a causa della quale trasformava in grottesco ciò che vedeva. In seguito alcuni, pochissimi, critici illuminati, raccontarono invece che il pittore di Montmartre fu un lucido esempio di un modernismo realistico capace di aver raggiunto picchi di superba umanità.

Il bacio a letto - quadro - picture - Henri Toulouse Lautrec - In bed the kiss - Dans le Lit, le Baiser
Il bacio a letto (In bed, the kiss – Dans le Lit, le Baiser) •  1892, collezione privata

In effetti Lautrec, dopo un periodo come paesaggista, approdò a Parigi per sperimentare la sua arte. E nella capitale francese conobbe la vita notturna e i bordelli, dove veniva accettato per ciò che era: un artista con un acuto senso per l’umanità delle persone che ritraeva, e un uomo con una menomazione evidente, che aveva influenzato pesantemente la sua esistenza.

“Il bacio” e “Il bacio a letto”

In seguito, le case chiuse, come anche i locali notturni, divennero luoghi per lui abituali e che frequentava quotidianamente non solo per motivi artistici. Il suo sguardo carico di umanità per le donne che vi lavoravano, produsse una quantità interessante di dipinti e disegni. Fra questi spiccano “Il bacio” e “Il bacio a letto”. Queste opere svelano l’intimità delle prostitute lesbiche che lavoravano nelle case chiuse per nascondere la loro identità sessuale. Questa veniva palesata solo alla fine della giornata, dopo aver passato ore a soddisfare i clienti.

Il bacio - The Kiss - quadro - Toulouse Lautrec - 1892
Il bacio (The Kiss) – 60 x 80 cm, 1892, collezione privata

Questi dipinti di Henri de Toulouse-Lautrec rappresentano pochi secondi di vita vissuta ma rappresentano anche momenti infiniti, dove un bacio e un abbraccio accompagnano lo spettatore attraverso la consapevolezza di ciò che vede. Uno dei pregi del pittore fu proprio quello di raccontare – e in questo fu fra i primi – le storie di persone nascoste, dimenticate o bollate con etichette superficiali, che le relegavano ad un destino di occultamento e ombra.

Non ci sono moralismi, giudizi, sentimentalismi o abbiette forme di comprensione in questi dipinti. Ma solo l’immediatezza di un’immagine rispettosa che cattura un momento fondamentale delle ragazze di vita.

Il significato delle opere di Lautrec

Lautrec con questi dipinti poneva anche una questione di carattere sociale. L’opportunismo e la patina di ipocrisia della società in cui viveva, non permetteva che si parlasse di un aspetto dell’identità delle persone come l’omosessualità. I nudi erano considerati pornografia da censurare anche nell’arte, figuriamoci un abbraccio o un bacio fra persone dello stesso sesso.

Lautrec disprezzava questi giudizi che emarginavano persone diverse, come avevano emarginato anche lui a causa della sua malformazione congenita. Figlio di aristocratici, ricco e potente, fin da piccolo Lautrec aveva mostrato un’indole artistica ma la sua condizione fisica lo aveva emarginato da un mondo che guardava solo l’apparenza. Grazie alla madre il futuro pittore non aveva sofferto troppo per la sua condizione. Ma una volta presa coscienza delle sue capacità, aveva spiccato il volo scontrandosi con una realtà molto differente da quella che poteva osservare stando nel palazzo di famiglia. A Parigi, con una profonda e lucida umanità, aveva da subito preso contatto con un’umanità nascosta e ansiosa di vivere.

I dipinti che compongono la serie di quadri di Lautrec dedicata alle case chiuse sono molti. “Il bacio” e “Il bacio a letto” entrambi del 1892 rappresentano dunque l’amore nascosto, coperto e vissuto in piena libertà fra loro ma al di fuori di una società perbenista. Non sono dipinti trasgressivi, sono invece opere che raccontano la realtà per come la vediamo.

Dans le Lit - A letto
A letto (Dans le Lit) • Toulouse Lautrec, 1892-1893, Museo d’Orsay, Parigi

“A letto”

L’ultimo dei tre quadri che analizziamo, “A letto”, è invece un dipinto diverso. Rappresenta l’amore fra due donne che dormono assieme. Esse che si stanno per svegliare mentre l’alba spunta su una Parigi addormentata. Sono come sospese in una fioca luce del mattino che le protegge dal resto del mondo. Anche se la giornata che si apprestano a vivere sarà uguale a tutte le altre.

Indubbia è l’apertura di Lautrec verso un espressionismo che si sta affacciando sulla scena artistica parigina. I colori e il disegno mostrano già una notevole padronanza della tecnica e i colori utilizzati, come il rosso delle coperte e il bianco dei cuscini, contrastano fra loro per rendere la scena ancora più calda e affascinante.

Analisi dell’opera e commento video

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Il bacio in Times Square (V-J Day in Times Square) https://cultura.biografieonline.it/bacio-in-times-square/ https://cultura.biografieonline.it/bacio-in-times-square/#respond Mon, 26 Sep 2016 16:17:11 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=19948 E’ il 14 agosto 1945 quando Alfred Eisenstaedt, fotografo americano di adozione, ma di origine tedesca, scatta la foto “Il bacio in Times Square“. E’ una foto destinata a restare nel cuore della gente, la più famosa tra quelle dell’artista. E’ lo storico bacio di un marinaio americano ad un’infermiera. La foto fu scattata nel cuore di New York, a Times Square.

Il bacio in Times Square - V-J Day in Times Square - detail - dettaglio
Il dettaglio del bacio della celebre foto scattata da Alfred Eisenstaedt

Il bacio in Times Square: storia della fotografia

È il giorno in cui, alle sette di sera, il Presidente Truman annuncia la resa del Giappone, che sancisce la fine della Seconda Guerra Mondiale.

La gente scende in strada, invadendo le strade di New York. Così il fotografo, che allora lavorava per la rivista Life (dal 1936 al 1972), segue la folla e a Times Square ritrae questo momento destinato a diventare un simbolo della Seconda Guerra Mondiale.

La sigla del titolo originale in lingua inglese “V-J Day in Times Square” – indica il giorno della vittoria sul Giappone. Ovvero V-JVictory over Japan.

Il bacio in Times Square - V-J Day in Times Square
La famosa foto nella sua interezza

Chi sono l’uomo e la donna?

Per decenni si è dibattuta l’identità dei due protagonisti, sino a quando – nel 2012 – si arrivò ad una svolta. Secondo lo storico Lawrence Verria i due presunti protagonisti sarebbero George Mendonsa e Greta Zimmer Friedman, ignari di essere stati il soggetto dell’obiettivo del fotografo sino al 1960. Lawrence arriva a questa conclusione per via del tatuaggio sul braccio destro di George. Riconosce Greta invece per l’altezza, la pettinatura e anche l’uniforme, in perfetta armonia con le altre foto del tempo.

Coppia che si bacia in Times Square - V-J Day in Times Square a New York
Un’altra foto di George Mendonsa e Greta Zimmer Friedman, sia da giovani che in età avanzata

L’orario

Poi, nel 2015, si è scoperta un’altra novità. Secondo la scienza non si tratta di loro. Secondo alcuni studiosi dell’Università del Texas e dell’Iowa il momento del bacio è successivo all’ora dichiarata – ovvero le 17.51 – ma sarebbe da fissare dopo.

Nella foto di Alfred Eisenstaedt si vede un’insegna “Bond”. Proprio dentro la lettera “o”, c’è un orologio. Qui gli esperti fanno notare che la lancetta dei minuti, unica visibile, è sul dieci, mentre quella delle ore non si distingue. Dunque l’orario potrebbe essere: 16.50, 17.50 o 18.50.

Bond - dettaglio del bacio in Times Square
Bond: il dettaglio con l’orologio

Dopo attenti studi, utilizzando anche altre immagini, si è arrivati a stabilire che l’ora esatta è proprio alle 17.51. Di fatto, forse Greta e George si scambiarono veramente il bacio presi dall’euforia della vittoria e dalla fine della guerra, ma non sono loro i protagonisti di questo scatto famoso. E’ del 10 settembre 2016, la notizia che Greta Friedman è morta all’età di 92 anni, in Virginia.

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California Kiss, foto famosa di Elliott Erwitt https://cultura.biografieonline.it/california-kiss-erwitt/ https://cultura.biografieonline.it/california-kiss-erwitt/#respond Mon, 06 Jun 2016 11:54:48 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=18612 Raccontare con semplicità e ironia le emozioni che conferiscono gioia alla nostra quotidianità. Un compito non facile, ma che sicuramente riesce ad esercitare nello spettatore il fotografo statunitense Elliott Erwitt. Il suo sguardo ironico fa pensare a un mondo quasi surreale. Tra le sue foto, quella che raccontiamo in questo articolo, è quella intitolata “California Kiss“: una coppia del 1955 che si bacia dentro un’automobile e in cui l’immagine viene riflessa dallo specchietto retrovisore.

California Kiss - fotografia famosa - Elliott Erwitt
California Kiss (1955): la celebre fotografia di Elliott Erwitt

California Kiss: la storia della fotografia

E’ un bacio dato in riva al mare, immortalato a Santa Monica. Foto originale, romantica e soprattutto spontanea. Dove si intravede sullo sfondo il mare. I suoi scatti “rubano” momenti della vita quotidiana, osservandola da vicino. Tra i soggetti preferiti dal maestro: bambini, cani, spiagge, celebrità, politica. Per lui era importante “cogliere la frazione di secondo perfetta”. La totalità dei suoi scatti sono in bianco e nero, concentrandosi quasi esclusivamente su persone e animali, in grado di suscitare empatia nello spettatore. Emergono così le emozioni degli esseri umani. “Uno dei risultati più importanti che puoi raggiungere, è far ridere la gente. Se poi riesci, come ha fatto Chaplin, ad alternare il riso con il pianto, hai ottenuto la conquista più importante in assoluto. Non miro necessariamente a tanto, ma riconosco che si tratta del traguardo supremo”, sostiene Elliott Erwitt.

Elliott Erwitt
Il fotografo statunitense Elliott Erwitt

Indispensabile nella poetica dell’artista ciò che rappresenta l’anima della fotografia: l’osservazione. Un’analisi attenta della realtà intorno a noi. Osserva Erwitt:

Chiunque può diventare un fotografo con l’acquisto di una macchina fotografica, così come chiunque può diventare uno scrittore con l’acquisto di una penna, ma essere un buon fotografo richiede più che la semplice perizia tecnica. Basta poco per capire se qualcuno è dotato di senso di stile, senso della composizione e una grande istintività. Tuttavia, tutte le tecniche del mondo non possono compensare l’impossibilità di notare le cose.

Inizia la sua carriera fotografica servendo l’esercito americano in Francia e Germania come assistente fotografo. Dopo aver lavorato come fotografo freelance, lavorando per alcune riviste, quali Collier’s, Look, Life e Holiday, entra a lavorare nella prestigiosa agenzia Magnum Photos.

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Magritte, Gli Amanti https://cultura.biografieonline.it/magritte-gli-amanti/ https://cultura.biografieonline.it/magritte-gli-amanti/#comments Sat, 16 Feb 2013 12:24:59 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6300 Gli Amanti è uno dei capolavori di René Magritte che realizzò il dipinto nel 1928 utilizzando la tecnica ad olio su tela. Il quadro misura  54 cm x 73 cm. Esistono due quadri uguali, due versioni realizzate lo stesso anno da Magritte ed esposte in due musei diversi, la National Gallery of Australia e il MoMA di New York. Nel quadro appaiono un uomo e una donna che si baciano con i volti coperti da due veli bianchi. Il loro non può essere un bacio completo ma solo il tentativo di un incontro d’amore represso e ostacolato.

Magritte Gli Amanti
Magritte, Gli Amanti (1928)

Analisi dell’opera

Proprio il fatto che i due volti siano coperti e quindi impediti nel loro desiderio genera nello spettatore una sensazione di inquietudine e di pena. Il fatto poi che i due amanti siano anonimi e in un certo senso raggelati dalla costrizione del velo bianco, dà al quadro una forza repressa, che lo rende magnetico e per questo così popolare. Infatti, Gli Amanti , è una delle tele più conosciute di Magritte.

Inoltre vi è un legame forte con il tema della morte, che in questo quadro è unito ad un senso onirico di timore e vuoto generato dall’impossibile comunione dei due volti. I veli bianchi richiamano, infatti, il sudario o comunque un panno messo per coprire i volti di due persone morte.

Ma può essere questa la scelta dell’autore, così drastica e drammatica?

Probabilmente la ricerca di un’ assenza di linguaggio, che Magritte voleva esprimente annullando e comprendo l’espressività dei volti, era la sua primaria intenzione, proprio per poter generare molteplici interpretazioni sul linguaggio del corpo e dell’anima che in questo dipinto sono rappresentate da una tensione estrema.

Il rigore classicista dell’opera Gli Amanti, che richiama alcuni quadri di De Chirico, e che si nota in particolare nel disegno dello sfondo e nel rosso del muro, è  in contrasto con la mobilità dei veli suscitati dai chiaroscuri, che sono l’unica espressione della tensione dei due amanti.

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Il Bacio di Klimt: spiegazione e storia https://cultura.biografieonline.it/il-bacio-di-klimt/ https://cultura.biografieonline.it/il-bacio-di-klimt/#comments Fri, 13 Jul 2012 18:19:22 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=3155 Questa che segue è una fotografia dell’opera di Gustav Klimt conosciuta come “Il Bacio“, esposta presso l’Österreichische Galerie Belvedere di Vienna, città natale dell’artista.

Il bacio di Klimt
Il bacio di Klimt

Nell’opera l’uomo si trova in piedi e si piega per baciare la donna che sta inginocchiata tra elementi floreali, sul prato; ella sembra ricevere il bacio, acconsentendo e partecipando con grande emozione. Solamente i visi e gli arti superiori della coppia sono realistiche: il resto dell’opera è formato invece da tinte piatte con volumi geometrici accostati.

Il viso della donna è racchiuso fra le mani dell’uomo: il braccio della donna cinge il collo del suo amante.

Il bacio di Klimt, dettaglio dei visi
Il bacio di Klimt, dettaglio dei visi

Klimt decise di vestire questi suoi personaggi con una lunga tunica del tutto simile a quella che lui stesso era solito portare.

Le forme geometriche presenti nel Bacio di Klimt

Le forme geometriche sono particolarmente allusive: la coppia è contornata da un ovale, che può ricordare un uovo, simbolo di fecondità. Sul vestito dell’uomo vi sono raffigurati dei rettangoli posizionati in verticale; sul vestito della donna sono invece raffigurati dei cerchi concentrici; entrambe queste forme geometriche rimandano al sesso dei soggetti che indossano le tuniche.

Nella parte dorata che ricopre il maschio vi si ritrovano figure rettangolari e in bianco e nero; la donna sembra essere invece punteggiata da mazzi di fiori; ella è caratterizzata da forme più rotonde, prive di spigoli.

YouTube video

Dimensioni originali e stile

Si tratta di una pittura realizzata con olio su tela. Le sue dimensioni sono quadrate, con 1 metro e 80 centimetri di lunghezza per ogni lato.

Il pittore austriaco Gustav Klimt lo realizzò tra l’anno 1907 e l’anno 1908.

Il Bacio di Klimt fu dipinto su tela mediante l’utilizzo di decorazioni e mosaici utilizzando il colore oro per lo sfondo: va ricordato come Klimt fosse appassionato per gli antichi mosaici della città di Ravenna. L’opera con questi elementi si presenta in piena sintonia artistica con i canoni dello stile Liberty.

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