autunno Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 29 Sep 2023 13:09:22 +0000 it-IT hourly 1 Da dove derivano i nomi delle stagioni? https://cultura.biografieonline.it/nomi-stagioni/ https://cultura.biografieonline.it/nomi-stagioni/#comments Wed, 27 Sep 2023 11:07:16 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=8054 Il termine “stagione” ha due possibili derivazioni:

  • dalla parola latina sationem, ovvero “l’atto di seminare”,
  • oppure da stationem, ovvero “l’atto di stare”, inteso come “fermata”.

Oggi le stagioni indicano i quattro periodi in cui è suddiviso l’anno solare:

  1. primavera,
  2. estate,
  3. autunno,
  4. inverno.
Immagine che simboleggia le stagioni (I nomi delle stagioni)
I nomi delle stagioni: una bella immagine che rappresenta le quattro stagioni

Determinazione delle stagioni

In campo astronomico, ogni stagione costituisce il tempo intercorrente tra un equinozio ed un solstizio.

Ognuna delle quattro stagioni ha una durata di tre mesi e sono determinate dall’inclinazione dell’asse di rotazione della Terra rispetto al piano dell’orbita, chiamato “eclittica”. Questa inclinazione è mediamente di 23° 27’ e resta immutata durante il moto di rivoluzione della Terra, ovvero il viaggio che percorre attorno al Sole ogni anno.

L’inclinazione dell’asse di rotazione della Terra determina la variazione dell’angolo di incidenza dei raggi solari che la raggiungono. Infatti, un emisfero si trova in inverno quando i raggi solari colpiscono con maggiore inclinazione la superficie della Terra, che riceverà quindi meno calore, poiché vi è un minor grado di irraggiamento. Viceversa, un emisfero si trova in estate quando i raggi solari colpiscono la superficie della Terra con minore inclinazione e il calore ricevuto è maggiore.

inclinazione asse terrestre
Inclinazione dell’asse di rotazione terrestre rispetto al piano dell’orbita, detto “eclittica”

Il ciclo delle stagioni di un emisfero è opposto di quello dell’altro. Se, per esempio, nell’emisfero boreale è estate, in quello australe sarà inverno, e viceversa.

Ciclo delle stagioni
Ciclo delle stagioni

Esiste anche la suddivisione meteorologica per definire una stagione, che tiene conto delle caratteristiche climatiche e ambientali e dei cambiamenti che avvengono in un determinato luogo durante il corso dell’anno. Questa suddivisione non coincide quasi mai con quella astronomica.

Etimologia dei nomi delle stagioni

Il termine primavera deriva dalle parole primus, cioè primo e ver, che deriva dalla radice sanscrita vas, che significa “splendere, illuminare, ardere”. E’ la stagione in cui la natura rinasce e sboccia dopo il torpore ed il freddo invernale, il clima è più mite, gemme e nuovi fiori si schiudono, l’erba si infoltisce; ha inizio con l’equinozio di primavera e finisce con il solstizio d’estate.

“Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera” (Pablo Neruda – tratta da Frasi sulla primavera)

Estate deriva dalla parola latina aestatem, ovvero “calore”, che deriva a sua volta dalla radice indoeuropea aidh che significa “ardere, bruciare”. E’ infatti la stagione in cui il calore prodotto dal Sole è massimo, poiché esso raggiunge il suo punto più alto sull’orizzonte. Le temperature sono più elevate, l’aria è più calda e le precipitazioni sono spesso a carattere temporalesco; inizia con il solstizio d’estate e termina con l’equinozio d’autunno.

“Non c’è che una stagione: l’estate. Tanto bella che le altre le girano attorno. L’autunno la ricorda, l’inverno la invoca, la primavera la invidia e tenta puerilmente di guastarla” (Ennio Flaiano – tratta da Frasi sull’estate)

Autunno ha origine dalla parola latina auctumnus, che deriva a sua volta dalla radice del verbo augere, ovvero “aumentare, arricchire”. In questa stagione il clima diventa fresco, le foglie degli alberi decidui si colorano di giallo ed iniziano a cadere, nei boschi spuntano i funghi ed è il periodo della vendemmia; inizia con l’equinozio d’autunno e finisce con il solstizio d’inverno.

“In autunno, il rumore di una foglia che cade è assordante perché con lei precipita un anno” (Tonino Guerra – tratta da Frasi sull’autunno)

Inverno deriva dal latino hibernum, ovvero “invernale”, che ha origine dalla radice sanscrita himas, ovvero “freddo, neve”. In questo periodo dell’anno il freddo prevale, poiché il Sole raggiunge il suo punto più basso sull’orizzonte; il clima è rigido e le precipitazioni sono spesso nevose, gli alberi decidui rimangono senza chioma; inizia con il solstizio d’inverno e termina con l’equinozio di primavera.

“Inverno. Come un seme il mio animo ha bisogno del lavoro nascosto di questa stagione”  (Giuseppe Ungaretti – tratta da Frasi sull’inverno)

Stagioni ai poli e ai tropici

Nella regione del circolo polare artico (Polo Nord) e in quella dell’antartico (Polo Sud), si distinguono generalmente soltanto due stagioni della durata di sei mesi ognuna: quella estiva e quella invernale. La prima è caratterizzata dal sole di mezzanotte, la seconda dalla notte polare o buio di mezzogiorno.

Nelle zone comprese tra i due tropici, quello del Cancro e quello del Capricorno, esistono la stagione secca e quella delle piogge.

Le stagioni nell’arte

La primavera di Botticelli, 1482
La primavera di Botticelli, 1482

Continuiamo l’articolo sui nomi delle stagioni, entrando nel mondo dell’arte.

L’opera La primavera è uno dei quadri più famosi e importanti del pittore italiano Sandro Botticelli.

È stato dipinto nel 1482 e attualmente si trova nella Galleria degli Uffizi di Firenze.

Estate, opera di Giuseppe Arcimboldo, 1563
Estate, opera di Giuseppe Arcimboldo, 1563

Il pittore italiano Giuseppe Arcimboldo realizzò, nel 1563, l’opera Estate che appartiene alla serie de Le Stagioni, una produzione artistica formata da quattro dipinti: Inverno, Primavera, Estate e Autunno; ne fece poi dono nel 1569 all’imperatore Massimiliano II d’Asburgo.

Inverno, opera di Giuseppe Arcimboldo, 1563
Inverno, opera di Giuseppe Arcimboldo, 1563
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Autumn Rhythm, Number 30: spiegazione del quadro di Pollock https://cultura.biografieonline.it/pollock-autumn-rhythm-30/ https://cultura.biografieonline.it/pollock-autumn-rhythm-30/#comments Wed, 25 Jan 2023 21:41:54 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=8089 Jackson Pollock ha creato nel 1947 la sua innovativa tecnica del dripping. Si tratta di un approccio radicale nella distribuzione del colore sulla tela. Tre anni dopo, con Autumn Rhythm (Number 30), ha raggiunto il livello più alto del suo potere espressivo.

Autumn Rhythm, Number 30: un quadro, una non-rappresentazione

In questo quadro, dove appare una non-rappresentazione, la pittura si manifesta attraverso l’uso intenso e selvaggio delle pennellate.

Pollock ha usato pezzi di legno, coltelli e palette per gettare e far gocciolare il colore sulla tela e produrre una composizione compressa e avviluppata fra innumerevoli linee.

Autumn Rhythm N 30, di Jackson Pollock
Autumn Rhythm, Number 30 (1950). Vernice su tela, realizzato con la tecnica del dripping (266,7 x 525,8 cm). Attualmente è conservato al Metropolitan Museum of art.

Una composizione lirica in cui non si trova un punto centrale, in cui non c’è una presenza ordinata di elementi ma ogni parte del dipinto si sostiene in un’equilibrata uguaglianza di significato. In una delle sue foto più famose, Pollock appare proteso su uno dei suoi quadri in un movimento continuo, quasi fosse una danza.

Così è stata realizzata anche quest’opera.

Pollock e l’Action painting

Jackson Pollock si è mosso costantemente sopra alla tela, lavorando su ogni singolo lato.

Questo aspetto è essenziale per comprendere il suo lavoro: le tele esprimono la gradazione e la complessità del rapporto fra il suo modo di creare e lo sguardo dello spettatore.

Voglio dire che Pollock non agisce senza controllo, esprimendo una pittura esclusivamente spontanea.

Egli svolge un lavoro senza premeditazione e preparazione, con una precisa coscienza di ogni pennellata e del suo significato all’interno dell’opera.

Il metodo che utilizza l’artista – il cosiddetto action painting – gli permette di esprimere diversi stati d’animo e di costruire una coreografia dell’agire che assume una diretta visione sulla tela.

Il significato

Sia per Pollock che per gli espressionisti astratti (si veda anche l’articolo: Espressionismo), di cui fu il massimo esponente, l’arte deve comunicare un significato preciso. Deve rivelare un contenuto, quindi non deve essere lasciata al libero arbitrio espressivo e di giudizio.

Non è confusione.

È ricerca di un significato.

Dietro al lavoro di Pollock c’è un lungo percorso di studio che ha attraversato i miti, l’arte primitiva, l’arte negra, il surrealismo, i murales messicani e probabilmente i riti magici indiani.

In questo dipinto è molto forte la dicotomia che ha accompagnato gran parte della carriera di Jackson Pollock, fra arte figurativa e arte astratta.

L’energia che esprime Autumn Rhythm, Number 30 fa emergere tutta la concentrazione e la determinazione che Pollock utilizzava per realizzare se stesso nell’opera:

Ogni buon artista dipinge ciò che è”.

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Fiume d’autunno, quadro di Kandinsky: descrizione e storia https://cultura.biografieonline.it/kandinsky-fiume-d-autunno/ https://cultura.biografieonline.it/kandinsky-fiume-d-autunno/#respond Mon, 01 Nov 2021 12:13:39 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10802 Fiume d’autunno” è un’opera di Kandinsky, olio su cartone, centimetri 20×30,5, che non è firmata né datata e la critica si è divisa, collocandola ai primi anni del secolo o intorno al 1917.

Kandinsky: Fiume d'autunno
Fiume d’autunno – quadro di Kandinsky

Descrizione del quadro

Nell’atmosfera autunnale rappresentata nel dipinto, spicca l’azzurro intenso del fiume, che si perde nello sfondo.

Sullo specchio d’acqua, in primo piano, si riflette la fitta vegetazione: ciò crea un senso di continuità cromatica, che fonde e confonde tutte le parti della composizione, unificate dalla fluidità della materia pittorica.

Fiume d’autunno: l’opera di Kandinsky

Il dipinto mostra una riflessione sulla pittura impressionista che fa pensare al Kandinsky dei primi anni del Novecento, quando dall’associazione da lui fondata nel 1901, furono organizzate mostre di impressionisti e postimpressionisti.

All’epoca Kandinsky era stato “costretto” a studiare disegno, come studente dell’Accademia di Monaco, ma preferiva indagare gli aspetti cromatici della pittura, al punto che dai suoi compagni di studio era stato soprannominato “colorista”.

L’artista amava molto la pittura en plein air, prediligendo i parchi e i giardini di Monaco alle aule accademiche. Questa necessità di un contatto con la natura resterà nell’animo dell’artista.

Kandinsky stava già modellando la propria linea usando il linguaggio proto-espressionista di Van Gogh.

Dove si trova il quadro

Il dipinto è conservato presso il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo.

Altri paesaggi di Kandinsky

Abbiamo trattato e approfondito diversi altri dipinti di Kandinsky. Tra questi vi sono tre opere che hanno come soggetto un paesaggio, sebbene siano tutte antecedenti a questa:

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Ragazza in bianco in un bosco, quadro di Vincent van Gogh https://cultura.biografieonline.it/ragazza-in-un-bosco-van-gogh/ https://cultura.biografieonline.it/ragazza-in-un-bosco-van-gogh/#comments Tue, 19 Oct 2021 08:24:52 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=20587 Nell’estate del 1882 la produzione pittorica di Van Gogh è felicemente ampia e ricca di spunti per i dipinti che in seguito realizzerà. Non è un anno facile per lui: si innamora di una prostituta malata di sifilide, Clasina Maria Hoornik, che Vincent cerca di aiutare seguendo i principi evangelici che hanno contraddistinto una parte della sua vita.

Artisticamente invece è un anno interessante. Van Gogh si distacca dai precedenti dipinti tuffandosi nel colore, che utilizza con pennellate vigorose e sovrapposte, al fine di condividere con lo spettatore il suo amore e la sua passione per la realtà.

Ovviamente, si tratta pur sempre della sua personale interpretazione di ciò che vede e i temi, benché legati ancora alle esperienze della scuola dell’Aja. E cioè rappresentazioni di barche, paesaggi marini, scorci suburbani, vengono comunque ritratti con una nuova sperimentazione tecnica.

Ragazza in bianco in un bosco - Girl in White in the Woods - Van Gogh
Ragazza in bianco in un bosco (Girl in White in the Woods, agosto 1882, Vincent van Gogh) • Otterlo (Olanda), Museo Kröller-Müller

 

Ragazza in bianco in un bosco: analisi del dipinto

Fra i più importanti di questo periodo, spicca, secondo me, “Ragazza in bianco in un bosco“, dipinto da Van Gogh nell’agosto del 1882. Il colore è il tema centrale del dipinto. Il soggetto è una ragazza appoggiata ad un albero mentre tutt’intorno, sparse sul terreno, ci sono le foglie autunnali. Il dipinto è stato realizzato in un tardo pomeriggio, al crepuscolo, sfruttando la luce di quel momento che il pittore scopre essere ancora fortissima.

Van Gogh era intento a dipingere le foglie di faggio intorno ai tronchi, quando si è reso conto che i tronchi degli alberi che erano ben impiantati nel terreno, si confondevano con i colori e le pennellate del suolo. Esse diventavano così un tutt’uno con l’impasto utilizzato per le radici e il fogliame.

Il colore

Decise allora di premere tutto il tubetto sul disegno dei tronchi e poi di rimodellarlo con il pennello, accentuando i colpi e sovrapponendoli uno sull’altro. In questo modo i tronchi e parte delle loro radici emersero dal terreno.

Inoltre, la consistenza del colore e le ripetute pennellate permisero a Van Gogh di rielaborare la compattezza del terreno e del fogliame. Così da poter rendere perfettamente la pendenza del terreno. Il colore, dunque, diventa il protagonista del dipinto Ragazza in bianco in un bosco. In quest’opera l’immagine della ragazza, osservata da Van Gogh mentre passeggia nel bosco, rende il dipinto meravigliosamente enigmatico.

Esiste anche un altro quadro di Vincent van Gogh con un titolo simile, anch’esso dipinto nell’agosto del 1882: Ragazza in un bosco (Girl in the Woods) appartenente a una collezione privata.

Ragazza in un bosco - Girl in the Woods - Van Gogh
Ragazza in un bosco (Girl in the Woods, agosto 1882, Vincent Van Gogh) • Collezione privata
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Faggeto I (Beech Forest I), quadro di Gustav Klimt https://cultura.biografieonline.it/faggeto-i-klimt/ https://cultura.biografieonline.it/faggeto-i-klimt/#comments Fri, 07 Sep 2018 13:27:53 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=25234 Gustav Klimt, secessionista viennese, nell’opera Faggeto I, olio su tela di centimetri 100 x 100, realizzata nel 1902, offre allo spettatore uno scenario naturale, rappresentando un invito al silenzio e alla contemplazione. L’artista dà vita alla composizione attraverso il contrasto tra linee verticali e orizzontali, dedicandosi al paesaggio.

Faggeto I (Beech Forest I), quadro di Gustav Klimt datato 1902
Faggeto I (Beech Forest I), quadro di Gustav Klimt datato 1902

Faggeto I, descrizione del quadro

Il pittore dipinge tronchi di faggio che danno l’impressione di ondeggiare. Ogni fusto è diverso dall’altro per spessore, colore e andamento. Si ha l’impressione che non ci siano punti di riferimento, nonostante l’orizzonte sia segnato sul margine superiore della tela. Il terreno è uno straordinario puzzle di foglie autunnali. Klimt non è solo un pittore simbolista di soggetti femminili ed erotici (ricordiamo: Giuditta I, Nuda Veritas), e non è solo un ritrattista (ricordiamo: Sonja Knips, Emilie Flöge), ma è anche dedito al paesaggio.

Le sue tele, come questa o come La fattoria della betulle (descritta in un precedente articolo), sono di formato quadrato. Un formato che riduce l’ampiezza degli spazi: si assiste all’assenza dell’umanità, ma al contempo rivela una molteplicità di stati d’animo.

Klimt e i paesaggi

Klimt non dipinge in studio ma si dedica alle sue opere lavorando en plein air, proprio come gli impressionisti. Gira con una piccola cornice di avorio in tasca: è attraverso questa che ammira il paesaggio allo scopo di provare e riprovare le inquadrature. Una caratteristica di queste sue opere è che hanno come risultato quella sensazione di “tutto a fuoco”. Così l’immagine è più statica.

È dal 1900 al 1916 che Gustav Klimt trascorre le vacanze estive sul lago Attersee, a est di Salisburgo, in compagnia della sua compagna Emilie Flöge. È un ambiente lacustre congeniale al pittore che gli permette spesso di riprendere appunto il tema dell’acqua che appare nei suoi quadri di figura. Proprio nel corso dei suoi soggiorni, l’artista dipinge cinquanta paesaggi: gli occhi dell’artista puntano sugli specchi d’acqua o sulle fitte boscaglie.

Qui la figura umana è assente e la sua bellezza è sostituita dagli elementi armoniosi del creato. A differenza tuttavia degli impressionisti degli anni Settanta dell’Ottocento, i paesaggi di Klimt non rappresentano trascrizioni spontanee di ciò che vede l’occhio del pittore; esiste invece prepotente nei suoi paesaggi un forte elemento astratto.

Insomma in “Faggeto I” l’artista austriaco dipinge una sorta di schermo di tronchi tagliati in alto e in basso rispetto la tela. Forse si ispira in questo dipinto alla serie di Pioppi di Claude Monet. Lo stile di Klimt è un’audace fusione di elementi naturalistici dall’estrema eleganza decorativa che raggiunge il limite dell’astrazione. Cattura l’osservatore rendendolo parte della sua opera, aldilà del tempo e dello spazio.

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I pastori (poesia di D’Annunzio) https://cultura.biografieonline.it/i-pastori-poesia-dannunzio/ https://cultura.biografieonline.it/i-pastori-poesia-dannunzio/#comments Fri, 10 Jun 2016 07:32:40 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=18747 La poesia I pastori (a volte indicata come I pastori d’Abruzzo) fa parte dell’ultima sezione di Alcyone, intitolata Sogni di terre lontane. Alcyone è il terzo libro delle Laudi di Gabriele D’Annunzio: venne pubblicato per la prima volta nel 1903, racchiudendo le liriche composte tra 1899 e il 1903, per un totale di 88 poesie. Secondo i critici, si tratta del momento più alto della lirica dannunziana: il poeta tralascia il tema del superuomo per dedicarsi alla celebrazione della natura.

Pastori - Shepherd - Pastore

Alcyone, infatti, è il racconto di diversi momenti di una vacanza estiva, trascorsa in Versilia con l’amata attrice Eleonora Duse, che viene qui chiamata Ermione. La raccolta si divide in cinque sezioni, che descrivono la primavera fino all’arrivo dell’autunno. Le liriche sono piene di elementi musicali, suggestioni e sensazioni dello stato d’animo del poeta, ottenuti con una sapiente disposizione di rime e assonanze.

I pastori: la poesia

La lirica I pastori d’Abruzzo appartiene proprio alla parte conclusiva dell’opera e descrive quindi l’arrivo dell’autunno. L’estate è ormai giunta al termine: settembre porta con sé tanta malinconia, che spinge l’autore a desiderare di ritornare nei luoghi della sua infanzia e nel mondo arcaico della regione Abruzzo, che viene descritto in questa poesia.

I pastori, nel mese di settembre, ricominciano l’antica usanza della transumanza e portano i greggi a pascolare verso la Puglia. L’autore celebra questi gesti antichi come se fossero sacri e li riconduce ad un’unione con la natura che si ripete ogni anno.

I Pastori - foto antica
La transumanza dalle colline d’Abruzzo verso il mare: un gesto antico che si ripete nel tempo

Testo della poesia

Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.

Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d’acqua natía
rimanga ne’ cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano.

E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!

Ora lungh’esso il litoral cammina
la greggia. Senza mutamento è l’aria.
il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquío, calpestío, dolci romori.

Ah perché non son io co’ miei pastori?

Analisi del testo

Il testo è formato da quattro strofe di cinque endecasillabi ciascuno, più un endecasillabo finale. L’ultimo verso di ogni strofa rima con il primo della successiva.

La struttura della lirica è circolare: all’inizio e alla fine di ogni strofa, il poeta esprime direttamente le sue emozioni. Nel primo verso, infatti, dà voce al suo desiderio di migrare ma, nella domanda finale, si rammarica perché è ormai troppo distante dalla sua terra.

Nelle prime due strofe il poeta rievoca i preparativi dei pastori per organizzare la transumanza: le greggi hanno bevuto alle fonti d’acqua dei luoghi natali per non avere sete durante il viaggio, i pastori hanno costruito un nuovo bastone fatto di verga di nocciolo (v. 10: d’avellano) e hanno aperto i recinti.

Nelle due strofe successive si racconta l’arrivo al mare: i pastori procedono attraverso il sentiero, come se fosse un fiume d’erba, seguendo le orme dei padri (il cammino è ormai una tradizione, un rituale antico e immutabile).

La quarta strofa descrive l’arrivo del gregge al mare, il sole che tocca il vello, il rumore delle onde.

L’ultimo verso è una domanda retorica che esprime la nostalgia del poeta verso la sua terra.

Commento

Dal punto di vista formale, la lirica è diversa dalle altre di Alcyone: qui Gabriele D’Annunzio rinuncia all’enfasi, agli eccessi e adotta uno stile piano e pacato, quasi severo a confronto delle altre della stessa raccolta. Recupera come metro l’endecasillabo, che conferisce un tono molto solenne alla poesia.

Non mancano però i simboli e le analogie tra i pascoli e il mare (v. 12: erbal fiume silente). La parola isciaquio al v. 20 è onomatopeica. La sintassi cambia tra la prima parte, dedicata al paesaggio montano, dove è più pacata, e la seconda parte dove diventa più frammentaria.

Il tema dominante è sempre quello della comunione tra uomo e natura, ma forse, con questa lirica, il poeta vuole lasciare un commiato al suo sogno di fusione totale con essa. Egli si sente come i pastori: esuli e costretti a migrare dalle loro amate montagne alla fine dell’estate.

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Soldati, poesia di Ungaretti https://cultura.biografieonline.it/soldati-ungaretti/ https://cultura.biografieonline.it/soldati-ungaretti/#comments Thu, 07 Apr 2016 16:53:57 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=17807 La poesia “Soldati” è uno dei testi chiave per comprendere la poetica del suo autore, Giuseppe Ungaretti, oltre che una delle sue opere più famose. La poesia reca come data di componimento il mese di luglio 1918, presso il Bosco di Courton, sito in Francia. Il luogo e la data sono indicati proprio al di sotto della lirica stessa, come di consuetudine, proprio per dare alle poesie l’aspetto di diario.

Soldati: Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie
“Soldati” – Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie – Celebre poesia breve di Giuseppe Ungaretti

La lirica chiude  la quarta sezione della raccolta Allegria, intitolata Girovago, che comprende le poesie composte fra il marzo e il luglio 1918, durante l’esperienza della guerra in Francia. Il poeta, infatti, oltre ad aver combattuto la prima fase della Prima Guerra Mondiale sul fronte italiano del Carso, si spostò anche sul fronte francese. Dal 1918 al 1921 visse a Parigi, dove si sposò con Jeanne Dupoix, dalla quale ebbe due figli.

Le poesie composte sul fronte francese ricalcano lo stesso stile di quelle composte sul fronte italiano (come Veglia) : il tema della guerra domina tutta la raccolta ma viene visto come momento rivelatore della propria identità . La raccolta Allegria uscì con una prima edizione nel 1931 e poi con l’ultima e definitiva del 1942. La sezione Girovago è la terza e penultima della raccolta, che termina con la sezione Prime, che anticiperà l’evolversi della poetica di Ungaretti.

Soldati: analisi del testo e parafrasi della poesia

Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie.

La poesia “Soldati” ricalca lo stile espressionista e quasi aforistico che il poeta utilizza in tutta la raccolta. È formata da quattro versi liberi brevi e il titolo non può essere scisso perché descrive a pieno il testo.

Tutto il significato della breve, ma intensa, lirica gira intorno ad una similitudine: la condizione dei soldati schierati nelle trincee e minacciati da uno scontro a fuoco viene paragonata alle foglie degli alberi che cadono in autunno.

L’immagine della foglia che si stacca dal ramo è un topos letterario, un luogo comune spesso utilizzato da poeti: tra tutti si ricordano Omero con l’Iliade, Virgilio con l’Eneide, Dante con la Divina Commedia.

L’autunno quindi viene ricollegato alla guerra e alla morte proprio per la caduta delle foglie e la trasformazione del paesaggio. L’immagine tradizionale della foglia viene però svecchiata da Ungaretti grazie alla brevità del componimento stesso: i versi sono disposti proprio per dare il senso repentino di passaggio dalla vita alla morte.

La struttura del componimento è circolare: la parola soldati trova il suo paragone solo con la parola foglie all’ultimo verso. Inoltre sono presenti enjambements: come-d’autunno; alberi-le foglie.

La poesia diventa così un rapido aforisma, una sentenza: i soldati si trovano nella stessa condizione, incerta e minacciata, delle foglie in autunno. Questo il senso rapido e coinciso di una delle liriche più intense del poeta Giuseppe Ungaretti.

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Perché si dice “togliere le castagne dal fuoco” ? https://cultura.biografieonline.it/togliere-le-castagne-dal-fuoco/ https://cultura.biografieonline.it/togliere-le-castagne-dal-fuoco/#respond Mon, 29 Oct 2012 11:52:56 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4378 Il detto togliere le castagne dal fuoco ha il significato di procurare un vantaggio ad altri, affrontando una situazione problematica, assumendosi quindi il rischio. Oppure, al contrario, far correre ad altri i pericoli di un’impresa, per poi trarre proprio vantaggio dal risultato.

Togliere le castagne dal fuocoIl detto completo è “togliere le castagne dal fuoco con la zampa del gatto” e deriva da una favola di Jean De La Fontaine, scrittore e poeta francese, (Fables, IX,17) che narra le vicende di una scimmia che, mentre riposava insieme al gatto vicino al focolare, vide sotto la cenere alcune castagne molto gustose ma difficili da prendere a causa del calore della brace. Con furbizia, la scimmia solleticò la vanità del gatto, lodandone le qualità, e lo convinse così a togliere le castagne dal fuoco.

Il gatto si bruciacchiò le zampe, anche se non era interessato a cibarsi delle castagne. A sua volta pare che Jean De La Fontaine abbia preso spunto da versioni precedenti, scritte da altri autori come Maioli, Noel du Fail e Régnier, dove però la scimmia afferra direttamente la zampa del gatto per togliere le castagne dal fuoco.

Castagne
Castagne

Questo detto è molto diffuso ed è utilizzato in varie lingue:

• “tirer les marrons du feu avec la patte du chat”
• “sacar las castañas del fuego”
• “für andre die kastanien aus dem feuer holen”
• “to take the nuts from the fire with the dog’s foot”.

In questo ultimo caso, il gatto viene sostituito dal cane.

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Perché in autunno le foglie diventano gialle? https://cultura.biografieonline.it/autunno-foglie-gialle/ https://cultura.biografieonline.it/autunno-foglie-gialle/#comments Wed, 03 Oct 2012 14:37:54 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4060 Il fenomeno dell’ingiallimento delle foglie permette di inoltrarci visivamente nell’atmosfera della stagione autunnale: gli alberi appaiono come trasformati, le foglie si colorano delle sfumature di giallo, arancione e rosso, prima di cadere e lasciare che l’albero si assopisca per tutta la durata dell’inverno.

In autunno le foglie ingialliscono
In autunno le foglie ingialliscono

Questo accade soltanto per le piante decidue, quelle cioè che perdono le foglie; sono escluse quindi quelle sempreverdi. Il colore delle foglie dipende da alcune sostanze naturali in esse contenute, i pigmenti, che sono: la clorofilla, che dona il colore verde; il carotene, i colori giallo e arancio; l’antocianina, il colore rosso.

La luce solare e la clorofilla permettono, attraverso il processo di fotosintesi, di produrre zuccheri necessari al nutrimento della pianta. Nelle stagioni in cui le ore di luce sono maggiori e la temperatura è più alta, la clorofilla prevale sugli altri pigmenti, essendo molto attiva: per questo in primavera ed estate le foglie sono verdi.

In autunno la temperatura diminuisce, come anche le ore di luce; questo fa sì che le foglie producano sempre meno clorofilla. A questo punto i pigmenti di carotene riescono ad affiorare, colorando le foglie di sfumature gialle ed arancioni. Quando le notti diventano sempre più fredde, l’apporto di nutrimento alle foglie si ferma ed aumenta anche la produzione delle antocianine, che conferiscono il colore rosso.

Foglie
Foglie

Ogni pianta differisce dall’altra nella quantità dei vari pigmenti contenuti nelle foglie: per questo motivo le sfumature e l’intensità dei vari colori si differenziano da una pianta all’altra.

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Equinozio: che cosa accade in questo giorno? https://cultura.biografieonline.it/equinozio/ https://cultura.biografieonline.it/equinozio/#comments Thu, 20 Sep 2012 17:10:22 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=3923 L’equinozio è definito come il preciso momento dell’anno in cui il Sole si presenta all’intersezione tra l’eclittica e l’equatore celeste, ovvero il Sole si trova in posizione perpendicolare rispetto al piano dell’equatore terrestre. La Terra viene così divisa a metà, dal polo nord al polo sud, da una linea che ne definisce la parte illuminata e quella in ombra.

Equinozio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il termine equinozio deriva dal latino aequus nox e significa “notte uguale”, inteso come notte uguale al giorno: ovunque sulla Terra, nei giorni di equinozio, si ha una quasi parità di ore di luce e di buio.

Nell’emisfero settentrionale, l’equinozio di primavera cade il 20 o il 21 marzo e l’equinozio d’autunno il 22 o il 23 settembre; nell’emisfero meridionale, accade il contrario. Nei giorni di equinozio, il Sole sorge quasi esattamente ad est e tramonta quasi esattamente ad ovest.

L’equinozio nella cultura

(da Wikipedia)

  • La festa del Nuovo Anno, nell’antica Mesopotamia, fa riferimento all’equinozio primaverile. In quanto la data di tale avvento, coincide con il segno zodiacale dell’Ariete, simbolo del Dio nazionale Marduk.
  • Sham El Nessim era un’antica festività egiziana le cui tracce risalgono a circa 4700 anni fa. Resta una delle feste pubbliche Egiziane, cade il lunedì e coincide con l’equinozio di primavera.
  • I calcoli per il giorno di Pasqua nella Chiesa Cristiana (la prima domenica dopo la prima luna piena contemporanea o successiva all’eq. di marzo), usa la sua definizione specifica dell’equinozio – che capita sempre il 21 marzo. Il giorno di Pasqua può capitare al più presto il 22 marzo, ma mai oltre il 25 aprile.
  • All’equinozio si collega anche la festività cristiana dell’Annunciazione e i vari capodanni ad essa legati come quello toscano e quello veneto, in uso fino al XVIII secolo.
  • L’equinozio di marzo segna il primo giorno dell’anno per una varietà di calendari, inclusi il calendario Iraniano, il calendario Bahá’í. Il festival Persiano (Iraniano) del Naw-Ruz viene celebrato in questo giorno. Nell’antica mitologia persiana Jamshid, il re mitico della Persia, ascese al trono in questo giorno e ogni anno quest’evento viene commemorato con feste per due settimane. Queste feste rievocano la storia della creazione e l’antica cosmologia del popolo Iraniano e Persiano. È un giorno di festa anche per l’Azarbaijan, l’Afghanistan, l’India, la Turchia, Zanzibar, l’Albania e diversi paesi dell’Asia Centrale, è festa anche per i Kurdi. È inoltre una festività Zoroastrina, è anche un giorno sacro per i seguaci della Fede Bahá’í e per i musulmani Ismaili Nizari comunemente chiamati come gli Aga Khanis.
  • L’equinozio di settembre segna il primo giorno del Mehr o della Bilancia nel calendario Iraniano. È una delle festività iraniane chiamate Jashne Mihragan, o il festival della condivisione dell’amore nello Zoroastrismo.
  • Durante l’equinozio di primavera si celebra il Sabbat Wiccan di Ostara (o Eostar) mentre durante quello di autunno si celebra il Sabbat Wiccan di Mabon.
  • In Giappone il giorno dell’equinozio di primavera (marzo) (春分の日 Shunbun no hi) è una festa nazionale ufficiale che si trascorre visitando le tombe di famiglia e celebrando le riunioni di famiglia. In modo del tutto simile a settembre c’è un giorno dell’equinozio d’autunno (秋分の日 Shūbun no hi).
  • Il primo giorno dell’anno per i Tamil e i Bengali segue lo zodiaco Hindu ed è celebrato rispetto all’equinozio di primavera siderale (14 aprile). Quello Tamil viene festeggiato nello Stato Tamil Nadu nell’India del Sud, l’altro viene festeggiato in Bangladesh e nello Stato del Bengala Ovest nell’India dell’est.
  • Il giorno del Pianeta Terra venne celebrato inizialmente il 21 marzo 1970, giorno dell’eq. Attualmente è celebrato in diversi Stati il 22 aprile.
  • In molti Paesi arabi il Giorno della Madre viene celebrato nell’eq. di marzo.
  • L’equinozio di settembre era il primo giorno dell’anno nel calendario repubblicano francese, che venne usato dal 1793 al 1805. La Prima Repubblica Francese venne proclamata e la monarchia francese abolita il 22 settembre 1792 rendendo il giorno successivo (giorno dell’equinozio) il primo giorno dell’Era Repubblicana in Francia. L’inizio di ogni anno si doveva basare su calcoli astronomici (ovvero seguendo il vero corso del Sole e non la media degli altri calendari).
  • Il festival del raccolto nel Regno Unito si celebra la domenica della Luna piena più vicina all’eq. di settembre.
  • Il festival di mezzo autunno si celebra il 15º giorno dell’8º mese lunare ed è una festa ufficiale in molti Paesi dell’est asiatico. Dato che il calendario lunare non è in sincrono con il calendario gregoriano questa data può cadere un giorno qualsiasi tra la metà di settembre e l’inizio di ottobre.
  • La Giornata Mondiale della Narrazione è una celebrazione globale dell’arte orale della narrazione che viene celebrata ogni anno durante l’eq. di primavera nell’emisfero nord, mentre il primo giorno dell’eq. di autunno nell’emisfero sud.
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