Asia Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 22 Mar 2017 11:02:07 +0000 it-IT hourly 1 Kim, romanzo di Rudyard Kipling: riassunto del libro https://cultura.biografieonline.it/kim-kipling-riassunto/ https://cultura.biografieonline.it/kim-kipling-riassunto/#respond Wed, 02 Nov 2016 21:42:03 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=20253 Un libro molto conosciuto dello scrittore Rudyard Kipling è “Kim“. Si tratta di un romanzo picaresco del 1901, ambientato durante il conflitto politico tra Impero Russo e Impero Britannico in Asia centrale, sullo sfondo delle strade polverose delle città indiane. Nel libro l’autore si sofferma a descrivere la vita nei bazar e nelle strade. Descrive in modo dettagliato la vita della popolazione di questi luoghi (credenze, religione e superstizioni).

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Il romanzo narra le vicende del giovane protagonista Kimball O’Hara, un orfano di un sergente irlandese e di origini povere. Kipling descrive in modo minuzioso la vita del ragazzo, Kim, passando dalle strade polverose della città indiana di Lahore, fino ad arrivare a monti e vallate incontaminate, sempre del paesaggio naturale indiano.

Kim: riassunto del romanzo

Kim, pur essendo di razza bianca, si trova a vivere in un contesto indigeno. Dopo la morte dei genitori era stato affidato a una donna indiana.

Kim si trova a suo agio a vivere in quell’ambiente per lui così particolare. Il protagonista si guadagna da vivere mendicando o svolgendo piccole commissioni a Lahore. Solo in occasioni sporadiche aiuta un commerciante di cavalli pashtun.

Un giorno, in città, il ragazzo incontra presso il museo di Lahore un Lama tibetano che è alla ricerca del “Fiume sacro della Freccia”. Le acque di questo fiume si dice permettano di giungere alla definitiva liberazione dall’esistenza terrena. Kim, a quel punto, stringendo amicizia con il monaco, decide di seguirlo in questa appassionante avventura.

“Se ne stava, a dispetto delle ordinanze municipali, a cavalcioni del cannone Zam-Zammah, di fronte a quella che gl’indigeni chiamano la Casa delle Meraviglie e che è il museo di Lahore.” (INCIPIT del libro)

Il viaggio di Kim

Il ragazzo diventa ben presto un suo discepolo ovvero “chela“. Decide di partecipare al suo pellegrinaggio, mostrando tutte le sue capacità pratiche al maestro e amico. Kim, fra l’altro, viene coinvolto nel cosiddetto “Grande Gioco” diplomatico-spionistico che si sta svolgendo tra russi ed inglesi. Il ragazzo, infatti, si trova a svolgere delle missioni per i servizi segreti britannici.

In seguito, Kim viene reclutato dall’amico Alì per portare un messaggio al capo dei servizi segreti britannici ad Ambala. Il suo viaggio insieme all’anziano monaco buddhista viene descritto dall’autore.

La vita del giovane, però, cambia quando viene rintracciato per caso dal reverendo Arthur Bennett. Egli èil cappellano militare dell’antico reggimento a cui apparteneva il padre. Questi lo riconosce grazie ad un “certificato massonico” che porta appeso al collo. A quel punto, il ragazzo viene adottato e mandato a scuola al collegio Martinière, un istituto superiore della grande città di Lucknow. Il ragazzo viene così momentaneamente allontanato dal suo amico, il monaco Lama tibetano.

Lontano dall’amico monaco

Durante quel periodo, però, Kim rimane sempre in contatto con il vecchio amico monaco. Allo stesso tempo non interrompe i suoi contatti con i servizi segreti di sua Maestà britannica. Sempre in questo periodo, svolge diversi ruoli che lo rendono più consapevole delle sue capacità tecniche. Kim diventa col tempo sempre più astuto.

Dopo tre anni, il ragazzo si trova a dover gestire un compito molto importante affidatogli dal governo all’interno del “Grande Gioco”. Ma prima di iniziare la missione si concede un breve periodo di vacanza dove, durante le ferie, medita sulla propria vita futura e ricorda il suo passato. In quel frangente, Kim riesce a rincontrarsi con il vecchio amico Lama e sceglie di partire con lui in direzione dell’Himalaya.

In questo contesto, l’autore Rudyard Kipling si sofferma particolarmente sulla narrazione di tutte le vicende spirituali e quelle spionistiche che si incastrano nelle giornate dei partecipanti alla missione.

Un toro rosso, l’amuleto prezioso che Kim porta sempre con sé, segnerà in modo definitivo il suo destino. Il ragazzo riuscirà a scovare mappe, documenti ed altro materiale inerente il lavoro svolto dai russi, che vogliono impedire in tutti i modi che il dominio britannico sovrani sulla regione indiana.

Finale

Intanto, il viaggio dei due amici prosegue senza sosta. I due, inizialmente, sembrano aver perduto la via. La ricerca del “Fiume della Freccia” risulta essere sempre più difficile ed enigmatica. Non mancano i momenti dove le paure di non arrivare mai alla meta prefissata si fanno sempre più presenti. Poi, finalmente, i due viaggiatori ritrovano la giusta direzione e la strada per giungere alla svolta dove finalmente trovano ciò che cercano, il Fiume della Freccia.

Il romanzo va a concludersi con il monaco Lama tibetano che trova il suo fiume raggiungendo la Bohi e trovando finalmente l’Illuminazione del Buddha, mentre la strada del giovane Kim appare ancora incerta e piena di speranze.

L’autore ci lascia quindi con un bel dilemma da risolvere. Il giovane seguirà la via spirituale indicatagli dall’amato amico e maestro o deciderà ufficialmente di far parte delle spie al soldo di sua Maestà britannica?

Foto di Rudyard Kipling
Rudyard Kipling

Commento all’opera

In ogni caso, il romanzo di Kipling Kim, è stato definito l’apoteosi del culto vittoriano che si concentra su tematiche relative all’infanzia, ma continua a risplendere, più brillante che mai, ancora fino ai giorni nostri.

Il libro ebbe un ottimo successo sia in termini di critica che di pubblico. Anche se inizialmente venne considerato solo un romanzo per ragazzi. In seguito, nel 1998, è stato considerato uno tra i cento migliori romanzi del XX secolo. Nel 2003, secondo un sondaggio effettuato dall’emittente BBC, il romanzo di Kipling si è posizionato come 1° in classifica tra i romanzi più letti e amati nel Regno Unito.

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Singapore e l’indipendenza dalla Malesia https://cultura.biografieonline.it/singapore-indipendenza-malesia/ https://cultura.biografieonline.it/singapore-indipendenza-malesia/#comments Wed, 04 Mar 2015 12:02:42 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13630 Singapore divenne parte della Malesia il 16 settembre del 1963 in seguito alla fusione con Malaya, Borneo del Nord e Sarawak: la fusione era stata decretata allo scopo di migliorare l’economia locale dando vita a un mercato comune e libero, e al tempo stesso per fare sì che le condizioni di sicurezza all’interno di Singapore diventassero più affidabili e stabili.

Bandiera di Singapore
La bandiera di Singapore

L’unione, tuttavia, si rivelò ben presto un insuccesso: numerose dispute tra il governo statale di Singapore e il governo federale complicarono i rapporti. Le controversie riguardarono ambiti diversi, ma soprattutto le politiche federali di affirmative action che garantivano privilegi speciali alla popolazione malese in base all’Articolo 153 della Costituzione malese (uno dei più criticati e contestati per le sue presunte implicazioni razzistiche).

Le tensioni razziali e gli scontri tra cinesi e malesi

Il primo ministro di Singapore Lee Kuan Yew e altri leader politici iniziarono, quindi, a reclamare un trattamento egualitario per tutte le razze in Malesia. Tra i cinesi e i malesi nacquero tensioni razziali che diventarono sempre più forti e pericolose nel giro di breve tempo, spesso sfociando drammaticamente in scontri e rivolte.

Tra gli avvenimenti più celebri in questo senso ci furono le rivolte razziali del 1964, che andarono in scena il giorno del compleanno del Profeta Maometto (il 21 luglio), con un bilancio finale di ventitré persone uccise e centinaia di feriti.

Il contesto economico

Il prezzo degli alimenti, intanto, salì alle stelle quando il sistema dei trasporti venne interrotto, e moltissime persone dovettero fare i conti con privazioni e sofferenze. Ma Singapore e il governo federale entrarono in conflitto anche sul fronte economico: i federali, infatti, temevano che il dominio economico di Singapore avrebbe inevitabilmente allontanato il potere politico da Kuala Lumpur.

Nonostante un precedente accordo finalizzato a dare vita a un mercato comune, quindi, Singapore continuò a dovere affrontare restrizioni nelle relazioni commerciali con il resto della Malesia. In seguito, rifiutò di concedere a Sarawak e a Sabah la totalità dei prestiti che erano stati concordati in precedenza, che avrebbero dovuto favorire la crescita economica dei due stati.

La posizione geografica di Singapore rispetto alla Malesia
La posizione geografica di Singapore rispetto alla Malesia

L’indipendenza della Malesia

La situazione diventò sempre più ingestibile, fino a quando alcuni estremisti dell’UMNO (United Malays National Organization, il più importante partito politico malese) chiesero l’arresto di Lee Kuan Yew.

Tunku Abdul Rahman
Tunku Abdul Rahman, Primo Ministro malese

Non vedendo altre alternative per evitare ulteriori spargimenti di sangue, il primo ministro malese Tunku Abdul Rahman decise di espellere Singapore dalla federazione: il Parlamento malese si pronunciò a favore dell’espulsione il 9 agosto del 1965, con 126 voti a favore e nessun contrario.

Quel giorno, un Lee Kuan Yew in lacrime annunciò nel corso di una conferenza stampa trasmessa in televisione che Singapore era diventata una nazione sovrana e indipendente.

Con una frase ricordata ancora oggi, sottolineò: “Per me, questo è un momento di dolore. Per tutta la mia vita, per tutta la mia intera vita di uomo, ho creduto nella fusione e nell’unità dei due territori”. Il nuovo stato prese il nome di Repubblica di Singapore.

Dopo l’indipendenza

Dopo avere ottenuto l’indipendenza in maniera tanto drammatica, Singapore avvertì la necessità di un riconoscimento internazionale immediato della sua sovranità. In quel periodo, intanto, era in corso il Konfrontasi, cioè il Confronto tra Indonesia e Malesia, mentre alcune fazioni dell’UMNO si erano opposte con tutte le proprie forze al distacco di Singapore, che quindi si trovava a far fronte al pericolo di essere attaccata dall’esercito indonesiano o di essere riassorbita in maniera obbligata dalla Malesia, per di più in condizioni tutt’altro che vantaggiose.

Il 21 settembre del 1965 Singapore divenne uno Stato membro delle Nazioni Unite con il sostegno del governo indiano, del governo cinese e del governo malese; nell’ottobre dello stesso anno venne riconosciuta ufficialmente anche dal Commonwealth.

Fu istituito, per altro, un nuovo Ministero degli Esteri, a capo del quale si insediò Sinnathamby Rajaratnam, che aiutò Singapore a rinforzare la propria indipendenza e le proprie relazioni diplomatiche con gli altri Paesi.

Essendo una piccola isola, Singapore venne vista come una nazione non violabile; tuttavia, la maggior parte dei media internazionali si mostrò scettica a proposito delle prospettive di sopravvivenza dello Stato. Al di là delle istanze di sovranità, infatti, i problemi locali erano molti, dalla disoccupazione alle questioni sociali, passando per la mancanza di risorse naturali.

Lee Kuan Yew
Lee Kuan Yew: 1° Primo ministro della Repubblica di Singapore, rimase in carica dal 1959 al 1990

Nonostante ciò, Singapore vinse tutte le sfide che gli si pararono davanti, grazie a Lee Kuan Yew: colui che era primo ministro dal 1959 e che, dopo avere affrontato l’indipendenza dalla Malesia, sarebbe rimasto in carica fino al 1990, a capo di un governo in grado di contrastare la disoccupazione, fare crescere la qualità della vita e sviluppare l’infrastruttura economica del Paese, eliminando qualsiasi tensione razziale e dando vita a un sistema di difesa nazionale indipendente.

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