Arte Moderna Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 31 Jul 2020 13:51:12 +0000 it-IT hourly 1 ASCII Art: Vuk Ćosić e l’arte fatta da computer e caratteri https://cultura.biografieonline.it/vuk-cosic-ascii-art/ https://cultura.biografieonline.it/vuk-cosic-ascii-art/#comments Thu, 15 Feb 2018 15:44:18 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24048 ASCII è l’acronimo di American Standard Code for Information Interchange definito, nel 1968 dall’American National Standards Institute. L’ASCII associa una tavola numerica ad una serie corrispondente di simboli. Tale standard viene utilizzato anche per la creazioni di immagini. Per esempio, si usa il codice ASCII per produrre delle emoticon. La ASCII art è una corrente artistica che si è sviluppata grazie all’informatica.

ASCII Art - La gioconda (Mona Lisa) di Leonardo realizzata con i caratteri ASCII
ASCII Art – La gioconda di Leonardo realizzata con i caratteri ASCII

E’ nata e si è sviluppata con la nascita della Net Art – argomento trattato in un precedente articolo – che è una forma d’arte che nasce e si sviluppa sulla rete, a cavallo dei primi anni Novanta. Si tratta di disegni che si possono realizzare con caratteri alfanumerici e caratteri speciali, come la punteggiatura, gli accenti e altri simboli.

ASCII Art: treno locomotiva
ASCII Art: treno locomotiva

Un net artista che ha prodotto opere utilizzando l’ASCII è Vuk Cosic. Per il net artista “il solo modo per combattere l’obsolescenza dei media è far risorgere i media scomparsi”. Cosic ha indagato anche altri modi sull’ASCII art, trasformando, per esempio, le immagini in movimento: convertendo in codice ASCII delle brevi sequenze di film famosi, tra questi Star Trek. L’artista spiega così l’ ASCII art:

La scelta del’ASCII è legata a questioni ideologiche. Succede spesso che l’artista sia costretto a produrre un output creativo con la sola funzione di giustificare gli investimenti hardware di qualche istruzione artistica. Utilizzando le tecnologie date, uno potrebbe anche accettare i limiti creativi segnati dall’inventore della tecnologia, ma mi piace credere che la mia creatività sia altrove rispetto a quella dell’ingegnere, per quanto sia grande il mio rispetto per i fabbricanti di strumenti. La mia reazione a questo stato di cose consiste nel guardare al passato e continuare l’aggiornamento di alcune tecnologie marginalizzate o dimenticate. Gebhard Sengmuller la chiama “archeologia dei media”.

Il glossario: ASCII ART

La ASCII Art è una tecnica di disegno che viene realizzata attraverso delle forme che utilizzano i caratteri ASCII. Le sue origini risalgono a poco dopo l’introduzione del codice ASCII. Le prime stampanti infatti potevano stampare solo caratteri alfanumerici, cioè erano solo testuali, di conseguenza non disponevano di funzioni grafiche.

Per questo motivo, queste venivano emulate sfruttando i simboli disponibili, ordinati seguendo schemi in apparenza casuali. In pratica, osservando il foglio stampato a distanza, si potevano riconoscere delle immagini. Questa procedura di creazione dell’immagine ASCII era praticata manualmente.

È stato solo successivamente che vennero ideati dei programmi che fossero in grado di generare automaticamente scritte a caratteri di grande formato. Così, visto che si trattava di un lavoro complesso, la sua riuscita era affidata completamente all’esperienza dell’artista.

I primi disegni erano rappresentati da scritte e forme stilizzate. Poi si è avuta una notevole evoluzione qualitativa. Questo è stato possibile grazie all’introduzione dei set di caratteri cosiddetti semi-grafici. Questi set permettevano di creare linee spezzate continue e ombreggiature, sfruttando dei caratteri che consistevano in griglie di pixel che apparivano sul monitor con luminosità di varie intensità.

Il fondatore della ASCII art:

Vuk Ćosić è nato il 31 luglio 1966 a Belgrado, ex archeologo, ex leader politico candidato al Nobel per la Pace, artista riconosciuto a livello internazionale con radici balcaniche, “hacker di idee” incapace di uniformarsi nel mondo dell’arte. È pioniere della Net Art. Ed è uno dei fondatori di questo genere di arte, tanto che è stato proprio lui a coniarne il nome. Ćosić indica la Net Art come il periodo storico in cui un piccolo gruppo di persone si unisce per coltivare la passione, gli interessi, relativi alle questioni difficili dell’arte e della rete.

Vuk Ćosić
Vuk Ćosić

Questo gruppo di persone sono partite da un’analisi: una riflessione critica sull’atto della creazione artistica. Ma la loro non è solo teoria: hanno sperimentato nuovi mezzi di espressione. Tra i suoi lavori c’è ASCII Unreal.

ASCII Unreal (ASCII Irreale): analisi dell’opera

In quest’opera del 1999 l’artista parte dal videogioco Unreal Tournament e attraverso il flusso continuo di ASCII. L’artista ha rimosso gli elementi dello spazio tridimensionale e ha sfruttato gli strati di testo, che rappresentano la fonte primaria della sua grammatica visiva. Caratteri cirillici sono impostati a rappresentare cieli scuri. Qui l’artista ha sostituito il paesaggio virtuale con superfici e forme composte appunto da caratteri alfanumerici. Si differenzia dalle altre sue opere per il fatto che in questa utilizza un codice che si basa sull’alfabeto cirillico.

ASCII unreal - 1999
ASCII unreal (1999): l’opera utilizza caratteri cirillici

Quest’opera ASCII Unreal è dedicata al signor Danilo Ž. Markovic, l’ex ministro della cultura in Serbia. L’ex ministro ha dichiarato una volta che “tutti sappiamo che il Cirillico non è solo l’alfabeto più bello ma anche il più adatto per un lavoro con il computer”. Quest’opera è stata creata per la mostra “Synreal” del progetto di media art T0 viennese. Con questa sua realizzazione il net artista ha voluto rimarcare l’assurdità del perfezionismo con cui la realtà tridimensionale è rappresentata nella maggioranza dei giochi. E non solo: contemporaneamente ha confrontato l’attuale grafica high – end con la storia dello schermo del computer. Sino agli anni Novanta infatti i computer standard avevano un’interfaccia limitata a lettere verdi su sfondo nero.

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Il 3 maggio 1808 (opera di Francisco Goya) https://cultura.biografieonline.it/3-maggio-1808-goya/ https://cultura.biografieonline.it/3-maggio-1808-goya/#comments Sat, 21 May 2016 12:33:17 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=18519 Guerra, ingiustizia e terrore. Sono questi i temi rappresentati da Francisco Goya nel suo dipinto “Il 3 maggio 1808“, un olio su tela, di centimetri 266 x 345, realizzato nel 1814 e conservato presso il museo del Prado, a Madrid.

3 maggio 1808 - 3 mayo - quadro - Goya
Il 3 maggio 1808 • Il quadro di Goya è conosciuto anche come “El tres de mayo de 1808 en Madrid” oppure “Los fusilamientos de la montaña del Príncipe Pío” o ancora “Los fusilamientos del tres de mayo

Il 3 maggio 1808: analisi del quadro

Il quadro narra la lotta del popolo spagnolo contro l’invasione napoleonica. Quest’opera fa parte di una coppia di quadri, “Il 3 maggio 1808” appunto, e “Il 2 maggio 1808“, dove vengono rappresentati i due momenti in cui le truppe francesi avanzano in Spagna, catturando un gran numero di cittadini, per poi eliminarli.

Goya - 2 maggio 1808
Il 2 maggio 1808“, Goya

Goya, figlio di un maestro doratore, già a 14 anni dipingeva nello studio del pittore José Luzàn y Martinez, ed è stato sempre influenzato dalla situazione del suo paese. In questo dipinto, l’artista realizza un forte contrasto di chiaroscuri, vi è l’ombra controluce della lanterna che vuole simboleggiare la luce della libertà al contrario dell’ombra, che rappresenta la guerra.

Le pennellate sono veloci e approssimative, si assiste attraverso questo gioco di luci, dai violenti contrasti, allo scontro tra la morte e la vita, l’irrazionale e la ragione. La luce si concentra e si irradia dalla camicia bianca del condannato, dipinto con le braccia aperte e alzate in segno di rassegnazione, e ha una ferita sulla mano, quasi a voler ricordare il Cristo.

Goya - 3 maggio 1808 - dettaglio - detail
Il dettaglio del quadro con i protagonisti principali: l’uomo con le braccia alzate, il frate francescano e i soldati vicinissimi alle vittime.

A dare drammaticità ancora di più è la presenza dei soldati che gli stanno molto vicini. Il protagonista è in ginocchio, ma non rappresenta un eroe, anzi è un antieroe, un qualsiasi civile senza nome. Accanto a lui, un altro personaggio con le mani giunte sui morti. Si tratta di un frate francescano, anche lui vittima dei soldati, nonostante l’abito che indossa, come a voler significare l’impotenza della fede dinanzi alla guerra. Il cielo è scuro ed occupa un terzo della grande opera, conferendo un’atmosfera macabra. Sullo sfondo si vedono case e chiese di Madrid, nella semioscurità.

Anche i colori tendono, man mano che ci si allontana dal centro dell’azione, ad essere più cupi: tutte sfumature che tendono dal marrone al giallo pallido, e tutto evidenzia il rosso del sangue, che contrasta con il cielo nero, simbolo della morte. Le figure rappresentate da Goya tradiscono le loro emozioni attraverso il viso, gli occhi, la gestualità. Si nota infatti il profondo terrore delle vittime. Sono scene riprese dall’artista, alle quali aveva assistito da una fattoria. A raccontarlo fu il suo domestico: “Il mio padrone osservò la scena da una finestra, con un cannocchiale in una mano e un fucile carico nell’altra, pronto a reagire se i francesi fossero venuti dalla nostra parte”. Tutto infatti è così reale che sembra essere un’istantanea.

Torniamo al personaggio centrale. L’uomo ha sulla mano destra una ferita, sembrerebbe una stigmate, e da qui si è portati ad accostare il paragone con la figura di Cristo. Così come le altre mani servono a rinforzare le sensazioni dei protagonisti. Al contrario delle vittime, i soldati sono rappresentati di spalle, e tutti assumono la stessa posizione con gli sguardi fissi sui fucili. Insomma, il quadro “Il 3 maggio 1808” è una specie di denuncia contro la brutalità della guerra.

Commento all’opera

Francisco Goya ha aperto la strada alla pittura moderna ed è proprio per questo motivo che viene considerato il padre dell’arte moderna. È riuscito, con la sua pittura, a superare le idee neoclassiche, dando alla pittura una nuova libertà espressiva insita nel Romanticismo, anticipandolo. Non si lasciò intimorire e fermare dai gravi problemi di vista, dalla malattia, dalla sordità, continuò con la sua arte fino alla fine della sua vita.

L’artista spagnolo ha anticipato con i suoi dipinti le tendenze dell’arte di fine Ottocento. Pittore di corte, il preferito del re, ha dipinto celebri ritratti, scene fantastiche e non solo: è anche stato un famoso incisore. Pieno di immaginazione, si può definire un artista libero, sensibile.

Una curiosità: il 3 maggio 1808 era un martedì.

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La Tate Modern Gallery di Londra https://cultura.biografieonline.it/tate-modern-gallery/ https://cultura.biografieonline.it/tate-modern-gallery/#comments Wed, 15 Apr 2015 09:30:51 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13964 Il 12 maggio 2000 è stata inaugurata a Londra la Tate Modern Gallery, galleria di arte moderna tra le più visitate al mondo. Ogni anno infatti accoglie circa 5 milioni di persone. Il complesso si trova in una struttura particolarissima: una centrale termoelettrica situata sulle rive del Tamigi. La struttura, abbandonata dal 1984 in quando i costi di gestione erano diventati troppo elevati, è stata riconvertita in museo e tutt’oggi ospita sia mostre permanenti che temporanee, quasi tutte gratuite, da qui il segreto del suo successo. Filo rosso delle esposizioni ovviamente l’arte moderna e contemporanea.

Tate Modern Gallery - London
L’edificio della Tate Modern Gallery di Londra visto dall’esterno: l’inconfondibile ciminiera si affaccia sul Tamigi

L’edificio

Il Tate Modern sorge su un sito termoelettrico Bankside Power Station. L’edificio è formato da una ciminiera alta 99 metri ed è stato costruito tra il 1947 e il 1963. Originariamente veniva utilizzato per la produzione di energia ma cadde in disuso negli anni Ottanta quando il prezzo del petrolio si innalzò e i costi superarono le entrate, per questo si decise per la definitiva chiusura nel 1983.

Nel 1995 la Tate Gallery, complesso museale statale, che contava all’epoca ben 3 strutture (Tate Britain, Tate Liverpool, Tate St. Ives), decise di acquistare l’intero sito industriale e riconvertirlo in polo museale. La direzione dei lavori venne affidata allo studio di architetti svizzero Herzog & de Meuron, gli stessi che hanno realizzato l’Allianz Arena di Monaco e lo stadio di Pechino delle Olimpiadi del 2008.

La Tate Modern è stata inaugurata nel maggio del 2000 ed è stato previsto anche un collegamento fluviale tra essa e la Tate Britain, in modo da indirizzare i turisti più facilmente.

Novità del 2012 è stata la piramide di vetro sul lato meridionale, realizzata sempre dallo stesso studio di architetti, che ha incrementato la superficie di molti metri quadrati ed è costata ben 215 milioni di sterline. L’edificio è bellissimo da visitare anche indipendentemente dalle esposizioni al suo interno: le strutture sono state conservate e migliorate per non guastare l’assetto originale.

Le esposizioni

Lo spazio espositivo è stato è diviso in 5 livelli: al secondo e al quarto piano ci sono le esposizioni temporanee, mentre al quinto e al terzo ci sono le esposizioni permanenti, organizzate per linee tematiche. Al terzo piano si trovano due linee tematiche importanti: Poetry and Dream e Material Gestures. La prima è formata da una grande sala centrale e una serie di sale laterali tutte dedicate al Surrealismo ed opere di influenza surrealista. La seconda invece è dedicata ad Espressionismo ed Astrattismo con opere di Claude Monet, Henri Matisse, Tacita Dean, Anish Kapoor, Barnett Newman, Mark Rothko e molti altri.

Il quinto piano ospita invece il tema Energy and Process, che vede come protagonisti l’Arte Povera con alcuni dei suoi più importanti artisti tra cui Alighiero Boetti, Ana Mendieta e Mario Merz. Inoltre è collocato allo stesso piano anche l’altro tema importantissimo: States of Flux. Qui è possibile trovare quadri appartenenti al periodo cubista, futurista, pop art con opere di Picasso, Andy Warhol e del fotografo Eugene Atget.

Tate Modern - Museo
Tate Modern: una foto interna del museo

Altro importante spazio espositivo del museo è la sala delle Turbine, che ospitava i generatori elettrici della centrale ed è una delle più grandi, occupando uno spazio complessivo di 3.400 metri quadri con un’altezza pari a quella di un edificio di sette piani. Viene utilizzata solo tra ottobre e marzo per ospitare delle opere appositamente commissionate ad artisti contemporanei. L’iniziativa fu sponsorizzata da Unilever, multinazionale olandese, e doveva durare solo per i primi 5 anni di vita del museo, ma ha riscosso talmente tanto successo che è stata prorogata fino al 2008.

La disposizione delle opere in ordine tematico è dovuta al fatto che ne mancano alcune di determinati periodi storici. Dal maggio 2006 c’è stato un cambiamento importante: sono stati favoriti i percorsi di alcuni movimenti del XX secolo con l’ampliamento di molte collezioni, in modo da offrire al visitatore uno spaccato ancora migliore sull’arte moderna e contemporanea.

Altri due importanti spazi da menzionare sono: il The Tanks, che si trovano al pianterreno dell’edificio ed erano gli antichi serbatoi di petrolio sotterranei , e il Project Space, una piccola galleria al lato nord dell’edificio 1. Insomma, un museo tutto da visitare e scoprire!

Le opere più importanti

Partendo dal terzo piano, si può visitare prima il settore astrattista, che ospita opere degli anni Cinquanta provenienti sia dall’Europa che dall’America. Tra questi dobbiamo annoverare le opere di Victor Pasmore, padre dell’astrattismo inglese, che elaborò collages con diversi materiali, tra cui plexiglas e tubi di metallo.

Tra gli artisti esposti nel settore Material Gestures dobbiamo annoverare Piet Mondrian, pittore olandese che aderì a movimenti avanguardistici del Novecento. Egli è famoso per aver dipinto quadri molto semplici nella loro apparenza, con quadrati e rettangoli dei colori base quali rosso, blu, giallo, bianco e nero, ma che nascondo una grande complessità di pensiero e chiamati per questo quadri non rappresentativi. In questa zona, in particolare nella sala 7, è possibile ammirare anche alcuni quadri del famoso pittore impressionista francese Claude Monet.

Nella sezione Poetry and dream invece l’attenzione si concentra sui quadri surrealisti di De Chirico nella sala 1 ed altri artisti sempre vicini a questo movimento. Il Surrealismo infatti, partendo dalle idee di Freud, voleva far emergere nella pittura il mondo del subconscio e del sogno, e l’immaginazione che procede senza freni inibitori.

Al quinto piano il settore Energy and Process guarda con interesse a come le forze della natura trasformano i materiali di ogni tipo. Nella sala centrale sono esposte per la maggior parte sculture degli anni Sessanta che non utilizzano più i materiali classici come legno e marmo ma optano per altri di tipo quotidiano, anche organici.

La maggior parte delle opere esposte fanno parte del movimento dell’Arte povera, che privilegiava l’emozione che bisognava suscitare nello spettatore. Tra gli artisti che dobbiamo annoverare e che trova posto al Tate troviamo Michelangelo Pistoletto, la cui Venere degli Stracci rappresenta al meglio la sua creatività ed è proprio qui esposta.

Venere degli stracci - Michelangelo Pistoletto
Venere degli stracci (Michelangelo Pistoletto)

Al quinto piano si trova sia la sala dedicata al Cubismo che quella al Futurismo, tutti movimenti d’avanguardia che cercano di rappresentare la realtà moderna del progresso nel miglior modo possibile. Presenti anche opere dell’italiano Umberto Boccioni, uno tra i più importanti esponenti del movimento futurista. Da qui si passa poi alla pop art di Warhol e di Roy Lichtenstein. Al Tate è infatti possibile ammirare il famoso Whaam (1963) che rappresenta in forma fumettistica lo schianto di un aereo ed è diventato un’icona della pop art mondiale. Consigliatissima la visita di questo grande capolavoro.

Da fabbrica abbandonata a polo museale tra i più visti al mondo: questa la trasformazione della Tate Modern Gallery di Londra.

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Leonid Afremov https://cultura.biografieonline.it/leonid-afremov/ https://cultura.biografieonline.it/leonid-afremov/#comments Tue, 10 Mar 2015 12:42:09 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13662 Leonid Afremov è stato un pittore impressionista moderno, nato a Vitebsk (Bielorussia, ex URSS) il 12 luglio del 1955 da genitori ebrei. Conosciuto come artista indipendente, che ha promosso e venduto il suo lavoro principalmente su internet, Afremov aveva uno stile inconfondibile. L’uso di una spatola per dipingere e di colori ad olio, rendono i suoi quadri (paesaggi, scene cittadine e marine, ritratti) immediatamente riconoscibili.

Leonid Afremov
Leonid Afremov

Arte e discriminazione

Il padre, Arkadiy Afremov, calzolaio e designer di scarpe, e la madre Bella Afremova, operaia in una fabbrica di metallo, nonostante le difficoltà causate dalla politica antisemita del governo, allevano il figlio secondo la tradizione ebraica. Leonid, appassionato d’arte fin da piccolo e incoraggiato dai genitori che ne riconoscono il talento, studia arte e grafica presso la scuola d’Arte di Vitebsk dove consegue ottimi risultati. In questi primi anni di formazione, scopre le opere di pittori quali Picasso, Dalì, Chagall (nato anch’egli a Vitebsk) e Modigliani che influenzano le sue prime opere e approccia quella che è una delle correnti pittoriche più famose nel panorama artistico mondiale: l’Impressionismo.

Nel 1975 Leonid Afremov conosce Inessa Kagan, che sposa l’anno successivo e dalla quale ha due figli, Dmitry e Boris. All’inizio della sua carriera, dopo la laurea, lavora in diversi campi come designer di loghi e come scenografo in un teatro locale. Nel 1980 opera come free lance per aziende comunali e scuole, realizza pareti a tema per eventi e anche manifesti di propaganda ma le sue radici ebraiche non gli consentono di far parte delle associazioni artistiche locali. I suoi lavori, infatti, non riscuotono grande successo e le sue opere vengono vendute in gran parte privatamente grazie a parenti e amici.

Nel 1986 il disastro ambientale di Chernobyl (a poche centinaia di chilometri da Vitebsk) e le continue discriminazioni razziali subite, spingono Leonid Afremov a trasferirsi con la famiglia in Israele approfittando del fatto che, in seguito alle leggi di Gorbachev, i cittadini sovietici ebrei hanno la possibilità di emigrare verso questo Stato. La sua condizione di immigrato e le offerte estremamente misere delle gallerie israeliane per l’acquisto delle sue opere, spingono il pittore, disprezzato e ghettizzato, a cercare compratori nelle fiere di strada e nei club sociali locali. In questi anni Leonid Afremov lavora perlopiù con acquerelli e acrilico, non utilizzando quasi la spatola.
La precaria situazione economica della famiglia costringe anche Dmitry, il figlio di 16 anni, a vendere i quadri del padre porta a porta. Questa mossa si rivela inaspettatamente fruttuosa, tanto che nel 1995 Leonid Afremov ha fondi sufficienti per aprire una sua galleria d’Arte (che viene danneggiata più volte) e un negozio ad Ashdod. È in questo periodo che inizia ad usare la spatola per dipingere, sviluppando così il suo stile personale.

Leonid Afremov - Ritratto di John Lennon
Leonid Afremov – Ritratto di John Lennon


Nel 1999 Afremov conosce il pianista e compositore Leonid Ptashka. La loro amicizia non solo è di ispirazione per una serie di quadri che raffigurano musicisti jazz popolari, ma permette al pittore di allestire una mostra presso il Festival Internazionale del Jazz di Ashdod. Sembra essere un momento d’oro per l’artista, fino a quando un ulteriore atto di vandalismo all’interno della sua galleria, la distruzione di alcune tele e la sottrazione degli attrezzi di lavoro, spingono Leonid Afremov ad abbandonare Israele e a trasferirsi negli Stati Uniti (2002).

…trovare l’America!

A New York le gallerie d’Arte mostrano maggior interesse per i dipinti a tema ebraico e per i ritratti dei grandi musicisti, limitando così la vena creativa di Leonid che si trova, costretto da esigenze materiali, a limitare la sua produzione in base alla richiesta e alle aspettative del pubblico americano. Quando si trasferisce a Fort Lauderdale (Florida) la situazione non è diversa, le gallerie sono interessate solo ai lavori che hanno un riscontro sul mercato e che possono essere venduti senza problemi.

La svolta per Leonid Afremov si presenta nel 2004. Il figlio Boris pensa di promuovere le opere del padre su internet, tramite il sito di compravendita eBay. Il successo finalmente sorride a questo artista, le vendite e gli apprezzamenti per il suo lavoro crescono esponenzialmente e Leonid può permettersi di dipingere ciò che desidera. Le sue opere, definite in vari talk show rilassanti, vengono usate in psicoterapia per la riduzione dello stress.

Leonid Afremov - Rain Princess
Leonid Afremov – Rain Princess

Nel 2007 Leonid Afremov promuove il suo sito personale, gestito dai figli. I suoi quadri, dai colori caldi e accesi, catturano l’attenzione dello spettatore trasmettendo sensazioni ed emozioni,  lasciando alla sensibilità di ognuno l’opportunità di immaginare la storia che si racconta in silenzio nel quadro. Vari i soggetti dipinti: animali, ballerini, musicisti, fiori e oggetti comuni, città e tantissimi paesaggi ove diverse figure, più o meno solitarie, passeggiano sotto una calda pioggia di colore che non comunica tristezza o solitudine, ma che lascia pensare e sperare che per tutti esiste una via illuminata da mille splendenti luci.

Afremov si è spento a causa di un arresto cardiaco il 19 agosto 2019, all’età di 64 anni, a Playa del Carmen, in Messico.

Foto: dal sito ufficiale afremov.com

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