Arles Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 29 Apr 2022 22:35:02 +0000 it-IT hourly 1 La Mousmé seduta (Van Gogh): descrizione e storia del quadro https://cultura.biografieonline.it/mousme-seduta-van-gogh/ https://cultura.biografieonline.it/mousme-seduta-van-gogh/#respond Thu, 21 Apr 2022 16:15:16 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=39798 La Mousmé seduta è il titolo di un quadro realizzato nel 1888 dal pittore olandese Vincent van Gogh. In quell’anno l’artista si trovava ad Arles, dove si era trasferito alla ricerca di un’esperienza cromatica diversa. Qui avrebbe trovato, in parte, ciò che cercava.

La Mousmé seduta - quadro di Van Gogh
La Mousmé seduta (Van Gogh, 1888)

Van Gogh ad Arles: un periodo prolifico

Ciò che trovò fu un luogo che gli permettesse di disegnare senza sosta; un paesaggio dove la ricerca della luce, del colore e dei soggetti potessero ricordargli affinità con le sue amate stampe giapponesi. Trovò finalmente ad Arles un unico luogo in cui tutto ciò era sintetizzato. In questo periodo Van Gogh realizza più di cento disegni e dipinge circa duecento quadri. Fra questi troviamo La Mousmé seduta, il quadro qui analizzato.

Chi è la Mousmé

Mousmé è una parola francese, trascrizione della parola giapponese musume. Il significato è quello di figlia, oppure talvolta anche di “mammina”. Il dizionario francese la definisce come: giovane ragazza, giovane donna giapponese; oppure: donna, amante, ragazza facile.

In una delle sue tante lettere al fratello Théo, Vincent scrive:

Ora sai cos’è una mousmé (lo saprai quando leggerai Madame Chrysanthème di Loti). Ne ho appena dipinta una. Mi è stata necessaria un’intera settimana. Non ho potuto fare altro, anche perché non sono stato molto bene… ma dovevo preservare l’energia mentale per realizzare al meglio la mousmé. Una mousmé è una ragazza giapponese, provenzale in questo caso, dai dodici ai quattordici anni.

La Mousmé seduta: descrizione e analisi dell’opera

Non è un ritratto minore. Anzi, in questo dipinto l’artista mostra una attenzione particolare per il dettaglio. Costruisce intorno alla ragazza una forza cromatica che impressiona, soprattutto per due elementi:

  1. il colore dello sfondo;
  2. l’abito di un rosso dominante.
La Mousmé seduta - dettaglio del volto
Il volto in dettaglio

La ragazza posa in posizione di tre quarti.

La sua figura attraversa in diagonale il dipinto.

Essa occupa gran parte dello spazio, ma lascia comunque una veduta ampia dello sfondo, che sembra costituito da pennellate intrecciate fra loro.

Si tratta di uno sfondo monocromo realizzato da Van Gogh con pennellate brevi ma dal tocco intenso.

In questa opera la materia pittorica costruisce una sorta di schema ortogonale di colore verde chiaro.

La ragazza osserva l’artista che la sta ritraendo e appare titubante, pensierosa, dubbiosa, mentre viene dipinta con in mano un ramo di pesco.

L’abbigliamento della ragazza permette al pittore di giocare con i colori del suo vestito.

Osservate i bottoni: seguono parallelamente le righe verticali dell’abito. E gli stessi bottoni prolungano in verticale l’ampia voluta a pois provocata dalla gonna, la quale sembra alzarsi come spinta da uno sbuffo d’aria sottostante.

La sedia è dipinta come in altri ritratti di questo periodo; la si confronti ad esempio con il ritratto del Postino Joseph Roulin, realizzato nello stesso anno.

Il postino Joseph Roulin ritratto da Vincent van Gogh - postman portrait
Il postino Joseph Roulin

Torniamo però a La Mousmé seduta.

Le forme sono curve, allungate e circondano in parte il soggetto; il bracciolo sinistro della sedia serve soprattutto ad occupare una zona del dipinto che rimarrebbe altresì vuota.

Van Gogh inoltre restringe la scelta dei colori concentrandosi su:

  • il verde per lo sfondo;
  • il rosso dominante dell’abito;
  • alcuni particolari in bianco: il colletto e le maniche dell’abito;
  • il castano dei capelli;
  • infine il rosa delle mani e del volto, che dominano la scena man mano che osserviamo con più attenzione il dipinto.
La Mousmé seduta - dettaglio delle mani
Nel dettaglio: i bottoni, le mani, il ramo di pesco, la sedia, la gonna a pois

Dati sintetici

  • Titolo: La Mousmé seduta. In inglese: La Mousmé, Sitting.
  • Anno: 1888
  • Tecnica: Olio su tela
  • Misure: cm 74 x 60
  • Luogo di conservazione: National Gallery of Art, Washington, Stati Uniti d’America
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Il postino Joseph Roulin, ritratto da van Gogh: storia e commento https://cultura.biografieonline.it/joseph-roulin-postino-van-gogh/ https://cultura.biografieonline.it/joseph-roulin-postino-van-gogh/#comments Wed, 16 Feb 2022 17:37:53 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=38825 Il dipinto che raccontiamo e analizziamo si intitola “Il postino Joseph Roulin” (Portrait of the Postman Joseph Roulin). Nel 1888 Vincent van Gogh ritrae il suo amico Joseph; è un uomo alto e dalla corporatura robusta, che gli era stato affianco durante i periodi più difficili del suo soggiorno ad Arles.

Chi è Joseph Roulin

Roulin svolgeva la professione di postino delle ferrovie ad Arles; aveva conosciuto il pittore olandese durante la sua permanenza nella cittadina francese. Egli aveva dato una mano a van Gogh nel periodo in cui quest’ultimo era stato ricoverato in ospedale dopo che – in un raptus di follia – si era tagliato l’orecchio. Lo aveva anche seguito fedelmente nella degenza post ospedaliera, meritandosi così l’affetto dell’artista e anche doni materiali: alcuni ritratti bellissimi in cui Joseph Roulin appare in tutta la sua possenza.

Il quadro qui analizzato, realizzato all’inizio del mese di agosto del 1888, ne è un esempio.

Il postino Joseph Roulin ritratto da Vincent van Gogh - postman portrait
Il postino Joseph Roulin ritratto da Vincent van Gogh (1888)

Il quadro

L’opera è attualmente esposta presso il Museum of Fine Arts di Boston (USA). Il legame di van Gogh con Roulin non produsse solo questo ritratto. L’artista ne realizzò altri dell’amico e anche di alcuni membri della sua famiglia.

In questo ritratto in particolare il postino è rappresentato in tutta la sua imponenza e appare come una sorta di rivoluzionario in uniforme.

Pare, infatti, che egli fosse un oppositore della Repubblica e avesse idee radicali.

Qualsiasi fosse la sua posizione politica è evidente che Vincent van Gogh vuole in questo dipinto regalare al suo amico un ritratto, in cui la forza fisica e l’imponenza del suo sguardo, assumano un atteggiamento quasi regale; sono elementi forse in contrasto con la personalità dell’uomo, ma che rendono omaggio alla sua fisicità e soprattutto evidenziano, grazie ai colori, una geografia di contrasti straordinaria.

Colori e contrasti

Van Gogh in quel periodo stava sperimentando l’uso di pochi colori: li metteva in contrasto fra loro. In questa opera dunque:

  • il blu dell’uniforme contrasta con il giallo dei bottoni;
  • il giallo scuro e nero della barba contrasta con il rosa del volto.

I contorni sono accentuati: uniformano così la superficie in cui l’artista racchiude il postino.

Alle spalle la parete che viene dipinta di azzurro, da pennellate verticali e orizzontali.

La sedia ed il tavolo sono di colore verde ma appaiono meno accentuati nel dipinto, quasi che l’autore volesse convogliare tutta la forza dei colori solo sul personaggio.

Un altro contrasto evidente sono i contorni della giacca, dei bottoni e delle maniche dipinti di nero; mentre la barba e il volto di Joseph Roulin sono dipinti con pennellate rosse e rosa.

Il dipinto ha una forza emotiva straordinaria: Roulin appare davvero come un personaggio importante. E’ un aspetto che van Gogh vuole accentuare, proprio per sottolineare l’importanza di questo amico nella sua vita.

Tecnica

Olio su tela

Misure

81,2 x 65,3 cm

Commento video

Il commento video di Fulvio Caporale, esperto di modernariato e arte

Altri ritratti di Joseph Roulin

Di seguito alcune immagini di altri ritratti realizzati da Vincent van Gogh che hanno come soggetto Joseph Roulin e la sua famiglia.

Joseph Roulin, seconda versione - agosto 1888 - Detroit Institute of Arts
Seconda versione (agosto 1888) Detroit Institute of Arts
Joseph Roulin - aprile 1889 - MoMA, New York (van Gogh)
Versione dell’aprile 1889 conservata presso il MoMA di New York
Joseph Roulin - novembre-dicembre 1888 - Kunst Museum Winterthur, Svizzera (ritratto di Van Gogh)
Versione del periodo novembre-dicembre 1888 – Kunst Museum Winterthur, Svizzera
Joseph Roulin - aprile 1889 - Barnes Foundation, Philadelphia (ritratto di Van Gogh)
Aprile 1889 – Barnes Foundation, Philadelphia
Joseph Roulin - aprile 1889 - Kröller-Müller Museum, Otterlo, Paesi Bassi (ritratto di Van Gogh)
Aprile 1889, Kröller-Müller Museum, Otterlo (Paesi Bassi)
Joseph Roulin - la famiglia - ritratti di Van Gogh
Alcuni membri della famiglia di Joseph Roulin ritratti da van Gogh
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La casa gialla, opera di Van Gogh del 1888: storia e breve analisi https://cultura.biografieonline.it/casa-gialla-van-gogh/ https://cultura.biografieonline.it/casa-gialla-van-gogh/#comments Wed, 13 Oct 2021 20:10:19 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=36114 La casa gialla è il titolo di un celebre quadro di Van Gogh, realizzato nel 1888. Egli lo chiamò semplicemente The Street. In lingua inglese il quadro è intitolato The Yellow House (The Street). Il luogo rappresentato è uno dei più celebri della storia dell’arte. Raccontiamo di seguito la storia di questo quadro famoso, oggi esposto al Van Gogh Museum di Amsterdam, nei Paesi Bassi.

La casa gialla di Van Gogh The Yellow House (The Street)
La casa gialla di Van Gogh (1888)

La casa gialla di Van Gogh: la storia

Nel 1888 Vincent van Gogh giunse ad Arles attirato dalla splendida luce del luogo e con l’intento di fondare una comunità di pittori avanguardisti. Dopo aver passato l’inverno nella pensione Carrel, a maggio dello stesso anno, affittò una modesta casa in piazza Lamartine, al numero 2. Qui avrebbe voluto riunire i suoi amici pittori, fra i quali il più amato era Gauguin.

Le cose tuttavia non andarono come Van Gogh sperava. Non riuscì nemmeno a convincere Gauguin della bontà della sua idea. Quando l’amico se ne andò lasciandolo solo, Vincent si tagliò un orecchio per la disperazione.

La casa che aveva affittato e che soprannominò La casa gialla divenne il suo studio fino al giorno in cui, dopo un breve periodo nel nosocomio, non decise di lasciare Arles per trasferirsi a Saint-Rémy-de-Provence.

Descrizione dell’opera

Questa casa gialla era un fabbricato semplice e modesto. In questo dipinto Van Gogh dona all’edificio una propria personalità. La fa diventare una protagonista intensa e piena di misteriosa bellezza.

Osservandola vediamo, ad esempio, che le persiane verdi sembrano quasi degli occhi su un volto. La dimensione stessa della facciata prende una vitalità vorticosa.

La strada dove Vincent abitò in quei fatali mesi del 1888 era piena dei suoi quadri. Coloro che ebbero la fortuna di visitarla, poterono ammirare opere dai colori meravigliosi appese ai muri bianchi.

Mi portò nella sua abitazione a piazza Lamartine e ho visto quadri meravigliosi, i suoi capolavori […]. Immaginate lo splendore di quei muri imbiancati a calce su cui spiccano i suoi colori in tutta la loro freschezza.

Paul Signac, pittore francese

L’isolato in cui si trovava il caseggiato è rappresentato d’angolo, delimitato sulla destra da un viale, il quale è attraversato da due donne e un bambino al centro; mentre sulla destra, quasi tagliato fuori dal dipinto, vediamo un uomo solitario. In fondo alla via un treno sta passando sopra ad un ponte, oltre il quale si usciva dalla città.

Alla sinistra invece possiamo scorgere Place Lamartine, dove si trovava il bar dipinto più volte da Van Gogh (si veda: Il caffè di notte).

Un omaggio al giallo

Il quadro La casa gialla sembra quasi un omaggio al colore giallo. A parte le finestre verdi, la tenda rosa del negozio posto accanto alla casa gialla e gli alberi sulla sinistra, il resto del dipinto è giocato su una varietà di giallo: è un colore molto amato da Van Gogh in quel periodo; per lui rappresentava la vivacità del sud.

Il blu del cielo acuisce ancora di più il giallo della strada, solcata da mucchi di terra che probabilmente erano stati smossi per lavori di scavi e manutenzione.

Questi lavori di scavi permettono a Van Gogh di costruire una precisa direttiva visiva; infatti, sia il mucchio di terra sulla sinistra, sia quello a destra, sono gli assi che guidano lo spettatore nella lettura dell’immagine; essi diventano una preziosa via di fuga.

Momenti quotidiani resi immortali

Colpisce che la strada, anche se appare desolata, pulsi di vivacità e intensità, come se lo sguardo dell’artista fosse pieno di speranza e ardore.

Anche il treno, mentre passa sopra al ponte, sbuffando, mostra una carica energetica meravigliosa. Sotto i nostri occhi avvengono gesti quotidiani in una giornata forse feriale di Arles.

In quel periodo Vincent van Gogh dipinse moltissimo, la passione per i colori del sud lo trascinava fino a tarda notte. Qui nello stesso anno, il 1888, dipinse diversi capolavori, tra i quali:

Dati tecnici

  • Data: settembre 1888
  • Tecnica: Olio su tela
  • Dimensioni: 72×91.5 cm
  • Ubicazione: Van Gogh Museum, Amsterdam (Vincent van Gogh Foundation), dal 1° luglio 1994
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La stanza di Van Gogh ad Arles https://cultura.biografieonline.it/camera-van-gogh-ad-arles/ https://cultura.biografieonline.it/camera-van-gogh-ad-arles/#comments Sat, 19 Jun 2021 14:34:35 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11113 La stanza di Van Gogh ad Arles è stata dipinta da Vincent Van Gogh nel 1889. E’ un olio su tela di 57, 5 x 74 cm ed è attualmente esposto al museo d’Orsay di Parigi. Questo dipinto è il terzo realizzato dall’artista sulla propria stanza e, rispetto agli altri due, è più piccolo. L’opera è indicata anche con il titolo La stanza di Vincent ad Arles.

La camera da letto di Van Gogh ad Arles: opera del 1889
La stanza di Vincent Van Gogh ad Arles è uno dei più celebri quadri dell’artista olandese. Realizzato nel 1889, è indicato anche come “La camera di Vincent ad Arles” oppure “La camera da letto di Vincent Van Gogh ad Arles”

Il primo quadro dedicato a questo tema è conservato nel museo Van Gogh di Amsterdam, ma a causa di un successivo danneggiamento, l’artista ne realizzò altri due: quello che vediamo e un altro della stessa dimensione del primo e che attualmente è conservato nell’Art Institute di Chicago.

La stanza di Van Gogh: analisi e descrizione dell’opera

Van Gogh, attraverso l’utilizzo dei colori, vuole esprimere la tranquillità della sua stanza. I toni cromatici costituiscono una sorta di percorso visivo, che descrive e unisce le singole parti della sua camera da letto. Le pareti lilla chiaro, il pavimento rosso slavato, le sedie e il letto giallo acceso, cuscini e lenzuolo verde chiaro, la coperta rossa, il catino azzurro e la finestra verde scuro, sono parti che si integrano per richiamare un unico stato d’animo e per ricordare la caducità della vita. La stanza, infatti, è vuota e ricorda la presenza-assenza dell’artista.

I diversi toni cromatici e l’utilizzo coraggioso e originale dei colori, servono per comunicare ciò che la stanza regala al pittore: tranquillità e riposo. Secondo quanto scrive Van Gogh al fratello Theo, la decisione di dipingere la sua stanza in questo modo, si rifà alle stampe giapponesi e al modo in cui gli orientali consideravano la loro stanza da letto.

Al di là di questa curiosa relazione con la cultura domestica giapponese, il quadro mostra un’abile combinazione di colori e superfici, che si integrano perfettamente controllando visivamente la prospettiva assolutamente instabile della stanza.

La ricerca della pace

Come per i suoi autoritratti anche il dipinto della sua stanza nella Casa Gialla di Arles fu oggetto di molte stesure. Forse perché il pittore era alla ricerca non di un quadro perfetto, bensì di una sorta di intimo desiderio di pace domestica. La sua stanza, infatti, ricorda proprio un luogo di pace e meditazione.

Possiamo notare, osservandolo, la vita privata dell’artista che ci mostra un luogo in cui si ritirava a riposare dopo aver passato un’intera giornata a dipingere per le vie, i campi e i luoghi più caratteristici della cittadina francese.

I due aspetti essenziali del dipinto

Il quadro si caratterizza per due aspetti principali.

  1. l’uso simbolico dei colori
  2. l’essenzialità del disegno

Quest’ultimo aspetto ricorda le stampe giapponesi tanto amate da Van Gogh. Anche l’impasto delle pennellate è più lieve rispetto ad atre opere del pittore olandese, dove la pennellata è più forte e intensa.

Vincent van Gogh ci mostra con delicatezza il luogo in cui riposa e lo fa con un certo amore per la stanza che lo ha accolto per molte settimane.

Perché il dipinto della stanza di Van Gogh ci affascina tanto?

Forse perché il pittore è un personaggio che ha superato il suo mito. La sua vita è stata un peregrinare nella sofferenza: così, osservare la stanza ordinata, con i dipinti alla parete, la brocca d’acqua, le salviette con cui asciugarsi il viso e le mani dopo una giornata di lavoro, ci mostrano una sorta di lieto fine nella vita tanto turbolenta dell’artista.

La sua vita è stata oggetto di studi e analisi; la vita di van Gogh travalica la sua arte.

E’ difficile spiegare il successo di un pittore dopo la sua morte, e soprattutto il successo infinito di Van Gogh, ma proprio questa contraddizione è insita nel suo destino: tanto sfortunato in vita e tanto fortunato dopo la morte. Ciò ci induce a cercare quei segni di tranquillità che solo raramente abbiamo visto nei suoi dipinti.

La stanza di Vincent ad Arles è uno di questi dipinti, dove lo stesso artista voleva che lo spettatore trovasse un momento di pace e tranquillità meditativa mentre osservava l’opera.

Le 3 versioni del quadro

La prima foto presentata all’inizio dell’articolo, mostra la versione conservata a Parigi, realizzata come N° 3.

Qui di seguito mostriamo le altre due versioni dell’opera.

Stanza di Vincent ad Arles - versione 1 (Amsterdam)
Stanza di Vincent ad ArlesVersione N°1 (conservata ad Amsterdam)

Stanza di Vincent ad Arles - versione 2 (Chicago)
Stanza di Van Gogh ad ArlesVersione N°2 (conservata a Chicago)

Analisi del quadro con commento video

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Il caffè di notte, quadro di Van Gogh https://cultura.biografieonline.it/caffe-di-notte-van-gogh/ https://cultura.biografieonline.it/caffe-di-notte-van-gogh/#comments Fri, 20 Jan 2017 21:51:52 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=21107 Il quadro Il caffè di notte (indicato anche come Interno di caffè di notte) è stato dipinto da Vincent van Gogh nel 1888 quando si trovava ad Arles. Negli stessi mesi in cui realizzava questo dipinto, Van Gogh affrontava un periodo difficile, in cui le crisi nervose si alternavano ai ricoveri ospedalieri.

Il caffè di notte - Van Gogh - Interno di caffè di notte - Night Café - 1888
Il caffè di notte (Van Gogh, Settembre 1888) • Yale University Art Gallery

L’artista frequentava diversi locali ma questo era un punto di riferimento per lui e i suoi amici. Qui incontrava altri artisti come ad esempio Gauguin e qui ha fatto amicizia con la proprietaria del locale, Madame Ginoux. La donna è stata ritratta in un altro dipinto di Van Gogh, l’Arlesiana. Madame Ginoux è stata una sua amica ma soprattutto una sorta di sostegno durante la sua malattia.

Lei stessa era malata di nervi e ha cercato di aiutare Van Gogh ad affrontare le sue numerose crisi. In quel periodo l’artista olandese realizzò diverse dipinti, ma Il caffè di notte è uno dei più famosi.

Il caffè di notte, storia e descrizione

Esso rappresenta, in modo inquietante, la sua capacità di riportare sulla tela la realtà delle emozioni umane. I colori creano un contrasto intenso fra lo squallore del luogo e le passioni che governano i personaggi ritratti.

Van Gogh dipinge diverse versioni di questo luogo e lo fa mentre sta aspettando che lo raggiunga il suo amico Gauguin con cui condivide la passione per Arles e per i suoi locali. Vincent scrive al fratello Theo van Gogh, proprio nei mesi in cui realizza anche questa tela, che vuole convertire il suo approccio intellettualistico al colore in una visione anarchica e arbitraria. Il colore stesso è il protagonista indiscusso del quadro. Tale visione esprime i sentimenti di ciò che l’artista vuole rappresentare e lo fa con un’ immediatezza espressiva intensa ed unica.

Il rosso, il verde e il giallo sono i colori che accostati rendono così significativa il quadro Il caffè di notte. Vincent van Gogh immagina l’uso combinato di questi colori ispirandosi al bozzetto La barca di Dante realizzato da Eugène Delacroix.

La barca di Dante - La Barque de Dante - Delacroix - 1822
La barca di Dante (Delacroix, 1822)

Osservando il dipinto possiamo notare che la stanza è immersa in un rosso e giallo intensi con un biliardo verde al centro. Sopra al biliardo ci sono quattro lampade che emanano una luce giallo-verde. Ovunque i colori sono in contrasto. Mentre le figure ritratte sono in un immobilismo disperato, come i due ubriachi a destra o il padrone del caffè nel suo vestito bianco.

L’amico Gauguin, nello stesso periodo dipinse gli stessi soggetti di Van Gogh, sia Madame Ginoux, che il caffè.

Caffè di notte ad Arles - Night Café ad Arles - Madame Ginoux - Gauguin - 1888
Caffè di notte ad Arles (Madame Ginoux) – Gauguin, 1888

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Caffè di notte ad Arles (Madame Ginoux), quadro di Gauguin https://cultura.biografieonline.it/caffe-di-notte-ad-arles-gauguin/ https://cultura.biografieonline.it/caffe-di-notte-ad-arles-gauguin/#comments Sat, 07 Jan 2017 12:21:14 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=20901 Tra il 1888 e il 1890 ad Arles, Paul Gauguin e Vincent van Gogh lavorarono sugli stessi temi. Entrambi realizzarono dipinti del Caffè di Arles e di Madame Ginoux. Gauguin in questo quadro che andiamo a raccontare – Caffè di notte ad Arles – ha reinterpretato i due lavori di Van Gogh, Il caffè di notte e L’Arlesiana (ritratto di Madame Ginoux, proprietaria del locale di Arles). Gauguin in questa opera ha unito i due soggetti: l’ambiente del Café de la Gare e la proprietaria al bancone, Madame Ginoux.

Caffè di notte ad Arles - Night Café ad Arles - Madame Ginoux - Gauguin - 1890
Caffè di notte ad Arles (Night Café ad Arles – Madame Ginoux) – Paul Gauguin, 1890. Olio su tela, 73 x 92 cm – Pushkin Museum, Mosca

Caffè di notte ad Arles (Madame Ginoux)

All’inizio del mese di novembre del 1888 Vincent van Gogh scrisse al fratello che Gauguin stava tentando di immortalare il caffè di notte che lui aveva già dipinto. Madame Ginoux era titolare del Café de la Gare di Arles, dove Van Gogh aveva soggiornato al suo arrivo in città. Il locale era stato frequentato da prostitute, tre delle quali sono proprio raffigurato da Gauguin sullo sfondo della sua versione.

Gauguin successivamente rielaborò la tela, aggiungendo la figura al lato estremo sinistro e l’uomo che conversa con le prostitute. Queste due figure, e Madame Ginoux stessa, erano già state dipinte – come detto – da Van Gogh, in altre opere.

L’opera di Gauguin è firmata in due punti: sul tavolo di marmo e sul bordo sinistro del tavolo da biliardo.

La storia di Gauguin e dell’orecchio tagliato di Van Gogh

Fu nel mese di ottobre del 1888 che Paul Gauguin si recò a Arles, su invito dell’amico Vincent van Gogh. L’obiettivo dell’olandese era di cercare di costruire una comunità di artisti. Van Gogh aveva a lungo sognato di creare questa comunità. Gauguin arrivò il 20 ottobre. Al 25 dicembre tutte le speranze di Van Gogh erano svanite, e i piani sfumati.

Spesso si è detto che Van Gogh si mozzò un orecchio a causa del litigio con Gauguin, che avvenne proprio in quei giorni. Ricerche epistolari più recenti hanno invece scoperto una lettera – datata 23 dicembre 1888 – in cui il fratello Theo van Gogh annunciava a Vincent le proprie nozze. Colto da un attacco d’ira, il pittore olandese, che all’epoca non aveva ancora venduto nessun quadro e dipendeva economicamente dal fratello Theo, prese un rasoio e si tagliò il lobo. Sta di fatto che Gauguin fuggì senza più rivedere il suo amico, e si sentì sempre amareggiato per questo.

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L’Arlesiana, Madame Ginoux dipinta da Van Gogh https://cultura.biografieonline.it/arlesiana-van-gogh/ https://cultura.biografieonline.it/arlesiana-van-gogh/#comments Mon, 12 Dec 2016 23:33:23 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=20589 Vincent Van Gogh realizzò la tela intitolata “L’Arlesiana” nel 1888, dopo un ricovero in ospedale. Durante la sua permanenza nel nosocomio, la donna ritratta si occupò di Van Gogh e lo accudì fino a quando venne dimesso e riportato a casa. Van Gogh soffriva spesso di crisi nervose, che potevano sfociare anche in una profonda depressione.

Arlesiana - Van Gogh - 1888 - Arlesienne - con libri
L’Arlesiana con libri (Vincent Van Gogh, 1888) – Olio su tela, 91.5 x 73.7 cm, Metropolitan Museum of Art, New York

Nel periodo in cui realizzò questo quadro l’artista soggiornò ad Arles dove, fra le tante conoscenze, si legò alla protagonista del dipinto, madame Ginoux. Ella era proprietaria del Café de la Gare situato nel centro di Arles. Il locale era frequentato sia da Van Gogh che da altri artisti, fra cui Paul Gauguin. Anche madame Ginoux era affetta da crisi nervose e la malattia condivisa con l’amico, la avvicinò molto a Van Gogh, il quale. E’ dopo alcuni mesi di frequentazione che Van Gogh decise di immortalarla nei suoi ritratti. Ne fece più d’uno: quello che analizziamo in questo articolo è quello del 1888 dove compaiono dei libri sul tavolo.

L’Arlesiana (1888): analisi del dipinto

Madame Ginoux indossa un abito appartenente alla tradizione provenzale, aspetto voluto da Van Gogh, il quale desiderava ritrarre un soggetto in costume. Il dipinto venne realizzato in un’ora e Van Gogh ne fu molto soddisfatto. Scrisse, infatti, al fratello Theo van Gogh di aver realizzato finalmente il ritratto di una arlesiana e di essere felice del risultato ottenuto.

L’utilizzo di colori primari e la ricerca di un ritratto che rappresentasse la personalità del soggetto, sono stati i due punti di riferimento del lavoro dell’artista, che ha ritratto madame Ginoux con un’aria meditativa e assorta.

La brevità temporale del lavoro si può ricavare anche dalle pennellate che con colori primari definiscono il dipinto “L’Arlesiana“. Il giallo dello sfondo, il verde del tavolo, il nero dell’abito e l’arancio della sedia, sembrano essere stati scelti apposta per creare contrasto. Ma anche per essere utilizzati velocemente, quasi a non voler costringere la signora ad una posa troppo duratura. I colori sono quindi un modo per evidenziare il volto di madame Giroux a cui Van Gogh dona un’aurea di saggezza e una posa di tranquilla meditazione.

Le altre versioni

Esistono altre versioni del quadro. Nella prima versione, sempre del 1888, Van Gogh disegnò sul tavolo dei guanti e un ombrello.

Arlesiana - Van Gogh - 1888 - con guanti e ombrello
L’Arlesiana con guanti e ombrello – Olio su tela, 92.5 x 73.5 cm, Musée d’Orsay, Parigi

Ci sono poi altre versioni con lo stesso titolo, L’Arlesiana, dipinte dall’artista olandese, tutte nel mese di febbraio del 1890. Il soggetto è sempre Madame Ginoux, ma la posa è differente.

Arlesiana - Van Gogh - 1890 - Otterlo Arlesiana - Van Gogh - 1890 - Roma Arlesiana - Van Gogh - 1890 - Sao Paulo Arlesiana - Van Gogh - 1890 - collezione privata

Infine, ricordiamo anche una versione di Madame Ginoux al bancone del suo Café de la Gare realizzata dall’amico Paul Gauguin. Intitolato “Caffè di notte ad Arles” (Night Café ad Arles – Madame Ginoux), fu realizzato nell’ottobre del 1888; è esposto presso il Pushkin Museum di Mosca.

Caffè di notte ad Arles - Night Café ad Arles - Madame Ginoux - Gauguin - 1888
Caffè di notte ad Arles (Night Café ad Arles – Madame Ginoux) – Gauguin, 1888

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Eugène Boch (ritratto di Eugène Boch), dipinto da Van Gogh https://cultura.biografieonline.it/eugene-boch-van-gogh/ https://cultura.biografieonline.it/eugene-boch-van-gogh/#respond Thu, 03 Nov 2016 09:56:43 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=20342 Il ritratto di Eugène Boch fu dipinto da Vincent van Gogh nel 1888. Si tratta di un olio su tela che misura 60 x 45 cm. Nel giugno di quello stesso anno il pittore olandese conobbe Eugéne Boch vicino ad Arles, dove risiedeva da qualche mese. Nel luglio dello stesso anno decise di realizzare un ritratto del suo nuovo amico.

Ritratto di Eugene Boch - Vincent van Gogh - 1888
Ritratto di Eugène Boch (Vincent van Gogh, 1888)

Eugène Boch

Eugène Boch (1º settembre 1855 – 3 gennaio 1941) fu un pittore e poeta belga. Fratello minore della pittrice Anna Boch, fu membro fondatore di Les XX, un gruppo di venti artisti belgi comprendente pittori, scultori e designer.

Vincent è contento della loro amicizia ed è colpito dall’aspetto di Eugène Boch. Il pittore olandese lo descrive per lettera al fratello Theo van Gogh, come un uomo di bell’aspetto, signorile e con un viso così affilato da attirare la sua attenzione di ritrattista.

Van Gogh ammira Eugène Boch per il suo modo di essere e di lavorare. Lo descrive come un lavoratore indefesso ma lieve, che riesce a sopportare la fatica del lavoro con la stessa grazia di un usignolo. Sono questi i motivi che inducono Van Gogh a sceglierlo come soggetto di uno dei suoi ritratti più famosi.

Ritratto di Eugène Boch: analisi e commento al quadro

Lo scopo di Vincent van Gogh è mostrare Boch come appare. Benché il colore dei capelli sia accentuato da un giallo molto intenso. Lo sfondo invece appare come un cielo stellato, immerso in un blu infinito. Il colore dei capelli accentuato quasi fosse un’aurea dorata intorno al capo del poeta, riluce ancora di più, proprio per la scelta che Van Gogh opera di mostrare il suo amico circondato dall’infinito stellato.

Una volta ultimato il dipinto, Van Gogh ne fu entusiasta. La sua esperienza come ritrattista fu assai ampia, ma questo dipinto, che probabilmente voleva consacrare la considerazione che il pittore provava per l’amico poeta, assume per lui un’importanza particolare.

La scelta dei colori e l’intensità cromatica regalano allo spettatore un’esperienza interessante. In effetti il dipinto che può essere ammirato al Museo d’Orsay a Parigi, conserva una certa aurea magica. L’intensità che Van Gogh ha cercato di ricreare, sottolineando anche una certa ironia nello sguardo di Boch, rende il personaggio misterioso ed enigmatico.

Van Gogh conservò il dipinto nella sua stanza per poterlo ammirare durante le ore di riposo che passava nella sua casa di Arles.

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Il ponte di Langlois (opera di Vincent Van Gogh) https://cultura.biografieonline.it/ponte-langlois-van-gogh/ https://cultura.biografieonline.it/ponte-langlois-van-gogh/#respond Tue, 04 Oct 2016 14:41:26 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=20071 Nel 1888, Vincent Van Gogh si trasferì ad Arles, un comune provenzale di cui il pittore si innamorò e che, da subito, lo indusse a realizzare dipinti importanti. Fra questi “Il Ponte di Langlois“, un olio su tela realizzato nel marzo del 1888 e che, attualmente, è esposto nel Rijksmuseum Kroller-Muller a Otterlo, in Olanda.

Ponte di Langlois - Van Gogh - Pont de Langlois
Il ponte di Langlois (Pont de Langlois, Van Gogh, 1888)

Il ponte di Langlois: analisi del dipinto

Van Gogh era attratto dal luogo e dallo scenario che ogni giorno poteva ammirare indisturbato e decise di conoscerlo attraverso la sua arte. Il ponte attraversava un vecchio canale situato nella periferia di Arles e collegava la cittadina con Port-de-Bouc.

Il pittore olandese realizzò diversi disegni e tre dipinti di questo luogo. La sua attrazione per il ponte e per il contesto naturalistico che lo circondava era dovuto alla somiglianza di alcuni paesaggi olandesi con l’idea che il pittore, all’epoca, aveva del Giappone.

Il Giappone è una terra che Van Gogh non aveva mai visitato. La immaginava come una terra sublime. Un luogo in cui la limpidezza dei colori era per lui un esempio magnifico di ciò che stava cercando di realizzare.

Ponte di Langlois - fotografia
Una recente fotografia del Ponte di Langlois

Influenza dell’arte giapponese

La sua conoscenza del Giappone si basava sulle stampe di artisti come Katsushika Hokusai e Ichiryusai Hiroshige. Van Gogh aveva visto a Parigi le opere di questi artisti ed era rimasto profondamente colpito. Il lavoro di Hiroshige, in particolare, aveva permesso a Van Gogh di sperimentare un nuovo modo di utilizzare i colori. Con “Il ponte di Langlois” realizzò la prima di una lunga serie di nuovi paesaggi. In particolare, Acquazzone Improvviso Sul Ponte Ōhashi Ad Atake e Nagabuko sono i due dipinti che Vincent conosceva meglio del maestro giapponese. Del primo aveva realizzato anche una copia quando viveva a Parigi.

Acquazzone Improvviso Sul Ponte Ohashi Ad Atake - Hiroshige Acquazzone Improvviso Sul Ponte Ohashi Ad Atake - Hiroshige - copia di Van Gogh

Il ponte di Langlois” è stato realizzato in cinque copie diverse fra loro. In ognuna, Van Gogh ha cambiato alcune cose: i personaggi ritratti, il suo punto di vista, alcuni colori. Per questo il quadro, nel tempo, ha assunto un’importanza notevole nell’opera di Van Gogh.

Un'altra versione del Ponte di Langlois, dipinto da Van Gogh
Un’altra versione del Ponte di Langlois, dipinto da Van Gogh

Van Gogh e l’esperimento dei colori

Questa rappresenta la sperimentazione, soprattutto nel colore, che il pittore stava affrontando in quel periodo. Inoltre, il dipinto è uno dei più importanti del periodo provenzale di Van Gogh. Durante tale periodo il pittore olandese produsse una notevole quantità di opere.

Le opere realizzate in questo periodo sono composte da colori molto vivaci, ampie pennellate e l’uso abbondante del colore. Inoltre, la profondità e la fuga degli elementi creano un’ampiezza asimmetrica del dipinto.

Ponte di Langlois ad Arles (Langlois Bridge at Arles) – Il ponte da un'altra veduta
Ponte di Langlois ad Arles (Langlois Bridge at Arles) – Il ponte da un’altra veduta

In questo, come in altre opere di quel periodo, possiamo notare le tracce degli impressionisti sul modo in cui Van Gogh distribuisce il colore. Ad esempio, lo specchio d’acqua quasi appare privo dei riflessi di luce. E’ come una massa compatta che sembra inglobare il resto del dipinto. La forma è aiutata anche dal punto di fuga oltre il ponte, su cui sta passando un carretto.

Van Gogh, con quest’opera, cambia il modo di dipingere che lo aveva contraddistinto durante il periodo parigino e assume una pittura più sintetica ed essenziale, conseguenza del suo amore per l’arte giapponese.

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Sala da ballo ad Arles: analisi dell’opera di Van Gogh https://cultura.biografieonline.it/van-gogh-sala-da-ballo-arles/ https://cultura.biografieonline.it/van-gogh-sala-da-ballo-arles/#respond Tue, 21 Oct 2014 11:08:35 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12268 La sala da ballo ad Arles” fu dipinta da Vincent van Gogh nel 1888. Si tratta di un olio su tela che misura 65×81 cm. Questo quadro fu la conseguenza di un periodo in cui Van Gogh si trovò a collaborare con Paul Gauguin.

Van Gogh: Sala da ballo ad Arles (1888)
Sala da ballo ad Arles (Vincent Van Gogh, 1888)

I due pittori erano amici e avevano avuto già modo di collaborare insieme, ma i due caratteri spesso si scontravano e dopo una delle loro classiche liti, Gauguin si era allontanato dall’amico che all’epoca viveva ad Arles. In seguito tornò ad Arles per continuare la collaborazione con Van Gogh. La conseguenza di quel ritorno è per Gauguin il quadro “Le Arlesiane“, mentre per Van Gogh è la realizzazione del celebre “La Sala da ballo ad Arles“, il quadro che andiamo di seguito ad analizzare.

La sala da ballo ad Arles: analisi del quadro

E’ un’opera molto diversa da quelle che in quel periodo Van Gogh dipinge mentre soggiorna ad Arles. Il soggetto è una festa che si svolge nella sala da ballo chiamata Folie-Arlésiennes. La personalità di Van Gogh subisce, nella realizzazione di questo quadro, l’influenza di Gauguin. Infatti lo stile e la scelta dei colori seguono le idee e le teorie di Gauguin e non quelle di Van Gogh che già da tempo ha sviluppato un propria specifica pittura.

Perché il pittore olandese sceglie questo stile?

In realtà, Van Gogh non solo sperimenta le teorie dell’amico, ma utilizza anche lo stile decorativo giapponese, che si può facilmente individuare nell’uso delle curve e delle acconciature delle dame. Forse Van Gogh, contento per il ritorno dell’amico in un periodo in cui non viveva bene la sua situazione psicologica e sociale, decise di omaggiarlo realizzando un quadro che rappresenta le idee di Gauguin. Sembra, infatti, più un omaggio a Gauguin che la sperimentazione di un altro stile.

In seguito, Van Gogh non dipingerà più in questo modo. Comunque, il senso di soffocamento e di oppressione della festa è reso molto bene dall’ammasso dei corpi e da un movimento frenetico che sembra travolgere tutti.

La gente si accalca, aggrovigliandosi, dando un senso di straripamento dei corpi oltre i confini della tela. Un volto che guarda verso il pittore sembra in preda al panico. Anche nel quadro di Gauguin traspare questo senso di disagio e angoscia causato dall’oppressione delle persone.

Nei giorni seguenti, il delicato equilibrio fra i due artisti si rompe e dopo la visita al museo Fabre, dove discutono di pittura, si crea tra i due una frattura insanabile, che spinge Gauguin a lasciare per sempre l’amico.

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