Arianna Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 24 Jul 2024 08:34:07 +0000 it-IT hourly 1 Piantare in asso: perché si dice così? (ci sono diverse cose curiose) https://cultura.biografieonline.it/piantare-in-asso/ https://cultura.biografieonline.it/piantare-in-asso/#comments Wed, 24 Jul 2024 08:11:49 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=21244 Vi siete mai chiesti da dove deriva il modo di dire piantare in asso? Il primo pensiero e la prima associazione figurativa – probabilmente – rimanda alla carta da gioco tanto cara al poker, l’asso. Ma potrebbe non centrare nulla. Vediamo perché. Innanzitutto ricordiamo che chi viene piantato in asso è una persona solitamente lasciata a sé stessa, da un momento all’altro. Il significato del detto – o del modo di dire – è proprio quello dell’abbandono senza preavviso.

L’asso

Secondo il Dizionario etimologico della Lingua italiana (di Manlio Cortelazzo e Paolo Zolli, 1999), il detto in esame va probabilmente ricondotto al gioco delle carte o dei dadi. In questo contesto l’asso è interpretato come la carta di valore 1, e il significato del modo di dire “piantare in asso” è quello di “realizzare il punto più basso”.

Si trova un’analoga spiegazione anche nel Vocabolario etimologico della lingua italiana (di Ottorino Pianigiani, 1907). Secondo questa interpretazione l’asso viene lasciato – abbandonato inaspettatamente, magari in modo brusco – in quanto costituisce il punto peggiore possibile nel gioco. A sostegno di questa tesi vi è anche il detto tedesco “im Stich lassen” (lasciare in punto), la cui frase e concetto sono equivalenti.

Piantare in asso o piantare in Nasso: etimologia

In realtà “piantare in asso” è la forma errata (alterazione linguistica) di “piantare in Nasso”, che si presume si sia modificata nel tempo. Stiamo parlando di tempo immemore, in quanto la correlazione all’isola di Nasso ci catapulta indietro fino alla mitologia greca.

La leggenda di Arianna – celebre per avere suggerito a Teseo di entrare nel labirinto del Minotauro dipanando un filo – termina con il suo abbandono sull’isola di Nasso. Ad abbandonarla – o… piantarla – fu proprio l’amato Teseo, con cui inizialmente fuggì e di cui si innamorò. Esistono diverse versioni sulle motivazioni dell’abbandono; vedasi: L’abbandono di Arianna.

Arianna a Nasso – Piantare in asso
Arianna a Nasso (opera di Evelyn De Morgan, 1877)

Nell’italiano colloquiale il toponimo esotico Nasso si sarebbe trasformato in un più comune asso. Troviamo richiami a questa tesi anche in diversi libri di Luciano De Crescenzo: “Le donne sono diverse” (1999), “I grandi miti greci” (1999) e “Ulisse era un fico” (2010).

In lingua italiana si può definire piantare in asso come polirematica: si tratta di una unità sintattica significativa autonoma (o sintagma). La locuzione pertanto assume un significato autonomo rispetto ai singoli termini che costituiscono il modo di dire.

Come lo dicono gli altri

Oltre al già citato tedesco, è curioso vedere come anche le altre lingue esprimono lo stesso concetto. In inglese: leaving somebody in the lurch (oppure leave somebody stranded). In francese: laisser quelqu’un tomber. In spagnolo: dejar a alguien en la estacada.

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Arianna: il mito e la leggenda https://cultura.biografieonline.it/arianna-mito/ https://cultura.biografieonline.it/arianna-mito/#comments Tue, 07 Feb 2017 06:38:23 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=21235 Tra i numerosi miti che ci sono stati tramandati dall’antica Grecia, il mito di Arianna è uno dei più affascinanti. Strettamente connesso alla figura del Minotauro, il mito si intreccia con la “storia” di altre figure mitologiche, che hanno popolato la letteratura greca. Tra queste: Dedalo e il figlio Icaro, Minosse, Teseo, il dio Poseidone. Leggiamo di seguito cosa narra la leggenda.

Mito di Arianna: Arianna abbandonata da Teseo sull'isola di Naxos - quadro di Angelica Kauffman
Arianna abbandonata da Teseo sull’isola di Naxos – quadro di Angelica Kauffman (1774)

Minosse e il Minotauro

Tutto ebbe inizio quando il re di Creta, Minosse, chiese in dono al dio del mare, Poseidone, un toro che avrebbe sacrificato in suo onore.
Poseidone accettò e fece emergere dalle onde uno splendido esemplare di toro bianco, talmente bello che il re, invece di sacrificarlo, decise di tenerlo come toro da monta per la sua mandria.

Poseidone, per punire Minosse per la disobbedienza, fece innamorare sua moglie Pasifae del toro.
La donna, infatti, perse la testa per quel bellissimo animale e non desiderava altro che di accoppiarsi con lui.
Dalla loro unione nacque Asterio, una creatura dalle sembianze metà di uomo e metà di toro: il Minotauro.

minotauro
Minotauro – Kylix, ca. 515 a.C., Museo Arqueológico Nacional de España

Il labirinto e l’uccisione di Androgeo

Il Minotauro era ferocissimo e incuteva paura a chiunque lo vedesse, pertanto Minosse lo fece rinchiudere nel labirinto di Cnosso, fatto costruire da Dedalo, talmente intricato con i suoi corridoi, porte, finti ingressi, che una volta entrato, nessuno poteva uscirne.
Il feroce Minotauro si nutriva solo di carne umana.

Il figlio di Minosse, Androgeo, celebre per le sue eccellenti capacità atletiche, recatosi ad Atene per partecipare ai giochi ginnici, fu ucciso dai giovani ateniesi. Minosse si vendicò duramente per la morte del figlio: sconfisse gli ateniesi e li costrinse a versare, come tributo annuale, sette fanciulli e sette fanciulle da dare in pasto al Minotauro.

Arianna e Teseo

Stanco di questa atroce prepotenza, il giovane ed impavido Teseo, figlio di Egeo, re di Atene, decise di recarsi egli stesso al palazzo di Cnosso per uccidere il Minotauro.
La sua flotta partì alla volta di Creta issando bandiere nere, in sintonia con la gravità dell’azione che il giovane si apprestava a compiere, ma promise al vecchio padre che al ritorno, se vincitore, avrebbe issato le vele bianche, in segno di trionfo.

Il filo di Arianna

Alla corte di Minosse, dove Teseo fu ricevuto, conobbe la giovane Arianna, figlia del re di Creta Minosse e di Pasifae.
La bella fanciulla si innamorò di Teseo al primo sguardo, tanto che, per amore, tradì il fratellastro Minotauro, consegnò a Teseo un gomitolo di lana che lui, all’ingresso del labirinto, cominciò a dipanare finché, attraverso cunicoli, sale, corridoi, non incontrò il feroce Minotauro.

Dopo una dura lotta, riuscì ad ucciderlo spezzandogli il collo.
A questo punto, riavvolgendo man mano il filo che gli aveva legato Arianna, riuscì a trovare facilmente l’uscita del labirinto.
I due giovani ripartirono verso Atene con le loro navi.

Teseo e il Minotauro
Teseo e il Minotauro

L’abbandono di Arianna

Durante il viaggio, i due innamorati consumarono l’amore e, dalla loro unione, fu concepito Demofonte, futuro re di Atene.

Secondo una versione del mito di Arianna, giunti nell’isola di Nasso, detta anche Dia, Teseo fece un sogno in cui Dioniso gli ordinava di lasciargli Arianna perché la desiderava per sé. Teseo, al risveglio, si sentì obbligato ad esaudire il desiderio del dio e, seppur a malincuore, salpò con la sua flotta lasciando sull’isola Arianna ancora addormentata. Dioniso la notte stessa portò via la fanciulla sul monte Drios.

Un’altra versione racconta che Arianna, giunti ad Atene, era sicura di sposarsi, ma Teseo non aveva nessuna intenzione di prendere moglie, pertanto, approdò a Nasso con il pretesto di fare rifornimenti di viveri e, mentre la ragazza dormiva, partì con la sua flotta abbandonandola sull’isola.

Modi di dire: dall’abbandono di Arianna sull’isola deriva il modo di dire “piantare in asso“, forma scorretta di “piantare in Nasso”.

Al suo risveglio, Arianna, non trovando più il suo amato, pianse disperata finché i suoi lamenti non furono uditi da Dioniso che, per consolarla, la prese in sposa.
Come regalo di nozze le consegnò un diadema forgiato dal dio del fuoco, Efesto. Si narra che dal diadema d’oro, scagliato in cielo, ebbe origine la costellazione della Corona Boreale.

Dalla passione fra Dioniso ed Arianna nacquero i figli Toante, Stafilo, Enopione.

Il ritorno di Teseo

Nel frattempo Teseo, provato da tutti gli eventi vissuti, durante il ritorno in patria, si dimenticò di cambiare le vele. Quando suo padre, il re Egeo, scorse da lontano le vele nere, pensò che il figlio fosse stato ucciso.
Così, preso dalla disperazione, preferì la morte, lasciandosi cadere nel mare. Da allora l’area marina prese il nome di Mar Egeo.

Il mito di Arianna

La mitologia ci presenta la figura di Arianna come una donna intelligente e scaltra. Ella offre e suggerisce a Teseo lo stratagemma per uscire dal labirinto, il proverbiale “Filo di Arianna“. E’ una donna valorosa e determinata che per amore non esita ad abbandonare la propria famiglia e la propria patria. Anzi è disposta ad andare a vivere ad Atene, città nemica di Creta. Eppure, nonostante il suo coraggio e la sua determinazione, fu vittima del tradimento di Teseo.

Tuttavia il fato fu generoso con lei: salvata dal dio Dioniso, che la prende in moglie, il dio le regala un diadema che, tramutato in costellazione, brillerà in eterno nel cielo.

La figura di Arianna ha ispirato molti artisti, celebri pittori, poeti, musicisti, che con le loro opere hanno voluto esaltare il valore di questa donna.

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Icaro: storia e mitologia https://cultura.biografieonline.it/icaro/ https://cultura.biografieonline.it/icaro/#comments Tue, 11 Aug 2015 09:03:50 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=14928 Nella mitologia classica greca la figura di Icaro è legata alla vicenda delle ali e del volo che gli costò la vita. Ma cominciamo dalle origini. Icaro era figlio di Dedalo e di una delle schiave del re Minosse, Naucrate. Dedalo, che viveva a Creta, era un abile fabbro e per questo Minosse, che regnava sull’isola, lo aveva designato come suo “inventore ufficiale”.

Icaro
Un’illustrazione che raffigura Icaro

Era stato lui, infatti, a progettare il labirinto nel quale Minosse aveva rinchiuso il terribile Minotauro. Ma il mostro venne ucciso da Teseo con l’aiuto della figlia di Minosse, Arianna, che si era innamorata dell’eroe. Il re di Creta accusò Dedalo di essere intervenuto ad aiutare Teseo nella sua impresa e lo mise in prigione con il figlio Icaro, che aveva dieci anni. I due furono rinchiusi nella parte più alta del palazzo di Cnosso, senza pane e acqua, e dopo qualche giorno di fame tremenda escogitarono un piano per fuggire dalla torre.

Dedalo disse al figlio di arrampicarsi sul soffitto e di raccogliere i favi di un nido di api, e poi di strappare le penne degli uccelli che si trovavano sulle travi a dormire. L’idea di Dedalo fu geniale: dopo aver succhiato il miele dai favi dall’alveare fece sciogliere la cera facendo convogliare i raggi solari su una lente di ingrandimento: con la stessa cera disegnò le sagome di quattro ali. Quando la cera era ancora morbida e malleabile passò ad infilare le penne dei piccioni che Icaro aveva raccolto dal soffitto, infine completò le ali con delle imbracature di cuoio utilizzando la cintura e i sandali.

Dedalo e Icaro si arrampicarono sul davanzale dopo aver allacciato le ali sulla schiena. Si lanciarono nel vuoto mentre il cielo era pieno di stelle. Incontenibile fu la gioia dei due quando cominciarono a volteggiare, Icaro non faceva che gridare: “Guarda papà, sto volando!”.

Dedalo però raccomandò al figlio di non spingersi troppo in alto e di mantenere la direzione ad ovest. “Se ti avvicini troppo al Sole la cera potrebbe sciogliersi e quindi rischi di precipitare!”, avvisò. Ma Icaro era troppo preso dall’emozione del volo e non aveva neppure ascoltato l’avvertimento del padre.

Il volo di Icaro
Il volo di Icaro verso il sole

Arrivato verso l’Orsa Maggiore, Icaro non si accorse che il Sole stava spuntando sulla parte orientale. Elios fece sfrecciare i raggi infuocati verso il cielo e colpì una delle ali di Icaro. La cera cominciò a sciogliersi e le penne si staccarono, cosicchè Icaro precipitò rovinosamente al suolo. Il padre Dedalo vide il figlio che cadeva verso il basso senza poter fare nulla. Piangendo per la disperazione di aver perduto il figlio, continuò a volare verso la Sicilia.

Chagall - Caduta di Icaro
La Caduta di Icaro, opera di Marc Chagall

Ogni sua lacrima che cadeva nel mare venne raccolta dalle Nereidi che ne fecero perle di saggezza. Ancora oggi si racconta che lo spirito di Icaro risale ogni notte dal mare e raggiunge il cielo per mettersi a giocare con le stelle.

Dedalo arrivò poi in Campania, a Cuma, dove costruì un tempio dedicato al dio Apollo, e qui consegnò le ali che aveva inventato e che purtroppo avevano provocato la morte dell’amato figlioletto.

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La leggenda del Minotauro https://cultura.biografieonline.it/minotauro/ https://cultura.biografieonline.it/minotauro/#comments Fri, 05 Jun 2015 11:03:14 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=14433 Tra le figure mitologiche dell’antica Grecia, il Minotauro è sicuramente una delle più affascinanti. Si tratta di un essere dalle sembianze di uomo e toro, nato dall’unione tra la moglie del re di Creta, Minosse, ed un toro bianco inviato come dono da Poseidone, dio del mare, al sovrano. Minosse resta colpito dalla bellezza dell’animale tanto da decidere di non sacrificarlo come  stabilito inizialmente. Piuttosto, vuole che quel toro serva per montare le sue greggi.

Il Minotauro
Il Minotauro in un’illustrazione 3D

Quando il dio Poseidone viene a sapere della decisione di Minosse, per punirlo, trasforma il toro in un animale feroce. Per di più, fa in modo che la moglie del re, Pasifae, perda la testa per l’animale al punto di congiungersi con lui. Questo amore impossibile tormenta la donna, che si confida con Dedalo. Egli è un artista di corte famoso per le sue opere architettoniche. E’ lui l’artefice della giovenca in legno, cava all’interno, nella quale avviene il rapporto sessuale tra la bellissima Pasifae ed il possente toro bianco.

Pasifae, sposa di Minosse, mette al mondo questa particolare creatura dall’aspetto per metà simile ad un uomo (arti superiori e busto), e per metà somigliante ad un toro (del quale ha la testa, la coda, gli zoccoli e la pelliccia). Naturalmente Minosse si rende subito conto che quella creatura è il frutto del tradimento della moglie, e convince la donna a confessargli l’atroce segreto. Il sovrano si infuria, ma poi riflette e capisce che dietro l’insana passione carnale di Pasifae vi è Poseidone che ha voluto punirlo per la sua disobbedienza. Per non sollecitare ulteriormente l’ira del dio del mare, Minosse decide di tenere quella strana creatura.

Minotauro

Poiché il Minotauro si nutre di carne umana ed è di indole piuttosto feroce, il re Minosse fa costruire dall’architetto Dedalo il “labirinto di Cnosso” e qui rinchiude il mostro, in modo da nasconderlo alla vista di tutti. Il palazzo è costruito in modo che vi entra si perde all’interno, poiché formato da un susseguirsi intricatissimo di corridoi, camere, sale, finte porte, finti ingressi.

Intanto Androgeo, il figlio di Minosse, si reca ad Atene per partecipare ad alcuni giochi tauromachici insieme ad altri giovani e resta ucciso dal toro di Maratona. Il re cretese, dilaniato dal dolore per la perdita del figlio, accusa gli ateniesi della morte del giovane e minaccia di vendicarsi. E in effetti la vendetta arriva, ed è terribile. Minosse stabilisce che, ogni anno, gli ateniesi mandino un carico di sette fanciulli maschi e sette femmine da dare in pasto al Minotauro.

La leggenda narra però che Teseo, figlio del re di Atene Egeo, si imbarca verso Creta insieme ai bimbi da sacrificare al mostro, per tentare di ucciderlo. Il giovane è considerato un eroe perché ha compiuto diverse imprese leggendarie. Il padre Egeo gli raccomanda di issare le vele bianche in caso di vittoria oppure quelle nere in caso contrario. Teseo promette al padre di tornare vittorioso per impedire l’inutile sacrificio di altri giovani fanciulli ateniesi.

minotauro
Kylix, 515 a.C. circa (Museo Arqueológico Nacional, Madrid, Spagna)

Grazie all’aiuto e alla complicità della figlia di Minosse, Arianna, signora del labirinto, riesce nell’intento, ed elimina il Minotauro. La giovane cretese si innamora di Teseo appena lo vede arrivare con la sua flotta. Per fortuna, con il gomitolo che la ragazza gli dona su consiglio di Dedalo, Teseo è in grado anche di uscire dall’intricato labirinto di Cnosso.

Per amore del giovane eroe ateniese, Arianna tradisce suo fratello, il Minotauro, appunto. La giovane è rappresentata spesso mentre fila e consegna a Teseo il fuso con il filo che gli permette di superare l’ostacolo del labirinto.

Quando Teseo entra nel palazzo di Cnosso il Minotauro giace addormentato. Svegliatosi, i due cominciano una furiosa lotta senza esclusione di colpi. Il mostro ha una fame insaziabile e sta per divorare l’uomo, che per fortuna gli infilza la spada avvelenata regalatagli dalla complice Arianna.

Dopo aver ucciso il mostro, Teseo riparte alla volta di Atene insieme ad Arianna e ai fanciulli scampati al sacrificio. Durante il viaggio i due consumano il loro amore, ma una volta sbarcati sull’isola di Dia, Teseo fa uno strano sogno nel quale Dioniso gli intima di cedergli Arianna. Svegliatosi spaventato, Teseo lascia la donna addormentata sull’isola. Quella notte stessa la povera Arianna viene portata sul monte Drios da Dioniso, che la vuole con sé.

E’ forte l’ira del re Minosse nei confronti di Teseo, non tanto perché ha ucciso il Minotauro, ma perché gli ha portato via la figliola. Il sovrano accusa Dedalo di essere l’artefice di quella sventura e lo condanna ad essere imprigionato nel labirinto in compagnia del figlio Icaro. Del palazzo vengono murate tutte le entrate in modo che i due non possono avere vie di fuga. Ma Dedalo mete a frutto le sue capacità creative, raccoglie varie piume dagli uccelli e costruisce con queste delle vere e proprie ali da attaccare alle spalle.

Il figlio Icaro, però, non ascolta le sue raccomandazioni e si lancia in alto verso il sole. Il calore dell’astro scioglie le piume attaccate con la cera e il ragazzo precipita al suolo senza che suo padre possa fare nulla per salvarlo.

Teseo continua il viaggio in mare verso Delo, ma è troppo costernato per il distacco dalla sua amata Arianna. Ed infatti, proprio perché confuso e costernato, il giovane dimentica di issare le vele bianche in segno di vittoria sul Minotauro. Quando il padre Egeo vede arrivare la nave con le vele scure lo interpreta come segno di sventura. Decide così di uccidersi buttandosi in mare (che poi da lui ha preso il nome). Alla morte del padre, Teseo prende il suo posto e viene incoronato re.

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