Aprile Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 04 Oct 2023 14:37:05 +0000 it-IT hourly 1 Boccolo (o bòcolo) di San Marco. Il bocciolo di rosa e la tradizione di Venezia https://cultura.biografieonline.it/boccolo-san-marco/ https://cultura.biografieonline.it/boccolo-san-marco/#respond Sat, 24 Apr 2021 15:58:20 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=27579 Il “bocolo” di San Marco: storia e leggenda per il 25 aprile veneziano

Quella del boccolo di San Marco – “bocolo” (traduzione dialettale veneziana di “bocciolo”) – è una tradizione centenaria legata alla città di Venezia. Questa pratica vuole che ogni uomo doni alla propria “novizza” ovvero donna amata (fidanzata o sposa), in segno di amore, un bocciolo di rosa rossa nel giorno di San Marco, il 25 aprile. Un atto semplice e molto romantico che affonda le sue origini in un’antica leggenda.

Boccolo di San Marco: una rosa rossa
Boccolo di San Marco: una rosa rossa

La leggenda da cui viene la tradizione: l’amore di Vulcana e Tancredi

La protagonista della leggenda è Maria, figlia del doge Angelo Partecipazio, una giovane bella che per il suo ardore e la sua passione viene ribattezzata con il nome di Vulcana.

Vulcana si innamora di Tancredi, un trovatore che non desta la stima di suo padre. Così, per raccogliere la gloria necessaria a guadagnarsi l’approvazione del doge, Tancredi, su suggerimento di Vulcana, parte alla volta della Spagna per unirsi alle file di Carlo Magno in quel momento impegnate a combattere i mori, gli arabi.

L’esperienza bellica di Tancredi è positiva e il trovatore si copre di gloria per le sue gesta al punto che il racconto di queste giunge fino a Venezia. Vulcana inizia a pregustare la possibilità di vedere risolto lo sperato sodalizio.

Nel giorno della veglia di San Marco succede però che a giungere sia una notizia tragica: Tancredi ha trovato la morte in battaglia. A portare questo triste annunzio è Orlando di cui si canterà, fra l’altro, nella celebre Chanson de Roland.

Orlando giunto a Venezia incontra Vulcana a cui racconta di come Tancredi se ne sia andato, colpito dal nemico in un roseto.

Prima di spirare però – racconta Orlando – Tancredi coglie una rosa e prega il compagno di portarla alla sua amata Vulcana.

Vulcana riceve il fiore tinto del sangue del suo amor perduto e, senza versare una lacrima, si chiude nel suo dolore.

La leggenda – legata ad un fatto storico realmente accaduto –, però, è destinata a finire in tragedia: il giorno successivo, quello della festa di San Marco ovvero il 25 aprile, Vulcana viene trovata morta con il fiore di Tancredi sul cuore.

Da qui il nome Boccolo di San Marco (il 25 aprile si celebra proprio San Marco, morto in questo giorno nell’anno 68) .

Rosa essiccata
Un bocolo di San Marco donato alla donna amata, può essere poi fatto essiccare e conservato

La leggenda nella leggenda: il ritorno di Vulcana

La storia del perduto amore di Vulcana è ancora molto viva e molto sentita nella città di Venezia. Soprattutto nel giorno di San Marco quando – si racconta – il fantasma della giovane ragazza si aggira per la laguna.

Un’entità diafana e, certo, senza colore su cui spicca solo il bocciolo di rosa, divenuto rosso per il sangue del suo amato caduto. Lo stesso fiore con cui Tancredi le disse addio per sempre e da cui, lei stessa, non si separò mai più.

Oltre al Boccolo di San Marco: altri segni d’amore di tradizione veneziana

Il bocciolo di rosa rossa nel giorno di San Marco non è la sola indicazione di regalo che la tradizione veneziana porge ai giovani amanti.

Ci sono, infatti, sparse su tutto il calendario più occasioni in cui ricorre un preciso scambio di doni fra innamorati. In particolare:

  • a Pasqua si regalano due bottiglie di vino di Cipro e una focaccia;
  • a Natale la mostarda e il mandorlato;
  • per le festività di Ognissanti un sacchetto di fave dolci;
  • a San Martino, infine, le castagne.

Questi suggerimenti, che affondano nelle antiche tradizioni della città lagunare, portano anche una lunga e utile lista di divieti.
Questo piccolo arcaico decalogo vieta che si donino:

  • pettini, perché oggetti adatti da streghe;
  • sacre immagini e libri da messa, perché portano dolori;
  • forbici, perché significano maldicenza;
  • aghi, perché esprimono sofferenza.
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Pesce d’Aprile: le origini https://cultura.biografieonline.it/pesce-di-aprile/ https://cultura.biografieonline.it/pesce-di-aprile/#comments Thu, 01 Apr 2021 15:22:31 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7724 Chi non ha mai fatto o ricevuto uno scherzo in occasione del 1° Aprile, giorno in cui ricorre il Pesce d’Aprile? Fin dal passato questa ricorrenza dal sapore goliardico ha suscitato simpatia per la tradizione di inscenare scherzi e prese in giro nei confronti di parenti e amici.

Non tutti, però, sono dotati di senso dell’umorismo, e quindi lo scherzo, pur se “legittimato” dalla ricorrenza, potrebbe non risultare gradito. Le teorie che cercano di spiegare le origini del Pesce d’Aprile sono diverse.

1 Aprile - Pesce d'Aprile
Il 1° Aprile e gli scherzi del Pesce d’Aprile

Una prima interpretazione si rifà all’equinozio di Primavera, che ricorre il 21 Marzo. Prima che venisse adottato il Calendario gregoriano (che poi è quello che noi seguiamo) nel 1532, il Capodanno in alcune culture come quella romana e indiana veniva celebrato a partire dal 25 Marzo fino al 1° Aprile.

In base a ciò si diffuse in Francia l’usanza di consegnare pacchi vuoti il giorno 1° Aprile. Questa stravagante abitudine venne denominata appunto “Poisson d’Avril” (Pesce d’Aprile). Durante questo periodo ci si lasciava andare a compiere burlonerie e scherzi.

Ma la tradizione del Pesce d’Aprile è conosciuta in quasi tutta Europa, quindi un’altra interpretazione fa risalire questa usanza ancora più indietro nel tempo, nell’età classica. Il mito di Proserpina, rapita da Plutone e cercata disperatamente da sua madre o la festa pagana di Venere Verticordia potrebbero essere gli antesignani del Pesce d’Aprile.

Con l’avvento del Cristianesimo tali festività di derivazione pagana furono soppiantate da quelle religiose e liturgiche. Ed infatti la festa del primo Aprile è stata rimpiazzata da quella di Pasqua. Coloro che continuarono a festeggiare il primo Aprile, come la tradizione voleva, diventarono oggetto di scherzi e burle di ogni genere.

In parecchi Paesi dell’America latina e in Spagna la giornata dedicata agli scherzi non è il primo Aprile, ma il 28 Dicembre, quando si celebra la liturgia cattolica dedicata ai Santi Innocenti.

Un’altra ipotesi sulle origini del Pesce d’Aprile fa riferimento all’antico Egitto, dove intorno al 40 a.C. la regina Cleopatra sfidò in una gara di pesca il suo amante Marco Antonio. Poiché lui cercò di barare per vincere, Cleopatra fece abboccare all’amo un pesce finto di pelle di coccodrillo.

Pesce d'Aprile
Il 1° Aprile e gli scherzi del Pesce d’Aprile • (Disegno di Federico Cecchin ©)

In Italia la tradizione del Primo Aprile risale al 1860/1880 circa. Una delle prime città in cui l’usanza prese piede fu Genova, e si diffuse prima tra i ceti medio alti, poi tutte le altre classi sociali.

Altra probabile spiegazione dell’esistenza del Pesce d’Aprile risiede nel fatto che, in questo mese, la Luna esce dal segno zodiacale dei Pesci, ma questo non spiega l’abitudine di fare scherzi in tale ricorrenza.

Con l’avvento della tecnologia anche gli scherzi si sono perfezionati, sono famosi quelli che ogni anno manda in onda la Bbc per prendere in giro i telespettatori. Capita però che in questa data parecchie notizie false siano considerate vere e quindi diffuse. Spesso si tratta di news allarmistiche o particolarmente stravaganti a cui però in molti credono!

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Perché si dice “Aprile, dolce dormire”? https://cultura.biografieonline.it/aprile-dolce-dormire/ https://cultura.biografieonline.it/aprile-dolce-dormire/#respond Thu, 01 Aug 2013 16:49:35 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7721 La saggezza popolare si esprime attraverso detti e proverbi che si tramandano di generazione in generazione. L’adagio “Aprile dolce dormire” si riferisce alla circostanza che, in questo mese primaverile, si comincia ad assaporare un tepore così piacevole che induce maggiormente al relax e al sonno.

Aprile, dolce dormire
Aprile: una tipica foto della stagione

Proprio perché è uno di mesi primaverili per eccellenza (mentre Marzo è ancora meteorologicamente un po’ pazzerello), in cui la natura esplode con i suoi odori e sapori, Aprile è celebrato con più di un proverbio. I contadini si augurano che questo mese sia  per lo più caratterizzato da un dolce tepore e non dal caldo o, peggio, dal freddo che rovinerebbe i raccolti. E’ necessario che le gemme si schiudano lentamente ai primi timidi raggi del sole, senza alcuna forzatura: “Aprile temperato non è mai ingrato”.

Lo stesso termine “Aprile” viene da “aperit”, che in latino significa “aprire, far sbocciare”. Non sono rare le piogge leggere e i brevi temporali, in questo mese primaverile. Per questo gli anziani agricoltori erano soliti profetizzare: “Aprile piovoso, Maggio ventoso, anno fruttuoso”. La pioggia di Aprile fa bene anche agli animali: “L’acqua d’Aprile il bue ingrassa, il porco uccide e la pecora se la ride”. La pioggia in questo mese è di buon auspicio per la vendemmia: “Quando tuona d’Aprile buon segno per il barile”.

Ma dopo queste frasi sulla primavera e sul mese in oggetto, torniamo al significato di “Aprile, dolce dormire”. Con i primi tepori l’organismo si riattiva, come pure la muscolatura (intorpidita dal freddo invernale), ed anche a livello ormonale si verifica un risveglio. Si dice infatti che in primavera si è più favorevoli all’amore e all’accoppiamento in generale. Il corpo tende ad assecondare il ritmo della luce, visto che le giornate si allungano e il sole tramonta più tardi. Mentre per molte persone questo cambiamento è quasi automatico e avviene senza grossi traumi (al massimo con una lieve sensazione di stanchezza), per altre succede che si va a dormire stanchi per svegliarsi ancora più apatici e in preda ad una forte astenia (dal greco “stenos”, mancanza di forze).

Per alcuni il cambio di stagione è un momento difficile, in cui l’organismo stenta ad adattarsi ai nuovi ritmi del sonno e della veglia, e questo capita soprattutto agli anziani e a chi ha particolari disturbi o patologie in atto. Per tali soggetti può essere utile ricorrere ad integratori naturali come il ginseng e la pappa reale, che aiutano a superare il senso di affaticamento e la tipica astenia primaverile, senza alcun effetto collaterale.

Primavera
Aprile e la primavera

E’ importante stare più tempo all’aria aperta, possibilmente praticando un’attività fisica regolare e costante per preparare il corpo all’estate e rilassare la mente. Se si dedica il giusto tempo allo sport è più facile dormire bene, anche per chi è tendenzialmente incline all’insonnia.

Attenzione, però, a non vestirsi subito leggeri al primo tepore primaverile, i malanni di stagione sono sempre in agguato. Gli antichi non si sbagliano mai: “Per tutto Aprile non ti scoprire, di Maggio non ti fidare, di Giugno fai quel che ti pare”.

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