Antonello da Messina Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 03 Oct 2023 15:54:21 +0000 it-IT hourly 1 Ritratto d’uomo (Ritratto d’ignoto marinaio), opera di Antonello da Messina https://cultura.biografieonline.it/ritratto-d-uomo-antonello-da-messina/ https://cultura.biografieonline.it/ritratto-d-uomo-antonello-da-messina/#comments Fri, 01 Sep 2023 08:20:22 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=26510 Il suo modo di ritrarre, innovativo e originale, sconvolse i canoni dell’epoca, rendendo immediato il suo successo. Antonello da Messina fu uno dei più straordinari ritrattisti italiani. L’opera che andiamo ad analizzare in questo articolo è conosciuta come Ritratto d’uomo. Realizzato tra il 1465 e il 1476 circa, questo dipinto – indicato a volte come Ritratto d’ignoto marinaio – è un olio su tavola che misura 31×24,5 cm. Attualmente il celebre quadro si trova a Cefalù, presso il Museo Mandralisca.

Ritratto d'uomo (Ritratto d'ignoto marinaio)
Ritratto d’uomo (Ritratto d’ignoto marinaio) – quadro famoso di Antonello da Messina

Non c’è turista che viaggiando per la Sicilia […] tra Palermo e Messina non si senta obbligato o desideroso di fermarsi a Cefalù: e dopo averne ammirato il Duomo e sostato nella piazza luminosa che lo inquadra, non imbocchi la stradetta di fronte a destra per visitare, fatti pochi passi, il Museo Mandralisca. Dove sono tante cose – libri, conchiglie e quadri – legati […] al Comune di Cefalù: ma soprattutto vi è splendidamente isolato, folgorante, quel ritratto virile che, tra quelli di Antonello da Messina che conosciamo, è forse il più vigoroso e certamente il più misterioso e inquietante.

Leonardo Sciascia

Ritratto d’uomo: il grande cambiamento

I cambiamenti che Antonello da Messina apportò al genere della ritrattistica furono notevoli. In Italia nel 1400 la ritrattistica veniva rappresentata attraverso le effigi che comparivano sulle medaglie. In queste rappresentazioni il volto del soggetto appariva sempre di profilo.

Il ritratto con il volto di tre quarti o di fronte, in origine approdò in Italia grazie ai dipinti dei pittori fiamminghi. Van Eyck, Hans Memling, furono esempi che influenzarono il genere e anche la cultura di Antonello.

Tuttavia questi straordinari artisti non si limitarono a cambiare la posizione del soggetto, ma ne indagarono gli aspetti più specifici del volto: ne ritrassero i dettagli, indugiando su particolari caratteristiche morfologiche, illuminando imperfezioni e catalogando minimi tratti del viso.

Antonello da Messina e i pittori fiamminghi

Il soggetto è vittima di una sorta di scrutamento impietoso in cui tutto ciò che è visibile, reale, deve essere riportato sulla tela. Antonello da Messina va oltre. Non si limita a seguire gli insegnamenti dei fiamminghi utilizzando il suo straordinario talento per riprendere nei minimi dettagli il soggetto del ritratto, ma ne indaga anche gli elementi psicologici.

Questa è la grande differenza rispetto ai fiamminghi e in generale la novità che Antonello introduce nella storia dell’arte.

I ritratti dei pittori fiamminghi sono inespressivi, impersonali e privi di qualsiasi elemento che ne richiami il carattere. Antonello invece indaga il soggetto.

Ritratto d’uomo – Ritratto d’ignoto marinaio: analisi dell’opera

In questo dipinto intitolato Ritratto d’uomoRitratto d’ignoto marinaio, coglie il sorriso beffardo del soggetto, lo sguardo ironico, l’intelligenza velata, la smorfia beffarda delle labbra.

È una Gioconda al maschile per quel sorriso ironico, beffardo.

Vittorio Sgarbi

L’artista rappresenta un personaggio sfuggente che passa da uno sguardo ironico ad una smorfia irriverente che lo rende enigmatico. Qualsiasi tratto del volto è una prova di questa ricerca.

Antonello vuole mostrare un personaggio non passivo ma in continuo movimento, come se in un attimo attraversassero il volto dell’uomo espressioni diverse. Osservando meglio il soggetto si viene attirati dalla sua affabilità ma contemporaneamente si prova un senso di smarrimento di fronte alla sua ironia.

Ritratto d'uomo Il dettaglio degli occhielli
Il dettaglio degli occhielli

Anche gli abiti sono dipinti con ricchezza di dettagli fino alla impressionante resa degli occhielli e dei bottoni. Ma ciò che colpisce di più è la dinamicità del volto.

L’uomo sembra spostarsi mentre osserva lo spettatore che a sua volta rimane in dubbio sulla natura benevola o maligna del soggetto.

Mentre si osserva il volto dell’uomo si esplora la sua personalità e si sviluppano congetture fantasiose o verosimili sul suo carattere, sulla sua storia, sul suo ruolo. L’immenso talento di Antonello da Messina si può in parte ammirare in questa storia narrata attraverso le vicissitudini di un volto.

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Ritratto d’uomo, opera di Antonello da Messina (collezione Malaspina) https://cultura.biografieonline.it/ritratto-d-uomo-antonello-da-messina-malaspina/ https://cultura.biografieonline.it/ritratto-d-uomo-antonello-da-messina-malaspina/#comments Mon, 23 Jan 2023 13:07:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=28543 Questo “Ritratto d’uomo” che riporta un titolo comune nelle opere di Antonello da Messina, fu realizzato fra il 1468 e il 1470. Attualmente è esposto presso la Pinacoteca Malaspina a Pavia. Luogo ideale, voluto dal marchese Luigi di Malaspina Sannazzaro (1754 – 1835), il quale fu anche proprietario del dipinto.

Ritratto d'uomo - Antonello da Messina (collezione Malaspina)
Ritratto d’uomo (1468-1470), analisi dell’opera di Antonello da Messina – Tempera grassa su tavola. 20×27 cm. Pavia, Pinacoteca Malaspina.

Ritratto d’uomo (collezione Malaspinta): storia del quadro

Il marchese acquistò l’opera ritenendo che fosse un autoritratto di Antonello da Messina. Non vi è certezza di questo, come del resto anche in altri ritratti non abbiamo certezza, ma solo ipotesi che possano essere autoritratti.

Un esempio è quello analizzato nell’articolo: Ritratto di giovane (o Ritratto d’uomo): autoritratto di Antonello da Messina.

La tavola qui in esame fu rubata nella notte tra il 10 e l’11 maggio 1970. Venne ritrovata 7 anni dopo (agosto 1977) nella Stazione Tiburtina di Roma.
Fu così possibile restituirla ai musei pavesi il 5 settembre 1977. Dal 1980 il quadro è esposto nel castello visconteo nella sezione della Pinacoteca Malaspina. 

Analisi dell’opera

L’autografia di Antonello da Messina in questa piccola tavola, che misura 27×20 cm, è posta in basso, al centro e non è dipinta. Come è accaduto in altri ritratti – ad esempio, Salvator Mundi – bensì incisa sulla tavola.

Questo è un originale espediente rispetto al modo in cui Antonello si firmava, cioè dipingendo il suo nome su un cartellino a sua volta dipinto e collocato in basso e al centro dell’opera.

La modalità di incidere il proprio nome su quadro ricorda Jan van Eyck che faceva lo stesso con i suoi dipinti; Antonello lo ammirava per il suo modo di dipingere.

E proprio alcuni rimandi all’arte di van Eyck ci dicono che questo Ritratto d’uomo è stato dipinto prima del soggiorno veneziano di Antonello. Si tratta di un periodo in cui la sua attenzione per il dettaglio è profondamente influenzata dai pittori fiamminghi.

Infatti molti elementi stilistici ricordano le caratteristiche pittoriche di una prima fase pittorica di Antonello da Messina e permettono dunque di datare l’opera nel periodo indicato all’inizio: fra il 1468 e il 1470.

I dettagli

Più in dettaglio possiamo notare l’abbigliamento del soggetto: la giubba rossa che si gonfia a punta sulle spalle e il copricapo nero a tronco di cono che ricordano la moda fiamminga della metà del Quattrocento.

Anche l’acconciatura dell’uomo, con quella particolare frangetta sulla fronte, ricorda la moda dell’epoca e quindi ci induce a datare il dipinto intorno a quegli anni.

Il Ritratto d’uomo della collezione Malaspina mostra poi l’innovazione di Antonello, il quale oltre a rendere i particolari più specifici del volto, non risparmiando nulla a fisiognomica del personaggio ne caratterizza anche la particolarità psicologica.

Gli occhi sottendono un’ironia fine, elegante, che pone lo spettatore in una condizione di curiosità. Tale sentimento è accentuato anche dalla postura di tre quarti del volto – anch’essa è un’altra innovazione di Antonello – che permette dunque una certa mobilità del volto.

Analisi dell’opera e commento video

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Annunciata (Palermo): analisi dell’opera di Antonello da Messina https://cultura.biografieonline.it/annunciata-antonello-da-messina/ https://cultura.biografieonline.it/annunciata-antonello-da-messina/#comments Wed, 07 Dec 2022 19:25:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=29218 Dipinto celebre, famoso e amato di Antonello da Messina, “Annunciata“, è stato realizzato fra il 1475 e il 1476. Conservata in Sicilia presso Palazzo Abatellis, è spesso indicata come Annunciata di Palermo. Il luogo di conservazione permette di distinguere questa da un’altra opera correlata, già trattata in un precedente articolo: l’Annunciata di Monaco. Tra poco vedremo le principali differenze.

L’Annunciata di Palermo è un’opera fondamentale nella poetica artistica di Antonello, perché ci mostra un volto di Maria bellissimo; esso ci coinvolge nell’atto stesso in cui la Madre di Cristo accetta il destino che le cambierà l’esistenza: essere la madre del figlio di Dio. Con questa scelta si trova a rappresentare per sempre tutte le madri del mondo: la maternità della Madonna ha un valore universale e un peso eterno.

Annunciata di Palermo - Antonello da Messina
Annunciata (Antonello da Messina, 1475-1476). Palermo, Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis. Tempera e olio su tavola – 45×34,5 cm

Annunciata di Palermo e Annunciata di Monaco: le differenze

Antonello ritorna al tema dell’Annunciazione come aveva fatto nel 1474 con “Annunciazione” e come farà nel periodo 1476 – 1477 con il dipinto di Monaco citato poc’anzi; l’opera di Monaco è simile a quella di Palermo. In quella di Monaco però Maria appare sorpresa e spaventata dall’arrivo dell’Angelo.

Annunciata (Monaco), opera di Antonello da Messina
L’Annunciata (Vergine Annunziata) conservata a Monaco.

In questo dipinto, bellissimo e spirituale, vediamo invece una Madonna calma: ella ha preso il sopravvento sulle sue emozioni e con controllo, eleganza, umiltà, fermezza, equilibrio e soavità.

Il gesto della mano

Maria risponde alla chiamata di Dio con il solo gesto della mano. Una mano bellissima che sembra alzarsi verso l’Angelo in un gesto di consapevolezza, preoccupazione, sorpresa. La sorpresa è dovuta a ciò che le viene comunicato.

Annunciata di Palermo - dettaglio delle mani e del libro
Il dettaglio delle mani e del libro

Contemporaneamente vi è la determinazione e la mitezza di chi, proprio come una Madre, accetta il suo compito futuro: accetta quindi il Figlio, comunque sarà e qualunque ruolo dovrà interpretare nella sua vita.

La luce e la presenza dell’angelo

L’Angelo appare attraverso la luce che le illumina il volto. La scelta di non mostrare l’emissario di Dio ma di suscitarlo attraverso la luce è un’idea scenica utilizzata anche nell’altro dipinto, “Annunciata di Monaco”.

La maestria di Antonello di catturare un attimo denso e complesso

La luce rappresenta l’introduzione di un evento soprannaturale che avviene in un attimo. E in un attimo Maria si spaventa, si preoccupa, capisce, si tranquillizza e accetta la sua missione.

In un attimo c’è tutto e si può comprendere e interpretare tutto il valore cristiano di un evento così complesso e straordinario. Anche l’idea che il tempo sia condensato in un attimo in cui la decisione di accettare un evento immortale avviene quasi superando i parametri temporali è meravigliosamente spirituale ed emozionante.

Annunciata di Palermo - dettaglio del volto di Maria
Annunciata di Palermo: il dettaglio del volto di Maria

La tecnica

La luce è la protagonista del dipinto in una tecnica che Antonello possiede benissimo e che mostra in questo capolavoro. La luce arriva da sinistra e illumina il volto di Maria, il suo abito, il libro aperto sul leggio.

Lo sfondo

Lo sfondo nero rende ancora più forte la sua presenza scenica e le dona la prospettiva necessaria affinché chi la guarda, la veda in tutto il suo splendore.

La geometria

Il dipinto è stilisticamente perfetto: rappresenta una rara bellezza geometrica in cui il volto di Maria si apre in un triangolo con la veste che chiude sul petto con la mano sinistra.

La prospettiva

La prospettiva è accentuata anche dalla presenza del leggio che sembra sfondare la tela. Prospettiva, spazio, senso geometrico sono accentuati dalla luce, che con la sua morbidezza ci permette di vivere un momento ultraterreno e un evento spirituale eterno.

Analisi dell’opera e commento video

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Ritratto d’uomo,1475: commento e analisi dell’opera di Antonello da Messina https://cultura.biografieonline.it/ritratto-d-uomo-1475-antonello-da-messina/ https://cultura.biografieonline.it/ritratto-d-uomo-1475-antonello-da-messina/#respond Tue, 09 Mar 2021 09:20:52 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=32812 L’opera qui analizzata, Ritratto d’uomo, è uno dei ritratti più suggestivi del maestro siciliano Antonello da Messina. Scopriamone i motivi.

Ritratto d'uomo, 1475 - quadro di Antonello da Messina
Ritratto d’uomo, 1475 – opera di Antonello da Messina

Ritratto d’uomo: il volto

Il volto da qualsiasi punto di vista lo si osservi sembra guardarci con ironia e distacco. Vi è una sorta di atteggiamento pensoso che non ci permette di comprendere quale sarà il suo gesto successivo. Sembra, quindi, che il soggetto sia sospeso in un atteggiamento senza tempo e senza un tempo, un ritmo, da eseguire in un momento successivo.

Come anche in altri dipinti, ad esempio L’Annunciata, anche in questo ritratto veniamo sospesi in un attimo indefinito che però ci mostra molti aspetti della personalità del soggetto.

Chi è l’uomo del quadro

Non sappiamo chi sia l’uomo ritratto da Antonello. Ci sono molte ipotesi; alcune più suggestive farebbero credere che si tratti di Michele Vianello, un ricco mercante d’arte veneziano che Antonello da Messina avrebbe conosciuto durante il suo soggiorno a Venezia. Ma non ci sono prove concrete che ci permettano di definire l’identità di un personaggio che ha una carica espressiva così stupefacente.

I dettagli

Osservando il dipinto vediamo un volto maturo che emerge da uno sfondo nero la cui profondità è accentuata dalla falda del cappello, che ricade sulla spalla. Con un magnifico chiaroscuro il maestro siciliano delinea meravigliosamente:

  • gli zigomi dell’uomo;
  • le fossette;
  • le rughe intorno agli occhi;
  • le pieghe del collo.

Anche il naso, con la sua rotondità, diventa un punto di riferimento del volto dell’uomo.

I dettagli del viso diventano poi infinitesimali se osserviamo la capacità dell’artista di dipingere ogni singolo pelo delle sopracciglia. Oppure se guardiamo come le pieghe del collo sembrino così vere da farci temere che l’uomo, mentre lo osserviamo, esca dal dipinto e venga a parlarci con quell’aria ironica e scanzonata che lo contraddistingue.

Altri dettagli fioriscono mentre osserviamo la fisionomia del soggetto. Come, ad esempio, le labbra che insieme agli occhi ci fanno pensare alla volubilità del carattere de protagonista e sembra che da un momento all’altro possano schiudersi per parlarci e dunque per suscitare in noi una reazione.

Ritratto d'uomo 1475 - Antonello da Messina, volto
Ritratto d’uomo 1475: il dettaglio del viso

Tutti i ritratti di Antonello da Messina hanno questa caratteristica e tuttavia questo ritratto d’uomo, realizzato intorno al 1475 sembra essere ancora più vivo degli altri. Ci sono dipinti che possiamo osservare per ore e di cui scopriamo dettagli che prima non avevamo visto: d’altra parte l’Arte può avere molte definizioni e una di queste è la ricerca dell’immortalità da parte dell’artista che lascia nel quadro segni e simboli da cercare con attenzione.

In questo dipinto straordinario la ricerca è ancora più spostata avanti nel tempo perché man mano che si osserva il dipinto, anche da angolature differenti, si continua a vedere un cambiamento, impercettibile nello sguardo e nell’atteggiamento del soggetto.

Dati sul quadro

  • Tecnica: Tempera e olio su tavola
  • Dimensioni: 31×25,2 cm
  • Ubicazione: Roma, Galleria Borghese

Ritratto d’uomo: analisi dell’opera e commento video

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Ritratto da Giovane, analisi dell’opera di Antonello da Messina https://cultura.biografieonline.it/ritratto-da-giovane-antonello-da-messina/ https://cultura.biografieonline.it/ritratto-da-giovane-antonello-da-messina/#respond Sat, 01 Aug 2020 14:02:02 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=29936 Ritratto da giovane, indicato in lingua inglese come Portrait of a Man, è un’opera di Antonello da Messina. Generalmente si ritiene che l’opera sia stata realizzata fra il 1472 e il 1473. Tuttavia alcuni hanno contestato questa datazione ritenendo più plausibile che Antonello abbia dipinto il ritratto quando si trovava già a Venezia, sotto l’influsso dei dipinti di Giovanni Bellini.

Ritratto da Giovane, quadro di Antonello da Messina
Ritratto da Giovane, quadro di Antonello da Messina, 1472-1473. Olio su tavola su compensato. 27,5×21 cm. Museo Nacional Thyssen-Bornmisza, Madrid (Spagna)

Ritratto da giovane, descrizione del quadro

Di questo dipinto di Antonello, colpisce l’acutezza dello sguardo che il soggetto esprime. In questa scelta tecnica e stilistica il pittore dimostra un talento straordinario: in essa si può immaginare l’influenza della sua esperienza veneziana.

Ad ogni modo ci troviamo di fronte ad un dipinto straordinario in cui il dettaglio è portato a capolavoro.

Oltre all’espressione del soggetto che ci induce a ragionare sulla sua caratura psicologica e sulla sua bellezza espressiva, possiamo ammirare i particolari delle pieghe degli occhi, le sopracciglia in cui appaiono dipinti i singoli peli, la bocca dipinta con un tratto asciutto, essenziale. Quest’ultimo elemento ci costringe ad ammirare la capacità di Antonello di rendere anche un tratto così riconosciuto non banale.

Infine le ciocche dei capelli, le quali sembrano vere tanto sono dettagliati quasi i singoli capelli. E non sembra un’esagerazione pensare che il ritratto sia talmente vivido da sembrare così reale e intenso come una scultura.

Il dettaglio ingrandito degli occhi, delle sopracciglia e dei capelli

La luce

L’elemento della luce costituisce un altro protagonista dell’opera, come lo sono la linearità delle forme e la precisione dei singoli dettagli. La luce ci mostra gli zigomi del volto; fa risaltare le sopracciglia, illumina le pieghe incredibilmente dettagliate del colletto della camicia e fa risaltare il nodo che sul petto chiude il vestito.

Sempre a luce, come in un’esposizione continua e mobile ci mostra i muscoli del collo e risalta alcune ciocche dei capelli.

Infine è da notare lo sguardo esaltato dalla luce: in esso si vede il colore degli occhi ma soprattutto la forza psicologica del personaggio che sembra guardarci, osservarci con un piglio sicuro e curioso.

Analisi dell’opera con commento video

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Ritratto di giovane, analisi dell’opera di Antonello da Messina https://cultura.biografieonline.it/ritratto-di-giovane-philadelphia-antonello/ https://cultura.biografieonline.it/ritratto-di-giovane-philadelphia-antonello/#respond Wed, 13 May 2020 08:45:28 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=29068 Questo ritratto, realizzato nel 1474 da Antonello da Messina (Antonello di Giovanni di Michele de Antonio) è intitolato semplicemente Ritratto di giovane (in inglese: Portrait of a Young Gentleman). Come molti ritratti di Antonello analizzati in precedenti articoli, non conosciamo la reale identità del soggetto.

Ritratto di giovane (Portrait of a Young Gentleman), quadro di Antonello da Messina
Ritratto di giovane (Antonello da Messina, 1474) – 32.1 × 27.1 cm – Olio su tavola

Il dipinto è esposto al Museum of Art of Philadelphia. Ciò da cui lo spettatore è subito attirato è l’attenzione per lo sguardo del personaggio ritratto, nonché per i dettagli raffinatissimi del suo abito.

Ritratto di giovane: descrizione del quadro

Siamo difronte ad un ritratto magnetico in cui la luce rende vivo il personaggio oltre ogni immaginazione. Antonello era considerato un maestro assoluto nella ritrattistica dell’epoca perché sapeva coniugare la maestria del dettaglio fisiognomico con un utilizzo sapiente della luce.

Lo sguardo

Il maestro di Messina fu un innovatore in questo senso: cambiò la fisiognomica del ritratto, come si può vedere in questo dipinto. Qui il soggetto sembra ingaggiare un gioco di sguardi ironico con lo spettatore.

I dettagli

Antonello creò ritratti dettagliati, come in questo Ritratto di giovane, in cui le ciglia sono dipinte con una maestria straordinaria.

Ritratto di giovane (Philadelphia), Antonello da Messina - dettaglio del volto
Il dettaglio del volto

Quasi sembra che sia stato dipinto ogni singolo pelo. Così è anche per i capelli del soggetto che appaiono incredibilmente realistici e dettagliati.

La veste

Anche la veste è una sinfonia di precisione come, ad esempio, il nodo che appare sul davanti di essa: mostra un equilibrio fra colore, disegno e luce notevolissimi.

Il dettaglio della veste
Il dettaglio della veste

Lo sfondo

Dietro al giovane possiamo vedere uno sfondo nero che permette una visione più luminosa del volto. Esso permette ad Antonello di creare una prospettiva e una profondità molto accurate, in cui il soggetto sembra quasi uscire dalla tela.

La balaustra in basso serve proprio a dare un senso prospettico al ritratto e in questo caso la vediamo più piccola, più stretta, forse perché in seguito venne ridotta.

La luce

La luce è un elemento essenziale per ammirare la particolarità del dipinto Ritratto di giovane, per osservare lo sguardo del soggetto e per vedere come Antonello delinea il volto del giovane grazie ad un sapiente utilizzo dell’ombra e della luce stessa.

Proprio il modo in cui il pittore utilizza la luce cambia la visione del ritratto nel Quattrocento, rendendo nella finzione artistica i ritratti quasi vivi.

Analisi dell’opera e commento video

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Sant’Agostino, analisi dell’opera di Antonello da Messina https://cultura.biografieonline.it/sant-agostino-antonello-da-messina/ https://cultura.biografieonline.it/sant-agostino-antonello-da-messina/#comments Sun, 10 May 2020 12:09:27 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=29033 Il dipinto Sant’Agostino faceva parte di una “magna icona” come era stata definita nei documenti che attestavano l’incarico ad Antonello da Messina. Siamo nel 1472 e Antonello dopo aver accettato il lavoro per una somma cospicua, si appresta a realizzare probabilmente un polittico, definito appunto “magna icona” di cui questo ritratto di Sant’Agostino faceva parte.

Sant’Agostino - opera del 1472 di Antonello da Messina
Sant’Agostino (1472, Antonello da Messina) – Tempera grassa su tavola su tela, 46,5 x 35,5 cm. Palazzo Abatellis. Palermo.

Gli altri santi arrivati fino ai giorni nostri, e attualmente esposti a Palazzo Abatellis a Palermo, sono San Girolamo e San Gregorio Magno. Il resto purtroppo si è perso.

Sant’Agostino e la disposizione degli altri santi

Nella disposizione originale Agostino doveva essere posto in alto e a destra, mentre gli altri due santi dovevano stare a sinistra, sempre in posizione rialzata.

Infatti, se si osserva lo sguardo del santo filosofo, si vede che egli guarda verso il basso, sia perché sta leggendo il libro sacro che tiene in mano, sia perché avrebbe dovuto osservare dall’alto i fedeli.

Lo sfondo

Lo sfondo d’oro ha un sapore arcaico; questo era dovuto alle richieste dei committenti che spesso dimostravano di avere un’idea della pittura e dei suoi simboli diversa da quello di Antonello, il quale era molto avanti rispetto alla cultura siciliana del tempo.

L’innovazione e il compromesso

Il maestro, infatti, si era confrontato con i pittori del continente, amava i pittori fiamminghi, aveva collaborato con Giovanni Bellini a Venezia. L’artista siciliano aveva introdotto importanti innovazioni nella tecnica del ritratto, nell’utilizzo della prospettiva, della profondità e nell’uso della luce.

Mentre in altri ritratti (trattati in diversi altri articoli sulle opere di Antonello da Messina) si dimostra molto più audace, nell’opera qui analizzata probabilmente dovette accettare le richieste dei committenti.

Sant'Agostino portrait
Sant’Agostino: i dettagli

Inoltre, la mano di Antonello si vede nel volto del santo, nei dettagli della barba, nello sguardo profondo e penetrante, nel gioco di luci e ombre della veste; in altre parti del dipinto si vedono invece interventi di altre mani.

I dettagli

Ad esempio, le mani di Sant’Agostino sembrano realizzate da una mano inesperta; le gemme sul copricapo di Agostino sono approssimative e opache; non hanno nulla a che vedere se confrontate con le pietre preziose presenti nel ritratto Madonna Salting, dove i preziosi appaiono in tutta la loro lucentezza e splendore.

E’ probabile dunque che un suo collaboratore, oppure il figlio Jacobello, abbiano messo mano al dipinto e lo abbiano completato.

Ciò è ancora più probabile se si pensa che Antonello in quegli anni era un pittore molto famoso e conteso: aveva molte opere in cantiere, commissionate, da terminare.

Analisi dell’opera e commento video

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San Gregorio Magno: opera di Antonello da Messina https://cultura.biografieonline.it/san-gregorio-magno-antonello/ https://cultura.biografieonline.it/san-gregorio-magno-antonello/#comments Thu, 07 May 2020 04:58:08 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=28997 Fra il 1472 e il 1473 Antonello da Messina realizza quest’opera raffigurante San Gregorio Magno. Essa si inserisce in un contesto più ampio: è solo una parte di una struttura più complessa e articolata. Di seguito andiamo ad approfondire gli aspetti storici e descrittivi. In fondo trovate anche un commento video.

San Gregorio Magno (opera di Antonello da Messina, 1472-1473) • Palazzo Abatellis, Palermo
San Gregorio Magno (Antonello da Messina, 1472-1473) • Palazzo Abatellis, Palermo

San Gregorio Magno, un’opera parte di un polittico

Alcuni documenti testimoniano l’incarico attribuito al pittore messinese per la realizzazione di una “magna icona”, probabilmente un polittico. Il polittico è un’opera d’arte sacra, costituita da singoli pannelli separati ma riuniti e raccolti da una cornice che ne dà una forma architettonica. I pannelli possono essere mobili o fissi.

Non sappiamo come fosse l’opera nella sua totalità, ma molto probabilmente ne facevano parte i dipinti dei tre padri della Chiesa:

Vi era probabilmente anche Sant’Ambrogio, che purtroppo non è arrivato fino a noi.

Chi fu Gregorio Magno

Gregorio Magno (indicato anche come Gregorio I) fu il 64° pontefice della chiesa cattolica e vescovo di Roma, città dove nacque nell’anno 540 circa. Fu papa dall’anno 590 fino alla sua morte, avvenuta nel 604.

Il suo papato si svolse nell’arco di 14 anni, in uno dei periodi più bui della storia italiana e del Medioevo europeo. Minuto e cagionevole di salute, di lui si ricorda l’incredibile forza morale e la incrollabile fiducia nella forza del Cristianesimo. Al suo nome è inoltre legato il genere del canto gregoriano.

Per ulteriori notizie sulla sua vita, vi invito a leggere la biografia di Gregorio Magno.

San Gregorio Magno, analisi dell’opera

Questa splendida opera di Antonello, come anche quelle che ritraggono altri santi, è conservata a Palermo, presso Palazzo Abatellis. Le tavole con la raffigurazione dei tre santi facevano parte di un’opera molto grande nella quale i santi erano posti in alto.

Possiamo infatti notare come in questa tavola San Gregorio Magno abbia uno sguardo rivolto verso il basso e sulla sua sinistra, quindi in diagonale.

Ciò significa che probabilmente era posto in alto e a sinistra, poiché da quella posizione avrebbe dovuto guardare gli spettatori dall’alto in basso.

La posizione in alto era dovuta anche all’autorevolezza e importanza data ai santi. Malgrado l’impostazione arcaica, evocata dallo sfondo in oro, il dipinto appare magnificamente innovativo per le volute della veste bianca che in basso gioca con le ombre e le luci. Ma non solo.

Altro elemento di innovazione introdotto da Antonello da Messina è la prospettiva del volto: essa è accentuata dalla tiara e dai capelli neri del santo.

Infine, vi è il dettaglio della barba appena accentuata sulle guance e che dà profondità e consistenza al volto di San Gregorio Magno.

Dettaglio del volto di Gregorio Magno: si può vedere l'accenno di barba
Il dettaglio del volto in cui si può vedere l’accenno di barba rada

La tecnica

La tecnica utilizzata è tempera grassa su tavola su tela. Le misure sono 46,5 x 35, 5 cm.

La realizzazione

La qualità dell’esecuzione, benché sia di altissimo livello, non è costante. Questo fa pensare al fatto che possa essere portata a termine da un’altra mano. Antonello dal 1457 aveva una bottega ben avviata e dunque è possibile che un suo allievo, oppure il figlio Jacobello, abbiano terminato il dipinto.

Analisi dell’opera con commento video

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Ecce homo (1475), analisi dell’opera di Antonello da Messina https://cultura.biografieonline.it/ecce-homo-antonello-1475/ https://cultura.biografieonline.it/ecce-homo-antonello-1475/#respond Tue, 05 May 2020 19:03:24 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=28983 Questo splendido “Ecce homo” datato 1475 e attualmente esposto a Piacenza, al Collegio Alberoni, riprende il tema degli “Ecce homo” di Antonello da Messina, ispirato autore del capolavoro.

Ecce homo (1475), opera di Antonello da Messina - Piacenza
Ecce homo (1475), opera di Antonello da Messina – Collegio Alberoni, (Via Emilia Parmense, 77 – Piacenza)

Ognuno di questi dipinti fu realizzato per stimolare la preghiera e la meditazione sulla Passione di Cristo. Elenchiamo di seguito i quadri della serie già trattati in precedenti articoli:

Ecce homo (1475): descrizione

La colonna

In quest’opera possiamo ammirare una colonna: la colonna della flagellazione, posta dietro al capo di Cristo e alla quale è legato.

La colonna è un’innovazione importante, perché crea ancor più pathos e drammaticità alla scena. Inoltre permette ad Antonello di utilizzare la luce e l’ombra per rendere il volto del Cristo ancora più vero.

La devozione per il Cristo

Probabilmente questo dipinto è stato commissionato da qualche collezionista che voleva utilizzarlo come opera di devozione; queste ultime erano molto considerate nel Quattrocento e Antonello fu sicuramente uno dei pittori più richiesti in tal senso, nonché uno dei più innovativi.

Era un’epoca in cui il dialogo con la Passione di Cristo assumeva un profilo individuale: i credenti cercavano un modo più raccolto per pregare; Antonello da Messina contribuì a rendere questa esperienza ancora più intima e intensa.

I dettagli

Indubbiamente in questo magistrale dipinto l’influenza fiamminga viene resa in tutta la sua forza stilistica con un lavoro di dettaglio incredibile; basti solo osservare con attenzione le gocce di sangue che sgorgano dalla fronte del Cristo o le lacrime che solcano il suo viso.

Ma tutto il dipinto è un capolavoro di dettagli: la corona di spine, la corda al collo, i capelli riccioluti bagnati dal sudore, conseguenza della sofferenza patita e il volto che implica sofferenza e drammaticità; il quadro pone anche molti interrogativi sulla sofferenza del Cristo e la sua reazione di fronte alla crudeltà umana.

La testa di Gesù è posta di tre quarti: è un’altra innovazione del maestro di Messina. Il suo volto sviluppa tratti psicologici, umani, personali molto intensi, che rendono il dialogo con il divino ancora più sentito.

La prospettiva

La prospettiva è un’altra qualità essenziale di questo dipinto Ecce homo: il gioco di luci e ombre che si proiettano sul volto del Cristo, provenendo dalla colonna, dona plasticità alla sua figura.

La luce intensifica ancora di più la sofferenza del volto e rende la scena profondamene vera.

In quest’opera possiamo dunque ammirare una sintesi meravigliosa fra dettagli fiamminghi e plasticità rinascimentale.

Ecce homo: analisi dell’opera e commento video

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Ritratto d’uomo – Il condottiero: analisi dell’opera di Antonello da Messina https://cultura.biografieonline.it/condottiero-antonello-da-messina/ https://cultura.biografieonline.it/condottiero-antonello-da-messina/#respond Tue, 05 May 2020 16:45:06 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=28962 Nel 1475 Antonello da Messina realizza questo “Ritratto d’uomo”. La caratterizzazione del soggetto, la cicatrice sul labbro superiore e alcune speculazioni sulla sua identità gli hanno attribuito il nomignolo de “Il Condottiero”. Il titolo dell’opera si trova spesso indicato come “Ritratto d’uomo – Il condottiero“. E’ un olio su tavola che misura 36,5 x 30 cm. In questo breve articolo racontiamo la storia del dipinto, approfondendo l’analisi dell’opera. In fondo trovate anche un commento video.

Ritratto d'uomo (Il Condottiero), quadro di Antonello da Messina
Ritratto d’uomo (Il Condottiero), quadro di Antonello da Messina

Nella parte inferiore del dipinto c’è una balaustra su cui è affisso un cartiglio con questa iscrizione latina: 1475 / Antonellus messaneus me pinxit.

Dal 1865 il dipinto è conservato ed esposto presso il Louvre di Parigi.  

Ritratto d’uomo – Il condottiero: descrizione

La forte caratterizzazione del personaggio porta a pensare ad un uomo forte, impavido, determinato.

L’uso del nero

In questo dipinto domina il colore nero. Nero è il vestito del soggetto, nero il suo copricapo, neri i capelli e nero è lo sfondo del dipinto.

Quest’ultimo dettaglio, lo sfondo, non è un’eccezione ma una consuetudine di Antonello: l’autore utilizza come sfondo proprio il colore nero per dare forza al personaggio e creare la giusta prospettiva.

La luce

La luce, magistralmente utilizzata dal maestro messinese, permette una visione chiara e potente degli zigomi, della mascella, della muscolatura del volto e del labbro prominente del condottiero.

I tratti psicologici del soggetto

La fisiognomica, così dettagliata e impietosa, ricorda i dipinti dei pittori fiamminghi a cui Antonello si ispira raggiungendo vertici straordinari. Ma proprio attraverso un’indagine fisiognomica attenta e versatile, il pittore messinese riesce a mostrare l’indole e i tratti psicologici del personaggio.

In questo Antonello è un innovatore e riesce in questo caso a farci dialogare attraverso lo sguardo con Il Condottiero. Emerge così dalla tela un uomo completo, con uno sguardo sicuro, determinato, altero che mostra forza e coraggio.

La sua dimensione psicologica non è accompagnata da una storia o da un titolo che ne rafforzi la presenza, ma solo dalla sua immagine indomita.

Chi è il condottiero?

Per questi ultimi motivi descritti, una possibile identificazione del soggetto ritratto è quella con il duca di Bari, Sforza Maria Sforza (figlio del duca di Milano Francesco Sforza); questi aveva soggiornato a Venezia, dove probabilmente aveva incontrato Antonello.

Quando il duca andò a trovare il fratello, Galeazzo Maria Sforza, probabilmente gli fece vedere un dipinto di Antonello; di fatto il duca di Milano, dopo poco, fece cercare Antonello da Messina dal suo procuratore veneziano allo scopo di offrirgli un lavoro.

Al di là di ciò, il ritratto rimane un impareggiabile capolavoro in cui Antonello coniuga la cultura fiamminga con la plasticità e la prospettiva italiana.

I ritratti d’uomo di Antonello da Messina

Dello stesso autore esiste una serie di “ritratti d’uomo”. Tra quelli trattati in questo sito vi sono i seguenti:

Ritratto d’uomo – Il condottiero: analisi dell’opera (video)

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