Anni Ottanta Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 29 Sep 2023 12:05:43 +0000 it-IT hourly 1 Guerra delle Falkland: riassunto e breve analisi dei fatti storici https://cultura.biografieonline.it/guerra-delle-falkland/ https://cultura.biografieonline.it/guerra-delle-falkland/#respond Fri, 29 May 2020 15:53:47 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=29350 La guerra delle Falkland è ricordata anche come guerra delle Malvine. Lo scontro militare avvenne tra i mesi di aprile e giugno dell’anno 1982. L’evento bellico vide contrapposti Argentina e Regno Unito per il controllo e il possesso delle isole Falkland. In inglese la guerra è indicata come Falklands War, in spagnolo Guerra de las Malvinas.

Guerra della Falkland: distanze, basi e movimenti della flotta britannica
La mappa evidenzia la posizione delle Falkland illustrando le distanze, le basi e i movimenti della flotta britannica

Guerra delle Falkland: le date

L’invasione iniziò storicamente il 2 aprile 1982, quando i reparti dell’esercito argentino cominciarono l’invasione delle isole Falkland, un territorio composto dai 3 arcipelaghi: le Falkland propriamente dette, le Georgia del Sud e le isole Sandwich meridionali. Il conflitto durò 73 giorni, fino al 14 giugno 1982.

Come si arrivò a questa guerra, relativamente breve ma sanguinosa?

Scopriamolo nei paragrafi seguenti che riassumono i fatti storici relativi alla Guerra delle Falkland.

Lo scenario della vigilia

Ecco il quadro dello scenario prima dell’inizio delle operazioni. Gli inglesi governano l’arcipelago che occuparono nel 1833, espellendone i militari argentini. Da allora la componente principale della popolazione è britannica e più specificamente scozzese. Ma gli Argentini non hanno mai smesso di rivendicare le Falkland, che chiamano Malvinas.

Nel 1982 il generale argentino Leopoldo Galtieri, a capo della giunta militare insediatasi a Buenos Aires, decise di invadere militarmente gli arcipelaghi per ristabilire una volta per tutte il dominio dell’Argentina. La decisione fu causata da una grave crisi economica che inevitabilmente portò allo scontento la popolazione. La guerra – si pensava – avrebbe distratto gli argentini e risvegliato i loro sentimenti patriottici.

Anche nel Regno Unito la crisi economica era acutamente sentita. Erano appena stati apportati tagli importanti alle spese per la difesa, che erano ricaduti in modo particolare sulla Royal Navy, proprio l’arma alla quale sarebbe stato richiesto lo sforzo maggiore nella imminente guerra.

La crisi diplomatica

La pressione della giunta argentina sul governo britannico assunse inizialmente un carattere prettamente diplomatico. Alla rivendicazione dell’arcipelago fu affiancata un’intensa attività in sede ONU, che raggiunse il suo culmine nella minaccia diretta di ricorrere all’invasione.

Londra non rispose, e anche questa passività contribuì a convincere la giunta che il governo britannico fosse troppo sfiduciato e concentrato su economia e politica interna, per aver conservato la volontà di combattere per le Falkland. Dopotutto, a Buenos Aires si pensava che una volta che ci si fosse impadroniti militarmente delle isole, gli inglesi non avrebbero potuto che considerarlo un fait accompli.

L’invasione

Il 19 marzo 1982 un gruppo di pescatori argentini sbarcò nella disabitata Georgia del Sud. Subito dopo lo sbarco, però, indossarono uniformi militari e innalzarono la bandiera a bande bianco azzurre con il Sol de Mayo. Era l’apertura delle ostilità.

Nelle intenzioni della giunta, questa operazione di minore entità doveva essere seguita da altre, secondo il principio che a esserne interessati sarebbero stati i tre arcipelaghi, in ordine crescente di importanza politica. Quindi, se non si fosse arrivati a un riconoscimento diplomatico della sovranità argentina, le Falkland propriamente dette sarebbero state invase per ultime.

Fu proprio così che si svilupparono gli eventi.

Sulle isole Sandwich Meridionali, però, gli invasori si scontrarono con una forte opposizione e riuscirono a ultimarne la conquista solo il 3 aprile 1982.

Nel frattempo, e precisamente nella notte tra l’1 e il 2 aprile, era cominciata l’invasione delle Falkland.

I commando, primi a sbarcare, puntarono contro la caserma dei Royal Marine e contro l’abitazione del governatore, nella capitale Port Stanley (Puerto Argentino per gli invasori). Le operazioni ebbero termine in 11 ore soltanto.

Il tentativo diplomatico

Insediatisi gli argentini nei 3 arcipelaghi, cominciò una febbrile attività diplomatica. A grandi linee, le opinioni al Palazzo di Vetro erano divise tra chi riteneva che l’azione argentina fosse in qualche modo legittima, in quanto l’occupazione inglese aveva origine coloniale, e chi la considerava un atto di guerra inaccettabile.

Si arrivò così allo stallo diplomatico, confermato dallo stesso segretario generale delle Nazioni Unite, Javier Pérez de Cuéllar, il quale ammise che i suoi sforzi per una composizione pacifica della questione, non avevano sortito effetto.

La parola passava così definitivamente alle armi.

La reazione inglese

Anche all’interno del Regno Unito si sviluppò un dibattito piuttosto acceso sulla Guerra delle Falkland. Da una parte vi erano coloro che ritenevano inutile – oltre che pericoloso – impegnare le forze militari, ridotte dalla crisi economica, tanto lontano dalla madrepatria e per un obiettivo di limitata importanza. Dall’altra parte c’era chi riteneva necessario combattere per riaffermare l’idea dell’Impero inglese come capace di proiettare a distanza la sua forza.

Prevalse quest’ultima tesi, che peraltro era quella sostenuta dal Primo Ministro, la Lady di ferro Margaret Thatcher.

Margaret Thatcher
Margaret Thatcher

Presa la decisione, il Regno Unito mise in campo una poderosa forza, comprendente 13.000 uomini e oltre 100 navi. A questo scopo, si “raschiò il fondo del barile”, ottenendo l’aiuto anche degli altri paesi del Commonwealth, e in particolare dell’Australia che si assunse l’incarico di difendere aree dell’Impero rimaste sguarnite.

Se le forze in campo erano più o meno uguali, limitatamente a soldati e aviazione (la Royal Navy era nettamente superiore alla controparte argentina), lo stesso non si poteva dire della loro qualità: l’esercito argentino, di leva, era composto prevalentemente da uomini ancora nelle prime fasi dell’addestramento, mentre gli inglesi erano militari professionisti.

Gli inglesi avevano anche un sensibile vantaggio qualitativo nei mezzi a disposizione dell’aviazione, per quanto i piloti argentini rivelassero doti di aggressività e coraggio che non mancarono di suscitare ammirazione negli stessi nemici.

Guerra delle Falkland: inizio maggio 1982. Dispiegamento delle forze aeronavali
1 – 2 maggio 1982: dispiegamento delle forze aeronavali di Argentina e Gran Bretagna nell’Atlantico del Sud

Le operazioni militari

Gli inglesi riconquistarono in breve le isole della Georgia, pressoché indifese, che trasformarono in una piccola base. Nel corso dei combattimenti i difensori persero il sottomarino Santa Fe. Sistemata così la questione, la guerra delle Falkland continuò soprattutto con lo scontro aeronavale mirato a garantire la supremazia nei cieli del teatro delle operazioni.

In questa fase, il sottomarino nucleare HMS Courageous affondò l’incrociatore General Belgrano, mentre gli inglesi lamentarono la perdita del cacciatorpediniere Sheffield, affondato da un missile Exocet aerotrasportato, di 2 fregate e di naviglio minore.

L'affondamento dell'incrociatore General Belgrano durante la Guerra delle Falkland
Una foto che immortala l’affondamento dell’incrociatore General Belgrano

Si garantirono però la superiorità aerea e questo risultò determinante nel consentire lo svolgimento delle operazioni successive e in particolare lo spostamento di truppe per mezzo di elicotteri. Poterono così sbarcare a San Carlos nella notte del 21 maggio uomini espertissimi dei Royal Marine, unitamente a un reggimento di paracadutisti.

Nonostante l’intensa opposizione dei resti dell’aviazione del paese sudamericano, gli inglesi poterono avanzare e unirsi a un ulteriore reparto, sbarcato il 27 maggio nei pressi dell’istmo che collega le due parti dell’isola. Riuscirono così a spingersi nell’interno e a conquistare il 28 maggio la località di Goose Green, dove caddero prigionieri oltre 1.000 soldati nemici.

Se si va avanti di questo passo, la guerra delle Falkland (o Malvine) finirà quando l’ultimo aereo argentino sarà abbattuto col suo carico di bombe sull’ultima nave inglese. E dire che questa lotta di leoni si svolge per un’isola di Pecore.

Cit. INDRO MONTANELLI (Il Giornale, dalla rubrica Controcorrente, 27 maggio 1982)

La caduta di Port Stanley

Gli inglesi potevano così avanzare e conquistare le alture che circondano la capitale.

L’attacco cominciò la notte del 13 giugno e si risolse in un rapido successo, nonostante alcuni locali contrattacchi dell’esercito argentino.

La via per Port Stanley era a questo punto spalancata: alle 23.59 del 14 giugno 1982 venne proclamato il cessate il fuoco.

Si arresero 8 o 9.000 argentini – a seconda delle fonti. Il loro comandante, generale Mario Benjamín Menéndez, venne aspramente criticato in patria per aver ceduto alla pressione psicologica, più che a quella militare.

Le conseguenze del conflitto

La sconfitta patita ebbe gravi conseguenze politiche in Argentina. Vennero a galla le deficienze nella pianificazione e, soprattutto, gli errori di sottovalutazione del nemico. Pochi mesi dopo si dimise il dittatore, generale Galtieri, ed ebbe inizio il processo di democratizzazione della nazione argentina.

Si direbbe che a causa delle Malvine, l’Argentina è maturata improvvisamente. 

LEOPOLDO GALTIERI

Di contro, a Londra si riaffermò la popolarità di Margaret Thatcher in un momento di gravi tensioni interne. Londra concesse nuovamente agli abitanti delle Falkland lo statuto di cittadini inglesi e rafforzò il suo dispositivo militare nelle Falkland.

Sapevamo quello che dovevamo fare, siamo andati e lo abbiamo fatto. La Gran Bretagna è di nuovo grande!

MARGARET THATCHER

I caduti furono 649 argentini e 258 britannici.

A tutt’oggi, l’Argentina continua a rivendicare il possesso delle Isole Malvinas.

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Thriller (1982) di Michael Jackson: storia e curiosità https://cultura.biografieonline.it/thriller-1982-di-michael-jackson/ https://cultura.biografieonline.it/thriller-1982-di-michael-jackson/#comments Mon, 20 Aug 2018 21:32:07 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5483 Nei primi anni Ottanta, e precisamente il 30 novembre 1982, esce un album che rivoluziona il panorama musicale, entrando a pieno titolo nella storia della musica di tutti i tempi. Se parliamo degli anni Ottanta e di quelli che sono seguiti non si può fare a meno di menzionarlo: si tratta del sesto album dell’indiscusso re del pop, Michael Jackson, intitolato “Thriller”.

Con i quaranta milioni di copie vendute dopo solo un anno dalla sua uscita, questo album batte il record di vendite realizzate fino ad allora, restando nelle classifiche di tutto il mondo per ben 122 settimane.

Michael Jackson, "Thriller" (1982)
“Thriller” (1982), famosissimo disco di Michael Jackson

Il successo di Thriller

Ma quali sono i motivi dello strabiliante successo dell’album “Thriller”? Cosa ha reso “Thriller” uno dei dischi più azzeccati nella carriera di Michael Jackson e nella storia della musica in generale?

La novità di “Thriller” sta nel fatto che i sette singoli estratti dall’album (che ne contiene in tutto nove) vengono accompagnati da un videoclip. “Thriller” ha cambiato profondamente il modo di concepire il videoclip, basta riguardarselo un attimo e si capisce bene il perché.

Siamo davanti ad un capolavoro, un cortometraggio curato dal regista John Landis nei minimi particolari: realizzato nel 1983, questo “mini-film” può essere ancora considerato il miglior video musicale della storia. Il video si apre con una introduzione (recitata e cantata),  è palese l’utilizzo di effetti speciali (il cantante ad un certo punto si trasforma in uno zombie), i costumi ed il trucco da “morti viventi”sono assolutamente impeccabili. Le coreografie del video hanno ispirato anche registi e artisti per la realizzazione di film successivi.

Questi sono gli anni d’oro di Michael Jackson, che si impone sul panorama musicale mondiale per le sue performances musicali e le doti da ballerino (celebre ed inimitabile è la camminata all’indietro, “Moonwalk”, che in tanti hanno tentato invano di riproporre). Il riconoscimento del talento di Michael Jackson supera qualsiasi confine spaziale e temporale, non c’è persona che non conosca e apprezzi le sue canzoni.

Altra caratteristica che ha reso “Thriller” così famoso è la collaborazione di artisti del calibro di Eddie Van Halen, Paul McCartney, Toto.

Riconoscimenti

Nel 2001 il disco è stato riproposto in una Edizione Speciale, per celebrare i trent’anni di carriera di Michael Jackson. Nel 2008 è stata lanciata una riedizione dell’album, in occasione del 25° anniversario della prima uscita, intitolata “Thriller 25”. Questa riedizione ha venduto più di quattro milioni di copie, e contiene le tracce originali dell’album in un CD e in DVD, insieme ad alcune interviste rilasciate dal cantante ed un brano inedito, intitolato “For All Time”.

I riconoscimenti ottenuti dall’album “Thriller” sono davvero numerosi. Ora il disco, considerato “Tesoro Nazionale”, è conservato nella Biblioteca del Congresso americano. Dopo la morte improvvisa di Michael Jackson, l’album ha riconquistato la vetta delle classifiche in tutto il mondo, ottenendo anche il ventinovesimo disco di platino in America.

Oltre all’omonimo brano “Thriller”, gli altri singoli contenuti nell’album (altrettanto famosi) sono: Beat It, Billie Jean, The Girl is Mine, Human Nature, Wanna Be Starting Somethin, Pretty Young thing.

Pare che Michael Jackson, nel comporre l’album “Thriller” si sia ispirato ad un brano dei Queen, intitolato “Hot Space” (lui stesso deve averlo ammesso). Ma il pezzo della band inglese non ha riscosso lo stesso successo di Thriller di Jackson, che invece è diventato un brano famoso in tutto il mondo.

Nell’agosto del 2018 è successo un fatto inaspettato: questo celebre disco è stato superato nella classifica dei dischi più venduti negli Stati Uniti. A sorpresa la raccolta Their Greatest Hits 1971-1975 degli Eagles ha scalzato dal trono il re del pop.

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La strage di Ustica https://cultura.biografieonline.it/strage-di-ustica/ https://cultura.biografieonline.it/strage-di-ustica/#respond Mon, 11 May 2015 17:03:02 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=14240 Era il 27 giugno 1980 quando il volo Itavia 870 partito da Bologna con rotta Palermo si inabissò con 81 persone a bordo tra Ponza e Ustica. Da allora ci sono voluti anni affinché si arrivasse alla verità su quella terribile strage: “Il Dc-9 fu abbattuto da un missile”. Lo hanno affermato i giudici della prima sezione civile della Corte d’Appello di Palermo, che hanno rigettato i ricorsi dell’Avvocatura dello Stato contro le quattro sentenze del Tribunale siciliano.

Strage di Ustica - Prima pagina giornale
Strage di Ustica – La prima pagina de “La Repubblica”

Prima di questa sentenza del 2015, sono state formulate nel corso delle indagini quattro ipotesi: la prima, cedimento strutturale, la seconda, collisione con un altro aereo in volo, terza, bomba a bordo, quarta, un missile sparato da un altro aereo. Ma andiamo con ordine.

Rigettato il ricorso dei ministeri, 15 aprile 2015: Lo Stato dovrà pagare

La Corte di Appello civile di Palermo ha rigettato il ricorso dei ministeri della Difesa e dei Trasporti contro la sentenza del settembre 2011, sentenza del giudice Paola Protopisani, con la quale condannò lo Stato a risarcire con oltre 100 milioni di euro i 42 familiari di 17 vittime. La sentenza di Protopisani stabilì che la causa dell’abbattimento dell’aereo fu «un missile o collisione in una scena militare».

Strage di Ustica - foto aereo
Una foto del DC-9 Itavia I-TIGI, prima della strage di Ustica • Questa foto (tratta da Wikipedia) fu scattata nel 1972 durante un transito dell’aereo a Basilea (Svizzera).

La corte ha confermato la responsabilità dei ministeri per la morte dei passeggeri a bordo del volo Itavia 870. In più i giudici hanno rinviato alla sentenza definitiva, per la quale dovrà pronunciarsi la Cassazione a sezioni unite, l’esame delle singole voci del danno, rinviando la causa al 7 ottobre 2015.

La sera del 27 giugno 1980 e le prime indagini

L’aereo parte dall’aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna: sono le 20.08, con due ore di ritardo rispetto all’orario previsto. L’arrivo a Palermo è previsto per le 21.15. Il Dc 9 viaggia con regolarità, con a bordo 81 persone: 64 passeggeri adulti, 11 ragazzini tra i due e i dodici anni, due bambini di 24 mesi e 4 uomini dell’equipaggio.

Il volo prosegue la sua rotta, sino a quando, poco prima delle 21 del Dc 9 si perdono le tracce radar, l’aereo scompare in mare. Da allora sino al 1986 della strage di Ustica non si parlerà più. Le indagini procedono molto lentamente. Viene fondata l’associazione dei familiari delle vittime perché, come dice Daria Bonfietti  “appariva sempre più chiaro che coloro che lottavano contro la verità esistevano, erano esistiti fin dagli istanti successivi il disastro e operavano a vari livelli, nelle nostre istituzioni democratiche, per tenere lontana, consapevolmente la verità”.

A novembre del 1984 viene nominato il primo collegio peritale e il 16 marzo 1989 il collegio consegna al giudice istruttore Bucarelli la relazione. Quindi i sei periti che fanno parte del collegio rilasciano alla stampa una dichiarazione: “Tutti gli elementi a disposizione fanno concordemente ritenere che l’incidente occorso al DC9 sia stato causato da un missile esploso in prossimità della zona anteriore dell’aereo. Allo stato odierno mancano elementi sufficienti per precisarne il tipo, la provenienza e l’identità”.

Dunque il giudice gli assegna il compito di proseguire nelle indagini per identificare il tipo di missile, ma le pressioni fanno sì che vacillino le iniziali certezze: due periti su sei non saranno più certi del missile. Nel frattempo, a seguito di uno scontro tra l’onorevole Giuliano Amato, ai tempi Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, e il giudice Bucarelli, il giudice abbandonerà l’indagine, che di conseguenza passerà al giudice Rosario Priore.

La Commissione Stragi

Il Parlamento si interessa direttamente della vicenda, a seguito di una vasta mobilitazione dell’opinione pubblica, con la Commissione Stragi, presieduta da Libero Gualtieri, che nell’aprile 1992 approva una relazione: “per la Commissione è possibile indicare al Parlamento le responsabilità delle istituzioni militari per avere trasformato una ‘normale’ inchiesta sulla perdita di un aereo civile, con tutti i suoi 81 passeggeri, in un insieme di menzogne, di reticenze, di deviazioni, al termine del quale, alle 81 vittime, se ne è aggiunta un’altra: quell’Aeronautica militare che, per quello che ha rappresentato e che rappresenta, non meritava certo di essere trascinata nella sua interezza in questa avventura”.

Il 15 maggio 1992 i generali all’epoca dei fatti  ai vertici dell’aeronautica vengono incriminati per alto tradimento, “perché, dopo aver omesso di riferire alle Autorità politiche e a quella giudiziaria le informazioni concernenti la possibile presenza di traffico militare statunitense, la ricerca di mezzi aeronavali statunitensi a partire dal 27 giugno 1980, l’ipotesi di un’esplosione coinvolgente il velivolo e i risultati dell’analisi dei tracciati radar, abusando del proprio ufficio, fornivano alle Autorità politiche informazioni errate.”

Le indagini del giudice Priore

Sono i primi mesi del 1994 quando vengono resi noti i risultati delle perizie commissionate dal giudice Priore. Dalle perizie emerge che è escluso che sul Dc 9 sia esplosa una bomba. Non ci sono infatti tracce di esplosione sulle vittime, né segni di strappi da esplosione sui metalli, le analisi chimiche escludono l’ipotesi di una bomba e persino gli esperimenti e le simulazioni danno esito negativo.

Passano pochi mesi e a luglio gli stessi periti avanzano l’ipotesi di una bomba, ma non sapranno dire come era fatta e né dove fosse collocata. Per i pm Coiro, Salvi e Rosselli e anche per il giudice Priore, “il lavoro dei periti d’ufficio é affetto da tali e tanti vizi di carattere logico, da molteplici contraddizioni e distorsioni del materiale probatorio da renderlo inutilizzabile”. Rimangano i dubbi sull’attività svolta dai periti, alcuni dei quali verranno estromessi dal giudice istruttore che li aveva nominati.

Le indagini si spostano sui radar: viene chiesta la collaborazione della Nato

Il cielo si vuole fare credere vuoto da ogni presenza di voli militari, ma a questo punto si chiede la collaborazione della Nato. A fine agosto del 1999 il giudice Priore sentenzia: “l’incidente al DC9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento”. Quindi quella notte sul cielo di Ustica c’era la guerra. Nel 2000 inizia il processo contro i vertici dell’Aeronautica che nell’aprile del 2004 vengono assolti per prescrizione. Tuttavia si riconoscerà che hanno omesso di riferire alle autorità politiche i risultati dell’esame dei tracciati radar di Fiumicino/Ciampino.

Strage di Ustica: una mappa illustrata che aiuta a capire dove sia caduto l'aereo
Strage di Ustica: una mappa illustrata che aiuta a capire dove sia caduto l’aereo

Proprio quei tracciati vedono la presenza di una manovra d’attacco al Dc9. Inoltre, viene riconosciuto che hanno fornito informazioni errate alle autorità escludendo la presenza di altri aerei militari nella tragedia dell’aereo civile.  La vicenda della strage di Ustica sembrava conclusa il 10 gennaio 2007, quando la Prima sezione penale della Corte di Cassazione conferma la sentenza di assoluzione, con formula piena, per i generali Lamberto Bartolucci e Franco Ferri dall’accusa di alto tradimento: non è stato individuato nessun colpevole.

I due generali nell’informare il ministero della Difesa sulla situazione nei cieli italiani della sera dell’abbattimento del Dc 9 avevano escluso il coinvolgimento di altri aerei italiani o della Nato, militari o civili. Così, con questa sentenza, a distanza di 27 anni, il processo penale si chiude senza la possibilità di ottenere giustizia. Ma nel febbraio 2008, la dichiarazione dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, che sostiene ai microfoni della Rai che il Dc9 è stato abbattuto da un missile lanciato da un jet militare francese, la procura della repubblica di Roma apre il 21 giugno 2008 una nuova inchiesta.

Le morti sospette

L’elenco di morti sospette dei cosiddetti “suicidi in ginocchio” è lungo. L’elenco si apre il 3 agosto 1980 con l’incidente stradale in cui muore il colonnello dell’Aeronautica militare Pierangelo Tedoldi, 41 anni, comandante dell’aeroporto di Grosseto.

È il 23 gennaio 1983 quando in un altro incidente stradale muore il sindaco di Grosseto, Giovanni Battista Finetti. Il sindaco aveva raccolto le testimonianze di alcuni ufficiali dell’Aeronautica. Secondo tali confidenze, due caccia italiani si erano sollevati in volo dalla base toscana per abbattere un Mig libico.

Il 28 agosto 1988, in Germania, a Ramstein, nel corso di un’esibizione aerea delle Frecce Tricolori, muoiono i due piloti, Mario Naldini, 41 anni, e Ivo Nutarelli, 38 anni, gli stessi che la sera del 27 giugno 1980 avevano lanciato segnali di emergenza, decollati da Grosseto.

Il 1° febbraio del 1991 il maresciallo dell’Aeronautica, Antonio Muzio, viene ucciso con tre colpi di pistola a Vibo Valentia; nell’anno della strage di Ustica prestava servizio alla torre di controllo di Lamezia terme. Segue, il 2 febraio 1992, l’incidente stradale in cui rimane vittima il maresciallo Antonio Pagliara: negli anni Ottanta era in servizio a Otranto con funzioni di controllo per la Difesa Aerea.

Il 12 gennaio 1993 viene ammazzato a Bruxelles l’ex generale Roberto Boemio, testimone – chiave. L’alto ufficiale aveva collaborato su Ustica con la magistratura e le modalità dell’omicidio secondo la magistratura belga coinvolgono “i servizi segreti internazionali”.

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Brothers in Arms, disco famoso dei Dire Straits (1985) https://cultura.biografieonline.it/dire-straits-brothers-in-arms/ https://cultura.biografieonline.it/dire-straits-brothers-in-arms/#respond Sat, 22 Dec 2012 15:21:07 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5555 Con più di venticinquemilioni di copie vendute, l’album “Brothers in Arms” dei Dire Straits è entrato a pieno titolo nella storia della musica di tutti i tempi. Il successo di questo album supera ogni aspettativa della band inglese. Quando il gruppo decide di registrare il quinto album “Brothers in Arms”, tra il 1984 e il 1985, in India, New York e Londra, la loro carriera è già in vertiginosa ascesa.

L’album viene stampato, oltre che nel tradizionale vinile, anche su compact disc, una novità rilevante per quei tempi. Viene infatti inaugurata l’era del suono digitale. Grazie al compact disc le varie sfaccettature della musica di questa band vengono messe in evidenza in maniera magistrale.

Dire Straits, Brothers in Arms (1985)
Dire Straits, Brothers in Arms (1985)

Brothers in Arms” contiene nove brani, che si contraddistinguono per lo stile rockeggiante ma pulito, i testi impegnati e non banali, il suono del sassofono e chitarra un po’ “glamour”. Il disco scala velocemente le vette delle principali classifiche mondiali; nel nostro Paese si piazza al quarto posto nella Classifica FIMI Artisti. Anche la copertina del disco, che riproduce l’immagine di una chitarra modello “dobro” sullo sfondo di un bellissimo cielo, è divenuta famosa e per questo motivo riprodotta molto spesso.

I brani contenuti nell’album sono scritti da Mark Knopfler, ad eccezione di “Money for Nothing”, che vede la collaborazione di Sting. I Dire Straits cambiano la loro formazione proprio mentre lavorano al quinto album: ad affiancare Alan Clark alle tastiere viene chiamato Guy Fletcher, mentre si defila il chitarrista Hal Lindes; alla batteria vi è Terry Williams, al basso troviamo John Illsley.

Ecco l’elenco dei singoli contenuti nell’album “Brothers in Arms”: Money for Nothing, So Far away, Walk of life, Why worry, Your latest Trick, The Man’s too strong, Ride across the river, Brothers in arms, One world. Con questo nuovo album la band inglese cerca di avvicinare il grande pubblico senza però rinunciare alla raffinatezza, che è una caratteristica che li differenzia dai concorrenti.

Nel brano “So far away” il suono dolce della chitarra fa da protagonista, in “Your latest trick”, invece, vi è la presenza del sax, che rende questo brano uno dei più belli ed emozionanti dell’intera discografia dei Dire Straits. “One world” è il brano più corto, che dura meno di quattro minuti; “Brothers in Arms” è invece una melodia intensa e commuovente, il cui testo è una vera e propria denuncia della guerra. “The Man’s Too Strong” è un brano dallo stile western molto particolare che alterna una parte cantata dal vocalist.

L’album ottiene numerosissimi riconoscimenti: la rivista musicale specializzata “Rolling Stones” lo classifica tra i cinquecento album più belli della storia. Anche se il debutto dei Dire Straits è avvenuto negli Anni Ottanta, caratterizzati dalla stravagante presenza dei punk, in realtà questa band non si è lasciata mai contaminare da stili che non fossero quelli tradizionali del rock and roll, e dalle melodie tipiche degli anni Cinquanta e Sessanta.

I Dire Straits devono molto alla straordinaria bravura del chitarrista e cantante Mark Knopfler (sono famosi gli assoli di chitarra della band britannica). Il leader dei Dire Straits si ispira spesso a Bob Dylan, recuperando la tradizione delle ballate medievali con la presenza di dialoghi. Non è facile collocarli in una corrente musicale ben precisa, i Dire Straits sono semplicemente unici.

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