animali Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 01 Feb 2022 21:31:34 +0000 it-IT hourly 1 Dolce & Gabbana FUR FREE: via le pellicce animali https://cultura.biografieonline.it/dolcegabbana-no-pellicce-fur-free/ https://cultura.biografieonline.it/dolcegabbana-no-pellicce-fur-free/#respond Tue, 01 Feb 2022 14:55:24 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=38703 Anche nel campo della moda, ultimamente, molti marchi stanno seguendo un trend più etico e sostenibile. Dolce&Gabbana ha annunciato ufficialmente che sarà dismesso l’uso di pellicce animali in tutte le collezioni di moda a partire dall’anno in corso.

La casa di moda italiana, una delle più importanti al mondo, ha quindi bandito dalle passerelle le pellicce ricavate da animali, allevati appositamente o catturati in natura.

Fur free

L’azienda ha assunto un impegno preciso a favore di un futuro più sostenibile anche nella moda. In tale contesto si inserisce la decisione presa, che segna un passo importante nella politica “fur free” che Dolce&Gabbana sta applicando da tempo.

L’intero sistema moda ha un importante ruolo di responsabilità sociale che deve essere promosso e incoraggiato: integreremo materiali innovativi nelle nostre collezioni e svilupperemo processi produttivi rispettosi dell’ambiente, preservando al tempo stesso il lavoro e il know-how degli artigiani“, ha dichiarato il Group Communication&Marketing Officer del noto brand di moda.

Ma Dolce&Gabbana, a quanto pare, non è l’unico marchio che si è impegnato ad eliminare dalle collezioni di moda le pellicce animali. Lo hanno fatto anche, nei giorni scorsi, altri brand importanti come Prada, Armani, Gucci, Moncler.

Dolce e Gabbana non utilizzeranno più pellicce animali
FUR FREE: Dolce & Gabbana non utilizzerà più pellicce animali
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Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio (Salvador Dalí) https://cultura.biografieonline.it/sogno-causato-dal-volo-di-un-ape-dali/ https://cultura.biografieonline.it/sogno-causato-dal-volo-di-un-ape-dali/#comments Tue, 16 Nov 2021 14:57:42 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5303 Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio è un dipinto di Salvador Dalí che usa una delle tecniche del surrealismo per realizzarlo.

Genesi dell’opera

Le immagini paradossali e fantasiose del quadro sono infatti la conseguenza di una puntura d’ape che il pittore subisce durante una notte, mentre è addormentato. Durante la fase immediata del risveglio, mentre il subconscio si trasforma in coscienza, le immagini causate dal dolore e dall’identificazione da parte di Dalí della causa di questo dolore – l’ape appunto – gli ispirano una serie di immagini che riporta sulla tela.

Salvador Dalí: Sogno causato dal volo di un'ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio, di Salvador Dalí (1944)
Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio, di Salvador Dalí

Descrizione del quadro

Si tratta di un olio su tela che misura 51×40,5 cm, realizzato nel 1944 e che attualmente è esposto al Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid. Uno dei protagonisti del quadro è, come in altri casi, la sua musa Gala, compagna di tutta la vita, la quale è distesa nuda su un pezzo di marmo sospeso per aria.

Mentre Gala dorme un fucile con una baionetta le tocca il braccio, è ovviamente il pungiglione dell’ape, dietro al fucile ci sono due tigri, forse rappresentano il colore e il manto dell’insetto; e dietro alle tigri compare un pesce con la bocca aperta dal quale balzano fuori i due felini e dietro al pesce si vede un melograno da cui esce il pesce stesso. In fondo compare un elefante con le zampe sottili che cammina sull’acqua.

L’elefante già compare nel dipinto La tentazione di Sant’Antonio. Il lavoro sull’inconscio e sulla coscienza che acquisisce informazioni sulla sua parte più profonda, rimanda a Freud e ad altre speculazioni. Tuttavia la parte più interessante del quadro è l’incredibile capacità di Dalí di rendere il disegno definito e chiaro in tutte le sue parti, regalandoci uno straordinario esempio di pittura surrealista.

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Dog Film Festival: la prima rassegna italiana cinematografica e letteraria dedicata al Cane https://cultura.biografieonline.it/dog-film-festival-dedicato-al-cane/ https://cultura.biografieonline.it/dog-film-festival-dedicato-al-cane/#respond Sun, 28 Mar 2021 13:18:07 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=33403 Il cane è da sempre considerato il miglior amico dell’uomo. Negli ultimi tempi, a causa del lockdown, per molti il cane ha rappresentato l’unico compagno fedele con il quale condividere la propria solitudine forzata. Sono tante le storie i racconti che hanno come protagonista “Fido”, ed è proprio sulla scorta di ciò che è nato il DFF (Dog Film Festival), la prima rassegna di film, video amatoriali e racconti scritti riguardanti l’universo del cane e il suo rapporto con l’uomo.

Il Festival si rivolge a tre categorie di partecipanti: professionisti, amatori e writers, i quali sono invitati ad iscrivere le proprie opere e concorrere così alle rispettive sezioni dei DFF Awards. A decidere i vincitori di ciascuna di esse vi sono tre giurie dedicate.

In particolare, la sezione DFF Heritage intende premiare l’impegno dei cani a fianco degli uomini nei rispettivi ambiti: Therapy (in un precedente articolo abbiamo parlato di Pet-Therapy); Security; Search and Rescue.

Il Festival promuove anche al suo interno una campagna di comunicazione per sensibilizzare sul tema dell’abbandono. Per info e contatti: www.dogfestival.it

L’iniziativa si incentra in particolar modo sui valori condivisi di Empatia, Natura, Ambiente e Valori affettivi. La scadenza dei bandi è fissata per il prossimo 30 Maggio 2021.

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Battibecco: da dove deriva questa parola e cosa c’entrano i polli https://cultura.biografieonline.it/battibecco/ https://cultura.biografieonline.it/battibecco/#comments Thu, 20 Feb 2020 09:28:36 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=27879 La parola battibecco è, come noto, una parola composta da “batti” e “becco”. Nell’uso corrente della lingua italiana indica un litigio, uno scontro, un bisticcio.

Battibecco: polli che si azzuffano

Indica un alterco, però, dai toni frivoli, per futili motivi, consumato con leggerezza. Tale connotazione è data al termine proprio dalla sua etimologia che pesca nel mondo animale.

Battibecco: facciamo come i polli nel pollaio

Essere coinvolti in battibecchi, o in un battibecco significa imbattersi in prima persona in uno scontro con l’altro, di basso livello. La parola battibecco, infatti, sta ad indicare anche una rissa o una mischia.

Nelle lotte tra galli, gli animali usano il becco come principale arma per ferire l’avversario, con effetti anche talvolta violenti. Si pensi però anche al rumore che i polli fanno quando beccano, per mangiare: battono il becco con una certa forza, per spezzare il cibo e subito ingoiarlo.

Lotta tra galli

In sostanza l’origine del termine si riferisce all’espressione “battere il becco” alla stregua dei polli che si azzuffano nel pollaio. E non certo per divergenze intellettuali.

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I cammelli hanno due gobbe… e altre curiosità https://cultura.biografieonline.it/cammelli-gobbe/ https://cultura.biografieonline.it/cammelli-gobbe/#comments Wed, 27 Dec 2017 22:04:28 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23749 I cammelli nelle gobbe non hanno acqua bensì grasso. L’acqua viene invece conservata in diverse parti del corpo, anche all’interno del flusso sanguigno. Questa capacità permette loro di evitare la disidratazione. Infatti i cammelli possono vivere per sette giorni nel deserto senza bere neanche un goccio d’acqua. Allo scadere però del settimo o ottavo giorno, se trovano una fonte d’acqua, sono in grado di assorbire fino a 225 litri.

cammelli due gobbe - camels two humps
Cammelli

Un proverbio africano recita:

Un cammello non prende in giro un altro cammello per le sue gobbe.

Le caratteristiche dei cammelli

Il cammello è un mammifero. Una delle principali caratteristiche è che sono dotati di due gobbe (a differenza dei dromedari che ne hanno una solo). La sua altezza arriva a 200 centimetri circa (2 metri). Vive perlopiù in Asia centrale. Allevato e addomesticato dall’uomo, viene da lui utilizzato come animale da trasporto oppure come fonte di sostentamento grazie alla sua carne, il grasso, il latte, la lana. Il peso di un cammello adulto è di poco inferiore ai cinque quintali. I cammelli sono animali erbivori ed il loro periodo di gestazione è di tredici mesi.

cammello due gobbe - camel two humps

Lo sfruttamento e l’odio del cammello per l’uomo

Il grasso che contengono nelle gobbe serve come riserva energetica. I cammelli, come è noto, sono gli animali più sfruttati dall’uomo e riescono a conservare ed alimentare un odio per i loro padroni non comune. Tanto che quando stanno per esplodere con conseguenze pericolose, il cammelliere gli concede il suo mantello. Il cammello a questo punto lo distrugge strappandolo con i denti e sfogando sul mantello del suo padrone tutta la sua rabbia e il suo odio per colui che lo sta sfruttando e che non lo lascia libero.

Alla fine di questa curiosa pratica, ritorna la calma fra padrone e animale. Il loro rapporto può così continuare come prima, fino al nuovo successivo scoppio di rabbia. Ma non sono solo i cammelli ad essere sfruttati.

Lo sfruttamento dei bambini

La corsa dei cammelli praticata in molti Stati arabi e africani prevede che il fantino sia un bambino.

Si sono pertanto evolute delle regole che identificano nei minori di sedici anni i fantini ideali. Addirittura in alcune zone del Pakistan vengono utilizzati bambini di quattro anni. Le autorità negli ultimi anni sono intervenute proibendo lo sfruttamento dei minori e in alcuni Stati, come gli Emirati, vengono utilizzati dei robot al posto dei bimbi.

cammello guidato da un robot - robotic camel race
Un cammello guidato da un robot

Lo sfruttamento dei bambini prevede anche il loro rapimento. Sono state infatti sgominate delle vere e proprie bande che rapivano bambini in Afghanistan e in Pakistan per utilizzarli nei campi di allenamento dei cammelli da corsa.

I levrieri e i cammelli

Il cammello non è solo un animale da corsa ma serve anche per trasportare i cani di razza levriera. Questi ultimi quando identificano una preda balzano dal collo del cammello e si lanciano all’inseguimento dell’animale che devono cacciare.

Concludiamo l’articolo con due proverbi arabi sui cammelli, di seguito.

Puoi portare un cammello alla fonte ma non puoi costringerlo a bere.

Non bastano tutti i cammelli del deserto per comprarti un amico.

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Il circo e i trapezisti di Toulouse-Lautrec https://cultura.biografieonline.it/circo-trapezisti-quadro-lautrec/ https://cultura.biografieonline.it/circo-trapezisti-quadro-lautrec/#respond Wed, 27 Dec 2017 20:43:29 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23716 I disegni e i dipinti sul circo di Henri de Toulouse-Lautrec dimostrano una straordinaria padronanza della tecnica e soprattutto la sua immensa capacità di sintetizzare le immagini in pochi essenziali caratteri. Osservare i suoi disegni implica lasciare la mente vagare nel ricordo del circo con i suoi odori, i suoi rumori e le sue luci.

Al circo Fernando - quadro Toulouse-Lautrec
Al circo Fernando (1888) • quadro di Henri de Toulouse-Lautrec

Tutto è in movimento e ogni immagine prende vita propria. Lautrec pesca a piene mani nella sua memoria e così riaffiorano i ricordi di quando a Montmartre negli anni ’80 visitava i circhi e osservava belve, trapezisti, clown e gli animali addomesticati.

La tecnica usata è il carboncino, l’acquerello e il pastello. Qui ne possiamo vedere alcuni esempi. Le opere furono realizzate nel 1899. Nel 1905, quattro anni dopo la sua morte, ne vennero pubblicati alcuni.

Circus - Circo - Toulouse-Lautrec
Uno della serie di disegni di Toulouse-Lautrec sul circo e i trapezisti

Perché Lautrec dipinse il circo e i trapezisti

Nel febbraio del 1899 Henri de Toulouse-Lautrec venne ricoverato nella clinica del dottor Semelaigne a Neuilly. Lo scopo del ricovero fu disintossicarsi delle droghe di cui aveva abusato negli ultimi due anni, soprattutto l’oppio e l’assenzio. Inoltre, Lautrec, nel 1897 aveva contratto la sifilide che lo aveva portato ad uno stato di generale indebolimento sia fisico che mentale.

Trapezisti disegnati da Toulouse-Lautrec
Trapezisti

Dopo il ricovero alcuni giornali esagerarono le sue condizioni, riportando testimonianze, probabilmente false, di persone che lo avevano visto passeggiare con un cagnolino di ceramica sotto il braccio. O che lo avevano incontrato mentre giocava con un elefante di cartone.

Inoltre, come farà dopo la sua morte avvenuta nel 1901, un nutrito gruppo di critici stigmatizzò la sua deformità fisica criticando gli aspetti più grotteschi della sua opera, al fine di dileggiare, senza alcun riguardo, i dipinti di un artista che aveva già superato i suoi limiti. Toulouse-Lautrec comunque non era persona che badava alle critiche e tanto meno ai pettegolezzi contro la sua immagine e la sua arte. Tuttavia non sopportava l’idea di dover passare gli ultimi mesi in una clinica per malati mentali. Scrisse quindi ad amici e parenti per cercare aiuto e conforto.

Circo - Toulouse-Lautrec

Le richieste di aiuto

Anche al padre, un vecchio nobile, ricco e potente, indirizzò una supplica di aiuto che non credo abbia mai avuto seguito, né abbia suscitato nell’eccentrico genitore alcuna risposta. Preso atto che i suoi tentavi non avrebbero portato ad alcuna conseguenza, scelse di intraprendere un’altra strategia. Decise di realizzare un certo numero di disegni sul circo. Le opere vennero create con il solo aiuto della memoria. Una volta completate, Lautrec avrebbe dimostrato che nella sua mente non c’era alcuna traccia di pazzia.

L’epilogo

Di fronte alla sua sbalorditiva capacità di ricreare con schizzi precisi il circo, i medici non poterono fare altro che dimetterlo. Grazie a questa dimostrazione di coraggio e abilità, Lautrec poté vivere gli ultimi due anni della sua vita in totale libertà.

Analisi dell’opera e commento video

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Il grande caprone, opera di Goya https://cultura.biografieonline.it/grande-caprone-goya/ https://cultura.biografieonline.it/grande-caprone-goya/#respond Tue, 26 Sep 2017 18:28:11 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23340 Il grande caprone (El gran cabròn) o “Sabba” è un quadro – olio su tela – di Francisco Goya realizzato tra il 1797-1798 su commissione. L’incarico gli è stato assegnato dai duchi di Osuna. Questo dipinto è parte di un ciclo di otto tele commissionate per la residenza di campagna dei dichi, l’Alameda, vicino Madrid. Il tema richiesto dai committenti è quello di rappresentare scene di stregoneria, esorcismo e satanismo. Va considerato che sono temi molto diffusi tra l’aristocrazia di questo periodo. Così Goya realizza il grande caprone, protagonista della tela.

Gran caprone - Sabba - dettaglio - quadro Goya
Il dettaglio centrale del quadro con il grande caprone e i volti dei personaggi.

Il grande caprone: descrizione del dipinto

Il caprone è un simbolo diabolico, che si erge sulle robuste zampe posteriori mentre attende di ricevere dalle streghe i corpi dei bambini, vittime sacrificali di quella notte o di quella mattina. Goya rappresenta in questa tela volti grotteschi e deformi, con un cielo segnato dalla presenza dei pipistrelli che danno ancora più il senso alla pittura.

La scena rappresentata è quella di un rito satanico. “Il sabba” è un’opera tra le più famose dell’artista spagnolo. E’ conservata presso il museo Làzaro Galdiano di Madrid, e misura 44×31 centimetri. Si vedono rappresentate le streghe e i due bambini che stanno per essere offerti in sacrificio.

Uno dei due bambini è in carne, ben nutrito, l’altro è scheletrico. Mentre un altro piccolo è a terra esanime, anche lui scheletrico. Gli altri sono appesi a un bastone, sorretto da una vecchia strega. Dall’atmosfera non si comprende bene se si tratta di un rito svolto durante il tramonto o all’alba.

In alto a sinistra, si intravede la luna, in posizione simbolica. Questo perché la sinistra è vista nell’interpretazione come la posizione del male, tema rafforzato dal fatto che il caprone tende in alto la zampa sinistra per afferrare il bambino che gli viene offerto. Goya si ispira nella realizzazione di quest’opera all’antica tradizione popolare spagnola e non solo. Trae ispirazione anche alle opere drammatiche realizzate per il teatro da Antonio Zamora, oppure ai racconti di Leandro Fernàndez de Moratìn.

L’animale protagonista dell’opera di Goya, Il grande caprone, è rappresentato con un mantello nero, il muso bianco e con delle corna enormi. Vi sono rametti di quercia intrecciati sulle corna. I suoi occhi sono rossi.

Goya - Il grande caprone - Sabba 1797-1798
Il grande caprone (o Gran caprone, o Sabba): immagine intera del quadro di Francisco Goya realizzato nel periodo 1797-1798.

Il significato del quadro

Goya con questo quadro approfondisce un’intimità psicologica, le paure intime, le angosce esistenziali dell’uomo. Charles Baudelaire descriveva con queste parole ne “I Fiori del Male” la pittura dell’artista spagnolo:

Goya: incubo colmo d’arcani senza fine; feti cotti in un sabba, su qualche orrida balza; laide streghe allo specchio; ignude ragazzine che per tentare il diavolo si tiran su la calza.”

E ancora ne “Quelques caricaturistes étrangers”, pubblicato in “Le Présent” il 15 ottobre 1857, Baudelaire lo descriveva così:

Goya è sempre un artista grande e spesso spaventoso. All’allegria, alla giovialità, alla satira spagnola degli anni di Cervantes, egli unisce uno spirito assai più moderno, o se non altro molto più perseguito nei tempi moderni, l’amore dell’inafferrabile, il sentimento dei contrasti violenti, dei terrori della natura e delle fisionomie umane stranamente deviate dalla circostanze a uno stato di animalità. […] tutte le dissolutezze del sogno, tutte le iperboli dell’allucinazione, e poi tutte quelle spagnole alte e slanciate che certe vecchie perpetue lavano e preparano per il sabba, o per la prostituzione della sera, il sabba della nostra civiltà! […]

Il merito grande di Goya sta nel creare il mostruoso verosimile. I suoi mostri sono nati pieni di vita, di armonia. Nessuno più di lui ha osato nel senso dell’assurdo possibile. Tutti quei contorcimenti, quelle facce bestiali, quei ghigni diabolici, sono pervasi di umanità.”

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Il polpo, caratteristiche e curiosità https://cultura.biografieonline.it/polpo/ https://cultura.biografieonline.it/polpo/#comments Thu, 24 Aug 2017 10:05:15 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23132 Il polpo è un cefalopode, parola che deriva dal greco e significa testa e piedi. I polpi hanno due terzi del cervello nei tentacoli. All’interno dei loro arti, infatti, hanno circa 50.000 milioni di neuroni. La terza parte del cervello invece si trova nella testa e ha la forma di una ciambella. Il termine corretto da utilizzare è polpo, che differisce da polipo, anche se le due parole vengono comunemente scambiate come fossero sinonimi.

Polpo tentacoli
I tentacoli del polpo hanno doti straordinarie

Il polpo e i suoi tentacoli

I tentacoli sono organi straordinari e hanno diverse funzioni. Quelli posteriori servono al polpo per spostarsi sul fondo marino. Mentre gli altri sei – normalmente ne ha otto – sono utilizzati per prendere il cibo e portarlo alla bocca, oltre che per cacciare. La funzionalità dei tentacoli dei polpi è incredibile.

E’ possibile quindi affermare che i polpi hanno due gambe e sei braccia. Inoltre hanno una flessibilità notevole. Possono piegarsi per trasformare il polpo in una sfera e permettergli di rotolare sul fondo marino. Oppure possono assumere una posizione ad angolo e permettere all’animale di infilarsi in qualsiasi apertura, e di agganciarsi alle sporgenze degli scogli.

Inoltre i tentacoli possono avere una vita propria. Se un arto viene reciso può continuare a muoversi in modo indipendente. In alcune specie può sopravvivere per diverse settimane. Ogni tentacolo è dotato di due file di ventose che servono da papille gustative. Esse permettono all’animale di identificare il cibo.

Il polpo maschio

I maschi sono dotati di un tentacolo speciale dove risiede lo sperma. Nell’accoppiamento viene infilato nella testa della femmina. A volte, durante il rapporto sessuale, il tentacolo utilizzato per questo scopo e che si chiama ectocotile, si stacca, ma in seguito ricresce.

Alcuni ricercatori ritengono che i polpi stacchino volontariamente il loro arto sessuale e lo porgano alla femmina per paura che quest’ultima, dopo o durante l’accoppiamento, li mangi. I polpi infatti sono cannibali. Probabilmente è per questo sono dei solitari!

polpo
Un polpo sul fondo marino

Il polpo femmina

La femmina, dopo aver atteso la nascita dei suoi piccoli, si allontana e muore. Pertanto anche il rapporto di questi cefalopodi con i genitori è praticamente inesistente.

L’intelligenza dei polpi

La loro intelligenza è stupefacente. Molti polpi studiano gli oggetti e riescono a comprenderne il funzionamento. Ad esempio un polpo da laboratorio ha capito come aprire un vasetto per prendere il cibo depositato al suo interno. E quando i ricercatori gli hanno reso la soluzione più difficile mettendogli un vasetto che si apriva spingendone contemporaneamente il coperchio e girandolo in senso antiorario, lo stesso polpo ha impiegato un’ora a capire come aprirlo.

Molti esemplari se vengono in possesso di una noce di cocco, la utilizzano come protezione oppure come mezzo di trasporto, acciambellandosi all’interno e rotolando sul fondo marino.

Un polpo mentre si sistema all'interno del guscio di una noce di cocco
Un polpo mentre si sistema all’interno del guscio di una noce di cocco

Uno degli aspetti più stupefacenti di questo meraviglioso animale, è che può variare il suo RNA, modificandolo rispetto alle necessità contingenti. Una di queste modifiche volontarie riguarda, ad esempio, la mutazione del colore della sua pelle. Aristotele (384 a. C. – 322 a. C.) fu il primo ad osservare il polpo e a spiegare alcuni aspetti del suo modo di accoppiarsi, ma fu una scoperta a cui pochi dettero retta. Fu lo scienziato e zoologo Georges Curvier (1769 – 1832) ad ufficializzare la scoperta dell’arto sessuale del polpo.

Stavate cercando ricette a base di polpo?

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Differenza tra unghie e artigli https://cultura.biografieonline.it/unghie-artigli-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/unghie-artigli-differenze/#respond Tue, 30 May 2017 13:19:25 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=22632 unghie artigli unghia artiglio nails claws

Unghie

Con il termine unghia si intende un ispessimento corneo dell’epidermide caratterizzato da una forma non acuminata, che riveste l’estremità superiore delle dita dell’uomo, e di molti animali. In genere si definiscono unghie quelle dei cosiddetti tetrapodi (quattro arti), esseri umani inclusi. Nelle donne, l’unghia viene usata anche come elemento puramente estetico, colorata o decorata con smalti.

Le unghie sono costituite principalmente da cheratina, la quale è suddivisa in più strati. L’unguis è la parte esterna e più dura, con fibre perpendicolari alla direzione di crescita. Mentre la parte sottostante presenta una struttura lamellare e più morbida. Quelle dell’uomo in particolare, vengono considerate da un punto di vista estetico, oppure per specifiche funzioni connesse – e non connesse – alla vita di tutti i giorni.

Quanto crescono le unghie

Le unghie possono crescere fino a 1 millimetro al giorno. Questo dato però varia a seconda di diversi fattori: a seconda dell’età infantile, nei mesi estivi e nelle mani, la crescita è più veloce. Ad ogni modo, possibili traumi e malattie possono influire sulla funzionalità della matrice dell’unghia fino a sospenderne temporaneamente l’attività di crescita.

wolverine
Wolverine: nel mondo della fantasia del cinema – e dei fumetti, dal quale il personaggio proviene – Wolverine (nella foto interpretato da Hugh Jackman) è dotato di artigli in Adamantio.

Artigli

Per artiglio si intende un elemento acuminato che si trova all’estremità delle zampe della maggior parte dei mammiferi, degli uccelli e di alcuni rettili. Gli artigli vengono utilizzati dagli animali principalmente per catturare e tener salda una preda, scavare o arrampicarsi sugli alberi.

Anche gli artigli, come le unghie, sono composti dalla proteina resistente chiamata cheratina. Esistono in natura, appendici simili all’artiglio che però non presentando una forma uncinata e tagliente vengono denominate con il termine unghie.

Caratteristiche degli artigli

Gli artigli possono essere statici come quelli dei cani o degli orsi o retrattili come quelli dei felini. Presentano delle strutture forti e vengono usati dagli animali per differenti scopi, come abbiamo già anticipato. Tra questi: attaccare le prede, come fanno i felini e i rapaci, per riuscire a muoversi con una maggiore aderenza, a scopo di pura difesa, e infine come strumento per modificare il territorio circostante.

L’artiglio non va scambiato con la zanna. Le zanne sono dei denti lunghi e acuminati, oppure sono una coppia di denti ingranditi oltremisura. Esse sporgono in maniera evidente dalla bocca di alcuni mammiferi.

artigli unghie gatto
Il gatto ha le unghie o gli artigli? Il gatto ha gli artigli.

Differenza tra unghie e artigli

Un’altra differenza tra unghie e artigli è che le prime non possiedono la struttura necessaria a sostenere un grande peso. Mentre gli artigli presentano strutture forti, in grado di sostenere pesi anche notevoli.

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Differenze tra cellule animali e cellule vegetali https://cultura.biografieonline.it/cellule-animali-vegetali/ https://cultura.biografieonline.it/cellule-animali-vegetali/#respond Fri, 17 Feb 2017 16:02:10 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=21344 Quando parliamo di cellula, ovvero l’unità morfologica e funzionale di tutti gli organismi viventi, non possiamo non sottolineare la differenza che esiste tra cellule animali e cellule vegetali. Si tratta di due cellule eucariotiche che differiscono da quelle procariotiche per dimensioni (circa dieci volte di più rispetto a quelle procariote) e caratterizzate da una compartimentazione interna molto particolare e spesso complessa. Vediamo di seguito qualche dettaglio in più per sottolineare le differenze tra cellule animali e cellule vegetali.

cellule animali cellule vegetali - differenze

Cellule animali

La cellula animale si differenzia da quella vegetale sotto molti punti di vista. In primo luogo, la cellula animale, come tutte le cellule, è caratterizzata dalla presenza della membrana cellulare. La membrana è un sottile rivestimento che protegge la cellula dall’ambiente esterno. Essa però non presenta, come in quella vegetale, una parete cellulare che rappresenta ancora un’ulteriore barriera verso l’ambiente esterno.

Inoltre nella cellula animale non sono presenti i plastidi e i vacuoli. Essi sono organuli tipici delle cellule vegetali. All’ interno della cellula, possiamo notare la presenza di centrioli. Essi sono presenti nella maggior parte delle cellule animali che svolgono una funzione essenziale durante i processi di mitosi e che permettono un’ordinata disposizione degli organi cellulari.

Le cellule animali vantano la presenza di lisosomi, ovvero organelli (o organuli) adibiti essenzialmente al sistema digerente della cellula. Essi permettono la conseguente distruzione e degradazione di molecole estranee e macromolecole ingerite dalla cellula.

Le cellule animali inoltre presentano delle particolari appendici cellulari, definite flagelli. Essi permettono qualsiasi tipo di movimento cellulare.

In ultimo sono caratterizzate della presenza di vacuoli micropinocitici che possono inglobare le sostanze di scarto (attraverso il processo denominato pinocitosi).

Cellule vegetali

La cellula vegetale invece è un tipo di cellula eucariotica. E’ quindi caratterizzata dalla presenza di una parte che garantisce l’assoluta rigidità e capacità di mantenimento della forma della cellula stessa. La parete cellulare vegetale – a cui abbiamo accennato prima – è costituita per la stragrande maggioranza da polisaccaridi, soprattutto cellulosa. Essa si divide a sua volta in tre strati successivi definiti con i nomi di:

  • lamella mediana;
  • parete primaria;
  • parte secondaria.

La cellula vegetale vanta la presenza di plastidi. Essi permettono funzioni di biosintesi degli acidi grassi, degli amminoacidi e dell’amido, nonché relative funzioni metaboliche, come la nota fotosintesi clorofilliana. Vi sono poi i plasmidi: si tratta di canali che mettono in comunicazione le cellule vicine. I vacuoli: la cui funzione principale è quella di permettere e di mantenere il cosiddetto turgore cellulare.

Nella cellula vegetale, di particolare importanza, sono i cosiddetti cloroplasti adibiti all’importante processo della fotosintesi clorofilliana (processo di sopravvivenza che permette di provvedere al nutrimento della pianta), dove l’energia luminosa viene catturata dai pigmenti di clorofilla (e non solo) e riconvertita successivamente sotto forma di energia chimica.

fotosintesi clorofilliana
Fotosintesi clorofilliana

La cellula vegetale a differenza di quella animale però non vanta la presenza dei centrioli che permettono nella cellula animale un’ordinata disposizione degli organi cellulari.

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