Andy Warhol Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Sun, 27 Mar 2022 12:03:44 +0000 it-IT hourly 1 Marilyn, opera di Andy Warhol https://cultura.biografieonline.it/andy-warhol-marilyn/ https://cultura.biografieonline.it/andy-warhol-marilyn/#comments Sun, 27 Mar 2022 11:17:23 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5755 Il volto di Marilyn Monroe qui ripreso, appartiene ad una cartella contenente 10 serigrafie su carta che Andy Warhol realizzò nel 1967, tutte dedicate alla diva americana e che si aggiungono ad una collezione più ampia, sempre realizzata dopo la metà degli anni’60 e che ritraeva diversi personaggi famosi, icone dell’immagine del tempo, come ad esempio le serigrafie su Mao. La serigrafia che vediamo misura 91,5 x 91,5 cm ed è esposta alla Andy Warhol Foundation di New York.

Marilyn Monroe (Serigrafia di Andy Warhol, 1967)

Questa serie appartiene alle prime serigrafie che Warhol realizzò e si caratterizza per una forza cromatica più intensa e per un disegno molto delineato, dove non è presente alcuna sbavatura. La sua perfezione cromatica e stilistica definisce l’intensità dell’opera e la distingue invece dai ritratti che l’artista aveva realizzato su tela.

La cartella dedicata a Marilyn è una delle più famose e citate dell’artista americano e si caratterizza per una ricchezza cromatica che cambia da serigrafia a serigrafia, giocando sui contrasti complementari di colori quali il blu, il rosso, il verde, l’azzurro e il rosa.

Marilyn Monroe (Serigrafie di Andy Warhol, 1967)

Questi colori assumono tinte fredde e plasticate, che aumentano ancora di più il loro contrasto cromatico. Guardando questa serigrafia in particolare, si nota come lo sfondo si oppone ai capelli colorati di giallo. In altre serigrafie invece il contrasto sul volto di Marilyn sarà fra il rosso e il blu o il rosso e il verde.

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Dittico di Marilyn, opera di Andy Warhol https://cultura.biografieonline.it/dittico-di-marilyn/ https://cultura.biografieonline.it/dittico-di-marilyn/#comments Fri, 01 Oct 2021 07:41:20 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=18620 Dopo la morte di Marilyn Monroe, avvenuta il 5 agosto 1962, quando la diva aveva appena 36 anni e fu trovata morta nella camera da letto della sua abitazione di Brentwood, a Los Angeles, Andy Warhol ne rimase profondamente colpito e rese Marilyn il mito che sopravvive alla morte. Ne derivarono molte tele che l’artista realizzò subito nel 1962. Tra queste, il più importante è il “Dittico di Marilyn” (titolo originale: Marilyn Diptych), che si trova conservato alla Tate Modern Gallery di Londra, definito dai critici la terza opera più influente d’arte moderna.

Dittico di Marilyn - Marilyn Diptych - Andy Warhol
Dittico di Marilyn (Marilyn Diptych) – Opera di Andy Warhol del 1962

Altre opere di Warhol dedicate all’attrice sex-symbol sono: Marilyn (sempre del 1962) e Gold Marylin Monroe (del 1967).

Dittico di Marilyn: analisi della serigrafia

Il dipinto è stato realizzato utilizzando il processo di serigrafia. È composto da due tele d’argento dove la foto, una fotografia pubblicitaria del film Niagara (1953) della diva si ripete 50 volte (in 5 righe e 10 colonne). Di queste, 25 immagini si ripetono a colori, sul lato sinistro, mentre dall’altra parte, le altre 25 foto sono in bianco e nero. Proprio a voler evidenziare, probabilmente, il rapporto tra la vita e la morte dell’attrice.

In quest’opera, gli occhi dello spettatore sono portati a vagare, senza concentrarsi in un punto preciso. Andy Warhol decise di non disegnare direttamente l’immagine della diva, ma di utilizzarne una esistente: Marilyn è rappresentata con sguardo seducente, labbra socchiuse. La riproduzione comunque la rende una maschera inanimata. La tecnica serigrafica utilizzata nel “Dittico di Marilyn” appiattisce il volto dell’attrice.

Andy Warhol e la Pop art

Warhol è considerato il maggiore interprete della “Pop art”, che è l’abbreviazione di “Popular Art“, che tradotto significa appunto “arte del popolo”. Un movimento artistico, questo, nato intorno agli anni Sessanta, che concentra il proprio interesse sugli oggetti, sui miti, tende a sottolineare l’omologazione, ad opera dei mass media, proprio di uno stile di vita impersonale.

Ed è così che l’opera d’arte diventa un oggetto commerciale, arte prodotta in serie. Proprio per questo motivo, Andy Warhol usa la sua arte in modo provocatorio, ripetendo le immagini in modo ossessivo allo scopo di accusare un mondo preda del consumismo. Ed è così che ritrae immagini che non hanno un contenuto morale, né tantomeno ideologie.

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Triple Elvis (opera di Andy Warhol) https://cultura.biografieonline.it/warhol-triple-elvis/ https://cultura.biografieonline.it/warhol-triple-elvis/#respond Mon, 01 Feb 2016 18:04:04 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=16259 Nel 1962 Elvis Presley appare per la prima volta nelle opere realizzate da Andy Warhol, proprio come Liz Taylor.“Triple Elvis” è una serigrafia su vernice all’alluminio, realizzata su una tela di centimetri 208,3 x 182,9. Il re del rock apparirà anche in altre opere di Warhol quali “Red Elvis” o “Elvis 49 times”.

Triple Elvis - Andy Warhol
Triple Elvis (Andy Warhol, 1962)

Triple Elvis: analisi dell’opera

Il cantante e attore viene rappresentato in posa da pistolero, proprio per cogliere le caratteristiche principali della sua carriera cinematografica e sintetizzarle, nonché ricordare il celebre movimento di gambe dell’artista. Rappresentato come un clone e stampato su una vernice argentata all’alluminio, il gruppo di 3 Elvis accerchia lo spettatore. Per questo motivo, Warhol non taglia i rotoli della tela, creando un effetto di infinito delle immagini, come se si trattasse di una galleria degli specchi.

Così facendo, l’artista conferisce all’opera un forte impatto emotivo. Lo sguardo del cantante fissa un punto fuori dalla tela. La precisione lascia sbalorditi: vengono evidenziate persino le pieghe della camicia. Qui si vedono le tre immagini perfettamente posizionate entro la tela, leggermente sovrapposte, ma ciò non genera distorsione come in altre serie di opere. Questa sovrapposizione ricorda la striscia di pellicola o i singoli fotogrammi contenuti nell’immagine: messe insieme generano però un senso di dinamismo e movimento.

L’impatto che dà questa pittura è notevole: tutto è curato nei dettagli, come le punte degli stivali. Warhol è stato un grande appassionato di cinema ed è appunto dal cinema che attinge per le sue serigrafie. Elvis viene rappresentato come un nuovo dio scintillante con bardature semi-religiose; si veda proprio l’utilizzo dell’argento, che ricorda gli ornamenti religiosi della chiesa cattolica bizantina. In questo, anche il particolare della pistola, potrebbe trattarsi del sostituto delle spade o delle lance dei guerrieri santi cristiani.

C’è da notare che nei primi anni del 1960, il mondo dell’arte negli Stati Uniti era dominato dagli espressionisti astratti. Al contrario di come Warhol ha rappresentato altri idoli, Elvis appare molto vivo: gli conferisce il senso di ribellione proprio del cantante, celebre soprattutto tra i giovani.

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Liz (di Andy Warhol) https://cultura.biografieonline.it/liz-warhol/ https://cultura.biografieonline.it/liz-warhol/#comments Fri, 13 Nov 2015 18:48:22 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15623 Liz” è il ritratto che Andy Warhol, padre della Pop Art, realizza all’attrice Elizabeth Taylor nel 1963. È realizzato con vernice di polimeri sintetici e inchiostro serigrafico su tela, 101,6 x 101,6 centimetri  e si trova a New York, presso The Andy Warhol Foundation.

Silver Liz - Andy Warhol
Silver Liz (Andy Warhol, 1963)

Nato dopo una lunga frequentazione con l’attrice nel periodo d’oro dello Studio 54, la discoteca delle celebrità. Un mondo quello dell’artista attraente e carino, circondato da modelle, celebrità di Hollywood e pittoreschi personaggi urbani. Warhol, sin dalla sua infanzia, aveva una bassa autostima, si considerava brutto, aveva un grande complesso che lo portò a chiudersi nel suo ufficio, dove realizzava i suoi lavori. In America, comincia ad emergere un pensiero rivoluzionario nel corso del 1960. L’arte era progressista e la Pop Art diventa popolare per il tema moderno e per la sua semplicità.

Elizabeth Taylor era un’attrice di fama mondiale, ammirata per la sua bellezza e il suo fascino. In particolare, era noto il suo sguardo, i suoi occhi viola. Warhol ha evidenziato le zone intorno ai suoi occhi con un colore verde acqua audace, le labbra con un rosso brillante, pelle impeccabile, sorriso sornione, conferendole un aspetto misterioso. Le caratteristiche sono perfette tanto da sembrare irrealistiche. Sceglie di raffigurare l’attrice perché è consapevole della sua fama mondiale, del fascino che suscitava la donna. Ne evidenzia il talento e la bellezza, su cui ruota la celebrità dell’attrice, evidenziandone l’aspetto che ha giocato un ruolo fondamentale nella carriera della donna.

Liz N Liz N.5 - Andy Warhol Liz N.6 - Andy Warhol

L’attrice scomparsa nel 2011, all’età di 79 anni, è stata il soggetto prediletto da Andy Warhol, tanto che in sua memoria ha installato due dipinti di Liz nella galleria ingresso del museo. Un ritratto che prende spunto da una fotografia pubblicitaria del 1960 realizzata per il film “Butterfly 8”, usata appunto come base per la serigrafia.

Liz Taylor
Elizabeth Taylor nacque in Inghilterra il 27 febbraio 1932 e morì il 23 marzo 2011 a Los Angeles, negli Stati Uniti.

Warhol ha creato questo ritratto dell’attrice quando era al culmine della sua celebrità, ma anche molto malata di polmonite, tanto che tutti si aspettavano la sua morte prematura. Liz Taylor era una musa per Warhol, che le fece una serie di 13 dipinti proprio nel 1963.

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Gold Marilyn Monroe (opera di Andy Warhol) https://cultura.biografieonline.it/gold-marilyn-warhol/ https://cultura.biografieonline.it/gold-marilyn-warhol/#comments Wed, 03 Sep 2014 10:57:56 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11769 Capelli sofisticati, trucco perfetto, labbra contratte in un sorriso eterno, sfondo oro. È questa l’opera “Gold Marilyn Monroe“, che ritrae la diva secondo l’interpretazione che ne dà Andy Warhol. Si tratta di un acrilico, inchiostro serigrafico, vernice d’oro e spray su tela, di centimetri 211,5 x 144,8, realizzata nel 1962, e conservata a New York presso The Museum of Modern Art.

Gold Marilyn Monroe
Gold Marilyn Monroe (opera di Andy Warhol)

Gold Marilyn Monroe: il significato di quest’opera

La cosa che più colpisce di queste opere – una serie di lavori sono stati dedicati all’artista – è il fatto che Andy Warhol abbia sempre utilizzato, per ritrarla, una sola immagine. Nel suo archivio, infatti, c’erano centinaia immagini della diva, alcune delle quali più sensuali e accattivanti di quella scattata da Gene Cornman per la promozione del film “Niagara”.

Warhol avrebbe dunque potuto montare un ritratto polifonico come quello realizzato per la collezionista Ethel Scull, tuttavia non l’ha fatto. Vediamo perché. Il primo motivo è che Marilyn è morta e a lei non si addice più la varietà della vita, ma il volto immobile e truccato di un cadavere. Quindi un’immagine che si presenta ad un’unica interpretazione che ripeta all’infinito quanto di eterno c’era nel personaggio pubblico.

Il secondo motivo è dato dal fatto che Warhol prediligeva l’impostazione frontale e il campo ristretto delle foto-tessere. Da qui la scelta dell’immagine di Cornman. Terzo, perché la foto scelta non propone un volto, ma una maschera: capelli sofisticati, trucco perfetto abbinato al vestito, rossetto che racchiude il sorriso eterno, tutto su uno sfondo color oro.

Ci troviamo di fronte ad un’immagine di morte, di cui Warhol riesce a cogliere il fascino ambiguo. Negli anni Sessanta in America si è sviluppato un periodo di cambiamento sociale e politico, in cui l’arte non è stata coinvolta. Tuttavia all’inizio del decennio si sviluppò un nuovo movimento sulla cultura popolare e le icone nazionali, chiamato “Pop art“. Si tratta di un connubio fra pittura e fotografie, dove gli artisti si esprimono dipingendo tele serigrafate con l’immagine usando colori astratti brillanti.

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100 Cans (opera di Andy Warhol) https://cultura.biografieonline.it/100-lattine-andy-warhol/ https://cultura.biografieonline.it/100-lattine-andy-warhol/#comments Mon, 19 May 2014 23:50:15 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10920 100 Cans” è una pittura a spray e pastello su tela, realizzata da Andy Warhol nel 1962, di centimetri 183,8 x 133, conservata a Buffalo, Allbright-Knox Art Gallery. Protagonista e soggetto di 100 Cans (in italiano: 100 lattine) è la lattina di minestra Campbell.

Andy Warhol: "100 cans" (1962)
100 cans (1962): l’opera pop di Andy Warhol raffigura 100 lattine di minestra (o zuppa) Campbell, disposte ordinatamente in 10 file e 10 colonne.

Con queste parole Andy Warhol spiega la scelta che ha portato alla sua realizzazione:

La mangiavo abitualmente. Sempre lo stesso pranzo ogni giorno, per vent’anni, se non mi sbaglio, tutte le volte la stessa cosa. Qualcuno ha detto che la mia vita mi ha dominato: mi è piaciuta questa idea.

In realtà, nella scelta della minestra Campbell, l’importante non è tanto che l’artista abbia dipinto qualcosa che faceva parte del suo vissuto, ma che abbia attinto all’esperienza quotidiana di tutti gli americani, dando nuova visibilità a qualcosa di già iper-visibile e iper-rappresentato.

Dipingendo cento barattoli di zuppa in fila ordinata, l’uno accanto all’altro, Warhol ci mostra il vero volto dell’America, il paese del consumismo e della ripetizione, dell’uso e del consumo, privo di alcun atteggiamento critico, e anzi identificandosi in maniera completa con questo modo di rapportarsi alla vita.

Così spiega Warhol:

Sono convinto di rappresentare gli Stati Uniti con la mia arte, ma non sono un critico sociale. Semplicemente, dipingo questi oggetti perché sono le cose che meglio conosco. Non mi provo a muovere una critica agli Stati Uniti, non cerco di mettere in risalto nessuna bruttura. L’idea dell’America è meravigliosa perché più una cosa è uguale più è americana.

Per l’artista, non si tratta di qualcosa di negativo, anzi: è una virtù della democrazia, e una delle componenti essenziali dell’American Way of Life, che permette a tutti di diventare presidente degli Stati Uniti o, almeno, famoso per quindici minuti.

Warhol sa bene che il sogno del consumismo si è avverato al meglio nelle democrazie occidentali, e lo rivela mostrandoci che tutti abbiamo gli stessi idoli, guardiamo le stesse cose, la pensiamo allo stesso modo e mangiamo la stessa minestra. “100 Cans” è stato dipinto a mano, e guardandole da vicino, ci si accorge che le lattine non sono uguali e non sono distribuite in maniera uniforme.

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Do It Yourself (Landscape), opera di Andy Warhol https://cultura.biografieonline.it/do-it-yourself-landscape-warhol/ https://cultura.biografieonline.it/do-it-yourself-landscape-warhol/#respond Fri, 16 May 2014 14:25:29 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10856 La serie Do It Yourself dell’artista pop Andy Warhol, si compone da cinque dipinti realizzati nel 1962. Essa non dice che tutti possiamo fare arte, ma piuttosto che l’arte, in sé, non ha nulla di sublime, ma più semplicemente può aiutare a riempire un vuoto.

Andy Warhol: Do it Yourself (Landscape)
Do it Yourself (Landscape) • Opera di Andy Warhol del 1962

Realizzazione

Andy Warhol per realizzare Do It Yourself (Landscape), stampa sulla tela un pattern prefabbricato diviso in aree da colorare in base a una banale corrispondenza numero-colore, e ne riempie alcune sezioni per poi interrompere il lavoro a metà.

Significato

Con questa decisione artistica invita ironicamente lo spettatore a finire il lavoro lasciato a metà: un invito che Andy Warhol avanzava realmente nel suo periodo pubblicitario, quando riuniva gli amici in allegri coloring parties, dedicati alla coloritura ad acquarello o pastello dei suoi disegni blotted line; qui è reso retorico, paradossalmente, da quella stessa aura oggetto della polemica, acquisita da queste opere nel momento in cui entrano a far parte del sistema dell’arte.

Do It Yourself (Landscape)

L’opera è un acrilico, pastello e letraset su tela, che misura 177,2 x 137,5 centimetri. E’ possibile ammirarlo nella città di Colonia (Germania) presso il Museum Ludwig (donazione Ludwig).

Gli altri quadri della serie

Le altre 4 opere della serie hanno questi titoli:

  • Seascape (Paesaggio marino)
  • Sailboats (Barche a vela)
  • Flowers (Fiori)
  • Violin (Violino)
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192 One Dollar Bills (di Andy Warhol) https://cultura.biografieonline.it/dollari-andy-warhol/ https://cultura.biografieonline.it/dollari-andy-warhol/#comments Wed, 16 Apr 2014 15:44:01 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10515 In questo articolo andiamo a raccontare la storia, insieme a una breve analisi, di 192 One Dollar Bills, un’opera di Andy Warhol che raffigura una serie di banconote da un dollaro. Per iniziare partiamo da una riflessione relativa a una sua citazione.

Scrive Warhol nella sua Filosofia: “Comprare è molto più americano di pensare, e io sono molto americano. In Europa e in Oriente la gente ama commerciare… gli americani non sono così interessati a vendere, infatti preferiscono buttare via che vendere. Quello che amano veramente è comprare: gente, denaro, paesi”. Da questo pensiero, quando un’amica gli consiglia di dipingere ciò che ama, arriva la scelta di dipingere del denaro.

192 one dollar bills (1962, Andy Warhol)
Un visitatore di fronte a 192 one dollar bills, opera della pop-art di Andy Warhol datata 1962

Il procedimento è particolare: l’artista invece di preparare dei timbri come ha fatto per la Coca-cola e con i dipinti seriali di francobolli, si affida al metodo serigrafico a partire da un disegno al tratto. Una volta pronto, invia il disegno alla Tiber Press, una casa editrice di cartoline di Natale, che gli prepara il telaio serigrafico con l’ingrandimento chiesto. I quadri generati possono riprodurre semplicemente una sola banconota ingrandita, o, come in questo caso, una serie di banconote affiancate in serie ordinate su un’unica tela.

192 one dollar bills (1962, Andy Warhol)
192 one dollar bills (1962, Andy Warhol)

Andy Warhol sfrutta della serigrafia le potenzialità meccaniche, ma anche i limiti che impediscono una riproduzione perfetta dell’originale: difficoltà di far combaciare i contorni dell’immagine serigrafica in modo perfetto con le aree di colore stese in precedenza sulla tela, la diversa qualità di stampa a seconda della quantità di inchiostro utilizzato o della pulizia del telaio serigrafico. Il risultato? Da un lato sembra costituire un’efficace risposta ad alcune proposte dell’Espressionismo astratto, dall’altro anticipa le istanze dell’ormai prossimo Minimalismo: fa da ponte, tra due impostazioni non figurative, priva l’immagine del suo significato trasformandola in un semplice modulo che si ripete all’infinito.

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Big Campbell’s Soup Can, 19 cents (di Andy Warhol) https://cultura.biografieonline.it/lattine-andy-warhol/ https://cultura.biografieonline.it/lattine-andy-warhol/#comments Thu, 03 Apr 2014 11:08:41 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10273 Big Campbell’s Soup Can, 19 cents di Andy Warhol è un’opera pop del 1962 realizzata con caseina e pastello su tela (centimetri 182,9×137,2. Houston, The Menil Collection). Fatta la sua scelta di campo, ovvero servirsi di un immaginario “popular” e di stile freddo e meccanico, tra il 1960 e il 1961 Andy Warhol si lancia alla ricerca spasmodica di un soggetto non ancora tentato, con cui proporsi alla ribalta dell’arte. Raccogliendo il suggerimento di un’amica – almeno così sembra – comincia così a dipingere lattine di minestra Campbell e biglietti da un dollaro.

Campbell Soup lattina - opera Andy Warhol
Big Campbell’s Soup Can, 19 cents (1962), opera di Andy Warhol

La prima serie di barattoli ha una genesi curiosa, che ben si adatta a spiegare la nuova sistematicità di Warhol: acquistato al supermercato un esemplare per ogni tipo di minestra, l’artista si dedica alla riproduzione di ciascuna con un ritratto frontale, su sfondo bianco, ingrandendolo sino a riempire l’intera superficie della tela.

La serie si conclude quando finiscono i tipi di minestra da rappresentare. In un solo colpo, l’artista elimina qualsiasi implicazione estetica o espressiva dalla propria arte, e conferisce dignità di icona a un prodotto di largo consumo.

La serie di lattine di Andy Warhol
La serie di lattine di Andy Warhol

A questa prima serie, proposta nel maggio 1962 alla Ferus Gallery di Los Angeles in un’istallazione che ricorda i metodi espositivi di un grande magazzino, faranno seguito innumerevoli varianti: barattoli rimpiccioliti al centro della tela, aggrediti da un apriscatole, accartocciati o con l’etichetta scollata che lascia trasparire la latta ossidata, o ancora ripetuti all’infinito in lunghe file sovrapposte.

In questa versione del 1962, dipinta ancora a mano, proiettando sulla tela una diapositiva in bianco e nero ripresa fedelmente, la Beef Noodle Soup viene raffigurata al centro della tela bianca, di tre quarti, aperta a mostrare il contenuto, realizzato dipingendo sulla tela spalmata di grasso lubrificante, e il prezzo stampato in cima al barattolo, ovvero 19 cents.

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Roy Lichtenstein e la Pop Art https://cultura.biografieonline.it/roy-lichtenstein-e-la-pop-art/ https://cultura.biografieonline.it/roy-lichtenstein-e-la-pop-art/#comments Tue, 21 May 2013 16:02:31 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7265 Negli anni ’60 un gruppo di artisti, destinati ad entrare nella Storia dell’arte contemporanea, fondarono il Movimento della Pop Art il cui scopo era opporsi al linguaggio dell’espressionismo astratto. I principali rappresentanti di questo movimento furono Roy Lichtenstein, Andy Warhol, Tom Wesselmann e James Rosenquist. I temi principali della loro opere e in più in generale dell’identità semantica della loro arte, furono gli oggetti di utilizzo quotidiano in un contesto di opulenza economica e di benessere generalizzato, come ad esempio i messaggi pubblicitari in un periodo in cui l’economia era in espansione e i prodotti che erano diventati i simboli del consumismo di massa.

Roy Lichtenstein, donna fumetto, Pop Art
Un’opera di Roy Lichtenstein

In questo contesto così complesso e straordinariamente rapido nelle sue trasformazioni, Roy Lichtenstein realizzò una sua personale visione dell’America. La sua tecnica si avvaleva del linguaggio puntinato, un metodo usato per realizzare i fumetti, che veniva ottenuto grazie alla sovrapposizione di una retina metallica sopra alla tela. Tale tecnica fu inventata nel 1979 da Benjamin Day. Lichtenstein utilizzò questa tecnica non solo per esplorare un altro metodo espressivo ma anche per criticare la tecnica pittorica dell’astrattismo e per trovare una nuova forma artistica che coniugasse arte e cultura popolare.

Roy Lichtenstein - un'altra donna con fumetto

Il fumetto non era considerato un’opera d’arte ma era invece visto più come una popolare forma alternativa di comunicare in modo sintetico un racconto. Naturalmente le cose in seguito cambiarono e il fumetto divenne anche un’opera d’arte e sicuramente un mezzo espressivo che poteva contenere canoni artistici. Fu comunque Lichtenstein ad utilizzarlo per la prima volta in questo senso, benché le sue opere non possano essere paragonate al fumetto.

Infatti, osservando con attenzione i suoi quadri, si distanziano in modo sostanziale dalla vignetta o dalla tavola del fumetto. Innanzi tutto i suoi disegni sembrano non suscitare alcun sentimento o stato d’animo, a guardarli sembrano distaccati, come se riuscissero a rarefare uno stato d’animo all’infinito, senza bisogno di avere un’immagine successiva, ma raccontando la loro storia dentro all’immagine che rappresentano.

In questo sono senso quadri totalizzanti, che contengono una storia dall’inizio alla fine. Quindi in sostanza Lichtenstein utilizza una tecnica meccanica per trasformarla in un lavoro manuale artistico, che ottiene un’opera d’arte da un disegno ripetitivo. Insomma sviluppa qualcosa di unico da qualcosa di ripetitivo e massificato. In questo modo Lichtenstein unisce l’arte pittorica al disegno commerciale e in questa fusione genera una nuova forma espressiva. Insomma un’immagine banale diventa un’opera d’arte e così viene considerata dallo spettatore.

Una delle opere più note di Roy Lichtenstein è la Donna nel bagno, di cui è possibile leggere un nostro articolo di approfondimento.

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