amore Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Thu, 19 Sep 2024 11:12:47 +0000 it-IT hourly 1 Il mito di Amore e Psiche: spiegazione, riassunto e commento https://cultura.biografieonline.it/amore-psiche-mitologia/ https://cultura.biografieonline.it/amore-psiche-mitologia/#comments Tue, 26 Mar 2024 06:09:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=20532 Il mito di Amore e Psiche è nato molti secoli fa ed ha avuto una grande diffusione soprattutto nell’epoca greco-romana. La prima testimonianza scritta, però, è quella presente nelle Metamorfosi di Apuleio.

Apuleio fu uno scrittore latino di origini africane che visse nel secondo secolo dopo Cristo.

La favola ebbe l’apice del successo soprattutto nell’età ellenistica.

La sua fama è durata nel tempo, attraverso i secoli. Basti pensare che sono numerosissime e vaste le rappresentazioni musicali, letterarie e artistiche ad essa dedicate.

Il mito di Amore e Psiche - mitologia - Cupido - Eros

Riassunto della storia: Amore e Psiche, il mito

Amore e Psiche è una storia d’amore tra Psiche, una fanciulla bellissima che però non riesce a trovare marito, e Amore, il figlio della dea della bellezza Venere.

La dea, infatti, gelosa della bellezza della ragazza che stava oscurando la propria, invia il figlio Amore (detto anche Eros o Cupido) a scoccare una freccia per far innamorare di lei l’uomo più brutto della terra. Cupido, però, sbaglia la mira e si punge, innamorandosi perdutamente della fanciulla.

Nel frattempo i genitori di lei, per risolvere il problema della ricerca del marito, la portano da un oracolo che gli consiglia di lasciare Psiche ai bordi di una rupe e aspettare che venga presa dal vento Zefiro, che avrà cura di consegnarla al futuro marito.

Psiche viene trascinata così in un palazzo e, piena di paura, attende la notte e l’arrivo del suo sposo. Non sa che, invece dell’uomo più brutto della terra, è andata in sposa al dio Amore.

I due vivono una grande passione che si consuma però solo di notte, in quanto Cupido non vuole far sapere nulla alla madre Venere per non scatenare la sua ira.

Psiche, istigata dalle sorelle, ha la curiosità di vedere in volto il suo sposo. Ella non l’ha mai visto perché questi arriva soltanto di notte. Munita di una lampada ad olio, una notte decide di illuminare il viso di Cupido. Con una goccia di olio bollente, lo ustiona e lo fa svegliare. Egli, deluso per la troppa curiosità di Psiche, scappa via.

Le prove di Psiche

La ragazza tenta il suicidio, ma le viene impedito di morire dagli dei. Inizia così a vagare di città in città, alla ricerca del suo Amore perduto. Ad un certo punto, si imbatte in un tempio di Venere, dove decide di fermarsi per placare le ire della dea.

Venere decide di sottoporla a numerose prove, che hanno come premio finale il ritorno del suo amato Cupido.

  1. La prima prova consiste nel suddividere un grande mucchio di grano in tante parti diverse. Essa non tenta di superare la prova ma, mentre piange sconfortata, viene aiutata da alcune formiche nel lavoro.
  2. La seconda prova è forse ancora più complicata della prima. Psiche deve recuperare la lana di alcune pecore dal vello d’oro. Ingenuamente, essa si avvicina a loro ma viene avvertita da un cane parlante che è meglio non provare a toccarle di giorno, perché sono delle belve terrificanti. Grazie al consiglio del cane, Psiche si reca di notte a recuperare la lana che è rimasta incastrata tra gli arbusti.
  3. L’ultima prova è la più difficile. Psiche viene costretta a scendere agli inferi per recarsi dalla dea Proserpina, che le darà una boccetta della sua bellezza. Al ritorno, però, in preda alla curiosità, apre l’ampolla e cade in un sonno profondo.

A questo punto Amore arriva in suo aiuto.

Egli chiede a Zeus, il padre degli dei, di poterli riunire per sempre.

Dopo tutte queste prove, i due innamorati sono finalmente liberi di amarsi, questa volta per l’eternità.

Commento

Il mito di Amore e Psiche è stato molto amato e studiato nel corso di tutte le epoche storiche.

Diverse sono state le interpretazioni.

Su tutte bisogna ricordare la seguente

Amore sarebbe la rappresentazione del desiderio del piacere e Psiche (che in greco significa “anima” e anche “farfalla“) quella dell’anima.

Altre interpretazioni, anche religiose, si sono susseguite nel corso dei secoli.

Il mito è stato di ispirazione ai più grandi letterati, poeti e artisti.

Si pensi alla favola (Les Amours de Psyché et Cupidon) che ne trasse Jean de La Fontaine, poeta e scrittore francese che visse alla corte del Re Sole (Luigi XIV) nel 1600.

Diverse sono poi le versioni romanzate, impossibili da nominare tutte perché numerosissime.

Tra queste, anche molte scritte da autori italiani, come Raffaele La Capria (1973).

amore e psiche antonio canova
Il mito di Amore e Psiche: la scultura di Antonio Canova è una delle più celebri sculture al mondo e una delle più rappresentative dell’intera storia dell’Arte.

La celebre scultura

Artisticamente non si può non ricordare l’opera omonima, la scultura Amore e Psiche, di Antonio Canova, attivo tra il XVIII e il XIX secolo. Oggi conservata al Louvre, è una delle sculture tra le più ammirate e fotografate, non solo del museo parigino ma forse dell’Europa intera.

Quadri, libri, opere liriche e persino fumetti sono stati dedicati alla grande storia d’amore tra Amore e Psiche, che è in grado di affascinare il lettore oggi, come allora.

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L’arte di amare (Fromm): riassunto https://cultura.biografieonline.it/riassunto-arte-di-amare/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-arte-di-amare/#comments Wed, 12 Oct 2022 16:05:33 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13880 L’arte di amare” è una delle opere più significative realizzate dal filosofo tedesco Erich Fromm e pubblicata nel 1957. In questa sua opera, Fromm descrive le diverse tipologie di amore, mostrando come tale sentimento costituisca in realtà una vera e propria arte, in quanto tale emozione necessita di disciplina, concentrazione, pazienza, supremo interesse e umiltà.

Erich Fromm - L'arte di amare - 1957
Il saggio “L’arte di amare” fu scritto e pubblicato nel 1957 da Erich Fromm, psicoanalista, sociologo e filosofo tedesco

Temi trattati

Tra i principali tipi di amore di cui discute troviamo: amore fraterno, amore tra genitori e figli, amore erotico, amore per sé stessi, amore per Dio.

Tutte queste forme di amore descritte da Fromm presentano elementi comuni e devono essere sempre basati sul senso di responsabilità, rispetto e conoscenza per funzionare al meglio.

Continuano le delucidazioni da parte dell’autore sul tema amore, che viene dunque indicato come un tentativo di superare quel senso di isolamento che ci attanaglia.

Infatti, qualsiasi tentativo d’amare è destinato a fallire se non si cerca di sviluppare più attivamente la propria personalità e, in secondo luogo, la soddisfazione, nell’amore individuale, non può essere raggiunta senza la capacità di amare il prossimo con umiltà, fede e coraggio.

Erich Fromm fotografia
Una fotografia di Erich Fromm

Amore e sessualità

E’ inoltre errato sostenere che l’amore venga inteso solo come una reciproca soddisfazione sessuale poiché una completa felicità sessuale si raggiunge soltanto quando il sentimento risulta autentico agli occhi di tutti.

La concentrazione sulla tecnica sessuale porta all’insoddisfazione e rappresenta una delle ragioni per cui l’amore è diventato così raro nella nostra moderna società capitalistica.

Amore e società moderna

L’autore studia le varie correlazioni tra le relazioni sentimentali e la cosiddetta società moderna.

Spesso si parla di una realtà sempre troppo focalizzata sul potere, sul denaro e sull’egoismo, finendo per ridurre ogni relazione sentimentale ad un mero scambio di beni, facendoci dimenticare i veri sentimenti.

Fromm poi definisce l’amore come un’arte, in quanto richiede sforzo e saggezza.

La maggior parte delle persone cade nell’errore di pensare che ci sia qualcosa da imparare sul sentimento perché in realtà si ritiene che “amore significhi essere amati, anziché amare”. In più esistono forme di pseudo-amore che fanno parte della nostra vita sentimentale.

Amore verso se stessi

Inoltre, Fromm afferma che, per assurdo, prima di essere capaci di amare, dobbiamo imparare a stare bene da soli.

L’amore è un trasporto verso un qualsiasi oggetto, compreso se stesso.

La Bibbia parla di “amore per se stessi” quando ordina di “amare il prossimo come noi stessi” e lo stesso teologo e religioso tedesco Meister Eckhart parla di amore per se stessi allo stesso modo.

Amore e conoscenza

Tra le altre teorie di Fromm illustrate: solo conoscendo obiettivamente un essere umano, si è in grado di penetrarne l’essenza più profonda nell’atto d’amore.

Questa dichiarazione ha un significato molto importante nel ruolo della psicologia nella civiltà occidentale moderna, diventando così un surrogato della conoscenza completa nell’atto d’amore, anziché essere un passo verso di essa.

Secondo l’autore, l’amore oggi è paragonato ad un sentimento schiavo delle richieste e dei ritmi della società in cui viviamo, diventando quindi un obiettivo imprescindibile nella vita che porta l’individuo a sposarsi, avere dei figli e ripetere in modo calcolato lo stesso schema di generazione in generazione, formando un’alleanza a due contro il mondo, e questo egoismo a due non può essere lontanamente paragonato né all’amore né all’intimità.

È l’amore un’arte? Allora richiede sforzo e saggezza.
Oppure l’amore è una piacevole sensazione, qualcosa in cui imbattersi è una questione di fortuna? Questo volumetto contempla la prima ipotesi, mentre è fuor di dubbio che oggi si creda alla seconda.
La gente non pensa che l’amore non conti. Anzi, ne ha bisogno; corre a vedere serie interminabili di film d’amore, felice o infelice, ascolta canzoni d’amore; eppure nessuno crede che ci sia qualcosa da imparare in materia d’amore.

[Incipit dell’opera]

L’arte di amare

In conclusione, possiamo dire che l’amore non nasce dal bisogno, piuttosto è il bisogno di te che nasce come naturale conseguenza del mio amore per te.

L’arte di amare e “amare” non è facile, ecco perché l’autore utilizza la parola arte, perché l’arte, per dirsi tale, richiede le capacità dell’artista, il quale la impiega per operare attivamente e in sostanza “creare”, proprio come si dovrebbe creare nelle relazioni d’amore, senza trovare escamotage alla solitudine o osservando il principio del “do ut des“. “Io ti do quanto tu mi dai”, in beni materiali come in amore, è la prevalente massima etica della società capitalistica.

Il tema centrale dell’opera è l’amore, seppur ne esistono di diverse tipologie: intorno ad esso, gravitano tutti quei pianeti che fanno parte del nostro immancabile universo emotivo.

Nella sua opera sono frequenti i richiami alla mitologia greca e perfino all’Antico Testamento.

L’autore descrive anche le devianze dell’amore, focalizzandosi sui temi del sadismo e del masochismo e critica fortemente la concezione patriarcale del sesso di Sigmund Freud che vede l’eros come un principio di sintesi e di unificazione, ma si pone su un piano completamente differente rispetto alla sua concezione della libido. In tutti i casi, il tema dell’amore resta un argomento attuale, infatti l’amore è quell’ospite imprevisto al quale nessuno dovrebbe rimanere immune.

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La festa di San Valentino e le sue origini https://cultura.biografieonline.it/san-valentino-storia/ https://cultura.biografieonline.it/san-valentino-storia/#comments Mon, 14 Feb 2022 06:23:19 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9650 La festività di San Valentino, la ricorrenza dedicata agli innamorati che si celebra il 14 febbraio in particolar modo in Europa, in Estremo Oriente e nelle Americhe, deve la sua nascita al Santo e martire cristiano San Valentino da Terni. In quel tempo, i padri precursori della Chiesa lo nominarono Santo protettore degli innamorati, per sostituire il pagano dio Lupercus.

San Valentino ricorre il 14 febbraio
San Valentino è la festa degli innamorati

San Valentino: l’interruzione di un rito pagano

Da lì in poi, ci fu l’impegno della Chiesa cattolica di porre termine ad un popolare rito pagano per la fertilità che oggi sarebbe all’origine di questa festa degli innamorati. Così si trovò in Valentino il candidato ideale.

Valentino difatti, era un vescovo che era stato martirizzato circa duecento anni prima. Nel 496 quindi, Papa Gelasio I, volle probabilmente cristianizzare la festività pagana romana, dedicando il 14 febbraio al Santo e martire umbro.

La festa degli innamorati: dal medioevo

La pratica moderna di celebrazione della festa risale all’alto medioevo. Essa era improntata, inizialmente, sullo scambio di messaggi d’amore e regali fra innamorati.

Secondo un’altra ipotesi, si farebbe riferimento alla tradizione dell’amor cortese, riconducibile al circolo di Geoffrey Chaucer che, nel Parlamento degli uccelli (un poema composto da 700 versi), ribadisce ed enfatizza la ricorrenza del fidanzamento di Riccardo II d’Inghilterra con Anna di Boemia, tenutosi proprio il 14 febbraio.

Tuttavia tale tesi venne ben presto accantonata dagli studiosi: ciò perché il presunto fidanzamento di Riccardo II si sarebbe svolto il 3 maggio ossia il giorno di San Valentino da Genova e non di San Valentino da Terni.

San Valentino, Santo cattolico
San Valentino: il Santo è ritratto in un dipinto di Leonhard Beck. Dettaglio dell’opera

Perché a febbraio?

Inoltre la festa di San Valentino sarebbe nata in tale periodo, circa a metà di febbraio, poiché è il periodo in cui si riscontrano i primi segni di risveglio della natura. E nel Medioevo, soprattutto in Francia e Inghilterra, vi era la credenza che in quella data iniziasse l’accoppiamento degli uccelli.

Peanuts valentine
Peanuts: Charlie Brown attende delle valentine (13 febbraio 1975)

Nei vari paesi di cultura anglosassone inoltre, durante questa celebrazione, si era soliti scambiarsi delle valentine, ossia bigliettini d’amore sagomati in forma di cuori stilizzati o in altri simboli tipici della rappresentazione popolare dell’amore cosiddetto romantico.

Ai giorni nostri, la produzione su vasta scala di biglietti d’auguri ha dato un ulteriore slancio ed impulso alla commercializzazione della ricorrenza.

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Boccolo (o bòcolo) di San Marco. Il bocciolo di rosa e la tradizione di Venezia https://cultura.biografieonline.it/boccolo-san-marco/ https://cultura.biografieonline.it/boccolo-san-marco/#respond Sat, 24 Apr 2021 15:58:20 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=27579 Il “bocolo” di San Marco: storia e leggenda per il 25 aprile veneziano

Quella del boccolo di San Marco – “bocolo” (traduzione dialettale veneziana di “bocciolo”) – è una tradizione centenaria legata alla città di Venezia. Questa pratica vuole che ogni uomo doni alla propria “novizza” ovvero donna amata (fidanzata o sposa), in segno di amore, un bocciolo di rosa rossa nel giorno di San Marco, il 25 aprile. Un atto semplice e molto romantico che affonda le sue origini in un’antica leggenda.

Boccolo di San Marco: una rosa rossa
Boccolo di San Marco: una rosa rossa

La leggenda da cui viene la tradizione: l’amore di Vulcana e Tancredi

La protagonista della leggenda è Maria, figlia del doge Angelo Partecipazio, una giovane bella che per il suo ardore e la sua passione viene ribattezzata con il nome di Vulcana.

Vulcana si innamora di Tancredi, un trovatore che non desta la stima di suo padre. Così, per raccogliere la gloria necessaria a guadagnarsi l’approvazione del doge, Tancredi, su suggerimento di Vulcana, parte alla volta della Spagna per unirsi alle file di Carlo Magno in quel momento impegnate a combattere i mori, gli arabi.

L’esperienza bellica di Tancredi è positiva e il trovatore si copre di gloria per le sue gesta al punto che il racconto di queste giunge fino a Venezia. Vulcana inizia a pregustare la possibilità di vedere risolto lo sperato sodalizio.

Nel giorno della veglia di San Marco succede però che a giungere sia una notizia tragica: Tancredi ha trovato la morte in battaglia. A portare questo triste annunzio è Orlando di cui si canterà, fra l’altro, nella celebre Chanson de Roland.

Orlando giunto a Venezia incontra Vulcana a cui racconta di come Tancredi se ne sia andato, colpito dal nemico in un roseto.

Prima di spirare però – racconta Orlando – Tancredi coglie una rosa e prega il compagno di portarla alla sua amata Vulcana.

Vulcana riceve il fiore tinto del sangue del suo amor perduto e, senza versare una lacrima, si chiude nel suo dolore.

La leggenda – legata ad un fatto storico realmente accaduto –, però, è destinata a finire in tragedia: il giorno successivo, quello della festa di San Marco ovvero il 25 aprile, Vulcana viene trovata morta con il fiore di Tancredi sul cuore.

Da qui il nome Boccolo di San Marco (il 25 aprile si celebra proprio San Marco, morto in questo giorno nell’anno 68) .

Rosa essiccata
Un bocolo di San Marco donato alla donna amata, può essere poi fatto essiccare e conservato

La leggenda nella leggenda: il ritorno di Vulcana

La storia del perduto amore di Vulcana è ancora molto viva e molto sentita nella città di Venezia. Soprattutto nel giorno di San Marco quando – si racconta – il fantasma della giovane ragazza si aggira per la laguna.

Un’entità diafana e, certo, senza colore su cui spicca solo il bocciolo di rosa, divenuto rosso per il sangue del suo amato caduto. Lo stesso fiore con cui Tancredi le disse addio per sempre e da cui, lei stessa, non si separò mai più.

Oltre al Boccolo di San Marco: altri segni d’amore di tradizione veneziana

Il bocciolo di rosa rossa nel giorno di San Marco non è la sola indicazione di regalo che la tradizione veneziana porge ai giovani amanti.

Ci sono, infatti, sparse su tutto il calendario più occasioni in cui ricorre un preciso scambio di doni fra innamorati. In particolare:

  • a Pasqua si regalano due bottiglie di vino di Cipro e una focaccia;
  • a Natale la mostarda e il mandorlato;
  • per le festività di Ognissanti un sacchetto di fave dolci;
  • a San Martino, infine, le castagne.

Questi suggerimenti, che affondano nelle antiche tradizioni della città lagunare, portano anche una lunga e utile lista di divieti.
Questo piccolo arcaico decalogo vieta che si donino:

  • pettini, perché oggetti adatti da streghe;
  • sacre immagini e libri da messa, perché portano dolori;
  • forbici, perché significano maldicenza;
  • aghi, perché esprimono sofferenza.
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L’immortalità, romanzo di Milan Kundera (riassunto) https://cultura.biografieonline.it/immortalita-kundera/ https://cultura.biografieonline.it/immortalita-kundera/#respond Fri, 20 May 2016 16:22:10 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=18467 Uno dei libri più significativi scritti da Milan Kundera è “L’immortalità“. Il romanzo non si può inquadrare in un genere ben preciso. Il libro venne pubblicato per la prima volta nel 1990 in lingua ceca. L’autore divide il libro in sette parti che affrontano in maniera diversa le tematiche riguardanti l’esistenza dell’uomo. Di seguito forniamo un riassunto della trama, con breve analisi e commento.

L'Immortalità - riassunto - Kundera
L’immortalità (Immortality) – Una copertina in lingua inglese • La prima edizione originale è del 1990

L’immortalità: riassunto

Il romanzo “L’immortalità si apre con le parole dell’autore che descrive l’attesa mentre attende l’arrivo del suo amico, il professor Avenarius; nell’aspettare, descrive ciò che accade attorno a lui e, in particolare, il gesto di una donna matura che saluta il suo insegnante di nuoto con un fondale sullo sfondo della bellissima Ville Lumiere, Parigi.

1. Il volto

Nella prima parte, dal titolo “Il volto“, Kundera descrive le vicende quotidiane di una donna di nome Agnes e dei suoi continui problemi a causa di un matrimonio, ormai, poco sereno. La donna cerca di trovare la serenità della propria anima in tutti i modi ma è sempre condizionata dal mondo esterno che la circonda che sembra ricordarle l’importanza della cura e del culto della propria immagine, mentre lei ripudia questo modus vivendi, arrivando sino a nausearsi della filosofia dell’apparire.

2. L’immortalità

Nella seconda parte del libro, dal titolo “L’immortalità“, l’autore descrive il tema principale del romanzo, ovvero l’immortalità appunto. Gli uomini vorrebbero tutti sentirsi immortali e continuare a vivere, arrivando fino all’eternità, in modo indelebile nei ricordi e nella vita delle persone care. Questo concetto viene ribadito grazie al pensiero di due personaggi, Bettina e Johann Wolfgang von Goethe.

3. La lotta

Nella terza parte del romanzo, dal titolo “La lotta“, ricompare la figura di donna Agnes, in contrapposizione con la sorella Laura. Agnes, difatti, viene definita un’intellettuale che non ama mostrarsi e che vive un rapporto distaccato con il mondo della sessualità e che non crede nell’immortalità spirituale, mentre la sorella Laura si basa principalmente sull’apparire e sull’essere.

Vive concentrata su se stessa, sul suo fisico e il suo carattere si dimostra essere teatrale fino all’eccesso. Le due donne conducono una vita completamente diversa l’una dall’altra, con obiettivi che non si incrociano praticamente mai.

Agnes viene considerata dalla sorella Laura un modello di vita, ma questo non porta le due donne a intendersi, anzi, sono spesso in continuo litigio a causa della loro diversità caratteriale. In questo particolare contesto, il rapporto tra le due sorelle viene messo in evidenza dallo scrittore, che lo analizza con intensa abilità.

4. Homo sentimentalis

La quarta parte del romanzo, dal titolo “Homo sentimentalis“, è quella più ricca di pathos. Qui, lo scrittore Kundera affronta tematiche come l’amore, la passione e la durata di un sentimento, usando come esempi i personaggi del romanzo come Agnes, Goethe e Bettina.

Viene enfatizzata l’assoluta predominanza dell’erotismo sull’amore. In questo caso, si nomina solo una volta l’amore, che viene identificato solo quando si parla di paternità o di maternità.

Milan Kundera, trattando il tema amoroso, si ispira alle ardenti situazioni rispecchiate dagli eroi della letteratura europea, che mostrano d’essere incapaci di conciliare l’amore vero e puro con la passione sfrenata.

Milan Kundera
Milan Kundera

5. Il caso

Nella quinta parte dal titolo “Il caso“, lo scrittore affronta il tema della casualità della vita e delle varie coincidenze fortuite che possono segnare il nostro destino, sempre attraverso gli occhi degli stessi protagonisti del romanzo.

6. Il quadrante

Nella sesta parte del libro, dal titolo “Il quadrante“, l’autore affronta le tematiche relative all’amore e al naufragare dei sentimenti. In questo caso, subentra un nuovo personaggio che si chiama Rubens. Kundera fa una breve sintesi della sua vita lavorativa e sentimentale. Rubens si sente un po’ frustrato dalla fine del suo matrimonio e dall’altra parte impotente, poiché non è riuscito a realizzare il suo grande sogno, quello di fare il pittore. Rubens si pone delle domande sulla vita, sull’amore e sul futuro che verrà, lasciando aperti tutti gli interrogativi che contraddistinguono la nostra esistenza.

7. La celebrazione

L’ultima parte del libro dal titolo “La celebrazione“, esamina le tematiche relative alla concezione futura della donna (la donna è il futuro dell’uomo) ed è un vero e proprio sunto di tutti gli insegnamenti enunciati dall’autore. Nell’atto finale, si introducono nuovi personaggi, come Paul, il marito di Agnes, Kundera e un amico di quest’ultimo, che si incontrano nel luogo in cui il romanzo ha avuto il suo inizio, facendo sì che il cerchio finalmente si chiuda. In questa ultima parte, il marito di Agnes non viene nemmeno ricordato dalla moglie, che lo nomina di sfuggita per il semplice motivo che nel momento rievocato dalla sua memoria si trovava con lei.

Milan Kundera - L'immortalità - libro
Milan Kundera – L’immortalità (una copertina del libro)

Temi trattati nel romanzo

Le tematiche affrontate dall’autore sono quelle dell’immortalità, della morte, della rinascita e dell’amore. E come diceva l’autore stesso: “Non basta identificarci con noi stessi, ma è necessario identificarci appassionatamente per la vita e per la morte. Perché solo così possiamo considerarci non come una delle varianti del prototipo uomo, ma come esseri che posseggono una loro essenza inconfondibile: l’immortalità“.

Il libro di Milan Kundera “L’immortalità” ha riscontrato un successo sia in termini di critica che di pubblico. Kundera, ancora ai giorni nostri, è considerato uno dei più grandi romanzieri moderni dei cosiddetti “classici”.

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Veglia, parafrasi e commento alla poesia di Ungaretti https://cultura.biografieonline.it/veglia-ungaretti/ https://cultura.biografieonline.it/veglia-ungaretti/#comments Wed, 23 Mar 2016 23:58:08 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=17622 Veglia” è una delle poesie più dure della raccolta Allegria, di Giuseppe Ungaretti. È stata scritta dal poeta sulla Cima Quattro (parte del Gruppo della Presanella, Trento) il 23 dicembre 1915, come è annotato in calce alla lirica stessa, rendendola simile ad un vero stralcio del diario di guerra dell’autore.

Veglia, poesia di Giuseppe Ungaretti

Genesi della poesia di Ungaretti

Il componimento poetico appartiene alla prima raccolta di poesie di Ungaretti, Il porto sepolto, confluita poi nella raccolta Allegria del 1931.

Veglia, descrive  l’esperienza della guerra vissuta in prima persona dal poeta come soldato semplice. Egli infatti venne chiamato a combattere la Prima Guerra Mondiale (1915-1918) prima sul Carso e poi sul fronte francese.

L’esperienza della guerra è stata fondamentale per Ungaretti, sia come uomo che come scrittore: le poesie de Il porto sepolto raccontano, in tutta la loro brevità, le atrocità vissute in prima persona  in modo lampante ed immediato.

Veglia: parafrasi, commento e analisi

In questa poesia Ungaretti descrive la veglia accanto al compagno morto in guerra, fin quasi a condividere l’esperienza della morte insieme a lui.

Come per tutti i componimenti dell’autore, il titolo gioca un ruolo fondamentale.

Il testo della poesia “Veglia” si compone di 16 versi liberi e brevi, divisi in due  parti.
La prima parte si sofferma sull’esperienza della veglia notturna, la seconda invece è una dichiarazione che assume quasi la forma di un aforisma:

Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita.

Per la descrizione del corpo del compagno morto vengono utilizzati termini aspri: massacrato, con la sua bocca digrignata (con i denti in mostra) proprio per accentuare la visione dell’esperienza della morte dolorosa. La smorfia del cadavere viene resa ancora più evidente con la luce della luna piena. La morte sembra quasi condivisa quando si legge che il gonfiore delle mani del defunto è quasi penetrato nel silenzio del poeta:

con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio

Dopo i primi dieci versi la poesia cambia registro: il poeta dichiara di aver scritto poesie d’amore tutta la notte e di non essere mai stato tanto attaccato alla vita. Si rovescia così la tragedia della morte accennando all’amore e  quindi alla ricerca di un valore positivo che contrasti l’amarezza della fine di una vita. Il poeta perciò, nonostante stesse vivendo la morte in prima persona, continua a custodire i valori della vita.

La soluzione al dolore e alla morte viene proposta dal poeta nello slancio positivo finale degli ultimi tre versi: bisogna rimanere attaccati all’energia positiva della vita, in ogni circostanza.

Le scelte lessicali e quindi l’utilizzo di termini violenti e carichi quali buttato, massacrato, digrignato, penetrata, danno al testo un tono fortemente espressionistico. Alcuni di questi  sono messi in una posizione di rilievo nel testo, occupando a volte un unico verso.

I suoni che sono maggiormente presenti sono quelli in –ato, –ata.
Il tempo verbale maggiormente utilizzato è il participio passato.

Giuseppe Ungaretti
Giuseppe Ungaretti

Il messaggio dell’intera lirica che l’autore vuole lanciare si desume soprattutto dallo scatto vitale finale: nonostante esista il dolore, è proprio la visione della morte che fa sentire ancora più attaccati alla vita.

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Intorno a lei, analisi e storia del quadro celebre di Chagall https://cultura.biografieonline.it/chagall-intorno-a-lei/ https://cultura.biografieonline.it/chagall-intorno-a-lei/#respond Fri, 05 Sep 2014 11:56:43 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11950 Intorno a lei” è un’opera del 1947 di Marc Chagall, esposta all’Opéra di Parigi. Il quadro “Intorno a lei” vede uno Chagall ormai maturo, attraversato da mezzo secolo di guerre e tensioni sociali, cimentarsi, dalla sua nuova patria, l’America, con una dedica alla persona più importante della sua vita, la sua musa ispiratrice, la moglie Bella.

Marc Chagall: "Intorno a lei" (1947)
Intorno a lei” (Marc Chagall, 1947)

Intorno a lei: analisi

Ancora una volta, uno Chagall né cubista né impressionista, dà sfogo al sentimento e alla fantasia con figure cariche di simbolismo; i colori lanciano sulla tela messaggi di forte tensione emotiva, che l’autore vive subito dopo la scomparsa della sua amata.

Chagall si appresta così a vivere i dieci anni forse più importanti della sua vita; in questo arco di tempo si confronta con l’esperienza drammatica della mancanza della moglie Bella; a lei l’uomo-artista ha chiesto sistematicamente e quotidianamente consiglio, parere, valutazione, prima durante e dopo le sue creazioni.

Il dramma questa volta lascia spazio all’amore; il tempo sana le ferite e dall’esperienza di sofferenza, con la tenacia e la fede di ogni ebreo, anche Chagall è in grado di risollevare la sua esistenza; dà così nuove energie al suo percorso umano e artistico.

Intorno a lei: il quadro

Le testimonianze di questi turbamenti interiori le troviamo in un Chagall che, nell’opera “Intorno a lei”, si vede al lavoro con cavalletto e pennelli. La testa però è capovolta, confusa e trova conforto e autostima nella sua musa vestita di rosso, Bella, che agitando un ventaglio lo sollecita a trovare nuovi stimoli e motivazioni. L’ispirazione diviene consequenziale, è un credo in un mondo globale raffigurato dal villaggio dell’infanzia.

Il desiderio infinito di pace interiore e tra gli uomini, è simboleggiato dalla colomba che presenzia l’opera. Il tema dell’amore è predominante in questo vero e proprio spaccato di vita personale. I tempi felici, il matrimonio con Bella si rappresentano con due sposi all’altare che si librano nell’aria. Il personale e il mistico si sposano in quest’opera carica di forza interiore, come solo chi sa reagire ai dolori della vita riesce a trovare.

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Amore (opera di Klimt) https://cultura.biografieonline.it/amore-klimt/ https://cultura.biografieonline.it/amore-klimt/#comments Thu, 08 May 2014 15:15:09 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10825 L’ “Amore” è un celebre quadro di Gustav Klimt caratterizzato da figure evanescenti che recano in loro il simbolo del ciclo della vita e della maturazione dell’amore. Tale opera è uno dei lavori giovanili del pittore austriaco: essa introduce delle novità rispetto ad altri quadri da noi analizzati, come “Favola” e “Idillio”: il tema dell’amore non viene raffigurato attraverso rievocazioni mitologiche e reinterpretazioni dell’arte del passato, bensì da una coppia abbracciata in abiti contemporanei.

Amore (Klimt): dettaglio dei volti centrali
Amore (quadro famoso di Gustav Klimt): dettaglio dei volti centrali della coppia

Anche se la scena ha un sapore artificioso e teatrale, Klimt la cala in un’atmosfera misteriosa e carica di presagio, che risente delle opere simboliste del tedesco Franz von Stuck, di cui Klimt era grande ammiratore.

L’Amore : il quadro

Di seguito è possibile vedere una foto che mostra l’ “Amore” di Klimt nella sua interezza.
Amore è un olio su tela (centimetri 60 x 44, Vienna, Historisches Museum der Stadt Wien).

Amore (1895, Gustav Klimt)
Amore (Titolo originale: Liebe, 1895), quadro di Klimt • L’artista nell’opera vuole tradurre i momenti più significativi della vita umana e i loro risvolti psicologici attraverso figure evanescenti e rarefatte, cariche di intensità metaforica.

I colori

La scelta di tonalità grigie e marroni avvolge l’ambiente in un’aria brumosa, mentre l’abbandono della pennellata virtuosistica alla Makart comporta un’interpretazione meno aderente al vero.

Il significato delle figure enigmatiche (nella parte alta)

Indice del cambiamento di clima è, in particolare, la parte superiore del dipinto, dove sono rappresentate una serie di enigmatiche figure femminili, che aleggiano sopra gli amanti.

Amore - Klimt: dettaglio delle figure in alto
Amore (Klimt): dettaglio dei volti presenti nella parte alta del quadro. In queste figure Klimt rappresenta il ciclo della vita comunicando come un monito la fugacità della bellezza e in ultima analisi, dell’amore.

Queste figure hanno una doppia valenza: da un lato introducono una vena cupa e inquietante, che allude alla fragilità dell’amore, al suo carattere spesso illusorio; dall’altro, nell’accostamento di età diverse, ricordano la fugacità del tempo, tema che viene ripreso dalle rose della cornice, che funzionano come simbolo di vanitas, cioè della caducità della vita e del carattere effimero di bellezza e giovinezza.

La Cornice

La cornice costituisce un altro elemento di novità ne L’Amore di Klimt. La sua moderna semplicità e la presenza delle rose ne fanno un prezioso elemento decorativo, che diventa parte integrante della composizione, e anticipa, nell’unione di pittura e ornamento, soluzioni che Klimt avrebbe sviluppato ampiamente negli anni dello Jugendstil.

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Quanto dura l’amore? https://cultura.biografieonline.it/durata-amore/ https://cultura.biografieonline.it/durata-amore/#comments Fri, 14 Feb 2014 09:07:09 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9670 Secondo recenti studi, anche la ricerca più volte si è interessata di capire e di stabilire quanto dura l’amore, quanti anni, quanti mesi, come e perché cambia, quali sono le probabili cause che portano alla rovina di una storia d’amore.

Quanto dura l'amore?
La durata dell’amore è prevedibile?

Inizialmente, ogni rapporto di coppia si sviluppa in modo favoloso, non si vedono i difetti del proprio partner e si risolvono gli eventuali litigi con più facilità; inoltre la voglia di condividere e di costruire è intensa. Col passare del tempo, l’euforia iniziale si esaurisce e si diventa più lucidi ed è da lì in poi che si decide se una coppia durerà o scoppierà. Secondo alcuni studiosi il periodo cosiddetto “magico” dell’amore va dai quattro ai sei anni.

Dopo tale periodo incomincerebbero ad interrompersi le alchimie. Secondo altri studiosi sarebbe la proteina NGF, Nerve Growth Factor, quella che determina lo stato di euforia iniziale tipica dell’innamoramento e ne comporterebbe l’affievolimento o la sua diminuzione dopo circa un anno. Gli studiosi però ci rassicurano: l’amore fortunatamente non finisce allo scadere dell’anno, dato che ad una fase più “acuta” dell’innamoramento, ne succedono molte altre, altrettanto piacevoli e soddisfacenti.

Amore mano nella mano

Dopo questo periodo, nel nostro organismo si stabilizzano i livelli di feniletilamina e l’euforia che viene vissuta dalla coppia tende a scemare. Molto spesso dopo questo periodo, siamo indotti a tornare a livelli normali di feniletilamina. Ciò può portare a condizioni e percorsi differenti per i due innamorati ed in alcuni casi a segnare molto spesso la fine di un rapporto di coppia.

Mano nella mano

Questa fase metterebbe a dura prova qualsiasi rapporto. Molto spesso, in tale fase, si è portati alla ricerca di un’altra conquista e a ricreare gli effetti euforizzanti della feniletilamina. La persona che viene lasciata, invece, oltre a vivere una bella batosta, si troverà in deficit di feniletilamina e soffrirà del cosiddetto “mal d’amore” ma fortunatamente non sempre tutti si lasciano.

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La gelosia: dove ha origine? https://cultura.biografieonline.it/perche-siamo-gelosi/ https://cultura.biografieonline.it/perche-siamo-gelosi/#comments Thu, 13 Feb 2014 15:16:23 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9699 Tutti noi, chi meno e chi di più, dobbiamo fare i conti con il sentimento della gelosia. Secondo un team di ricercatori, la gelosia si sarebbe sviluppata nel corso dell’evoluzione umana, per garantire la trasmissione dei propri geni, salvandoli da eventuali “inquinamenti” altrui. Gli uomini identificano con più violenza il sentimento, associandolo al tradimento sessuale, mentre le donne lo associano al tradimento legato a sentimenti d’amore.

Gelosia in amore
Gelosia in amore

Secondo gli studiosi, inoltre, il sentimento della gelosia sarebbe una sorta di difesa della coppia, generata durante la selezione naturale degli esseri umani e che nei tempi è stata tramandata fino ai giorni nostri. L’idea di mantenere la coppia monogama e possibilmente unita per la procreazione, con l’evidente possibilità che i geni vengano replicati nelle generazioni future, arriva fino ai giorni nostri.

Gelosia nella coppia
Gelosia nella coppia

Darwin e la gelosia

Anche lo stesso geologo e naturalista britannico Charles Darwin aveva individuato (con L’origine delle specie) alla base di tale sentimento una ragione evoluzionistica. Secondo recenti studi, l’area ventro-mediale è sicuramente quella più soggetta e coinvolta con i meccanismi che si susseguono nel provare il sentimento di gelosia.

La serotonina

La gelosia però non dovrebbe mai sfociare nel patologico ma a volte accade che riesca a sovrastare il normale senso della ragione. Ciò è dovuto ad alterazioni dei livelli di serotonina, il neurotrasmettitore con cui le cellule dialogano tra di loro. Nelle relazioni di coppia, una giusta dose di gelosia va bene ma non deve dimostrarsi mai troppa poiché è spesso causa di litigi, a volte di separazioni e può offuscare talmente la mente da portare ad atti di violenza estrema.

Gelosia nell'amicizia
La gelosia può esistere anche nelle amicizie

Un po’ di sana gelosia probabilmente fa parte di ogni relazione e può dipendere da vari fattori quali per esempio l’ambiente nel quale si cresce, le proprie esperienze, l’educazione, i modelli di riferimento o la più o meno fiducia che abbiamo nel nostro partner. Comunque non deve certamente rendere la vita impossibile né a noi stessi né agli altri. La gelosia difatti, ricordiamocelo bene, spesso intacca la nostra autostima e ci pugnala al cuore.

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