ambiente Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Sat, 29 Jan 2022 16:13:01 +0000 it-IT hourly 1 La Giornata della Terra https://cultura.biografieonline.it/la-giornata-della-terra/ https://cultura.biografieonline.it/la-giornata-della-terra/#comments Thu, 22 Apr 2021 04:45:39 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1577 Con il termine Giornata della Terra, (o Giorno della Terra, dalla traduzione inglese di Earth Day), si indica il giorno deputato alla celebrazione mondiale dell’ambiente e alla salvaguardia del nostro pianeta.

Giornata della Terra - Earth Day - 22 aprile

Dal 1970 la festa è promossa dall’ONU e riconosciuta da oltre 190 nazioni. L’evento dovrebbe coincidere con l’equinozio di primavera, ma si è ormai soliti festeggiare il Giorno della Terra nella data del 22 aprile. L’obiettivo sociale della festività è quello di ricordare l’importanza delle risorse naturali della Terra, e della necessità di conservarle.

La prima edizione dell’Earth Day risale al 22 aprile del 1970, quando oltre venti milioni di cittadini statunitensi si mobilitarono in una storica manifestazione a difesa del pianeta, rispondendo a un appello del senatore democratico Gaylord Nelson.

Con il passare del tempo e con il crescere dell’attenzione e della sensibilità verso i temi ecologici, la Giornata Mondiale della Terra è diventata un momento globale di educazione ed informazione sui problemi che affliggono la salute del pianeta, come l’inquinamento, le specie di piante e animali in via di estinzione, l’esaurimento delle risorse non rinnovabili e la precarietà degli ecosistemi.

In Italia ogni anno non mancano manifestazioni ed eventi che promuovono questa giornata: per trovare altre informazioni online, vi consigliamo di leggere un articolo sul sito bolletta-energia.it.

Giornata della Terra (Earth Day) - Il doodle di Google del 22 aprile 2012
Giornata della Terra (Earth Day) – Il doodle di Google del 22 aprile 2012

Tv, radio, giornali e artisti in genere si mobilitano ogni anno per sensibilizzare il grande pubblico in occasione di questo evento. Nel 2012 e nel 2013 anche Google celebra la Giornata della Terra con un Doodle dedicato.

La giornata mondiale della Terra, 2013 - Il Google doodle
Il doodle animato che Google ha dedicato alla giornata mondiale della Terra nel 2013
Il doodle animato che Google ha dedicato alla giornata mondiale della Terra nel 2014
Il doodle animato che Google ha dedicato alla giornata mondiale della Terra nel 2014
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I valori ambientali come principi della Carta Costituzionale: percorso cominciato in Parlamento https://cultura.biografieonline.it/costituzione-italiana-valori-ambientali/ https://cultura.biografieonline.it/costituzione-italiana-valori-ambientali/#respond Sun, 11 Apr 2021 13:59:19 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=33650 Il Parlamento italiano ha intrapreso un percorso che condurrà all’inserimento di queste parole all’interno della Carta Costituzionale su cui si fonda la Repubblica Italiana:

“La Repubblica tutela l’ambiente e l’ecosistema, protegge le biodiversità e gli animali, promuove lo sviluppo sostenibile, anche nell’interesse delle future generazioni”.

La Commissione Onida, istituita presso Ministero dell’Ambiente nel corso del 2019, ha messo in evidenza l’importanza di tali parole come espressione dei valori ambientali, e nel contempo il valore programmatico e simbolico della nostra Costituzione.

La tutela dell’ecosistema, inteso come insieme di esseri viventi, animali e vegetali, e materia non vivente, deve essere tra i principi prioritari della Costituzione perché è a difesa della vita stessa, intesa come equilibrio dinamico tra le specie.

Concetti come la biodiversità e lo sviluppo sostenibile sono imprescindibili per la realizzazione del Bene Collettivo futuro.

Inserire questi principi nella Carta Costituzionale è un primo passo importante per lavorare concretamente ad un nuovo paradigma e modello culturale, soprattutto per le nuove generazioni.

La tutela dell’ambiente nella Costituzione è una battaglia importante che ci riguarda tutti, e speriamo quindi che il percorso cominciato in Parlamento possa concludersi favorevolmente.

Foto: frasi sull’ecologia, dal sito Aforismi.meglio.it
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Gli animali sentono prima i terremoti? https://cultura.biografieonline.it/terremoto-animali/ https://cultura.biografieonline.it/terremoto-animali/#comments Sun, 02 Mar 2014 17:22:16 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9871 Gli animali, a detta degli studiosi, sembrano avvertire il pericolo prima degli esseri umani. Tra le tante ricerche effettuate in merito, troviamo quella di un team di ricercatori cinesi che ha studiato le anomalie del comportamento animale prima di un evento catastrofico, in questo caso il terremoto.

Gli animali sentono prima i terremoti? I cani e gli animali in genere sentono i terremoti prima dell'uomo?
Gli animali avvertono i terremoti prima dell’uomo?

Gli studiosi hanno notato come prima del verificarsi di tale evento, molte specie di animali mostravano di essere agitatissimi: i cavalli nitrivano e si dimenavano come impazziti cercando di scappare, i serpenti cercavano di uscire dalle loro tane di letargo anche se si trovavano in pieno inverno ed i cani si allontanavano dalle loro abitazioni, fuggendo all’impazzata.

Gli animali sentono prima i terremoti?

Prima dell’arrivo di un cataclisma si è scoperto che uno dei motivi che permettono al fedele amico dell’uomo di accorgersi del suo arrivo, sembrano essere i gas che fuoriescono dalle microfratture delle rocce, mentre i ratti riescono ad avvertire le variazioni della concentrazione di ioni nell’aria. Perfino i pesci gatto percepiscono l’allarme, poiché avvertono le debolissime correnti elettriche che si sviluppano in acqua a causa delle sollecitazioni cui sono sottoposte le rocce prima di un’eventuale scossa tellurica. In Giappone e negli Stati Uniti, sono ancora in corso ricerche e studi sui comportamenti degli animali prima di un evento catastrofico.

Gli scienziati non possono prevedere i terremoti basandosi solo sugli studi effettuati sul mondo animale, spesso influenzato e disturbato da vari fattori esterni, ma possono sfruttare le informazioni che questo mondo può donare per realizzare nuovi studi che permettano in futuro di captare quelle stesse piccole variazioni che mettono in uno stato d’allerta gli animali.

In conclusione, gli animali avvertono anche le più piccole vibrazioni della terra e l’eventuale aumento di elettricità statica che, a quanto pare, si sprigionano prima e durante i terremoti. Inoltre sono molto sensibili alle variazioni improvvise del campo magnetico della terra. In fondo, se riuscissimo a capire il loro linguaggio, potremmo captare prima del previsto gli eventi catastrofici e metterci in salvo, come è già avvenuto per gli tsunami del 2004 nell’Oceano Indiano e nel 2011 in Giappone.

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Perché l’Italia vive costantemente un rischio geologico https://cultura.biografieonline.it/rischio-geologico-italia/ https://cultura.biografieonline.it/rischio-geologico-italia/#comments Thu, 21 Nov 2013 02:09:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=8668 L’Italia viene è da sempre considerata un paese geologicamente a rischio, principalmente per due fattori: in primis a causa del suo assetto idrogeologico sempre fragile ed instabile; in secondo luogo, perché da sempre il nostro territorio è a rischio sismico, pertanto facilmente soggetto a terremoti.

L'Italia e il rischio idro-geologico
L’Italia e il rischio idrogeologico: la mappa evidenzia le aree maggiormente a rischio

Il territorio italiano è attraversato da diverse faglie attive e secondo un recente rapporto stilato da studiosi di sismologia ben il 36% della popolazione italiana vive in zone a rischio sismico, mentre ben sei milioni italiani vivono in zone ad alto rischio idrogeologico.

Il centro del Mediterraneo è da sempre teatro di scontro tra la placca africana e quella euroasiatica e questo rende ancora di più il nostro territorio soggetto a fenomeni sismici. Il territorio italiano quindi si trova perciò in un contesto molto dinamico dal punto di vista tettonico e ne subisce le conseguenze che si manifestano sotto forma di devastanti catastrofi naturali.

Per quanto concerne invece l’assetto idrogeologico, uno dei rischi principali che ci riguarda da vicino è quello geologico-idraulico; con tale termine si fa riferimento ai rischi, derivanti dal verificarsi di eventi meteorici estremi che inducono a tipologie di dissesto tra loro strettamente interconnesse, quali frane ed esondazioni.

In virtù di tali premesse, per il problema sismico, lo Stato italiano ha tentato di classificare ogni area del paese dal punto di vista sismico o comunque di prendere provvedimenti per limitare i danni se si dovesse verificare un evento catastrofico. Il territorio è stato classificato in quattro classi a seconda della sismicità. La classe 1 è la più a rischio mentre la classe 4, dove sono presenti la maggioranza di comuni e città, non dovrebbe essere sottoposta a scosse telluriche di livello significativo.

Italia rischio sismico
L’Italia e il rischio sismico: la mappa evidenzia e classifica le aree in base alla pericolosità sismica

Purtroppo sebbene la moderna tecnologia e l’uomo abbiano fatto passi da gigante in merito, non si può prevedere con certezza l’arrivo di un evento sismico o idrogeologico né prevenire “il corso della natura”. Tra i terremoti più disastrosi della storia italiana ricordiamo il terremoto/maremoto di Messina del 1908, mentre tra quelli più recenti che hanno causato ingenti danni a cose e a persone, quello verificatosi il 6 aprile 2009 all’Aquila e il 29 maggio del 2012 quello che ha colpito l’Emilia Romagna e la bassa Lombardia, con epicentro in Pianura Padana.

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Il disastro nucleare di Fukushima https://cultura.biografieonline.it/fukushima/ https://cultura.biografieonline.it/fukushima/#comments Sat, 10 Nov 2012 04:40:11 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4756 E’ l’11 marzo 2011 quando un forte sisma causa una serie di quattro distinti incidenti presso la centrale nucleare della città giapponese di Fukushima, che si trova 240 km a nord della Capitale. Alle 14:46:23, ora locale, un terremoto di magnitudo 8.9 della scala Richter colpisce il Giappone. La scossa, della durata di 3 minuti, è devastante anche per un Paese come quello nipponico abituato ad un’elevata attività sismica.

Fukushima
Fukushima

L’epicentro del terremoto, situato in mare aperto, a 373 km. a nord-est di Tokyo e ad una profondità di 25 km., genera uno tsunami con onde anomale alte fino a 14 metri che si riversano sulla costa orientale del Giappone. L’acqua del maremoto danneggia i sistemi elettrici di raffreddamento della centrale nucleare di Fukushima provocando esplosioni nei reattori 1 e 3 ed il surriscaldamento di quelli 2 e 4.

L’incidente viene classificato dall’Agenzia per la Sicurezza Nucleare e Industriale del Giappone al grado massimo, il 7, un livello finora raggiunto solo dal disastro di Černobyl.

Il governo giapponese ordina l’evacuazione di un’area del raggio di 20 km intorno a Fukushima, abitato da circa 170.000 persone, ma le radiazioni vengono rilevate fino ad 80 km di distanza dalla centrale e nell’Oceano Indiano dove i reattori riversano materiale radioattivo in quantità enormemente rilevante.

La Tepco, la ditta che gestisce l’impianto nucleare di Fukushima, tenta di arginare i danni, ma la situazione è più grave del previsto e ad oggi non completamente stabilizzata. Per mitigare gli effetti negativi sulla salute delle persone contaminate dalle radiazioni degli isotopi di iodio radioattivo, vengono somministrate pillole di ioduro di potassio per saturare la tiroide ed evitare l’assimilazione dello iodio-131.

Le vittime di questo disastro sono numerose, ma non è possibile fare una stima precisa in quanto le conseguenze sulla salute della popolazione potranno essere valutate solo negli anni a venire.

L’incidente nella centrale di Fukushima ha risollevato nell’opinione pubblica mondiale il problema della sicurezza degli impianti atomici. Nonostante le polemiche sulla potenziale pericolosità di questa fonte energetica, solo due Stati, Germania e Svizzera, hanno manifestato l’intenzione di abbandonare, nel lungo periodo, l’utilizzo dell’energia nucleare, rispettivamente nel 2022 e nel 2034.

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In Italia, immediatamente dopo l’incidente di Fukushima, il Governo Berlusconi IV dichiara l’intenzione di voler perseguire il programma nucleare italiano secondo le disposizioni di legge approvate nel biennio 2008-2010. Ciò non avviene in quanto tali disposizioni vengono abrogate con il referendum popolare tenutosi il 13 giugno 2011.

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Il Protocollo di Kyoto https://cultura.biografieonline.it/kyoto-protocollo/ https://cultura.biografieonline.it/kyoto-protocollo/#comments Sat, 03 Nov 2012 09:55:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4570 Il Protocollo di Kyoto è un trattato internazionale, di natura volontaria, sottoscritto nell’omonima città giapponese il giorno 11 dicembre 1997 da più di 160 paesi in occasione della Terza Conferenza delle Parti (COP3) della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici e il riscaldamento globale.

Riscaldamento globale: inquinamento prodotto dalle fabbriche
Riscaldamento globale: inquinamento prodotto dalle fabbriche

Perché il trattato potesse entrare in vigore, doveva essere ratificato da almeno 55 nazioni produttrici di almeno il 55% delle emissioni inquinanti. Questo obiettivo è stato raggiunto solo nel novembre del 2004 grazie all’adesione della Russia, che produce il 17,6% delle emissioni totali. L’accordo è entrato in vigore il 16 febbraio 2005.

Il trattato prevede l’obbligo dei paesi industrializzati di ridurre nel periodo 2008-2012 le emissioni di gas serra, che alterano il clima terrestre riscaldandolo, quali il biossido di carbonio, il metano, l’ossido di azoto, gli idrofluorocarburi, il perfluorocarburi ed l’esafluoro di zolfo in misura non inferiore al 5,2% rispetto a quelle registrate nel 1990.

Le indicazioni del Protocollo di Kyoto per la mitigazione climatica si riferiscono sia a misure di prevenzione e riduzione delle emissioni di gas serra, sia ad attività di sviluppo dell’assorbimento forestale compensativo di CO2.

Considerato che nel mondo vengono immesse 6.000 Mt di CO2, di cui 3.000 prodotte dai Paesi industrializzati e 3.000 da quelli in via di sviluppo, con il trattato di Kyoto le immissioni dovrebbero passare da 6.000 a 5.850 Mt.

A causa dei costi elevati degli interventi di riduzione delle emissioni il Protocollo di Kyoto non ha avuto grandi adesioni. Tra i principali Paesi astenutesi dall’accordo ci sono gli Stati Uniti d’America (responsabili del 36,1% del totale delle emissioni) e l’Australia.

L’Italia si è impegnata a ridurre le emissioni del 6,5% e per il raggiungimento di tale obiettivo, sono stati realizzati strumenti normativi di recepimento ed attuazione del Protocollo che definiscono e ripartiscono la riduzione a ciascun settore del Paese.

Il Protocollo di Kyoto è solo il primo passo, ma da solo è insufficiente a contenere i cambiamenti climatici in atto. Si tratta comunque di un inizio importante.

Conferenza sui cambiamenti climatici del pianeta (2007)
Conferenza sui cambiamenti climatici del pianeta (2007)

Oltre allo sforzo di riduzione emissiva identificato dal Protocollo di Kyoto a carico degli Stati nazionali, il contrasto al cambiamento climatico deve coinvolgere anche cittadini, aziende e realtà locali che sono corresponsabili del problema climatico e quindi moralmente chiamati ad intervenire in maniera volontaria in attività di tutela climatica limitando le proprie emissioni e i propri consumi.

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La catastrofe ambientale di Chernobyl https://cultura.biografieonline.it/la-catastrofe-ambientale-di-chernobyl/ https://cultura.biografieonline.it/la-catastrofe-ambientale-di-chernobyl/#comments Mon, 16 Apr 2012 12:14:27 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1475 È ancora vivo il ricordo del disastro di Chernobyl. Il 26 aprile 1986 all’ 1e23, durante un test di sicurezza, esplose il reattore numero 4 dalla centrale nucleare V.I. Lenin, a meno di 20 km dalla città di Chernobyl in Ucraina, causando l’emissione di una nube di materiali radioattivi.

Chernobyl, la centrale nucleare
Chernobyl, la centrale nucleare

La nube radioattiva raggiunse, trasportata dal vento, l’Europa orientale, arrivando anche in Italia, in Francia, in Germania e nella zona dei Balcani. Ma non solo, toccò tutta la zona occidentale dell’Urss e furono contaminate anche la Finlandia e la Scandinavia, così come alcuni punti della costa est del Nord degli Stati Uniti.

Le aree vicine alla centrale furano evacuate e 336.000 cittadini furono obbligati a trasferirsi.  Oggi, ancora molte zone, fanno i conti con i costi di decontaminazione e soprattutto con i problemi di salute: il materiale radioattivo espone, infatti, al rischio tumore e malformazioni tutti coloro che ne sono venuti in contatto.

La centrale di Chernobyl, costruita negli anni Settanta, era composta da quattro reattori in grado di produrre 1 gigawatt di energia elettrica ciascuno. Questo impianto copriva da solo il 10 percento dell’elettricità ucraina. L’incide fu causato dalla violazione delle norme di sicurezza durante un test che causò un incontrollato aumento della potenza del nocciolo del reattore numero 4 della centrale.  L’obiettivo era quello di verificare se l’alternatore e la turbina, nel caso il circuito di raffreddamento non producesse vapore, fossero in grado di generare energia elettrica, sfruttando l’inerzia del turbo-alternatore.

Purtroppo a causa di alcuni “errori” durante il test sono morte moltissime persone: 65 quelle accertate e, in un rapporto ufficiale ONU, si stima che in 80 anni dall’incedente moriranno circa 4 mila persone a causa di tumori e leucemie che non si possono direttamente associare al disastro, ma che sono potenzialmente imputabili. Ovviamente, questo è solo il risultato di uno studio (ufficiale), estremamente contestato dalle associazioni antinucleariste internazionali che, a loro volta, sostengono che saranno invece circa 6 milioni i morti in 70 anni che potrebbero essere ricondotti all’esplosione di Chernobyl.

Sono passati più di 25 anni da quella notte, ma non sono ancora chiare le dinamiche e di conseguenza non è possibile stabilire con precisione la responsabilità di quanto avvenuto. Una cosa però è sicura: dietro a Chernobyl c’è una somma di errori e di disattenzioni tali da non essere quantificabili, dalle manovre di coordinamento alla progettazione di alcune parti meccaniche.

L’incidente del 26 aprile 1986, purtroppo, è la somma di un lavoro poco accurato e sicuramente incauto.  Per esempio, secondo alcuni progettisti, gli operatori non sapevano che il reattore avesse problemi tecnici, anche perché si trattava di un impianto abbastanza top secret. Inoltre, il personale impiegato nella centrale non era abbastanza qualificato per gestire una macchina così complessa. Esistono però due ipotesi abbastanza accreditate: la prima risale al 1986 e attribuisce la responsabilità agli operatori dell’impianto, la seconda, invece, è del 1991 e si parla debolezze nel progetto del reattore RBMK, in particolare alle barre di controllo.

La notte dell’incidente si fece di tutto per arginare il disastro: arrivarono immediatamente i soccorsi per placare l’incendio e nei mesi successivi fu messo in sicurezza il sito. I detriti radioattivi furono posti all’interno del reattore, coperto prima da sacchi di sabbia lanciati da elicotteri e poi incastrato all’interno di una sorta di bara d’acciaio. Il guaio più grande però fu che tutte le persone che parteciparono a queste operazioni, dai Vigili del fuoco ai militari dell’esercito, non furono avvertite delle conseguenze e della pericolosità dei fumi radioattivi.  Secondo i dati più accreditati, solo nella pulizia dell’area furono coinvolte quasi 600.000 persone, nel corso di 2 anni.

I rischi più gravi sono dovuti all’esposizione allo iodio-131, un isotopo radioattivo dall’emivita di 8 giorni, ma anche allo stronzio-90 e cesio-137. Molti studi hanno rivelato che sono aumentati in modo esponenziale i tumori nella zona colpita dall’esplosione e molti bambini bielorussi, ucraini e russi, che hanno bevuto latte locale assumendo iodio-131, si sono ammalati di tumore alla tiroide.  Purtroppo non si possono quantificare le persone vittime delle radiazioni e di conseguenza non si può neanche stimare con esattezza la dimensione della relazione tra l’incidente di Chernobyl e i rischi per la salute.

Il disastro di Chernobyl non si chiuse con l’incidente del 1986. Nel 1991 un altro incendio colpì la centrale nel reattore 2 che  venne subito dopo dismesso. L’impianto fu spento definitivamente dal presidente ucraino Leonid Kuchma il 15 dicembre del 2000, con una cerimonia ufficiale.

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Cindy Lowry e la commovente storia delle balene salvate https://cultura.biografieonline.it/cindy-lowry/ https://cultura.biografieonline.it/cindy-lowry/#comments Sun, 19 Feb 2012 16:30:11 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=634 Cindy Lowry è la direttrice di OPTI, Oceans Public Trust Initiative, un progetto dedicato alla protezione della pubblica fiducia. E’ stata un avvocato ambientale per vent’anni ed è stato la direttrice di Greenpeace in Alaska per dieci anni.

Cindy Lowry
Cindy Lowry

Corre l’anno 1988 quando Cindy Lowry vive nella città di Anchorage, in Alaska dove dirige proprio le attività di Greenpeace di questa regione. In questo periodo è protagonista di un fatto drammatico, che la veda in prima linea nel salvataggio di tre balene grigie della California, rimaste intrappolate nei ghiacci di Barrow, a nord del circolo polare artico.

Big Miracle, il film - Poster e Locandina
Big Miracle, il film

Questa storia viene portata all’attenzione del grande pubblico nel 2012 con il film “Big Miracle” (in italiano “Qualcosa di straordinario“), ispirato alla storia di Cindy e basato sul libro del 1989 “Freeing the Whales” (Liberando le balene), scritto da Tom Rose. Il film, diretto da Ken Kwapis, vede protagonisti Drew Barrymore (nei panni di Cindy Lowry) e John Krasinski.

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