La Fortezza di San Leo

Impossibile non essere pervasi da un’immediata emozione non appena si scorge con lo sguardo il maestoso e invalicabile masso roccioso sul quale sorge la Fortezza di San Leo: pare sia stata modellata con la roccia sulla quale è stata costruita e si rimane inevitabilmente rapiti da quell’imponenza.

San Leo
Il maestoso masso roccioso sul quale sorge la Fortezza di San Leo

Situata a 639 mt sul livello del mare, la Fortezza di San Leo si trova in Val Marecchia, in Emilia Romagna, nella regione storica del Montefeltro, al confine con la Repubblica di San Marino, a circa 30 Km di distanza dalla Riviera Adriatica.

Giungendo alla cittadina di San Leo (589 mt s.l.m) ci si trova davanti agli strapiombi impressionanti sul cui culmine è stata appunto costruita la Fortezza, che è una delle opere militari più imponenti d’Italia per la sua posizione unica. Le alte ed inaccessibili pareti a strapiombo costituirono in passato una naturale difesa ed una perfetta postazione di avvistamento. Per giungere fin lassù è stata costruita una strada scavata nella roccia, che parte dalla tranquilla e fiabesca cittadina.

Arrivati alla Fortezza, è da lì che si può godere una vista maestosa, potendo ammirare un panorama mozzafiato: il mare Adriatico, la valle coronata da antichi castelli, rocche, ruderi di Chiese, i colli romagnoli e le vette dell’Appennino. Da indagini geologiche, si ritiene che la roccia su cui fu fondata si sia formata oltre 15 milioni di anni fa e sia un blocco di massa calcarea spostatasi nel periodo del Miocene, quando ancora l’Italia era sommersa dalle acque del mare.

Fortezza di San Leo
La Fortezza di San Leo

Anticamente chiamata Montefeltro (nel secolo VIII), fu poi nel secolo X che prese il suo nome attuale in onore di San Leone Dalmata, che giunse in questi luoghi nel secolo IV ed evangelizzò il territorio. Presumibilmente furono i Romani a fortificare per primi l’altura, costruendo una roccaforte. Nei secoli successivi vi furono sicuramente ampliamenti, uno dei quali nel 1479, che fu opera del senese Francesco di Giorgio Martini (1439-1526), pittore, scultore, architetto civile e militare, su ordine di Federico da Montefeltro.

Fin dal secolo III i Romani giunsero a San Leo e successivamente, caduto l’Impero Romano, a partire dal secolo VI, fu contesa tra Goti e Bizantini e tra Longobardi e Franchi; tra il 962 e il 964 ebbe l’onore di essere proclamata Capitale del Regno Italico di Berengario II. Nel 1155 Montefeltro I dà origine alla casata dei Montefeltro. Dalla seconda metà del 1300 e sino alla metà del 1400, si contesero il dominio di San Leo i Malatesta e i Montefeltro, fino al 1441, quando Federico III da Montefeltro ebbe la meglio; nel 1502 fu tolta da Cesare Borgia, detto il Valentino, ai Montefeltro, che ne ripresero il dominio nel 1503; nel 1516 San Leo appartenne a Lorenzo Piero de’ Medici duca d’Urbino, nipote di papa Leone X, mentre dal 1527 a Francesco Maria I della Rovere; dal 1631 al 1860 fu in mano alla Chiesa.

La cella di Cagliostro
La cella di Cagliostro

Il Forte funse da prigione dal 1631 fino al 1906. Fu infatti qui recluso Giuseppe Balsamo Conte di Cagliostro, personaggio dall’eccezionale ed enigmatica personalità. Nato a Palermo il 2 giugno 1743, geniale, dotato di ineguagliabile intelligenza, taumaturgo ed alchimista, operò molteplici opere di bene ma purtroppo fu vittima del totalitarismo del suo tempo. Fu arrestato e processato dall’Inquisizione con l’accusa di appartenenza alla massoneria ed eresia e portato nella Fortezza di San Leo nel 1791, dove fu rinchiuso in una cella detta “del Tesoro”.

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Successivamente spostato nella tetra e umida cella detta il “Pozzetto”, la cui unica apertura era una finestrella con triplice inferriata, dalla quale si vedeva la cittadina di San Leo. L’attuale porta di accesso alla cella fu aperta in seguito, poiché in origine non esisteva. Cagliostro veniva ininterrottamente sorvegliato mediante una botola aperta nel soffitto. Sono visitabili sia il locale di guardia che la cella di Cagliostro, il quale vi fu rinchiuso fino al giorno della morte nel 1795, il 26 agosto, o come alcuni sostengono, il 27 agosto, essendo descritto nell’atto di morte: “…morì il giorno 26 del mese di agosto dell’anno suddetto, alle ore tre dopo la mezzanotte.”

Nel borgo medioevale ai piedi del castello di Montefiore Conca, la sera del 4 agosto 2010 si è tenuta la rappresentazione teatrale “Processo a Cagliostro”. Gli amanti delle rivisitazioni storiche hanno potuto assistere alla riproposizione dello storico processo al Conte di Cagliostro. Il gremito pubblico che ha assistito e partecipato alla rappresentazione ha espresso un verdetto sulle vicende che, più di due secoli fa, portarono Cagliostro ad essere condannato dalla chiesa per eresia, che nell’epoca in cui visse (secolo XVIII) poteva considerarsi come l’ateismo di oggi, e l’appartenenza alla massoneria, il cui scopo era quello di combattere contro ignoranza e superstizione, attraverso l’amore per il prossimo ed il reciproco soccorso. Il verdetto finale è stata la completa assoluzione da tutte le accuse, in quanto Cagliostro è stato punito dall’Inquisizione solo perché ha avuto il coraggio di non sottostare alle imposizioni del suo tempo, e i suoi ideali erano quelli di felicità e aiuto al prossimo.

Nomi illustri visitarono San Leo. Nel 1213 Francesco d’Assisi predicò sulla piazza ora a lui dedicata: “Tanto è il bene che io mi aspetto che ogni pena m’è diletto”. Dante Alighieri si trovava a San Leo presumibilmente nel 1306. Il canto IV del Purgatorio di Dante recita: “Vassi in San Leo e discendesi in Noli, montasi su in Bismantova e ‘n Cacume con esso i piè; ma qui convien ch’om voli”.

La Fortezza inoltre da ospitalità ad importanti mostre che espongono armi antiche e moderne, fucili, cannoni, lance, alabarde, antichi oggetti locali, strumenti di tortura, mobili d’epoca, stampe e dipinti, manuali e libri pregiati, strumenti massonici. In omaggio al celebre alchimista, vi è la mostra “Cagliostro tra realtà e leggenda” e l’Antro dell’Alchimia. Scendendo ripidi gradini si possono inoltre raggiungere e visitare i sotterranei e le celle di punizione, dove venivano inflitte ai condannati atroci torture allo scopo di estorcere loro false confessioni.

Il 27 febbraio 2014 si è verificato il crollo di una porzione della rupe di San Leo: secondo le stime dei geologi, un volume di roccia pari a circa 450.000 metri cubi si è staccata ed è crollata nella zona sottostante. Prima un grande boato e poi un enorme nuvola di polvere, ma nessun danno a persone ed edifici.

San Leo, grazie alla sua impareggiabile bellezza naturale è sicuramente da annoverare come una delle mete turistiche da visitare nel corso della vita.

Crollo rupe San Leo
Il crollo della rupe di San Leo

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