Cultura https://cultura.biografieonline.it/ Canale del sito Biografieonline.it Sat, 20 Dec 2025 00:45:32 +0000 it-IT hourly 1 Olimpico e olimpionico: differenze e uso corretto degli aggettivi https://cultura.biografieonline.it/olimpico-olimpionico/ https://cultura.biografieonline.it/olimpico-olimpionico/#comments Fri, 19 Dec 2025 23:25:10 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=19203 Ogni 4 anni si diventa tutti esperti di Olimpiadi. Al di là dei contenuti relativi alle cronache, per amore del corretto uso della lingua italiana ci preme sottolineare quali differenze vi sono tra i due aggettivi: “olimpico” e “olimpionico“. Il contesto in cui ci muoviamo è quello dell’etimologia.

Bandiera olimpica (I cinque cerchi olimpici)

Olimpionico

Partiamo dalla parola olimpionico. Tale termine deriva dalla composizione di altri due termini greci “Olympia” e “Nike“. Il primo deriva – come è piuttosto noto – dal monte Olimpo, il monte più alto della Grecia, dove soggiornavano gli dei. La seconda parola (oltre a corrispondere con il noto brand dell’azienda sportiva Nike) in greco significa “vittoria“.

Nike di Samotracia
Nike di Samotracia: celebre scultura a cui si ispira lo “swoosh” del moderno brand Nike

Per questo motivo e per questa etimologia la parola “olimpionico” – in greco: olympionikai – sia esso usato come aggettivo oppure come sostantivo, assume come unico significato quello di “vincitore dei Giochi“.

È pertanto errato indicare un atleta come “olimpionico” se questi ha solamente partecipato ai Giochi Olimpici a cinque cerchi. È altrettanto sbagliato indicare come “olimpionica” una persona che è salita sul podio per ricevere al collo una medaglia di argento o di bronzo.

E’ altresì corretto attribuire l’aggettivo ai vincitori di medaglie d’oro.

Solo numeri uno

Andiamo per un attimo indietro nel passato, all’epoca degli antichi greci e agli albori della storia delle Olimpiadi, prima dell’avvento dei Giochi Olimpici moderni voluti da De Coubertin. Per quel che sappiamo, agli antichi greci importava molto poco ricordare gli atleti che nelle Olimpiadi raggiungevano il secondo posto, o i successivi. Oggigiorno infatti i loro nomi non ci sono noti.

Il secondo è il primo degli ultimi. (ENZO FERRARI)

Conosciamo invece con una certa precisione l’elenco degli antichi vincitori olimpionici. Per un approfondimento vi rimandiamo a due saggi di Luigi Moretti (1922-1991), importante studioso grecista (e padre del regista Nanni Moretti):

  • “Iscrizioni agonistiche greche”
  • “Olympionikai, i vincitori negli antichi agoni olimpici”
Pierre de Coubertin
Pierre de Coubertin: a lui si devono i moderni Giochi Olimpici

Celeberrima la sua frase:

L’importante non è vincere ma partecipare“. (Pierre de Coubertin)

Olimpico

Passiamo alla parola “olimpico“. Il termine trova corretto utilizzo per ogni cosa che ha riferimenti e relazioni con le Olimpiadi e i Giochi Olimpici.

Un errore comune è quello di definire le piscine lunghe 50 metri come piscine olimpioniche (meno diffuse nelle città rispetto alla cosiddetta “vasca corta”, da 25 metri). A livello etimologico le piscine  olimpioniche non esistono. È invece corretto definirle “piscine olimpiche”  (o ancor meglio: piscine dalle dimensioni olimpiche). Le atlete e gli atleti che partecipano ai Giochi vanno indicati come atleti olimpici e non olimpionici.

Un’ultima curiosità

Nell’antica Grecia ai vincitori delle Olimpiadi veniva posta sulla testa una corona di ulivo, non di alloro.

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Prometeo, il mito https://cultura.biografieonline.it/prometeo/ https://cultura.biografieonline.it/prometeo/#comments Thu, 18 Dec 2025 07:55:39 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23926 I personaggi mitologici esercitano il loro fascino anche sull’uomo moderno. La mitologia antica richiama modelli universali, archetipi dell’umanità aldilà di ogni limite geografico e storico, quindi sempre validi. I miti rappresentano le forze che popolano il mondo interiore degli esseri umani e le esperienze fondamentali che questi affrontano durante la loro esistenza terrena: il bene, il male, il rapporto con la Natura, il cambiamento, l’amore, l’odio. Tra i personaggi mitologici più conosciuti vi è Prometeo, che è a metà strada tra un dio e un uomo e non appartiene del tutto alla categoria degli Dei Olimpici.

Discendenza di Prometeo ed origine del suo nome

Prometeo è un Titano come il padre Giapeto (fratello di Cronos), ma non appartiene alla stirpe degli Dei dell’Olimpo. Il nome Prometeo deriva da “pro- metis” (il preveggente, colui che pensa prima degli altri). Per quanto riguarda la donna che mise al mondo Prometeo, la tradizione greca non ha elementi univoci: c’è chi riferisce il nome di Climene e chi invece quello di Asia, figlia di Oceano.

Prometeo
Prometeo porta il fuoco al genere umano – Dettaglio tratto da un’opera di Friedrich Heinrich Füger, 1817 (Neue Galerie, Kassel, Germania)

L’alter-ego di Prometeo è il fratello Epimeteo, che a causa della sua impulsività e mancanza di razionalità viene ingannato da Zeus. Oltre ad Epimeteo, la tradizione mitologica attribuisce altri due fratelli a Prometeo: Menezio e Atlante. Fra i tre, Prometeo si distingue per astuzia e scaltrezza e si schiera sempre con gli esseri umani contro gli Dei, rappresentati dal Divino Zeus, che per questo è puntualmente adirato con lui.

Prometeo e il destino degli uomini

Il mito di Prometeo si ricollega direttamente alla nascita dell’umanità e alla conseguente frattura tra gli Dei e gli uomini. Vi era infatti un tempo in cui questi vivevano insieme senza alcuna discordia.

Un giorno però tra gli dei e gli uomini nasce una discussione circa la spartizione delle parti di un toro. Zeus, chiamato ad intervenire per risolvere la questione, pensa di affidare la decisione al saggio Prometeo.

La spartizione dell’animale non rappresenta un’operazione puramente tecnica, in quanto segna il netto confine tra la condizione degli Dei e quella degli uomini. Su Prometeo incombe il compito assai gravoso di definire l’esatta frontiera tra il mondo degli Dei e quello degli uomini.

L’inganno di Prometeo a Zeus

Prometeo procede con estrema cura alla pulizia dell’animale, taglia la carne, raccoglie le ossa e nasconde la parte più polposa all’interno del ventre sporco e viscido del toro. Poi ne ricava due pacchetti e li sottopone al vaglio di Zeus, che opta per la parte di carne che in apparenza sembra più appetitosa e di colore chiaro. Una volta aperto il pacchetto, però, Zeus si rende conto di essere stato ingannato, in quanto l’involucro contiene soltanto ossa, ben pulite e astutamente raccolte. L’ira di Zeus verso Prometeo a questo punto è incontenibile.

Il fuoco e le conseguenze dell’inganno

A seguito dell’inganno di Prometeo, Zeus decide di sottrarre agli uomini uno dei beni più preziosi, il fuoco. Questo fa ripiombare l’umanità ad un livello inferiore, più simile a quello delle bestie. Il fuoco è un elemento naturale che nella mitologia greca simboleggia la forza divina e rappresenta il potere della conoscenza che gli Dei avevano concesso agli uomini per raggiungere il progresso.

Prometeo

Oltre al fuoco, Zeus toglie agli uomini la disponibilità del grano, considerato la principale fonte di nutrimento e che, in passato, cresceva spontaneamente nei campi, senza alcuna fatica. D’ora in poi gli uomini saranno costretti a lavorare duramente per fare crescere il grano, scavando nella nuda terra e aspettando che i semi piantati germoglino per procedere alla raccolta.

Prometeo e il seme di fuoco

Prometeo, però, per riparare alla sventura arrecata agli uomini, si introduce nell’Olimpo e riesce a rubare un “seme di fuoco” e lo porta via in una canna senza essere visto. Il fuoco che Prometeo dona agli uomini non è però come quello divino. Essendo generato da un seme va sempre alimentato. Quando il Padre degli Dei si accorge che il fuoco è tornato a brillare nel mondo degli uomini, si adira tantissimo, e medita una vendetta furiosa. Infatti dopo poco tempo questi ordina ad Efesto, il Dio della metallurgia, di plasmare in argilla una forma femminile giovane e bella sulla quale le dee dell’Olimpo soffiano l’alito della vita per renderla in tutto per tutto simile ad una donna in carne e ossa.

Pandora, il vaso e i mali del mondo

Tale archetipo di donna si chiama Pandora, bellissima e adornata di gioielli splendenti, e somiglia ad una Dea. Dietro la sua bellezza disarmante si cela l’inganno. Per timore che l’ira divina possa colpire lo sprovveduto Epimedeo, Prometeo si fa giurare dal fratello di non accettare alcun dono proveniente dagli Dei. Ma quando la splendida Pandora gli fa visita, Epimedeo dimentica qualsiasi giuramento e si lascia sedurre dalla donna. Epimedeo prende in sposa Pandora e la fa vivere in casa sua.

Zeus intende portare a termine il suo piano di vendetta. Dice quindi alla donna di cercare in casa del marito una giara, che sia ben coperta e nascosta. Pandora si mette alla ricerca della giara appena il marito esce, e la trova in dispensa. Su suggerimento di Zeus, apre il coperchio per guardare cosa contiene, ma poi lo richiude subito come il Dio gli dice di fare.

Dalla giara escono fuori tutti i mali del mondo che, fino a quel momento, erano rimasti nascosti senza abbattersi sugli uomini: dolore, paura, povertà, morte, guerra, violenza. Solo l’attesa del futuro (“elpis”) resta intrappolata all’interno del contenitore, lasciando almeno agli uomini la possibilità di avere la speranza come unica consolazione. Da questo episodio nasce il mito del vaso di Pandora.

Prometeo e Chirone

La punizione nei confronti di Prometeo è abbastanza dura, dato che Zeus lo imprigiona su una montagna legandolo ad una colonna. Il povero Prometeo diventa la vittima dell’aquila di Zeus, che si ciba della sua carne. Ogni giorno il rapace divora il fegato di Prometeo che il giorno dopo gli ricresce per diventare nuovamente cibo per l’aquila.

A liberare Prometeo da questa triste sorte interviene il Centauro Chirone, che è immortale. Tra Prometeo e Chirone avviene uno scambio: il primo riceve da Chirone l’immortalità in cambio del suo diritto a morire. Il povero Chirone, ferito, soffre tantissimo fisicamente e vorrebbe mettere fine al suo dolore con la morte, ma essendo immortale non gli è concesso. Grazie a questo scambio Prometeo è finalmente libero.

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Odissea: trama dell’opera e parafrasi del proemio https://cultura.biografieonline.it/odissea-riassunto-parafrasi-proemio/ https://cultura.biografieonline.it/odissea-riassunto-parafrasi-proemio/#comments Tue, 16 Dec 2025 12:06:10 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=36771 L’Odissea, insieme a l’Iliade, è una delle opere più importanti dell’antichità e di tutta la cultura occidentale. I due poemi, secondo la tradizione entrambi scritti da Omero, hanno però alcune sostanziali differenze: mentre l’Iliade è il poema delle battaglie e della ferocia, l’Odissea ha tutt’altra atmosfera. È divisa in 24 canti e costituita da 12.000 versi; ha come protagonista Odisseo (Ulisse, re di Itaca) e il suo avventuroso viaggio di ritorno in patria dopo la caduta della città di Troia.

Ulisse sulla nave salpa dalla città di Troia per fare ritorno a Itaca
Il viaggio di Ulisse: dalla città di Troia parte per fare ritorno a Itaca. (Illustrazione: Tommaso Chiarolini)

La trama dell’Odissea

Il poema si può suddividere in tre grandi nuclei fondamentali:

  1. Telemachia;
  2. le avventure di Ulisse;
  3. Il ritorno di Ulisse e la vendetta.

Telemachia

Dal canto I al canto IV, Omero racconta dei viaggi compiuti da Telemaco, figlio di Ulisse, alla ricerca del padre.

Sono ormai trascorsi 10 anni dalla fine della guerra di Troia ma l’eroe non è ancora tornato a casa. Ad Itaca i Proci vogliono impossessarsi del trono e sposare Penelope, la moglie di Ulisse, che lo sta aspettando. Telemaco viene però a sapere che il padre è ancora vivo e si trova prigioniero dalla ninfa Calipso.

Odissea: Ulisse dà l'addio a Calipso
La partenza di Ulisse dall’isola di Calipso (o Addio a Calipso) – opera di Samuel Palmer (1848-1849)

Le avventure di Ulisse

Questa parte è narrata nei canti dal V al XII. E’ il centro dell’opera. E’ il racconto che Ulisse fa di tutte le sue peregrinazioni in mare in questi lunghi anni; è una sorta di lungo flashback. Ulisse si trova presso Alcinoo, re dei Feaci: con lui si confida e inizia a narrare le sue avventure.

Tra gli episodi più noti e famosi ci sono:

Polifemo e Ulisse
Illustrazione: Polifemo accecato scaglia una roccia contro la nave di Ulisse, che fugge

Il ritorno di Ulisse e la vendetta

L’ultima parte dell’Odissea comprende i canti dal XIII al XXIV.

Il protagonista, Ulisse, riesce a tornare ad Itaca. Lo fa però in incognito, nelle vesti di mendicante. Il primo a riconoscerlo è il cane Argo.

Ulisse riesce a riprendersi il trono usurpato dai Proci e si riconcilia finalmente con i sudditi.

Il proemio dell’Odissea

Così come nel proemio dell’Iliade, anche in quello dell’Odissea è contenuta sia l’invocazione alla Musa della poesia epica, Calliope ispiratrice del canto, sia la protasi, cioè la spiegazione dell’argomento ed esposizione rapida di ciò che sarà trattato all’interno del poema.

Ecco il testo:

Narrami, o Musa, l’uomo dall’agile mente
che a lungo andò vagando, poi che cadde Troia,
la forte città, e di molte genti vide le terre
e conobbe la natura dell’anima, e molti dolori
patì nel suo cuore lungo le vie del mare,
lottando per tornare in patria coi compagni.
Ma per loro follia (come simili a fanciulli!),
non li poté sottrarre alla morte,
poi che mangiarono i buoi del Sole, figlio del cielo,
che tolse loro il tempo del ritorno.
Questo narrami, o dea, figlia di Zeus,
e comincia di dove tu vuoi.

Odissea, libro I, versi 1-12, traduzione di Salvatore Quasimodo, Mondadori, Milano, 1951

Parafrasi

O Musa (Calliope), raccontami dell’uomo dalla mente vivace (Ulisse)
che a lungo vagò dopo che Troia,
la forte città, cadde, e vide le terre di molti popoli
e conobbe le caratteristiche dell’animo umano, sopportò molti dolori
nel cuore attraverso il mare,
lottando per tornare in salvo nella sua patria insieme ai suoi compagni.
Ma per il loro comportamento irresponsabile, simile a quella dei bambini,
non riuscirono a sottrarsi alla morte
poiché mangiarono i buoi sacri al dio Sole (Elios – figlio del titano Iperione),
il quale impedì loro di tornare facendoli morire.
O dea figlia di Zeus (Calliope), raccontami questo
e inizia pure da dove vuoi.

Curiosità sull’Odissea

L’Odissea è ricca di perifrasi: una figura retorica detta anche “giri di parole“. Grazie a tali figure retoriche si può indicare una persona o una cosa, con una serie di espressioni anziché un solo termine: nel proemio infatti Ulisse viene chiamato:

l’uomo dall’agile mente.

Questa caratteristica sottolinea uno dei suoi tratti più importanti.

Inoltre l’Odissea è ricca di riferimenti al viaggio: a differenza dell’Iliade che si svolge interamente a Troia, qui si può tracciare una vera e propria mappa dei luoghi visitati dal protagonista.

Nel Mar Mediterraneo Odisseo si sposta tra la Spagna (isola di Ogigia), la Sardegna (i Lestrigoni), la Sicilia (i Ciclopi), lo stretto di Messina (Scilla e Cariddi), il promontorio del Circeo (maga Circe), l’Asia Minore e l’Africa settentrionale.

La figura di Ulisse è stata ripresa molteplici volte nella storia della letteratura mondiale. Citiamo solo due esempi:

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Migliori Talenti Food 2025: l’italiano Bartocci tra i più influenti https://cultura.biografieonline.it/migliori-talenti-food-2025-bartocci/ https://cultura.biografieonline.it/migliori-talenti-food-2025-bartocci/#respond Tue, 16 Dec 2025 12:05:20 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42690 Roma ha recentemente ospitato uno degli eventi più prestigiosi del panorama internazionale: la cerimonia Business Elite 2025, svoltasi al celebre St. Regis Hotel, ha incoronato i quaranta protagonisti globali dell’innovazione e del business sotto i quarant’anni. Tra questi nomi under 40 di spicco, a brillare è stato quello di Daniele Bartocci, giornalista e talento food italiano, inserito nel ranking mondiale Business Elite Top 40 Under 40. Un riconoscimento che consacra Bartocci come figura di riferimento non solo nel settore enogastronomico, dove opera da anni, ma anche nel mondo della comunicazione e del management creativo.

Un talento universale: chi è Daniele Bartocci

Daniele Bartocci è da tempo considerato una voce autorevole nel panorama del food e dell’innovazione. La sua capacità di affrontare il panorama del cibo non come semplice prodotto, ma come esperienza culturale e sociale, lo ha reso un punto di riferimento per addetti ai lavori, chef e appassionati. La sua versatilità lo ha portato a spaziare tra giornalismo, eventi e progetti vari, dimostrando come il talento possa essere declinato in più ambiti senza perdere autenticità.

Il riconoscimento internazionale

Essere inserito nel ranking mondiale Business Elite Top 40 Under 40 significa entrare in una ristretta cerchia di professionisti che, da ogni angolo del globo, stanno ridefinendo i confini del business e dell’innovazione. Bartocci rappresenta l’Italia con orgoglio, portando con sé la tradizione gastronomica nazionale e al tempo stesso una visione moderna e globale. Da anni opera nel management commerciale di un noto brand. La cerimonia di Roma ha celebrato non solo i risultati raggiunti, ma anche la capacità di questi giovani leader di ispirare nuove generazioni. E Bartocci è uno di questi.

Food, comunicazione e innovazione: food e sport nel dna di Daniele Bartocci

Il percorso di Bartocci dimostra come il settore food possa diventare un terreno fertile per sperimentazione e crescita. Ha saputo valorizzare l’eccellenza Made in Italy, affrontando  percorsi di successo e innovazione. La sua penna, oltre che la sua abilità nel management commerciale, è capace di unire rigore giornalistico e passione, trasformando ogni contenuto in un’esperienza coinvolgente. Non sorprende quindi che il suo nome sia stato scelto tra i quaranta migliori talenti under 40 al mondo.

Roma, palcoscenico globale

La cornice del St. Regis di Roma ha reso ancora più suggestiva la celebrazione. In un contesto elegante e internazionale, Bartocci ha condiviso il palco con imprenditori, manager e innovatori provenienti da diversi settori. La sua presenza ha testimoniato come il food e la comunicazione possano dialogare con il mondo del business, diventando motori di crescita e di sviluppo economico. L’Italia, grazie a figure come lui, continua a essere protagonista nelle classifiche globali di eccellenza.

Un futuro di sfide e opportunità

Il riconoscimento ottenuto non rappresenta un punto di arrivo, ma un trampolino verso nuove sfide. Bartocci si conferma come talento universale, capace di coniugare creatività, professionalità e visione strategica. Ed è sicuramente tra i talenti food 2026 da tenere d’occhio. La sua capacità di innovare nel settore food e di raccontare storie autentiche lo rende un ambasciatore ideale dell’Italia nel mondo, specialmente nel food&sport, la carta vincente di Bartocci. A lui forti congratulazioni per aver saputo incarnare nel migliore dei modi l’eccellenza giovanile.

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Gemelle Kessler, la biografia e la storia di Alice ed Ellen https://cultura.biografieonline.it/le-gemelle-kessler/ https://cultura.biografieonline.it/le-gemelle-kessler/#comments Mon, 17 Nov 2025 15:11:05 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9769 Alice ed Ellen Kessler nascono il 20 agosto 1936 a Nerchau, in Germania, figlie di Paul ed Elsa. Ballerine fin dall’infanzia (iniziano ad andare a scuola di danza quando hanno sei anni), in età adolescenziale intraprendono il programma per ragazzi del Teatro d’Opera di Lipsia: una volta diventate maggiorenni, però, scelgono di scappare dalla Germania Est.

Gemelle Kessler
Una foto delle gemelle Kessler

Iniziano la carriera di ballerine a Dusseldorf, al Palladium; poi, tra il 1955 e il 1960 hanno la possibilità di esibirsi al Lido di Parigi insieme con il corpo di ballo delle Bluebell Girls di Margaret Kelly, senza disdegnare alcune apparizioni al cinema: recitano in “Solang’es huebsche Maedchen gibt”, di Arthur Maria Rabenalt, “La garçonne”, di Jacqueline Audry, e “Tabarin”, di Richard Pottier (al fianco di Michel Piccoli).

Dopo avere rappresentato la Germania Ovest all’Eurofestival del 1959 con “Heute Abend wollen wir tanzen geh’n”, classificandosi all’ottavo posto, all’inizio degli anni Sessanta si trasferiscono in Italia: nel Belpaese lavorano in diversi ambiti del mondo dello spettacolo, dal teatro al cinema, anche se il loro esordio avviene in televisione. È il 1961, infatti, quando Antonello Falqui, storico regista del piccolo schermo, le lancia nel programma “Giardino d’inverno”, che può contare su un cast d’eccezione (l’orchestra diretta dal maestro Gorni Kramer, il Quartetto Cetra, Henri Salvador).

Le sorelle Kessler con Don Lurio
Le sorelle Alice e Ellen Kessler con Don Lurio, ballerino e coreografo

Alice ed Ellen Kessler si esibiscono sulle coreografie preparate da Don Lurio, e lanciano le canzoni “Concertino” (cover del brano omonimo del Quartetto Cetra del 1959) e “Pollo e champagne”. Grazie al riscontro di pubblico e al successo conquistato, le Kessler vengono confermate dalla Rai, che nove mesi dopo lancia “Studio Uno”: è questo lo show la cui sigla di apertura è la celeberrima “Da-da-un-pa” (o Dadaumpa).

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Il successo prosegue anche al cinema: dopo “Le bellissime gambe di Sabrina”, di Camillo Matrocinque, è la volta de “La francese e l’amore”, di Christian-Jaque, René Clair e Michel Boisrond, di “Rocco e le sorelle”, di Giorgio Simonelli (con Memmo Carotenuto, Moira Orfei, Tiberio Murgia e Alberto Lupo) e di “Gli invasori”, di Mario Bava.

Dopo essere apparse nel 1963 nel film “Sodom and Gomorrah”, di Robert Aldrich, ed essere finite sulla copertina del magazine “Life”, nel 1964 le gemelle Kessler entrano nel cast di “Biblioteca di Studio Uno”, sempre per la regia di Antonello Falqui (nella puntata sull’Odissea interpretano le sirene), mentre l’anno successivo cantano “La notte è piccola”, sigla di “Studio Uno”, e appaiono sul grande schermo nel film di Dino Risi “I complessi”.

Nel frattempo, tra il 1962 e il 1965 sono stati pubblicati i 45 giri “Champagne Twist / Leopardo blues”, “Ciao a tutti / E la storia continuò”, “Si vede / Il pesciolino d’oro”, “La notte è piccola / Lasciati baciare col letkiss”, “L’estate è corta / E’ fiorito il limone”, “Il giro / Sei baciabile”. Nella seconda metà degli anni Sessanta le gemelle tedesche appaiono a “La prova del 9” e in “Canzonissima”; sono protagoniste, inoltre, di un carosello per una celebre marca di calze da donna, benché lo scandalo provocato dalle loro gambe faccia sì che la Rai imponga l’utilizzo di calze di nylon scure.

Alice ed Ellen Kessler
Fotografie delle giovani sorelle Kessler

A livello musicale, incidono i 45 giri “Su e giù / Se non sono giovani”, “Un amore come dico io / Tranquillamente senza di te”, “Viola, violino e viola d’amore / Poco… poco”, “Aufwiedesehen / Creep”, “Star! / Willie-O” e “Quelli belli come noi / La sveglia del cuore”. Tra il 1971 e il 1972 vengono dirette da Luciano Emmer in film tv come “Il piccolo lord”, “La gardenia misteriosa”, “Il bivio” e “Il furto del Raffaello”.

Attrici in televisione, quindi, ma anche a teatro in commedie musicali di Garinei e Giovannini, nel 1974 Ellen e Alice lavorano a “Milleluci”, con Mina e Raffaella Carrà, prima di posare, alla soglia dei quarant’anni, per l’edizione italiana di “Playboy”. Dopo aver preso parte a “Palcoscenico”, nel 1980, e a “Al Paradise”, nel 1983, nella seconda metà degli anni Ottanta le gemelle Kessler tornano in Germania, stabilendosi a Monaco di Baviera, pur non disdegnando di tornare periodicamente in Italia per qualche apparizione tv: accade, per esempio, nel 1989 con “Una rotonda sul mare”.

Alice Kessler Ellen Kessler

Nel 2004 le sorelle Kessler prendono parte a “Super Ciro”, programma comico di Italia 1 al fianco di Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, che ha come sigla “Quelli belli come noi”. Tra il 2010 e il 2011, invece, le Kessler appaiono su Canale 5 nello show musicale “Io canto” e su Raiuno nel game “I soliti ignoti” (in cui Ellen è un’identità nascosta).

Nell’ottobre del 2011 sono protagoniste di “Dr Jekyll e Mr Hyde”, musical tratto dal romanzo di Robert Louis Stevenson diretto da Giancarlo Sepe; in Germania, invece, recitano in un episodio della serie “Tatort”, in onda su ARD, accanto a Ulrich Tukur.

Suscita scalpore la notizia della morte delle sorelle Kessler, avvenuta il 17 novembre 2025: le gemelle a 89 anni hanno scelto insieme il suicidio assistito. A darne la notizia è il giornale tedesco Bild che scrive “non volevano più vivere”.

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Donne che giocano sulla spiaggia, descrizione e analisi dell’opera di Picasso https://cultura.biografieonline.it/donne-che-giocano-sulla-spiaggia-picasso/ https://cultura.biografieonline.it/donne-che-giocano-sulla-spiaggia-picasso/#respond Fri, 24 Oct 2025 12:22:37 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42678 Nel 1937 Pablo Picasso realizza questo dipinto: Donne che giocano sulla spiaggia. Si tratta di un’opera strana, dove i tre soggetti sembrano degli alieni che cercano di abituarsi alla stranezza del mare e della spiaggia terrestri in cui goffamente stanno giocando.

Il nome del quadro è anche conosciuto semplicemente come Sulla spiaggia (La Baignade).

È conservato presso il Palazzo Venier dei Leoni, a Venezia.


picasso - sulla spiaggia
Picasso, Sulla spiaggia (La Baignade), 1937

Genesi e descrizione dell’opera

In questo periodo Picasso lavora molto con il gesso, si dedica alla scultura e i suoi dipinti sembrano delle sculture impresse sulla tela.

Le tre donne stanno giocando su una spiaggia, due sono l’una di fronte all’altra, mentre la terza spunta dall’orizzonte, oltre il mare.

I loro corpi appaiono pesanti, scomodi, come se fossero delle protezioni, delle armature che le proteggono dall’esterno ma che contemporaneamente le rendono goffe.

I loro arti sembrano intagliati con i bisturi, le braccia sono aguzze e appuntite, le gambe sembrano incastrate nel corpo.

Sembrano di marmo ma la loro possanza le rende precarie, in perenne squilibrio.

Un paradosso nascosto

Sembra un paradosso: Picasso ragiona sul corpo, sulla sua forza ma anche sulla sua fragilità e contemporaneamente rappresenta delle donne che si muovono con una certa grazia, per giocare con una barchetta in riva al mare.

È un dipinto emozionante, perché coniuga una riflessione sul corpo e sulla consapevolezza che abbiamo dei nostri arti e del modo in cui ci muoviamo. Ma contemporaneamente mostra anche una dinamica curiosa fra la tenerezza del gioco e la precisione geometrica dei nostri organi.

picasso - donne che giocano sulla spiaggia - museotanza

Dati sintetici

Donne che giocano sulla spiaggia

Opera di Pablo Picasso.

Anno: 1937

Olio su tela. 129×134 cm.

Recensione video

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Alpha, film del 2025 – Recensione https://cultura.biografieonline.it/alpha-film-2025-recensione/ https://cultura.biografieonline.it/alpha-film-2025-recensione/#respond Wed, 08 Oct 2025 14:17:12 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42658 Trama

Alpha ha 13 anni quando torna a casa, dopo una festa, con un tatuaggio che le hanno inciso mentre era addormentata.

È spaventata, perché il tatuaggio potrebbe essere stato il veicolo di un virus che sta uccidendo migliaia di persone.

Il virus trasforma i suoi ospiti in esseri di pietra, si sviluppa lentamente, prima attaccando alcune parti del corpo e poi infestando tutto il resto, fino a quando l’essere umano non muore soffocato.

Ma Alpha non deve affrontare solo il pericolo della sua morte, ma anche lo scompiglio della sua famiglia.

Sua madre è un medico che lotta ogni giorno contro il virus, facendo ricerche, curando i malati che arrivano a decine in un ospedale, in parte abbandonato da medici e infermieri.

Mentre a casa arriva lo zio, un tossico in stato avanzato, che Alpha non conosce e che imparerà a conoscere nei giorni seguenti quando, insieme al timore per la malattia, dovrà anche affrontare l’astinenza dello zio e il bullismo a scuola.

Ma lei è un personaggio straordinario, benché abbia solo 13 anni ha una forza ed un coraggio che le permettono di attraversare tutto, anche il dolore di sua madre.

Scopriremo poi quale è questo dolore e come si è insinuato nella vita di Alpha, di sua madre e di tutta la sua famiglia.

Alpha film 2025
Alpha film 2025

Commento

La regista Julia Ducournau costruisce un film in cui la paura per la pandemia, per le malattie sociali, per i virus incontrollabili diventa uno sfondo credibile e opprimente ad un film molto fisico, carnale, in cui i corpi vengono modificati dalla malattia, dall’eccesso, dal vizio. In questo incubo magico la protagonista si muove come se osservasse una decomposizione del ricordo, del dolore, dell’amore, delle relazioni famigliari.

Tutto si sfila, si dissolve, diventa polvere, come la tempesta di polvere rossa che si vede alla fine del film e ha un suo significato mistico che va oltre la capacità dei personaggi di comprendere il loro destino.

In questo senso il film ha una forza narrativa sorprendente, a tratti eccessiva, soprattutto nella visione di queste immagini carnali così deteriorate e intime.

E proprio però la forza dei corpi sorprende nella seconda parte lo spettatore di fronte alla forza della mente, del ricordo, della fragilità dell’esistenza che si aggrappa a poche cose fondamentali, come l’amore di una madre per la figlia o l’amore di una sorella per un fratello.

Legami famigliari che sottendono a dolori fortissimi ma che resistono alla distruzione dei corpi e a cambiamenti che non riusciamo a governare.

Dati sul film

Lingua originale: francese
Paese di produzione: Francia, Belgio
Anno: 2025
Durata: 128 min
Genere: orrore, drammatico, thriller
Regia: Julia Ducournau
Sceneggiatura: Julia Ducournau

Interpreti e personaggi
Mélissa Boros: Alpha
Tahar Rahim: Amin
Golshifteh Farahani: mamma di Alpha
Emma Mackey: infermiera
Finnegan Oldfield: professore di inglese
Louaï El Amrousy: Adrien
Marc Riso: Benny

Doppiatori italiani
Ilaria Pellicone: Alpha
Francesco Venditti: Amin
Stella Musy: mamma di Alpha
Jessica Bologna: infermiera
Davide Albano: professore di inglese
Tito Marteddu: Adrien
Carlo Petruccetti: Benny

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Coma Cose, breve biografia: i loro nomi veri sono Francesca e Fausto https://cultura.biografieonline.it/coma-cose-biografia/ https://cultura.biografieonline.it/coma-cose-biografia/#comments Tue, 07 Oct 2025 15:22:41 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=31719 Coma_Cose, chi sono

Coma_Cose è il duo musicale che si distingue per una proposta di musica rap, mista ad elettronica ma con radici nel cantautorato italiano. Nel 2021 è previsto il loro debutto sul palco dell’Ariston, tra i partecipanti del Festival di Sanremo 2021. L’evento promette di renderli nomi noti al grande pubblico. Vediamo le tappe salienti del loro percorso come coppia nella vita e nel lavoro.

Coma_Cose
Coma_Cose

Coma_Cose, l’unione di due musicisti nata per caso

I due componenti di questa band sono Fausto Lama, nome d’arte di Fausto Zanardelli e California, pseudonimo di Francesca Mesiano, originaria di Pordenone. Fausto, precedentemente noto con un altro nome d’arte, ovvero Edipo, è nato a Gavardo (Brescia) il 21 novembre 1978. Nei primi anni Dieci conosce un discreto successo, arrivando a collaborare anche con Dargen D’Amico e la sua etichetta discografica. Per quest’ultima pubblica alcuni dei suoi lavori più importanti, riuscendo a farsi notare sulla scena musicale.

Fausto Lama (Fausto Zanardelli) e California (Francesca Mesiano)
Fausto Lama (Fausto Zanardelli) e California (Francesca Mesiano)

Nel complesso la carriera di Edipo può vantare la pubblicazione di ben tre album da solista e una serie di concerti a livello nazionale che riscuotono un buon livello di partecipazione del pubblico. Tuttavia, per ragioni personali Zanardelli sceglie di abbandonare la carriera musicale, almeno finché non interviene Francesca, ex Dj: incontrata casualmente come collega di lavoro mentre entrambi facevano i commessi. È lei a convincerlo a riprendere contatto con il mondo della musica, grazie uno slancio ritrovato, che si basa sul loro legame e su una sintonia innegabile.

Ecco come nascono i Coma_Cose, un duo che in pochi anni è riuscito a farsi largo nella scena indie.

Coma_Cose tra musica e televisione

Poco dopo aver formato il duo, nel 2017 i due ragazzi vengono ingaggiati dall’etichetta discografica Asian fake, per la quale pubblicano l’EP Inverno Ticinese. Nel marzo dell’anno successivo (2018) si fanno notare per l’esibizione nel talk show tv E poi c’è Cattelan (condotto da Alessandro Cattelan). Sempre nel 2018 vengono contattati dai Phoenix, band internazionale, che li vuole assieme ad altri artisti del calibro di Giorgio Poi, e offre loro la possibilità di aprire i loro concerti a Parigi.

L’anno d’oro 2019

L’anno seguente, nel 2019, i Coma_Cose arrivano a pubblicare l’album d’esordio Hype Aura. Sono poi chiamati a prendere parte al concerto del Primo Maggio, appuntamento imperdibile che in un certo senso inaugura la stagione musicale estiva. Dopo pochi mesi un loro brano compare nell’album Microchip temporale (album di remix del gruppo musicale italiano Subsonica): si tratta della canzone Aurora sogna, scritta e cantata assieme a Mamakass dei Subsonica. Sempre nel 2019 i sue brani dei Coma_Cose Mancarsi e Post concerto, regalano al duo grandi soddisfazioni, quando vengono certificati come disco d’oro dalla FIMI.

La copertina dell'album Hype Aura (Coma_Cose)
La copertina dell’album Hype Aura (Coma_Cose)

A novembre 2019 figurano come ospiti della trasmissione televisiva Una storia da cantare, programma in onda in prima serata su Rai 1 per la conduzione di Enrico Ruggeri e Bianca Guaccero; l’evento li vede impegnati nell’interpretazione particolare del celebre brano Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi, del cantautore italiano Lucio Battisti. Le loro partecipazioni televisive includono anche quella nella serie Involontaria di MTV, in cui si esibiscono in versione acustica per i pazienti ricoverati all’Istituto Nazionale Tumori.

I Coma_Cose verso il Festival di Sanremo

Il 2020 porta loro altri successi: collaborano al brano Riserva Naturale, contenuto nell’album Feat (stato di natura) di Francesca Michielin. Continuano parallelamente a coltivare l’amore per la televisione, comparendo nella serie Summertime di Netflix e al programma Le Iene, su Italia 1. In quest’ultimo appaiono nel classico formato dell’intervista di coppia. Durante la fase acuta della pandemia, mentre l’Italia è in lockdown, pubblicano l’EP Due, in cui ci sono i brani Guerra fredda e La rabbia.

Il 17 dicembre 2020 viene annunciata la loro partecipazione al Festival di Sanremo 2021 nella sezione Big; i Coma_Cose presenteranno la canzone Fiamme negli occhi. (Leggi anche: il testo della canzone Fiamme negli occhi)

Gli anni 2020

Il 16 aprile 2021 pubblicano “Nostralgia”: è il secondo album in studio; da esso viene estratto il secondo singolo “La canzone dei lupi”.

Dopo un anno di pausa pubblicano “Chiamami”, canzone che anticipa l’album “Un meraviglioso modo di salvarsi”, che esce il 4 novembre 2022.

Tornano a Sanremo nel 2023 con una canzone molto delicata e romantica: “L’addio“, che racconta in modo autobiografico il loro temporaneo allontanamento e il nuovo riavvicinamento.

Coma Cose: foto del duo e della coppia

Coma_Cose, coppia nel lavoro e nella vita

Una delle peculiarità più interessanti che contribuiscono al fascino di questo duo è il fatto di essere legati a livello sentimentale. Condividere una casa e dei progetti professionali comporta delle sfide, che Fausto Zanardelli e Francesca Mesiano cercano di vivere in maniera equilibrata.

La complicità, la totale confidenza e lo stare insieme per gran parte del tempo rendono i Coma_Cose un flusso di input in continua evoluzione, ovviamente ogni tanto ci stacchiamo per non perdere la nostra reciproca parte identitaria.

Francesca, in una intervista del 7 marzo 2020

I due artisti si sono conosciuti nel 2016, quando lavoravano in un negozio di borse: lei come commessa e lui in veste di magazziniere. La sintonia lavorativa è uno degli ingredienti che ha determinato il successo della coppia nel privato. Infine, tra le curiosità che accendono la fantasia del crescente stuolo di fan vi è quella relativa ai cambi di look che rendono la loro immagine mai banale e a creare aspettative soprattutto per le esibizioni live.

Nel 2023, durante la conferenza stampa del terzo giorno del Festival di Sanremo, Fausto e Francesca annunciano il loro matrimonio.

Si uniscono in matrimonio il 4 ottobre 2024.

Nel mese di ottobre 2025 la coppia annuncia la separazione annullando anche le date dei concerti in programma.

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Che cos’è l’imprinting? https://cultura.biografieonline.it/imprinting/ https://cultura.biografieonline.it/imprinting/#comments Tue, 16 Sep 2025 06:43:36 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=3551 Con il termine imprinting viene indicato quel particolare tipo di apprendimento istintivo che avviene entro le 24-48 ore dopo la nascita, detto “periodo critico”.

Il termine deriva dall’inglese “imprint”, cioè “stampare, imprimere” ed è stato coniato da Konrad Lorenz, biologo austriaco, Premio Nobel per la medicina e la fisiologia nel 1973.

Imprinting
Imprinting

A partire dal 1937, Lorenz sviluppa questo concetto: definisce l’imprinting come

«la fissazione di un istinto innato su un determinato oggetto».

Konrad Lorenz
Konrad Lorenz

I suoi studi partono dall’osservazione di oche ed anatre che, appena dopo la nascita, seguono tendenzialmente il primo oggetto o persona in movimento che vedono, identificandolo come la propria madre.

Durante le sue osservazioni, Lorenz si accorge altresì di essere diventato madre adottiva per alcuni anatroccoli che si erano legati affettivamente a lui.

L’imprinting si manifesta sia negli uccelli che nei mammiferi, ed in modo minore, anche nell’uomo.

Caratteristiche principali dell’imprinting

Periodo critico

Si verifica solo in una finestra temporale specifica, solitamente nelle prime ore o giorni dopo la nascita. Se questo periodo viene perso, l’imprinting non può più avvenire.

Rapidità

L’apprendimento avviene molto velocemente, spesso con una sola esposizione al stimolo.

Irreversibilità

Una volta formato, l’imprinting è generalmente permanente e difficile da modificare.

Tipi principali

Imprinting filiale

Il piccolo si attacca alla figura parentale (o a un sostituto).

Imprinting sessuale

Influenza la scelta del partner riproduttivo in età adulta.

I pulcini

L’esempio più noto è quello dei pulcini di oca che seguono il primo oggetto in movimento che vedono dopo la schiusa, normalmente la madre, ma nei famosi esperimenti di Lorenz seguivano lui stesso.

Questo meccanismo ha un valore evolutivo importante perché garantisce che i piccoli rimangano vicini ai genitori per ricevere protezione e cure, aumentando così le loro possibilità di sopravvivenza.

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Cadere mentre ci si addormenta: perché accade questa sensazione? https://cultura.biografieonline.it/cadere-mentre-ci-si-addormenta/ https://cultura.biografieonline.it/cadere-mentre-ci-si-addormenta/#comments Mon, 15 Sep 2025 22:22:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=608 Talvolta capita di percepire la sensazione di cadere mentre ci si addormenta. La sensazione di cadere che proviamo a volte durante l’addormentamento è provocata da fattori muscolari e psicologici.

Cadere mentre ci si addormenta (Snoopy e Charlie Brown addormentati)
Cadere mentre ci si addormenta: perché accade questa sensazione?

Nel passaggio dalla veglia al sonno, si innesca un progressivo abbassamento del tono muscolare, i nostri segnali sensoriali subiscono delle interruzioni e l’apparato muscolare del nostro corpo si rilassa sempre di più.

Queste variazioni sono accompagnate da contrazioni involontarie e improvvise, indotte da impulsi nervosi spontanei: ciò provoca dei sussulti che possono essere accompagnati da visioni di immagini. Inoltre la nostra psiche tende a ricreare un’esperienza già vissuta durante la veglia, come per esempio la perdita d’equilibrio o la caduta da un gradino.

Questi fattori concorrono ad avvertire la sensazione di caduta, accentuata se siamo in uno stato di stanchezza o stress eccessivi.

La sensazione di “cadere” mentre ci si addormenta è un fenomeno molto comune chiamato mioclono ipnagogico o “scatto ipnico”. Accade a circa il 60-70% delle persone e ha diverse spiegazioni scientifiche.

Cadere mentre ci si addormenta
Ti è mai capitato di cadere mentre ti stavi addormentando?

Cosa succede nel cervello

Durante la transizione dal sonno alla veglia, il nostro sistema nervoso attraversa una fase di “cambio di controllo”.

Il cervello passa gradualmente dalla modalità di veglia a quella del sonno, ma a volte questo processo non è perfettamente sincronizzato. Alcune aree cerebrali potrebbero ancora essere attive mentre altre si stanno “spegnendo”, causando questi spasmi muscolari involontari.

Possibili cause

Teoria evolutiva

Alcuni ricercatori ipotizzano che questo riflesso sia un residuo evolutivo, un meccanismo di sicurezza dei nostri antenati per verificare di non essere effettivamente in caduta (ad esempio da un albero) prima di addormentarsi completamente.

Attivazione del sistema di allerta

Il cervello potrebbe interpretare il rilassamento muscolare come un segnale di pericolo e attivare una risposta di “salvataggio”, causando la contrazione muscolare improvvisa.

Fattori che possono aumentarla

  • Stress e ansia
  • Consumo di caffeina o alcol
  • Attività fisica intensa prima di dormire
  • Posizioni scomode durante il sonno
  • Privazione del sonno
  • Cambiamenti nella routine del sonno

È normale?

Sì, è completamente normale e generalmente innocuo.

Tuttavia, se diventa molto frequente o interferisce significativamente con il sonno, potrebbe essere utile consultare un medico del sonno per escludere altri disturbi.

La sensazione può essere accompagnata da immagini vivide o suoni immaginari, rendendo l’esperienza ancora più realistica e talvolta spaventosa.

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