Valentina Rorato, Autore presso Cultura https://cultura.biografieonline.it/author/valentina-rorato/ Canale del sito Biografieonline.it Sun, 18 Aug 2024 14:53:23 +0000 it-IT hourly 1 I più grandi successi di Elvis Presley https://cultura.biografieonline.it/i-piu-grandi-successi-di-elvis-presley/ https://cultura.biografieonline.it/i-piu-grandi-successi-di-elvis-presley/#comments Wed, 06 Sep 2023 13:11:33 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1235 La musica ha suonato un ritmo tutto nuovo, grazie a Elvis Presley. Il cantante, nato a Tupelo l’8 gennaio 1935, è la star del rock’n’roll. Prima di Elvis, nessuno era riuscito a sedurre il pubblico con così tanta forza, merito sicuramente di una voce incredibile, ma anche della sua capacità di stare sul palco e ipnotizzare lo spettatore.

Elvis Presley
Elvis Presley

Il contesto storico: gli anni ’50

Elvis Presley è diventato famoso in un momento estremamente produttivo della musica.  Negli anni Cinquanta tutto doveva ancora essere sperimentato. A ben vedere i limiti di quel periodo storico, soprattutto negli Usa, erano di carattere culturale: le radio dell’epoca facevano distinzioni tra ritmi bianchi e neri. Per Elvis la musica non aveva colore, proprio come la sua voce. Probabilmente è stata proprio quest’apertura mentale a permettergli di andare oltre, di osare e di esprimere il suo talento senza inibizioni.

L’esordio e la carriera

La sua carriera iniziò nel 1954, collaborando con la Sun Records: il 7 luglio la radio WHBQ trasmise per la prima volta That’s all right, nel programma Red, Hot & Blue di Dewey Phillips. E’ qui che il mondo conobbe la sua stella. Lo dimostra la leggenda che racconta che Phillips dovette far suonare quella canzone per 14 volte di seguito, perché fu sommerso da 47 chiamate. Oggi sembrano poche, ma nel 1954 erano tantissime.  Questo singolo ha venduto oltre 20.000 copie e ha raggiunto il 4° posto nella classifica di Memphis.

Con la Sun Records, Elvis incise numerosi dischi, tutti di successo. Oltre a That’s All Right (Mama), ricordiamo Blue Moon of Kentucky, Good Rockin’ Tonight e Baby Let’s Play House. Questa è solo l’inizio della sua carriera, nel 1955 dalla radio Elvis approda in televisione, grazie al suo manager il Colonnello Tom Parker.  Il rock’n’roll entrò nelle case degli americani e fu una rivoluzione culturale. Per l’epoca era una musica forte, nuova, accompagnata da movimenti definiti scabrosi.

The Pelvis

Non a caso Presley fu chiamato The Pelvis, proprio per l’ondeggiare del suo bacino. Le canzoni di quel periodo furono molto discusse, ma raggiunsero sempre le vette delle classifiche. Ricordiamo alcuni successi, come Hound Dog (13 milioni di copie), Jailhouse Rock (il  singolo ha venduto più di 9 milioni di copie), All Shook Up (7 milioni di copie) e Love Me Tender (5 milioni di copie). Ma c’è di più, perché questi singoli ancora oggi sono tra i più venduti nella storia della musica.

Ma la forza di Elvis non era solo quella di interprete, il suo successo fu tale che da semplice cantante divenne anche attore, complice il suo bell’aspetto. Il 15 novembre 1956, Al Paramount Theater di New York viene proiettata la prima del film “Love Me Tender”, il lungometraggio di debutto di Elvis Presley.

Il melodramma, ambientato durante la Guerra Civile, nel Sud dell’America, raccoglie un buon consenso di pubblico e anche di critica, che elogia l’interpretazione di Elvis. È ancora agli inizi della sua carriera, ma da qui al il 1958, Presley interpreta 4 pellicole ed è diretto da veri maghi della cinepresa, come Robert Wise e Michael Curtiz. Questo fu solo l’inizio, perché negli anni Sessanta prese parte a più di 29 film, molti però furono dei veri flop.

The King

I grandi numeri di The King non erano solo legati alle canzoni e ai film. Secondo una stima del 1956 del The Wall Street Journal, il business del cantante aveva prodotto in un paio d’anni di carriera un guadagno in vendite pari a 22 milioni di dollari. Una cifra folle!

Nel 1958 Elvis visse uno dei periodi più dolorosi: morì sua mamma Gladys, ammalata di epatite acuta a soli 46 anni. Il cantante probabilmente da questo lutto non è più stato in grado di riprendersi e la sua carriera fece davvero fatica a mantenersi sulla cresta dell’onda. Tom Parker fece di tutto per promuoverlo, trovargli ingaggi e spronarlo.

Gli anni ’60

Elvis dovette fare i conti, in questo decennio, con i problemi personali, ma anche con un mercato in cambiamento: gli anni Sessanta furono anche gli anni dei Beatles (che incontrò nel 1965) e dei Rolling Stones che conquistarono una fetta enorme del mercato. Nel 1960, Elvis tornò finalmente in sala di registrazione (dopo il servizio militare): il suo album GI Blues entrò nella classifica e ci restò 111 settimane. Il pubblico non l’aveva dimenticato, ma il suo senso di frustrazione continuò a crescere e nella seconda metà degli anni Sessanta iniziarono i flop, soprattutto cinematografici. È qui che i primi segni di depressione furono evidenti, nonostante una vita privata soddisfacente: si sposò con Priscilla e insieme comprarono un enorme ranch nel Mississipi.

Elvis Presley
Elvis Presley

Gli anni ’70

Si scorse una luce alla fine del tunnel a Natale del 1968, quando andò in onda sulla NBC, uno speciale dedicato a Presley, 68 Comeback Special: l’enorme successo di pubblico segnò  ufficialmente il suo grande ritorno.

Dal 1970 al 1976, in splendida forma, si esibì in quasi un migliaio di concerti (ne tenne uno ogni due giorni). Ormai il fenomeno The Pelvis sembrava aver conquistato il mondo, tanto che il 21 dicembre 1970 si recò alla Casa Bianca per incontrare il presidente Richard Nixon.

I singoli di maggior successo di questo decennio furono: Kentucky Rain (1970), The Wonder of You (1970), There Goes My Everything (1971), Burning Love (1972), Steamroller Blues (1973), Promised Land (1974), My Boy (1975), T-R-O-U-B-L-E (1975) e Moody Blue (1977).

Inoltre è fondamentale ricordare il suo primo show satellitare, trasmesso da Honolulu, Elvis: Aloha From Hawaii. Lo show televisivo fu seguito da oltre un miliardo di telespettatori in 40 Paesi.  Da questo programma, è stato anche ricavato il primo disco quadrifonico, diventato million seller, intitolato Aloha From Hawaii: Via Satellite (1973).

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La Compagnia Britannica delle Indie Orientali: riassunto https://cultura.biografieonline.it/compagnia-britannica-delle-indie-orientali/ https://cultura.biografieonline.it/compagnia-britannica-delle-indie-orientali/#comments Fri, 19 May 2023 15:07:37 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2934 È la società di mercanti londinesi più famosa della storia. La Compagnia Britannica delle Indie Orientali (British East India Company) nasce il 31 dicembre 1600, quando la Regina Elisabetta I pone la firma sul primo statuto (detto anche patente reale) e le riconosce un monopolio della durata di 15 anni del commercio nella zona compresa tra lo stretto di Magellano e il Capo di Buona Speranza (la zona delle Indie Orientali).

La Compagnia Britannica delle Indie Orientali (British East India Company)
La Compagnia Britannica delle Indie Orientali (British East India Company)

L’associazione nazionale dei mercanti inizia però la sua attività, estremamente proficua, già alla fine del Cinquecento. Si narra che il capitale iniziale fosse pari a 72mila sterline, diviso tra 125 azionisti, e che in meno di 50 anni l’ammortare si fosse notevolmente moltiplicato, superando le 740 mila sterline.

Costituita la società, il primo scoglio dagli inglesi è la rivalità con gli olandesi nelle Indie: la Compagnia Olandese delle Indie Orientali dà filo da torcere a quella britannica fino al massacro dei mercanti inglesi di Amboina nel 1623, che porta a una tacita divisione delle aree: gli olandesi prendono l’Indonesia e Ceylon, mentre gli inglesi si aggiudicano l’India continentale.

Gli uffici principali della Compagnia delle Indie sono a Londra (con un distaccamento a Surat), ma nel 1616 aprono, su autorizzazione della dinastia del Gran Moghūl delle sedi anche nelle città indiane più importanti, come Calcutta, Madras e Bombay. In Cina, invece, la sede più grande è quella di Canton. Inoltre, la British East India Company può far valere, anche in questi territori, la legislazione inglese, nei confronti dei suoi traffici.

Nel giro di pochi anni le attività in Oriente diventano un fiore all’occhiello per l’Inghilterra, tanto che Carlo II decide di trasferirsi in India. La figura di Carlo trasforma moltissimo l’organizzazione della Compagnia, che oltre a forza economica, diventa anche una forza militare. Infatti, dopo il crollo dell’impero dei Moghūl e la guerra dei Sette anni, che ferma la concorrenza francese, il potere locale inglese diventa dominante in tutto il territorio. Si aggiungono a questo quadro, estremamente favorevole, alcune vittorie militari, come quella a Plassey (1757) e Buxar (1764) e, grazie agli intrighi di Robert Clive, un impiegato dell’associazione, la Compagnia ottiene pure il controllo del Bengala e Clive ne è eletto governatore.

L’associazione nazionale dei mercanti inglesi permette la creazione del Raj, ovvero l’India britannica. Ma c’è di più. È grazie proprio a questa forza che viene sradicata la pirateria. In questo contesto si afferma la figura del Captain William Kidd, ingaggiato proprio dagli inglesi per sgominare i pirati. La sua missione è catturare le navi nemiche al largo delle coste del Madagascar, a bordo della sua Adventure Galley, imbarcazione dotata di 34 cannoni e un equipaggio di 80 uomini. In realtà, Kidd si rivela un pirata corrotto nell’animo e tenta di far fortuna attaccando proprio le navi della Compagnia, ma gli inglesi scoprono l’inganno e lo impiccano a Londra.

In meno di due secoli, la Compagnia diventa vastissima, estendendo i suoi territori e trasformandosi in una sorta di governo locale. Ovviamente, la gestione amministrativa si presenta più complicata del dovuto e sorgono le prime accuse di corruzione a causa di briganti e funzionari inclini al malaffare. Il Governo inglese è obbligato a prendere in mano la situazione e nel 1784 si vota la Indian Act, la legge che separa il governo dei territori delle Indie Orientali dalle attività commerciali. Le prime spettano alla Corona, mentre i traffici mercantili alla Compagnia, che in questo modo perde la sua totale autonomia.

La British East India Company nonostante la situazione politica non smette di crescere in tutto l’Oriente: arriva in Birmania, fonda Singapore e Hong Kong, occupa le Filippine e Giava. Il declino inizia i primi anni dell’Ottocento, quando si scontra con la Cina per l’esportazione dell’oppio indiano. La Cina vuole fermare l’egemonia inglese a tutti i costi, tanto da scatenare le famose guerre dell’oppio (1840-’42). Nel 1813 La Compagnia perde il monopolio commerciale e qualche anno dopo, nel 1857 a seguito della Rivolta dei Sepoy (Guerra d’indipendenza indiana), perde anche i suoi poteri amministrativi. Nel 1860, infine, la Corona prende il controllo di tutti possedimenti della Compagnia, che si scioglie definitivamente il giorno 1 gennaio 1874.

Bandiera della Compagnia britannica delle Indie orientali
Bandiera della Compagnia britannica delle Indie orientali – L’ultima versione della bandiera fu adottata fra il 1801 e il 1858. La grafica ispirò il design della bandiera americana.

La Compagnia delle indie, definita da molti esperti la prima e la più longeva multinazionale della storia, ha rifornito per quasi due secoli l’Europa di molti prodotti preziosi come le spezie (dalla noce moscata ai chiodi di garofano), i tessuti preziosi (dalle sete ai filati di cotone), il caffè, lo zucchero e il tè. Sono stati proprio i mercanti inglesi a impiantare la coltura del tè in India ed è stato proprio il monopolio della vendita di questa tipica pianta a far scoppiare la rivoluzione americana (il famoso “Boston Tea Party” del 1773).

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Chiesa anglicana: breve storia e riassunto https://cultura.biografieonline.it/breve-storia-della-chiesa-anglicana/ https://cultura.biografieonline.it/breve-storia-della-chiesa-anglicana/#comments Sat, 15 Jan 2022 07:22:30 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2153 La Chiesa anglicana indica, con nome latino, la Chiesa d’Inghilterra dopo la separazione dalla chiesa cattolica, avvenuta nel Cinquecento sotto il re Enrico VIII.

Lo scisma

Il monarca arriva allo scisma inizialmente per motivi personali: chiede al papa l’annullamento del suo matrimonio con Caterina d’Aragona, ottenendo ovviamente un rifiuto. Così decide di ricorrere a un’autorità inglese, l’arcivescovo di Canterbury, per mettere fine alle sue nozze e soprattutto risposarsi con Anne Boleyn (Anna Bolena).

Chiesa di Inghilterra
Chiesa Anglicana

Questa situazione trova nel Paese terreno abbastanza fertile, perché circa 50 anni prima John Wycliffe, riformatore religioso, dimostra la sua opposizione a Roma e al potere del Papa e degli ecclesiastici. Enrico VIII raccoglie quindi quest’eredità nella campagna antipapale e stila l’atto di successione, per annullare il suo matrimonio, e quello di supremazia nel quale dichiara il Re (e quindi si auto-elegge) “il capo supremo in terra della Chiesa d’Inghilterra”.

Il processo di trasformazione

Da un punto di vista organizzativo, vengono aboliti i monasteri e, invece, la Bibbia è diffusa in volgare, affinché sia comprensibile al popolo.  Non sono toccate le dottrine cattoliche nella loro natura.

Questo processo di trasformazione della chiesa d’Inghilterra dura tutto il regno di Enrico VIII e alla sua morte, nel 1547, la metà dell’episcopato inglese è filo protestante, grazie anche alla diffusione dell’Istituzione cristiana, opera riformatrice di Giovanni Calvino, secondo cui i cristiani hanno un’unica fonte di fede: la Sacra Scrittura.

Durante il regno di Edoardo VI (1547-53), monarca di orientamento filo calvinista, la Chiesa Anglicana continua la sua trasformazione e l’arcivescovo di Canterbury Cranmer, con l’aiuto di Thomas Ridley vescovo di Londra, elabora 42 Articoli di fede anglicana. Ma questa evoluzione della dottrina ha una battuta d’arresto con la morte del Re, succeduto da Maria I Tudor nel 1553.

Enrico VIII Hans Holbein
Enrico VIII (ritratto da Hans Holbein)

La Sanguinaria, questo il soprannome dato a Maria dai suoi nemici, è estremamente cattolica e cerca – inutilmente –  una riconciliazione con Roma.

Maria I Tudor, detta La Sanguinaria
Maria I Tudor, detta La Sanguinaria

L’anglicanesimo è riaffermato nel Paese da Elisabetta I, figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena, grazie alla collaborazione dell’arcivescovo Parker. In questa fase gli inglesi imparano a conoscere la teologia anglicana e la Bibbia, dando al Regno una connotazione religiosa forte e davvero sentita.

Elisabetta I Tudor
Elisabetta I Tudor

I fondamenti

Sono del 1563 i 39 articoli che costituiscono le fondamenta della confessione di fede dalla Chiesa anglicana; essi nascono dalla rielaborazione dei 42 articoli pubblicati dieci anni prima sotto Edoardo VI.

All’interno della Chiesa, ovviamente, ci sono tante correnti eterogenee, perché la sua caratteristica è proprio quella di essere pluralista, ovvero di accogliere e far convivere tendenze diverse.

In questo periodo storico si delineano due macro divisioni, anche di carattere politico:

  1. quella dell’Alta Chiesa (tradizionalistica e filo cattolica);
  2. e la Bassa Chiesa (protestante).

I contrasti tra queste due correnti sono molto forti dopo il Regno di Elisabetta e, per trovare di nuovo il giusto equilibrio, il Regno Unito deve attendere il trono a Guglielmo III d’Orange (1689-1702), che determina l’affermazione della confessione riformata.

La chiesa anglicana oggi

Oggi la chiesa anglicana ha due province ecclesiastiche:

  1. quella principale, a Canterbury;
  2. e poi c’è quella di York.

Il Sovrano inglese svolge le funzioni di governatore della Chiesa e il Papa non ha alcun potere.

Dall’11 novembre 1992, la Chiesa ammette il sacerdozio femminile; solo in Inghilterra, raccoglie oltre 25 mila fedeli, rappresentando la comunità anglicana più grande.

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Riassunto e trama di West Side Story, musical del 1957 https://cultura.biografieonline.it/riassunto-e-trama-di-west-side-story/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-e-trama-di-west-side-story/#comments Wed, 29 Dec 2021 13:24:59 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=753 West Side Story è prima di tutto una grande storia d’amore, ispirata alla tragedia di William Shakespeare, Romeo e Giulietta. I protagonisti sono Tony e Maria, due giovani, dell’Upper West Side (ecco da dove deriva il titolo) di New York che s’innamorano nonostante facciano parte di due bande diverse e ovviamente rivali.

Riassunto

Da una parte troviamo i bianchi americani Jets di Tony e dall’altra i portoricani Sharks di Maria. Le bande si dividono il territorio. Non c’è alcuna possibilità che questi gruppi accettino una relazione che in qualche modo possa unire le due fazioni.

West Side Story - Locandina del film del 1961
West Side Story – Locandina del film del 1961

Nonostante questa situazione, nulla vieta a Maria e Tony di sognare un futuro migliore, romantico e possibilmente insieme. Sono consapevoli che la dura realtà sia insuperabile, ma sono giovani e pieni di speranza. La loro storia d’amore precipita a causa di una rissa organizzata e che Tony vuole assolutamente placare. Il ragazzo però, non solo non riesce ad arginare i contrasti, ma prende parte alla violenza quando vede Bernardo, il fratello di Maria che comanda gli Sharks, pugnalare a morte Riff il capo dei Jets, il suo migliore amico. Il ragazzo travolto dal dolore si avventa su Bernardo e lo uccide.

Gli Sharks si trovano senza un leader e vogliono vendetta. L’unico modo per averla è ammazzare Tony. I due giovani, allora, capiscono che, per salvare il loro amore e le loro vite, devono fuggire insieme. Ma c’è un intoppo. La polizia va a casa di Maria, per capire le dinamiche dell’incidente e la ferma per un interrogatorio. Così la fidanzata di Bernardo, Anita, nonostante sia contraria alla storia d’amore tra Maria e Tony, decide di aiutarli e si reca da Tony per avvisarlo del ritardo dell’amica.

Finale

Presa purtroppo dalla voglia di vendetta, una volta raggiunti i Jets racconta che Maria è stata uccisa da Chino, il suo promesso sposo. Tony, disperato, esce dal negozio in cui si era rifugiato per scampare all’ira degli Sharks, e va a cercare Chino, ma incontra Maria.

Si stanno per riabbracciare, quando all’improvviso compare il rivale in amore e gli spara, uccidendolo proprio davanti alla ragazza. Maria, furiosa, si sfoga e sgrida le due bande, che decidono di deporre le armi e, per la prima volta, si trovano unite nella processione in memoria di Tony.

Il musical del 1957 e il film del 1961

West Side Story è un musical, scritto da Arthur Laurents e musicato da Leonard Bernstein, di grandissimo successo, forse il più grande per l’epoca. Debuttò al Winter Garden Theater di Broadway (New York) il 26 settembre 1957 e fu replicato 732 volte prima di partire per una lunga tournée.

Dato il grande amore che il pubblico mostrò per questo Romeo e Giulietta contemporaneo, nel 1961 la United Artists realizzò una versione cinematografica, che comparve nelle sale il 18 ottobre di quell’anno. La storia si rifà a quella del musical ed è diretto da Jerome Robbins e Robert Wise.

West Side Story è stato il film dei record, perché ha vinto dieci Oscar (Rita Moreno, miglior attrice non protagonista, George Chakiris, miglior attore non protagonista, e poi fu premiato come miglior film, regia, coreografia, scenografia, montaggio, costumi, colonna sonora e fotografia e infine anche la nomination come Migliore sceneggiatura non originale a Ernest Lehman). Dopo 50 anni non c’è ancora una pellicola che sia stata in grado superare questo eccellente risultato.

Quello di West Side Story è un successo che ha attraversato le generazioni, anche grazie una seconda registrazione del 1984, cui hanno preso parte il soprano neozelandese Kiri Te Kanawa nel ruolo di Maria, il famoso tenore spagnolo José Carreras in quello di Tony, aggiudicandosi, nel 1985, un Grammy Award.

Un nuovo film è stato realizzato nel 2021 da Steven Spielberg.

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Trappola per topi, di Agatha Christie: riassunto https://cultura.biografieonline.it/trappola-per-topi-di-agatha-christie/ https://cultura.biografieonline.it/trappola-per-topi-di-agatha-christie/#comments Thu, 14 Oct 2021 13:11:00 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1600 Trappola per topi (The Mousetrap) è un grande classico di Agatha Christie. E’ un’opera che ha riscosso un successo internazionale, anche a teatro.

È stato rappresentato al New Ambassadors Theatre di Londra per la prima volta il 25 novembre 1952 ed è stato replicato per oltre 60 anni, ogni sera.

Ma c’è di più, perché la messa in scena è stata proposta in 45 Paesi diversi e il libro tradotto in ben 24 lingue.

Riassunto

La storia è ambienta all’interno di una pensione tipica inglese di “Castel del frate”. Questa casa si trova a circa 30 minuti da Londra ed è sicuramente uno dei grandi protagonisti della commedia di Agatha Christie. Gli albergatori sono una coppia giovane, appena sposata, e senza esperienza. Essi accolgono per la prima volta i loro primi cinque ospiti.

Arrivano a soggiornare:

  • il signor Christopher Wren,
  • la petulante signora Boyle,
  • la scostante signorina Casewell,
  • il signor Paravicini,
  • il maggiore Metcalf.

Tutti hanno un’aria strana e sospettosa.

Mollie e Giles Ralston, i proprietari della pensione Monkswell Manor, non sono molto fortunati. La loro attività si apre in una sera di freddo, nel bel mezzo di una bufera di neve, che non fa presumere nulla di buono.

L’ambientazione quindi è quella classica da thriller e la suspense sale quando la radio dà una tremenda notizia: a Paddington, in Culver Street 24, è stata assassinata una vecchietta. La polizia non ha idea di chi possa essere l’assassino. Questo crimine è stato battezzato l’omicidio dei Tre topolini ciechi, perché l’anziana uccisa sembra avere un legame con un fatto di cronaca, accaduto qualche anno prima, durante cui erano stati sfruttati tre poveri bambini.

Il sesto ospite

I Ralston, appresa la novità, appaiono spaesati, perché i clienti sono davvero molto strani. Essi danno l’impressione di nascondere qualcosa. A questo punto alla locanda arriva un sesto ospite. È il sergente Trotter, del Comando di Polizia del Berkshire.

Egli sta indagando sulla morte dell’anziana signora e al tempo stesso vuole proteggere i protagonisti dall’assassino, ancora a piede libero.

Secondo Trotter, l’omicida potrebbe essere proprio uno degli ospiti. Si teme che l’assassino abbia intenzione di uccidere sulla scia della tipica filastrocca dei “Tre topolini ciechi”: mancano quindi due vittime.

Nel frattempo, il meteo impietoso ha reso le strade impraticabili. Tutti i personaggi della commedia sono consapevoli di essere intrappolati in albergo.

 

Trappola per topi: chi è l’assassino

Attenzione: di seguito viene svelato chi è l’assassino

"Trappola per topi", copertina inglese del libro
“Trappola per topi”, copertina inglese del libro

Durante la serata, nel buio, viene uccisa una seconda persona: è la signora Boyle. È proprio la morte di questa donna a far scatenare il panico tra tutti i personaggi della locanda: Mollie e Giles iniziano a discutere, perché il sergente insinua il dubbio del tradimento. Gli ospiti sono sconcertati del clima che li circonda.

Trotter sostiene che il colpevole sia la signora Mollie Ralston e cerca di ucciderla nel tentativo di smascherarla.

In realtà, quella del sergente è solo una farsa perché è proprio lui l’omicida!

Il suo obiettivo è quello di uccidere la locandiera, responsabile della morte del fratello, venuto a mancare a causa delle privazioni subite dalla vecchietta uccisa a Paddington.

Per fortuna un ospite, la signorina Casewell, comprende tutto: Trotter non è veramente un sergente, ma è l’assassino travestito.

La donna, con l’aiuto del Maggiore Metcalf, inviato da Scotland Yard per proteggere i locandieri, riesce a disarmare il criminale e a farlo arrestare.

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La glicemia e l’indice glicemico dei cibi https://cultura.biografieonline.it/glicemia-alta/ https://cultura.biografieonline.it/glicemia-alta/#comments Sun, 12 May 2013 07:07:27 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6280 Si sente spesso parlare di indice glicemico o di glicemia. Sono due termini quasi sempre legati al diabete. In realtà, sono anche due valori molto importanti per mantenersi in forma. Infatti, l’indice glicemico (IG) rappresenta la capacità dei carboidrati contenuti nei cibi di alzare la glicemia, ovvero la quantità di zucchero presente nel sangue.

Banana

Di solito l’indice è espresso in termini percentuali ed è sempre paragonato al glucosio o al pane bianco che per definizione hanno un indice paria a 100. Ne consegue che se un certo carboidrato ha un valore di 50 sta a significare che l’alimento innalza la glicemia con una velocità ridotta della metà rispetto al pane bianco. È buona norma sapere che più un carboidrato è digeribile, maggiore sarà il suo indice glicemico.

Questo parametro può essere utilizzato nella dieta quotidiana, per scegliere cibi sani, per ottimizzare la dieta ed evitare picchi di zuccheri. Possiamo distinguere tra tre categorie di cibi:

  1. ad alto IG, come il pane, il miele, ma anche le patate al forno o fritte, lo zucchero e il riso
  2. a medio IG, come la banana, l’uva, l’ananas, la pasta (la pasta integrale ha un IG più basso rispetto alla pasta comune)
  3. a basso IG, come il latte, i fagioli, la mela, il fruttosio, i cereali e lo yogurt.

Perché è importante monitorare l’indice glicemico

Consumare cibi ad alto IG favorisce la trasformazione dello zucchero in grassi e di conseguenza aumenta la possibilità di accumulare chili di troppo. Inoltre, mangiare cibi ad alto IG stimola la fame, perché dopo poche ore dal pasto la glicemia torna a scendere provocando voglia di cose dolci e un evidente appetito.

Gli alimenti ad alto IG causano un innalzamento più rapido della glicemia, una risposta insulinica maggiore, inoltre, abituano l’organismo a utilizzare gli zuccheri al posto dei grassi, favoriscono lo stress ossidativo (si tende quindi a invecchiare di più a livello estetico, ma anche cellulare) e lo sviluppo del cancro. Non da ultimo, espongono il corpo a un maggior rischio diabete e a un sovraccarico di lavoro per il pancreas.

Gli alimenti a basso indice glicemico, ovviamente, hanno funzione opposta perché fanno salire la glicemia lentamente e stimolano l’aumento del colesterolo buono. Avendo chiaro questo schema iniziale, è necessario anche considerare le variabili: l’indice glicemico dipende dalle quantità. Non si può quindi scartare a priori un cibo, ma è necessario considerare le quantità consumate di quest’alimento. Inoltre, l’IG dipende dalle manipolazioni del prodotto, dalla cottura alla presenza di fibre, alla quantità di zucchero (una banana matura è diversa da una banana acerba, così come mangiare un panino è diverso che mangiare un chilo di pane). Infine, è condizionato anche dall’interazione con i grassi e le proteine.

Una dieta corretta

È fondamentale nella dieta, non fare mai il cosiddetto “fai-da-te”, perché sono tanti gli elementi da prendere in considerazione ed è troppo facile e dannoso escludere, come accade in molte diete, i carboidrati a priori per perdere peso. È più opportuno seguire una dieta varia e ben bilanciata, come la Mediterranea, che ormai da qualche anno vanta il titolo Unesco di Patrimonio immateriale dell’Umanità, e in caso di sovrappeso o problemi di salute (dal colesterolo alto al diabete) consultare un medico per studiare un regime alimentare ad hoc.

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Pole Dance: cos’è e come si svolgono le lezioni https://cultura.biografieonline.it/pole-dance-lezioni/ https://cultura.biografieonline.it/pole-dance-lezioni/#respond Fri, 04 Jan 2013 14:10:36 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5771 Si chiama Pole Dance (ovvero danza con il palo) ed è una ginnastica sensuale (e molto impegnativa) che racchiude esercizi di danza e di aerobica grazie all’ausilio di un palo fissato al pavimento, alto 4 metri.

Pole Dance

Questa disciplina nasce negli Usa negli anni Ottanta ed è una sorta di danza acrobatica (non va confusa con la lap dance), tanto che richiede una prestazione atletica di base di un certo livello. Non è di solito consigliato iscriversi a corsi di Pole Dance se per anni si è poltrito sul divano. La lezione classica inizia con un riscaldamento di 20 minuti, con esercizi di squat per le gambe e addominali, ma anche allungamenti e stretching. Si passa poi al palo, dove si eseguono esercizi per le gambe e per le braccia. Sono circa 140 le figure previste dalla pole e richiedono forza, resistenza, ma anche flessibilità e coordinazione. È un lavoro davvero completo che consente di bruciare calorie e al tempo stesso di tonificare il corpo intero.

L'italiana Sara Brilli ai mondiali di Pole Dance (dicembre 2010)
L’italiana Sara Brilli ai mondiali di Pole Dance (dicembre 2010)

Permette, infatti, di migliorare il tono delle spalle, delle braccia e del petto, lavorando sui punti deboli (come i tricipiti ed eliminando il classico effetto tendina), e ovviamente di addominali e gambe. E poi, cosa importante, snellisce il punto vita. Ha delle controindicazioni? No, nessuna controindicazione.

Come lo Zumba, altra attività collettiva molto diffusa negli ultimi anni, è basata su lezioni di gruppo ed è praticata soprattutto da donne, che sono molto attratte da questa disciplina non solo per mantenersi in forma, ma anche per scoprire la propria sensualità e prendere maggior consapevolezza con il proprio corpo.

Nel video che segue è possibile vedere l’esibizione di Pole Dance che si è svolta sul palco del Festival di Sanremo del 2011 (atlete ballerine: Elisa Di Chello, Sara Brilli, Tamara Tassi, Valeria Parsi).

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Come tutte le attività sportive di successo, anche la Pole Dance ha le sue varianti. La più apprezzata è quella in acqua. Si svolge in piscina (l’acqua non supera mediamente il metro) e il palo è più basso di quello tradizionale (2,5 metri contro 4 metri). Gli esercizi sono i medesimi. L’acqua da un lato rende il lavoro più faticoso, dall’altro però facilità l’allenamento. Prima di tutto, quest’elemento rende la lezione più sicura e riduce i possibili traumi e poi amplifica il coinvolgimento muscolare. Anche in questo caso, le lezioni durano circa un’ora e la fase di riscaldamento di solito è composta dai classici esercizi in acqua, tipici dell’aquagym.

Sia che abbiate scelto questa versione sia quella tradizionale, la musica avrà sempre un ruolo importante. Le coreografie (che uniscono alcune delle 140 figure che abbiamo prima citato) sono quasi tutte a ritmo di musica.

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Zumba: fitness, sport e ritmo latino https://cultura.biografieonline.it/zumba/ https://cultura.biografieonline.it/zumba/#comments Thu, 03 Jan 2013 09:42:22 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5767 Fare sport a ritmo di musica, non è una novità, eppure lo Zumba ha qualcosa di speciale (come quel film del 2009) e di travolgente. Ormai ogni palestra alla moda ha almeno un corso di questa nuova disciplina, inventata dall’esperto di fitness e ballerino colombiano Alberto Perez, e sono numerosissime le ragazze che si mantengono in forma praticando fitness a tempo di musica latina.

Zumba
Zumba: una foto scattata in palestra

La nascita e lo slogan

Lo Zumba nasce negli Stati Uniti e ha come slogan “It’s not a workout, it’s a party!” (“Non è una fatica, è una festa!”), perché si basa proprio sul divertimento. Non sei un ballerino? Non conosci i passi base di salsa e merengue? Non c’è alcun problema. Non è, infatti, necessario avere particolari competenze e non serve saper ballare: la musica è una scusa per rendere più piacevole l’attività, ma anche per dare ritmo alla lezione.

È proprio questa caratteristica ad aver conquistato il pubblico italiano.

Lo Zumba ha attraversato l’Oceano per la prima volta circa 5 anni fa ed è d’allora che questa disciplina ha contagiato in modo virale i centri fitness.

Le lezioni possono essere calibrate in base alle necessità di chi le segue: i passi sono molto semplici e facilmente memorizzabili.

Una cosa è certa: si suda.

Una attività aerobica

È una ginnastica aerobica molto intensa e permette di bruciare fino a 1.000 calorie in un’ora.

Considera però che un allenamento da principiante dovrebbe permetterti di smaltire circa 400 calorie.

È importante per tonificare la pancia, le gambe e le braccia.

Inoltre, ha risvolti molto positivi anche per la salute, perché permette di tenere basso il colesterolo cattivo, accelera il metabolismo, previene l’osteoporosi e brucia i grassi.

Ha anche un aspetto psicologico importante: libera la mente dallo stress e dalle energie negative, aiuta a socializzare (le lezioni sono di gruppo e per certi versi ricordano le atmosfere da villaggio turistico) e fa tornare il sorriso.

Non male per un’ora di ginnastica!

Zumba mania

La mania Zumba è tale che questa disciplina è stata declinata anche in tantissime altre attività. Prima tra tutte, abbiamo l’AquaZumba, ovvero la versione in acqua. Questa forma di aquagym è abbastanza faticosa (le lezioni non durano mai più di 45 minuti), ma ha il vantaggio di alleggerire l’impatto sulle articolazioni e sulla schiena. C’è di più, perché combatte anche l’insorgere della cellulite e permette di drenare i ristagni di liquidi.

Esiste poi lo Zumba Gold, dedicato a chi ha più di 60 anni. Questa versione propone lezioni più brevi, da 30 minuti e l’allenamento è a bassa intensità. Anche in questo caso, gli esercizi sono a ritmo di musica (dal chachacha al charleston) e l’obiettivo non è solo quello di aiutare le persone a mantenersi in forma, ma anche migliorare la qualità di vita.

Infine, c’è lo Zumba Sentao, studiato appositamente per chi fa una vita sedentaria, lavora moltissimo e ha bisogno di allenarsi anche alla propria scrivania. L’allenamento prevede l’uso di una sedia, utilizzata in modo tale da rinforzare la parte superiore del corpo. La formula resta sempre la stessa: esercizi cardio e di potenziamento a ritmo di musica.

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Dieta Dukan: il medico e la tendenza https://cultura.biografieonline.it/dieta-dukan/ https://cultura.biografieonline.it/dieta-dukan/#comments Mon, 22 Oct 2012 18:21:10 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4302 Pierre Dukan è il guru della dieta più famosa del mondo. Sono circa due anni che tutte le riviste di benessere parlano di questo medico, del suo regime dimagrante iperproteico, della radiazione dall’albo e anche del successo strepitoso che ha avuto il suo libro di ricette. Dukan in pochissimo tempo da dottore anonimo è diventato un caso mediatico ed editoriale, merito anche di una signorina molto famosa. Kate Middleton ha seguito la dieta Dukan per prepararsi alle nozze con il principe William. Il risultato? Un ritorno d’immagine che non ha investito solo la futura regina d’Inghilterra, ma anche Pierre Dukan.

Dieta Dukan, la copertina del libro
Dieta Dukan, la copertina del libro

Nella primavera del 2012, però, dopo una lunga polemica, il nutrizionista francese è stato radiato dall’Ordine dei medici. A chiedere la radiazione è stato proprio Dukan: una mossa molto intelligente per evitare alcune sanzioni disciplinari (Dukan infatti è in pensione già da 4 anni e da un punto di vista professionale la radiazione non cambia più nulla). L’associazione dei medici francesi lo accusa di sfruttare la professione a fini di lucro e i dietologi d’Europa, in prima linea sempre i francesi seguiti dai britannici, sostengono che la sua dieta faccia sì dimagrire, ma non sia salutare.

Chi è Pierre Dukan?

È un nutrizionista attivo da più di 30 anni, molto noto nel suo Paese. Ha alle spalle 19 opere, la più famosa è “La dieta Dukan”, che ormai è considerata un best seller. Il suo metodo dimagrante è stato tradotto in 14 lingue, diffuso in oltre 30 Paesi (tra cui anche l’America, la Russia e la Corea) e i seguaci (soddisfatti dei risultati) sono una vera miriade.

Pierre Dukan
Pierre Dukan

La sua dieta è strutturata in 4 fasi fin da subito:

  1. la prima è quella d’attacco (dura dai 3 ai 10 giorni) e dà immediati risultati, perché sfrutta 72 alimenti a base di proteine pure ed è obbligatorio bere almeno 1,5 litri di acqua iposodica.
  2. Poi c’è la fase di crociera (durata: una settimana per ogni chilo da perdere), che dovrebbe permettere al corpo di raggiungere un peso giusto. In quest’arco di tempo l’alimentazione deve alternare giornate di Pure Proteine alimentari (dette “giornate PP”) e giornate di Proteine accompagnate dalle 28 Verdure raccomandate (dette “giornate PV”) da Dukan.
  3. Poi c’è il consolidamento, che dura circa 10 giorni (per ogni chilo smaltito) e serve, come si può intuire, a consolidare i risultati e a portare il paziente verso un’alimentazione più equilibrata. Si possono introdurre progressivamente degli alimenti di piacere con due pasti definiti di gala.
  4. Infine, la stabilizzazione che si basa su tre regole, ovvero mai più senza crusca d’avena (alimento fondamentale della dieta), un giorno a settimana solo proteine pure (ovvero il programma della fase d’attacco) e tutti i giorni almeno 30 minuti di camminata. Questa tecnica dovrebbe servire a non recuperare i chili persi e, soprattutto, a evitare quello che in gergo viene chiamato effetto yo-yo e condanna le persone che seguono le diete fai-da-te non solo a riprendere peso, ma riprenderlo con gli interessi.

Pierre Dukan non è un semplice nutrizionista. È un uomo di marketing e per rendere fattibile la sua dieta, ovviamente, ha realizzato un ricettario (vendutissimo). Ma c’è di più. Chi sceglie di seguire i suoi principi ha a disposizione, online, un servizio di coaching. È necessario iscriversi al sito dietadukan.it e rispondere a un questionario con 80 domande mirate per avere un tutor personalizzato.

Attraverso la tecnologia EARQ (E-mail Andata Ritorno Quotidiana) ogni mattina si possono ricevere i consigli di Dukan, le consegne alimentari con i menu tra cui scegliere e gli esercizi fisici per la giornata. Ogni sera, il paziente deve inviare un resoconto con i risultati e le difficoltà della giornata. Inoltre, Dukan è disponibile in chat durante alcune ore della giornata per rispondere direttamente a tutte le curiosità.

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General Motors, breve storia https://cultura.biografieonline.it/general-motors/ https://cultura.biografieonline.it/general-motors/#comments Sun, 16 Sep 2012 08:37:47 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=3845 La General Motors è un colosso automobilistico americano, che affonda le sue radici in oltre un secolo di storia. Nasce il 16 settembre 1908, grazie al fiuto dell’imprenditore William Crapo Durant che intuisce l’avvenire del mercato automobilistico e decide in investire in quello che sarà un vero e proprio Eldorado. Durant riunisce sotto il marchio General Motors (GM) diverse piccole case automobilistiche, tra cui Oldsmobile, Buick, Oakland e Cadillac.

Detroit, sede centrale General Motors
Detroit, sede centrale General Motors

Il quartier generale è Detroit, dove per i primi tempi hanno sede le fabbriche, e nel giro di un paio d’anni dalla fondazione la GM fa il suo ingresso in borsa. Viene quotata nel 1911 a New York. Inizia così l’ascesa di quest’azienda che, tra gli anni Venti e negli Trenta, assorbe anche una compagnia di autobus, creando la GreyHound Lines e portando a casa un gran bel colpo per il mercato. Questa società, infatti, fornisce agli americani, che desiderano spostarsi, un’alternativa agli intercity con i suoi bus.

Sono anni impegnativi, ma anche di enorme successo. Tra il 1923 e il 1928, GM apre 19 stabilimenti in 15 Paesi diversi. Nel 1925 acquista la Vauxhall Motors in Inghilterra e nel 1929 l’Adam Opel (un’enorme fabbrica tedesca). Il mercato europeo si presenta molto interessante, perché già 1920 GM conta 30 mila veicoli esportati fuori dagli Usa e di questi il 45 percento è destinato al mercato europeo. È in questi anni che rafforza la sua posizione, ma al tempo stesso affronta anche la prima crisi del mercato automobilistico. Durant lascia la direzione dalla società a due facoltosi manager P. Du Pont e A.P. Sloan, che trasformano GM in un’impresa multi-attività con divisioni studiate ad hoc.

Nel 1930, GM acquista Electro-Motive Corporation, un costruttore di carrozze a motore, e il suo fornitore di motori, Winton Engine, mettendosi a produrre anche locomotive e treni a diesel e soprattutto dominando anche questo settore. Per la GM la prima metà del Novecento è sinonimo di successo e non sorprende che, il 31 dicembre 1955, il colosso di Detroit festeggi il primo miliardo di dollari di fatturato annuo.

Nel 1953 l’allora presidente di GM, Charles Erwin Wilson diventa Segretario alla Difesa per il governo di Eisenhower. Una scelta politica davvero strategica perché in quegli anni la GM è tra i datori di lavoro più grandi del mondo.

General Motors - il logo
General Motors – il logo

I problemi iniziano negli anni Ottanta. Nel 1978 la concorrenza di Ford e Chrysler, associata a quella dell’emergente mercato giapponese, mette in difficoltà la dirigenza di GM. Il decennio successivo è davvero duro: il mercato è sempre più ampio, crolla la domanda e l’azienda inizia una grave sofferenza. Deve fare i conti con impianti da aggiornare, personale in esubero e ovviamente la mancanza di una strategia.

Negli anni Novanta iniziano i licenziamenti di massa, tanto che nel 1998 uno sciopero contagia per circa sette settimane sei importanti impianti americani, tra cui quello di Flint. Si trova costretta a liquidare marchi importanti come Opel (che poi in realtà diventa solo una divisione del gruppo) e SAAB, scomparendo dal mercato europeo con i suoi impianti.

Purtroppo la crisi, che attualmente tocca il mercato globale, non si è ancora risolta e GM continua a navigare in brutte acque. Negli anni duemila rischia più volte il fallimento, tanto che nel 2006 cede le partecipazioni in Subaru, Suzuki e Isuzu, mentre nel 2009
comunica la chiusura di un pezzo di storia, la Pontiac, per poter ristrutturare l’azienda. Le dismissioni della Pontiac devono portare capitale nelle casse di General Motors per evitare il fallimento e soprattutto per alimentare i quattro marchi principali: Cadillac, Buick, Chevrolet e GMC. Purtroppo il primo giugno 2009, la GM dichiara bancarotta e il controllo dell’azienda passa nelle mani del governo.

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