Fulvio Caporale, Autore presso Cultura https://cultura.biografieonline.it/author/fulvio-caporale/ Canale del sito Biografieonline.it Tue, 17 Dec 2024 09:11:22 +0000 it-IT hourly 1 Le lupe, libro di di Pierre Boileau e Thomas Narcejac. Un romanzo noir senza tempo https://cultura.biografieonline.it/le-lupe-libro-recensione/ https://cultura.biografieonline.it/le-lupe-libro-recensione/#respond Mon, 16 Dec 2024 13:19:27 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42494 Le lupe è un romanzo noir scritto da Pierre Boileau e Thomas Narcejac.

È stato pubblicato da Adelphi nel 2024, ma la prima edizione risale al 1955.

È un romanzo senza tempo: scopriamo assieme perché.

Le lupe
Le lupe: copertina del libro

Trama e commento al romanzo

La guerra è al culmine e due uomini, Bernard e Gervais, stanno scappando verso un luogo sicuro.

Una casa dove possono riposarsi e non pensare più a quello che hanno vissuto li sta aspettando a Lione, dove due donne si prenderanno cura di loro.

Ma qualcosa va storto e solo Gervais raggiunge la casa rifugio.

Tuttavia, non può presentarsi con la sua vera identità, deve invece assumere l’identità di Bernard.

Da quel momento inizia una sorta di gioco di equivoci, trappole, minacce velate, azioni mal interpretate.

Gervais e le due donne che lo ospitano tendono una tela sofisticata e complessa dove è facile perdersi. E dove si rischia la vita.

Soprattutto quando arriva una terza donna, la sorella di Bernard, la quale non vuole perdere l’eredità di venti milioni di franchi di cui avrebbe goduto il fratello e per questo vuole giocare una partita ancora più pericolosa.

Commento

“Le lupe” è un romanzo in cui ciò che sembra non è. E dove quello che i personaggi interpretano è sempre qualcosa di diverso da ciò che pensiamo.

Proprio per questo gioco di scacchi, di equivoci, di trappole, il romanzo di due maestri del noir francese ascende ad un livello narrativo molto interessante.

Perché dall’inizio fino ad un finale inaspettato, la tensione rimane sottesa e tesa come un filo di ferro.

La sentiamo man mano che la trama ci porta verso una spirale di dubbi e di eventi inaspettati.

Chi sta intrappolando chi?

Gervais sembra all’inizio comandare il gioco ma poi non ne siamo più sicuri e chi sembra più debole si rivela invece molto più forte e diabolico.

In questo gioco dai volti sconosciuti, in cui dobbiamo indovinare il colpevole, siamo solo certi che la verità rimarrà nascosta fino alla fine.

Leggere un noir come questo è un’esperienza che non ha tempo.

Ne sono stati scritti molti di romanzi gialli da quando questo libro è stato pubblicato più di settant’anni fa ma questo, come il buon vino, è invecchiato molto bene.

Consigliato.

Voto: 8

Dati sintetici

Titolo: Le lupe

Autori: Pierre Boileau, Thomas Narcejac

Traduzione: Lorenza Di Lella, Francesca Scala

Edizione: 2024, 2ª ediz., pp. 179

ISBN: 9788845939013

Su Amazon: https://amzn.to/3P09TN8

Le lupe: incipit del libro

«Dài, che ce l’abbiamo fatta» disse Bernard.

Le ruote del vagone sussultavano sugli scambi; i tramezzi di legno stridevano; le protuberanze del sacco di patate a cui ero appoggiato — da chissà quante ore — mi si conficcavano sempre più a fondo nelle costole, nelle reni; la corrente d’aria che penetrava dalle fenditure del tetto sapeva di umidità e del vapore grasso delle macchine sotto pressione che sentivamo sbuffare di tanto in tanto nella direzione contraria alla nostra, in mezzo a un gran cozzare di respingenti. Mi alzai anch’io, con il corpo intorpidito da far spavento; uno scossone mi fece ricadere sui sacchi, ma la mano possente di Bernard mi rimise in piedi.

«Guarda» gridò. «È La Guillotière».

«La Guillotière, come no…».

«È La Guillotière, ti dico!».

Avvicinai la faccia alla feritoia ma riuscii a vedere soltanto la sagoma di qualche vagone, livide nuvole di fumo e le lucine rosse e verdi dei semafori. Bernard avvicinò la testa alla mia.

«Tutto bene?… Non sei troppo stanco?».

«Sono sfinito».

«Ti aiuterò io».

«No».

«Casa di Hélène non è lontana».

«Non importa».

«Gervais, amico mio, non fare l’idiota».

«Ci ho pensato» dissi. «Non voglio più esserti d’impiccio. Salirò su un altro treno diretto a Sud, a Marsiglia, a Tolone, un posto qualsiasi… In un modo o nell’altro me la caverò».

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La metamorfosi, opera di Kafka: riassunto e interpretazione https://cultura.biografieonline.it/kafka-la-metamorfosi/ https://cultura.biografieonline.it/kafka-la-metamorfosi/#comments Sun, 10 Nov 2024 20:20:29 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=8567 La metamorfosi è il romanzo più noto di Franz Kafka. Venne pubblicato nel 1915 a Lipsia. Il titolo originale è Die Verwandlung. Il romanzo fu inizialmente pensato – e in parte scritto – nel 1912 mentre Kafka stava lavorando a quello che sarebbe stato America. Questo romanzo incompiuto inizialmente aveva il titolo de Il disperso.

La Metamorfosi Kafka
Kafka: La Metamorfosi (1915), illustrazione

La metamorfosi: riassunto e trama

Prima parte

Il protagonista

Gregor Samsa è un commesso viaggiatore ligio al dovere e dedito alla famiglia. Vive nella casa dei suoi genitori, dove risiede anche la sorella. E’ lui che provvede ai bisogni economi di tutti, per questo il suo lavoro è fondamentale. Ogni mattina si sveglia prestissimo per prendere il treno e iniziare la sua giornata di lavoro. Ma quel mattino, in cui inizia la narrazione, gli è impossibile alzarsi dal letto, perché si è trasformato in uno scarafaggio.

Lo scarafaggio

Le proporzioni sono quelle di uno scarafaggio gigantesco, disteso sul letto e che agita le zampette. E’ lui, perché ha mantenuto la coscienza di sé, ma contemporaneamente non è più se stesso, perché anche la voce, oltre al corpo, ha assunto le sembianze di un insetto.

È tardi, sono le sette passate e Gregor non si è ancora alzato; non può farlo perché gli è impossibile girarsi sulle zampe. I suoi genitori e la sorella nel frattempo si sono svegliati e cominciano a preoccuparsi del fatto che Gregor non va al lavoro. Lo chiamano e lui, sforzandosi di parlare con una voce semi umana, cerca di tranquillizzarli.

Nel frattempo, visto che un fattorino doveva aspettarlo in stazione e non lo ha visto arrivare, l’azienda ha mandato il procuratore a controllare il suo stato di salute. Gregor cerca di alzarsi dal letto ma il suo nuovo corpo gli impedisce movimenti repentini e mentre i genitori intrattengono il procuratore che inizia a spazientirsi, Gregor balza dal letto cadendo pesantemente a terra. Cerca di rassicurare tutti quanti, aggiungendo che presto uscirà dalla stanza ma la sua voce somiglia più a quella di un animale che a quella di un essere umano.

Il procuratore si irrita, ritiene di essere preso in giro e avverte Gregor che se continua su questa strada sarà licenziato. Inoltre si lamenta con i suoi genitori del rendimento scarso sul lavoro di Gregor, affermando che negli ultimi mesi è peggiorato nel rendimento professionale. A questo punto Gregor, con uno sforzo immenso, riesce ad aprire la porta con ciò che non è più la sua bocca.

Seconda parte

Il procuratore sopraffatto dall’orrore scappa dalla casa precipitandosi giù per le scale. La madre, vedendo in che cosa il figlio si è trasformato, sviene mentre il padre lo scaccia indietro colpendolo con un giornale. La porta della stanza viene chiusa. Gregor è esausto e si addormenta. Quando si sveglia trova del latte vicino al letto ma non riesce a berlo, i suoi gusti sono cambiati.

Nei giorni seguenti scopre il movimento e decide di nascondersi sotto al divano, così da permettere alla sorella di portargli del cibo più appropriato e di pulire la stanza.

Le giornate di Gregor

Gregor passa le sue giornate ascoltando i discorsi dei familiari che sono sempre più cupi a causa dei problemi economici che lo stato di Gregor ha aggravato.

Le sue giornate passano senza che possa uscire dalla stanza; può vedere, però, nascosto sotto il divano, la sorella che gli porta da mangiare. Scorrazza anche per la stanza, arrampicandosi sui muri per provare le sue nuove abilità.

Grete, la sorella, pensa allora che sia una buona idea togliere alcuni mobili per lasciargli lo spazio necessario per spostarsi. Un giorno, però, Gregor vede la madre prendere un quadro che a lui interessa particolarmente, esce quindi dal divano e quando la madre lo vede grida terrorizzata e fugge dalla stanza. Gregor la insegue e il padre vedendo il figlio-insetto scorrazzare per la casa, gli tira una mela che va a conficcarsi nella sua schiena-corazza.

Gregor ferito torna nella sua stanza e rimane bloccato per diverse settimane, mentre la mela marcisce nella sua schiena.

I giorni passano e la situazione per Gregor si fa sempre più difficile.

I genitori nel frattempo hanno sub-affittato l’appartamento; una sera Grete decide di suonare il violino per i nuovi inquilini.

Gregor esce dalla stanza, perché la porta è rimasta aperta. Appena viene visto, il padre lo ricaccia in camera, ma i nuovi inquilini, terrorizzati e scioccati dalla visione dell’insetto, decidono di andarsene senza pagare l’affitto.

La decisione della famiglia

A questo punto Grete è costretta a trovarsi un nuovo impiego e Gregor rimane solo, abbandonato a se stesso. Il padre, che lo odia, mentre la madre lo teme, decide che è necessario sbarazzarsi del figlio-scarafaggio, perché sarà sempre più un ostacolo alla loro vita e gli impedirà di rialzarsi dal collasso economico in cui sono precipitati.

La metamorfosi: il finale

Gregor dopo aver sentito la discussione della sua famiglia sul suo futuro, capisce di essere un peso inutile e di non avere più alcuna speranza di essere protetto e aiutato dai suoi. Si lascia quindi andare verso un declino inesorabile: non mangia più fino a perdere le forze e a morire. La sua famiglia, dopo aver scoperto la carcassa, si sbarazza di Gregor e comincia una nuova vita. Si trasferiscono, quindi, in un appartamento più piccolo e iniziano a sperare di poter maritare la figlia.

Foto di Franz Kafka
Franz Kafka

Interpretazione

Come tutti i capolavori anche La metamorfosi di Kafka si presta a diverse interpretazioni.

La prima e più spontanea riguarda il tema del diverso: colui che viene emarginato in famiglia e in società per il suo aspetto, le sue idee, il suo comportamento e anche le sue scelte.

È probabile che in questo caso Kafka volesse esprimere i suoi conflitti famigliari che da sempre hanno reso il suo rapporto con l’istituzione famigliare difficile e complesso.

Al di là di questo, il romanzo ha forti venature di ironico sarcasmo. Poche volte esse sono state prese in considerazione perché si è preferito considerarle espressione del romanzo tragico che travolge ogni altra considerazione.

Tuttavia, se si legge con attenzione la prima parte, si nota come la situazione fisica del protagonista lo porti, implicitamente, ad ironizzare su se stesso. Anche se in seguito verrà annichilito dall’egoismo e dalla crudeltà di suo padre e dalla debolezza di sua madre.

Interessante è anche approfondire il modo in cui i famigliari cambiano atteggiamento nei confronti del figlio. Egli finché lavora accettando il suo ruolo sociale è considerato con rispetto e ammirazione dai genitori. Ma quando diventa un peso, il suo ruolo viene ribaltato. Quasi con sollievo i suoi genitori e la sorella ne apprendono la morte.

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Nighthawks (Nottambuli), quadro famoso di Edward Hopper: significato https://cultura.biografieonline.it/nighthawks-nottambuli-quadro-famoso-di-edward-hopper/ https://cultura.biografieonline.it/nighthawks-nottambuli-quadro-famoso-di-edward-hopper/#comments Wed, 25 Sep 2024 13:12:28 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4704 Nighthawks (Nottambuli), è uno dei quadri più famosi di Edward Hopper e uno dei più simbolici dell’arte americana del XX secolo.

Il quadro è stato dipinto nel 1942, utilizzando la tecnica olio su tela, la sua misura è 30 x 60 cm.

Soggetto rappresentato: significato e messaggio

Rappresenta la solitudine e la desolazione che impregna l’atmosfera di un bar nella New York degli anni ’40, dove alcune persone  stanno sedute al bancone di un bar.

Nighthawks (Nottambuli), quadro famoso di Edward-Hopper (1942)
Nighthawks (Nottambuli), quadro famoso di Edward-Hopper (1942) – Dimensioni: 84 cm x 1,52 m – Art Institute of Chicago Building

La desolazione che si prova guardando queste figure anonime, vuote e che fra loro non comunicano, quasi fossero dei manichini, è totale.

Edward Hopper
Edward Hopper

Tuttavia Edward Hopper stesso, a proposito di questo quadro, dichiarò che non lo considerava un’espressione di solitudine in senso individuale, quanto meno non era questa la sua intenzione.

Più che altro per lui si trattava della solitudine che derivava dal vivere in una grande città.

In risposta a una domanda sulla solitudine e il vuoto nel dipinto, Hopper ha sottolineato che “non lo vedeva come particolarmente solitario”. Ha invece detto:

Inconsciamente, probabilmente, stavo dipingendo la solitudine di una grande città.

Il tema della solitudine

L’impatto psicologico che il quadro produce sullo spettatore, ha una profondità importante, perché si sviluppa con la rappresentazione di momenti di vita reale.

Il tema della solitudine, della noia e dell’alienazione ha contraddistinto gran parte della pittura di Hopper che ha interpretato il malessere della società americana dopo la Grande depressione del 1929.

Si veda ad esempio anche il quadro: Automat (Tavola calda) oppure Chop Suey.

Automat - Tavola calda - quadro - Hopper
Automat (Tavola calda), Edward Hopper, 1927 • Pittura a olio, 71 cm x 91 cm • Il quadro è conservato presso il Des Moines Art Center, Iowa (USA) • L’opera è attribuibile ai periodi: Neoclassicismo, Modernismo

Edward Hopper ha dato forma alla disperazione nelle sue sfumature più difficili da cogliere e l’ha legata alla alienazione derivante dal vivere nelle grandi città.

Qui infatti spesso si ritrovavano persone provenienti dalla provincia, in cerca di lavoro e di nuove opportunità.

Alcune curiosità

La moglie di Hopper – Josephine Verstille Nivison, anch’ella pittrice, conosciuta anche come Jo Hopperin una lettera indirizzata a Marion Hopper, sorella di Edward, scrisse una breve descrizione del quadro Nighthawks (Nottambuli) su cui il marito stava lavorando:

[…] ha appena completato un’immagine molto bella – un locale per mangiare di notte con 3 figure. Night Hawks sarebbe un nome adatto. È stato lo stesso Edward a posare per i 2 uomini grazie ad uno specchio, ed io (ho posato) per la ragazza. Ci ha lavorato un mese e mezzo.

Non sappiamo se il locale dipinto nel quadro fosse reale o fosse frutto dell’immaginazione dell’autore. Hopper dichiarò che si era ispirato ad un locale che si trovava a Greenwich Village, nel quartiere di Manhattan. Alcuni studiosi ritengono invece che questo bar dovesse trovarsi a Mulry Square, all’incrocio tra la 7ª Avenue South, Greenwich Avenue e l’11ª West Street, a sette isolati dallo studio del pittore.

Si pensa anche che Hopper sia stato ispirato da un racconto di Ernest Hemingway, “The Killers” (1927), che Hopper ammirava molto. Oppure dal più filosofico “A Clean, Well-Lighted Place” (1933).

L’Art Institute a Chicago entrò in possesso di questo quadro il 13 maggio 1942, già pochi mesi prime del suo completamento, acquistandolo per 3.000 dollari. Ancora oggi è esposto lì.

Nighthawks ha influenzato la componente “noir” di Blade Runner; il regista Ridley Scott ha dichiarato:

Sventolavo costantemente una riproduzione di questo dipinto sotto il naso del team di produzione per illustrare l’aspetto e l’umore che cercavo.

Il dipinto è presente nel film del 2009 “Una notte al museo 2 – La fuga“: il quadro prende vita attraverso l’animazione CGI con i personaggi che reagiscono agli eventi nel mondo esterno.

 

 

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Le ballate di Narayama: recensione del romanzo. Un racconto ancestrale in un Giappone arcaico https://cultura.biografieonline.it/ballate-narayama-recensione-libro/ https://cultura.biografieonline.it/ballate-narayama-recensione-libro/#respond Thu, 22 Aug 2024 09:09:12 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42325 Il giapponese Fukazawa Shichirō (29 gennaio 1914 – 18 agosto 1987) è l’autore del romanzo Le ballate di Narayama (titolo originale: Narayama bushikō). Scritto nel 1956, il suo primo romanzo vinse il prestigioso premio Chūō Kōron.

Fukazawa Shichiro
Fukazawa Shichirō

Trama del libro

Orin vive in un villaggio circondato da montagne. Sono cinquant’anni che vive nel suo villaggio, il cui nome è “Il villaggio di fronte” e adesso che ha compiuto settant’anni deve compiere come da tradizione centenaria un pellegrinaggio presso il monte Narayama.

Ma prima di partire, Orin vuole essere sicura che la sua famiglia riuscirà a passare l’inverno e per questo è alla ricerca di una moglie per il suo unico figlio, Tatsuhei.

Lui è rimasto vedovo a causa di un incidente, sua moglie è caduta in un burrone e, adesso, Orin deve occuparsi anche dei quattro nipoti. Ma il tempo del pellegrinaggio si avvicina e quando sarà sul monte incontrerà il dio che lo abita e non tornerà mai più indietro.

Le ballate scandiscono il tempo e le due feste del villaggio determinano la conclusione dell’anno, fra queste la festa del Narayama è quella più importante, dura un solo giorno, ma il villaggio la attende per settimane.

Prima della festa Orin avrà preparato tutto, affinché la sua assenza non pesi sulla famiglia. E quando arriverà il giorno della festa lei sarà pronta a partire e noi la accompagneremo fra monti antichi, valli profonde e stagni ancestrali, verso un destino che non ha ritorno.

Le ballate di Narayama - Libro Adelphi
Le ballate di Narayama – copertina del libro

L’edizione Adelphi è del 2024: il libro su Amazon

Commento

Questo romanzo, Le ballate di Narayama, edito da Adelphi, è un vero gioiello della letteratura giapponese. Contiene una gamma impressionante di sentimenti e incastona in una favola ancestrale tradizioni millenarie.

L’autore del romanzo, Fukazawa Shichirō, quando pubblicò su una rivista Le ballate era un autore sconosciuto in un ambiente letterario chiuso. Subito ebbe un notevole riconoscimento dal pubblico e dalla critica.

Alcuni scrittori lo definirono un capolavoro. E d’altra parte il libro arrivò come un evento inaspettato a scuotere lo stagno della letteratura dell’epoca.

La figura di Orin, la protagonista, una donna anziana che dedicata tutta la sua vita alla famiglia per poi accettare in pace il suo destino, commosse molti lettori, in un contesto in cui la povertà rendeva ancora più debole la vecchiaia.

Oggi il Giappone, uno dei paesi con più persone anziane al mondo, sta cambiando ma in passato questa considerazione verso le persone anziane era diffusa. Ma non è sufficiente, a decretare il successo del libro, un’opinione sociale.

Credo, invece, che il romanzo, intriso di favole e leggende, abbia risvegliato un inconscio collettivo verso ciò che il Giappone può essere stato e soprattutto verso un senso ancestrale del vivere in comunità.

Qualsiasi sia il motivo, questo romanzo breve è un capolavoro da leggere, a mio parere, con l’interesse riservato ai classici.

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La porta, romanzo di Simenon sull’ossessione della perdita https://cultura.biografieonline.it/la-porta-libro-simenon-recensione/ https://cultura.biografieonline.it/la-porta-libro-simenon-recensione/#respond Tue, 23 Jul 2024 13:55:19 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42235 La porta è un romanzo di Georges Simenon scritto nel 1962.

La porta - copertina del libro di Simenon
La porta: copertina del libro di Simenon • L’opera riprodotta in copertina è “Nudo che varca una soglia” (1902), di Edward Hopper

La porta: trama del libro

Nelly e Bernard si sono amati per vent’anni e, ancora oggi, il loro amore sembra intatto. Almeno così pare a Bernard che, anche dopo la perdita delle mani a causa di una mina, ha avuto Nelly al suo fianco.

Ma perché?

Come è possibile che Nelly continui ad amarlo come il primo giorno?

Lei è bella, è una donna piena di energia e fascino e per molti anni, prima di conoscerlo, ha avuto bisogno di essere circondata da amanti, uomini con possibilità economiche; non come lui, che si sente un invalido e che per anni è stato senza un soldo. E questi uomini sono stati per lei anche un lavoro.

Bernard decide di spiare Nelly. Segue la sua vita passo dopo passo, la interroga con attenzione morbosa e lei lo asseconda. Quando Nelly esce per andare al lavoro lui la osserva dalla finestra, la saluta prima che salga sull’autobus e poi l’aspetta per pranzo.

Lui non vive che per lei, anche perché la sua esistenza si sviluppa fra le mura della loro casa e, dunque, non può fare altro che vivere la vita di Nelly, immaginarla mentre è fuori, angosciarsi all’idea che qualcun altro la stia seducendo per portargliela via.

Malgrado le sue certezze, Bernard comincia a temere un nuovo inquilino che vive al primo piano e che Nelly vede ogni giorno, solo per pochi minuti, perché deve consegnargli dei pacchi per conto della sorella di lui che lavora nella stessa fabbrica di Nelly.

Ma basta solo quel poco tempo passato con un altro uomo per instillare in Bernard il sospetto che, poi, si trasforma in gelosia e infine che lo ossessiona come un tarlo che senza riposo cerca un buco dove infilarsi.

Bernard si pone mille domande. Ossessiona Nelly con le sue richieste indagatrici, con la necessità di avere mille dettagli sulla sua vita al di fuori dell’appartamento; soprattutto quando va a trovare l’uomo del primo piano.

Come finirà?

Chi dei due deciderà di interrompere questo gioco al massacro?

Georges Simenon
Georges Simenon è autore di oltre 400 opere, metà delle quali sono romanzi

Commento

Simenon ci regala una storia nella quale la gelosia e l’ossessione trascinano l’uomo nei meandri più oscuri della sua mente. Dove ciò che emerge è più incomprensibile degli eventi che lo portano a sospettare, e a temere di essere stato tradito.

Come in una sorta di percorso a ritroso, osserviamo Bernard fare a pezzi la sua vita, la sua felicità; partendo da un piccolo indizio per poi costruirci sopra tutta l’attesa, l’angoscia, il panico, la solitudine che il dolore per un tradimento forse mai avvenuto, per il suo sospetto sempre presente, comporta.

E mentre seguiamo Bernard in un’ossessione naturale, in uno sviluppo incontrollabile delle sue paure, vediamo anche un Simenon che, come un chirurgo, seziona le anime dei suoi personaggi.

Chi meglio di lui è in grado, con la naturalezza del suo talento, di prendere due personaggi e trascinarli dalla loro felicità al baratro dell’insicurezza?

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Dati sintetici

Autore: Georges Simenon

Titolo: La porta

Titolo originale: La Porte

Anno: 1962

Traduzione: Laura Frausin Guarino

Edizione italiana: Biblioteca Adelphi, 760 • 2024

Pagine: 142

ISBN: 9788845938948

Prezzo: 18,00 €

Incipit del romanzo

Come in molte vecchie case del quartiere, le finestre, alte e strette, scendevano fino a trenta centimetri dal pavimento e arabeschi in ferro battuto reggevano la sbarra del davanzale. Attraverso quegli arabeschi Foy, dalla sua sedia, seguiva più o meno coscientemente il viavai della strada. Aggrottò le sopracciglia quando vide la piccola automobile blu del dottor Aubonne girare l’angolo di rue des Francs-Bourgeois, entrare in rue de Turenne e, attraversando la strada in diagonale, fermarsi dietro al camion della cartoleria Herbiveaux.

Il dottore sporse la testa dalla portiera per assicurarsi di non essere troppo lontano dal marciapiede, eseguì una retromarcia accompagnata da un piccolo balzo in avanti e finalmente sgusciò fuori dalla minuscola auto.

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Fervore, recensione del libro di Toby Lloyd https://cultura.biografieonline.it/fervore-recensione-libro-toby-lloyd/ https://cultura.biografieonline.it/fervore-recensione-libro-toby-lloyd/#respond Sun, 07 Jul 2024 10:40:45 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42209
Fervore - copertina del libro di Toby Lloyd
Fervore – copertina del libro di Toby Lloyd

Trama del libro

Eric e Hannah Rosenthal sono due persone molto particolari. Entrambi sono ebrei e hanno un’attenzione maniacale per tutto ciò che riguarda le regole della loro religione, meno per ciò che riguarda lo stato d’animo dei loro tre figli: Gideon, il più grande, Elsie la secondogenita e Tovyah il più piccolo.

La loro casa trasuda regole e comportamenti che seguono alla lettera i precetti dell’Antico Testamento con la convinzione che Dio sia ovunque. Ma questa disciplina religiosa, a tratti improbabile, rende la loro vita famigliare un inferno.

In realtà, non è stato sempre così, tutto è precipitato dopo che Hannah ha avuto la brillante idea di scrivere un libro biografico sul suocero.

Yosef è sopravvissuto all’Olocausto e la sua storia è nota a tutti ma Hannah, scavando nella memoria del vecchio morente, scopre qualcosa, intuisce un segreto inconfessabile che nemmeno il monito di suo marito Eric, le impedisce di cercare. E proprio da quel momento, una vita famigliare tutto sommato felice comincia a crollare.

Elsie, dopo la morte del nonno, scompare per quattro giorni e poi riappare trasformata, cambiata, come se si fosse persa in quei giorni di cui non vuole parlare.

Gideon viene influenzato dalla nuova situazione famigliare e fugge alla ricerca di un luogo di pace, dove poter essere ebreo senza pregiudizi e Tovyah, il più saggio di tutti, viene per sempre sconvolto dal destino della sorella.

Su tutti infatti aleggia una nube tossica, velenosa, che riempie le loro menti e i loro cuori tormentandone il destino. E mentre Hannah diventa famosa sulla pelle dei suoi famigliari, Eric cerca, attraverso gli insegnamenti dell’Antico Testamento, di liberare la sua famiglia da una prigione sempre più stretta e tremenda, che rischia di spazzarli tutti via per sempre.

Commento

Questa è solo la superficie di un romanzo il cui ritmo narrativo e la forza dei personaggi hanno un unico scopo, trascinarci verso un finale biblico a cui aspiriamo per timore che il romanzo rimanga impresso per sempre nella nostra memoria.

Perché i personaggi sono come marionette che bruciano in un destino ineluttabile e, mentre si dirigono verso la conclusione del loro fato, combattono con una intensità commovente, ironica, stravagante, folle, profonda e meravigliosamente credibile.

Toby Lloyd ha scritto un romanzo che andrebbe letto con la consapevolezza che i suoi personaggi possono essere vivi, palpitanti e pieni del fervore religioso che li compenetra per tutto il racconto.

Proprio la forza psicologica della famiglia Rosenthal e di Kate, una ragazza che incontra casualmente questa strana famiglia e ne rimane avvinghiata, ci abbaglia fino alla fine.

Sono loro che sembrano ispirati da una forza trascendente le cui finalità rimarranno per sempre sconosciute.

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Dati sintetici del libro

Titolo: Fervore
Titolo originale: Fervor
Autore: Toby Lloyd
Traduzione: Silvia Albesano
Edizione: Neri Pozza editore
Anno: 2024

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Attraverso la notte, recensione del libro di William Sloane https://cultura.biografieonline.it/attraverso-la-notte-libro-william-sloane/ https://cultura.biografieonline.it/attraverso-la-notte-libro-william-sloane/#respond Fri, 28 Jun 2024 10:19:34 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42187 Attraverso la notte di William Sloane, è uno di quei libri che ti ossessiona per molto tempo. Ciò perché rimane sempre un tassello non svelato, qualcosa da capire che ti inquieta e accompagna, forse, per tutta la tua vita di lettore e quindi per tutta la tua esistenza.

Attraverso la notte

Breve trama

Bark e Jerry sono amici da molti anni, tanto che Bark ha una stanza tutta sua nella casa del padre di Jerry.

Una sera, per festeggiare i loro anni universitari, vanno a vedere una partita nel campus, poco distante dall’edificio dove hanno vissuto e soprattutto dove Jerry ha studiato con il professor LeNormand, uno scienziato le cui teorie sono molto controverse.

Jerry decide di andarlo a trovare ma quando, insieme a Bark, sale nel suo studio, assisterà ad un incubo, ad una tragedia inspiegabile nei suoi dettagli; e proprio quelle particolarità trascineranno Jerry verso il suicidio e porteranno Bark a ripercorrere ogni passo della vicenda per capire cosa ha spinto il suo amico a compiere un atto così drammatico.

Commento e recensione

William Milligan Sloane III (1906-1974), benché abbia scritto solo due romanzi, è uno scrittore molto interessante perché con uno stile apparentemente semplice, classico nelle sue descrizioni, costruisce, in questo romanzo (“Attraverso la notte” pubblicato in Italia da Adelphi) un meccanismo a spirale in cui i personaggi vengono calamitati senza che riescano a comprendere fino alla fine per quale motivo il loro destino è segnato per sempre.

Ogni metafora, descrizione, dettaglio, personaggio, rimangono in parte insoluti, incompresi, forse anche alla fine della storia, che svela molte cose, ma non tutte.

Un incrocio di generi, un gioiello di sorprese

Per costruire un romanzo con una sostanza così difficile da definire ed un incrocio di generi dalla fantascienza, all’horror, al thriller e al romanzo psicologico, ci vuole una conoscenza letteraria e una preparazione stilistica notevoli.

E d’altra parte Sloane ha passato la sua vita fra i libri, come editore, redattore e professore. Ma questo romanzo tradotto in italiano da Gianni Pannofino, con una traduzione precisa e attenta allo stile dell’autore, è un piccolo gioiello di sorprese.

Man mano che ci si inoltra nella lettura ci si rende conto che siamo intrappolati nella sua trama e che non possiamo fare altro che proseguire nella lettura fino conclusione, perché la curiosità ci sta rodendo la mente.

Pochi romanzi hanno una forza di questo tipo benché il loro stile e la loro struttura non siano particolarmente forti e originali. E proprio il fatto che lo stile permetta all’autore di riempire di quella sostanza il romanzo, colpisce ancora di più l’attenzione di chi lo legge.

Alla fine rimane la certezza che si trasforma a tratti anche in un dubbio atroce che ciò che non sappiamo sia l’unica vera realtà di quello che abbiamo letto.

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>> Attraverso la notte <<

Dati sintetici

William Sloane, Attraverso la notte
Titolo originale: To Walk the Night
Copyright: 1937, 1965 William M. Sloane III
Introduzione di Stephen King (2015)
Traduzione di Gianni Pannofino
Ed. Adelphi, 2024
Collana: Fabula, 403
pp. 279

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De Nittis a Palazzo Reale a Milano: una mostra completa e appassionante https://cultura.biografieonline.it/mostra-de-nittis-palazzo-reale-milano-2024/ https://cultura.biografieonline.it/mostra-de-nittis-palazzo-reale-milano-2024/#respond Mon, 24 Jun 2024 09:10:20 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42192 Ancora pochi giorni per vedere a Palazzo Reale a Milano Giuseppe De Nittis. Pittore della vita moderna. Una mostra importante, curata da Fernando Mazzocca e Paola Zatti che chiuderà il 30 giugno ma che ha dato la possibilità a moltissimi spettatori di ammirare le pere di De Nittis, circa 90 quelle esposte, che provengono da collezioni pubbliche e private.

De Nittis durante la sua fortunata carriera ha privilegiato il paesaggio, il ritratto e soprattutto la realtà della strada, le piazze affollate, le persone che passeggiano, le feste, gli incontri in due contesti metropolitani importanti quali furono Londra e Parigi, entrambe amate da De Nittis e celebrate con i suoi dipinti.

Commento alla mostra

Quello che mi ha colpito di più di questa straordinaria mostra è il percorso espositivo che ci permette di osservare i suoi dipinti attraverso tutta la sua carriera che si è basata su dipinti all’aperto dove il pittore pugliese è stato capace di cogliere i cambiamenti della sua epoca e di mostrare i primi segni della modernità. Un pittore straordinario che si è spento prematuramente a 38 anni nel pieno della sua forza creativa.

Come scrive Fernando Mazzocca nel suo saggio in catalogo edito da Silvana editoriale:

L’unicità della sua pittura, che si confronta con quella degli Impressionisti e non ne esce ridimensionata, sta proprio nella straordinaria capacità di osservazione che gli ha consentito di rendere, come pochi altri, l’inafferrabile dinamicità della città moderna, caratterizzata dall’ “imprevisto, il mutevole, ciò che è fuga”, fermandolo nell’ attimo, come i fotografi, senza irrigidirlo. (…) Dopo aver individuato un motivo da rappresentare, si recava ogni giorno ad osservare, da quel rifugio riparato dal movimento caotico della città, il suo soggetto, dipingendolo con una velocità sorprendente che costituisce la freschezza e l’incanto irripetibile della sua pittura, quello che il finestrino di una carrozza inquadra per un momento. L’ uso della carrozza, prima noleggiata e poi addirittura acquistata, non fece che aumentare la curiosità nei suoi confronti, come confermano le testimonianze di molti cronisti del tempo, colpiti da questo modo davvero unico di lavorare. Il punto di vista rialzato che caratterizza gran parte delle sue vedute parigine e londinesi deriva proprio da questo particolare e personale approccio.

Visita il sito ufficiale: De Nittis a Palazzo Reale, a Milano fino al 30 giugno.

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Arlecchino pensoso, analisi dell’opera di Picasso https://cultura.biografieonline.it/arlecchino-pensoso-picasso/ https://cultura.biografieonline.it/arlecchino-pensoso-picasso/#comments Mon, 10 Jun 2024 16:32:29 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=30429 L’opera che analizziamo in questo articolo si intitola “Arlecchino pensoso“. Fu realizzata da Pablo Picasso nel 1901.

Arlecchino pensoso - Seated Harlequin - Arlequin accoudé
Arlecchino pensoso (Seated Harlequin)

Picasso e l’anno 1901

Nel giugno del 1901 Picasso si trasferì per la seconda volta a Parigi. La prima volta ci andò un anno prima, con il suo amico Carlos Casagemas. Picasso tornò a Parigi perché il mercante d’arte di origini catalane Pedro Mañach era interessato a comprare i suoi dipinti. Egli voleva inoltre esporre i quadri di Pablo Picasso presso la galleria di Ambroise Vollard, un ricco e famoso gallerista che Picasso ritrarrà nel 1909; questo quadro si chiamerà Ritratto di Ambroise Vollard e verrà realizzato con la tecnica del Cubismo analitico.

Picasso in quell’anno lavorava in Rue de Clichy, in uno studio in cui rimase diverso tempo, non lontano dal ristorante in cui il suo amico Casagemas si sparò suicidandosi nel febbraio dello stesso anno. E’ anche a causa della morte del suo amico che Pablo Picasso diede inizio al suo periodo blu: un percorso dove il colore blu diventa predominante sulle tele, e dove il dolore, la tristezza e la malinconia sono sentimenti che simboleggiano le opere meravigliose che il pittore spagnolo realizza in questo periodo.

Il blu in alcuni di questi lavori diventa quasi il colore dominante: Il funerale di Casagemas, Donna in blu, Le due sorelle, Vecchio cieco con ragazzo, Vecchio chitarrista.

Il dipinto qui analizzato, Arlecchino pensoso, venne realizzato nell’autunno di quell’anno, il 1901. L’opera rappresenta, insieme a I due saltimbanchi, una sorta di passaggio; perché il blu non è ancora preponderante e perché il dipinto mostra un’iniziale influenza della pittura francese sulla tecnica e le forme utilizzate da Picasso.

Arlecchino pensoso: descrizione del quadro di Picasso

Il protagonista, Arlecchino, è dipinto con lo stesso stile utilizzato per i fiori dello sfondo. Picasso pone il personaggio come se fosse adagiato su una scacchiera e le parti che lo compongono sembrano assemblate come in un puzzle, dai contorni definiti ma semplici.

Semplicità e utilizzo delle forme, dunque sono gli elementi chiave.

E’ come se il dipinto fosse smontabile e rimontabile a piacimento dello spettatore.

I personaggi del circo e della commedia saranno i protagonisti di un altro importante periodo artistico nella carriera di Picasso, il periodo rosa, in cui il colore sembrerà attenuare la forza malinconica del blu, giungendo ad un effetto più lieto.

Il teatro e il circo accompagneranno Picasso per tutta la vita e già Gertrude Stein ricordava come gli artisti della sua epoca fossero attratti dai giocolieri, clown, saltimbanchi che popolavano il circo Medrano o i locali notturni di Parigi.

Tecnica

Olio su tela, foderato e montato su un foglio di sughero pressato.

Dimensioni

83.2 x 61.3 cm

Ubicazione

The Metropolitan Museum of Art, New York, USA

Analisi dell’opera e commento video

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Sebastião Salgado. Amazônia. Esposizione fotografica a Trieste fino ad ottobre 2024 https://cultura.biografieonline.it/salgado-amazzonia-mostra-fotografica-trieste-2024/ https://cultura.biografieonline.it/salgado-amazzonia-mostra-fotografica-trieste-2024/#respond Mon, 10 Jun 2024 09:09:33 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42174 Dal 28 febbraio e fino al 13 ottobre 2024, Trieste ospita la mostra Sebastião Salgado. Amazônia, al Salone degli Incanti. Promossa dal Comune di Trieste – Assessorato alle politiche della cultura e del turismo con il supporto di PromoTurismoFVG e del Trieste Convention and Visitors Bureau e organizzata da Civita Mostre e Musei e Contrasto, la mostra è curata da Lélia Wanick Salgado.

Zurich è il global partner dell’intero tour internazionale della mostra Amazônia eillycaffè ne è partner per Trieste.

Raccontare l’Amazzonia

Dopo Genesi, Salgado ha deciso di raccontare l’Amazzonia, la sua incredibile ricchezza, le popolazioni che la abitano e di testimoniare, attraverso le sue fotografie, la forza evocativa di un posto magnifico, destinato a cambiare a causa dell’intervento dell’uomo e alle conseguenze del progresso. Salgado in ripetuti viaggi, durati sette anni, ha potuto abitare in zone poco accessibili, dove la sua testimonianza ha portato alla luce la forza creativa ed evocativa della foresta Amazzonica che sotto il suo obiettivo sembra uno spirito divino che racconta e testimonia la forza creatrice della natura.

Giovane donna Ashaninka. Stato di Acre, Brasile
Giovane donna Ashaninka. Stato di Acre, Brasile, 2016 – © Sebastião Salgado/Contrasto

Per Sebastião Salgado, queste immagini testimoniano ciò che sopravvive prima di un’ulteriore progressiva scomparsa. “Il mio desiderio, con tutto il cuore, con tutta la mia energia, con tutta la passione che possiedo, è che tra 50 anni questa mostra non assomigli a una testimonianza di un mondo perduto”, afferma il maestro brasiliano. “L’Amazzonia deve continuare a vivere – e, avere sempre nel suo cuore, i suoi abitanti indigeni.”

Più di 200 fotografie

Con oltre 200 fotografie esposte, Amazônia rappresenta un viaggio profondo nel polmone più importante e fragile della Terra. L’Amazzonia non è solo un luogo, in parte protetto, dove vivono in pace con la natura alcune popolazioni indigene e per il resto un luogo in cui possono essere svolti tutti i cambiamenti di cui l’uomo si fa artefice e padrone.

Sciamano Yanomami dialoga con gli spiriti prima della salita al monte Pico da Neblina. Stato di Amazonas, Brasile, 2014 – © Sebastião Salgado/Contrasto
Sciamano Yanomami dialoga con gli spiriti prima della salita al monte Pico da Neblina. Stato di Amazonas, Brasile, 2014 – © Sebastião Salgado/Contrasto

L’Amazzonia è una creatura viva e antica che Salgado ci mostra in tutta la sua potenza divina. E’ una realtà sacra da difendere contro tutto ciò che di storto e malato l’uomo può produrre suicidandosi e distruggendo il futuro dell’umanità. Salgado mostra come l’Amazzonia abbia una propria esistenza meravigliosa, arricchita e modulata dal tempo, dai colori, dalla luce, dalla presenza dei fiumi e degli animali. In una sorta di viaggio spirituale in un Giardino dell’Eden, vediamo un fotografo che usa la scrittura visiva e la luce per mostrarci, attraverso la sua arte, la bellezza misteriosa e incomparabile del creato. E’ un inno alla difesa di ciò che abbiamo di più importante.

Lélia Wanick Salgado, compagna di lavoro e di vita del fotografo, è responsabile della curatela e della scenografia della mostra.

“Disegnando ‘Amazônia’, ho voluto creare un ambiente in cui il visitatore si sentisse all’interno della foresta, integrato con la sua esuberante vegetazione e con la vita quotidiana delle popolazioni indigene. La mia idea era quella di presentare queste immagini, accompagnate da testi pertinenti, in modo da sottolineare la bellezza di questa natura e dei suoi abitanti, nonché la sua dimensione ecologica e umana, tutti elementi che oggi sono così minacciati e che è fondamentale proteggere e preservare”

Così commenta Lélia.

Commento alla mostra

Immergersi in questa mostra, secondo me, è trovare un percorso per interpretare visivamente la realtà, ma anche per prendere coscienza come la bellezza e la natura siano costantemente messe in pericolo dal nostro modo sonnambolico di agire, spinti d un’avidità che porterà ad un finale tragico, mentre in realtà se osserviamo le foto di Salgado, possiamo vedere come l’immensità della foresta abbracci l’immortalità.

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